Traccia 1 *
"La verità di un sogno"
[MI184] Bonus ad Terram una tantum
I neomorti
hanno tutta una vita
alle spalle
e una strada perenne
davanti
- nel momento che brilla -
in natura
compiuta
- la fine. -
I neomorti
hanno un loro ritorno
inatteso
- incorporeo frangente
improvviso
- come sprazzi fulgenti -
mai visti “dopo”
nei cieli persi.
Purgatorio
Sono preda della della febbre fredda che è la pena di turno. Non c'è rimedio: il cupo guardiano Catone è intransigente. Per assurdo, lui che era stato, in vita, uno strenuo difensore dell'etica, della morale e della frugalità del vivere, non ha dovuto neppure impegnarsi più di tanto per soppesare le colpe altrui coi parametri terrestri che si è portato dietro.
"La verità di un sogno"
[MI184] Bonus ad Terram una tantum
I neomorti
hanno tutta una vita
alle spalle
e una strada perenne
davanti
- nel momento che brilla -
in natura
compiuta
- la fine. -
I neomorti
hanno un loro ritorno
inatteso
- incorporeo frangente
improvviso
- come sprazzi fulgenti -
mai visti “dopo”
nei cieli persi.
Purgatorio
Sono preda della della febbre fredda che è la pena di turno. Non c'è rimedio: il cupo guardiano Catone è intransigente. Per assurdo, lui che era stato, in vita, uno strenuo difensore dell'etica, della morale e della frugalità del vivere, non ha dovuto neppure impegnarsi più di tanto per soppesare le colpe altrui coi parametri terrestri che si è portato dietro.
infatti, dà l'impressione di stare in purgatorio come un pesce nell'acqua: fra le sue e le altrui espiazioni da guidare, controllare e seguire ci sguazza.
Il suo fine pena gli darà dei problemi: ben lo sa e ben gli sta!
Questo è l'etere grigio dove si espia a termine il dolore causato ad altri con le nostre azioni in vita.
So sempre cosa sto espiando. Per aspera ad astra è il mantra del custode che, ha detto, non ha mai bannato nessuno, cacciandolo negli Inferi. "Sinora" aggiunge sempre, con quella grevità che non è mai posa in lui.
Però si soffre da soli ed è una pena in più. Non si possono trovare amici, conoscenti estranei... perché è vietato riconoscerci... tutto rimandato a posti migliori.
L'espiazione è individuale apposta. Non c'è mal comune mezzo gaudio ma si evitano, con questo, pietose e tardive scuse, nonché imbarazzi dell'altro mondo. Letteralmente, siamo chiusi in noi stessi e vediamo gli altri come fantasmi senza volto e senza voce. L'unico con cui comunichiamo è il suddetto guardiano. Il mio primo "perché" a Catone riguardava proprio questa impossibile ricerca. La sua risposta era stata una presa in giro lapidaria: "Privacy!"
Per i neomorti, comunque, ho da poco scoperto che è previsto un bonus per fare un passaggio in Terra a rivedere fugacemente i propri cari, magari lasciati di colpo, all'improvviso. È un sogno che si realizza per un giorno: rivedere i propri cari in carne e ossa; un aiuto importante per seguire meglio, dopo, tutto il sentiero della purificazione interiore. Anche se sarà "una tantum": un sogno irripetibile.
– Catone, per favore, vorrei iscrivermi per il "Bonus ad terram una tantum".
– Ma se è un anno terrestre che sei morta! Sei appena arrivata e arrivi subito a rompere coi sussidi!?
– Perché aspettare di averlo tra dieci anni sulla Terra? Non troverei più il nipotino che ho lasciato...
– Hai letto il Regolamento? Cosa succede se fai errori di comportamento? –
Questo è l'etere grigio dove si espia a termine il dolore causato ad altri con le nostre azioni in vita.
So sempre cosa sto espiando. Per aspera ad astra è il mantra del custode che, ha detto, non ha mai bannato nessuno, cacciandolo negli Inferi. "Sinora" aggiunge sempre, con quella grevità che non è mai posa in lui.
Però si soffre da soli ed è una pena in più. Non si possono trovare amici, conoscenti estranei... perché è vietato riconoscerci... tutto rimandato a posti migliori.
L'espiazione è individuale apposta. Non c'è mal comune mezzo gaudio ma si evitano, con questo, pietose e tardive scuse, nonché imbarazzi dell'altro mondo. Letteralmente, siamo chiusi in noi stessi e vediamo gli altri come fantasmi senza volto e senza voce. L'unico con cui comunichiamo è il suddetto guardiano. Il mio primo "perché" a Catone riguardava proprio questa impossibile ricerca. La sua risposta era stata una presa in giro lapidaria: "Privacy!"
Per i neomorti, comunque, ho da poco scoperto che è previsto un bonus per fare un passaggio in Terra a rivedere fugacemente i propri cari, magari lasciati di colpo, all'improvviso. È un sogno che si realizza per un giorno: rivedere i propri cari in carne e ossa; un aiuto importante per seguire meglio, dopo, tutto il sentiero della purificazione interiore. Anche se sarà "una tantum": un sogno irripetibile.
– Catone, per favore, vorrei iscrivermi per il "Bonus ad terram una tantum".
– Ma se è un anno terrestre che sei morta! Sei appena arrivata e arrivi subito a rompere coi sussidi!?
– Perché aspettare di averlo tra dieci anni sulla Terra? Non troverei più il nipotino che ho lasciato...
– Hai letto il Regolamento? Cosa succede se fai errori di comportamento? –
Si mette a citare le principali norme sull'argomento:
– I tempi di permanenza in Purgatorio verranno raddoppiati o peggio in confronto al tempo dei debiti computati all'ingresso. –
– I tempi di permanenza in Purgatorio verranno raddoppiati o peggio in confronto al tempo dei debiti computati all'ingresso. –
Lo so e accetto la norma. (Qui si tratta di pseudo eternità: che sia più o meno lunga, vale pur sempre la pena... in tutti i sensi!)
– Come ritoccherai il suolo terrestre - fantasma incorporeo ovviamente - tutte le tentazioni di peccare che avevi in vita si ripresenteranno. Starà a te trattenerti dal cadere nei tranelli dei peccati, grazie al corso di espiazione che stai frequentando. Se ci cadrai, ti assoggetterai al Malus di permanenza qui da computare a seconda delle infrazioni commesse in Terra. Occhio che potrebbe diventare un'eternità. Ricorda la base del Bonus, l'art. 1: non facciamoci riconoscere. –
Leggo nell'etere grigio con scomodità, sorvolo sulle norme scritte in piccolo; non mi fido ma porto la mano al cuore e affermo di sottoscrivere le condizioni.
– I tempi terrestri saranno come li conoscevi: ti è concessa una fascia oraria del domani terrestre di dodici ore, orario continuato: bonus ad Terram una tantum. –
– Come ritoccherai il suolo terrestre - fantasma incorporeo ovviamente - tutte le tentazioni di peccare che avevi in vita si ripresenteranno. Starà a te trattenerti dal cadere nei tranelli dei peccati, grazie al corso di espiazione che stai frequentando. Se ci cadrai, ti assoggetterai al Malus di permanenza qui da computare a seconda delle infrazioni commesse in Terra. Occhio che potrebbe diventare un'eternità. Ricorda la base del Bonus, l'art. 1: non facciamoci riconoscere. –
Leggo nell'etere grigio con scomodità, sorvolo sulle norme scritte in piccolo; non mi fido ma porto la mano al cuore e affermo di sottoscrivere le condizioni.
– I tempi terrestri saranno come li conoscevi: ti è concessa una fascia oraria del domani terrestre di dodici ore, orario continuato: bonus ad Terram una tantum. –
Lo sguardo di congedo è indecifrabile.
Qui Terra
Sono sfebbrata. Eccomi nel mio vecchio paese marino, con il vento che mi fa salutare dalle palme, che non mi vedono da un anno. Per ricambiare, alzo al cielo quelle delle mie mani.
Davanti al mare, ci sono degli attrezzi ginnici dell'epoca della mia giovinezza. So che sono riuscita a fare la giravolta solo sino ai quarant'anni, prima di perdere man mano l'elasticità che avevo.
Ma adesso ci riprovo e... ci riesco. Wow! Il Purgatorio fa bene al fantasma del mio fisico.
C'è una novità: hanno finalmente dato la tinta alla panchine: blu mare, che belle. Stanno bene anche a bordo fiume dove un ragazzo che conosco, con le scarpe sulla panchina e appoggiato al parapetto, scorre sul cellulare immagini porno. Che disdetta! Un soffio di vento glielo ha strappato di mano... è finito in acqua. Scommetto che gli viene in mente un'altra volta che...
Ma adesso non mi può riconoscere.
Ecco l'Elvira, la donna vipera che sibila quello che ha pensato.. Quella volta che ho inciampato su un tombino aperto per lavori in corso mi ha dileggiato per mesi. Ora è chiuso il tombino... No, è aperto! Bene. E l'Elvira non se ne avvede e, disgraziatamente, imita il mio vecchio inciampo, storta compresa. Casualmente, da un'auto di passaggio, qualcuno, che di certo la conosce, ride.
Rido anch'io, poi smetto di colpo: sono arrivata da un'ora e ho già commesso almeno due infrazioni. Però godo nel vedere, oltre che dolorante, smarrita l'Elvira che ha sentito vicina a lei una risata derisoria senza capirne la provenienza.
Nel centro storico, Maura si dirige al solito bar. Peccato che non possa fermarmi a parlare con lei. Vado oltre, mentre lei respira il profumo di violette di una vecchia amica... Assunta... è un soffio e un sospiro alle mie spalle. Ma non ha riconosciuto me: soltanto il mio profumo preferito che le ha richiamato il mio ricordo.
Entro nella mia vecchia chiesetta, dalla statua della Madonna che pregavo sin da bambina. Non vedo nessuno nei pressi. Prego per i miei cari. Lo faccio anche dal Purgatorio, ma non è la stessa cosa. Un rimescolio di sensazioni mi fa scaturire lacrime che sanno di antico.
Uscendo, mi accorgo di un bambino che esclama: "Una candela si è accesa da sola: hai visto mamma?"
Mi dirigo nell'ufficio di mia figlia.
Entro senza chiavi e mi avvicino alla sua scrivania. Come sua abitudine, smanetta al computer con davanti a sé almeno dieci videate con mail cui rispondere, atti da presentare al Tribunale, mediazioni su liti da dirimere e quant'altro.
Al solito, quando è sola, si concentra tenendo in bocca una ciocca di capelli. Glielo rimproveravo sempre: Ti fa male, quando sarai vecchia ti dovranno operare per toglierti dalla pancia una palla di capelli... Peccato non potergliela togliere di bocca (Art. 1).
Però le faccio una carezza sulla testa e vedo che si ferma, stupita di non sa che cosa e scorre lo sguardo in giro. Poi sorride, smette di mordere i capelli e riparte col lavoro.
Esco e sento un bambino piangere e i singhiozzi li riconosco, ma è lontano rispetto a dove sono. Ci metto un po' ad arrivare nei paraggi, dove vedo un uomo in auto con in mano una piantina stradale. Parla con la moglie, cercano una strada. "Ecco! dice lui, andiamo avanti a destra cento metri e dopo a sinistra". Confuso a sua insaputa, svolta deciso nel viottolo a sinistra. Dopo poco, vedranno il bambino sul ciglio della strada. "Mi sono perso, sono lontano ma voglio arrivare al Teatro per la mia recita". So che lo accompagneranno. Vado anch'io là. L'ultima volta, Luca mi ha detto ridendo che solo io potevo spegnere l'interruttore delle luci della sala cercando la manovella per regolare le veneziane avvolgibili a tastoni.
Dov'è mio marito? Potrei cercarlo a vuoto e lui essere nel posto che ho appena lasciato. Di certo gli manco tantissimo e il suo cuore non avrà retto alla mia scomparsa. Per scaramanzia, faccio un giro al cimitero, ma gli occupanti della tomba di famiglia sono invariati. Mi fa effetto vedere la mia foto (bravi per la scelta, sono rimasta bene ) e le faccio una carezza; anche agli altri, che adesso so dove sono e sono certa resistano alla loro pena.
Mi fa piacere vedere i ciclamini rossi e bianchi, ben tenuti.
Guardo l'ora e provo a cercare il mio amato al bar in piazza, con i suoi amici. Infatti è là, a parlare di calcio, e non mi sembra cambiato troppo, a un'occhiata superficiale. Ma certo, si vede che ha quella ruga più profonda sopra il naso e negli occhi, sì, certamente, c'è un'ombra che mi rispecchia!
Smette persino di colpo di parlare e gli altri lo guardano in attesa... Mi fissa ma non mi vede... Si scuote e riprende il filo del discorso.
Decido di stare un po' con lui e sono lieta, in fondo, che la sua vita scorra indipendentemente dalla mia. Ognuno è un'entità unica. Se un'altra entità, che ci ha accompagnato nella buona e nella cattiva sorte, ci ha fatto del bene fino in fondo, ci ha anche lasciato le forze per il percorso in solitaria.
Intanto, lo bacio e lo accarezzo, e penso che si senta più sereno. Oppure è un'illusione, come lo sono io.
Smette persino di colpo di parlare e gli altri lo guardano in attesa... Mi fissa ma non mi vede... Si scuote e riprende il filo del discorso.
Decido di stare un po' con lui e sono lieta, in fondo, che la sua vita scorra indipendentemente dalla mia. Ognuno è un'entità unica. Se un'altra entità, che ci ha accompagnato nella buona e nella cattiva sorte, ci ha fatto del bene fino in fondo, ci ha anche lasciato le forze per il percorso in solitaria.
Intanto, lo bacio e lo accarezzo, e penso che si senta più sereno. Oppure è un'illusione, come lo sono io.
Ora come ora, mi resta il tempo di rispettare la promessa fatta al mio nipotino dodici mesi fa. Che sarei andata di nuovo a vederlo recitare coi compagni di scuola a teatro in una parte più importante di quella che avevo visto e dove aveva avuto poche battute. "Ci sarò" gli avevo assicurato.
Luca è arrivato e di nuovo spia il pubblico dal lato destro del sipario in fondo. Manca mezz'ora, come l'anno prima. D'improvviso, le luci si spengono.
Luca è arrivato e di nuovo spia il pubblico dal lato destro del sipario in fondo. Manca mezz'ora, come l'anno prima. D'improvviso, le luci si spengono.
Il pubblico non capisce. Pochi secondi e il brusio si interrompe perché si riaccendono. Intanto, come per un auto comando, le tapparelle si schiudono a far trapelare anch'esse maggiore luminosità. E io sono felice di vedere, non vista, il mio piccolo Luca dagli occhi ridenti e consapevoli, col viso incorniciato da un lembo del sipario rosso. Manca solo che gridi, felice: "Lo so che sei stata tu, nonna!"
Sì, piccolo mio. Però non credo che potrò tornare nel tuo mondo per queste recite, ma seguirò di certo, in qualche modo, le rappresentazioni vere della tua vita. E spegnerò e riaccenderò le luci per ricordarti, quando vivrai nel buio, e accadrà, che succede solo per l'assenza della luce, che poi torna. Sempre.
*
A proposito della traccia:
Traccia 1. - Giudice @L'illusoillusore
"La verità di un sogno"
Come potrebbe essere un giorno qualunque quello in cui la/il protagonista (lo spirito di una defunta) del vostro racconto si trova di fronte, in carne ed ossa, un personaggio (anzi, diversi personaggi: marito, figlia, amica ecc) uscito dritto dritto dai suoi sogni ( È un sogno, un desiderio della defunta rivedere i suoi cari, soprattutto il nipotino alla sua recita)? Non può esserlo e non lo sarà, grazie alla vostra fantasia!
BOA: alla fine del racconto non è consentito che il personaggio rientri nel sogno.( infatti, il sogno della defunta è realizzato "una tantum".)
Traccia 1. - Giudice @L'illusoillusore
"La verità di un sogno"
Come potrebbe essere un giorno qualunque quello in cui la/il protagonista (lo spirito di una defunta) del vostro racconto si trova di fronte, in carne ed ossa, un personaggio (anzi, diversi personaggi: marito, figlia, amica ecc) uscito dritto dritto dai suoi sogni ( È un sogno, un desiderio della defunta rivedere i suoi cari, soprattutto il nipotino alla sua recita)? Non può esserlo e non lo sarà, grazie alla vostra fantasia!
BOA: alla fine del racconto non è consentito che il personaggio rientri nel sogno.( infatti, il sogno della defunta è realizzato "una tantum".)