[MI182] tsk tsk

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 Traccia 2. -[highlight defaultattr=]"Rumore impossibile"
[/highlight]


 Inclina la testa per sentire meglio il “tsk tsk” che la accompagna da tutta la vita.
Fissa la cassiera.
Ci pensa un momento e decide di cedere pagando col bancomat. In fondo che differenza le fa, a parte il fatto che la cassiera avrebbe avuto il resto di 50 euro.
Adalgisa si avvia verso casa trascinandosi dietro il suo carrellino portaspesa pink, una piccola trasgressione nella sua vita banale fatta di vestagliette a fiorellini e ciabattine lise.
Ovidio, che la guarda dalla panchina di fronte al supermercato, non manca di notare che la signora Adalgisa quando esce si porta dietro un personale di tutto rispetto. Osserva l’ondeggiare dei fianchi larghi e cerca di immaginarsi come potrebbe essere a capelli sciolti. Gli piacerebbe anche sfogliare un libro di fianco a lei e chiederle perché una donna che legge in quattro lingue passa la vita nella guardiola del suo condominio. Ma quando alla mattina lei lancia il suo buongiorno sorridente, Ovidio si scorda di tutto e va al lavoro felice.
Adalgisa arriva alla guardiola tutta sudata. A luglio fa caldo anche alla mattina presto. Si infila veloce nell'appartamentino di due stanze dietro alla portineria. Mette via la spesa, si da una sciacquata e nel giro di un quarto d’ora è al suo posto di portinaia, munita del suo solito libro.
 Ama il suo lavoro. L’ha scelto dieci anni fa. Ha lasciato il suo posto da capoufficio di una multinazionale appena i suoi due figli si erano sistemati. Aveva cercato un impegno semplice che le lasciasse il tempo di pensare. L’amministratore condominiale alla lettura del suo curriculum era rimasto perplesso: Adalgisa era troppo qualificata. Ma lei aveva ribattuto che non era mica necessario che i condomini lo sapessero.
 
Il giroscale l’ha già pulito alle sei, le finestre le fa domattina col fresco e il postino arriva fra un’ora; quindi, corrieri permettendo, può dedicarsi al suo romanzo.
A quasi sessant'anni le piace sognare di amori impossibili, uomini romantici e relazioni felici ed eterne. Alle spalle ha un matrimonio naufragato nella noia, due figli con un buon lavoro e un ex- marito non ancora rassegnato ad essere ex.
Ogni tanto compariva a sorpresa nel suo condominio e la riempiva di domande imbarazzanti. Le chiedeva se si fosse rifatta una vita, se almeno avesse uno scopamico. Poi Edoardo le raccontava delle sue donne e della sua vita felice, sottolineato dagli “tsk tsk” nelle orecchie di Adalgisa. Lei aveva quel modo di inclinare la testa ad ogni “tsk” che per Edoardo era inconfondibile.
Era quello il momento in cui esplodeva “Guarda che non sto mentendo!”
Lei abbassava sempre gli occhi senza rispondere.
 
“Signora Adalgisa, scusi.” Ovidio interrompe la lettura di Adalgisa porgendole un mazzetto di tulipani da supermercato.
“Pensavo che stessero bene, qui in portineria.”
“Grazie” risponde lei con la testa inclinata.
Chissà cos'ha nascondere Ovidio? Sembra così per bene, sempre gentile eppure ogni volta che le parla nelle orecchie le scoppia un fuoco d’artificio di “tsk tsk”.
Adalgisa sa di non sbagliare.
 
Tutta la sua infanzia era punteggiata da questo “tsk tsk”. Ogni volta che le dicevano che non avrebbe fatto male, che non si sarebbe annoiata, che era un’esperienza bellissima, le sue orecchie si foderavano di questi “tsk tsk”. Il periodo delle feste era terribile: “tsk tsk” alle visite dei parenti, “tsk tsk” per ogni fai la brava che arriva babbo natale, “tsk tsk” ai che carina che sei delle amiche di sua mamma.
Fin quando tese un agguato alla Befana col risultato di vedere sua mamma riempirle la calza. Il mattino dopo quasi non riuscì a sentire la mamma che la chiamava per vedere i doni della Befana, talmente le sue orecchie rimbombavano di “tsk tsk”.
L’otorinolaringoiatria a cui si era rivolta anni dopo, l’aveva indirizzata ad una psichiatra perché gli acufeni sibilano e non fanno “tsk tsk”; e comunque era sana come un pesce; quindi, dato che sentiva suoni inesistenti che smascheravano i bugiardi, era meglio indagare le patologie mentali.
Così si era rassegnata.
Aveva scoperto che poteva convivere con le bugie, che non sempre la riguardavano e dava retta a quel suono solo quando le pareva importante.
“Ti amo” “tsk tsk” era stata la causa del suo divorzio.
 
Guarda meglio Ovidio. Le era sempre piaciuto per la sua gentilezza, e poi era proprio il tipo d’uomo che trovava attraente: massiccio, taciturno, ma presente. Peccato non averlo conosciuto meglio, ma come portinaia non poteva certo prendersi certe confidenze.
“Mi faranno compagnia fino a quando vado in ferie.” Butta lì.
“Starà via molto?”
“Sarò al Lago d’Iseo e ci rimarrò, visto che vado in pensione fra due settimane esatte.”
“Come? Che bello.”
Di nuovo una scarica di “tsk tsk” assorda Adalgisa.
Ma che ha quell'uomo?
Davanti all'ascensore Ovidio si blocca, raddrizza le spalle e torna determinato verso Adalgisa.
“Vuole uscire a cena con me stasera?”
“Venerdì c’è la pizzata di addio con tutti i condomini. “
“Io voglio uscire con lei da solo.” Ovidio non si capacita di averlo detto.
Adalgisa è talmente sorpresa che nemmeno si rende conto dell’assenza di “tsk tsk”.
“Ma cosa sta dicendo?”
Ovidio riprende fiato e coraggio, si scrolla dalle spalle il peso delle sue relazioni fallite. Per un momento si sente il protagonista della propria vita.
“Adalgisa, io mi sono innamorato di lei. Voglio venire al lago d’Iseo fin quando anche lei mi amerà. E lo so che non funziona così, ma vorrei poterle fare la corte.”
Nessun “tsk tsk”.
Tutti i gesti gentili, i fiori, i pasticcini, le conversazioni, le attenzioni, i complimenti si ricompongono nel cuore di Adalgisa a formare un novello Ovidio, che discreto e costante aveva cercato di attirare la sua attenzione.
“Scusa, puoi ripetere, per favore?” Adalgisa inclina la testa in ascolto.
“Sono sorpreso anch'io, ma l’idea di non vederti più. Posso darti del tu, vero? Di non vederti tutti i giorni, mi ha dato uno strappo al cuore. Appartieni alla mia vita e non voglio rinunciare.”
“Lo sai, vero, che adesso mi dovresti baciare?” replica audace Adalgisa facendo un passo avanti.
Impreparato Ovidio si inclina avanti, le labbra si incontrano, indugia un momento su quella morbidezza. È un bacio casto e tenero, pieno di promesse, ma senza “tsk tsk”.
È un bacio vero di quelli che contengono coraggio e passione, che creano nuovi mondi che aspettano di essere esplorati.
Questo è uno di quei baci timidi, di cui Adalgisa ha tanto letto.
Si prendono per mano un po’ confusi, ma felici come un’alba al mare.
“Vieni, ho preparato il pasticcio per pranzo. Ne vuoi?”

Re: [MI182] tsk tsk

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Almissima ha scritto: Inclina la testa per sentire meglio il “tsk tsk” che la accompagna da tutta la vita
Mi piace come hai introdotto subito l’argomento. Avrei inserito subito in questa frase anche il nome di Adalgisa .
Almissima ha scritto: In fondo che differenza le fa, a parte il fatto che la cassiera avrebbe avuto il resto di 50
Qui ho fatto un po’ fatica a capire. Perché un resto di 50 euro? La signora aveva 100 euro? Non capisco. Da come la descrivi sembra indigente. Anche se successivamente la mostri come donna colta e prosperosa.

 
Almissima ha scritto: lasciato il suo posto da capoufficio di una multinazionale appena i suoi due figli si erano sistemati.
C’è un errore di consecutio. ha lasciato il proprio posto da capoufficio ecc appena i suoi figli si sono sistemati.
Comunque, considerato che tutta la frase successiva è al trapassato prossimo,  sarebbe meglio scrivere : Aveva lasciato il proprio posto ecc. appena i suoi figli si erano sistemati. 
Almissima ha scritto: le finestre le fa domattina
colloquiale. le finestre le pulirà domani
Almissima ha scritto: ” ai che carina che
al “che carina che sei” ecc.
Almissima ha scritto: Tutta la sua infanzia era punteggiata
Almissima ha scritto: Fin quando tese un agguato alla Befana
anche in questo caso parti al trapassato e metti anche il p. remoto nello stesso contesto. Andrebbe corretto.

Ma che racconto delizioso @Almissima! Magari avere un “tsk tsk” che ti avvisa quando stai facendo scelte sbagliate! Il rumore cessa e  Adalgisa guarisce quando incontra il vero amore. 
Pur essendo una storia molto breve sei riuscita a costruire dei personaggi credibili e ben caratterizzati e anche a far provare delle emozioni al lettore.
Complimenti!

Re: [MI182] tsk tsk

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Almissima ha scritto: mer lug 10, 2024 2:12 pm Inclina la testa per sentire meglio il “tsk tsk” che la accompagna da tutta la vita.
Mi piace questo tuo entrare subito in tema. Un po' meno il fatto che il rumore tu lo scriva minuscolo nel titolo. 
Tutti i titoli cominciano con la lettera maiuscola, Anche se sono rumori...  :D   Titolo: Tsk tsk.  :si:
Almissima ha scritto: mer lug 10, 2024 2:12 pm“tsk tsk” alle visite dei parenti, “tsk tsk” per ogni fai la brava che arriva babbo natale, “tsk tsk” ai che carina che sei delle amiche di sua mamma.
Le frasi dirette mettile in corsivo
Almissima ha scritto: mer lug 10, 2024 2:12 pmL’otorinolaringoiatria L'otorinolaringoiatra a cui si era rivolta anni dopo, l’aveva indirizzata ad una psichiatra perché gli acufeni sibilano e non fanno “tsk tsk”; e comunque era sana come un pesce; quindi, dato che sentiva suoni inesistenti che smascheravano i bugiardi, era meglio indagare le patologie mentali.
Così si era rassegnata.
Hai scritto la specialità invece dello specialista.
Per la punteggiatura, toglierei la virgola dopo "dopo"e la metterei dopo "psichiatra". Acute le conclusioni tratte da queste visite.
Almissima ha scritto: mer lug 10, 2024 2:12 pmAveva scoperto che poteva convivere con le bugie, che non sempre la riguardavano virgola e dava retta a quel suono solo quando le pareva importante.
Almissima ha scritto: mer lug 10, 2024 2:12 pm“Ti amo” “tsk tsk” era stata la causa del suo divorzio.
 
Forte!  (y)
Almissima ha scritto: mer lug 10, 2024 2:12 pmÈ un bacio vero virgola di quelli che contengono coraggio e passione, che creano nuovi mondi che aspettano di essere esplorati.
Bella questa immagine: brava!
Almissima ha scritto: mer lug 10, 2024 2:12 pmSi prendono per mano un po’ confusi, ma felici come un’alba al mare.
“Vieni, ho preparato il pasticcio per pranzo. Ne vuoi?”
Anche questa con la metafora dell'alba! 

Brava @Almissima   (y) 

Simpaticissima l'idea di base!

Un solo appunto: una donna così profonda e colta  perché accetta un impiego così limitante? Soprattutto, perché avrebbe rifiutato a priori una professione che avrebbe realizzato il suo potenziale? Penso anche a quanto potrebbe fare una persona così a beneficio degli altri, nel suo ambito di lavoro. Avercene, di persone in gamba, in uffici e professioni "difficili", a contatto o meno col pubblico, ma che fanno tanto per gli altri semplicemente "sapendo fare bene" un lavoro difficile per tanti. Almeno, avresti potuto spiegarne la causa.
Di sabbia e catrame è la vita:
o scorre o si lega alle dita.


Poeta con te - Tre spunti di versi

Re: [MI182] tsk tsk

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Ciao @Almissima
Almissima ha scritto: Aveva cercato un impegno semplice che le lasciasse il tempo di pensare. L’amministratore condominiale alla lettura del suo curriculum era rimasto perplesso: Adalgisa era troppo qualificata.
Non che Adalgisa abbia fatto male anzi, encomiabile. Deve avere una grande forza d’animo ed empatia nei confronti del suo prossimo perché in una portineria non sempre la vita è facile e comoda, specie a una certa età e quando si è vissuti in tutt'altra maniera.
Almissima ha scritto: un ex- marito non ancora rassegnato ad essere ex.
Ogni tanto compariva a sorpresa nel suo condominio e la riempiva di domande imbarazzanti. Le chiedeva se si fosse rifatta una vita,
Lo avrei fatto intervenire di più, con tutta la sua superficialità e grossolanità, per metterlo maggiormente in contrapposizione con Ovidio che al contrario appare un uomo sensibile e romantico. Lo avrei mostrato mentre magari spiava di nascosto quando l’ex moglie si incontrava con Ovidio, mentre parlavano, rendendosi conto anche da lontano del loro affiatamento, del loro reciproco interesse perché arrivasse a capire che lui non era stato e non avrebbe mai potuto essere tutto questo.
Una cosa interessante da delineare, secondo me, da studiare come trasmettere in poche righe.
Almissima ha scritto: se almeno avesse uno scopamico.
Almissima ha scritto: Poi Edoardo le raccontava delle sue donne e della sua vita felice,
Questo Edoardo mi crolla definitivamente. Ho conosciuto gente del genere, non ci stavo bene non condividendo e non approvando questo modo di vivere e sono felice di non averci più a che fare. Nonostante  Edoardo non sia il personaggio principale  ha contribuito alle scelte di vita di Adalgisa e tutto il suo cammino seguente. Edoardo è il tipico personaggio dei giorni nostri che va per la maggiore e il mondo gli sorride. Ovidio, apparentemente in secondo piano, perché il suo atteggiamento non è "alla moda" non segue la morale odierna, vale molto più di lui.

Accenni solo di sfuggita ai due figli di Adalgisa, che si sono “sistemati”, cioè hanno la loro vita, che di conseguenza hanno lasciato perdere la madre anche perché le loro mogli chissà che opinione hanno della suocera…
I figli purtroppo non solo abbandonano le madri, ma anche i padri… tasto molto, davvero tanto doloroso.
Ho trovato particolare che il suono nella testa di Adalgisa coincida con i momenti sgradevoli della sua vita, quasi come una reazione allergica.
Questa reazione sparisce  gradualmente quando incontra Ovidio, che non è un essere sgradevole e sparirà del tutto con il palesarsi del suo amore.
Molto bello. Mi piace Ovidio, un uomo attento ai particolari, alle esigenze di Adalgisa, che finalmente avrà la testa “sgombra” da quel suono che l’accompagna da sempre.
Che poi alla fine, per come interpreto, potrebbe derivare dalla sua delusione della vita, per come l’ha vissuta fin da bambina, circondata da futilità e ipocrisie che non avendo il coraggio di affrontare apertamente le esplodevano nella testa.
Una bella storia, suscettibile di ulteriori suggestioni.
Si salveranno solo coloro che resisteranno e disobbediranno a oltranza, il resto perirà.
(Apocalisse di S. Giovanni)

Re: [MI182] tsk tsk

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@Almissima carissima ciao.

Allora, questo è il mio pensiero. Racconto molto carino, originale. Scritto molto bene, considerato anche la presa diretta, il tempo presente. Non è facile scrivere al presente e non perdersi in qualcosa, rispetto ai passi dove ci si deve richiamare a fatti passati. Storia buona e ottima esposizione, ma...
l'aderenza alla traccia è veramente scarsa. Il rumore impossibile, così come proposto, inesistente. Non promuove nessuna indagine, a parte il richiamo che fai sulla presunta malattia di lei. Adalgisa convive con questo rumore, tanto gli è familiare. Però, come dice @@Monica, ognuno ha cercato l'originalità a scapito delle mie proposte. Devo anche ringraziarti per aver partecipato e apprezzato la traccia. Ciao  <3
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