Ciao a tutti,
mi sono iscritto a questo forum per chiedere consiglio a chi ha più esperienza di me. Ho un manoscritto che supera le 400 mila battute e desidero sottoporlo a un'agenzia letteraria che non sia solamente onesta ma anche competente sul genere letterario che ho scelto. Voglio anche chiedervi conferma di alcune cose che credo di aver compreso sul "mercato delle bozze" e sulle case editrici. Comincio dal principio:
a settembre 2020 ho spedito il mio manoscritto a diverse case editrici, senza ricevere risposte. Ho compreso che i manoscritti spediti in questo modo non vengono letti; le case editrici ne ricevono troppi e il lockdown ha moltiplicato gli scrittori esordienti.
Quindi mi sono rivolto a un'agenzia letteraria che non chiede compenso per la valutazione (Vicki Satlow), sempre senza ricevere risposta. So che è un'ottima agenzia ma dubito che possa permettersi una lettura approfondita gratuita, leggerà solamente la sinossi o il primo capitolo e scarterà ciò che non sembra immediatamente vendibile. È corretto?
Il mio romanzo non è "immediatamente vendibile", me ne rendo conto. È un racconto di deformazione piuttosto doloroso; il protagonista è un introverso che si allontana dai suoi coetanei per avvicinarsi gradualmente agli ambienti eversivi dell'estrema destra. Si toccano temi politici importanti, sempre dal punto di vista distorto del protagonista e, quindi, senza preoccuparsi eccessivamente di palesare da che parte si schiera l'autore. Non è un romanzo d'inchiesta ma piuttosto psicologico, anche se l'ambientazione (Bologna) è descritta da uno che ci vive.
Comprendo che la sinossi non è la più originale del mondo ma la mia intenzione non era certo quella d'inventare un nuovo genere letterario. Inoltre, il primo capitolo è un ricordo di scuola piuttosto lungo, non proprio rappresentativo del resto del romanzo. Comprendo anche che il rischio di un giudizio affrettato o superficiale è alto (il solito romanzo sull'introverso che odia! Il solito romanzo sul tizio che si crede migliore degli altri!..). Tuttavia, ho dato al mio romanzo una struttura in cui credo molto. Non tutti i romanzi partono col botto e non voglio sostituire il primo capitolo solo perché molti lettori si fermano lì.
Credo che chi leggerà il mio romanzo fino in fondo non potrà negare, perlomeno, una certa cura formale e originalità del pensiero; da qui la mia scelta di investire qualche centinaio di euro per una valutazione professionale: ho compreso che pagare è l'unico modo per farlo leggere, per superare la pesante cortina dei giudizi affrettati. Sarei felicissimo di spendere questi soldi se solo producessero una scheda critica utile, ben argomentata, senza aspettarmi subito un contratto. Non voglio nemmeno che il mio romanzo sia letto da chi non può essere interessato all'argomento trattato (ad esempio ho visto che Grandi & Associati riceve molti prodotti per bambini e ragazzi...) e vorrei evitare di spendere una cifra eccessiva (Gli 800 euro di The Italian Literary Agency sono davvero troppi).
Diciamo che il mio budget è di 400 euro, suppergiù. Che agenzia mi consigliate?
Saluti e grazie in anticipo,
Queequeg
Re: Scegliere l'agenzia letteraria
2Ciao @Queequeg, prendi il mio consiglio per quello che è, cioè un'opinione personale che potrebbe anche non valere molto. Non è vero che le case editrici non leggono gli invii spontanei, sicuramente, almeno, non tutte. Per un esordiente conviene contattare quegli editori che, nel loro sito, invitano ad inviare manoscritti. Mi riferisco ad editori rigorosamente free e di piccole dimensioni, magari appena sbarcati nel mercato, quindi bisognosi di costruire un catalogo. Se l'opera è valida, prima o poi una CE interessata la trovi, se non lo è, rivolgerti alle agenzie non ti risolve il problema, perché un'agenzia seria non ti prenderà comunque in considerazione, mentre una meno seria (purtroppo il mercato ne è pieno) dopo essersi fatta pagare per la valutazione ti proporrà un editing a pagamento, facendoti balenare lo specchietto per le allodole della pubblicazione, per suo tramite, da una big del settore: cosa che non avverrà mai. Parlo per esperienza mia e di tanti altri, rilevabile anche dai numerosi interventi sull'argomento presenti sul vecchio WD, purtroppo oggi chiuso per volere di una proprietà interessata ad altro. Provarci, senza stancarsi, è il mantra indispensabile per un giovane esordiente. Auguri sinceri.
Mario Izzi
Sopravvissuti
(in)giustizia & dintorni (trilogia)
Dea
Non solo racconti
[/De gustibus non est sputazzellam (Antonio de Curtis, in arte Totò)]
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Dea
Non solo racconti
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Re: Scegliere l'agenzia letteraria
3Ciao @Queequeg, secondo me non esistono libri "invendibili" o "vendibili", ma libri scritti bene e porcherie.
Se il tuo libro è scritto bene, e la storia ha un senso, funziona, prima o poi troverà un editore che possa apprezzarlo e il giusto pubblico.
Pertanto il mio consiglio è: evita di spendere così tanti soldi solo per una lettura di un agente. Prova ad inviare ad agenzie che offrono lettura del manoscritto gratuita e senza impegno, oltre a Vicki Satlow che hai già citato ce ne sono diverse altre, magari contatta quelle che lavorano con piccola/media editoria. Probabilmente saranno più propense a risponderti, e darti un giudizio sulla tua opera.
Se il tuo libro è scritto bene, e la storia ha un senso, funziona, prima o poi troverà un editore che possa apprezzarlo e il giusto pubblico.
Pertanto il mio consiglio è: evita di spendere così tanti soldi solo per una lettura di un agente. Prova ad inviare ad agenzie che offrono lettura del manoscritto gratuita e senza impegno, oltre a Vicki Satlow che hai già citato ce ne sono diverse altre, magari contatta quelle che lavorano con piccola/media editoria. Probabilmente saranno più propense a risponderti, e darti un giudizio sulla tua opera.
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Re: Scegliere l'agenzia letteraria
4Grazie mille delle risposte!
@Cheguevara in effetti non ho specificato che le case editrici contattate a settembre sono tutte dei pezzi da novanta. Il loro silenzio non mi sorprende ma, come prima esperienza, mi pareva naturale cominciare da loro e poi andare "a scendere" per non precludermi alcuna strada. Parallelamente alle agenzie letterarie, adesso, sto cercando anche delle case editrici più piccole a cui inviare il manoscritto. Non mi oriento coì bene nel panorama quindi ho guardato i finalisti al Campiello degli ultimi anni e appuntato alcuni nomi (Italo Svevo, Bollati Boringhieri, Fazi Editore, Fandango Libri, La nave di Teseo, Ponti alle grazie, Guanda, Marsilio...). A queste non ho ancora inviato e non tutte invitano esplicitamente a farlo.
Voglio ancora evitare le editrici piccolissime e neonate per due motivi, forse legati a un pregiudizio. Primo: tempo fa un mio amico ha pubblicato un ottimo libro di saggistica con una piccola casa editrice bolgnese che, poco più avanti, è fallita quindi il suo libro non sarà mai ristampato. Secondo: sempre tramite le esperienze di amici, in questo caso meno talentuosi, ho sviluppato l'idea che oggi si stampi qualsiasi cosa, persino fuori dall'editoria a pagamento.
@bore_ale Hai a portata di mano qualche nome di agenzia che lavora nella piccola e media editoria? Solo a guardare la lista delle agenzie su questo sito ci si sente persi nel mare...
@Cheguevara in effetti non ho specificato che le case editrici contattate a settembre sono tutte dei pezzi da novanta. Il loro silenzio non mi sorprende ma, come prima esperienza, mi pareva naturale cominciare da loro e poi andare "a scendere" per non precludermi alcuna strada. Parallelamente alle agenzie letterarie, adesso, sto cercando anche delle case editrici più piccole a cui inviare il manoscritto. Non mi oriento coì bene nel panorama quindi ho guardato i finalisti al Campiello degli ultimi anni e appuntato alcuni nomi (Italo Svevo, Bollati Boringhieri, Fazi Editore, Fandango Libri, La nave di Teseo, Ponti alle grazie, Guanda, Marsilio...). A queste non ho ancora inviato e non tutte invitano esplicitamente a farlo.
Voglio ancora evitare le editrici piccolissime e neonate per due motivi, forse legati a un pregiudizio. Primo: tempo fa un mio amico ha pubblicato un ottimo libro di saggistica con una piccola casa editrice bolgnese che, poco più avanti, è fallita quindi il suo libro non sarà mai ristampato. Secondo: sempre tramite le esperienze di amici, in questo caso meno talentuosi, ho sviluppato l'idea che oggi si stampi qualsiasi cosa, persino fuori dall'editoria a pagamento.
@bore_ale Hai a portata di mano qualche nome di agenzia che lavora nella piccola e media editoria? Solo a guardare la lista delle agenzie su questo sito ci si sente persi nel mare...
Re: Scegliere l'agenzia letteraria
5Uhm, a parte il fatto che alcune delle "medie" da te citate sono raggiungibili solo tramite agenzia , tipo La nave di Teseo e Guanda, ti suggerisco di studiare attentamente il loro catalogo prima di inviare il tuo manoscritto. Non lo dico per scoraggiarti, ma ad esempio un libro con la tua tematica io non credo che abbia molto a che vedere col catalogo della Fazi, poi magari mi sbaglio io...
Per quanto riguarda le agenzie che offrono lettura gratuita aggiungo Rita Vivian (big), Riccarda Gavazza (big), Meucci (big, che apre le valutazioni il primo di ogni mese!) e Psocoidea, eventualmente anche Lorem Ipsum.
Io quest'anno ho contattato Graféin e mi ci sono trovato benissimo: valutazione in 2 settimane gratis, e dimostrandomi di aver letto attentamente il mio progetto. Quest'ultima lavora principalmente col gruppo Utterson (ex Alter ego), che proprio sconosciuto non è.
Ce ne sarebbero anche altre, ma al momento so che le valutazioni sono sospese.
I contatti delle agenzie che ho citato sono facilmente reperibili sul WD (vecchio forum).
Spero di esserti stato utile, se hai dei dubbi chiedi pure
Per quanto riguarda le agenzie che offrono lettura gratuita aggiungo Rita Vivian (big), Riccarda Gavazza (big), Meucci (big, che apre le valutazioni il primo di ogni mese!) e Psocoidea, eventualmente anche Lorem Ipsum.
Io quest'anno ho contattato Graféin e mi ci sono trovato benissimo: valutazione in 2 settimane gratis, e dimostrandomi di aver letto attentamente il mio progetto. Quest'ultima lavora principalmente col gruppo Utterson (ex Alter ego), che proprio sconosciuto non è.
Ce ne sarebbero anche altre, ma al momento so che le valutazioni sono sospese.
I contatti delle agenzie che ho citato sono facilmente reperibili sul WD (vecchio forum).
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Re: Scegliere l'agenzia letteraria
6Puoi anche provare con qualche concorso. Quello di Neri Pozza è scaduto ma Io Scrittore credo ancora di no. Poi c'è il Calvino che è a pagamento ma ti rilascia una scheda di valutazione.
Re: Scegliere l'agenzia letteraria
8Ciao @Queequeg !
Per arrivare all'editoria medio-grande, salvo eccezioni che comunque, a mio giudizio, tali restano, è in effetti necessaria l'intermediazione di un'agenzia.
Ti cito anche Pastrengo che mi pare valuti all'inizio in modo gratuito. Spero di non ricordare male...
Forse potresti tentare anche con EditReal che nel sito indica di effettuare una prima valutazione gratuita.
Credere nei propri progetti (i miei per ora sono stati pubblicati da piccole e serie case editrici che non stampano affatto qualunque cosa!) è essenziale e ti faccio i miei migliori in bocca al lupo per il tuo!
Per arrivare all'editoria medio-grande, salvo eccezioni che comunque, a mio giudizio, tali restano, è in effetti necessaria l'intermediazione di un'agenzia.
Ti cito anche Pastrengo che mi pare valuti all'inizio in modo gratuito. Spero di non ricordare male...
Forse potresti tentare anche con EditReal che nel sito indica di effettuare una prima valutazione gratuita.
Credere nei propri progetti (i miei per ora sono stati pubblicati da piccole e serie case editrici che non stampano affatto qualunque cosa!) è essenziale e ti faccio i miei migliori in bocca al lupo per il tuo!
Ultima modifica di Ophelia03 il dom mar 28, 2021 3:19 pm, modificato 1 volta in totale.
Re: Scegliere l'agenzia letteraria
9Ah, mi ero dimenticata!
Se decidi di attendere le valutazioni delle agenzie, metti in stand by gli invii spontanei! Alcune agenzie non vedono favorevolmente l'idea di rappresentare chi ha già inviato troppo in giro.
Se decidi di attendere le valutazioni delle agenzie, metti in stand by gli invii spontanei! Alcune agenzie non vedono favorevolmente l'idea di rappresentare chi ha già inviato troppo in giro.
Re: Scegliere l'agenzia letteraria
11Sì, anche Pastrengo offre lettura gratuita, ma so che aveva sospeso le valutazioni come spiegano loro stessi qui:
http://www.pastrengolit.com/agenzia-letteraria/
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Re: Scegliere l'agenzia letteraria
12Ho spostato la discussione nella sezione corretta, @Queequeg
Rispetto quel che dici, soprattutto per quel che riguarda questa parte in particolare:
Questo perché?
Perché per quella che è la mia esperienza diretta, sommata a un bel bagaglio di letture di esperienze altrui, è molto probabile che le schede di lettura rilasciate dalle agenzie letterarie non vengano redatte con lo scopo sincero di aiutare l'autore a comprendere i punti di forza, di debolezza e la commerciabilità effettiva di quel che ha scritto, bensì sono strutturate in modo tale da giustificare a priori il loro rifiuto, o meno, alla rappresentanza.
Da quel che hai scritto, secondo me, hai bisogno di un giudizio sincero, disinteressato e professionale sulla tua opera, in modo tale che tu possa farti un'idea di cosa farne (rimetterci mano, orientarti sulla scelta di un editore preciso, prediligere l'autoedizione, oppure abbandonare e passare oltre).
Ricorda che se affermi: "il romanzo non è immediatamente vendibile, il primo capitolo non è rappresentativo del romanzo e il rischio di un giudizio affrettato o superficiale è alto" è molto probabile che ci sia davvero un problema, in questo testo. Dovresti scoprire dov'è e qual è il problema, e come intervenire. Questi tre punti, che ho sottolineato, evidenziano il perché del rifiuto da parte degli editori. Quindi, mio consiglio, rivolgiti a qualcuno che sappia indicarti come migliorare (oppure, in alternativa, prova a trovare da solo i punti critici con obiettività, ma spesso è difficile, se non impossibile).
Rispetto quel che dici, soprattutto per quel che riguarda questa parte in particolare:
Il mio romanzo non è "immediatamente vendibile", me ne rendo conto. È un racconto di deformazione piuttosto doloroso; il protagonista è un introverso che si allontana dai suoi coetanei per avvicinarsi gradualmente agli ambienti eversivi dell'estrema destra. Si toccano temi politici importanti, sempre dal punto di vista distorto del protagonista e, quindi, senza preoccuparsi eccessivamente di palesare da che parte si schiera l'autore. Non è un romanzo d'inchiesta ma piuttosto psicologico, anche se l'ambientazione (Bologna) è descritta da uno che ci vive.ti consiglio più che di rivolgerti a un'agenzia letteraria, di investire – se vuoi investire – in una scheda di lettura presso un editor professionista qualificato.
Comprendo che la sinossi non è la più originale del mondo ma la mia intenzione non era certo quella d'inventare un nuovo genere letterario. Inoltre, il primo capitolo è un ricordo di scuola piuttosto lungo, non proprio rappresentativo del resto del romanzo. Comprendo anche che il rischio di un giudizio affrettato o superficiale è alto (il solito romanzo sull'introverso che odia! Il solito romanzo sul tizio che si crede migliore degli altri!..). Tuttavia, ho dato al mio romanzo una struttura in cui credo molto. Non tutti i romanzi partono col botto e non voglio sostituire il primo capitolo solo perché molti lettori si fermano lì.
Questo perché?
Perché per quella che è la mia esperienza diretta, sommata a un bel bagaglio di letture di esperienze altrui, è molto probabile che le schede di lettura rilasciate dalle agenzie letterarie non vengano redatte con lo scopo sincero di aiutare l'autore a comprendere i punti di forza, di debolezza e la commerciabilità effettiva di quel che ha scritto, bensì sono strutturate in modo tale da giustificare a priori il loro rifiuto, o meno, alla rappresentanza.
Da quel che hai scritto, secondo me, hai bisogno di un giudizio sincero, disinteressato e professionale sulla tua opera, in modo tale che tu possa farti un'idea di cosa farne (rimetterci mano, orientarti sulla scelta di un editore preciso, prediligere l'autoedizione, oppure abbandonare e passare oltre).
Ricorda che se affermi: "il romanzo non è immediatamente vendibile, il primo capitolo non è rappresentativo del romanzo e il rischio di un giudizio affrettato o superficiale è alto" è molto probabile che ci sia davvero un problema, in questo testo. Dovresti scoprire dov'è e qual è il problema, e come intervenire. Questi tre punti, che ho sottolineato, evidenziano il perché del rifiuto da parte degli editori. Quindi, mio consiglio, rivolgiti a qualcuno che sappia indicarti come migliorare (oppure, in alternativa, prova a trovare da solo i punti critici con obiettività, ma spesso è difficile, se non impossibile).
Beatrice Spada, Graphic & Visual Designer
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Re: Scegliere l'agenzia letteraria
13Ciao @Miss Ribston, grazie della risposta.
Terrò conto di quanto dici sui giudizi delle case editrici e degli agenti letterari, o meglio, lo farò quando e se ne riceverò uno. Al momento non spenderei soldi per una semplice valutazione senza la possibilità che si apra la strada della pubblicazione ma ho letto attentamente la discussione su Psocoidea in Writer's Dream e ho compreso che, anche se non mi offriranno chissà quali opportunità, loro potrebbero darmi gratuitamente un "giudizio sincero". Non credo che quanto ho scritto precedentemente riveli un probabile problema nel mio manoscritto ma di questo discuterò col poverino che lo leggerà per primo...
Terrò conto di quanto dici sui giudizi delle case editrici e degli agenti letterari, o meglio, lo farò quando e se ne riceverò uno. Al momento non spenderei soldi per una semplice valutazione senza la possibilità che si apra la strada della pubblicazione ma ho letto attentamente la discussione su Psocoidea in Writer's Dream e ho compreso che, anche se non mi offriranno chissà quali opportunità, loro potrebbero darmi gratuitamente un "giudizio sincero". Non credo che quanto ho scritto precedentemente riveli un probabile problema nel mio manoscritto ma di questo discuterò col poverino che lo leggerà per primo...
Re: Scegliere l'agenzia letteraria
14@Queequeg
Secondo me, un romanzo della tipologia che hai descritto non appartiene al mainstream, quindi è difficile che trovi posto nel catalogo di editori di fascia alta, come quelli che hai citato. Questo ovviamente nulla toglie al fatto che possa essere un'ottima opera. Ma perché non provare con una media CE, facendo una scelta più mirata, anche senza bisogno di agenzia? Sono d'accordo di escludere editori troppo piccoli, ma una buona CE, ben promossa e distribuita da Messaggerie, sarebbe comunque un ottimo trampolino di lancio per opere successive.
Butto lì qualche nome di editori potenzialmente adatti a quel tipo di opera: Arkadia Editore, Piano B Edizioni, CasaSirio, GOG Edizioni.
Secondo me, un romanzo della tipologia che hai descritto non appartiene al mainstream, quindi è difficile che trovi posto nel catalogo di editori di fascia alta, come quelli che hai citato. Questo ovviamente nulla toglie al fatto che possa essere un'ottima opera. Ma perché non provare con una media CE, facendo una scelta più mirata, anche senza bisogno di agenzia? Sono d'accordo di escludere editori troppo piccoli, ma una buona CE, ben promossa e distribuita da Messaggerie, sarebbe comunque un ottimo trampolino di lancio per opere successive.
Butto lì qualche nome di editori potenzialmente adatti a quel tipo di opera: Arkadia Editore, Piano B Edizioni, CasaSirio, GOG Edizioni.
Re: Scegliere l'agenzia letteraria
15Hai perfettamente ragione @Wanderer, il problema è che conosco poco il mondo delle case editrici medio-piccole quindi ogni suggerimento è ben accetto.
Re: Scegliere l'agenzia letteraria
16Wanderer ha scritto: mar apr 06, 2021 8:45 pmperché non provare con una media CE
Wanderer ha scritto: mar apr 06, 2021 8:45 pmButto lì qualche nome di editori potenzialmente adatti a quel tipo di opera: Arkadia Editore, Piano B Edizioni, CasaSirio, GOG EdizioniQui, su Costruttori di Mondi, le Case Editrici vengono identificate nell'ordine di grandezza "grandi, medie, piccole e micro" rispetto il loro fatturato, esattamente per come avviene per qualsiasi classificazione di impresa.
Le Case Editrici elencate, pertanto, corrispondono alla definizione di "piccole" e "micro" (tant'è che, per esempio, CasaSirio è ospite su più siti internet che recensiscono la micro editoria indipendente, di cui la CE in questione fa parte).
Che poi siano ben quotate dal pubblico sul piano qualitativo delle loro pubblicazioni, ben venga, ma sempre di piccole e mirco imprese si tratta.
Grazie per l'intervento, perché ci dà la possibilità di chiarire questo punto. Lo staff non riteneva di doverlo specificare, ma visto che ci sono ancora dubbi sulla classificazione delle attività di impresa, inseriremo la specifica di questa classificazione in chiaro nelle sezioni apposite.
È evidente, infatti, che il fatturato di ciascuna attività può essere un indicatore della possibilità effettiva di investimento dell'azienda nei propri prodotti, quindi è utile che, per una corretta attività di informazione da parte nostra, la specifica debba esserci.
Beatrice Spada, Graphic & Visual Designer
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Re: Scegliere l'agenzia letteraria
17@Miss Ribston
Per CE "medie" infatti non intendevo quelle elencate (tranne forse Piano B, che potrebbe avere i requisiti di una media), tanto è vero che poi ho specificato "buone". In molti casi, comunque, le CE distribuite da Messaggerie hanno certi numeri, di tirature, e anche di fatturato. Ovviamente non è sempre così, e CasaSirio e GOG non sono di sicuro medie.
Sul criterio fatturato come unico criterio per individuare la categoria, ho le mie riserve, anche perché la soglia sarebbe comunque arbitraria. Anche un EAP può avere un buon fatturato, e pubblicare tanti libri l'anno. Inoltre, per quantificare la dimensione di un'impresa editoriale andrebbe considerato anche il capitale, il numero di persone che lavorano in casa editrice, e altri elementi.
In ogni caso, dato che non esiste un unico criterio oggettivo e universalmente riconosciuto fuori dal forum (nemmeno quello ISTAT, che verte sul numero di pubblicazioni l'anno, e non sul fatturato, è sufficiente), ciascuno sarà anche libero di usare i propri parametri, e di usare il linguaggio con libertà, nella misura in cui parla a titolo personale, e non a nome dello staff del forum.
Oppure pensate di dover puntualizzare ogni volta che un utente parla di "piccolo editore" invece di "micro", di "grande" invece di "medio-grande", di "medio" invece di "medio-piccolo"?
Per CE "medie" infatti non intendevo quelle elencate (tranne forse Piano B, che potrebbe avere i requisiti di una media), tanto è vero che poi ho specificato "buone". In molti casi, comunque, le CE distribuite da Messaggerie hanno certi numeri, di tirature, e anche di fatturato. Ovviamente non è sempre così, e CasaSirio e GOG non sono di sicuro medie.
Sul criterio fatturato come unico criterio per individuare la categoria, ho le mie riserve, anche perché la soglia sarebbe comunque arbitraria. Anche un EAP può avere un buon fatturato, e pubblicare tanti libri l'anno. Inoltre, per quantificare la dimensione di un'impresa editoriale andrebbe considerato anche il capitale, il numero di persone che lavorano in casa editrice, e altri elementi.
In ogni caso, dato che non esiste un unico criterio oggettivo e universalmente riconosciuto fuori dal forum (nemmeno quello ISTAT, che verte sul numero di pubblicazioni l'anno, e non sul fatturato, è sufficiente), ciascuno sarà anche libero di usare i propri parametri, e di usare il linguaggio con libertà, nella misura in cui parla a titolo personale, e non a nome dello staff del forum.
Oppure pensate di dover puntualizzare ogni volta che un utente parla di "piccolo editore" invece di "micro", di "grande" invece di "medio-grande", di "medio" invece di "medio-piccolo"?
Re: Scegliere l'agenzia letteraria
18Wanderer ha scritto: mer apr 07, 2021 10:19 amSul criterio fatturato come unico criterio per individuare la categoria, ho le mie riserve, anche perché la soglia sarebbe comunque arbitraria. Anche un EAP può avere un alto fatturato, grazie ai contributi degli autori, e pubblicare tanti libri l'anno.Infatti, non è un criterio unico, è il criterio adottato su questo forum e per evitare di ingenerare confusione nell'utenza, come ha già anticipato @Miss Ribston, aggiungeremo quanto prima e in chiaro questo criterio di classificazione, proprio per evitare di dover correggere tutte le volte.
In ogni caso, dato che non esiste un unico criterio oggettivo e universalmente riconosciuto (nemmeno quello ISTAT, che verte sul numero di pubblicazioni, è sufficiente), ciascuno sarà anche libero di usare i propri parametri, e di usare il linguaggio con libertà, nella misura in cui parla a titolo personale, e non a nome dello staff.
Oppure pensate di dover correggere ogni utente che parla di "piccolo editore" invece di "micro", di "grande" invece di "medio-grande", di "medio" invece di "medio-piccolo"?
È ovvio che ognuno possa fare riferimento alla propria esperienza o a una percezione generale per classificare una CE da un punto di vista qualitativo, ma questo è un altro criterio che stiamo mettendo a punto e abbiamo intenzione di applicare a breve per l'ammissibilità delle CE nella lista unica del forum. Tutte quelle che non vi rientreranno, o è perché saranno ancora da vagliare, o escluse in quanto non rientranti nei criteri (qualitativi) che renderemo noti e palesi a tutti.
Circa la dimensione, il criterio cui faremo (e chiederemo di fare) riferimento qui per identificare le CE (grandi, medie, piccole, micro), sarà esclusivamente quello aziendale legato al fatturato. È un criterio non univoco? D'accordo, ma è e sarà il nostro personale criterio e chi si troverà all'interno del forum dovrà automaticamente accettarlo (diversamente è assolutamente libero di non accettarlo e di conseguenza non partecipare alle discussioni del forum).
Circa la distribuzione, per dirne una, hai pienamente ragione sul fatto che Messaggerie segua dei criteri di fatturato per distribuire le CE, in questi criteri, infatti, rientrano anche alcune piccole CE (molte delle quali di qualità, ma non sempre). Quelle non distribuite da Messaggerie (sempre in base a tale criterio) sono tendenzialmente le micro o alcune delle piccole. Tuttavia, essere distrubuiti da Messaggerie vuol dire garantire un determinato numero di pubblicazioni annue e un certo fatturato, appunto, ma purtroppo non vuol dire sempre essere "di qualità". Non per come la intendiamo noi, almeno. È per questo che miriamo a creare una lista ad hoc e solo per CE di un certo tipo (criteri che includeranno anche la trasparenza delle politiche editoriali e l'effettiva remunerazione dell'autore in relazione alle sue dovute royalties annue).
Quanto alle EAP, che in questo forum non verranno né censite, né nominate, né prese minimamente in considerazione nella nostra lista, possono anche essere grandi, medie o stratosferiche in termini di fatturato, ma qualitativamente non rientreranno in CdM.
Re: Scegliere l'agenzia letteraria
19@ElleryQ
A me sembra molto più controverso cosa sia di "qualità" e non, rispetto a cosa sia "piccolo" o "medio", anche perché nel secondo caso ci sono zone di mezzo, come medio-grande o medio-piccolo.
In questi passaggi non ti seguo:
Io la faccio più semplice: le CE distribuite da Messaggerie sono oggettivamente grosse o medie o medio-piccole, o piccole nate da poco, ma molto promettenti e con un capitale che le rende in grado di investire. Ci sono CE appena nate che subito vengono distribuite da Messaggerie. Come si spiega? Concorderai che, se oggi nascono due case editrici, ma una ha un capitale di 20.000 euro, e un'altra un capitale da 2.000, non è la stessa cosa. Essendo appena nate, saranno sempre piccole, e avranno entrambe un fatturato basso, agli inizi. Tuttavia, la prima farà sul serio sin dai primi passi, e quindi sarà accettata da Messaggerie, l'altra no. La prima ha le potenzialità per diventare una media CE nel giro di dieci anni, la seconda no. Questo per dire che il capitale è un altro fattore fondamentale, per distinguere la media editoria, e la piccola che può aspirare a diventare media (tra parentesi, quasi sempre il grosso editore è una S.p.a., il medio una S.r.l. - che prevede 10.000 euro come capitale minino - il piccolo una S.r.l.s. Questo non è un criterio aziendale oggettivo?).
Poi la "qualità" in sé può essere indipendente dalle dimensioni dell'impresa. Ma quando una CE pubblica a rischio d'impresa, e ha soldi da investire - sia nella realizzazione del prodotto che nella promozione e distribuzione - solitamente fa editoria di migliore qualità. Detto questo, non credo si possa comunque usare il termine "medio" come indicatore di qualità o meno: il fatto che in molti casi le due cose coincidono non significa che abbia sempre quel significato, dato che fatturato o capitale sono dati qualitativamente neutrali. Si potrebbero fare i nomi di diversi "medi" editori la cui qualità è opinabile, anche alcuni marchi storici che magari negli ultimi tempi sono caduti in bassa fortuna e, pur continuando a pubblicare molto, non hanno più il prestigio e il lustro d'un tempo.
A me sembra molto più controverso cosa sia di "qualità" e non, rispetto a cosa sia "piccolo" o "medio", anche perché nel secondo caso ci sono zone di mezzo, come medio-grande o medio-piccolo.
In questi passaggi non ti seguo:
@ElleryQ ha scritto: Circa la distribuzione, per dirne una, hai pienamente ragione sul fatto che Messaggerie segua dei criteri di fatturato per distribuire le CE, in questi criteri, infatti, rientrano anche le piccole CE di qualità.
@ElleryQ ha scritto: Tuttavia, essere distrubuiti da Messaggerie vuol dire garantire un determinato numero di uscite annue e un certo fatturato, ma purtroppo non vuol dire sempre essere di qualità.Se secondo te avere un certo fatturato (cosa che coincide spesso con l'essere distribuiti da Messaggerie, in quanto si hanno certi numeri e si è capaci di investire su quel distributore) significa essere "medie", com'è che ora parli di "piccole di qualità"? Poi però dici che non sempre Messaggerie vuol dire essere di qualità... ma solo avere un certo fatturato, e quindi non essere piccoli.
Io la faccio più semplice: le CE distribuite da Messaggerie sono oggettivamente grosse o medie o medio-piccole, o piccole nate da poco, ma molto promettenti e con un capitale che le rende in grado di investire. Ci sono CE appena nate che subito vengono distribuite da Messaggerie. Come si spiega? Concorderai che, se oggi nascono due case editrici, ma una ha un capitale di 20.000 euro, e un'altra un capitale da 2.000, non è la stessa cosa. Essendo appena nate, saranno sempre piccole, e avranno entrambe un fatturato basso, agli inizi. Tuttavia, la prima farà sul serio sin dai primi passi, e quindi sarà accettata da Messaggerie, l'altra no. La prima ha le potenzialità per diventare una media CE nel giro di dieci anni, la seconda no. Questo per dire che il capitale è un altro fattore fondamentale, per distinguere la media editoria, e la piccola che può aspirare a diventare media (tra parentesi, quasi sempre il grosso editore è una S.p.a., il medio una S.r.l. - che prevede 10.000 euro come capitale minino - il piccolo una S.r.l.s. Questo non è un criterio aziendale oggettivo?).
Poi la "qualità" in sé può essere indipendente dalle dimensioni dell'impresa. Ma quando una CE pubblica a rischio d'impresa, e ha soldi da investire - sia nella realizzazione del prodotto che nella promozione e distribuzione - solitamente fa editoria di migliore qualità. Detto questo, non credo si possa comunque usare il termine "medio" come indicatore di qualità o meno: il fatto che in molti casi le due cose coincidono non significa che abbia sempre quel significato, dato che fatturato o capitale sono dati qualitativamente neutrali. Si potrebbero fare i nomi di diversi "medi" editori la cui qualità è opinabile, anche alcuni marchi storici che magari negli ultimi tempi sono caduti in bassa fortuna e, pur continuando a pubblicare molto, non hanno più il prestigio e il lustro d'un tempo.
@ElleryQ ha scritto: Circa la dimensione, il criterio cui faremo (e chiederemo di fare) riferimento qui per identificare le CE (grandi, medie, piccole, micro), sarà esclusivamente quello aziendale legato al fatturato. È un criterio non univoco? D'accordo, ma è e sarà il nostro personale criterio e chi si troverà all'interno del forum dovrà automaticamente accettarlo (diversamente è assolutamente libero di non accettarlo e di conseguenza non partecipare alle discussioni del forum).Quando si conosceranno i vostri parametri nel dettaglio, e le vostre liste, l'utente potrà sapere se concordare o meno, e se "partecipare alle discussioni" in cui si affrontano questi argomenti o meno, ma allo stato attuale questo discorso sulla classificazione degli editori mi sembra un po' preventivo e prematuro... non è ben chiaro di cosa si stia parlando, e non è dato di sapere quali sono nella fattispecie gli editori che considerate "piccoli" e "medi".
Re: Scegliere l'agenzia letteraria
20Porbabilmente, @Wanderer , hai risposto citandomi mentre stavo correggendo il post per spiegarmi meglio.
Infatti avevo da lì a poco chiarito:
Essere pubblicati da una CE distribuita da Messaggerie, però, non sempre vuol dire avere visibilità, buona promozione, pagamenti puntuali (o pagamenti di royalties in genere). Ciò in base a testimonianze ricevute sul vecchio forum. Questi elementi noi li terremo in considerazione anche per capire l'effettiva qualità di una CE, indipendentemente da chi sarà distribuita o dalla sua reale grandezza in termini di fatturato. Criteri (assolutamente personali, ma chiari) che ci serviranno per costuire la lista di qualità di CdM, che non sarà universale, né avrà la pretesa di esserlo. Sarà solo la nostra.
Le percezioni qualitative sono e saranno cosa diversa. Stiamo stilando una serie di criteri qualitativi che renderemo palesi a tutti, in base ai quali le CE qui su CdM rientreranno solo in un'unica lista, a prescindere dalle dimensioni (e di conseguenza dal fatturato); le escluse saranno quelle che noi non considereremo di qualità in base a quei nostri parametri soggettivi. Tale lista potrà subire delle modifiche in base alle testimonianze dirette (e appurate) degli utenti, per cui se una determinata CE non manterrà nel tempo quei determinati standard non sarà più censita su CdM.
Spero di aver chiarito meglio.
Infatti avevo da lì a poco chiarito:
ElleryQ ha scritto: mer apr 07, 2021 10:54 amCirca la distribuzione, per dirne una, hai pienamente ragione sul fatto che Messaggerie segua dei criteri di fatturato per distribuire le CE, in questi criteri, infatti, rientrano anche alcune piccole CE (molte delle quali di qualità, ma non sempre). Quelle non distribuite da Messaggerie (sempre in base a tale criterio) sono tendenzialmente le micro o alcune delle piccole. Tuttavia, essere distrubuiti da Messaggerie vuol dire garantire un determinato numero di pubblicazioni annue e un certo fatturato, appunto, ma purtroppo non vuol dire sempre essere "di qualità". Non per come la intendiamo noi, almeno.Ho anche specificato per grandi linee cosa intendiamo di qualità:
ElleryQ ha scritto: mer apr 07, 2021 10:54 am(criteri che includeranno anche la trasparenza delle politiche editoriali e l'effettiva remunerazione dell'autore in relazione alle sue dovute royalties annue).
Quanto alle EAP, che in questo forum non verranno né censite, né nominate, né prese minimamente in considerazione nella nostra lista, possono anche essere grandi, medie o stratosferiche in termini di fatturato, ma qualitativamente non rientreranno in CdM.
Wanderer ha scritto: mer apr 07, 2021 11:15 amIo la faccio molto semplice: le CE distribuite da Messaggerie sono oggettivamente grosse o medie o medio-piccole, o piccole nate da poco, ma molto promettenti e con un capitale che le rende in grado di investire. Ci sono CE appena nate che subito vengono distribuite da Messaggerie. Come si spiega?È quello che intendevo. Alcune piccole CE (molte delle quali di qualità, come accennavo) hanno un fatturato (o una previsione di fatturato in relazione al numero di pubblicazioni nel piano editoriale, se nate da poco) che Messaggerie considera idoneo per la loro distribuzione, rientrante comunque in quella che è commercialmente considerata piccola editoria (con fatturato annuo sotto ai 3 milioni di euro), vedi Fandango, Minimun Fax e simili.
Essere pubblicati da una CE distribuita da Messaggerie, però, non sempre vuol dire avere visibilità, buona promozione, pagamenti puntuali (o pagamenti di royalties in genere). Ciò in base a testimonianze ricevute sul vecchio forum. Questi elementi noi li terremo in considerazione anche per capire l'effettiva qualità di una CE, indipendentemente da chi sarà distribuita o dalla sua reale grandezza in termini di fatturato. Criteri (assolutamente personali, ma chiari) che ci serviranno per costuire la lista di qualità di CdM, che non sarà universale, né avrà la pretesa di esserlo. Sarà solo la nostra.
Wanderer ha scritto: mer apr 07, 2021 11:15 amSi potrebbero fare i nomi di diversi medi editori la cui qualità (e il cui prestigio) è molto opinabile, anche alcuni marchi storici che magari negli ultimi tempi sono caduti in bassa fortuna.E su questo mi sembra che siamo d'adccordo e che stiamo dicendo cose simili. Probabilmente, in base ai nostri criteri, una CE di questo genere, per quanto sia media in termini di fatturato o di fama pregressa, se quella fama non la mantiene più non sarà nel nostro elenco.
Wanderer ha scritto: mer apr 07, 2021 11:15 amQuando si vedranno i vostri parametri, e le vostre liste, potrò sapere se concordare o meno, ovvero se "partecipare alle discussioni" in cui si affrontano questi argomenti o meno, ma allo stato attuale questo discorso mi sembra un po' preventivo e prematuro:Perdonami, ma qui stai confondendo i parametri come in passato: io ho parlato di definizione della dimensione delle CE, che per nostro criterio (che espliciteremo meglio in un disclamer per iscritto, ma che in sostanza è già questo) sarà per fatturato. Grandi, medie, piccole, micro CE le intendiamo solo ed esclusivamente per fatturato e quando in una discussione generica faremo riferimento a una CE piccola, o media, o grande, eccetera, lo faremo (chiedendo all'utenza di rispettare questo parametro per non ingenerare confusioni) in base al fatturato.
Le percezioni qualitative sono e saranno cosa diversa. Stiamo stilando una serie di criteri qualitativi che renderemo palesi a tutti, in base ai quali le CE qui su CdM rientreranno solo in un'unica lista, a prescindere dalle dimensioni (e di conseguenza dal fatturato); le escluse saranno quelle che noi non considereremo di qualità in base a quei nostri parametri soggettivi. Tale lista potrà subire delle modifiche in base alle testimonianze dirette (e appurate) degli utenti, per cui se una determinata CE non manterrà nel tempo quei determinati standard non sarà più censita su CdM.
Spero di aver chiarito meglio.
Re: Scegliere l'agenzia letteraria
21@ElleryQ
Capisco che per quello che concerne la qualità possano valere dei criteri "soggettivi" che portano la firma dello staff dei CdM (e, per quello che mi riguarda, ben venga che l'editoria di scarsa qualità resti fuori dalle nuove liste, a differenza che nel WD), ma per quello che concerne la collocazione dell'editore sul mercato ciò dipende da dati oggettivi, e dal consensus gentium, e non si può stabilire in base a criteri soggettivi. Ovvero: la declinazione stessa di quei dati oggettivi - che siano il fatturato o altri - non può essere improntata a criteri soggettivi, ma deve essere a sua volta riconosciuta.
Allora vorrei capire: in base a cosa si stabilisce che il fatturato annuo di un medio editore debba essere sopra 3 milioni di euro? Una CE che fattura 2,9 milioni di euro sarebbe "piccola editoria"? Qual è la fonte per quel "commercialmente considerata" di cui parli? C'è una tabella dell'Aie o di un organismo riconosciuto che stabilisca le soglie di fatturato perché un editore sia classificato come "piccolo" o "medio"? Non sono domande retoriche né polemiche. Sono cose che andrebbero motivate.
Se poi la fonte siete voi stessi, come si può pretendere di dare una valenza oggettiva a un criterio soggettivo? Se parliamo di "passato", in passato è emerso che secondo voi un editore come Neri Pozza (una Società per Azioni) non è un grosso editore, e nemmeno un medio, ma un piccolo editore. Se così fosse, ci sarebbe da chiedersi: come mai non è tra gli editori che partecipano a Più Libri Più Liberi, la fiera nazionale "della piccola e media editoria"? Non sarà forse perché è grosso?
Insomma, nel classificare gli editori come "grossi", "piccoli" o "medi", non potete pensare di sostituire i vostri parametri a quelli che valgono nel mondo esterno. Altrimenti non si parla la stessa lingua del mondo esterno, e ci si chiude in una realtà autoreferenziale, che non credo giovi a nessuno.
Se un utente che si iscrive al forum giungendo dal mondo esterno parla di editoria "media" in base al consensus gentium, a cominciare dai più riconosciuti festival letterari, non potete pensare di fare ogni volta una levata di scudi - addirittura preventivamente, come in questa discussione - perché qui valgono criteri e unità di misura del tutto diverse.
Comunque sia: se l'adozione delle vostre unità di misura (ancora non ben chiare) per classificare gli editori sarà una condizione per la partecipazione al forum, lo dovrete specificare nel regolamento, dato che attualmente non vedo nulla del genere, anzi vedo scritto l'opposto ("L’utente è tenuto a non parlare a nome o per conto del forum, dei suoi membri o del suo Staff. Ogni messaggio rispecchia esclusivamente il punto di vista del suo autore"). Pretendere un'unità di pensieri e di intenti mi sembra una cosa poco sensata, ma siete voi i padroni di casa, quindi fate come ritenete opportuno. Starà poi ai singoli utenti decidere se contribuire o meno a questo spazio virtuale, in base al fatto di riconoscersi o meno nella linea editoriale dei CdM, una volta che sarà meglio definita.
Capisco che per quello che concerne la qualità possano valere dei criteri "soggettivi" che portano la firma dello staff dei CdM (e, per quello che mi riguarda, ben venga che l'editoria di scarsa qualità resti fuori dalle nuove liste, a differenza che nel WD), ma per quello che concerne la collocazione dell'editore sul mercato ciò dipende da dati oggettivi, e dal consensus gentium, e non si può stabilire in base a criteri soggettivi. Ovvero: la declinazione stessa di quei dati oggettivi - che siano il fatturato o altri - non può essere improntata a criteri soggettivi, ma deve essere a sua volta riconosciuta.
Allora vorrei capire: in base a cosa si stabilisce che il fatturato annuo di un medio editore debba essere sopra 3 milioni di euro? Una CE che fattura 2,9 milioni di euro sarebbe "piccola editoria"? Qual è la fonte per quel "commercialmente considerata" di cui parli? C'è una tabella dell'Aie o di un organismo riconosciuto che stabilisca le soglie di fatturato perché un editore sia classificato come "piccolo" o "medio"? Non sono domande retoriche né polemiche. Sono cose che andrebbero motivate.
Se poi la fonte siete voi stessi, come si può pretendere di dare una valenza oggettiva a un criterio soggettivo? Se parliamo di "passato", in passato è emerso che secondo voi un editore come Neri Pozza (una Società per Azioni) non è un grosso editore, e nemmeno un medio, ma un piccolo editore. Se così fosse, ci sarebbe da chiedersi: come mai non è tra gli editori che partecipano a Più Libri Più Liberi, la fiera nazionale "della piccola e media editoria"? Non sarà forse perché è grosso?
Insomma, nel classificare gli editori come "grossi", "piccoli" o "medi", non potete pensare di sostituire i vostri parametri a quelli che valgono nel mondo esterno. Altrimenti non si parla la stessa lingua del mondo esterno, e ci si chiude in una realtà autoreferenziale, che non credo giovi a nessuno.
Se un utente che si iscrive al forum giungendo dal mondo esterno parla di editoria "media" in base al consensus gentium, a cominciare dai più riconosciuti festival letterari, non potete pensare di fare ogni volta una levata di scudi - addirittura preventivamente, come in questa discussione - perché qui valgono criteri e unità di misura del tutto diverse.
Comunque sia: se l'adozione delle vostre unità di misura (ancora non ben chiare) per classificare gli editori sarà una condizione per la partecipazione al forum, lo dovrete specificare nel regolamento, dato che attualmente non vedo nulla del genere, anzi vedo scritto l'opposto ("L’utente è tenuto a non parlare a nome o per conto del forum, dei suoi membri o del suo Staff. Ogni messaggio rispecchia esclusivamente il punto di vista del suo autore"). Pretendere un'unità di pensieri e di intenti mi sembra una cosa poco sensata, ma siete voi i padroni di casa, quindi fate come ritenete opportuno. Starà poi ai singoli utenti decidere se contribuire o meno a questo spazio virtuale, in base al fatto di riconoscersi o meno nella linea editoriale dei CdM, una volta che sarà meglio definita.
Re: Scegliere l'agenzia letteraria
22Wanderer ha scritto: mer apr 07, 2021 2:02 pmSe poi la fonte siete voi stessi, come si può pretendere di dare una valenza oggettiva a un criterio soggettivo? Se parliamo di "passato", in passato è emerso che secondo voi un editore come Neri Pozza (una Società per Azioni) non è un grosso editore, e nemmeno un medio, ma un piccolo editore. Se così fosse, ci sarebbe da chiedersi: come mai non è tra gli editori che partecipano a Più Libri Più Liberi, la fiera nazionale "della piccola e media editoria"? Non sarà forse perché è grosso?Il parametro da noi utilizzato è la classificazione europea e nello specifico la Raccomandazione UE n. 2003/361/CE entrata in vigore nel 2005, che considera la distinzione delle imprese in Grandi, Medie, Piccole, Micro, a seconda del fatturato, bilancio, numero dei dipendenti.
Che vi siano più criteri e talvolta sfumature è incontrovertibile, anche il mercato di riferimento può essere un criterio. Noi abbiamo scelto di adottare quello su indicato, con particolare rimando ai dati di fatturato e bilancio.
Circa Neri Pozza, se sul WD è stata definita piccola CE è anche probabile che si sia trattato di una momentanea confusione con Minimum Fax, poi corretta. Neri Pozza rientra, secondo il criterio su indicato, nelle medie imprese, sia come gruppo (Athesis, 45 milioni di fatturato), sia come singolo editore (5,2 milioni). Dati indicati risalenti al 2019.
Wanderer ha scritto: mer apr 07, 2021 2:02 pmComunque sia: se l'adozione delle vostre unità di misura (ancora non ben chiare) per classificare gli editori sarà una condizione per la partecipazione al forum, lo dovrete specificare nel regolamento, dato che attualmente non vedo nulla del genereCome dicevo prima ci stiamo lavorando, per cui al momento opportuno specificheremo ogni cosa. Il forum esiste da pochissimi mesi ed è in fase di implementazione, come abbiamo specificato sin dall'inizio; molti sono i cambiamenti in programma e questo è solo un assetto momentaneo.
Wanderer ha scritto: mer apr 07, 2021 2:02 pmStarà poi ai singoli utenti decidere se contribuire o meno a questo spazio virtuale, in base al fatto di riconoscersi o meno nella linea editoriale dei CdM, una volta che sarà meglio definita.Esattamente.
Ora, però, ti chiederei cortesemente di ritornare in argomento, perché siamo ampiamente OT. Il titolo della discussione è "Scegliere l'agenzia letteraria", non "Dibattiamo cordialmente sulle dimensioni e sulla qualità delle CE".
Questo è solo un richiamo informale, ovviamente, ma per il resto le regole vigenti su CdM, riguardo la moderazione e i richiami, sono simili a quelle del WD.
Ritorniamo, quindi, al nostro topic e buon proseguimento a tutti.