[MI 172] Lacrime e pioggia

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Traccia di Mezzogiorno: La scelta

[MI 172] Lacrime e pioggia

Eri sceso dall’ultimo vagone,
le spalle curve come un peso addosso,
il treno in lontananza,
la stazione.
Lo sguardo a indicarle l’obiettivo:
un tratto di cammino,
e via con gli aghi appuntiti
dentro,
circondati dagli aghi
di pineta
e rabbuiato il cielo vi guardava.


Le avevi detto: “Incontriamoci a X. Aspettami alla stazione alle quindici di domani.”
Chiara in macchina, tu in treno. Un cenno tuo del capo, al momento dell’incontro, e via camminare, una accanto all'altro, ma come già protesi a un diverso percorso, e tanti aghi intorno, e dentro, a pungere.
E un cielo rabbuiato, incombente, che vi soffiava un vento contro e freddo.

Si parlava di un voi senza futuro
e ti spegnevi a tratti nell’ascolto
d’intermittenza d’acqua che cadeva,
e in quella nuova pioggia,
a stille riflettevi:
Che di noi nel destino?
Chi sa dove?


A un certo punto vi siete fermati, a raccontarvi il tempo e lo spazio del vostro amore, a turno o accavallandovi, ognuno con le mani sulle spalle dell’altro, gli occhi negli occhi. Che si dicevano:
“Non ci guarderemo più?”
“Non ti vedrò più ridere con le nuvole negli occhi mentre rotola il vento con la foglie spinte?”
Avete sorriso complici al primo di tanti ricordi. Forse.
Tu  prendevi in mano la situazione:
“Non posso fare diverso da così. Mia moglie ha la leucemia. Ha bisogno di me, del mio amore intero: niente di meno. Aiutami a lasciarci andare."

Chiara ti batteva coi pugni il petto, gridando decine di volte no. “Non mi è possibile. È come strapparmi la pelle.”
Tu le rispondevi, soffocando le lacrime:
“Il nostro amore non finisce: si trasforma...altrove.”
Vi siete tenuti stretti mentre il tempo si fermava per voi: la stessa nuvola non cambiava contorni mentre la osservavi, come se si sforzasse di non rovesciarvi addosso il carico d’acqua che le premeva dentro, per riguardo.
Vi siete tenuti per mano e avete alzato il viso verso le stille d’acqua, che venivano a lavare le vostre lacrime, il vostro dolore offerto alla coscienza più alta del bene.

E vi vedevi osservati da una nube,
quella ancora d’un chiaro opalescente,
non velata,
che avrebbe individuato due figure
d’anime sperse con quegli aghi dentro
- e intorno -
nel mondo d’una pineta sconosciuta...

Tu le dicevi, con la voce rotta dall’emozione:
“Lo vedi il nostro "dove"? È sempre là, nella terra del quando il paradiso...”
Ma dai suoi occhi solo un lampo e il viso, in chiaroscuro, trovava l’ombra d’un sorriso.

... arresi alla coscienza
la più alta
a lacrimare
col favore della pioggia
che dolce carezzava,
aspergeva,
i vostri visi tersi,
tesi
in oblazione.


Avete fatto una scelta giusta, compiuta in nome dell’amore, un donare senza condizioni e in piena libertà, senza scarabocchi sull’anima, sapendo che sarà anche rimpianto, ma libertà dai rimorsi di una coscienza che saprà ricompensarvi con la consapevolezza dei giusti.
E siete comunque l’una per l’altro, fermi nel Tempo e nello Spazio. Come il vostro ultimo bacio. Irripetibile.

Da nascosta, io assisto all’evento conclusivo del vostro amore.
Ho saputo dell’incontro e ti ho seguito, marito mio.
Ironia della sorte, ho intercettato l’ultima telefonata. Non avevo mai subodorato nulla. 
Sono stata sveglia tutta la notte scorsa, mentre anche tu m’è parso fingessi di dormire.
Guardavo la luna, offuscata; sembrava seguire - ipnotizzata - il mio andare a ritroso, e chiarirmi sensazioni appannate alla distanza. 
Anch’io ho frazionato il nostro amore, a tappe, per poi tornare all’equazione completa, che ha te come soluzione.
Dopo l’elaborazione di stanotte, la rabbia e i brividi di gelosia sono stati riconvertiti altrove e non me li trovo più addosso.
Neanche dopo avere assistito all'ultimo atto: lacerante.
Quale la mia scelta? Palesarmi adesso oppure no? Vanificare un futuro di dedizione totale da parte tua, il tuo amore intero, per ammantarlo di colpa e di vergogna?
I segreti sono nuvole schiacciate sotto l'orizzonte di chi ne ha paura, oppure gonfie d'un alone di nascosta grazia, e pure.
No, sacrificio per sacrificio, sarà silenzio la mia scelta.
In nome di un amore intero: il nostro. Irrinunciabile.
Di sabbia e catrame è la vita:
o scorre o si lega alle dita.


Poeta con te - Tre spunti di versi

Re: [MI 172] Lacrime e pioggia

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Ciao @Poeta Zaza, vorrei contraccambiare la tua cortesia nel darmi suggerimenti, ma trovo il tuo stile di scrittura molto particolare, lo avevo inizialmente inquadrato come testo poetico, mi sento impreparata per un giudizio utile.
Posso dirti con sicurezza che è un racconto che genera forti emozioni, mi piace molto l'intensità crescente e ancora di più il colpo di scena quando ormai sembrava andare a conclusione la storia che, di colpo, da protagonista diventa secondaria.
Bella anche l'introspezione nei sentimenti, quando affondi nella traccia del contest.
Provo ora con i suggerimenti, pur con il dubbio di essere io, a non aver capito.
Poeta Zaza ha scritto: Lo sguardo a indicarle l’obiettivo
Mi confonde questa frase. Tutta la prima parte mi sembra indicare il protagonista maschile, quindi riterrei corretto indicargli, ma concludi la sequenza con la seconda persona plurale, allora immagino non sia una svista. Mi lascia perplessa.
Poeta Zaza ha scritto: E un cielo rabbuiato, incombente, che vi soffiava un vento contro e freddo
Personalmente avrei eliminato E e che, mi rendo conto che dai maggiore enfasi alle avversità, ma temo blocchi la fluidità.
Poeta Zaza ha scritto: Non posso fare diverso da così
Avrei preferito Non posso fare diversamente.

La parte finale, che leggo quasi come un racconto di per sé completo, è quella che mi piace di più, tenera, sofferta, offre spunti di riflessione profondi.
Complimenti.
<3

Re: [MI 172] Lacrime e pioggia

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Modea72 ha scritto:
Mi confonde questa frase. Tutta la prima parte mi sembra indicare il protagonista maschile, quindi riterrei corretto indicargli, ma concludi la sequenza con la seconda persona plurale, allora immagino non sia una svista. Mi lascia perplessa.
Chi narra (la moglie) si rivolge a lui. Nel caso sopra, quindi, vede il marito che indica a Chiara l'obiettivo. 

Grazie per i consigli utili che hai aggiunto, @Modea72  :)
Sono lieta del tuo gradimento e che per te sia un testo che trasmette emozioni e spunti di riflessione. :flower:
Di sabbia e catrame è la vita:
o scorre o si lega alle dita.


Poeta con te - Tre spunti di versi

Re: [MI 172] Lacrime e pioggia

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Ciao @Poeta Zaza 
Quando nel commento hai indicato la moglie dell’uomo come narratrice, il racconto mi è apparso più chiaro, per quanto alla fine si capisse comunque che era la moglie a raccontare.
Così il racconto, oltre a palesarsi subito assume un “triplice” punto di vista: La moglie, il marito, Chiara, l’amante del marito.
Con questa comprensione ci si può immergere nelle sensazioni e nei vari particolari che hai disseminato, non ultimi quelle delle tue immancabili poesie che fanno da accompagnamento alla prosa.
Mi piacciono, hai evocato bene quelle grigie immagini autunnali, gli aghi di pino nella pineta, con le spine che pungono fuori e dentro, nell’anima, il cielo rabbuiato,il vento, il freddo, un’imminenza di pioggia.
Potrebbe anche essere un paesaggio invernale. La moglie sente i loro discorsi e non interviene, non vuole palesarsi.
Non avrei fatto dire al marito che sua moglie era malata di leucemia, mi sembra che spezzi una sorta di spiritualità che si era creata, che pure aleggiava nell’aria. Poteva dire semplicemente che stava per andarsene, che lui non voleva lasciarla sola, non poteva, non doveva.
E a queste parole avrei fatto sfuggire alla moglie come un lieve singhiozzo, una commozione, ma poteva farlo comunque, anzi.
Una storia particolare, un vero ripensamento, una vera e propria scelta, come da traccia, un’assunzione di responsabilità che decide del futuro della propria e altrui vita.
La moglie mostra grande dignità nel non palesarsi, il marito scopre la sua umanità, il suo pentimento.
Un po’ ardua da rendere in pochi caratteri ma pur con poche parole, come accurate pennellate impressioniste, sei riuscita a mostrare un dramma.
Si salveranno solo coloro che resisteranno e disobbediranno a oltranza, il resto perirà.
(Apocalisse di S. Giovanni)

Re: [MI 172] Lacrime e pioggia

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ciao @Poeta Zaza. Eccomi a te, con quel che è rimasto di me dopo una giornata stressante al sole piemontese 


Eri sceso dall’ultimo vagone,
le spalle curve come un peso addosso,
il treno in lontananza,
la stazione.
Lo sguardo a indicarle l’obiettivo:
un tratto di cammino,
e via con gli aghi appuntiti
dentro,
circondati dagli aghi
di pineta
e rabbuiato il cielo vi guardava.

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Non rinunci mai ai tuoi versi, cara mia. Sinceramente li trovo molto belli e molto vicini alla  poesia.  Però, come al solito, devo dirti che forse ne abusi.
Capisco che a te piace così, ma se la prova è un racconto, io mi aspetterei al massimo un verso come apertura o chiusura. Anche perché poi si perde di vista il resto.
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Le avevi detto: “Incontriamoci a X. Aspettami alla stazione alle quindici di domani.”
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Piccolo errore. Da come si evince dal racconto, lei intercetta una telefonata. Quindi, sarebbe corretto " le avevi scritto". Non è neanche credibile venire a conoscenza di una lunga storia d'amore, attraverso una telefonata carpita. I tradimenti sporadici possono non dare segni o sentore. :)
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Chiara in macchina, tu in treno.
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mmm! difficile stare in due posti diversi allo stesso tempo. L'incontro in stazione ci sta; ma che lei fosse venuta in macchina, non capisco come lei abbia potuto saperlo. Qui ci voleva un collegamento chiaro.
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E un cielo rabbuiato, incombente, che vi soffiava un vento contro e freddo.
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Ma mai un addio sotto il sole rovente, e un cielo azzurro?  :P
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a un certo punto vi siete fermati, a raccontarvi il tempo e lo spazio del vostro amore, a turno o accavallandovi, ognuno con le mani sulle spalle dell’altro, gli occhi negli occhi. 
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Un incontro in pineta, a piedi, all'aperto, dopo una certa camminata, e lei riesce a sentire quello che si dicono, riuscendo persino a non farsi notare?
Mi pare un pedinamento arduo da mettere in atto. Già sentire un discorso in quelle condizione è impossibile.
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Chiara ti batteva coi pugni il petto, gridando decine di volte no. “Non mi è possibile. È come strapparmi la pelle.”
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Se lei grida le cose cambiano. Ma la moglie dove era? E loro stessi dove stavano? In piedi contro un pino, e lei nascosta a pochi passi, dietro un altro pino! mmm!!! roba da FBI. Forse qui ci voleva una mimetizzazione da parte di lei.
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Tu le dicevi, con la voce rotta dall’emozione:
“Lo vedi il nostro "dove"? È sempre là, nella terra del quando il paradiso...”
Ma dai suoi occhi solo un lampo e il viso, in chiaroscuro, trovava l’ombra d’un sorriso.
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Troppo mieloso. Credo che almeno "un vaffanculo, stronzo!", ci voleva. Insomma, qualcosa di più aspro e verosimile.
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... arresi alla coscienza
la più alta
a lacrimare
col favore della pioggia
che dolce carezzava,
aspergeva,
i vostri visi tersi,
tesi
in oblazione.

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Molto belli, questi versi. Però vi è un chiaro abuso di poesia: lo ribadisco.
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Avete fatto una scelta giusta, compiuta in nome dell’amore, un donare senza condizioni e in piena libertà, senza scarabocchi sull’anima
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Qui sono proprio scettico. Questa moralità messa in campo non mi piace, figurati se poi è la moglie che la espone. Troppi buoni sentimenti rappresentati, roba per un mondo che non esiste, figurati tra gli esseri umani.
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, sapendo che sarà anche rimpianto, ma libertà dai rimorsi di una coscienza che saprà ricompensarvi con la consapevolezza dei giusti.
E siete comunque l’una per l’altro, fermi nel Tempo e nello Spazio. Come il vostro ultimo bacio. Irripetibile.
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Qui faccio solo una considerazione molto più reale della tua rappresentazione. La malattia del partner è una delle cause prevalenti delle separazioni.
Per dolorosa esperienza devo confessare che a me non si addice, ma io sono io. Siamo in pochi a resistere alla sofferenza altrui solo per un fatto di coscienza.
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Ironia della sorte, ho intercettato l’ultima telefonata. Non avevo mai subodorato nulla. 
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Come dicevo sopra.
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Quale la mia scelta? Palesarmi adesso oppure no? Vanificare un futuro di dedizione totale da parte tua, il tuo amore intero, per ammantarlo di colpa e di vergogna?
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Sopra, lei, ha già trovato la scelta di lui buona. Qui siamo alla sua scelta? Ma allora, chi è il protagonista della storia che deve fare questa scelta? Lui o lei?
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No, sacrificio per sacrificio, sarà silenzio la mia scelta.
In nome di un amore intero: il nostro. Irrinunciabile.
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Da qui pare che sia lei a fare la scelta. Ma tale scelta è vincolata a quella del marito. Niente fine della storia d'amore nascosta, nessuna scelta di lei.
Se il marito non avesse fatto questa scelta, lei avrebbe dovuto fare una scelta diametralmente opposta. Solo in questo caso, e con la risoluzione che ti ho suggerito, avresti rispettato la sequenza data da Poldo. Qui non si coglie chi rinuncia dei due, e quali sono le conseguenze di questa rinuncia. 
Devo farti purtroppo notare, che anche  questo racconto manca della giusta azione. Come dicevo sopra, hai speso tanto in prosa, e ti è scappata di mano la trama. A ben vedere, mancano i tre elementi costitutivi: inizio- confronto- finale che devono comparire come parte attiva. Concludo, ancora una volta, esortandoti a non prendere sotto gamba lo svolgimento di una trama. Considerato che Poldo e Kikki già ci avevano regalato un paradigma sui cui costruire la storia. Spero che tu voglia apprezzare il discorso fatto in tutta sincerità. <3 Ciao Mariangela.
Tratti di pioggia sopra Auschwitz. Tra oblio e orgoglio

Re: [MI 172] Lacrime e pioggia

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@bestseller2020   :)

Capisco quello che mi rimproveri, e ti ringrazio, ma eccepisco qualcosa:

La traccia recita:

- Il racconto dovrà comprendere tutti i passaggi: la situazione che impone la scelta, il dubbio, la decisione, la rinuncia, l'esito.-
La situazione che impone la scelta è quella che vede la malattia grave della moglie tradita;
il dubbio è se chiudere o no la storia (Chiara, che ha tutto da perdere, cerca di farlo desistere);
la decisione di lui è presa (e Chiara lo segue);
la rinuncia all'amore adulterino è la conseguenza;
l'esito è la fine dell'adulterio e la scelta della moglie tradita: il silenzio.

Poi, ti faccio notare che:
bestseller2020 ha scritto: Le avevi detto: “Incontriamoci a X. Aspettami alla stazione alle quindici di domani.”
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Piccolo errore. Da come si evince dal racconto, lei intercetta una telefonata. Quindi, sarebbe corretto " le avevi scritto".
Se ha ascoltato una telefonata, lui stava parlando con Chiara, mica le scriveva!  :D (lavori troppo, Raf...  :si:  )

bestseller2020 ha scritto: gio ago 11, 2022 7:47 pmSopra, lei, ha già trovato la scelta di lui buona. Qui siamo alla sua scelta? Ma allora, chi è il protagonista della storia che deve fare questa scelta? Lui o lei?
Perché, Raf, non è mica vietato dalla traccia che siano in due a fare una scelta? La fanno entrambi (in tre se consideriamo la scelta "obbligata-quasi" di Chiara). 
In più, la moglie ha sentito della macchina di Chiara e del treno del marito, sempre nella telefonata intercettata, con l'indicazione degli orari.
Li ha anticipati: magari conosceva già il posto e supponeva la direzione che avrebbe preso il marito.
Io l'ho immaginata nascondersi dietro un albero, tra la vegetazione, e poi portarsi vicino ai due, senza fare rumore.


Per quanto riguarda l'aderenza alla traccia ufficiale, leggi qui:  :P   <3

viewtopic.php?p=39484#p39484
Di sabbia e catrame è la vita:
o scorre o si lega alle dita.


Poeta con te - Tre spunti di versi

Re: [MI 172] Lacrime e pioggia

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@Poeta Zaza
Ho apprezzato molto il senso della storia e, per quanto riguarda l'aderenza alla traccia, mi ha colpito di più la scelta della moglie piuttosto di quella del marito.
Come sai io mi chiamo fuori quando si tratta di poesia; anche se qualche volta ci ho provato non mi sento sufficientemente competente da poter porre un giudizio. Il fatto di ritrovare dei testi poetici alternati al racconto un po' mi disorienta, anche perché non è chiaro da subito chi sta dicendo cosa.
Poeta Zaza ha scritto: “Non ti vedrò più ridere con le nuvole negli occhi mentre rotola il vento con la foglie spinte?”
Questa frase mi stona un po', mi sembra un'intromissione del testo poetico nella parte narrativa che avrei tenuto più asciutta per accentuare il contrasto.
Per il resto sei riuscita a dare delle belle immagini.

Re: [MI 172] Lacrime e pioggia

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@Poldo Grazie del passaggio e delle note!  :)

Quella frase era il loro refrain: sai quelle frasi, o battute, che si capiscono solo in due. La moglie, con quel  "Forse" che le faccio dire, lo intuisce:
Poeta Zaza ha scritto: “Non ti vedrò più ridere con le nuvole negli occhi mentre rotola il vento con la foglie spinte?”
Avete sorriso complici al primo di tanti ricordi. Forse.
Però hai ragione: avendo già fatto un lungo excursus poetico, questo potevo risparmiarlo ai lettori.
Di sabbia e catrame è la vita:
o scorre o si lega alle dita.


Poeta con te - Tre spunti di versi

Re: [MI 172] Lacrime e pioggia

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@Poeta Zaza ciao. 
Hai ragione, lavoro troppo e sicuramente non sono tanto lucido :D
Mi spieghi cosa intendi per intercettare una telefonata? Da come dici te, al massimo lei poteva sentire cosa diceva lui; ma lei no.
Comunque ribadisco che il tuo testo se collocato all'interno di una nicchia specifica lo troverei molto bello. Però sul resto mantengo la mia convinzione.
Grazie della tua pazienza  <3
Tratti di pioggia sopra Auschwitz. Tra oblio e orgoglio

Re: [MI 172] Lacrime e pioggia

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bestseller2020 ha scritto: Mi spieghi cosa intendi per intercettare una telefonata? Da come dici te, al massimo lei poteva sentire cosa diceva lui; ma lei no.
Sì, ha sentito solo lui, che di certo aveva un tono di voce particolare e urgente, e che l'avrà chiamata per nome e le avrà detto come, dove e quando incontrarsi. Ce ne cresce, per una moglie, per alzare le antenne, anche se non sente le risposte...  ;)
Di sabbia e catrame è la vita:
o scorre o si lega alle dita.


Poeta con te - Tre spunti di versi

Re: [MI 172] Lacrime e pioggia

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Gentile Autrice


sono Riccardo Bruno e mi sono occupato della revisione della sua opera.

Ho letto e riletto con attenzione e interesse il suo breve ma intenso scritto.

Breve opera lirica e introspettiva, essa alterna tratti di prosa e versi liberi le cui sonorità e i ritmi talvolta si riecheggiano, talatra entrano in contrasto,  creando così un'armonia sempre mossa e vivida.

Proprio in virtù di questo lirismo, di questo empito che caratterizza tutto lo scritto capita che la famosa 'sospensione dell'incredulità' spinge necessariamente - a mio parere - a sorvolare su alcuni elementi forse poco verosimili (a puro titolo di esempio: "A un certo punto vi siete fermati, a raccontarvi il tempo e lo spazio del vostro amore" la cosa implicherebbe una vicinanza eccessiva della moglie nei confronti dei due amanti) ma sui quali il lettore può sicuramente sorvolare avendo l'autore licenza poetica (qui abbastanza ampia, visto che gli argomenti sono quelli dell'amore e dell'introspezione dell'Io).

A motivo di ciò posso dire che - secondo il mio parere - il suo scritto - certo, molto cesellato - è praticamente impeccabile, sia dal punto di vista formale che sostanziale.


Saluti

Riccardo Bruno

Re: [MI 172] Lacrime e pioggia

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Riccardo73 ha scritto: Gentile Autrice


sono Riccardo Bruno e mi sono occupato della revisione della sua opera.

Ho letto e riletto con attenzione e interesse il suo breve ma intenso scritto.

Breve opera lirica e introspettiva, essa alterna tratti di prosa e versi liberi le cui sonorità e i ritmi talvolta si riecheggiano, talatra entrano in contrasto,  creando così un'armonia sempre mossa e vivida.

Proprio in virtù di questo lirismo, di questo empito che caratterizza tutto lo scritto capita che la famosa 'sospensione dell'incredulità' spinge necessariamente - a mio parere - a sorvolare su alcuni elementi forse poco verosimili (a puro titolo di esempio: "A un certo punto vi siete fermati, a raccontarvi il tempo e lo spazio del vostro amore" la cosa implicherebbe una vicinanza eccessiva della moglie nei confronti dei due amanti) ma sui quali il lettore può sicuramente sorvolare avendo l'autore licenza poetica (qui abbastanza ampia, visto che gli argomenti sono quelli dell'amore e dell'introspezione dell'Io).

A motivo di ciò posso dire che - secondo il mio parere - il suo scritto - certo, molto cesellato - è praticamente impeccabile, sia dal punto di vista formale che sostanziale.


Saluti

Riccardo Bruno

Ringrazio @Riccardo73  per la recensione del mio racconto "Lacrime e pioggia" del MI 172.  :)

Sentirmi dire da un Editor che il mio scritto è "praticamente impeccabile, sia dal punto di vista formale che sostanziale" mi ha fatto tanto piacere.

Più ancora ho gradito il suo giudizio sull'alternanza tra prosa e versi, con sonorità e ritmi che riecheggiano o si contrastano, dando un'armonia sempre mossa e vivida.

Quando scrivo racconti "misti" di prosa e poesia, il mio pubblico si divide come tra frasi e versi del testo.

Di certo, è la prima volta che ho un riscontro così positivo, che mi riempie di orgoglio e di soddisfazione.  :si: :saltello:

Grazie, Editor Riccardo Bruno!  :)
Di sabbia e catrame è la vita:
o scorre o si lega alle dita.


Poeta con te - Tre spunti di versi

Re: [MI 172] Lacrime e pioggia

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@@Riccardo73 ha scritto: @@Riccardo73 ma sui quali il lettore può sicuramente sorvolare avendo l'autore licenza poetica
Il lettore può, non vuol dire che " deve". Dato che si trattava di valutare un racconto con precise indicazioni sulla trama. :P

Sono stato l'unico ad avanzare tale "inverosimili elementi" come una lacuna. Certo, la licenza poetica è una strada percorribile, ma tale "boa", a mio parere, doveva essere autorizzata, in modo da confrontarsi con altre prove sullo stesso registro. Come già detto a @Poeta Zaza, il suo lavoro, apprezzabile per la lirica, usciva dal sentiero del racconto. Comunque ho fatto i miei complimenti. Ciao a tutti.
Tratti di pioggia sopra Auschwitz. Tra oblio e orgoglio

Re: [MI 172] Lacrime e pioggia

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Ciao mia dolce amica @Poeta Zaza 

Questo tuo esperimento letterario mette in crisi il concetto stesso di “critica” a un “racconto”.
Diciamo subito che è un esperimento coraggioso e decisamente originale, per quanto cerchi nei miei ricordi di lettore ho difficoltà ad assimilarlo a qualcosa di già letto.

Nel leggerlo ho subito pensato a un qualcosa scritto a quattro mani tra D’Annunzio e Shakespeare.

Inevitabile nella lievità della parte in versi una suggestione che conduce alla “Pioggia nel pineto”,
Un flash che ovviamente poco ha a che vedere col contenuto della tua parte in versi del racconto, ma che comunque in passaggi come questo:

“a lacrimare
col favore della pioggia
che dolce carezzava,
aspergeva,
i vostri visi tersi,
tesi
in oblazione.”

mi evocano, per la scelta qualitativa delle parole, la lirica del nostro noto Vate.

La parte di testo in prosa, per la scelta stilistica in cui lo hai volutamente solenne, aulico, mi fa pensare alla sceneggiatura di un dramma teatrale.

Se, a esempio, prendo questo periodo, della parte finale del racconto, trovo che la sua stesura in qualche maniera sia assai simile al famoso monologo dell’Amleto di Shakespeare:

“Quale la mia scelta? Palesarmi adesso oppure no? Vanificare un futuro di dedizione totale da parte tua, il tuo amore intero, per ammantarlo di colpa e di vergogna?

“È egli più decoroso per l’anima di tollerare i colpi dell’ingiusta fortuna, o impugnare le armi contro un mare di dolori e, affrontandoli, finirli? Morire, dormire, null'altro”

Ora certamente mi dirai che queste mie interpretazioni su quanto hai scritto,
non possono che essere frutto delle sostanze che mi fumavo in gioventù, o altresì che c’ho le pigne in testa.
Non ti darei torto amica mia, ma vedi, ho la sensazione che questa storia tu l’abbia scritta in una specie di stato d’alterazione creativa mossa da subito sul binario di una suggestione poetica.
Giunta al termine della prima strofa e constato l’elevato livello lirico raggiunto, non hai potuto che continuare a mantenere quel livello, sia nella parte in versi che in quella in prosa.

Non è stata un’impresa semplice coniugare due linguaggi scritti per natura così difficilmente amalgamabili.

Inevitabilmente il racconto, in termini di “racconto puro”, non può nonostante il soggetto drammatico (quasi patetico) della storia, colpire emotivamente il lettore, quindi se ne gode la lettura da un punto di vista non empatico, ma essenzialmente razionale.

L’emozione e la commozione in poesia e in prosa avvengono solo nella specificità linguistica dei due “sistemi”, unirli in un unico racconto porta il lettore a seguire la vicenda con occhio estraneo, perché la mente non riesce a partecipare emozionalmente a due sollecitazioni non omogenee.

Quindi complimenti per l’esperimento, mentre per la percezione del racconto in sé, mi riservo di emozionarmi in altre, più consuete, cose altrettanto godibili che verranno.

Un grande abbraccio  <3

Re: [MI 172] Lacrime e pioggia

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@Nightafter  carissimo!  :)

Stai diventando un critico coi fiocchi, secondo me.  (y)
Intanto, ci hai preso con La pioggia nel pineto, la cui musicalità avevo sullo sfondo mentre componevo i miei versi. Ed ero anche in tema, mi dicevo.
All'Amleto mi ci fai riandare tu, adesso, non è voluto, ma in Shakespeare c'è la quintessenza dei perché dell'essere e quindi mi fa molto piacere che
il mio scritto ti ci abbia fatto riandare.
Hai centrato anche l'artificio del "distacco" voluto (e riuscito, vedo)  con le due narrazioni, a differenza di altri miei racconti misti di frasi e versi.
Mi fa anche piacere che tu ci abbia visto la possibilità di un esperimento teatrale: ci ho pensato.
Nightafter ha scritto: ho la sensazione che questa storia tu l’abbia scritta in una specie di stato d’alterazione creativa mossa da subito sul binario di una suggestione poetica.
<3
Di sabbia e catrame è la vita:
o scorre o si lega alle dita.


Poeta con te - Tre spunti di versi
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