[MI180] Labirinto

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Traccia: Bene o male

Sono in una bolla, galleggio, provo sensazioni contrastanti: Piacevole incredulità per una testa finalmente sgombra; paura, per il medesimo motivo.

Sono una persona che si mette in dubbio da sempre, non per insicurezza, ma per la indomita certezza di poter imparare, migliorare. Mi sconvolge sentirmi accusata di non mettermi mai in discussione, di voler avere sempre ragione. Addirittura che sia impossibile parlare con me.

Ho mila altri sintomi che mi instillano il dubbio di stare impazzendo, una demenza precoce forse, oppure un tumore al cervello.

Torno nella mia bolla di non pensiero. È un’autodifesa la mia, che crolla in una manciata di secondi.

Sono una donna che nel lavoro ha ricevuto gratificazioni, ma il lavoro non mi ha mai appagata.

La famiglia ha rappresentato il mio impegno massimo, il mio posto preferito dove stare, l’essenza della mia vita. Il rapporto con mio marito, con i miei figli, il desiderio di un’unione felice, la certezza di sapere come fare, le modalità. Il cuore al centro della mia esistenza. L’assoluta convinzione che il nostro rapporto non avrebbe avuto nulla a che vedere con quello della mia famiglia di origine.

“In questa casa non esiste serenità. Non vedo l’ora di andarmene.”
Mio figlio maggiore.

“Siete impossibili, mi sento inadeguata, non posso continuare a vivere con voi, mi fate male.”
Mia figlia minore.

Ecco.

I miei figli. In momenti diversi, con parole diverse, più volte. Non hanno lesinato motivazioni che mi fanno vacillare.

Sono stanca, esausta.
Quando pensavo fosse finito il periodo peggiore dell’ adolescenza, è arrivato questo.

Mi sento sbagliata in tutto.

Sono stata rigida nell’educazione.
Nel corso degli anni mi hanno definita crudele.
Mi hanno fatto pesare che gli altri genitori si comportano come amici, al contrario di noi, rigidi e inflessibili. Non ho mai lasciato correre nulla durante la prima infanzia, sempre spiegandone i motivi, parlandone con loro, ragionandoci insieme.
Ho spiegato il mio punto di vista, la mia idea di genitore. Un ruolo scomodo, che deve tracciare un solco perché i figli lo percorrano, mettere dei paletti, delle regole, perché i figli nella loro ricerca di autonomia faranno le loro deviazioni e tracceranno la loro strada, ma avranno metabolizzato gli insegnamenti, sapranno discernere Il bene dal male, potranno sbagliare con la consapevolezza di avere accanto persone su cui contare.

Se il genitore diventa amico, cosa deve fare un figlio per imporre la sua personalità, la sua autonomia? Se tutto viene concesso, quale deviazione dovrà compiere per il naturale processo di crescita?

La teoria c’era tutta.

L’accoglienza, la serenità che potessero sempre e comunque contare su di noi, più volte dimostrata.

Ho superato le accuse di essere un gendarme, di non lasciare libertà, di non capire. Già dall’adolescenza abbiamo dosato le libertà premiando la maturità in divenire.
Abbiamo concesso esperienze non permesse a molti loro coetanei. Hanno viaggiato, non hanno avuto imposizioni sulle scelte dei percorsi scolastici, si sono cimentati in esperienze lavorative.

Quanta presuntuosa autostima di genitori capaci.

Crudeli, crudeli, ancora crudeli.
Entrambi, prossimi alla maturità anagrafica, mi hanno raccontato di come non concepissero i comportamenti di molti loro coetanei, loro stesse imputando le colpe alle concessioni e agli esempi dei genitori, accrescendo la mia convinzione di essere nel giusto.
Quanta difficoltà hanno avuto ad integrarsi con il gruppo dei pari? Avranno mai sentito un senso di appartenenza al di fuori della famiglia, oppure fin da piccolissimi li ho messi su una strada in salita, con macigni legati alle caviglie?
Perché sono uscita dalla mia bolla? Il tempo di percepirla ed è svanita. La mia testa lavora sempre troppo.

I miei ragazzi però, a parte queste uscite, queste fucilate che mi trapassano le viscere, sono affettuosi, aperti, solari. Sono incredibilmente in gamba ed educati. Sanno relazionarsi con il mondo. Sono forti.
Possiedono dei valori granitici, quegli stessi valori che nel mondo di oggi diventano ostacoli, ma rappresentano l’ancora di salvezza di un’umanità in decomposizione.

Ho commesso errori, è indubbio. Mi ritrovo a replicare atteggiamenti di mia madre che non ho mai sopportato. È fiele che arriva alle labbra, piegandole in un sorriso amaro, il ricordo del profetico cliché: “Capirai quando anche tu avrai dei figli.”
Caratteri forti. I nostri ragazzi sono forgiati da un amore travolgente e prepotente. Abbiamo tutti una personalità dominante, a tratti aggressiva.

Il sano distacco che ci fa interagire, valutare, rapportarci con serenità al di fuori della famiglia, nel rapporto viscerale genitori-figli diventa, ad un certo punto, interpretazione del non detto, pretenziosità, paura, scontro.

Sbaglio tante volte, ne sono consapevole, provo sinceramente a controllarmi, ad usare le parole giuste, ma la tensione ci avvolge in molteplici occasioni; sbaglio, ma temo sia necessario. Vorrei fosse indolore questo distacco.

I figli diventano adulti. Il legame non può, non deve rimanere viscerale. Lo scontro, immagino sia inevitabile.

Dopo ogni tempesta, ci culliamo in una dolcezza infinita. L’idillio può durare poche ore. Motivi per esplodere nelle banalità d’inciampo. A mente fredda mi sono imposta un sorriso botulinico, da sfoggiare sempre e comunque, auto convinta a non andare in contrasto, assumere una leggerezza che spesso invidio in altri.

Dovrei annullarmi.

Non mi sembra corretto per me stessa, ma nemmeno nei confronti dei miei figli.

Siamo elastici che si tendono fin quasi a lacerarsi, ci riavviciniamo, cogliamo sprazzi di empatia e ripartiamo.

So che è un momento di passaggio importante. So che non devo prenderla sul personale. So che ci possiamo sciogliere in un abbraccio.

Forse non so nulla, ma sono coerente.
Non mi limito a dire, faccio.
L’esempio sopra qualsiasi cosa.

Se sbaglio, alzo le mani, non mi nascondo.

I miei ragazzi stanno crescendo bene. Alcune mie certezze vacillano. Accolgo i loro punti di vista.

A ventitré e venti anni sono proiezione nel futuro, vitalità, speranza.
Io sono in bilico, tra il mio passato, la mia famiglia di origine, il mio piano di vita e il presente. Si cambia in corsa. Sono disposta a percorrere nuove strade, a dare nuove possibilità, a rivalutare ciò che è stato.

È un labirinto da percorrere insieme.
<3

Re: [MI180] Labirinto

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È proprio un labirinto @Modea72 quello in cui si trovano i genitori di figli adolescenti; sempre in preda a quella domanda “avrò fatto bene o male”? Se ho sbagliato dove e quando? È una fase universale, penso, che attraversa chi ha figli. Si pensa ai valori che abbiamo cercato di trasmettere loro e a volte si ha la “sorpresa” di vedere come i nostri figli abbiano assorbito anche qualcosa di noi che non avremmo voluto trasmettergli. I gesti a e i comportamenti contano più delle parole.
Il tuo flusso di pensieri penso rappresenti bene i dubbi della madre di un’adolescente.
La scrittura è ordinata e scorrevole. Forse manca qualcosa di “eclatante” per renderlo un racconto perché ciò che dici è tutto vero e ognuno ci si può riconoscere ma rimane un po’ flat dal punto di vista narrativo. Se l’adolescente fosse un hikikomori per esempio o facesse uso di droghe insomma qualcosa di forte, i pensieri della madre sarebbero ancora più potenti e potrebbero giustificare anche un pensiero crudele. Resta comunque un buon lavoro 🤩

Re: [MI180] Labirinto

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Grazie per il passaggio @@Monica e per l'apprezzamento.
Hai ragione, è un testo di mera introspezione, manca la struttura del racconto, ma ho letto la traccia e per me è stata l' unica interpretazione possibile.
Ho affrontato il contest con la tragica notizia di una ragazzina di 13 anni suicida nel mio quartiere. Lo scorso ottobre un ragazzino di 12 anni.
Qualche anno fa il figlio di amici.
Ho scritto di urgenza e con il desiderio di trasmettere l'importanza del ruolo dei genitori, della fatica necessaria, anche quando sembra più facile lasciare correre, o irrigidirsi senza interazione.
Soprattutto volevo dare un finale che fosse proiettato al futuro, rientrando nella normalità dei ruoli, della crescita.
Grazie anche per avermi dato modo di spiegarmi
Alla prossima 
<3

Re: [MI180] Labirinto

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Ciao @Modea72,
hai scritto un brano che sin da subito si percepisce autentico e attinto dalle viscere. E questo non è poco, molto spesso ci chiediamo che senso abbiano determinati racconti, il tuo è tutto senso. Sospetto infatti che parli per esperienza diretta, ma non conoscendoti provo a considerare il racconto come autoesistente. Detto ciò, cioè che ha senso e che è viscerale (prendi e porta a casa perché non è poco, soprattutto da un cane peluches jedi come me che perlopiù è sprucido), forse l'altro lato della medaglia, in un monologo del genere, è nel rischio di risultare un po' diaristici, ovvero di parlare più a se stessi che agli altri, con le proprie particolari ansie di distaccarsi dalla famiglia di origine, di interpretare il ruolo genitoriale in maniera non amicale ecc. Interrogativi in fin dei conti universalizzabili, dirai tu. E infatti ti do raggione all'immaginaria obiezione, è vero. Volevo solo dire che, magari, per lavorare un po' sullo stile e limare un testo che di per sè mi sembra buono, proverei a fare uno sforzo di astrazione, di uscire da te, di eliminare quello che c'è di troppo personale. E poi di evitare qualsiasi effetto retorico (ma con questo non voglio dire che il racconto ne sia pieno. Qualche frasuccia qua e là, nel complesso è ok  ;).
Ti faccio qualche pulce
uno...
due...
tre-e...
Via le pulci!
Modea72 ha scritto: Ho mila altri sintomi che mi instillano il dubbio
Mille, refusino

Modea72 ha scritto: Torno nella mia bolla di non pensiero. È un’autodifesa la mia, che crolla in una manciata di secondi.
Forse non espliciterei che una autodifesa. Sarei più secco, taglierei dopo il punto lasciandolo intendere
Modea72 ha scritto: Sono una donna che nel lavoro ha ricevuto gratificazioni, ma il lavoro non mi ha mai appagata.
Detto cosi mi verrebbe da chiedere perché mai, se dava gratificazioni il lavoro non appagava.
Modea72 ha scritto: la certezza di sapere come fare, le modalità
mi sembra proprio una ridondanza.
Modea72 ha scritto: “In questa casa non esiste serenità. Non vedo l’ora di andarmene.”
Mio figlio maggiore.
Vabbé, dai, non te la prendere, frasi che si sentono dire in tutte le famiglie con figli adolescenti
Modea72 ha scritto: “Siete impossibili, mi sento inadeguata, non posso continuare a vivere con voi, mi fate male.”
Mia figlia minore.
Vabbé, dai non te la pre... Poi dice che non è vero che le femmine sono più stronzette!  :sob:
Modea72 ha scritto: loro stesse
refuso (credo), loro stessi. Sono un maschio e una femmina, giusto?
Modea72 ha scritto: Il sano distacco che ci fa interagire, valutare, rapportarci con serenità al di fuori della famiglia, nel rapporto viscerale genitori-figli diventa, ad un certo punto, interpretazione del non detto, pretenziosità, paura, scontro.
Scusa, questo periodo ho dovuto rileggerlo più volte. E non so se ne ho colto bene il senso. In fase di un eventuale revisione ti suggerirei di limarlo un po', mi sembra si attorcigli un po' su se stesso.
Modea72 ha scritto: Siamo elastici che si tendono fin quasi a lacerarsi, ci riavviciniamo, cogliamo sprazzi di empatia e ripartiamo.
Uh! Questa è davvero una gemma!

Nel complesso un racconto che ho apprezzato, che ho trovato sincero, autentico, sentito. Cose non da poco  :)
Scrittore maledetto due volte

Re: [MI180] Labirinto

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Grazie @Edu
Trovo il tuo commento molto utile.
In tutti i miei racconti c'è una parte di me, mescolata ad altre vite e romanzata. Qui ho dato maggior risalto ai miei personalissimi pensieri su un tema che ho particolarmente a cuore 
Mila lo avevo scritto in corsivo per evidenziare il 'non refuso', termine non corretto, ma che mi piace tanto usare  :D

Grazie ancora per il passaggio, ci siamo commentati in contemporanea
Buon contest 
<3

Re: [MI180] Labirinto

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Una pagina vibrante in cui è facile ritrovarsi, ma che immagino più in una dimensione orale che scritta. Ma anche se inteso come elemento di una conferenza a tema, il tuo testo presenta a mio avviso sfumature di autoreferenzialità che lo viziano alla radice. Cerco di spiegarmi. Io ho cresciuto i miei figli esattamente come tu descrivi. Siccome sono "venuti bene", mi confermo di essere nel giusto. Ne consegue che "noi" siamo nel giusto, gli "altri" non lo sono. Eppure, negli anni, mi sono accorta che sono venuti altrettanto bene anche ragazzi con educazione diametralmente opposta a quella che ho impartito io, che hai impartito tu. Questo mi ha fatto molto ragionare, come anche l'affermazione qui sotto:
Modea72 ha scritto: mer mar 13, 2024 1:10 amPossiedono dei valori granitici, quegli stessi valori che nel mondo di oggi diventano ostacoli, ma rappresentano l’ancora di salvezza di un’umanità in decomposizione.
Chissà se ci diamo troppe arie! Ti ringrazio, @Modea72, per gli spunti molto interessanti. Leggerti è stato un piacere
Modea72 ha scritto: mer mar 13, 2024 1:10 amcontrastanti: Piacevole incredulità
"Piacevole" minuscolo.
Modea72 ha scritto: mer mar 13, 2024 1:10 ambolla di non pensiero
Metterei il trait d'union: non-pensiero.
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Re: [MI180] Labirinto

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ciao @Modea72 ..

Le riflessioni, in un racconto, vanno sempre bene, sono utili. Ma non lo sono, quando diventano un processo di auto assolvimento, che senza contraddittorio, appare di parte. Cosa che ti hanno fatto notare gli amici sopra. Concordo con quello detto da@Ippolita, sempre attenta a entrare nel merito. Se i figli non si cacciano nei guai, spesso è anche perché vivono la vita con poco amore. Spesso ad amarla, ci si mette nei guai. Il bene sta al male, come il male sta al bene. Due facce della stessa medaglia: la vita. Sbagliare è spesso più utile di qualsiasi lezione di un genitore. Ciao :D
Tratti di pioggia sopra Auschwitz. Tra oblio e orgoglio

Re: [MI180] Labirinto

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Modea72 ha scritto: Ho mila altri sintomi che
Manca qualcosa
Modea72 ha scritto: Quando pensavo fosse finito il periodo peggiore dell’ adolescenza filiale, è arrivato questo.
io preciserei
Modea72 ha scritto: Se il genitore diventa amico, cosa deve fare un figlio per imporre far emergere la sua personalità, la sua autonomia?
mi sembra più adatto
Modea72 ha scritto: mi hanno raccontato di come non concepissero i comportamenti di molti loro coetanei, loro stesse imputando le colpe alle concessioni e agli esempi dei genitori, accrescendo la mia convinzione di essere nel giusto.
loro stesse?
Modea72 ha scritto: il ricordo del profetico cliché: “Capirai quando anche tu avrai dei figli.”
Si sente anche dire: La migliore vendetta di una madre è un nipote adolescente...
Modea72 ha scritto: I miei ragazzi però, a parte queste uscite, queste fucilate che mi trapassano le viscere, sono affettuosi, aperti, solari. Sono incredibilmente in gamba ed educati. Sanno relazionarsi con il mondo. Sono forti.
Possiedono dei valori granitici, quegli stessi valori che nel mondo di oggi diventano ostacoli, ma rappresentano l’ancora di salvezza di un’umanità in decomposizione.
E allora? Non credi che queste frasi siano il giusto riconoscimento a dei genitori validi, che hanno svolto bene il loro ruolo?
La contestazione è connaturata e inevitabile, va da sé. Ma i fondamentali li hanno acquisiti.  (y)

Modea72 ha scritto: “Siete impossibili, mi sento inadeguata, non posso continuare a vivere con voi, mi fate male.”
Mia figlia minore.
Mi fate sentire inadeguata - forse più attinente al di lei giovane pensiero, non trovi?

Cara @Modea72  grazie di esserci!  :)

Non col classico racconto del MI, ma con un flusso di pensieri che rispecchia la traccia - Bene o male - e per il quale hai scelto bene anche l'argomento!
Grazie per la lettura condivisa!  :libro:
Di sabbia e catrame è la vita:
o scorre o si lega alle dita.


Poeta con te - Tre spunti di versi

Re: [MI180] Labirinto

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Grazie @Ippolita 
per il passaggio e il prezioso commento.
Mi spiace si evinca solo presunzione di essere nel giusto, in realtà credevo di avere espresso ampiamente i dubbi a riguardo.
Anche io, nel tempo, mi sono resa conto di come vecchi compagni di scuola delle mie figlie, cresciuti quasi allo stato brado, siano oggi bravissimi ragazzi, con i medesimi valori. I valori ci accomunavano con quei genitori, ma eravamo distantissimi nel metodo educativo.
Proprio per questo pensiero e mille altri concreti dubbi ho scritto
Modea72 ha scritto: Quanta difficoltà hanno avuto ad integrarsi con il gruppo dei pari? Avranno mai sentito un senso di appartenenza al di fuori della famiglia, oppure fin da piccolissimi li ho messi su una strada
Modea72 ha scritto: Ho commesso errori, è indubbio
Modea72 ha scritto: Sbaglio tante volte, ne sono consapevole, provo sinceramente a controllarmi, ad usare le parole giuste
Modea72 ha scritto: Alcune mie certezze vacillano
Probabilmente avrei dovuto esplicitare che queste considerazioni derivano non solo da ciò che i figli ci insegnano, ma dalla strada percorsa da realtà diverse dalla propria, che immaginavamo in modo totalmente diverso.
Ippolita ha scritto: Possiedono dei valori granitici, quegli stessi valori che nel mondo di oggi diventano ostacoli, ma rappresentano l’ancora di salvezza di un’umanità in decomposizione
Questa affermazione la sottoscrivo in ogni virgola probabilmente messa al posto sbagliato.
L'umanità sta perdendo di senso, nel mondo occidentale vanno avanti gli scaltri, chi aggira le regole. Insegnare dei valori che mettano al centro il rispetto, la solidarietà, il bene comune, è di una difficoltà inspiegabile. Troppi genitori si adeguano al mondo che ormai va così e all' idea di preparare i figli per affrontarlo con le stesse modalità. Non ci sto. Credo che siamo in tanti a percorrere la strada più difficile, ma che sia l' unico modo per credere in un futuro.

Ti ringrazio per avermi dato ulteriori spunti di riflessione. Credo si capisca quanto mi stia a cuore l'argomento.
<3

Re: [MI180] Labirinto

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Ciao Modea, ho letto il tuo racconto e confermo quello che ti ha spiegato Monica:
anche io ho avuto la sensazione che il tuo testo si definisca un flusso di pensieri.

Secondo me c'è un errore sul tono del narratore.  Nel senso che risulta una voce con un vocabolario troppo alto rispetto a quello che ci si aspetterebbe da una mamma: infatti anche se vuole forse essere uno sfogo, in alcuni punti sembra stia facendo un arringa.


Ti metto i passaggi che ho colto e hanno rafforzato questa sensazione.
Modea72 ha scritto: Non hanno lesinato motivazioni che mi fanno vacillare.
Modea72 ha scritto: loro deviazioni e tracceranno la loro strada, ma avranno metabolizzato gli insegnamenti, sapranno discernere
Modea72 ha scritto: per imporre la sua personalità, la sua autonomia? Se tutto viene concesso, quale deviazione dovrà compiere per il naturale processo di crescita?
Modea72 ha scritto: la maturità in divenire.
Modea72 ha scritto: prossimi alla maturità anagrafica
Modea72 ha scritto: loro stesse imputando le colpe alle concessioni e agli esempi dei genitori, accrescendo
Modea72 ha scritto: queste fucilate che mi trapassano le viscere
Modea72 ha scritto: valori granitici, quegli stessi valori che nel mondo di oggi diventano ostacoli, ma rappresentano l’ancora di salvezza di un’umanità in decomposizione
Modea72 ha scritto: Siamo elastici che si tendono fin quasi a lacerarsi, ci riavviciniamo, cogliamo sprazzi
Il testo risulta comunque scorrevole e pone sicuramente delle riflessioni sul ruolo dei genitori.Grazie per il tuo racconto.
Un saluto!

Re: [MI180] Labirinto

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Modea72 ha scritto: A me piaceva tanto ...
Il fatto che il tono stoni rispetto al modo di parlare che ci si aspetterebbe da una madre non rende il testo brutto ma dà quella sensazione lì.

Il fatto che sia un flusso di pensieri è vero, ma questo vuol dire che lo reputo inserito in quella categoria e quindi lo analizzo come tale.

Modea72 ha scritto: Sono in una bolla, galleggio, provo sensazioni contrastanti: Piacevole incredulità per una testa finalmente sgombra; paura, per il medesimo motivo.

Sono una persona che si mette in dubbio da sempre, non per insicurezza, ma per la indomita certezza di poter imparare, migliorare. Mi sconvolge sentirmi accusata di non mettermi mai in discussione, di voler avere sempre ragione. Addirittura che sia impossibile parlare con me.

Ho mila altri sintomi che mi instillano il dubbio di stare impazzendo, una demenza precoce forse, oppure un tumore al cervello.

Il tuo incipit mi piace perché mi fa entrare subito in empatia con il narratore, mi piace che cerchi di spiegare cosa prova e come immediatamente si mette in discussione.
Modea72 ha scritto: "In questa casa non esiste serenità. Non vedo l’ora di andarmene.”
Mio figlio maggiore.

“Siete impossibili, mi sento inadeguata, non posso continuare a vivere con voi, mi fate male.”
Mia figlia minore.


Ecco.

Mi piace lo stile di questo paragrafo perché spezza con il resto del testo e mi piace anche perché mi dà modo di sentire la voce dei personaggi di cui parla il narratore e come si sentono. Questo paragrafo, anche se avrei voluto leggere un tono più aggressivo da parte dei figli, può dare forza anche alle parti sottostanti secondo me.
Modea72 ha scritto:
I miei figli. In momenti diversi, con parole diverse, più volte. Non hanno lesinato motivazioni che mi fanno vacillare.

Sono stanca, esausta.
Quando pensavo fosse finito il periodo peggiore dell’ adolescenza, è arrivato questo.

Mi sento sbagliata in tutto.

Sono stata rigida nell’educazione.
Nel corso degli anni mi hanno definita crudele.

Il modo in cui è scritto questo paragrafo me lo fa sentire vero e mi dispiace per come si sente il narratore. Il passaggio mi
i piace molto. 
Modea72 ha scritto: La teoria c’era tutta.

L’accoglienza, la serenità che potessero sempre e comunque contare su di noi, più volte dimostrata.

Anche il rammarico di questo pezzo e il modo in cui è scritto è estremamente piacevole e ti fa venire voglia di saper di più su questa famiglia e questa donna.
Modea72 ha scritto: Sbaglio tante volte, ne sono consapevole, provo sinceramente a controllarmi, ad usare le parole giuste, ma la tensione ci avvolge in molteplici occasioni; sbaglio, ma temo sia necessario. Vorrei fosse indolore questo distacco.

Il passaggio mi piace perché mi fa capire il dolore che prova e mi aiuta a entrare nei suoi sentimenti.
Tutto questo era per dirti che quando ho detto ' il narratore in alcuni punti ha una voce con un vocabolario troppo alto' non intendevo dire che il testo fosse brutto, ma intendevo proprio che il narratore in alcuni punti ha una voce con un vocabolario troppo alto.

Mi spiace se ho detto qualcosa che ti ha fatto comprendere diversamente. 

Grazie ancora per il tuo racconto e alla prossima!
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