Horselover Fat ha scritto: sab ott 29, 2022 9:58 amMagari la tua opera è già stata "cestinata", per usare l'odioso termine riportato in tante pagine relative all'invio dei manoscritti, ma tu sei lì appeso e capita pure che rifiuti o lasci scadere qualche altra proposta nella speranza che il tuo libro trovi casa presso chi invece lo ha rimosso da tempo dalla lista di valutazione.
Cheguevara ha scritto: sab ott 29, 2022 12:55 pmsiccome la maggior parte degli scritti che arrivano a una CE sono di tale qualità che basta leggere qualche pagina a scandaglio per decidere di non andare avanti nella valutazione, basterebbe impostare una risposta negativa standard che venga inviata semplicemente schiacciando un pulsante. Alla CE non costa nulla, neanche in termini di tempo.
Tendenzialmente sono d'accordo con entrambi, anche perché da scrittrice è snervante non sapere se un mio libro è già stato rifiutato, o è ancora da valutare, o addirittura è stato cestinato senza guardarlo. Ma con l'esperienza mi sono accorta che la risposta negativa standard, oltre che essere rara, non garantisce niente (se non almeno di non restare in sospeso). Adesso una volta inviato a qualcuno non ci penso neanche più: se qualche risposta arriva bene, altrimenti pazienza.
Non ho idea del tempo che richieda impostare una risposta automatica o valutare tutte le email, ma per quanto riguarda la Words, mesi fa gli invii erano circa 15-20 al giorno (adesso saranno di più). A noi autori l'editrice ha dato dei giorni e degli orari per i contatti, e mi è risultato evidente che con tutta la buona volontà sta faticando a star dietro a uscite, fornitori, autori, nuove proposte, ecc.
Sono sicura, in questo caso, che la mancata risposta non sia per disinteresse, ma per problemi organizzativi.
ha scritto:A tale proposito, pretendere che i manoscritti vengano inviati solo in formato word penalizza chi, come me, dispone di open office, che non ha word tra i suoi programmi:
Nemmeno io ho il programma Word. Uso quello online, che ha meno funzioni ma è gratuito e disponibile a tutti. Ho anche Open Office, e anche lì è possibile salvare i file in Word (io non lo uso, perché ogni tanto stravolge la formattazione). Poi se un editore vuole lo legge in qualunque formato, è solo un pro-forma, forse per capire se uno ha almeno dato un'occhiata alle istruzioni di invio e quindi fare una prima cernita
ivalibri ha scritto: sab ott 29, 2022 5:00 pm"gli editori leggono gli invii spontanei via mail?" è stato di cercare un altro modo per farsi leggere.
Gli invii spontanei sono un po' come la lotteria. Non a caso, gli esordienti che hanno pubblicato così sono davvero pochissimi. I più sono prima passati da concorsi, agenzie, riviste letterarie famose, corsi di scrittura, ecc.
Alcuni hanno ricevuto risposte negative da Mondadori, Einaudi o Fazi (da quanto leggo sopra) ma non è la norma. A me sinceramente non ha mai risposto nessuna big (tranne Adelphi, con messaggio standard). L'invio si può sempre tentare, non costa niente, ma la mancata risposta non significa che il libro non è buono: magari non rientra nel catalogo (e qui è colpa dell'autore che non si è informato prima), magari è un argomento che attira poco o, al contrario, inflazionato. O magari quel giorno l'editor di turno aveva troppe altre cose da fare e qualche decina di messaggi li ha cancellati senza leggerli...
ivalibri ha scritto: sab ott 29, 2022 5:00 pmLe case editrici piccole o medie, come la Words, appena aprono i battenti (mi pare sia una CE nata da pochi anni) magari hanno una mole di manoscritti ricevuti gestibile per il personale che ci lavora. Addirittura, secondo la testimonianza di Silverwillow, era la stessa titolare a farlo.
Questo è l'unico caso in cui ho una visione dall'interno di una CE, perché abbiamo una chat di gruppo e posso seguire cosa succede. È la titolare stessa a lamentarsi per le tante proposte che arrivano e per il poco tempo che le rimane per gestire tutto. È ancora solo lei a esaminare le proposte, l'unica altra persona dello staff (a parte collaboratori esterni per editing e grafica) si occupa dell'ufficio stampa e dei social. Non è certo una scusante, ma chi vuole pubblicare dovrebbe rendersi conto che spesso i problemi sono questi e sono molto concreti.