[Lab2]La casa dei matti

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Nel serraglio

Scomparirò un giorno, mi passeranno attraverso e i loro insulti scivoleranno via. La scuola mi piace, sono le parole e i loro sguardi che non posso sopportare. La prof si è accorta che era una scusa; sono stata troppo tempo in bagno. Mi fa male il polso e ho perso la lezione. Niente, recuperò oggi pomeriggio, su internet si trova qualsiasi cosa. Un passo dietro l’altro, sono fuori dalla scuola. Ho fame! Non vedo l’ora di arrivare a casa, spero che Lidia non sia ancora arrivata…

La casa dei matti

Niente, la regina dei matti è a casa. Eccola lì, sempre stravaccata sulla poltrona.
— Ciao.
Mi fa un cenno senza rispondere. Meglio, tanto si ricorda che siamo sorelle solo per pigliarmi in giro. Le passo davanti, faccio un salto in cucina a cercare qualcosa da mangiare. C’è disordine dappertutto, la sua borsa della palestra, da ieri sera, è ancora sul tavolo da pranzo. Scarpe e ciabatte in giro per il soggiorno e lei sta con cuffiette e cellulare a fare niente. Io quello che spetta a lei non lo faccio, neanche morta.
Il frigo è vuoto! Lei ha mangiato però, i piatti sporchi resteranno lì fino a stasera; tanto sai che gli frega se mamma s’incazza? Forse, due sofficini…
— Niente! Soltanto gelato alla fragola! Lo odio. Figa, una madre dovrebbe conoscere i gusti dei figli.
Lei, sulla poltrona lurida, si sposta per girarsi verso di me; mi guarda incredula e bugiarda, come sempre. Apre la bocca, non spiccica parola, poi…
— Io lo adoro! E da quando non ti piace il gelato alla fragola? A guardarti, mangeresti anche la pelle di questa poltrona, se non ci fosse altro in casa.
 Si alza, attraversa il soggiorno, viene verso l’angolo cottura e si avvicina con aria minacciosa.
— Togliti! — Mi spinge di lato, riapre il frigo,— Me lo mangio io, posso permettermelo io. Tu vai a leccare il cesso!
Già lei può, sono io che dovrei sparire. Non le rispondo, cerca la lite. Non dovevo dire una cosa del genere a voce alta. Affonda il cucchiaio nel barattolo umido, gocce di condensa scivolano sul pavimento sporco: sembrano lacrime e adesso qualcosa mi sta strappando il cuore.
— Sei davvero stronza! —  no! perché l'ho detto?.
Mi guarda con l’aria di quella che sta davanti a una pazza, non parla, lecca il cucchiaio. Occhi asciutti, ti prego; non voglio farle vedere quello che posso nascondere, corro a chiudermi in topaia.
Fa caldo, non aprirò la finestra, dal giardino arriva sempre odore di cibo, di case pulite. Dove l’avevo messa? Mi sentirò male se non mangio, eppure era qui, nel cassetto. Aspetta, l’ultima volta che l’ho mangiata ero seduta sul letto, avevo anche delle caramelle. Se qualcuno è entrato in camera mia, stavolta giuro… Oddio, come faccio, non posso tornare in cucina. Eccola, dietro a I Misteri di Udolpho, meno male. Si saranno  mantenute? La busta è aperta.
Balena, mi hanno chiamata, anche stamattina. Il termine si riferisce a vari tipi di cetacei, Google non mente. Ieri, non ci ho pensato, ma forse, è proprio questo il problema, — piadina romagnola all’aria fresca, che schifo! — Mi sento così perché dovrei vivere nell’oceano? Comincia a studiare va', almeno non pensi alla fame.

Terapia d’urto

È tornata mamma. Ma perché strillano così?
— Sara dov’è?
— E che ne so, quella sparisce, mica mi dice dove va!
— Vedi se è in quel buco e chiamala. Sempre chiusa là dentro, io non la capisco ‘sta figlia.
Non mi faccio cercare, vado io da lei.
— Cosa vuoi, mamma?
— Ah, eccoti, la prof mi ha chiamato al lavoro, dice che sei andata in bagno e ci sei rimasta per tutta l’ora. Che ti prende, si può sapere?
— Niente, non mi sentivo bene.
— Senti, lo sai che faccio due turni al ristorante. Settimana scorsa quella d’italiano, oggi quella di matematica, io non ce la faccio più, e poi, é Luglio Sara, togliti quella felpa. E siediti, la cena è quasi pronta.
— Non ho fame.
— Non hai fame? Sono giorni che per un motivo o per un altro non ti siedi a tavola, adesso basta! Tu stasera mangi davanti a me. E sai che ti dico? Domani chiamerò tuo padre.
Mi siedo, quando sento nominare il matto numero uno, mi viene l’ansia pure a stare da sola in topaia.
— Lidia! La cena.
Mamma sporziona avanzi di ristorante. Mette due piatti in mezzo alla roba di Lidia, sotto il mio c’è una macchia appiccicosa.
— E vieni a levare di mezzo le tue cose. Lei è di nuovo sulla poltrona, sbuffa e butta il telefono sul cuscino, viene ad afferrare le sue cose dal tavolo e va a buttarle vicino al cellulare.
—Non ho molta fame nemmeno io, ho mangiato quasi tutto il gelato che mi hai comprato. Torna verso il tavolo e si diede davanti a me.
— Che hai portato di buono? Mi fissa con aria di sfida. Prendo i polsini della felpa e li tiro fino sui palmi: me ne rendo conto e non mi piace, lo faccio quando non ne posso più, come adesso. Il cibo ha un aspetto invitante, ma non riesco a mangiare.
Tra il mio piatto e quello di lidia c’è un calzino, lo prendo, lo stringo nel pugno e mi viene da piangere. Fuori posto, è tutto scombinato qui dentro. Spilucco un po' di carne, mi alzo e sparisco; spero che Lidia esca stasera, quando mamma dormirà, finirò di cenare.
Entro in bagno, tiro giù i pantaloni, tolgo la maglietta e il reggiseno. Mi guardo la pancia che straborda, l’elastico delle mutandine mi ha fatto il segno. Comincio a grattarmi, la pelle diventa tutta rossa, più mi gratto e più mi fa male, continuo, finché non vedo un po’ di sangue. È sangue di balena, che sollievo! Un dolore dolce mi annebbia i sensi. Finalmente! Chiudo gli occhi, immagino di essere una gigantesca megattera che grida il suo canto alla maestosità del mare.
—Sara! Mi serve il bagno, esci, è un’ora che stai chiusa lì dentro. Se non esci subito, dico a mamma che ti tagli!
Sono morta, il cuore ha fatto un carpiato, e adesso sono davvero fregata, maledizione come ha fatto a —
— Ho fatto, esco subito. Mi rivesto di corsa, coraggio, afferro la maniglia e...
—Cosa vuoi dire a mamma?
— Ma niente, non glielo dico dai, basta che ti levi di mezzo, mi aspettano per le prove a casa di Davide.
— Perché mi dici dove vai? — Ho paura quando fa così, o me l’ha fatta o la sta architettando.
— Se qualcuno mi cerca, saprai cosa dirgli.
— Tanto io non rispondo al telefono.
—Ma che cavolo, non si può parlare con te, non rompermi con le tue domande allora.
Lo sa. Da domani sarà l’inferno.

Di nuovo nel serraglio

I capelli mi cadono sul viso, non oso alzare un dito per mandarli indietro. Lo sanno tutti, mi guardano,  parlano di me. Non ce la farò a sopportare tutta l’ora.
— Ora basta!
La prof ha intuito qualcosa, Ha alzato la voce.
— Cos’è questo chiacchiericcio? Parlerete fuori dei vostri affari, se non la smettete, vi do il doppio dei compiti.
Cala il silenzio, ho un rumore nello stomaco, potrebbero sentirlo! Devo uscire. Alzo la mano.
— Posso andare in bagno?
— Certo, Sara, ti do cinque minuti e poi vengo io stessa a tirarti fuori. D’accordo?
Risatine. Il primo passo è una fatica; tutti hanno lo sguardo puntato su di me. Tiro i polsini sui palmi, un passo dopo l’altro e sono fuori dall’aula.
Deve aver telefonato a tutti, ne sono certa. Se l’ha detto a Chiara, sua madre lo l’avrà detto a mamma non appena si sono viste al lavoro, a meno che, oggi non facciano lo stesso turno, ma che mi frega ormai? Supero il bagno, scendo le scale. Non c’è nessuno, le bidelle sono fuori, le sento chiacchierare. Giro l’angolo, il corridoio è libero. In palestra non c’è nessuno, l’attraverso piano, potrebbero sentirmi, c’è l’eco qui dentro. La porta d’emergenza è aperta, spero non ci siano i professori a fumare. Nessuno. Corro, la prof andrà a cercarmi che sarò già per strada, prima che chiamino mia madre passeranno altri venti minuti, dovrei farcela, non può volerci tanto a morire.
Entro in casa, vado dritta in topaia, collego il cellulare alla cassa e faccio partire la mia playlist preferita. Comincia con un vecchio brano: sulle prime note mi escono sempre le lacrime, le prime parole mi danno i brividi.
Is this the real life?
Is this just fantasy? Caught in a landside,
No escape from reality
Open your eyes,
Look up to the skies and see,
I'm just a poor boy, I need no sympathy,
Because I'm easy come, easy go,
Little high, little low,
Any way the wind blows doesn't really matter to
Me, to me
Alzo il volume al massimo, esco, chiudo a chiave la porta e vado in bagno.

Mare calmo

L’acqua scorre dentro la vasca, le lacrime si mischiano al mio mare calmo. Lo scintillio della lama mi ricorda l’urgenza, chiudo il rubinetto, il silenzio in casa mi ricorda che, forse, mia madre sta arrivando, lo riapro; mi spoglio e m’immergo.
Mamma, ho scritto una canzone, ho disegnato un fiore, ho una lama e tante croci sulle braccia. Mamma, ho scordato Gesù, le mie mani, le mie ginocchia, e i miei enormi seni. Ecco, una nuova croce per dimenticare chi sono. 
— Sara! Sara, dove sei?
E una per dimenticare chi avrei voluto essere.
— Sara! Apri!
L’acqua sui rivoli rossi è bella, si colora di rosa, sento la mia pelle cambiare in quella di un grosso cetaceo azzurro.
Tra poco nuoterò verso il largo, scorderò la terrà e le facce delle persone.
— Sara! Abbassa il volume, cazzo. Apri ti prego! Sara, sono tua madre posso aiutarti.
Bussa quanto vuoi, io non sono qui.
— Sara, per favore, mamma è andata a chiamare il vicino, verrà e sfonderà la porta, apri, ti giuro che non ti prenderò più in giro.
Bugiarda! Mi viene un sorriso al pensiero. Lidia, chi ti crede? Comincia a fare buio, la luce che entra dalla finestra sembra dorata, come al tramonto.
— Ecco, è questa la porta, la butti giù.
Un rumore secco, dovrei trasalire, ma ormai sono già in alto mare. Respiro acquarosa, mi basterà spalancare la bocca per ingoiare il mondo intero…
— Qui non c’è, ma…
— Mamma, guarda! Acqua, sotto la porta del bagno!
— Sara, Sara! Ti prego apri.

La sartoria

Mi hanno ricucito, ricamato le croci, vestite di bianco le mie braccia. Mia sorella ha una faccia che non dimenticherò. Mia madre piange, si dà la colpa. La psicologa non capisce un cazzo, io non parlo. Mi hanno detto di alzarmi, “cammina,” mi dicono tutti. Forse, magari da domani, un passo dietro l’altro e sarò fuori.

Re: [Lab2]La casa dei matti

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Hai fatto un bel lavoro. Brava @Alba359  :)


Ci ho visto il dolore di una ragazza infelice perché sola. La madre troppo presa dal lavoro e dalla responsabilità di crescere due figlie.
Un padre assente, una sorella menefreghista, anaffettiva e scansafatiche, i compagni di scuola che la prendono in giro perché è grassa.
Lei vede tutti gli errori del micro-mondo intorno a lei, mentre avrebbe bisogno di un ambiente amorevole e pulito. Di una famiglia sana in cui crescere e rapportarsi, non di quella “casa di matti” che si ritrova. Che l'ha fatta diventare "fragile" e affamata di cure. Di lì a cercare conforto nel cibo, all'inizio, è naturale.
Di lì a lasciarsi andare, il passo è breve. Ma riescono a salvarla, in extremis, dal suicidio.
E ti sono riusciti bene i due flash sulla madre e sulla sorella, nel finale, che rivelano un affetto di fondo su cui c’è spazio per ricostruire su nuove basi quella famiglia. E che le danno motivo per seguire quell'invito: "Cammina!" e mettere un passo dietro l'altro. Per ricominciare tutto.
Di sabbia e catrame è la vita:
o scorre o si lega alle dita.


Poeta con te - Tre spunti di versi

Re: [Lab2]La casa dei matti

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Un racconto intenso @Alba359 le emozioni di Sara arrivano forti e chiare. Ho apprezzato molto le descrizioni dell’ambiente degradato. Hai saputo renderlo molto bene sollecitando un po’ tutti i sensi: la macchia appiccicosa, il disordine, gli odori, il gusto dei cibi… tutto funziona ottimamente.
Il racconto ha una duplice veste: in parte è la storia dell’adolescente obesa che vive in una famiglia disagiata, in parte un flusso di pensieri.
Il flusso, in certi momenti, mi è sembrato un po’ artefatto.  Ti segnalo alcuni punti in cui “il pensato”  è “troppo pensato” (spero di spiegarmi)
Alba359 ha scritto: gocce di condensa scivolano sul pavimento sporco: sembrano lacrime e adesso qualcosa mi sta strappando il cuore.
Alba359 ha scritto: immagino di essere una gigantesca megattera che grida il suo canto alla maestosità del mare
Alba359 ha scritto: sento la mia pelle cambiare in quella di un grosso cetaceo azzurro.
 
Alba359 ha scritto: finché non vedo un po’ di sangue. È sangue di balena, che sollievo
Mi è piaciuta la scelta di inserire i titoli dei  paragrafi che si susseguono in una tensione crescente.  
La costruzione dello storytelling funziona. Hai ben rappresentato la vita ordinaria, l’incidente scatenante (Il segreto di Sara viene scoperto dalla sorella)
le difficoltà (la prof, i compagni, il rapporto difficile con la madre, ecc.) il climax che culmina col tentato suicidio e , la risoluzione finale (la salvezza dal suicidio) il “ritorno con l’elisir” (si intravede l’amore della madre e della sorella che fa ben sperare per il futuro di Sara).
Ottimo lavoro!

Re: [Lab2]La casa dei matti

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Mi accodo ai complimenti per il tuo scritto, funziona in genere molto bene: c'è una costante tensione che attraversa l'io della protoganista e che trova riscontro nei dialoghi anche brutali. Si, forse, come già segnalato vi sono dei passaggi lirici un pò troppo sovraccarichi e che stonano, ma si tratta solo di asciugare quelle frasi che ti ha già segnalato @Monica. Per il resto davvero: un ottimo lavoro!

Re: [Lab2]La casa dei matti

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@Monica ha scritto: Il flusso, in certi momenti, mi è sembrato un po’ artefatto.  Ti segnalo alcuni punti in cui “il pensato”  è “troppo pensato” (spero di spiegarmi)
Forse è vero. Quello che volevo rendere chiaro era lo stato d'animo, i pensieri a cui si attacca Sara per darsi una ragione, sia per vivere che per morire.
Ho ascoltato delle storie vere, e letto diversi articoli su questo tema, e tutti, proprio tutti i ragazzi che ne sono usciti parlano del sollivo che provavano alla vista del proprio sangue, e molti si sono salvati identificandosi in qualcuno o in qualcosa. Una Ragazza in particolare mi ha colpito. Lei ha scoperto una cantante, si è ispirata a quell'imagine, ha cominciato a seguirla e afferma che quella ragazza l'ha salvata in modo del tutto inconsapevole, e anche dopo aver smesso di tagliarsi è rimasta attaccata a quel personaggio, ora è il suo sostegno. A volte gli insulti, invece, vengono vissuti come una specie di immagine rovesciata, io ho usato la balena. La balena è un animale bellissimo, e Sara ci vede la sua bellezza che non vedono gli altri. Mancano un sacco di caratteri, in due giorni l'avevo scritto di getto, quando ho fatto il conteggio m'ha preso un colpo. Ho sperato di non averlo rovinato ma a quel punto dovevo tagliare le frasi che mi hai segnalato, hai ragione adesso stonano.

Re: [Lab2]La casa dei matti

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@Alba359 ciao!
Complimenti per il tuo racconto che “prende” grazie a un ritmo mediamente incalzante ed efficace.
Con mediamente intendo dire che di norma è così, con un paio di punti di possibile attenzione:
- eliminerei i titoli che spezzano il flusso. Ti dico la verità, per me sono stati un ostacolo ad iniziare la lettura, perché mi trasmettevano l’idea di un racconto spezzatino.
- i pensieri della protagonista ondeggiano dal figa e pigliarmi in giro, a megattera che grida il suo canto alla maestosità… ovvero due voci molto differenti che un po’ stridono (la seconda sembra una riflessione autorale).
- qui mi sono un po’ perso, ho dovuto fermarmi, rileggere e, quindi, uscire dal flusso: 
Alba359 ha scritto: Deve aver telefonato a tutti, ne sono certa. Se l’ha detto a Chiara, sua madre lo l’avrà detto a mamma non appena si sono viste al lavoro, a meno che, oggi non facciano lo stesso turno
Chi telefona a tutti? La prof? E perché dovrebbe farlo? E poi chi è Chiara? Non mi pare che ci sia prima o dopo, per cui eliminerei ogni riferimento. Non serve per la narrazione, così come il fatto che la madre faccia il medesimo turno. 

In sintesi: un racconto molto intenso, da “tutto d’un fiato” e, purtroppo, assai concreto nel tema.

Grazie per la lettura che mi hai offerto.

Re: [Lab2]La casa dei matti

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L ha scritto: Chi telefona a tutti? La prof? E perché dovrebbe farlo? E poi chi è Chiara? Non mi pare che ci sia prima o dopo, per cui eliminerei ogni riferimento. Non serve per la narrazione, così come il fatto che la madre faccia il medesimo turno. 
Mi sembrava chiaro @L'illusoillusore, che Sara si aspetti  una mossa cattiva da parte di sua sorella:
Alba359 ha scritto: —Sara! Mi serve il bagno, esci, è un’ora che stai chiusa lì dentro. Se non esci subito, dico a mamma che ti tagli!
Alba359 ha scritto: mer giu 15, 2022 10:28 pmLo sa. Da domani sarà l’inferno.


Alba359 ha scritto: mer giu 15, 2022 10:28 pmI capelli mi cadono sul viso, non oso alzare un dito per mandarli indietro. Lo sanno tutti, mi guardano,  parlano di me. Non ce la farò a sopportare tutta l’ora.

Lidia ha parlato: Sara scappa dalla scuola, considera le mosse della sorella:


Alba359 ha scritto: Deve aver telefonato a tutti, ne sono certa.
Alba359 ha scritto: mer giu 15, 2022 10:28 pmDeve aver telefonato a tutti, ne sono certa. Se l’ha detto a Chiara, sua madre lo l’avrà detto a mamma non appena si sono viste al lavoro, a meno che, oggi non facciano lo stesso turno, ma che mi frega ormai?


Chiara è un'amica di Lidia, questa è figlia di una collega della madre di Sara,  Se Sara pensa che hanno sfagiolato tutto vuol dire che Sara le conosce e sa cosa aspettarsi.
Avevo messo qualche carattere in più, ma sapeva di spiegone. Volevo rendere l'ansia di Sara al pensiero che sua madre fosse venuta a sapere che lei si taglia. Ma non volevo spiegarlo, volevo mostrarlo in modo che chi legge potesse unire i dettagli e capire. Ora è chiaro che non sono bastati i caratteri.

Re: [Lab2]La casa dei matti

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Un racconto di una tristezza infinita. Una serie di foto di una vita tragica e spezzata.
Ho molto apprezzato la suddivisione in caitoli, a mio avviso facilita a condensare una storia complessa in questi pochi caratteri.
Le compagne di scuola crudeli e superficiali, la casa trascurata, la sorella perfida, la madre acida e spossata dal lavoro, il padre assente sono figure che spiccano su uno spaccato di vita quotidiana molto aderente alla realtá.
Sei riuscita a trasmettere molto bene questo squallore dell'anima che logora e distrugge  piú deboli.
Sara davvero non ce la fa piú e l'unica soluzione é la fuga definitiva.
Non credo ad un riscatto della sorella e della madre, credo peró nella forza delle "balene" che soffrono proprio perché amano la vita; che ce la fanno perché sanno di meritarsi di meglio.
Mi é piaiuto molto.

Re: [Lab2]La casa dei matti

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A quanto leggo nei commenti, la divisione in capitoli è riuscita appunto "divisiva". Mi associo ai non estimatori: a mio parere il lettore, interrotto  senza vera  necessità, perde concentrazione.
Lo spunto narrativo della ragazza introversa, grassa e infelice, pur abbastanza sfruttato, qui è reso in modo convincente  grazie al dialogo serrato della ragazza con la  se stessa "balena". Sara avrebbe bisogno di affetto, ma anche di pulizia e normali cure, mentre  madre e sorella - diversamente "cattive"  - la costringono in un ambiente sporco e degradato. Anche troppo, mi sembra: trovo un po' eccessivi sia lo squallore che le due donne. C'è poi il tentato suicidio e si intravede una speranza di miglioramento, forse illusoria.
Il testo, nell'insieme riuscito, ha tuttavia alcune pecche narrative, peraltro già segnalate. Si notano i tagli, mentre sono sopravvissuti  "pezzetti" eliminabili, qua e là nasce qualche confusione.
" ...con mano ferma ma lenta sollevò la celata. L'elmo era vuoto." (Calvino)
Pagina autrice fb: virginialess/21 Blog "Noi nonne": https.//virginialess.wordpress.com

Re: [Lab2]La casa dei matti

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Bello @Alba359.
Mi è piaciuta la scansione con i titoli a guidare il ritmo e possibili sottotesti
Struggente la scelta musicale di Bohemian Rhapsody.
Disperata la chiusa
Alba359 ha scritto: Forse, magari da domani, un passo dietro l’altro e sarò fuori.
Ho conosciuto da vicino quei muri tra anime devastate. Così spessi che niente può valicarli. 
Ho visto quei segni rossi sulla pelle "Ma no, è stato il gatto" e quelle urla senza voce che si perdono nel chiacchiericcio nervoso e pieno di un rancore che non ha pace.
Mare calmo, la resa che sa di liberazione.
Ci sei entrata senza chiedere permesso, come fosse niente.
Mi hai toccato il cuore @Alba359 
E non te lo perdonerò mai  :bacio:
https://ilmiolibro.kataweb.it/libro/gia ... /mens-rea/
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Re: [Lab2]La casa dei matti

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aladicorvo ha scritto: Ho conosciuto da vicino quei muri tra anime devastate. Così spessi che niente può valicarli. 
Ho visto quei segni rossi sulla pelle "Ma no, è stato il gatto" e quelle urla senza voce che si perdono nel chiacchiericcio nervoso e pieno di un rancore che non ha pace.
Mare calmo, la resa che sa di liberazione.
Ci sei entrata senza chiedere permesso, come fosse niente.
Mi hai toccato il cuore @Alba359 
E non te lo perdonerò mai
Grazie per il tuo sentito commento @aladicorvo, é capitato anche a me di vedere da vicino, troppo vicino. Sono esperienze che non ti lasciano vivere nemmeno dopo averle superate.

Re: [Lab2]La casa dei matti

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Ciao @Alba359 
Alba359 ha scritto: La prof si è accorta che era una scusa; sono stata troppo tempo in bagno. Mi fa male il polso e ho perso la lezione. Niente, recuperò oggi pomeriggio,
Un piccolo errore di battitura, così è terza persona singolare passato remoto mentre dovrebbe essere prima persona singolare futuro semplice – recupererò.
Questa storia mi ha stretto davvero il cuore, nel senso che ho provato molta empatia per la protagonista; incompresa a scuola, dove nonostante tutto ama andare, perché succede anche così, forse alla ricerca di un contatto con il prossimo che a casa non riesce a trovare, e incompresa, ignorata e dileggiata in casa.
La prendono in giro perché è grassa, la chiamano balena. Esseri presi in giro per un particolare del fisico è una delle cose più odiose che ci possano essere secondo me, specie nell’adolescenza e non è accettabile sentirsi dire che ci si è sempre comportati così da che mondo è mondo. Chi viene umiliato a quell’età può uscirne distrutto se non subentrano immediati cambiamenti.
Qui il cambiamento è attuato dalla stessa protagonista, Sara, tentando il suicidio per disperazione, ma ammantato di quella che io ho trovato una commovente suggestione. Addirittura si raffigura il nome che le hanno dato, “balena”, come qualcosa di bello e desiderabile nell’acqua che comincia a colorarsi del rosa del suo sangue. Una scena davvero struggente.
Per fortuna viene salvata in tempo e sembra che la madre di Sara si renda finalmente conto di avere una figlia da aiutare e seguire; idem per la sorella pelandrona, sporca e malvagia.
Subito si ha la tendenza ad andare in terapia, ma l’essere umano non è una macchina che si aggiusta con un tagliando periodico e qualche cambiamento di pezzo. Basterebbe attenzione, amore.
Dialoghi veritieri, sembrano catturati dal vivo, li hai saputi gestire bene, rendono molto.
Si salveranno solo coloro che resisteranno e disobbediranno a oltranza, il resto perirà.
(Apocalisse di S. Giovanni)

Re: [Lab2]La casa dei matti

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Alba359 ha scritto: Settimana scorsa quella d’italiano, oggi quella di matematica, io non ce la faccio più, e poi, é Luglio Sara, togliti quella felpa. E siediti, la cena è quasi pronta.
La settima scorsa, direi. Luglio andrebbe scritto minuscolo. 
Non ho capito questa cosa: non può essere luglio, le scuole sono chiuse d'estate. O forse luglio come modo di dire? Ma anche se fosse giugno mi suonerebbe strano. A giugno le scuole sono in procinto di finire e non ci ambienterei una scena di routine scolastica come quelle che proponi.
A parte questa piccola sbavatura, il racconto è costruito bene. Mi è piaciuta la divisione in capitoletti titolati come hai fatto. Il personaggio entra nel cuore del lettore grazie alla sua umanità e alla forza delle descrizioni. 
Hai scelto di dare molto spazio ai dialoghi, il che contribuisce a dare un senso di veridicità perché sono realistici. Li ho apprezzati meglio però a una seconda lettura. A una prima lettura, invece, mi sono sembrati eccessivi e mi hanno in parte distratta dal dramma della protagonista. Te lo segnalo perché è stata una sensazione che ho provato e magari può esserti utile.
L'ambientazione è ben descritta nel suo squallore. Ho trovato però un poco eccessivo il calzino sul tavolo tra i piatti della cena. Anche nelle case più disordinate (e la mia potrebbe entrare nella categoria!) non si arriva a tanto. Metterei un altro oggetto che non c'entra nulla, ma non un calzino. Il piatto con la macchia già rende bene la mancanza di igiene e di cura.
Insomma lascerei che il degrado venga fuori in maniera meno calcata, credo che acquisterebbe maggiore forza. 
Molto belle e toccanti le descrizioni del bagno-tentativo di suicidio della ragazza. 
Ciao!

Re: [Lab2]La casa dei matti

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Alba359 ha scritto: — Sei davvero stronza! —  no! perché l'ho detto?.
Credo che ?. sia errato
Alba359 ha scritto: Settimana scorsa quella d’italiano, oggi quella di matematica, io non ce la faccio più, e poi, é Luglio Sara, togliti quella felpa.
Vanno a scuola a luglio?  :o
Alba359 ha scritto: Tra il mio piatto e quello di lidia c’è un calzino
Occhio alla maiuscola
Alba359 ha scritto: sua madre lo l’avrà detto a mamma
Alba359 ha scritto: a meno che, oggi non facciano lo stesso turno
Via la virgola




Che angoscia. Bello, mi è piaciuto. Specialmente la seconda parte, in cui tutto va a rotoli. Alcune frasi e alcune azioni mi sono sembrate stereotipate, più attinenti ai film che alla realtà
Alba359 ha scritto: Niente! Soltanto gelato alla fragola! Lo odio. Figa, una madre dovrebbe conoscere i gusti dei figli.
Questa è una frase stranissima da dire ad alta voce, tanto che ho dovuto rileggere per capire che non era un suo pensiero
Alba359 ha scritto: Sei davvero stronza!
E anche questa

Il finale è asfissiante. Neanche quando vuole morire ha un attimo di pace, devono venire a parlare la sorella, la madre, etc.
Alba359 ha scritto: Sara, sono tua madre posso aiutarti.
Alba359 ha scritto: ti giuro che non ti prenderò più in giro.
Parole, parole, che non fanno altro che rovinare quel suo momento di intimità. Che fastidio. Per fortuna tra le chiacchiere c'è qualcuno che agisce, anche, e riescono a tirarla fuori.
Piaciuto 

Re: [Lab2]La casa dei matti

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Ciao carissima @Alba359 

Questo incipit iniziale mi ha colpito e commosso:

“Scomparirò un giorno, mi passeranno attraverso e i loro insulti scivoleranno via.”

Mi ha ricordato le parole di una delle canzoni di De Gregori che più amo:

“Butterò questo mio enorme cuore tra le stelle un giorno
Giuro che lo farò
E oltre l'azzurro della tenda nell'azzurro io volerò
Quando la donna cannone d'oro e d'argento diventerà
senza passare dalla stazione l'ultimo treno prenderà”

Racchiude infatti tutto il dolore di un’anima ferita dal mondo in cui vive.
Dicono che dietro un suicidio o il suo desiderio di attuarlo, vi sia sempre
un omicidio sotteso verso chi è ritenuto la causa scatenante del gesto autolesivo.
Credo che a tutti sia nata almeno una volta, in seguito a un disagio patito da persone che ci sono o sono state affettivamente vicine, la fantasia di rivalsa negativa che ci ha portato a pensare che sarebbe stata una giusta vendetta toglierci la vita per gettarli in un abisso di inestinguibile rimorso.
Un pensiero che nasce soprattutto nell’adolescenza, in situazioni di crisi con i propri familiari o con il proprio ragazzo/a con cui siamo entrati in violento conflitto.
Personalmente a sedici anni, quando scoprì che la mia ragazza mi tradiva col suo ex, poiché l’amavo molto e questo tradimento inaspettato lo vissi come se il mondo stesso mi rovinasse addosso, provai questo istinto di morte.
Invece di desiderare la morte sua e del mio rivale, pensai per  un momento di togliermi la vita per crearle un rimorso straziante.
Naturalmente fu solo una fantasia consolatoria, avevo ben altre motivazioni per continuare a vivere, infatti nel volgere di poco iniziai un rapporto con una mia compagna di classe di cui ero stato a suo tempo innamorato: ne nacque una storia d’amore che perdura ormai da quasi cinquant’anni.

Il racconto è scritto assai bene e con passione, questo lo rende “vero” e pertanto coinvolge e fa immergere il lettore nel dramma di questa giovane ragazza.
Le descrizioni ambientali rendono perfettamente il clima di un contesto familiare ostile e difficile, hai reso un’immagine fedele di nucleo familiare problematico, dove la sensibilità e il disagio provati dalla protagonista risultano tutti giustificati.
Stilisticamente, tra le altre cose mi sono piaciuti la suddivisione in piccoli capitoli anticipati da un titolo che rendono l’idea di un cambio di scena teatrale, dando allo stesso tempo l’idea di diario quotidiano tenuto dalla giovane protagonista.
Questa scansione degli avvenimenti a mio parere donano maggiore forza e impatto alla storia.

Ottimo lavoro amica mia. Complimenti sinceri e meritati.
Un saluto  e un abbraccio.  <3

Re: [Lab2]La casa dei matti

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Ciao @Alba359, il tuo racconto mi è piaciuto. Per trattare l'enormità del tema, bisogna essere davvero bravi e tu lo sei stata.

Pro:
- Entri molto bene nella testa dell'adolescente protagonista e ci mostri il suo mondo visto dai suoi occhi
- Il registro che usi è in linea con l'età della protagonista
- Racconti fatti tragici riuscendo a non cadere nel patetico, o nello stereotipo, o nella retorica
- I rapporti tra la protagonista e la sua famiglia sono ben illustrati
- Il finale aperto fa ben sperare... ma, visti i precedenti, ci lascia sospesi, in apprensione
- Molto bella l'immedesimazione nella balena. Da insulto si trasforma in identità, la ragazza lo accoglie e in qualche modo lo fa suo

Contro:
- L'uso della punteggiatura zoppica in qualche punto
- I rapporti con i compagni di scuola avrebbero meritato qualche parola in più, a scuola non si riescono a visualizzare le scene bene come a casa
- Il brano della canzone in inglese è un po' lunghetto...


Il tema dell'identità è perfettamente centrato
Il POV in prima persona è stato gestito bene


I titoletti delle parti in cui hai suddiviso il racconto secondo me non stonano. Semplificano la lettura e nello stesso tempo sembrano dati dalla stessa protagonista, nel suo modo di indicare le cose tipico della sua età.


Questa frase è riuscitissima, riassume lo stato d'animo della ragazza molto meglio di un "nessuno mi capisce":
Mi sento così perché dovrei vivere nell’oceano?


E questa frase è agghiacciante proprio perché è detta con calma, e quindi fa presagire che il proposito è reale:
dovrei farcela, non può volerci tanto a morire.
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