[Lab13] Per vincere e sopravvivere

1
Il corridoio rimbombava per i passi pesanti.
In spregio a tutte le buone norme di corte, Navio teneva un passo indiavolato, che a tratti rasentava una vera e propria corsa. Svoltando, per poco non travolse un paio di servitori, ma riuscì ad evitarli all’ultimo momento.
«Un momento di più non cambierà nulla!» disse Ormeno, in forma di topo, ballonzolando aggrappato con i piccoli artigli alla mostrina sulla sua spalla destra.
Navio non gli rispose, troppo impegnato a salutare frettoloso le guardie alla porta.
I due corazzieri batterono le lame sul pavimento, mentre le mani scattavano alle visiere degli elmi. Anche i due elementali, in forma di grossi mastini neri, si irrigidirono sull’attenti accanto a loro.
Aperte le porte, si ritrovò nella Piccola Sala delle Mappe.
Ebbe appena un momento, per riprendere fiato, prima che gli altri due occupanti della sala lo notassero.
«Generale Biannelli» disse il Ministro della Guerra Raffini, lisciandosi il poderoso paio di baffi bianchi. Pur con tutto il suo tono formale, Navio non mancò di notare l’occhiataccia che il vecchio politico gli scoccò.
In effetti, era in una condizione del tutto inadatta a un incontro del genere.
Era stato convocato in tutta fretta a Pevie, con una missiva che lasciava poco spazio all’interpretazione. Navio aveva avuto appena il tempo di fare la valigia, per poi dirigersi in tutta fretta alla stazione.
Gli avevano perfino riservato un treno personale, con ben tre maghi a far da macchinisti. Gli elementali del fuoco erano stati convocati a ciclo continuo, per far in modo che la locomotiva non si fermasse mai.
In teoria, da Partene a Pevie servivano due giorni interi di viaggio. Nella pratica, Navio ci aveva impiegato un giorno solo, a costo di far quasi fondere il mezzo.
Anche alla stazione, il generale era appena sceso dal treno, che era stato quasi caricato di peso in una carrozza.
Non gli avevano concesso il tempo di capire cosa trainasse il mezzo, ma a giudicare dalla folle velocità con cui aveva attraversato le strade, Navio era convinto che quelli non fossero normali cavalli.
Come risultato, la sua uniforme blu era un disastro. Ed era sicuro di essersi dimenticato a Partene almeno un paio di medaglie.
Non era per nulla pronto a incontrare la terza persona nella stanza.
Re Manlio girava attorno al tavolo centrale, scrutando con espressione assorta la larga superficie d’acqua che lo ricopriva. Sul giovane volto del re, sotto i baffi curati e le sopracciglia sottili, c'era tutta la preoccupazione possibile.
«Tira una brutta aria» chiosò Ormeno, in un sussurro appena udibile.
«Già» gli rispose Navio, deglutendo a fatica. Si avvicinò al tavolo, inchinandosi a fondo davanti al sovrano.
«Vostra Maestà, èvun onore poter essere ammesso alla vostra presenza» disse, senza sollevare lo sguardo.
In questo modo, non avrebbe dovuto mostrare la faccia arrossata dalla fatica.
«Le circostanze non sono delle migliori, generale. Guardate la mappa» con uno schiocco di dita, il re fece muovere i vari oli colorati che fluttuavano nel bacile.
Le macchie assunsero la forma del continente, con sottili linee a tracciare i confini; bandierine colorate galleggiavano a segnalare la posizione nota delle truppe.
Navio non si sorprese che grossi blocchi di bandierine gialle e nere si fronteggiassero al confine tra Alarria e Vrekka, così come non c'era sorpresa nel vedere file su file di bandierine rosse affollate tra Alarria e Glaura. In mare, un nutrito contingente di Ibisha pareva puntare verso le Isole Ghal’kri, piene di bandierine verdi.
Quello che sorprese Navio, anche se alcune voci erano arrivate, era la massa di reggimenti Glaurani e Vrekkani ai loro confini.
Le bandiere blu, che indicavano le truppe Irlaviane, erano pochissime, da ambo i fronti.
«Vostra Maestà, queste informazioni sono confermate?» chiese Navio, ricacciando a forza un balbettio della voce.
«Si, confermate due volte» disse il ministro Raffini «inoltre, i telegrammi arrivati sia dal re Glauriano che dal Cancelliere Vrekkano non lasciano dubbi»
«La nostra neutralità verrà ignorata; o meglio, essendo noi alleati di entrambi i paesi, dovremo scegliere quale lealtà tradire» disse il Re, con tono solenne.
Trattenendosi dal grattarsi una guancia, in preda al panico, Navio tenne stretta tra i denti la domanda che voleva fare. Cosa ci facesse lui lì, invece di altri generali, non lo capiva.
«E quale sarà la nostra linea d’azione, vostra maestà?» domandò invece.
Il sovrano ed il ministro si scambiarono uno sguardo.
Raffini sbuffò, anche se riuscì a mascherarlo dietro i baffi. Il re, dal canto suo, fissò la mappa a lungo prima di rispondere.
«Neutralità, ad oltranza. Non possiamo affrontare una guerra, non nelle condizioni attuali; questo, non vuol dire che non verremo trascinati in una, che lo vogliamo o meno» la voce del sovrano era ferma, ma al contrario i suoi occhi balzavano lungo tutta la sala. 
Con tutta la calma che la sua stanchezza gli permettesse, Navio cercò di fare mente locale.
C’erano accordi commerciali con Glaura, oltre a patti di libera circolazione, sia umana che elementale, e perfino trattati di collaborazione sul piano accademico.
Però, anche con Vrakka c’erano gli stessi accordi. In effetti, Navio, quando era arrivata la convocazione, stava avendo un acceso scambio di opinioni con un tecno mago vrakkiano, che si ostinava a non voler saldare le valvole nel modo corretto. La discussione si era infiammata al punto che Ormeno aveva iniziato a fiammeggiare.
«A che punto è il vostro lavoro, generale?» chiese il re. La sua voce si colorò di più speranza del dovuto.
Le ginocchia di Navio iniziarono a tremare.
«Procede, signore. Riteniamo di poter allestire un primo prototipo, funzionante del tutto, entro quattro mesi» Ormeno, sulla sua spalla, sollevò la coda in un gesto interrogativo.
«Non li abbiamo quattro mesi, generale» disse il re, lasciandosi cadere su una sedia «forse non ne abbiamo nemmeno due»
Il silenzio gravò nella stanza come una cappa di piombo. Fissando la mappa, Navio cercò di far mente locale dei problemi da risolvere.
Aveva radunato professori di medicina da ogni angolo del regno, ma nessuno di loro aveva capito come collegare la mente umana a quella elementale. Con gli ingegneri andava anche peggio, a prescindere dell’elemento usato.
E, infine, rimaneva da capire come diamine si sarebbe dovuto usare quell’aggeggio che stavano cercando di costruire.
«Se è un problema di fondi, generale, posso…» iniziò il ministro.
«I fondi sono l’ultimo problema, signori. Sono quasi sette mesi che non caviamo un ragno dal buco, e in piena sincerità ripropongo, davanti a voi, di abbandonare questo progetto»
Sovrano e ministro si fissarono. Il re aprì la bocca, ma senza poter dire nulla.
Il ministro della guerra Raffini si accarezzò i baffi, a lungo, prima di dire.
«Generale, lei è stato dislocato a Partene per due anni. Non sa le condizioni del fronte nord. Sulla carta, come vede dalla mappa, i nostri nemico schierano circa una volta e mezza il nostro numero di divisioni; ciò che non vede è che ogni nostra divisione conta metà degli uomini di una divisione Glauriana, e non vede, ma sa, che non disponiamo dall’immenso serbatoio di reclute dei Vrakkiani»
Navio si passò una mano sul volto, mentre l’idea folle che aveva accantonato tornava a presentarsi.
«Anche con una mobilitazione generale, di cui non serve le illustri le ripercussioni in ambito produttivo e agricolo, siamo in così netta inferiorità che sarebbe un miracolo se riuscissimo a resistere tre mesi. Il vostro progetto è l’unica e ultima possibilità di evitare questo scenario»
Ormai, la mente di Navio si era aggrappata a quella folle idea. Era stata a malapena teorizzata, appena suggerita a mezza bocca, ma bocciata senza appello.
Era semplicemente troppo rischiosa. Ma era anche l’unico modo di realizzare quanto richiesto.
«C’è un modo, signori» disse Navio, lentamente, con le parole che sembravano impastasti ai denti e alla lingua «ma è rischioso. Quasi folle»
Ministro e sovrano si guardarono. Passarono lunghi minuti.
Alla fine, il re disse.
«Quanto rischioso?»
«Voi mi avete chiesto un mezzo da combattimento, un’evoluzione degli squadroni di cavalleria. Ecco, io non posso darveli; ma posso darvi altro: un’arma che non abbia la minima eleganza o la minima umanità. Un oggetto creato solo per distruggere e massacrare, che tutti, e specifico tutti, riterranno un mostro. E chiameranno noi mostri e animali, quando lo useremo»
Dalla sua sedia, il re continuava a fissare il bacile, con i liquidi colorati che erano le nazioni e le bandierine galleggianti che erano i suoi soldati.
«Può salvare vite? Può vincere questa guerra?»
«Si» disse Navio. E pregò che fosse vero.
«E allora saremo animali» disse il re.
Navio annuì, sulla sua spalla Ormeno si grattava le orecchie, spaventato.
«Avete una dottrina militare per queste armi?» disse il ministro.
Il generale prese un lungo respiro.
«Attivarle, avanzare, sparare. E chiudere gli occhi» 

Re: [Lab13] Per vincere e sopravvivere

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Bardo96 ha scritto: Il corridoio rimbombava per i passi pesanti.
Ciao @Bardo96 e grazie per aver condiviso questa storia
Sai che non mi piace tantissimo l'incipit con un complemento di causa? È troppo raccontato e poco immersivo, e l'incipit è importante per l'immersione. Consiglio una cosa come "Il corridoio rimbombava dei passi pesanti" o "I passi pesanti rimbombavano nel corridoio"
Bardo96 ha scritto: Anche alla stazione, il generale era appena sceso dal treno, che era stato quasi caricato di peso in una carrozza.
Non mi sembra sia molto scorrevole qui; "era appena sceso... che" è poco intuitivo, consiglio qualcosa come "fece appena in tempo a scendere... che"
Bardo96 ha scritto: èvun onore
Refuso
Bardo96 ha scritto: questo, non vuol dire che
La virgola non ci va
Bardo96 ha scritto: dom apr 28, 2024 9:57 pmFissando la mappa, Navio cercò di far mente locale dei problemi da risolvere
È la seconda volta in poche righe che usi questa espressione
Bardo96 ha scritto: dom apr 28, 2024 9:57 pmcon le parole che sembravano impastasti ai denti
impastate
Bardo96 ha scritto: dom apr 28, 2024 9:57 pmma è rischioso. Quasi folle»
Ministro e sovrano si guardarono. Passarono lunghi minuti.
Alla fine, il re disse.
«Quanto rischioso?»
Minuti è irrealistico. Sono immerso nella scena, la sto vivendo, e mi fai stare tre persone in silenzio per minuti prima di riprendere lo stesso dialogo?

Allora. Funzionano molto bene l'ambientazione, la trama e il tema, e ti faccio i complimenti; specialmente per l'ambientazione, che hai reso viva e vivibile dal lettore in pochi caratteri. Il generale Navio Biannelli è l'unico personaggio che emerge per caratterizzazione, ma gli manca qualcosa in più che lo faccia uscire dal ruolo e gli dia riflessi di umanità. Il re Manlio e il ministro Raffini invece sono virtualmente lo stesso personaggio. Lo stile mi è piaciuto; ti ho fatto le pulci, ma a parte questo l'ho trovato molto immersivo. Rimane la curiosità di sapere quale abominio ha progettato il generale per vincere la guerra; oltre a quello, anche sapere cosa stesse costruendo: insomma, l'obiettivo del progetto originario è chiaro, ma non comprendo perché costruire un aggeggio che non sanno come usare; mi viene in mente che stiano facendo riferimento a testi di un antico regno perduto iper-tecnologico, ma non ne vedo menzioni.
In conclusione ti dico che la cosa che mi ha colpito di più è come sei riuscito a creare un mondo così ricco senza mai far sentire smarrito il lettore. Grande :D

Re: [Lab13] Per vincere e sopravvivere

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Bardo96 ha scritto: dom apr 28, 2024 9:57 pmIn spregio a tutte le buone norme di corte, il generale Navio teneva un passo indiavolato,
Ti suggerisco di presentare da subito il suo ruolo, anche considerato che chi l'accompagna è un topo parlante.
Bardo96 ha scritto: dom apr 28, 2024 9:57 pm«Vostra Maestà, èvun onore poter ess
refuso
Bardo96 ha scritto: dom apr 28, 2024 9:57 pmLe macchie assunsero la forma del loro continente, con sottili linee a tracciare i confini; bandierine
ti consiglio di specificare di che continente si tratta
Bardo96 ha scritto: dom apr 28, 2024 9:57 pmNeutralità, ad oltranza
senza quella virgola in mezzo
Bardo96 ha scritto: dom apr 28, 2024 9:57 pmAveva radunato professori di medicina da ogni angolo del regno, ma nessuno di loro aveva capito come collegare la mente umana a quella elementale. Con gli ingegneri andava anche peggio, a prescindere dell’elemento usato.
Interessante ricerca. 
Ho letto sul Web: Elementale: La parola è un aggettivo nato nell'ambito teosofico, indicante la peculiare caratteristica di tale creatura di appartenere ad uno solo dei quattro elementi classici: acqua, aria, terra e fuoco. Wikipedia
Bardo96 ha scritto: dom apr 28, 2024 9:57 pm«Voi mi avete chiesto un mezzo da combattimento, un’evoluzione degli squadroni di cavalleria. Ecco, io non posso darveli; ma posso darvi altro: un’arma che non abbia la minima eleganza o la minima umanità. Un oggetto creato solo per distruggere e massacrare, che tutti, e specifico tutti, riterranno un mostro. E chiameranno noi mostri e animali, quando lo useremo»
Forse un po' troppo vaga la descrizione dell'arma, visto che chi parla l'ha ideata e sperimentata.
Bardo96 ha scritto: dom apr 28, 2024 9:57 pm«Può salvare vite? Può vincere questa guerra?»
«Si» disse Navio. E pregò che fosse vero.
«E allora saremo animali» disse il re.
Navio annuì, sulla sua spalla Ormeno si grattava le orecchie, spaventato.
«Avete una dottrina militare per queste armi?» disse il ministro.
Il generale prese un lungo respiro.
«Attivarle, avanzare, sparare. E chiudere gli occhi» 
Non so, 
@Bardo96  :)
Il racconto è molto ben costruito e crea aspettative di rilievo al lettore. L'epilogo e l'assenza di adeguate spiegazioni sulla "nuova" arma a me lascia un po' di amaro in bocca.
Di sabbia e catrame è la vita:
o scorre o si lega alle dita.


Poeta con te - Tre spunti di versi

Re: [Lab13] Per vincere e sopravvivere

5
Ciao @Bardo96 non ti segnalo correzioni considerato che chi mi ha preceduto lo ha gia fatto.  
Sono riuscita a sospendere l’incredulità e sono entrata appieno nel mondo immaginario che hai delineato.  A un certo punto mi sono trovata di fronte a un tavolo di una specie di Risiko magico che avrebbe potuto essere giocato a Hogwarts. Il fatto di essere in un mondo “fantastico” con un topo per consigliere aggrappato alla spalla del generale mi ha fatto del tutto perdere di vista la drammaticità della situazione. Si parla di distruzione e morte, di un’arma talmente letale il cui funzionamento peraltro non è così certo e tutto scorre…  Il personaggio del generale appare abbastanza caratterizzato, gli altri sono un po’ più bidimensionali e forse un filo stereotipati. La conclusione è la parte più inquietante della storia…  si è capito che l’arma verrà utilizzata pur non conoscendone appieno gli effetti. Potrebbe essere la distruzione totale per tutti.  Missione “fantastico!” compiuta.

 

Re: [Lab13] Per vincere e sopravvivere

7
Ciao @Bardo96,
ho letto il tuo racconto e ho fatto un po' fatica a seguire la trama: tanti nomi, situazioni... Credo di essermi un po' persa.
Ad una prima lettura la domanda principale che mi pongo è: come passano da essere neutrali ad oltranza, o al massimo prendere le parti di una fazione, a voler usare un' arma di distruzione di massa?
Soprattutto, perché finisci il racconto senza darmi alcun dettaglio sull'arma che suggerisce il generale? Forse hai dato indizi che io non ho saputo cogliere.

Qualche segnalazione:
Bardo96 ha scritto: Bardo96convocato in tutta fretta
Bardo96 ha scritto: per poi dirigersi in tutta fretta alla stazione
Utilizzi la stessa espressione a brevissima distanza
Bardo96 ha scritto: Con tutta la calma che la sua stanchezza gli permettesse
Permettesse a me non suona bene, non sembra corretto 
Bardo96 ha scritto: si colorò di più speranza del dovuto
Avrei preferito "si colorò di speranza più del dovuto '
Bardo96 ha scritto: Procede, signore. Riteniamo di poter allestire un primo prototipo, funzionante del tutto, entro quattro mesi
Bardo96 ha scritto: Sono quasi sette mesi che non caviamo un ragno dal buco, e in piena sincerità ripropongo, davanti a voi, di abbandonare questo progetto»
Quindi prima ha mentito spudoratamente al suo superiore e al re?

Non so, forse troppa roba per un racconto breve.
È un testo che necessita di più spazi, non sono riuscita ad immergermi nella storia, però mi ha incuriosita.

A rileggerti 
<3

Re: [Lab13] Per vincere e sopravvivere

8
Interessante questo tuo racconto @Bardo96 Imperniato sull'idea folle e ossessiva di superare i limiti della natura per creare un'arma superiore per porre fine al genere umano, sempre alle prese con l'eterna guerra anche se non era sua l'intenzione (Quanta ipocrisia). Mi ha ricordato Oppenheimer. Bella l'ambientazione di un luogo senza tempo. Forse l'unica pecca è quella di un finale troppo precipitoso, non del mistero della natura dell'arma.
 L'aspetto introspettivo di Navio è solo accennato. Immagino anche per una ridotta disponibilità di caratteri.
Un racconto che mi ha stimolato.
Alla prossima

Re: [Lab13] Per vincere e sopravvivere

9
Ciao Bardo96.
Scusami, e dico davvero, ma non riesco a nascondere le mie perplessità.
Il lavoro che ci proponi descrive con dovizia di particolari un ricco mondo fantasy. Tutta la narrazione si prende il suo tempo per proporre al lettore  il setting in cui calarsi, con una cadenza e un ritmo che sono quelli giusti per un romanzo fantasy.  E questo frammento potrebbe essere un buon primo capitolo di quel romanzo. Purtroppo il pur buono primo capitolo di un romanzo non è  (non può esserlo) anche un buon racconto.
Nel racconto, una storia autoconclusiva viene  raccontata in uno spazio ridotto. Qui io vedo la premesse di una storia, e solo quelle.
Non credo che il senso di questo tuo "racconto" sia quello di dimostrare che, messi alle strette, gli uomini possono accettare l'idea di usare un'arma di spaventosa potenza: non solo mi parrebbe cosa ovvia, ma neppure disonorevole. Disonore che, invece, potrebbe colpire chi facesse un uso  del medesimo "dispositivo" allo scopo di offendere.
Rimango in attesa di un tuo riscontro, se vorrai dare un valore a queste mie poche osservazioni; nel frattempo non posso che sospendere ogni giudizio.
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