[Lab13] La sfera di cristallo

1
Genere: Fantastico

La storia è ambientata nel nostro mondo reale, ma vengono introdotti uno o più elementi che di norma vengono considerati frutto di fantasia o suggestione.
Elemento: sfera di cristallo

Traccia: Partenze

Titolo: La sfera di cristallo

Dilata ...
Il tempo avvita
la sua corsa
a tangere
l'inizio
della spira.


Dilaga...
il mistero del passato 
nel presente.


Che ora è? Non devo superare la mezz'ora, non si sa mai che qualcuno mi riconosca, o mi si noti, come una settimana fa, come quindici giorni prima, davanti al tabellone degli Arrivi e Partenze da Malpensa. Anche se oggi son ben diverso, e va come sto bene col completo grigio fumé. Persino la fasciatura alla mano è linda ed elegante.
E che bene che c'è ancora gente ingenua che lascia in bella vista l'etichetta del bagaglio coi suoi dati: li prediligo i precisini con scala A piano 3 int 11 come questo. Pioltello è vicino a casa mia ma di lì non conosco nessuno. 
Caro turista del luogo in coda al check in: sono alle tue spalle. Havana? Bravo! Divertiti e lasciami lavorare tranquillo.
Faccio ancora un giro per adocchiare altre opportunità, poi mi segno i dati, tornando al tabellone. Gironzola ancora, Donato, ti do dieci minuti. Il mio trolley s'inceppa contro le gambe di una poltrona e si rovescia, mostrando la sua leggerezza: mi guardo in giro ma pare che l'anomalia sia sfuggita alla massa dei partenti. Mi siedo con nonchalance mentre sistemo il trolley, e una gamba urta contro qualcosa sotto la sedia: un sacchetto di plastica con una scatola di cartone dentro, piena e pesante che, con movimento fluido e aria di legittimo possesso, inserisco nel mio bagaglio. Mi allontano col fare annoiato dell'attesa anche se mi piacerebbe di più la naturale (anch'essa) andatura veloce verso i bagni. Ma io, di questo furto non previsto, ho paura, perché sono un ladro che programma il suo lavoro. Le volte che ho improvvisato, all'inizio, mi hanno portato dentro!


Cerco il bagno per disabili dove ho visto anche un fasciatoio per neonati. Ci poso sopra il pacco e lo apro con circospezione. Cos'è?
Sembra una sfera di cristallo delle dimensioni di una doppia pallina da tennis, su un appoggio fisso. Posata sul piano pare accendersi di vita propria e resettarsi con piccoli impulsi elettrici. Sono elettrizzato anch'io, e non poco. Ha senso tutto questo? Mentre lo strano reset continua, mi giro e rigiro la scatola che conteneva l'oggetto ma è senza indicazioni. Peraltro, non era sigillata, all'apertura. Mi pizzico il braccio, mi lavo la faccia, uso il water, apro e chiudo la bocca. Mi inginocchio per essere all'altezza del globo misterioso, di cui ho toccato con mano la consistenza: vetro di base trasparente ma con venature di leggero arancione. Al tocco è liscio e di un caldo irradiante. Qualcuno bussa alla porta: rispondo con un fioco - Occupato -.
È il momento che si oscura, dev'essere finita la fase del reset misterioso. Ecco che si accende con luminescenze azzurre: mi batte il cuore e mi strabatte quando la sfera magnetica mi calamita gli occhi come un segnale di apertura di una cassaforte con la scansione dell'iride. Mi lascio andare all'indietro, sui calcagni, alla massima distanza dalla sfera.
Questa sembra girare su se stessa con una rotazione in senso contrario, ma in realtà è ferma. 
Si forma un'immagine: è mamma con un uomo che non ho mai visto. Si baciano in un bosco, con due espressioni felici. Dissolvenza. 
Un altro primo piano con due espressioni inasprite e minacciose. Sei mio padre? Lui alza la mano sinistra e mi si ferma il cuore. 
Vedo mamma scrivere una lettera piangendo. Riesco a leggere: 
«È riconoscibile come figlio tuo. Ma non dovrai riconoscerlo. Addio.»
Vedo me piccolo in un viale a mano della mamma. Vedo un pullman precipitare da un ponte. Qui sei morta, mamma? 
Vedo nonna Palmira in un letto d'ospedale in un paese straniero. 
Questo lo riconosco: è l'orfanotrofio dove sono stato parcheggiato. E una prigione che ho conosciuto, sì. Da dove sono uscito ma dalla porta sbagliata, mi sembra di capire.
La sfera si spegne lentamente. 
Fredda in mano, ma magnetica, mi telecomanda a rimetterla nella scatola; poi ad avvolgerla nell'anonimo sacchetto di plastica e a posizionarla nello stesso punto dove l'avevo trovata, con nonchalance.


***


In treno, Palmira sorride al compagno di viaggio, che tiene in grembo la giacca. Un bottone resta attaccato solo esilmente al tessuto. Al prossimo aggancio si staccherà.
Si offre di attaccarglielo. Ha tempo e tutto l'occorrente, che si porta dietro come d'abitudine. Infatti, durante il viaggio rifiniva l'orlo di un centrino.
Così, interrompe il suo cucito e gli sistema il bottone. «Dove è diretta, signora?» - le  chiede l'uomo del bottone per educazione.
La donna esita e poi risponde: «Vado a trovare mio nipote. È una vita che non ci vediamo. E lei?»
Scopre che è la stessa fermata e subito dopo realizza che l'uomo del bottone è il padre di Donato, perché gli vede il doppio pollice sinistro. Ma tace. Turbata. le tremano le mani e smette di cucire e di parlare. Osserva il panorama dal finestrino. 
E intanto pensa... Quel campanile lontano sembra fermo, mentre i campi ci scorrono veloci sotto il naso e non si riesce a riconoscere le colture.
Cos'erano? Che verdure? Che legumi? Gli alberi di frutta anche: troppo vicini.




***

Ho dentro di me una certezza. L'episodio della sfera di cristallo sul mio passato è un segno del Fato e un messaggio: devo andare avanti a cercare mio padre. Ha il mio difetto, meglio: io ho il suo. Penso al prossimo, magari in partenza per davvero,  che troverà il mistero del suo passato risolto da una sfera di cristallo in aeroporto.
Quindi, dopo qualche giorno, sono all'interno undici. Con la pila schermata, considero tutti i cassetti e i portagioie da cui arraffo a piene mani: ricco il tipo! Metto nel marsupio.
Esploro circospetto il salone. Sul camino, ci sono due coppe in ottone similoro e alcune foto in cornice, tra cui una con due uomini e un trofeo di pesca alto metà della loro altezza. Quello che tiene il braccio sinistro sulla spalla dell’altro... Questo è mio padre! Ho trovato mio padre!  Ero alle sue spalle a Malpensa. Sembrava in partenza da solo e qui non c'è traccia di donne.
Non guardo dove metto i piedi e incespico, ma succede perché la torcia è caduta e si è spenta. Son seduto a terra con la faccia tra le mani. Ho deciso: scappo via e mi precipito in caserma, a costituirmi. A dire la verità al maresciallo Gatti che mi conosce dal  mio primo arresto a diciott'anni e che potrà aiutarmi. E mi rendo conto di non avere nemmeno pensato di vuotare prima lo zainetto della refurtiva.

“Perché mi chiamo Donato,  mamma?” “Perché sei il dono che la vita mi ha fatto.”
Perché non mi hai mai voluto parlare di chi te l'aveva fatto arrivare quel dono, mamma?


***

Palmira sta pensando a Donato. Era stato un bambino difficile, un ragazzo problematico, cresciuto solo dalla figlia, mentre purtroppo lei stava altrove a curarsi. E intanto pensa tra sé e sé soprattutto a tre mesi sprecati. Sua figlia non le aveva mai fatto visita durante la sua malattia, ma, una volta guarita, lei aveva esitato a sentirla, a vederla. Così, nel giro di poco tempo, era partita per il suo funerale, vittima di un incidente stradale.”

***


Sono davanti alla scrivania nell'ufficio del "mio" maresciallo, che mi scruta corrucciato ma con lo sguardo interrogativo. 
“Avrei dovuto trasferirmi da mia nonna, dopo la morte della mamma. Ma volevo fare da me, c’era la promessa di mio cugino Davide di lavorare da lui nel suo forno.” gli dico, appoggiando i gomiti sul piano e tenendo le mani a coppa come a raccogliermi la testa.
"Se sei venuto a costituirti con la recidiva, e con le tasche piene da impunito, dimmi per prima cosa il perché, Donato."
Il proprietario è mio padre, ne ho trovato due prove in quella casa. Io le chiedo due grossi favori, maresciallo. Di convocare qui mia nonna e il derubato. A lui spiegherete il furto, ma anche che il ladro intende restituirgli il maltolto di persona e conoscerlo.
Ho fatto un percorso e sono arrivato a una destinazione che non avevo previsto e che mi sono cercato, ma per la ripartenza voglio fare il viaggio con le persone che oggi possono fare la differenza nel mio sballato percorso. Mi capisce, maresciallo?"

L'Ufficiale mi batte una mano sulla spalla e mi stringe la mano: "Sarò al tuo fianco, ragazzo mio."

Compila lui stesso il verbale e ordina due cappuccini e due brioches. So che non posso dirgli della sfera di cristallo, ma quanto lo vorrei!
Ho l'occasione per ripartire alla grande nel futuro, e costruirlo con la consapevolezza e la grinta che ho adesso. È fantastico!
Di sabbia e catrame è la vita:
o scorre o si lega alle dita.


Poeta con te - Tre spunti di versi

Re: [Lab13] La sfera di cristallo

2
Un racconto molto denso @Poeta Zaza, la fantasia, di certo,  non ti manca! 
La storia assume i connotati di un racconto di formazione in cui il protagonista esce “redento”. Attraverso una trama complessa e ingegnosa il ladro Donato ritrova le proprie origini. L’intervento della sfera di cristallo è fortuito e decisivo. Un particolare davvero unico il fatto che il padre abbia due pollici… forse li ha anche Donato? Oppure è un ricordo? 
Per quanto riguarda la costruzione del racconto, la cosa che mi è piaciuta di meno è l’introduzione del narratore che racconta i fatti del passato e la storia di Palmira. Potevi sfruttare il momento in cui la sfera di cristallo ha manifestato il proprio potere per raccontare quei fatti. 
Il racconto si apre bene con la narrazione in prima persona e quelle introduzioni di “narrato” interrompono,  a mio avviso, l’atmosfera “magica”  creata.
È vero, lo dici all’inizio che la tua storia è ben radicata nel mondo reale, solo che avrei proseguito il racconto in prima persona senza interventi altrui.
La storia penso che si svolga almeno quarant’anni fa se non di più. L’aeroporto di Malpensa è l’unico aspetto che mi fa intravedere l’oggi. Il resto, caserma compresa, mi porta a una realtà da anni “cinquanta” col bravo poliziotto un po’ stile Maigret che cerca di comprendere l’animo di Donato prima di condannarlo.
Un altro aspetto che “rompe” in senso positivo la tradizione legata alla sfera di cristallo è che questa mostra il passato anziché il futuro. In genere questo oggetto “magico” veniva utilizzato per predire il futuro, ma nel mondo della fantasia tutto può succedere! Brava   :si:

Re: [Lab13] La sfera di cristallo

3
@Monica ha scritto: Un particolare davvero unico il fatto che il padre abbia due pollici… forse li ha anche Donato? Oppure è un ricordo? 
Sì, Donato è nato col doppio pollice. A Malpensa gli faccio esibire una fasciatura. Dopo l'intervento della sfera, gli faccio dire:
Poeta Zaza ha scritto: devo andare avanti a cercare mio padre. Ha il mio difetto, meglio: io ho il suo. 
@Monica ha scritto: la cosa che mi è piaciuta di meno è l’introduzione del narratore che racconta i fatti del passato e la storia di Palmira. 
Danilo era bambino e tante cose non le può conoscere. Ho pensato di sfruttare la nonna che sta arrivando in treno a trovarlo in carcere per narrarle. Siccome in contemporanea c'era con lei il derubato, ho pensato di far parlare il narratore esterno, con due stacchi dal monologo di Donato.

post_id=62045 ha scritto:sab apr 20, 2024 8:23 am Un altro aspetto che “rompe” in senso positivo la tradizione legata alla sfera di cristallo è che questa mostra il passato anziché il futuro. In genere questo oggetto “magico” veniva utilizzato per predire il futuro, ma nel mondo della fantasia tutto può succedere! Brava   :si:
Grazie @@Monica  :flower:
Di sabbia e catrame è la vita:
o scorre o si lega alle dita.


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Re: [Lab13] La sfera di cristallo

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Poeta Zaza ha scritto: Sembra una sfera di cristallo delle dimensioni di una doppia pallina da tennis,
Questa espressione della doppia pallina non rende l'effetto, secondo me. Leggendo penso a due palline da tennis, ma potrebbe anche essere soggettivo, non a una palla più grande. Troverei un altro termine di paragone. O una pallina da tennis molto più grande, oppure una pallina da tennis del diametro doppio, ma non è molto bello. O cambierei oggetto: grande come una boccia del gioco preferito dai pensionati, o come una palla per bambini. Oppure ancora, sembra una sfera di cristallo, come quella delle favole. Non so, forse sta complicando la situazione.
Poeta Zaza ha scritto: Posata sul piano pare accendersi di vita propria e resettarsi con piccoli impulsi elettrici
Non mi è chiaro il verbo resettare. Resettare da quale stato o condizione? Resettare vuol dire azzerare e riavviare un processo, ma non si capisce che cosa deve resettare. Il protagonista non può saperlo se è la prima volta che se la trova di fronte. Probabilmente lasci intendere che lo intuisce. Forse basterebbe solo togliere il verbo.
Poeta Zaza ha scritto: Peraltro, (non ci vedo la virgola) non era sigillata, all'apertura.
Poeta Zaza ha scritto: È il momento che si oscura, dev'essere finita la fase del reset misterioso.
Non mi piace tantissimo. Proporrei: "Noto che si è oscurata.
Poeta Zaza ha scritto: Questa sembra girare su se stessa con una rotazione in senso contrario, ma in realtà è ferma. 
Non capisco: contrario in riferimento a cosa?
Poeta Zaza ha scritto: Si baciano in un bosco, (non ci vedo la virgola) con due espressioni felici.
Poeta Zaza ha scritto: Un altro primo piano con due espressioni inasprite e minacciose. Sei mio padre? Lui alza la mano sinistra e mi si ferma il cuore. 
Vedo mamma scrivere una lettera piangendo. Riesco a leggere: 
«È riconoscibile come figlio tuo. Ma non dovrai riconoscerlo. Addio.»
Perché? Mi sfugge il ruolo del padre.
Poeta Zaza ha scritto: Non guardo dove metto i piedi e incespico, ma succede perché la torcia è caduta e si è spenta.
Però anche se avesse guardato a terra, al buio, sarebbe incespicato lo stesso, credo.
Metterei: la torcia è caduta e si è spenta, incespico su qualcosa.
Poeta Zaza ha scritto: Ho deciso: scappo via e mi precipito in caserma, a costituirmi. A dire la verità (toglierei) al maresciallo Gatti che mi conosce dal  mio primo arresto
Poeta Zaza ha scritto: E mi rendo conto di non avere nemmeno pensato di vuotare prima lo zainetto della refurtiva.
Credo sia meglio "dalla refurtiva".

Che dire, @Poeta Zaza una storia intricata che innesca diversi colpi di scena. Forse ci sono troppi intrecci concentrati in così poche battute. Credo che la storia si poteva adattare più efficacemente con una scrittura di più ampio respiro. Certo, io apprezzo anche la sintesi e sei brava in questo, ma in questo caso ho avuto l'impressione di una scrittura meno fluida rispetto ad altri tuoi racconti, probabilmente perchè la storia viene spezzata di continuo. Sicuramente non ti è mancata l'invettiva. La cosa interessante e apprezzabile è che gli eventi vengono snocciolati gradualmente fino ad incastrare tutti i pezzi del puzzle. L'unica cosa che mi è sfuggita è il perché del padre che abbandona il figlio, (ma potrei anche aver inteso male)
Un lavoro comunque molto interessante.
Alla prossima.

Re: [Lab13] La sfera di cristallo

5
Caro @Kasimiro , grazie delle tue acute osservazioni e delle utili note!  :)

Ti preciso solo alcuni punti tra quelli che ti hanno destato, a ragione, qualche perplessità:
Kasimiro ha scritto: dom apr 21, 2024 9:53 pmNon mi è chiaro il verbo resettare. Resettare da quale stato o condizione? Resettare vuol dire azzerare e riavviare un processo, ma non si capisce che cosa deve resettare. Il protagonista non può saperlo se è la prima volta che se la trova di fronte. Probabilmente lasci intendere che lo intuisce. Forse basterebbe solo togliere il verbo.
Il reset della sfera è come quello di un computer. Si pulisce dai vecchi contenuti, per ripartire. Lo fa ogni volta che viene "interrogata" da un nuovo soggetto.
Poeta Zaza ha scritto: ven apr 19, 2024 9:18 pmQuesta sembra girare su se stessa con una rotazione in senso contrario, ma in realtà è ferma. 
Mi chiedi cosa significa. Volevo dire che la sfera di cristallo, che normalmente ruota su se stessa verso il futuro, ora ruota in senso inverso, verso il passato, anche se in realtà è ferma.
Poeta Zaza ha scritto: ven apr 19, 2024 9:18 pm
Vedo mamma scrivere una lettera piangendo. Riesco a leggere: 
«È riconoscibile come figlio tuo. Ma non dovrai riconoscerlo. Addio.»
Mi chiedi del ruolo del padre e se lui lo abbia abbandonato.
No: con quella lettera, lei gli comunica la nascita del figlio e la sua intenzione di non volere che lui faccia parte delle loro vite. "Addio" gli scrive.
Il figlio è di certo suo (è riconoscibile dal doppio pollice). "Ma non dovrai riconoscerlo" significa: non voglio che tu lo cresca come padre. 
Nella sfera, tra l'altro, si è vista la lite che ne ha determinato la separazione.
Ergo, il padre di Donato non ha più cercato il figlio.
Kasimiro ha scritto: dom apr 21, 2024 9:53 pmChe dire, @Poeta Zaza una storia intricata che innesca diversi colpi di scena. Forse ci sono troppi intrecci concentrati in così poche battute. Credo che la storia si poteva adattare più efficacemente con una scrittura di più ampio respiro. Certo, io apprezzo anche la sintesi e sei brava in questo, ma in questo caso ho avuto l'impressione di una scrittura meno fluida rispetto ad altri tuoi racconti, probabilmente perchè la storia viene spezzata di continuo. Sicuramente non ti è mancata l'invettiva. La cosa interessante e apprezzabile è che gli eventi vengono snocciolati gradualmente fino ad incastrare tutti i pezzi del puzzle. L'unica cosa che mi è sfuggita è il perché del padre che abbandona il figlio, (ma potrei anche aver inteso male)
Un lavoro comunque molto interessante.
Grazie, @Kasimiro. Ho fatto il meglio possibile nelle mie corde, considerato che il fantasy non è il mio genere, e il tuo parere mi conforta.  :)
Di sabbia e catrame è la vita:
o scorre o si lega alle dita.


Poeta con te - Tre spunti di versi

Re: [Lab13] La sfera di cristallo

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ciao  @Poeta Zaza
Titolo: La sfera di cristallo
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Generalmente la sfera di cristallo è usata per vedere il futuro e non il passato. Almeno per convenzione! :D

Dilata ...
Il tempo avvita
la sua corsa
a tangere
l'inizio
della spira.


Dilaga...
il mistero del passato 
nel presente.
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I tuoi corsivi sono sempre belli, ma dai sempre un gusto diverso da quello che dovrebbe avere il pezzo scritto, la traccia, il registro, le atmosfere.
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Che ora è? Non devo superare la mezz'ora, non si sa mai che qualcuno mi riconosca, o mi si noti, come una settimana fa, come quindici giorni prima, davanti al tabellone degli Arrivi e Partenze da Malpensa. Anche se oggi son ben diverso, e va come sto bene col completo grigio fumé. Persino la fasciatura alla mano è linda ed elegante.
E che bene che c'è ancora gente ingenua che lascia in bella vista l'etichetta del bagaglio coi suoi dati: li prediligo i precisini con scala A piano 3 int 11 come questo. Pioltello è vicino a casa mia ma di lì non conosco nessuno. 
Caro turista del luogo in coda al check in: sono alle tue spalle. Havana? Bravo! Divertiti e lasciami lavorare tranquillo.
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A questo punto arrivo a capire che il tuo personaggio è un ladro borseggiatore. Perché a Malpensa? Il posto è pieno di telecamere e forze dell'ordine. Non mi pare il posto ideale per una storia misteriosa. Io ci vado spesso per l'aereo, ma lo trovo un posto dove regna l'indifferenza, non è per niente un luogo magico.. Forse una vecchia stazione dei treni, in qualche paesino sperduto, la storia avrebbe avuto più gripp..
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Sembra una sfera di cristallo delle dimensioni di una doppia pallina da tennis, su un appoggio fisso. 
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Si forma un'immagine: è mamma con un uomo che non ho mai visto. Si baciano in un bosco, con due espressioni felici. Dissolvenza. 
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Come dicevo sopra, Donato vede il passato della sua famiglia. Non potevi trovare altro mezzo per districare la storia? Se Donato avesse visto il suo futuro dentro la sfera e magari, lungo lo sviluppo del racconto, arrivare anche al suo passato, avrebbe avuto una certa originalità! però è solo un mio parere..
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La sfera si spegne lentamente. 
Fredda in mano, ma magnetica, mi telecomanda a rimetterla nella scatola; poi ad avvolgerla nell'anonimo sacchetto di plastica e a posizionarla nello stesso punto dove l'avevo trovata, con nonchalance.
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Sono scettico. Gli elementi fantastici del racconto terminano con lo spegnimento della sfera di cristallo. Da questo momento tutto diventa molto reale.
Credo che il registro vada in pezzi....
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Ho dentro di me una certezza. L'episodio della sfera di cristallo sul mio passato è un segno del Fato e un messaggio: devo andare avanti a cercare mio padre.
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Ecco. Come ben si capisce, esci dal mondo misterioso e fatato, fantastico, e conduci gran parte del racconto su un binario estraneo al genere che ti eri prefissata.
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Sono davanti alla scrivania nell'ufficio del "mio" maresciallo, che mi scruta corrucciato ma con lo sguardo interrogativo. 
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“Avrei dovuto trasferirmi da mia nonna, dopo la morte della mamma. Ma volevo fare da me, c’era la promessa di mio cugino Davide di lavorare da lui nel suo forno.” gli dico, appoggiando i gomiti sul piano e tenendo le mani a coppa come a raccogliermi la testa.
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Ti è scappato il maiuscolo! Che strano! Sei la perfezione, in genere... :D
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L'Ufficiale mi batte una mano sulla spalla e mi stringe la mano: "Sarò al tuo fianco, ragazzo mio."
Compila lui stesso il verbale e ordina due cappuccini e due brioches. So che non posso dirgli della sfera di cristallo, ma quanto lo vorrei!
Ho l'occasione per ripartire alla grande nel futuro, e costruirlo con la consapevolezza e la grinta che ho adesso. È fantastico!
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Che dire? Hai mandato su altra strada la storia fantastica, e l'hai infilata nella lunga lista dei racconti del buon cuore.... Mannaggia! Eppure credo che sei capace di inventarti qualcosa di diverso... Ciao.. <3
Tratti di pioggia sopra Auschwitz. Tra oblio e orgoglio

Re: [Lab13] La sfera di cristallo

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bestseller2020 ha scritto: Generalmente la sfera di cristallo è usata per vedere il futuro e non il passato. Almeno per convenzione! :D
E invece la mia fa vedere il suo passato al protagonista che non lo conosce!  :P

(a me piace superare la banalità delle convenzioni!  :si: )
Poeta Zaza ha scritto: Ma volevo fare da me, c’era la promessa di mio cugino Davide di lavorare da lui nel suo forno.” gli dico, appoggiando i gomiti sul piano e tenendo le mani a coppa come a raccogliermi la testa.
Dov'è che mi è scappato il maiuscolo?
bestseller2020 ha scritto: Ti è scappato il maiuscolo! Che strano! Sei la perfezione, in genere... :D
Ti si sono incrociati gli occhi, @bestseller2020O_o
bestseller2020 ha scritto: Che dire? Hai mandato su altra strada la storia fantastica, e l'hai infilata nella lunga lista dei racconti del buon cuore.... Mannaggia! Eppure credo che sei capace di inventarti qualcosa di diverso... Ciao.. <3
La sfera magica ha cambiato il quotidiano del protagonista. A me è sembrato fantastico. 

Grazie della lettura  :libro:  
Di sabbia e catrame è la vita:
o scorre o si lega alle dita.


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Re: [Lab13] La sfera di cristallo

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Ciao @Poeta Zaza

Scrivere in prima persona comporta uno sforzo notevole, specie in un racconto di pochi caratteri. Avrei preferito in questo caso la terza persona esterna, che può spaziare più ampiamente.
L’ambientazione in un aeroporto moderno non è molto attraente, forse avrei messo ad esempio un casolare abbandonato dove Donato si rifugiava dopo aver compiuto il furto in quella famosa casa che poi si rivelerà essere quella del padre, se male non ho capito. Poteva essere la sfera un oggetto trafugato e il fatto di trovarsi in casa del padre un segno del destino.
Comunque anche nell’aeroporto si possono creare piccoli spazi personali avulsi dalla modernità dilagante e dissacratoria verso le “cose” antiche come le sfere di cristallo per leggere il passato e il futuro.
Queste nicchie di spazi personali che riesci a creare nell’aeroporto sono interessanti, ci stanno bene.
Niente di meglio di una sfera di cristallo dunque per vedere il proprio passato anche se io avrei messo una  pozzanghera d’acqua in un giorno di pioggia dentro un fienile, dove Donato si era rifugiato. Più “poetico”.
Nel vedere ad ogni modo il suo passato io sarei stato più prodigo di particolari, pur senza eccedere, vista l’esiguità dei caratteri.
Un posto come un orfanotrofio merita dei particolari. Così come ulteriori dettagli, sempre a mio parere, si potevano mettere sulla casa dove Donato va a rubare. Qualche descrizione in più ci sarebbe andata, non dico una planimetria, ma un’atmosfera, qualcosa che preannunci che quel luogo ha a che fare con la sua vita.
Piaciuto l’incontro con l’anziano maresciallo, anche se non lo avrei chiamato Gatti, che ricorda i marescialli della commedia all’italiana. Poi il maresciallo è un Sottufficiale, per quanto rivestito dell’autorià di Ufficiale di Polizia Giudiziaria. Qualche particolare in più sul suo conto intendo, farlo apparire come apparentemente severo, burbero ma comprensivo, umano.
Mi è venuto in mente un poliziotto letterario interessante come il commissario Mutti, del film “Lubo”, non so se hai presente, tratto da un romanzo di Mario Cavatore, uno scrittore di Cuneo scomparso nel 2018.
Il finale del tuo racconto mi è piaciuto, è commovente.
Finalmente Donato, anche se pagherà per i suoi reati, avrà modo tramite il maresciallo di conoscere suo padre.
Mi è rimasto il dubbio di come Donato conoscesse con certezza l’ubicazione della sfera di cristallo. Qualcuno lo aveva avvisato? Un suo istinto?
Si salveranno solo coloro che resisteranno e disobbediranno a oltranza, il resto perirà.
(Apocalisse di S. Giovanni)

Re: [Lab13] La sfera di cristallo

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@Alberto Tosciri   :)

Ti ringrazio del passaggio e delle tue riflessioni.
Ho voluto ambientare la scoperta della sfera magica in un posto di "partenze" come lo è un moderno aeroporto di oggi.
Ho fatto fare al protagonista un viaggio nel suo passato semisconosciuto, per dargli le armi e le conoscenze per capire il suo oggi
e per impostare i suoi domani alla luce di una nuova consapevolezza.
La magia della sfera è quella di comparire a chi "sceglie" e si fa casualmente ritrovare da questi.
Di sabbia e catrame è la vita:
o scorre o si lega alle dita.


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Re: [Lab13] La sfera di cristallo

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Ciao @Poeta Zaza, ho letto il tuo racconto e l'ho trovato davvero ben scritto, brava.
Provo a farti le pulci:
Poeta Zaza ha scritto: c'è ancora gente ingenua che lascia in bella vista l'etichetta del bagaglio coi suoi dati:
:o non ci avevo mai pensato!
Poeta Zaza ha scritto: delle dimensioni di una doppia pallina da tennis,
Interrompe il flusso della lettura, stona un pochino come descrizione. Avrei preferito "grande come un melone" per esempio.
Poeta Zaza ha scritto: la sfera magnetica mi calamita gli occhi come un segnale di apertura di una cassaforte con la scansione dell'iride
Bell'immagine, brava!
Poeta Zaza ha scritto: è l'orfanotrofio dove sono stato parcheggiato
Come mai non è cresciuto con la nonna? Dopo scrivi che è guarita quando ha saputo dell' incidente della figlia.
A meno che non ci sia una piccola incongruenza 
Poeta Zaza ha scritto: Avrei dovuto trasferirmi da mia nonna, dopo la morte della mamma. Ma volevo fare da me, c’era la promessa di mio cugino Davide di lavorare da lui nel suo forno
Qui infatti sembra abbastanza grande per decidere della sua vita, quindi Immagino non sarebbe andato in orfanatrofio.

Di questo racconto delizioso, quel che non mi piace sono le coincidenze.
È già incredibile che abbia trovato una sfera di cristallo, abbastanza inverosimile che sia proprio il turista che va a derubare, ma è utile alla storia e lo includo nel genere fantastico, ma perché anche l'incontro in treno con Palmira? Questo l'ho trovato esagerato e non utile.

Nel complesso, bel racconto, mi è piaciuto.
Alla prossima.
<3

Re: [Lab13] La sfera di cristallo

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Modea72 ha scritto: lun apr 29, 2024 11:37 amCome mai non è cresciuto con la nonna? Dopo scrivi che è guarita quando ha saputo dell' incidente della figlia.
A meno che non ci sia una piccola incongruenza
Nessuna incongruenza. Morta la mamma, la nonna, malata, non poteva tenere il bambino. Faccio capire che l'orfanotrofio è dovuto a cause di forza maggiore. Ma la nonna ha vegliato su di lui e, appena possibile, lo avrebbe accolto in casa sua, ma è stato Donato a volere essere indipendente, come ha raccontato nel dialogo col maresciallo.
Modea72 ha scritto: lun apr 29, 2024 11:37 amma perché anche l'incontro in treno con Palmira? Questo l'ho trovato esagerato e non utile.
Pongo su un piano parallelo gli eventi di Donato dal furto all'auto denuncia e il viaggio in treno dei due "convocati" alla caserma: nonna Palmira e il derubato, che viaggiano, per combinazione, sullo stesso treno. Esagerato? Forse, ma non impossibile. E per me è stato utile a chiarire, con il Pov in terza persona, alcuni aspetti del rapporto tra nonna e nipote, difficile da mostrare col Pov in prima persona che avevo scelto.
I due Pov, tra l'altro, mi sembravano giusti per le due narrazioni parallele.
Modea72 ha scritto: lun apr 29, 2024 11:37 amCiao @Poeta Zaza, ho letto il tuo racconto e l'ho trovato davvero ben scritto, brava.
Grazie delle tue osservazioni e apprezzamenti, @Modea72  :flower:
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Re: [Lab13] La sfera di cristallo

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Ciao @Poeta Zaza, bentrovata al contest.
Dici che il fantastico non è nelle tue corde, ma a me pare che tanto male non sia andata... 
Veniamo a noi. Donato ha un passato travagliato e, a ben vedere, nemmeno il presente è così semplice, dato che per "professione" fa il topo d'appartamento. Con cura certosina si apposta a Malpensa cercando di carpire l'indirizzo di casa dei viaggiatori: in questo modo sarà certo di colpire indisturbato quando il padrone è via. Ma nell'ultima occasione si imbatte in qualcosa di "magico", una sfera luminescente che gli mostrerà dettagli (a lui sconosciuti) del suo passato. Un po' la voglia di far luce su questo passato avvolto dal mistero, un po' la coincidenza, e il nostro riuscirà a crearsi un'occasione (grazie anche alla partecipazione straordinaria del maresciallo Gatti) per riunire la famiglia, padre ignoto (almeno fin qui) compreso.
Cominciamo col dire che l'aspetto fantastico è sicuramente presente, con un ruolo decisivo, sebbene di esso non si abusi. La sfera magica, che sceglie a chi rivelarsi, è un po' il grilletto che mette in moto gli eventi: scatena in Donato il desiderio di rintracciare il padre e, perché no, di cambiare vita.
Il racconto è scritto bene, la lettura non presenta intralci e lo stile, sempre elegante, stavolta mi pare meno aulico che in passate tue produzioni: approvo la scelta.
Dal punto di vista della narrazione, confesso che non mi piacciono molto gli inserti che riguardano Palmira, non perché non siano scritti bene, ma perché li trovo fondamentalmente non necessari. Considerato che in questi contest si soffre sempre per la penuria di caratteri, l'introduzione di  personaggi aggiuntivi (che vanno caratterizzati, ai quali bisogna dare una storia, e che quindi prosciugano le battute disponibili) va sempre valutata attentamente.  Leggo che, per quella via, tu abbia inteso fornire informazioni extra al lettore, ma ho l'impressione che se faccio l'operazione mentale di rimuoverli dal racconto, la storia non ne soffrirebbe granché. E le stesse informazioni potrebbero essere passate al lettore in altro modo; magari integrandole nel flusso di pensieri del protagonista. Tra l'altro, mentre leggevo, non avevo capito che il viaggio in treno della nonna (e del padre) fosse la conseguenza della convocazione del maresciallo: cioè (e a meno di avere capito male) gli incisi non seguono la linea temporale del monologo di Donato: quando la nonna è già in viaggio, il protagonista è ancora alle prese col furto nella casa del padre.
Sul finire hai introdotto il personaggio del maresciallo che hai cercato di caratterizzare come meglio potevi, limitata com'eri dall'esiguità dei caratteri che ti erano rimasti: la tassa sui caratteri è sempre un problema, io la soffro terribilmente (sigh)!
Concludendo, un racconto piacevole che, sono certo, potrebbe essere valorizzato maggiormente in fase di revisione.

  
 
    

Re: [Lab13] La sfera di cristallo

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Bel racconto, molto semplice ma molto d'effetto, complimenti per aver inserito un elemento fantastico in una storia molto classica, ma lasciando aperte moltissime domande, senza dare nemmeno una risposta, come nelle migliori favole

Anche a me alcune cose non convincono del tutto: le parti in corsivo nel primo paragrafo, pare usi il corsivo per le parole straniere, cosa perfetta per evidenziarle, ma sembra che lo usi anche per i pensieri del protagonista, cosa che potrebbe creare un po' di confusione 
Poeta Zaza ha scritto: delle dimensioni di una doppia pallina da tennis
Non mi convince molto l'espressione, posso suggerire: "una boccia per pesci" o "una palla da bowling"? O cambiare in qualche modo la similitudine, perché non la vedo molto immediata ed esplicita, ma è una mia opinione 
Poeta Zaza ha scritto: reset
Come altri, il termine non mi convince appieno, perché molto legato al computer e alle macchine in generale, e mi pare stoni un poco riferito alla sfera di cristallo. Inoltre, mi sembra che sottintenda una conoscenza della sfera e del suo funzionamento che il protagonista non può avere, ovvero che la sfera stava "eseguendo un programma", ma che quando lui la prende questa si blocca e ne inizia uno nuovo.
Secondo me è perfetto che Donato paragoni la sfera a un computer, ma ti proporrei di sostituire "reset" con "avvio", come se stesse guardando la schermata di caricamento di Windows.

L'altro grande dubbio è la "conversione" quasi istantanea di Donato quando vede quello che potrebbe essere suo padre. Fino ad allora è presentato come un ladro incallito, ma appena vede questo scorcio del suo passato subito si redime; non si, mi pare un poco troppo veloce, credo che ampliare un poco quella parte sarebbe di grande aiuto per il racconto.

Re: [Lab13] La sfera di cristallo

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Bardo96 ha scritto: Bel racconto, molto semplice ma molto d'effetto, complimenti per aver inserito un elemento fantastico in una storia molto classica, ma lasciando aperte moltissime domande, senza dare nemmeno una risposta, come nelle migliori favole
Grazie di questo commento, @Bardo96   :)
Bardo96 ha scritto: Anche a me alcune cose non convincono del tutto: le parti in corsivo nel primo paragrafo
La poesia che apre il racconto è diventata, da un po' di tempo in qua, il mio marchio di fabbrica (dicono). Io presento l'argomento trattato
con una sintesi lirica. 
Bardo96 ha scritto: Secondo me è perfetto che Donato paragoni la sfera a un computer, ma ti proporrei di sostituire "reset" con "avvio", come se stesse guardando la schermata di caricamento di Windows.
Ottimo consiglio, grazie! @Bardo96  :)
Bardo96 ha scritto: L'altro grande dubbio è la "conversione" quasi istantanea di Donato quando vede quello che potrebbe essere suo padre. Fino ad allora è presentato come un ladro incallito, ma appena vede questo scorcio del suo passato subito si redime; non si, mi pare un poco troppo veloce, credo che ampliare un poco quella parte sarebbe di grande aiuto per il racconto.
Prendo atto anche di questo suggerimento.  :si:
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Re: [Lab13] La sfera di cristallo

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Ciao @Poeta Zaza :D non è la prima volta che scrivi di ladri, devi dirci qualcosa? :asd:
Si scherza, lo so che il bello della narrativa è entrare in empatia con certi figuri
Il racconto mi è piaciuto, il protagonista e il suo movente sono entrambi molto interessanti. Mi sfugge un po' il ruolo di Palmira nella vicenda, mi aspettavo di vederla arrivare nel finale. A proposito del finale, mi è piaciuto che si risolva così, ma non il modo: prima di farla finire in tarallucci e vino, avrei speso qualche frase in più sul maresciallo, che per quanto comprensivo ha comunque un ruolo istituzionale.
Personalmente, avrei messo poi un po' più a fuoco il punto di vista tematico del racconto: di cosa parla questa storia, in fin dei conti? Ad esempio, personalmente avrei trovato interessante concentrare la tensione sul contrasto tra i bisogni interni del protagonista e i crimini che è finito a compiere.
Come sempre ci si concentra dove si vede margine di miglioramento e poco sulle cose positive, ripeto che il racconto mi è piaciuto :)
Insomma, storia interessante, ci lavorerei ancora un po' su per mettere meglio a fuoco quello che ti interessa e trovare il giusto equilibrio nelle cose che narri
A rileggerci! 

Re: [Lab13] La sfera di cristallo

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Mina ha scritto: Ciao @Poeta Zaza :D non è la prima volta che scrivi di ladri, devi dirci qualcosa? :asd:
Si scherza, lo so che il bello della narrativa è entrare in empatia con certi figuri
Il racconto mi è piaciuto, il protagonista e il suo movente sono entrambi molto interessanti. Mi sfugge un po' il ruolo di Palmira nella vicenda, mi aspettavo di vederla arrivare nel finale. A proposito del finale, mi è piaciuto che si risolva così, ma non il modo: prima di farla finire in tarallucci e vino, avrei speso qualche frase in più sul maresciallo, che per quanto comprensivo ha comunque un ruolo istituzionale.
Personalmente, avrei messo poi un po' più a fuoco il punto di vista tematico del racconto: di cosa parla questa storia, in fin dei conti? Ad esempio, personalmente avrei trovato interessante concentrare la tensione sul contrasto tra i bisogni interni del protagonista e i crimini che è finito a compiere.
Come sempre ci si concentra dove si vede margine di miglioramento e poco sulle cose positive, ripeto che il racconto mi è piaciuto :)
Insomma, storia interessante, ci lavorerei ancora un po' su per mettere meglio a fuoco quello che ti interessa e trovare il giusto equilibrio nelle cose che narri
A rileggerci! 
Sì, nel grassetto ho evidenziato, tra le altre, la nota più importante che mi suggerisci e te ne ringrazio, @Mina   :)
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Re: [Lab13] La sfera di cristallo

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Poeta Zaza ha scritto: ven apr 19, 2024 9:18 pmTitolo: La sfera di cristallo

Dilata ...
Il tempo avvita
la sua corsa
a tangere
l'inizio
della spira.


Dilaga...
il mistero del passato 
nel presente.
bestseller2020 ha scritto: lun apr 22, 2024 8:02 pm
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I tuoi corsivi sono sempre belli, ma dai sempre un gusto diverso da quello che dovrebbe avere il pezzo scritto, la traccia, il registro, le atmosfere------------------------------------------------------------------------------------------------------------------------------------------------
Grazie per il complimento.  :) Però non capisco il perché tu debba raffrontare la poesia e darle un gusto diverso rispetto  al pezzo scritto eccetera eccetera.
La poesia iniziale (a volte finale) è un di più dal "pezzo scritto eccetera eccetera" che si legge interamente sotto e da solo a prescindere, e che ha tutti i gusti che io sappia dargli e che il lettore sappia trovare.
Insomma, non c'é "paragone" da farsi:
la poesia che apre il racconto è diventata, da un po' di tempo in qua, il mio marchio di fabbrica (dicono). Sono solita presentare l'argomento trattato
con una sintesi lirica. 
Sbaglierò, ma ho la convinzione che tanti tra quelli che mi leggono e a cui sono grata siano lettori affezionati proprio al mio particolare stile, ed è questo che mi convince a continuare su questo percorso.

Grazie per avermi offerto il destro per spiegarmi, caro @bestseller2020  <3
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