[MI184] Bonus ad Terram una tantum

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Traccia 1 *
"La verità di un sogno" 

[MI184] Bonus ad Terram una tantum

I neomorti
hanno tutta una vita
alle spalle
e una strada perenne
davanti
- nel momento che brilla -
in natura
compiuta
- la fine. -

I neomorti
hanno un loro ritorno
inatteso
- incorporeo frangente
improvviso
- come sprazzi fulgenti -
mai visti “dopo”
nei cieli persi.


Purgatorio

Sono preda della della febbre fredda che è la pena di turno. Non c'è rimedio: il cupo guardiano Catone è intransigente. Per assurdo, lui che era stato, in vita, uno strenuo difensore dell'etica, della morale e della frugalità del vivere, non ha dovuto neppure impegnarsi più di tanto per soppesare le colpe altrui coi parametri terrestri che si è portato dietro.  
infatti, dà l'impressione di stare in purgatorio come un pesce nell'acqua: fra le sue e le altrui espiazioni da guidare, controllare e seguire ci sguazza. 
Il suo fine pena gli darà dei problemi: ben lo sa e ben gli sta!
Questo è l'etere grigio dove si espia a termine il dolore causato ad altri con le nostre azioni in vita.
So sempre cosa sto espiando. Per aspera ad astra è il mantra del custode che, ha detto, non ha mai bannato nessuno, cacciandolo negli Inferi. "Sinora" aggiunge sempre, con quella grevità che non è mai posa in lui.
Però si soffre da soli ed è una pena in più. Non si possono trovare amici, conoscenti estranei...  perché è vietato riconoscerci... tutto rimandato a posti migliori.
L'espiazione è individuale apposta. Non c'è mal comune mezzo gaudio ma si evitano, con questo, pietose e tardive scuse, nonché imbarazzi dell'altro mondo. Letteralmente, siamo chiusi in noi stessi e vediamo gli altri come fantasmi senza volto e senza voce. L'unico con cui comunichiamo è il suddetto guardiano. Il mio primo "perché" a Catone riguardava proprio questa impossibile ricerca. La sua risposta era stata una presa in giro lapidaria: "Privacy!"

Per i neomorti, comunque, ho da poco scoperto che è previsto un bonus per fare un passaggio in Terra a rivedere fugacemente i propri cari, magari lasciati di colpo, all'improvviso. È un sogno che si realizza per un giorno: rivedere i propri cari in carne e ossa; un aiuto importante per seguire meglio, dopo, tutto il sentiero della purificazione interiore. Anche se sarà "una tantum": un sogno irripetibile.

– Catone, per favore, vorrei iscrivermi per il "Bonus ad terram una tantum".
– Ma se è un anno terrestre che sei morta! Sei appena arrivata e arrivi subito a rompere coi sussidi!?
– Perché aspettare di averlo tra dieci anni sulla Terra? Non troverei più il nipotino che ho lasciato...
– Hai letto il Regolamento? Cosa succede se fai errori di comportamento? –
Si mette a citare le principali norme sull'argomento:
– I tempi di permanenza in Purgatorio verranno raddoppiati o peggio in confronto al tempo dei debiti  computati all'ingresso. –
Lo so e accetto la norma. (Qui si tratta di pseudo eternità: che sia più o meno lunga, vale pur sempre la pena... in tutti i sensi!)
– Come ritoccherai il suolo terrestre - fantasma incorporeo ovviamente - tutte le tentazioni di peccare che avevi in vita si ripresenteranno. Starà a te trattenerti dal cadere nei tranelli dei peccati, grazie al corso di espiazione che stai frequentando. Se ci cadrai, ti assoggetterai al Malus di permanenza qui da computare a seconda delle infrazioni commesse in Terra. Occhio che potrebbe diventare un'eternità. Ricorda la base del Bonus, l'art. 1: non facciamoci riconoscere. –
Leggo nell'etere grigio con scomodità, sorvolo sulle norme scritte in piccolo; non mi fido ma porto la mano al cuore e affermo di sottoscrivere le condizioni.
– I tempi terrestri saranno come li conoscevi: ti è concessa una fascia oraria del domani terrestre di dodici ore, orario continuato: bonus ad Terram una tantum. –
Lo sguardo di congedo è indecifrabile.


Qui Terra

Sono sfebbrata. Eccomi nel mio vecchio paese marino, con il vento che mi fa salutare dalle palme, che non mi vedono da un anno. Per ricambiare, alzo al cielo quelle delle mie mani.
Davanti al mare, ci sono degli attrezzi ginnici dell'epoca della mia giovinezza. So che sono riuscita a fare la giravolta solo sino ai quarant'anni, prima di perdere man mano l'elasticità che avevo.
Ma adesso ci riprovo e... ci riesco. Wow! Il Purgatorio fa bene al fantasma del mio fisico.
C'è una novità: hanno finalmente dato la tinta alla panchine: blu mare, che belle. Stanno bene anche a bordo fiume dove un ragazzo che conosco, con le scarpe sulla panchina e appoggiato al parapetto, scorre sul cellulare immagini porno. Che disdetta! Un soffio di vento glielo ha strappato di mano... è finito in acqua. Scommetto che gli viene in mente un'altra volta che...
Ma adesso non mi può riconoscere.
Ecco l'Elvira, la donna vipera che sibila quello che ha pensato.. Quella volta che ho inciampato su un  tombino aperto per lavori in corso mi ha dileggiato per mesi. Ora è chiuso il tombino... No, è aperto! Bene.  E l'Elvira non se ne avvede e, disgraziatamente, imita il mio vecchio inciampo, storta compresa. Casualmente, da un'auto di passaggio, qualcuno, che di certo la conosce, ride.
Rido anch'io, poi smetto di colpo: sono arrivata da un'ora e ho già commesso almeno due infrazioni. Però godo nel vedere, oltre che dolorante, smarrita l'Elvira che ha sentito vicina a lei una risata derisoria senza capirne la provenienza.

Nel centro storico, Maura si dirige al solito bar. Peccato che non possa fermarmi a parlare con lei. Vado oltre, mentre lei respira il profumo di violette di una vecchia amica... Assunta... è un soffio e un sospiro alle mie spalle. Ma non ha riconosciuto me: soltanto il mio profumo preferito che le ha richiamato il mio ricordo.

Entro nella mia vecchia chiesetta, dalla statua della Madonna che pregavo sin da bambina. Non vedo nessuno nei pressi. Prego per i miei cari. Lo faccio anche dal Purgatorio, ma non è la stessa cosa. Un rimescolio di sensazioni mi fa scaturire lacrime che sanno di antico.
Uscendo, mi accorgo di un bambino che esclama: "Una candela si è accesa da sola: hai visto mamma?"
Mi dirigo nell'ufficio di mia figlia.
Entro senza chiavi e mi avvicino alla sua scrivania. Come sua abitudine, smanetta al computer con davanti a sé almeno dieci videate con mail cui rispondere, atti da presentare al Tribunale, mediazioni su liti da dirimere e quant'altro. 
Al solito, quando è sola, si concentra tenendo in bocca una ciocca di capelli. Glielo rimproveravo sempre: Ti fa male, quando sarai vecchia ti dovranno operare per toglierti dalla pancia una palla di capelli...  Peccato non potergliela togliere di bocca (Art. 1). 
Però le faccio una carezza sulla testa e vedo che si ferma, stupita di non sa che cosa e scorre lo sguardo in giro. Poi sorride, smette di mordere i capelli  e riparte col lavoro.

Esco e sento un bambino piangere e i singhiozzi li riconosco, ma è lontano rispetto a dove sono. Ci metto un po' ad arrivare nei paraggi, dove vedo un uomo in auto con in mano una piantina stradale. Parla con la moglie, cercano una strada. "Ecco! dice lui, andiamo avanti a destra cento metri e dopo a sinistra". Confuso a sua insaputa, svolta deciso nel viottolo a sinistra. Dopo poco, vedranno il bambino sul ciglio della strada. "Mi sono perso, sono lontano ma voglio arrivare al Teatro per la mia recita". So che lo accompagneranno. Vado anch'io là. L'ultima volta, Luca mi ha detto ridendo che solo io potevo spegnere l'interruttore delle luci della sala cercando la manovella per regolare le veneziane avvolgibili a tastoni.

Dov'è mio marito? Potrei cercarlo a vuoto e lui essere nel posto che ho appena lasciato. Di certo gli manco tantissimo e il suo cuore non avrà retto alla mia scomparsa. Per scaramanzia, faccio un giro al cimitero, ma gli occupanti della tomba di famiglia sono invariati. Mi fa effetto vedere la mia foto (bravi per la scelta, sono rimasta bene ) e le faccio una carezza; anche agli altri, che adesso so dove sono e sono certa resistano alla loro pena.
Mi fa piacere vedere i ciclamini rossi e bianchi, ben tenuti.
Guardo l'ora e provo a cercare il mio amato al bar in piazza, con i suoi amici. Infatti è là, a parlare di calcio, e non mi sembra cambiato troppo, a un'occhiata superficiale. Ma certo, si vede che ha quella ruga più profonda sopra il naso e negli occhi, sì, certamente, c'è un'ombra che mi rispecchia!
Smette persino di colpo di parlare e gli altri lo guardano in attesa... Mi fissa ma non mi vede... Si scuote e riprende il filo del discorso.
Decido di stare un po' con lui e sono lieta, in fondo, che la sua vita scorra indipendentemente dalla mia. Ognuno è un'entità unica. Se un'altra entità, che ci ha accompagnato nella buona e nella cattiva sorte, ci ha fatto del bene fino in fondo, ci ha anche lasciato le forze per il percorso in solitaria.
Intanto, lo bacio e lo accarezzo, e penso che si senta più sereno. Oppure è un'illusione, come lo sono io.
Ora come ora, mi resta il tempo di rispettare la promessa fatta al mio nipotino dodici mesi fa. Che sarei andata di nuovo a vederlo recitare coi compagni di scuola  a teatro in una parte più importante di quella che avevo visto e dove aveva avuto poche battute. "Ci sarò" gli avevo assicurato.


Luca è arrivato e di nuovo spia il pubblico dal lato destro del sipario in fondo. Manca mezz'ora, come l'anno prima. D'improvviso, le luci si spengono.
Il pubblico non capisce.  Pochi secondi e il brusio si interrompe perché si riaccendono. Intanto, come per un auto comando, le tapparelle si schiudono a far trapelare anch'esse maggiore luminosità. E io sono felice di vedere, non vista, il mio piccolo Luca dagli occhi ridenti e consapevoli, col viso incorniciato da un lembo del sipario rosso. Manca solo che gridi, felice: "Lo so che sei stata tu, nonna!"
Sì, piccolo mio. Però non credo che potrò tornare nel tuo mondo per queste recite, ma seguirò di certo, in qualche modo, le rappresentazioni vere della tua vita. E spegnerò e riaccenderò le luci per ricordarti, quando vivrai nel buio, e accadrà, che succede solo per l'assenza della luce, che poi torna. Sempre.


*
A proposito della traccia:

Traccia 1. - Giudice @L'illusoillusore
"La verità di un sogno"

Come potrebbe essere un giorno qualunque quello in cui la/il protagonista (lo spirito di una defunta) del vostro racconto si trova di fronte, in carne ed ossa, un personaggio (anzi, diversi personaggi: marito, figlia, amica ecc) uscito dritto dritto dai suoi sogni ( È un sogno, un desiderio della defunta rivedere i suoi cari, soprattutto il nipotino alla sua recita)? Non può esserlo e non lo sarà, grazie alla vostra fantasia!

BOA: alla fine del racconto non è consentito che il personaggio rientri nel sogno.( infatti, il sogno della defunta è realizzato "una tantum".)
Di sabbia e catrame è la vita:
o scorre o si lega alle dita.


Poeta con te - Tre spunti di versi

Re: [MI184] Bonus ad Terram una tantum

3
Eccomi, spero di fare un buon commento, soprattutto valido ai fini dl contest. 
Il tuo racconto mi pare sia "diviso" in due, la prima parte ha un ritmo vivace, decisamente ironico e originale sia per l'inserimento della figura di Catone, sia per il Bonus ad Terram una tantum :D .  Simpaticissimo lo scambio di battute tra la neomorta e la sua guida. L'uso di parole come "bannato" e "Privacy" sono delle vere ciliegine. Tra l'altro, inserire un personagggio storico e usare parole modernissime crea un bel contrasto. 
Catone, poi, sembra di vederlo in carne ed ossa, pare di sentirne la voce, il tono spartano ed espressivo. Brava.
La burocrazia non manca nemmeno nell'aldilà e: 
Poeta Zaza ha scritto: Leggo nell'etere grigio con scomodità, sorvolo sulle norme scritte in piccolo; non mi fido ma porto la mano al cuore e affermo di sottoscrivere le condizioni.
Affronti il tema della morte (o meglio dell'espiazione dell'anima) con leggerezza, mettendo in evidenza il desiderio umano di potere rivedere i propri cari; quel legame d'amore che sopravvive oltre la vita, e che le fa firmare le carte per il bonus ad occhi chiusi, o  meglio, con la mano sul cuore.  :D

Rivedere il mondo così com'era è un bel tuffo nella realtà.

La seconda parte ha un ritmo più lento ma è convincente. È dedicata ai sentimenti (il che contribuisce a rendere il testo più profondo). Anche poter ridere con soddisfazione dell'amica che inciampa fa parte di questi.  Il tuo personaggio mantiene la sua "umanità", ed è bello il legame che sperimenta ancora una volta con la sua famiglia. Quei tocchi che, seppure percepiti appena e rimasti incomprensibili per i viventi, risultano soddisfacenti per la neomorta. 
La chiusura
Poeta Zaza ha scritto: Sì, piccolo mio. Però non credo che potrò tornare nel tuo mondo per queste recite, ma seguirò di certo, in qualche modo, le rappresentazioni vere della tua vita. E spegnerò e riaccenderò le luci per ricordarti, quando vivrai nel buio, e accadrà, che succede solo per l'assenza della luce, che poi torna. Sempre.
 è decisamente poetica, e parla di speranza salvifica.
Piaciuto, brava

Re: [MI184] Bonus ad Terram una tantum

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Adel J. Pellitteri ha scritto: Eccomi, spero di fare un buon commento, soprattutto valido ai fini dl contest. 
Il tuo racconto mi pare sia "diviso" in due, la prima parte ha un ritmo vivace, decisamente ironico e originale sia per l'inserimento della figura di Catone, sia per il Bonus ad Terram una tantum :D .  Simpaticissimo lo scambio di battute tra la neomorta e la sua guida. L'uso di parole come "bannato" e "Privacy" sono delle vere ciliegine. Tra l'altro, inserire un personagggio storico e usare parole modernissime crea un bel contrasto. 
Catone, poi, sembra di vederlo in carne ed ossa, pare di sentirne la voce, il tono spartano ed espressivo. Brava.
La burocrazia non manca nemmeno nell'aldilà e:  Affronti il tema della morte (o meglio dell'espiazione dell'anima) con leggerezza, mettendo in evidenza il desiderio umano di potere rivedere i propri cari; quel legame d'amore che sopravvive oltre la vita, e che le fa firmare le carte per il bonus ad occhi chiusi, o  meglio, con la mano sul cuore.  :D

Rivedere il mondo così com'era è un bel tuffo nella realtà.

La seconda parte ha un ritmo più lento ma è convincente. È dedicata ai sentimenti (il che contribuisce a rendere il testo più profondo). Anche poter ridere con soddisfazione dell'amica che inciampa fa parte di questi.  Il tuo personaggio mantiene la sua "umanità", ed è bello il legame che sperimenta ancora una volta con la sua famiglia. Quei tocchi che, seppure percepiti appena e rimasti incomprensibili per i viventi, risultano soddisfacenti per la neomorta. 
La chiusura  è decisamente poetica, e parla di speranza salvifica.
Piaciuto, brava
Come mi piace questa interpretazione del mio brano! Grazie, cara @Adel J. Pellitteri :flower:
Di sabbia e catrame è la vita:
o scorre o si lega alle dita.


Poeta con te - Tre spunti di versi

Re: [MI184] Bonus ad Terram una tantum

5
Poeta Zaza ha scritto: Sono preda della della febbre
Refuso
Poeta Zaza ha scritto: infatti, dà l'impressione di stare in purgatorio come un pesce nell'acqua: fra le sue e le altrui espiazioni da guidare, controllare e seguire ci sguazza. 
Ti è scappata la minuscola a inizio periodo. 
Inoltre, dopo seguire, io vedrei bene una virgola.
Poeta Zaza ha scritto: – Ma se è un anno terrestre che sei morta! Sei appena arrivata e arrivi subito a rompere coi sussidi!?
Anche se (lo ripeto sempre) le battute sono di chi le fa, non dell'autore, e gli "errori" potrebbero essere voluti e caratterizzzanti il personaggio, io, qui, consiglierei un Catone dall'eloquio impeccabile: ...Sei appena arrivata e subito ti metti a rompere coi sussidi?
Poeta Zaza ha scritto: non mi fido ma porto la mano al cuore e affermo di sottoscrivere le condizioni.
Farei precedere il "ma" da una virgola. Per rafforzare l'avversativa.
(Tuttavia, non sono un fanatico di questo aspetto. Ad esempio, poco più su c'era un bel: Non c'è mal comune mezzo gaudio ma si evitano, con questo, pietose e tardive scuse che, secondo me, non aveva alcun bisogno di rafforzativi, proprio per la sua linearità concettuale. Non so, per me si tratta proprio di una questione di interpretazione "recitativa" - consentimi di mutuare questo termine da altri ambiti - del testo...)
Poeta Zaza ha scritto: C'è una novità: hanno finalmente dato la tinta alla panchine
Refuso.
Poeta Zaza ha scritto: Ecco l'Elvira, la donna vipera che sibila quello che ha pensato..
Doppio punto.
Poeta Zaza ha scritto: Intanto, come per un auto comando, le tapparelle si schiudono (...)
un auto comando non mi piace granché. Il concetto è chiaro, ma trovo che non si addica alla similitudine.
Proporrei: Intanto, come per magia, le tapparelle si schiudono... La similitudine ci sta, perché per il lettore è chiaro che questa non è magia. È l'azione della visitatrice.
Oppure: Intanto, schiudo le tapparelle e faccio ancor più luce
Proprio così: ha commesso infrazioni per sciocca rivalsa, vuoi che non lo ostenti, se ne fa un'ulteriore per Luca?  ;)

Ok, fin qui un po' di pulci alla scrittura.

Per quanto riguarda la storia: davvero carina, toccante e... intrigante. Quel tono semiserio iniziale che poi sfuma nello struggente mi lascia addosso propio la rassegnata e dolce tristezza che prova la visitatrice-una tantum.
Non so se considerarla una prospettiva consolatoria o terribile, questo Purgatorio, con il suo Bonus ad Terram. Certo, sentir dire da una trapassata che la luce ...torna. Sempre. è bello. Ma, personalmente, preferirei potermi abbandonare ad un insensibile e buddistico nulla (semplifico), illusoriamente certo che la luce torna sempre, sì, ma che i percorsi per rivederla accesa sono ardui, e assistere impotenti alle sofferenze di chi ci sopravvive, se davvero (com'è vero) non ci possiamo fare nulla, può essere la vera e ineffabile pena che ci dannerà.
Brava, brava, comunque. È il primo racconto di questo contest che leggo e mi pare che si inizi davvero bene!

Re: [MI184] Bonus ad Terram una tantum

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A margine, a matita chiara chiara (ché non vorrei influenzare l'autore della traccia, unico cui compete giudicare in merito), trovo che la boa non sia rigorosamente rispettata, a dispetto della tua cavillosa apologia sotto spoiler :asd: .
Cosa penso davvero
Scherzo, naturalmente: hai giocato con il senso della boa e lo hai interpretato. Per me va bene. Si potrà discutere se davvero la tua protagonista è divenuta reale, se si può interpretare quel suo auto-sognarsi nel mondo dei vivi come sogno che si fa realtà. Ma sulla boa c'è poco da dire, lei non rientrerà (mai più) nel sogno. La boa non è violata, secondo me.
 

Re: [MI184] Bonus ad Terram una tantum

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queffe ha scritto: Per quanto riguarda la storia: davvero carina, toccante e... intrigante. Quel tono semiserio iniziale che poi sfuma nello struggente mi lascia addosso propio la rassegnata e dolce tristezza che prova la visitatrice-una tantum.
Non so se considerarla una prospettiva consolatoria o terribile, questo Purgatorio, con il suo Bonus ad Terram. Certo, sentir dire da una trapassata che la luce ...torna. Sempre. è bello. Ma, personalmente, preferirei potermi abbandonare ad un insensibile e buddistico nulla (semplifico), illusoriamente certo che la luce torna sempre, sì, ma che i percorsi per rivederla accesa sono ardui, e assistere impotenti alle sofferenze di chi ci sopravvive, se davvero (com'è vero) non ci possiamo fare nulla, può essere la vera e ineffabile pena che ci dannerà.
Brava, brava, comunque. È il primo racconto di questo contest che leggo e mi pare che si inizi davvero bene!
Ma grazie! @queffe    :arrossire:  

Anche per la segnalazione dei refusi: mai fatti così tanti in un racconto solo...  :facepalm:
Di sabbia e catrame è la vita:
o scorre o si lega alle dita.


Poeta con te - Tre spunti di versi

Re: [MI184] Bonus ad Terram una tantum

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Ciao @Poeta Zaza

Questo racconto lo suddividerei in due parti ben distinte. La prima, nel purgatorio, con la poesia introduttiva che parla di “neomorti”. Termine quest’ultimo che personalmente non mi attira molto, sa troppo di acquisizione di modi di dire volti a qualunque situazione, anche quelle che potrebbero qualificarsi come indefinibili. Questi neomorti sembra quindi che abbiano un futuro una nuova vita dopo la morte e pare abbiano la possibilità, previo bonus, di un ritorno alla Terra, anche se per pochissimo tempo e previo il rispetto di regole.
Però non riesco a farmi affascinare da questa possibilità, per quanto desiderabile o almeno la vedo possibile, ma in modo diverso, una sorta di ulteriore occasione ma non sulla Terra conosciuta, bensì in un'altra totalmente simile e totalmente diversa. Ma è solo un mio pensiero.
Catone, il guardiano del purgatorio dantesco e il suo motto latino di Seneca mi piace, per quanto mi ricordi il troppo uso che si è fatto del motto in varie occasioni, pure in alcuni reparti delle Forze Armate, ad esempio l’Aereonautica. Beninteso che ci può stare ma ho qualche remora nel constatare che Catone lo usi come un “mantra” (buddista?) e che poi non abbia mai “bannato” nessuno  che trasgredisse le regole per spedirlo negli Inferi. Espressioni appropriate, però le trovo un po’ troppo oltre le righe. Dalle parti del purgatorio ci vedrei un linguaggio diverso, nel senso che stride con la profondità infinita del concetto in generale.
Un po’ come se ci fossero anime di ragazzini che si lamentassero per la mancanza di connessione.
Poeta Zaza ha scritto: Non c'è mal comune mezzo gaudio
Questo ulteriore proverbio, la sua negazione, sembra avvalorare la precedente spiegazione che si è soli nel purgatorio, pur attorniati da infinite anime. L’unico contatto a quanto pare è con il guardiano. Una prospettiva  alquanto triste e crudele, niente amici, conoscenti, estranei. Quasi preferibile l’inferno a questo punto, almeno sembra ci sia un po’ più di movimento.
Poeta Zaza ha scritto: La sua risposta era stata una presa in giro lapidaria: "Privacy!"
Speriamo che almeno una volta lasciata questa terra, che in sé è bellissima, soltanto rovinata da una certa categoria di uomini, questo termine e innumerevoli altri non abbiano più senso.
Poeta Zaza ha scritto: Per i neomorti, comunque, ho da poco scoperto che è previsto un bonus per fare un passaggio in Terra a rivedere fugacemente i propri cari,
Eh già.  I bonus. Sono termini con i quali abbiamo a che fare quotidianamente. 
Come anche:
Poeta Zaza ha scritto: Anche se sarà "una tantum": un sogno irripetibile.
Avrei ancora da dire su altre allocuzioni  della prima parte, non tanto per la forma letterale con cui sono state espresse, sempre corrette e ineccepibili e con senso dell’humor. Il fatto è che io non riesco a partecipare pienamente, immedesimarmi in questo contesto. La tua protagonista, fin qui, non mi da l’impressione di essere in purgatorio ma in una sorta di "stage", un apprendistato con regole, prescrizioni, penalità e modi di dire molto simili alla vita ordinaria.

Diversa è la seconda parte, che preferisco di gran lunga e da dove forse avrei fatto iniziare direttamente il racconto, senso dell’humor compreso come
Poeta Zaza ha scritto: Wow! Il Purgatorio fa bene al fantasma del mio fisico.
Il resto è tutto plausibile, a misura d’uomo, pur rivisitato dall’aldilà. Gli incontri della protagonista, i cambiamenti che vede nel suo luogo di provenienza, le sue piccole divertenti vendette nonché infrazioni al regolamento del purgatorio che le sono state raccomandate, gli odori che risente.
Molto bella la scena della chiesa, il bambino, la candela, bellissima la scena della figlia, dove la ragazza sta davanti al computer con una ciocca di capelli in bocca. Un quadro vivido, esplicativo di un carattere con pochi sapienti tocchi.
Come altrettanto definierei la scena dell’incontro con il marito al bar, in piazza con gli amici.
Poeta Zaza ha scritto: Guardo l'ora e provo a cercare il mio amato al bar in piazza, con i suoi amici. Infatti è là, a parlare di calcio, e non mi sembra cambiato troppo, a un'occhiata superficiale. Ma certo, si vede che ha quella ruga più profonda sopra il naso e negli occhi, sì, certamente, c'è un'ombra che mi rispecchia!
Smette persino di colpo di parlare e gli altri lo guardano in attesa... Mi fissa ma non mi vede... Si scuote e riprende il filo del discorso.
Decido di stare un po' con lui e sono lieta, in fondo, che la sua vita scorra indipendentemente dalla mia. Ognuno è un'entità unica. Se un'altra entità, che ci ha accompagnato nella buona e nella cattiva sorte, ci ha fatto del bene fino in fondo, ci ha anche lasciato le forze per il percorso in solitaria.
A parte il finale con il "percorso in solitaria", che mi ricorda una gara ciclistica (forse sono eccessivo, avrei semplicemente messo: "da soli", in alcuni particolari melanconici ho avvertito reminiscenze di qualche racconto di Pavese, scrittore che amo molto, delle Langhe come te, luogo che amo moltissimo per esserci nato.
In questo testo la tua vena poetica si è unita a quella piacevolmente umoristica e a tratti a una certa profondità introspettiva man mano che ti addentravi nella storia.
Non è da tutti questo particolare eclettismo. I miei complimenti.
Si salveranno solo coloro che resisteranno e disobbediranno a oltranza, il resto perirà.
(Apocalisse di S. Giovanni)

Re: [MI184] Bonus ad Terram una tantum

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Alberto Tosciri ha scritto: l fatto è che io non riesco a partecipare pienamente, immedesimarmi in questo contesto. La tua protagonista, fin qui, non mi da l’impressione di essere in purgatorio ma in una sorta di "stage", un apprendistato con regole, prescrizioni, penalità e modi di dire molto simili alla vita ordinaria.

Diversa è la seconda parte, che preferisco di gran lunga e da dove forse avrei fatto iniziare direttamente il racconto, senso dell’humor compreso come
Alberto Tosciri ha scritto: Il resto è tutto plausibile, a misura d’uomo, pur rivisitato dall’aldilà. Gli incontri della protagonista, i cambiamenti che vede nel suo luogo di provenienza, le sue piccole divertenti vendette nonché infrazioni al regolamento del purgatorio che le sono state raccomandate, gli odori che risente.
Molto bella la scena della chiesa, il bambino, la candela, bellissima la scena della figlia, dove la ragazza sta davanti al computer con una ciocca di capelli in bocca. Un quadro vivido, esplicativo di un carattere con pochi sapienti tocchi.
Come altrettanto definierei la scena dell’incontro con il marito al bar, in piazza con gli amici.
Alberto Tosciri ha scritto: A parte il finale con il "percorso in solitaria", che mi ricorda una gara ciclistica (forse sono eccessivo, avrei semplicemente messo: "da soli", in alcuni particolari melanconici ho avvertito reminiscenze di qualche racconto di Pavese, scrittore che amo molto, delle Langhe come te, luogo che amo moltissimo per esserci nato.
Alberto Tosciri ha scritto: In questo testo la tua vena poetica si è unita a quella piacevolmente umoristica e a tratti a una certa profondità introspettiva man mano che ti addentravi nella storia.
Non è da tutti questo particolare eclettismo. I miei complimenti.
Ti ringrazio del tuo pensiero sul mio lavoro, e gradisco i tuoi apprezzamenti, @Alberto Tosciri   :)
Di sabbia e catrame è la vita:
o scorre o si lega alle dita.


Poeta con te - Tre spunti di versi

Re: [MI184] Bonus ad Terram una tantum

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Scusate se intervengo. :)
queffe ha scritto: A margine, a matita chiara chiara (ché non vorrei influenzare l'autore della traccia, unico cui compete giudicare in merito), trovo che la boa non sia rigorosamente rispettata, a dispetto della tua cavillosa apologia sotto spoiler :asd: .
Vorrei chiedere a @L'illusoillusore spiegazioni. Ma la questione che pongo è che da una parte si affermi che "Non può esserlo e non lo sarà, grazie alla vostra fantasia!"  ma da altra parte si chieda che "alla fine del racconto non è consentito che il personaggio rientri nel sogno". 


Comunque a parte questo, devo purtroppo notare che la traccia dice: "Come potrebbe essere un giorno qualunque quello in cui la/il protagonista del vostro racconto si trova di fronte, in carne ed ossa, un personaggio uscito dritto dritto dai suoi sogni?"


Nel testo di @Poeta Zaza vi è una chiara inversione di ruoli. La defunta è la protagonista che parla dei vivi e delle sue impressioni, quando, lo sconcerto di ritrovarsi la persona dei propri sogni, deve essere invocata dalla protagonista persona che vive nella realtà. D'altronde: "l’impossibile si è realizzato: è qui e cammina con noi! Perché? Com’è successo? Cosa accadrà?


In questo racconto non vi è niente di tutto questo. Sinceramente.  
Tratti di pioggia sopra Auschwitz. Tra oblio e orgoglio

Re: [MI184] Bonus ad Terram una tantum

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Una storia delicata e divertente, nonostante non rispetti certe regole narrative, quelle di Dara Marx per esempio, e che ritroviamo in ogni storia, film, romanzo...
La tua si legge con curiosità, si appoggia sul cuore e suscita speranza. Hai trattato con un leggero umorismo il tema della morte.
Ciò che ne ho ricavato e una consapevolezza. C'è una linea invisibile a cui tutti noi umani ci aggrappiamo stretti stretti: la speranza che dopo ci sia qualcuno pronto a regalarci un bonus ad terram.
Davvero piaciuta molto @Poeta Zaza 

Re: [MI184] Bonus ad Terram una tantum

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Ciao @Poeta Zaza
ti sei cimentata in un racconto articolato e hai tenuto la trama, inserendo anche spunti divertenti.
Qualche nota:
Poeta Zaza ha scritto: Sono preda della della febbre fredda
Refuso
Poeta Zaza ha scritto: lui che era stato, in vita, uno strenuo difensore dell'etica, della morale e della frugalità del vivere, non ha dovuto neppure impegnarsi più di tanto
A mio parere il 'neppure' è superfluo e fuorviante.
Poeta Zaza ha scritto: So sempre cosa sto espiando
Questa te la annoto anche se non è un errore, ma in una spiegazione generica, questa frase in prima persona mi ha un po' disturbata. Vedi tu.
Poeta Zaza ha scritto: Però si soffre da soli ed è una pena in più. Non si possono trovare amici, conoscenti estranei...  perché è vietato riconoscerci... tutto rimandato a posti migliori
Interessante!
Poeta Zaza ha scritto: nonché imbarazzi dell'altro mondo
Divertente!
Poeta Zaza ha scritto: Per i neomorti, comunque, ho da poco scoperto che è previsto un bonus per fare un passaggio in Terra
Poeta Zaza ha scritto: Ma se è un anno terrestre che sei morta
Poeta Zaza ha scritto: Perché aspettare di averlo tra dieci anni sulla Terra?
Specificando che è per i neomorti il bonus, perde in efficacia il dialogo, secondo me era preferibile scrivere "per tutte le anime del purgatorio".
Poeta Zaza ha scritto: la tinta alla panchine
Refusino
Poeta Zaza ha scritto: vedo un uomo in auto con in mano una piantina stradale. Parla con la moglie, cercano una strada. "Ecco! dice lui, andiamo avanti a destra cento metri e dopo a sinistra". Confuso a sua insaputa, svolta deciso nel viottolo a sinistra. Dopo poco, vedranno il bambino sul ciglio della strada. "Mi sono perso, sono lontano ma voglio arrivare al Teatro per la mia recita". So che lo accompagneranno
Mi sfugge questa immagine. Il bambino che si perde nel paese... Strano, per quanto sia grande il paese, trattandosi di un bambino, i genitori lo lasceranno andare da solo su percorsi sicuri e conosciuti, poi, se ha una recita, improbabile che non lo accompagnino. Degli sconosciuti in macchina che seguono le strade con una mappa lo accompagnano? Perché il bambino dovrebbe chiedere aiuto a due sconosciuti? Secondo me è rivedibile.
Poeta Zaza ha scritto: E spegnerò e riaccenderò le luci per ricordarti, quando vivrai nel buio, e accadrà, che succede solo per l'assenza della luce, che poi torna. Sempre.
Bella frase di speranza.

Il racconto si legge bene, ho dubbi sull'aderenza alla traccia. Non leggo il sogno e impossibilità di rientrarci, a meno che io non abbia travisato del tutto il contenuto.

A rileggerti.
Buon contest.
<3

Re: [MI184] Bonus ad Terram una tantum

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Caro @bestseller2020  La risposta di @queffe  era una battuta; quella vera era sotto spoiler:
queffe ha scritto: A margine, a matita chiara chiara (ché non vorrei influenzare l'autore della traccia, unico cui compete giudicare in merito), trovo che la boa non sia rigorosamente rispettata, a dispetto della tua cavillosa apologia sotto spoiler :asd: .
Cosa penso davvero
Scherzo, naturalmente: hai giocato con il senso della boa e lo hai interpretato. Per me va bene. Si potrà discutere se davvero la tua protagonista è divenuta reale, se si può interpretare quel suo auto-sognarsi nel mondo dei vivi come sogno che si fa realtà. Ma sulla boa c'è poco da dire, lei non rientrerà (mai più) nel sogno. La boa non è violata, secondo me.
 
Scherzo, naturalmente: hai giocato con il senso della boa e lo hai interpretato. Per me va bene. Si potrà discutere se davvero la tua protagonista è divenuta reale, se si può interpretare quel suo auto-sognarsi nel mondo dei vivi come sogno che si fa realtà. Ma sulla boa c'è poco da dire, lei non rientrerà (mai più) nel sogno. La boa non è violata, secondo me.

Questa sopra è l'opinione di @queffe sotto spoiler.

Dovresti leggere con più attenzione.  :occhiali:

Anche qui sbagli, dove dici:
bestseller2020 ha scritto: mer ott 16, 2024 8:13 pmLa defunta è la protagonista che parla dei vivi e delle sue impressioni, quando, lo sconcerto di ritrovarsi la persona dei propri sogni, deve essere invocata dalla protagonista persona che vive nella realtà.
Il Giudice non ha detto che la protagonista debba essere una persona che vive nella realtà!

La traccia recita:

Come potrebbe essere un giorno qualunque quello in cui la/il protagonista del vostro racconto si trova di fronte, in carne ed ossa, un personaggio uscito dritto dritto dai suoi sogni? 

Nella traccia, inoltre, il Giudice @L'illusoillusore dà dei consigli, suggerimenti, esempi; fa domande pleonastiche, che aiutino l'ispirazione dello scrittore, che son queste:

Che si tratti del sosia sognato di una persona vera, di un mostro, di Topolino, o di quel che volete, l’impossibile si è realizzato: è qui e cammina con noi! Perché? Com’è successo? Cosa accadrà?

Non sono vincoli!

:libro:  
Di sabbia e catrame è la vita:
o scorre o si lega alle dita.


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Re: [MI184] Bonus ad Terram una tantum

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@Modea72   :)

Grazie delle gradite note e dell'apprezzamento.

Modea72 ha scritto: Il racconto si legge bene, ho dubbi sull'aderenza alla traccia. Non leggo il sogno e impossibilità di rientrarci, a meno che io non abbia travisato del tutto il contenuto.
A questo proposito, per la dovuta chiarezza, visto che probabilmente non l'hai letto, ti copio-incollo il mio spoiler finale al racconto, questo:


A proposito della traccia:

Traccia 1. - Giudice @L'illusoillusore
"La verità di un sogno"

Come potrebbe essere un giorno qualunque quello in cui la/il protagonista (lo spirito di una defunta) del vostro racconto si trova di fronte, in carne ed ossa, un personaggio (anzi, diversi personaggi: marito, figlia, amica ecc) uscito dritto dritto dai suoi sogni ( È un sogno, un desiderio della defunta rivedere i suoi cari, soprattutto il nipotino alla sua recita)? Non può esserlo e non lo sarà, grazie alla vostra fantasia!

BOA: alla fine del racconto non è consentito che il personaggio rientri nel sogno.( infatti, il sogno della defunta è realizzato "una tantum".)
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Re: [MI184] Bonus ad Terram una tantum

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Albascura ha scritto: Una storia delicata e divertente, nonostante non rispetti certe regole narrative, quelle di Dara Marx per esempio, e che ritroviamo in ogni storia, film, romanzo...
La tua si legge con curiosità, si appoggia sul cuore e suscita speranza. Hai trattato con un leggero umorismo il tema della morte.
Ciò che ne ho ricavato e una consapevolezza. C'è una linea invisibile a cui tutti noi umani ci aggrappiamo stretti stretti: la speranza che dopo ci sia qualcuno pronto a regalarci un bonus ad terram.
Davvero piaciuta molto @Poeta Zaza 
Grazie, @Albascura :flower:
Tra l'altro, mi hai incuriosito con le regole di Dara Marx, anche se non penso lo stile di un autore, anche modesto come me, debba legarvi la propria narrazione comunque.  :libro:
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Re: [MI184] Bonus ad Terram una tantum

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Poeta Zaza ha scritto: Tra l'altro, mi hai incuriosito con le regole di Dara Marx,
Non si tratta dello stile. Giusto per alimentare la tua curiosità...
Gli studi di Dara Marx, di Chris Vogler ecc., contengo concetti  che evidenziano cosa accomuna la letteratura greca, tutti i grandi romanzi classici, qualsiasi storia, anche orale, quello che  accomuna tutta la letteratura è che una storia è una storia se contiene certi elementi sempre riproposti ma sempre unici e originali, Tipo:
Un protagonista, un conflitto interno o esterno, un momento tragico, la crescita personale, un finale tragico o positivo. 
Li elenco per sommi capi, altrimenti sarebbe troppo lungo il commento.
L'odissea, i promessi sposi, qualsiasi serie Netflix, film moderni, fiabe, racconti di qualsiasi genere, funzionano nel merito di certe dinamiche narrative che si srotolano in tutte le trame.

Re: [MI184] Bonus ad Terram una tantum

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Ciao @Poeta Zaza .
Poeta Zaza ha scritto: Il Giudice non ha detto che la protagonista debba essere una persona che vive nella realtà!
Se non vivesse nella realtà mi spieghi come potrebbe incontrare Topolino in carne e ossa? Mi pare invece chiarissimo che la protagonista incontra la persona dei suoi sogni e che non può essere in vita. Sennò che sgomento proverebbe? Dove sarebbe la morale della favola della traccia, o compito, se preferisci, di mettere in evidenza lo scontro tra realtà e surreale. Poi, di quale incontro parliamo dato che lei non viene vista da nessuno e appare in incognito?  La traccia dice "
Poeta Zaza ha scritto: Come potrebbe essere un giorno qualunque quello in cui la/il protagonista del vostro racconto si trova di fronte, in carne ed ossa, un personaggio uscito dritto dritto dai suoi sogni? 
Questo passo è chiarissimo. Il personaggio vive la realtà e incontra chi non dovrebbe stare nella realtà. Si parla di incontri che servono a creare quel dibattito necessario per: "[font="Open Sans", "Segoe UI", Tahoma, sans-serif]Che si tratti del sosia sognato di una persona vera, di un mostro, di Topolino, o di quel che volete, l’impossibile si è realizzato: è qui e cammina con noi! Perché? Com’è successo? Cosa accadrà?"

Cosa sarebbe scaturito da questo incontro se lei non è stata vista da nessuno?
Io credo che debba essere il racconto ad adeguarsi alla traccia e non il contrario...  Mi spiace che debba dirtelo io! Ciao, è solo un gioco. <3[/font]
Tratti di pioggia sopra Auschwitz. Tra oblio e orgoglio

Re: [MI184] Bonus ad Terram una tantum

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@bestseller2020   :)

Hai solo da attendere se il mio racconto verrà ammesso dal Giudice della traccia oppure no.

Che cito per perorare la mia causa: @L'illusoillusore  

Ti ribadisco solo che non c'è scritto che la persona protagonista debba essere in vita e io narro di un fantasma del Purgatorio, che ha i suoi sogni, dove si vede proiettata sulla Terra per un'ultima volta, a visitare i suoi cari. Soprattutto, sogna di mantenere la promessa fatta al nipotino Luca, di andare ancora a vederlo recitare. E ci va, e si fa riconoscere così:
Poeta Zaza ha scritto: Intanto, come per un auto comando, le tapparelle si schiudono a far trapelare anch'esse maggiore luminosità. E io sono felice di vedere, non vista, il mio piccolo Luca dagli occhi ridenti e consapevoli, col viso incorniciato da un lembo del sipario rosso. Manca solo che gridi, felice: "Lo so che sei stata tu, nonna!"
Nella sua innocenza, il piccolo è sicuro che ci sia la nonna, venuta a vederlo recitare, come promesso. L'incontro c'è stato. Lei è stata "vista" dal nipotino.
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Re: [MI184] Bonus ad Terram una tantum

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Ciao @Poeta Zaza 
Poeta Zaza ha scritto: Ti ribadisco solo che non c'è scritto che la persona protagonista debba essere in vita e io narro di un fantasma del Purgatorio, che ha i suoi sogni, dove si vede proiettata sulla Terra per un'ultima volta, a visitare i suoi cari. Soprattutto, sogna di mantenere la promessa fatta al nipotino Luca, di andare ancora a vederlo recitare. E ci va, e si fa riconoscere così:
Sono i vivi che sognano... Infatti, la protagonista deve incontrare  una persona dei suoi sogni, che potrebbe essere anche una persona di "fantasia"... Non poteva  essere il contrario. Infatti, "Topolino" persona di fantasia, non poteva raccontare la sua esperienza di incontrare la persona dei suoi sogni e sbigottirsi. Al contrario, la persona reale, all'incontro con il frutto dei suoi sogni, avrebbe compiuto quel percorso mentale e di azione, richiesto dalla traccia. Ribadisco che sei fuori da quello richiesto. Si faccio notare che è la seconda volta che contesti il mio commento e non ti è consentito.
Ciao. :asd:
Tratti di pioggia sopra Auschwitz. Tra oblio e orgoglio

Re: [MI184] Bonus ad Terram una tantum

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Ciao @Poeta Zaza è stato un periodo impegnativo per me  e mi risolvo solo oggi a leggere (ri-leggere) i racconti, quindi scusa il ritardo.
Il tuo è un racconto che ho trovato delizioso fin dalla prima lettura. Mi piace quel tocco d’ironia che hai usato nella prima parte ma, soprattutto, ho trovato molto convincente la seconda. Chi non vorrebbe avere un “bonus una tantum” per vedere di nascosto l’effetto che fa”?  Devo dire che parte conclusiva, da nonna, mi ha fatto commuovere. Complimenti  :love:

Re: [MI184] Bonus ad Terram una tantum

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@Monica ha scritto: Ciao @Poeta Zaza è stato un periodo impegnativo per me  e mi risolvo solo oggi a leggere (ri-leggere) i racconti, quindi scusa il ritardo.
Il tuo è un racconto che ho trovato delizioso fin dalla prima lettura. Mi piace quel tocco d’ironia che hai usato nella prima parte ma, soprattutto, ho trovato molto convincente la seconda. Chi non vorrebbe avere un “bonus una tantum” per vedere di nascosto l’effetto che fa”?  Devo dire che parte conclusiva, da nonna, mi ha fatto commuovere. Complimenti  :love:
@@Monica  Grazie!  :arrossire:
Di sabbia e catrame è la vita:
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