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Deludente e costoso: esperienza con Kimerik
La mia esperienza con Kimerik è stata decisamente negativa, e non posso fare a meno di esprimere alcune considerazioni critiche.
- Un contributo economico inaccettabile: Il contratto richiede all’autore di acquistare almeno 25 copie del proprio libro con un contributo iniziale di 1200 euro, suddiviso in tre rate. Questa clausola tradisce il principio fondamentale di una casa editrice seria, che dovrebbe investire negli autori e non chiedere loro di finanziare la pubblicazione.
- Royalties esigue: La quota offerta all’autore per ogni copia venduta è pari al 20% dell’utile netto. Considerando che il prezzo di copertina è soggetto alle commissioni dei distributori e a ulteriori riduzioni, l’autore si ritrova con una percentuale minima e inadeguata. In pratica, il lavoro creativo dell’autore serve a finanziare la casa editrice, non a valorizzarlo.
- Feedback generico e sospetto: La comunicazione ricevuta da Kimerik, che apparentemente elogia il mio libro, sembra priva di qualsiasi connessione reale con il contenuto della mia opera. I commenti sono estremamente generici e appaiono quasi generati da un’intelligenza artificiale, come ChatGPT, più che da un editor che abbia effettivamente letto il testo.
- Mancanza di professionalità: L’invio di una proposta commerciale standardizzata e priva di riscontri specifici sull’opera dimostra una mancanza di attenzione verso il lavoro dell’autore. Questo approccio mina gravemente la fiducia che un autore dovrebbe riporre nella propria casa editrice.
- Un modello editoriale antiquato: Sebbene il contratto includa promesse di promozione e visibilità (Salone del Libro di Torino, distribuzione su Amazon, Feltrinelli e Mondadori), queste sembrano più un’esca che una reale opportunità per l’autore. Con l’editoria moderna che offre sempre più possibilità gratuite o basate sul merito, il modello di Kimerik appare superato e opportunistico.