[Lab2] Identità olfattive

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  «Non funziona, le dico!» L'uomo di fronte a me strilla sbattendo secco il piede in terra, nel suo soggiorno.
Smonto uno ad uno tutti i pannelli della sua parete e controllo l'intrico di cavi e tubi che collegano il retro di ogni pannello alla centralina. Stringo gli ultimi morsetti e riaccendo l'impianto. 'Click!' la spia di allarme si spegne e finalmente la rinoparete torna a respirare, ora funziona.
Mi affretto per correre dall'ultimo cliente della giornata.
Sto per suonare il campanello quando un ragazzino apre d'improvviso la porta per uscire, quasi mi travolge.
«Ciao ma'!» Dice ad alta voce girato verso l'interno.
Giunge a ruota la madre che, ignorandomi, strepita: «E dove pensi d'andare, conciato così?»
«Ma ma', ce l'hanno tutti i miei amici...» Frigna il figlio.
«La moda di questi... Di questi gadget, di questi nasi posticci d'animali è così oscena! ‒ Storce il naso in una smorfia di ribrezzo ‒ e da cosa sarebbe, poi, quello che hai incollato sulla tua cuffia nasale?» Chiede rassegnata al ragazzino.
«Cane, mamma, da cane. La madre di Luca gli permette di metterlo da maiale, dai...»
«Vabbè, vabbè ‒ concede la donna ‒ ora ho da fare» scuote la testa guardando in direzione del figlio che fugge via veloce, mentre mi fa' cenno d'entrare.
«Come vede si tratta di vecchie pareti, non riescono a leggere i files registrati dalla mia cuffia.»
«Servirebbe l'update, signora. Verifico se nella centralina c'è lo spazio per le nuove cartucce. Le versioni recenti necessitano di un numero maggiore di molecole-base per ricomporre gli odori registrati.»
«E se lo spazio non c'è?»
«Nel caso, va sostituita l'intera centralina.»
«Beh, proceda!» Mi autorizza.
Lavoro da oltre trent'anni per la RinTEC, cioè da quand'ero appena un ragazzo. In fondo il mio lavoro non mi dispiacerebbe poi molto, se non fosse che devo saltellare tra gli umori vari dei clienti. Prima di essere assegnato al reparto domotica mi occupavo dei dispositivi mobili, all'epoca le tecnologie olfattive erano giusto all'inizio e RinTEC aveva lanciato da poco la sua prima cuffia nasale. “Nasi sempre connessi!” Prometteva. Ormai nessuno si sognerebbe di farne senza.
Rincasando, accendo la parete olfattiva del soggiorno programmandola in modalità Ketty e mi abbandono sul divano...
Nel rettilineo Ketty accelerò. Socchiuse gli occhi per la velocità del vento mentre i capelli fuori dal casco scalciavano come impazziti. Joe seduto dietro tentava di tenerli a bada, ma neanche troppo convinto. Alla fine li arrotolò e ci appoggiò il viso contro, a mo' di fermaglio. Sapevano di un odore inebriante. Per fissare l'adrenalina di quel momento Joe scattò una rinoistantanea.
Suona il timer del forno. Mi alzo per prendere la cena e mi risistemo sul divano.
L'aereo vibrava e sobbalzava, sembrava un autobus che arrancava su per una strada sconnessa. Il rassicurante profumo di caffè si diffondeva dal carrello che l'hostess spingeva lungo il corridoio, mescolato all'odore di plastiche e suppellettili nuove.
Ad un certo punto un vuoto d'aria abbassò d'improvviso l'aereo e ogni passeggero fiutò attraverso la propria cuffia nasale l'inequivocabile odore del panico emanato da chi sedeva a fianco. Solo i passeggeri attorno a Joe aspirarono però anche un languido sentore, come di dolce struggimento... Joe stava ammirando incredulo Ketty, che si era addormentata adagiata mollemente sul sedile. Era così bella! Al solo pensiero di poterla toccare, provava quasi dolore.
Driin!” Mi trovo disteso placido sul divano, quando ricevo la chiamata dalla RinTEC per un intervento urgente presso il vicino Comando di Polizia, in tilt per un guasto. Succede spesso, soprattutto da quando le tecnologie olfattive si sono consolidate a tal punto che rientrano ormai tra quelle normalmente utilizzate dalla polizia per gli accertamenti, anche perché le prove olfattive vengono sempre più spesso ammesse nei tribunali.
Esco di casa in piena notte per raggiungere il Comando di Polizia. Ritorno che fuori già albeggia. Ora potrò dormire, finalmente. Cullato dai rinofiles.
I pesci guizzavano tra i piedi nudi di Ketty e di Joe, che avanzavano nell'acqua guardandoseli sprofondare in quella sabbia così sorprendentemente chiara; Ketty si accucciò per prenderne una manciata e aprì il palmo delle mani guardando i granelli brillare al sole. Le loro cuffie nasali fotografarono l'odore della salsedine di quell'istante. Peccato fosse già tempo di ripartire.
«Troveremo un posto ancora meglio di questo!» Esclamò Ketty.
Joe rimase in silenzio, non ne era troppo convinto.
Mi alzo dal letto per andare in bagno. Scosto la tenda della finestra, fuori c'è un bel sole. Torno a letto.
Ketty e Joe erano in continuo movimento, mai sostavano più di qualche giorno nello stesso luogo. I soldi di Ketty bastavano ad ogni voglia del momento.
Un giorno, a Joe uscì: «Difficile credere che possa esistere un posto migliore di quest'angolo di mondo! Perché non rimaniamo ancora qualche giorno?»
Ketty non sentì, oppure non volle sentire; continuò a raccogliere le sue cose per infilarle in valigia.
Viaggiarono verso la meta successiva in un silenzio inedito.
«Beep! Beep!» zittisco la sveglia mentre sta andando in onda il file di Ketty che litiga con Joe. Non mi piace quel litigio, non mi piace sentirla litigare.
«E adesso? Ma perché me lo dici solo ora?» Mormorò con un filo di voce Joe.
«Forse per proteggerti?»
Mi alzo stordito dalla lunga sessione di rinofiles.
Di fronte alla porta dell'ennesimo cliente mi sistemo il cartellino sulla tuta e suono il campanello. La porta si apre e il cliente mi fa un rapido cenno di entrare con la mano.
Alcune molecole partite dal corpo dell'uomo migrano fino ad essere captate dai fori della mia cuffia, che le analizza per poi passare i dati al cervello. Quell'odore l'ho già sentito. Attacco ad ansimare, trasudo angoscia. Lui non indossa cuffie, perciò non mi ha riconosciuto. Non posso più aspettare, desterei sospetto. Entro. Svolgo l'intervento controllando con la coda dell'occhio ogni movimento dell'uomo e appena posso esco. Tocco la tasca dei pantaloni: il campione olfattivo c'è, ce l'ho fatta, l'ho preso! La provetta è intatta e al sicuro. Mi butto sul furgone. Afferro il PC e prenoto una stanza in un hotel fuori città. Un tempo era una locanda alla buona...
... Ketty e Joe arrivarono alla locanda all'imbrunire. Lei lo precedeva, saltellava all'indietro esortandolo a darsi una mossa. Rideva, rideva, con una mano si teneva il cappello che il vento voleva portarle via e con l'altra lo chiamava a se', lanciando gridolini striduli che cadevano nel vuoto. Svoltarono e apparì un edificio scalcinato. L'insegna lampeggiava incerta sul fronte comunicando stancamente: 'Locanda Il Sole'. Quella sera lei si ubriacò, lui la accompagnò in camera e scese a prendere un po' d'aria fresca.
L'albergo dista più di tre ore e lo raggiungo solo in tarda serata. Entro nella camera e scarto impaziente il pacchetto con dentro l'apparecchio appena noleggiato. Sorprendente come un congegno di così ridotte dimensioni racchiuda un tale prodigio tecnologico. Rinoscanner 3D. Categoria: Rilevatore di molecole olfattive solide. Tempi medi di scansione: 74 cmc al secondo. Accendo l'apparecchio e lo posiziono a terra. Lo strumento valuta le superfici della stanza e restituisce la previsione: circa sei ore per scansionare una profondità di due centimetri. Bene, per domattina avrà terminato. Gli dò il via e mi sdraio comodo a pancia in su. Il rinoscanner inizia a muoversi sulle pareti alla ricerca di possibili tasche d'aria intrappolate nel corso degli anni nei materiali dei rivestimenti. Ad ogni tasca individuata, buca, aspira e ne analizza i dati. L'ho programmato per ricercare corrispondenze con un particolare tipo di dato olfattivo di riferimento ‒ la provetta tirata fuori dalla tasca dei pantaloni ‒ e come un segugio annusa alla ricerca di tracce.
Mi addormento e sogno. Senza condizionamenti, libero dagli effluvi delle rinopareti di casa...
Come talvolta accade che si preferisca confondere la speranza con il possibile, così Ketty, dopo due interi anni in fuga, finì col pensare che l'avrebbero lasciata stare, che addirittura potevano averla dimenticata, che sarebbe potuta ritornare.
Insomma, Ketty e Joe rimpatriarono. Magari per qualche tempo si sarebbero mossi con cautela mantenendo un profilo basso, lontano dai grossi centri – decisero – evitando i luoghi già precedentemente frequentati da Ketty.
Il viottolo che portava alla locanda era sterrato, Joe vi camminava su e giù con le mani in tasca nel buio della notte, calciando qua e là un sasso. Chissà se ritornare è stata la decisione giusta, rimuginava.
Alla fine, infreddolito da un vento insistente, tornò sui suoi passi verso la locanda. Aprì la porta della camera attento a non far rumore avanzando a tastoni nel buio. Notte miserabile. Ancor prima di poter recepire il tanfo d'orrore e violenza che saturava l'aria della stanza, sentì all'improvviso qualcuno afferrarlo da dietro e tappargli con forza la bocca. Joe si dimenò, inutilmente. Cercò con tutto se stesso di urlare, inutilmente.
«Su questa faccenda tu non dirai niente. Non provarci. Ti terremo d'occhio» intimò l'aggressore a Joe scaraventandolo poi a terra. Lui, libero e ancora in ginocchio, allungò in alto il braccio per raggiungere l'interruttore della luce più vicino. E fu allora che, a pochi centimetri da se', vide Ketty riversa sul letto, gli occhi spalancati tremendamente fissi. In quell'istante sentì agganciare le proprie membra a un treno in corsa. In una manciata di secondi mangiò paesi, città, lande intere, per andarsi a schiantare dritto dritto sulla realtà, sbattendoci sopra il muso. Joe ne sentì quasi il rumore: stunck! E di colpo Joe tornò dolorosamente Giuseppe.
Alle ore 3.45' il rinoscanner ha trovato una prima corrispondenza. Mi sveglio al rumore dell'apparecchio che fa stunck, stunck per processare i dati. “Campione compatibile al 99.9%” leggo sul display. Ecco l'assassino di Ketty.

Re: [Lab2] Identità olfattive

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Ciao @Otta  
Nel tuo stile fantascentifico, a cui ci hai abituato, hai scritto un'ottima trama.
Ci sono alcune cose da rendere più chiare però. Giuseppe è il tecnico e pure Joe? I rino-file, raccontano anche storie mentre vengono captati dal cervello?
Come ha fatto a prelevare il campione? perchè l'uomo nella locanda dovrebbe riconoscerlo? e perche non lo riconosce vedendolo e basta? Lui l'ha già riconosciuto? sa che è l'assassino? sicuramente lui e ketty erano seguiti e i killer sapevano con chi viaggiava e con chi era tornata, questo se ho capito bene il fatto che Giuseppe è Joe.
Otta ha scritto: Lavoro da oltre trent'anni per la RinTEC, cioè da quand'ero appena un ragazzo. In fondo il mio lavoro non mi dispiacerebbe poi molto, se non fosse che devo saltellare tra gli umori vari dei clienti. Prima di essere assegnato al reparto domotica mi occupavo dei dispositivi mobili, all'epoca le tecnologie olfattive erano giusto all'inizio e RinTEC aveva lanciato da poco la sua prima cuffia nasale. “Nasi sempre connessi!” Prometteva. Ormai nessuno si sognerebbe di farne senza.
Questa parte non è sbagliata, ma è un pazzo raccontato. Se tu avessi usato la prima al passato non stonerebbe molto, un pezzetto di raccontato si può sempre usare a beneficio di chi legge, ma al presente è un salto fuori dal protagonista e dall'attimo che sta vivendo.
L'idea è talmente bella e originale che sarebbe un vero peccato lasciarla così, un romanzo breve del genere, mi piacerebbe leggerlo. Sai scrivere molto bene e il talento non ti manca davvero. Hai pubblicato già qualcosa? leggerei volentieri qualcosa, di tuo, più corposo

Re: [Lab2] Identità olfattive

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Otta ha scritto:
'Click!' la spia di allarme si spegne e finalmente la rinoparete torna a respirare, ora funziona.
Ok, siamo nella fantascienza e  la rinoparete di casa respira,
Otta ha scritto: accendo la parete olfattiva del soggiorno programmandola in modalità Ketty e mi abbandono sul divano...
La modalità di cui si tratta non è ben spiegata, secondo me. Basta un nome per un racconto? Ma se volesse una canzone? Non dovrebbero esserci più "passaggi" per arrivare a quello che si cerca?
Otta ha scritto: Ad un certo punto un vuoto d'aria abbassò d'improvviso l'aereo e ogni passeggero fiutò attraverso la propria cuffia nasale l'inequivocabile odore del panico emanato da chi sedeva a fianco.
interessante, la conoscenza degli stati d'animo tramite le sensazioni olfattive filtrate da queste "cuffie"!
(metti una virgola dopo "Ad un certo punto", perché il lettore fa una pausa),
Otta ha scritto: Ora potrò dormire, finalmente. Cullato dai rinofiles.
Forte!
Otta ha scritto: Le loro cuffie nasali fotografarono l'odore della salsedine di quell'istante. Peccato fosse già tempo di ripartire.
Tutti i ricordi paiono indotti dallì'olfatto. Dagli altri sensi, gli stimoli ci sono o sono attenuati rispetto alla normalità che conosce il lettore?
Otta ha scritto: I soldi di Ketty bastavano ad ogni voglia del momento.
E' lei che mantiene lui? Se lo dici, deve avere una valenza nel racconto,
Otta ha scritto: L'insegna lampeggiava incerta sul fronte comunicando st
sul fronte?
Otta ha scritto: Rinoscanner 3D. Categoria: Rilevatore di molecole olfattive solide. Tempi medi di scansione: 74 cmc al secondo. Accendo l'apparecchio e lo posiziono a terra.
Forte!
Otta ha scritto: evitando i luoghi già precedentemente frequentati da Ketty.
perché?
Otta ha scritto: In una manciata di secondi mangiò divorò paesi, città, lande intere, per andarsi a schiantare dritto dritto sulla realtà, 
Otta ha scritto: per andarsi a schiantare dritto dritto sulla realtà, sbattendoci sopra il muso. Joe ne sentì quasi il rumore: stunck! E di colpo Joe tornò dolorosamente Giuseppe.
Qui mi lasci frastornata, @Otta   O_o  Chi è Giuseppe?
post_id=36741 ha scritto:
Sento che mi manca un indizio rivelatore per capire il finale di questo giallo-fantasy:
Otta ha scritto: sab giu 18, 2022 11:58 pm
Alle ore 3.45' il rinoscanner ha trovato una prima corrispondenza. Mi sveglio al rumore dell'apparecchio che fa stunck, stunck per processare i dati. “Campione compatibile al 99.9%” leggo sul display. Ecco l'assassino di Ketty.
Di sabbia e catrame è la vita:
o scorre o si lega alle dita.


Poeta con te - Tre spunti di versi

Re: [Lab2] Identità olfattive

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Ciao @Alba359
Sì, Giuseppe = il tecnico = Joe
Nel punto in cui dico che il tecnico si sistema il cartellino sulla divisa, mi ero ripromessa di scrivere che raddrizza il "nome Giuseppe" del cartellino... Però poi nella fretta dovevo postare... Ho consegnato proprio all'ultimo minuto!

Così come ci sono i file video, o audio, o audio-video, ci sono anche i rino-file, o audio-video-rino file. Insomma, in base a come è stato registrato, il file può avere tutte queste informazioni. E poi gli odori aiutano a rievocare i ricordi (tipo madeleine di Proust).
Volevo che all'inizio sembrasse che Giuseppe seguisse files di vicende altrui e poi man mano si capisse che in realtà sono dei ricordi di se stesso da giovane.

Per il campione basta prelevare dell'aria, è nell'aria che ci sono le molecole olfattive che provano le identità delle persone.

Sono passati 30 anni dall'omicidio nella locanda, quindi il ceffo non può riconoscere Giuseppe, che era solo un ragazzo, allora. Giuseppe invece riconosce l'assassino perché ha l'olfatto potenziato dalla cuffia nasale.

Il ceffo ammazza Ketty perché era lei la ricercata, mentre si limita a minacciare Giuseppe.
Le indagini non riuscirono a trovare l'assassino, mentre Giuseppe, grazie alle tecnologie olfattive, dopo 30 anni, riesce a scoprirne l'identità.
Ora può finalmente portare le prove alla polizia e farlo imprigionare.

Il pezzo che dici che è raccontato... Sì, lo so. Anche mentre lo scrivevo mi rendevo conto che era raccontato. Però 10.000 caratteri non mi bastavano per congegnare una trama così complicata e quindi ho dovuto riassumere in un raccontato...
Sarebbe stato meglio mettere il tempo passato, ma ho preferito tenere il tempo presente per differenziarlo con il tempo passato dei ricordi.

E sai una cosa? Ho continuato a scrivere e alla fine questo nucleo di racconto è diventato davvero un racconto più lungo, perché effettivamente c'era tanta carne al fuoco e ne ho fatto uscire un racconto di 44.000 caratteri!

Finora ho pubblicato solo una volta e 1/2  :lol:  e solo racconti. 

Re: [Lab2] Identità olfattive

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Ciao @Poeta Zaza, se avessi avuto tempo avrei inserito questo spoiler:

Parecchi anni fa, un fatto di cronaca mi ha solleticato la fantasia.
Una donna aveva sottratto del denaro a dei brutti ceffi. Con quei soldi, assieme a un giovane amante, si diede alla bella vita. Fino a che i ceffi, dopo 2 anni, la individuarono e la fecero fuori.
Io mi sono immaginata che dopo 30 anni, grazie a delle tecnologie olfattive, lui (Joe = Giuseppe = il tecnico) avrebbe potuto identificare l'assassino...

La " modalità Ketty" raggruppa i file in cui la protagonista è Ketty, che poi non sono altro che file di ricordi di lui stesso da giovane.

Le tecnologie olfattive potenziano il senso dell'olfatto, che quindi diventa il senso preponderante. Non è che gli altri sensi non ci siano, rimangono uguali.
L'olfatto conosce, riconosce, evoca, indirizza, eccetera.
Poeta Zaza ha scritto: sul fronte?
Il fronte dell'edificio. Termine troppo tecnico?

Re: [Lab2] Identità olfattive

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Otta ha scritto: Smonto uno ad uno tutti i pannelli della sua parete
Toglierei il possessivo e correggerei l’eufonica. “Smonto a uno a uno tutto i pannelli ecc.”
Otta ha scritto: il retro di ogni pannello
Hai appena usato la parola pannelli. Potresti dire il retro di ciascuno.
Otta ha scritto: ici...» Frigna il figlio.
frigna va minuscolo.
Otta ha scritto: questi... Di questi ga
questi… di questi gadget (è lo stesso discorso che continua dopo i punti di sospensione,  meglio proseguire con la minuscola)
Otta ha scritto: fa'
fa (senza accento)

Ma che bella fantasia @Otta
Gustoso questo “giallo” in salsa tecno avveniristica. Una bella interpretazione di “identità” nella ricerca dell’identità dell’assassino.
Il racconto necessita di un po’ di revisione. Ci sono alcuni passaggi che meritano più spazio e che fanno un po’ effetto sinossi ma nulla toglie alla originalità  del pezzo e alla grande immaginazione messa in campo.
Mi piace molto anche l’apparente semplicità della scrittura che non ricerca frasi a effetto ma va “dritta alla sostanza”. Semplice non vuol dire facile e quando tutto scorre vuol dire che dietro c’è un gran lavoro. Complimenti.

Re: [Lab2] Identità olfattive

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Otta ha scritto:
Di fronte alla porta dell'ennesimo cliente mi sistemo il cartellino sulla tuta e suono il campanello. La porta si apre e il cliente mi fa un rapido cenno di entrare con la mano.
Alcune molecole partite dal corpo dell'uomo migrano fino ad essere captate dai fori della mia cuffia, che le analizza per poi passare i dati al cervello. Quell'odore l'ho già sentito. Attacco ad ansimare, trasudo angoscia. Lui non indossa cuffie, perciò non mi ha riconosciuto
Ma allora chi è quest'uomo?

Scusami, @Otta  ma avevo scartato l'idea che fosse il tecnico per questa "presenza" da cui lui stesso ha poi raccolto e analizzato i fluidi corporei. Non mi ci raccapezzo.  :grat:
Di sabbia e catrame è la vita:
o scorre o si lega alle dita.


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Re: [Lab2] Identità olfattive

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Che trip queste rinocuffie!
E le pareti odorose ancora di piú.
Che succederebbe se mettessi le pareti in modalitá carbonara e poi servissi alla famiglia due foglie di insalata con l'olio Sasso?
Ma rilevano anche i feromoni? Magari due si conoscono appena, scambiano due parole, si "annusano" e capiscono subito come butta.
E i drogati di certi odori?
Ovviamente mi é venuto i mente Il Profumo di Süsskind, l'importanza degli odori e dei profumi.
In qualche modo mi aspettavo peró che questa tecnologia fosse stata sviluppata a causa della perdita dell'olfatto del genere umano, in un secondo momento invece mi sono immaginata una new age naturalista che voleva riportare le persone ad una specie di stato primordiale in cui l'olfatto fosse un senso estremamente sviluppato.
Con questo avrai intuito che mié molto piaciuta la situazione e l'ambientazione, cosí ch ho potuto godermi ancora di piú questo mini thriller, fatto di fuga, ritorno e tragica fine.
Sono felice che tu abbia giá sviluppato questo racconto, perché nonostante tutto rimangono aperte diverse domande: Perché e da chi fuggiva Ketty?
Complimenti: bella lettura!

Re: [Lab2] Identità olfattive

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al netto di alcune cose da chiarire, e che in qualche occasione mi sono perso... l'idea di mettere al centro del racconto l'olfatto è molto buona, così di dare un'idea indefinita di alcuni aspetti, alla stregua di un sogno... alla fine il racconto mi è piaciuto. Si tratta "solo" di lavorarci ancora un pò su, definindo alcuni aspetti (già segnalati dai commenti precedenti), in modo non lasciare troppi dubbi al lettore. Non si finisce mai di lavorare sui testi :)

Re: [Lab2] Identità olfattive

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Tutti abbiamo letto Il profumo: riprendere il tema in chiave fantascientifica è un'idea interessante. Però non siamo "nasi" e credo funzioni fino a un certo punto: si prova una certa difficoltà a immedesimarsi nel salto evolutivo che avrebbe prodotto questa supremazia dell'olfatto sulla vista.   Vengono in mente, cercando di immaginare  le tue avveniristiche  pareti odorose, quelle televisive  di Fahrenheit 451  - in breve così  d'antan- ben più "naturali".
Comunque la storia diverte, condivido la svolta gialla (forse un po' tardiva nella la narrazione) che, malgrado qualche inciampo,  scorre gradevolmente.
Scrittura nel complesso efficace  con alcuni difettucci già rimarcati,  tra cui le eufoniche. Aggiungo beh: vuole l'acca se interiezione, seguita da ? o !, altrove be', troncamento di bene.
" ...con mano ferma ma lenta sollevò la celata. L'elmo era vuoto." (Calvino)
Pagina autrice fb: virginialess/21 Blog "Noi nonne": https.//virginialess.wordpress.com

Re: [Lab2] Identità olfattive

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ciao @Otta 


Devo dire che hai creato un bel mix di thriller e fantascienza, l’idea è originale, per quel che ricordo un meccanismo simile è presente solo nel film “Strange days” con un soggetto ideato da James Cameron, benché lì si parlasse di “clips” per il "filo-viaggio", sulle quali venivano registrate esperienze altrui come realtà virtuale, che includevano input sensoriali, come vista, udito, tatto ed olfatto, e che, venivano lette tramite un lettore SQUID (Dispositivo Superconduttore a Interferenza Quantica) portatile.

La tua scrittura è piacevolmente fluida come sempre nei tuoi lavori, l’unico appunto che sento di fare riguardo al racconto, è di avere maggiore attenzione nella scansione delle varie parti.
Non sempre è chiaro (almeno per me) quando il protagonista opera nel reale rispetto ai momenti in cui “viaggia” tramite il riproduttore di memorie passate.
Indubbiamente aver lavorato sullo sviluppo dell’evocazione mnemonica che avviene attraverso l’olfatto è un’ottima idea narrativa.

Complimenti e buon lavoro. Ciao.  <3

Re: [Lab2] Identità olfattive

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Poeta Zaza ha scritto: Ma allora chi è quest'uomo?
Nel pezzo che hai citato c'è il tecnico (di nome Giuseppe) che in uno dei suoi tanti interventi a domicilio si imbatte in quello che 30 anni prima aveva ucciso Ketty e che l'aveva minacciato.
Il tecnico Giuseppe non solo lo riconosce attraverso l'olfatto, ma raccoglie anche un campione di molecole olfattive da confrontare con le tracce nella stanza dell'albergo, in maniera da poter portare le prove alla polizia.

Re: [Lab2] Identità olfattive

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Ciao @sefora
sefora ha scritto: non siamo "nasi" e credo funzioni fino a un certo punto: si prova una certa difficoltà a immedesimarsi nel salto evolutivo che avrebbe prodotto questa supremazia dell'olfatto sulla vista.
Hanno già iniziato a studiare delle macchine che riproducono gli odori. Tra non molto avremo dei computer che faranno anche questo.
In fondo siamo animali, ci siamo dimenticati di quando ci riconoscevamo attraverso l'odore e anzi oggi è disdicevole parlare di odori, li cancelliamo, li copriamo, ce ne vergogniamo. 
Ma gli odori hanno una potenzialità enorme in fatto di conoscenza.
sefora ha scritto: Vengono in mente, cercando di immaginare  le tue avveniristiche  pareti odorose, quelle televisive  di Fahrenheit 451  - in breve così  d'antan- ben più "naturali".
Non è che le pareti televisive di Fahrenheit 451 ci sembrano più naturali solo perché la televisione già ce l'abbiamo? E non ci vuole una grande immaginazione per figurarsele? 

Ho scritto apposta un intreccio in cui il fatto dell'omicidio esce alla fine, proprio perché volevo che si scoprisse alla fine che Giuseppe = Jo.
Quando Giuseppe utilizza i file multimediali non è per distrarsi con storie altrui (quello che facciamo guardando la televisione), ma per rivivere i propri ricordi. E volevo che si capisse solo alla fine.
D'altronde, non sono una giallista e neppure una horrorista (si dice?  O_o )
Infatti non sapevo neanche di quel romanzo - Il profumo - l'ho scoperto ora andando a googolare perché me l'avete citato in due. E ho capito anche perché: perché è horror e quel genere non mi interessa. La cosa più horror che ho letto è Poe  :D

Re: [Lab2] Identità olfattive

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Ciao @Nightafter, spesso la fantascienza ha immaginato tecnologie che successivamente sono diventate realtà. L'olfatto è un senso ancora poco indagato, ma quando ai file multimediali aggiungeranno anche i dati olfattivi... penso che sarà un'esperienza talmente stravolgente che all'inizio faticheremo addirittura a sopportarla, tanto sarà totalizzante.
Nightafter ha scritto: l’unico appunto che sento di fare riguardo al racconto, è di avere maggiore attenzione nella scansione delle varie parti.
Grazie per avermelo evidenziato. Non so se separare da una riga questi passaggi uno dall'altro avrebbe giovato (è così che l'ho postato, ma poi me l'ha formattato tutto compatto), oppure era il caso a provare a separare queste parti con il linguaggio. Per fortuna non mi ha formattato il corsivo, altrimenti sarebbe stato anche peggio!

Re: [Lab2] Identità olfattive

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Otta ha scritto:
Nel pezzo che hai citato c'è il tecnico (di nome Giuseppe) che in uno dei suoi tanti interventi a domicilio si imbatte in quello che 30 anni prima aveva ucciso Ketty e che l'aveva minacciato.
Il tecnico Giuseppe non solo lo riconosce attraverso l'olfatto, ma raccoglie anche un campione di molecole olfattive da confrontare con le tracce nella stanza dell'albergo, in maniera da poter portare le prove alla polizia.
L'avevo pensato, ma allora perché alla fine hai quasi fatto capire che Giuseppe si autoaccusa?

P.S.: E che senso ha, ai fini della storia, dare due nomi al tecnico?  :grat:
Di sabbia e catrame è la vita:
o scorre o si lega alle dita.


Poeta con te - Tre spunti di versi

Re: [Lab2] Identità olfattive

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"Non è che le pareti televisive di Fahrenheit 451 ci sembrano più naturali solo perché la televisione già ce l'abbiamo? E non ci vuole una grande immaginazione per figurarsele? "
Sì, mi riferivo al lettore odierno. Peraltro Il romanzo è del 1953, in America la televisione risale al '30 ed era abbastanza diffusa;  in Italia fu pubblicato tre anni dopo e i miei comprarono un apparecchio proprio in quel periodo.
Il profumo lo considero più giallo che horror, validissimo. La principale attrattiva  è appunto la capacità di trasferire il lettore in una realtà percepita  (e quindi pensata e agita) nella sua dimensione olfattiva.
" ...con mano ferma ma lenta sollevò la celata. L'elmo era vuoto." (Calvino)
Pagina autrice fb: virginialess/21 Blog "Noi nonne": https.//virginialess.wordpress.com

Re: [Lab2] Identità olfattive

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@Otta Quelli intorno a me vivono della mia fantasia.
Ogni sera inventavo favole, teorie bislacche, storie credibilissime e titoli di studio improponibili per sollazzare i miei figli e alle volte anche per trarmi d'impaccio. La conseguenza però é che alle volte i miei figli, ancora oggi che sono grandi e io non invento più, mi chiedono se quello che racconto é vero. Sempre un'occasione per dimostrare che la realtà supera ampiamente la fantasia.

Re: [Lab2] Identità olfattive

21
Ciao @Otta,
Un racconto avveniristico del genere a cui ci hai abituati. Mi è piaciuto che il raccolto dalla fantascienza abbia virato sul giallo, non lo si prevede mentre si legge ed è una gradevole sorpresa.
Ti avrei detto che ho trovato un po' lunghe le parti su Ketty ma intuivo che avessero un'importanza cruciale nella trama. Alla luce di questo allora sono giustificabili.
Oltre a questo ti confesso che non ho proprio capito tutto e quindi nel leggere ogni tanto mi sono persa. Probabilmente non è colpa tua, ma una caratteristica del genere fantascientifico, in cui appunto, oltre a far capire al lettore lo svolgimento di una storia bisogna anche abituarlo a capire una situazione diversa a quella della realtà a cui siamo avvezzi.
Forse non ho abbastanza pazienza per leggere questo genere di storia (infatti non sono una lettrice né di fantasy né di fantascienza, tendo a spazientirmi e ad annoiarmi quando ho provato a leggere qualcosa...) ma ho apprezzato comunque la tua fantasia e nanosecondo i miei limiti di lettrice ho intuito una trama interessante (sebbene non abbia colto in pieno tutto...).
Spero che il mio commento da lettrice non di genere ti possa essere utile perché comunque credo che tu possa lavorare su una maggiore chiarezza, forse sacrificando qualche dettaglio tecnologico che tende a sviare l'attenzione. 
Ciao!

Re: [Lab2] Identità olfattive

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Ciao @ivalibri, sì, mi è stato utile il tuo commento da non lettrice di fantascienza. Infatti, quando dici:
ivalibri ha scritto: credo che tu possa lavorare su una maggiore chiarezza, forse sacrificando qualche dettaglio tecnologico che tende a sviare l'attenzione. 
mi fa pensare che invece di spiegare maggiormente dovrei omettere.

Di solito chi non legge fantascienza mi chiede spiegazioni, forse invece la chiave è quella di non far entrare nel racconto dettagli di tecnologie poco comprensibili, oppure comprensibili solo mediante sforzo, proprio perché per chi non ama il genere fantascientifico lo sforzo è immane.
Dato che il numero dei lettori di fantascienza è minimo rispetto ai lettori di altri generi, questo aspetto non è mica da poco!
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