[Agenzia] Walkabout Literary Agency
Inviato: mer feb 02, 2022 2:02 pm
http://www.walkaboutliteraryagency.com
Buongiorno a tutti.
Chiedo scusa se il modo o la categoria non è corretta, ma pur leggendo per bene l'argomento: "Come aggiungere una discussione sulle agenzie" ed essendo questo bloccato, provo a raccontare la mia esperienza con l'agenzia qui, ben pronto a spostare il tutto nel luogo corretto, se questo non fosse.
Mi riferisco all'Agenzia Walkabout: sul Writer's Dream era talmente ben presentata che mi ha convinto ad avvicinarmi ad essa, proponendo il mio progetto editoriale.
Trattasi di una costruzione di tre racconti su alcuni argomenti "pesanti": omosessualità, amore e cancro. I tre narratori si incontrano in un luogo e in un momento "minimo comun denominatore" e le tre vicende hanno una chiusura piacevole, dopo un classico momento di spannung.
Scrivo all'agenzia, seguendo i consigli del WD, invio il dattiloscritto da valutare, una breve Bio dell'autore, la sinossi e la contabile del bonifico effettuato. Correttamente, ricevo una mail di ricezione del materiale dove viene scritto: “Siamo sicuramente interessati a valutare il suo romanzo anche se riceviamo ogni giorno diverse proposte come la sua e non riusciamo a considerare le proposte con la giusta professionalità. Per questo motivo, la nostra agenzia si è dotata di un servizio di valutazione testi che analizza romanzi, raccolte di racconti, saggi e narrativa per giovani lettori. La scheda che rilasciamo analizza tutti gli aspetti tecnici del testo e argomenta la nostra valutazione attraverso 4/7 pagine. Nel caso la scheda risultasse positiva, sarà nostro interesse proporle di essere rappresentato da noi e non ci saranno ulteriori costi da affrontare se non la percentuale di agenzia sui contratti chiusi.” Arriva la fattura a me intestata: tutto ineccepibile. Dopo i 70 giorni arriva la scheda, 9 pagine dattiloscritte dove il mio testo viene magnificato, anche se alcuni personaggi non vengono realmente letti per quello che sono, ma ciò mi fa meditare che il testo andrà rivisto, se alcune sfaccettature vengono travisate e, dalla seconda pagina mi emoziono convinto di aver trovato l’agenzia che mi avrebbe SICURAMENTE rappresentato, visti i commenti. Poi, la caduta:Alcune osservazioni non mi sono chiare (si parla di un "tentativo di emulazione" e un riferimento: Febbre di Bazzi, libro e autore che non conosco) e "in molte occorrenze l'istinto prevale sui tentativi di imitazione") anzi, sono convinto del contrario, essendo in me molto chiaro che scrivo senza copiare (leggi emulare) nessuno, soprattutto chi non conosco. La cosa, naturalmente, mi indispettisce, ma anche mi lusinga: se la scrittura è simile a qualcuno che ha già pubblicato, allora sarò pubblicabile anche io, no?
Sulla stesura, viene letto come errore il cambio di stile tra un narratore e l’altro (in realtà fatto apposta: sono tre persone diverse) e mi viene posto come esempio un elenco che i tre fanno, ognuno con metodologie diverse (frutto di uno studio accurato, per far capire al lettore che ognuno dei narratori ha un suo tipico nervosismo o mania e un diverso modo di appuntare). Siccome la lettura, però, mi elenca vari punti di forza, e poche mancanze, sottolineo con un evidenziatore giallo tutto il positivo, e in arancione tutto ciò che è da modificare, curare, aggiustare. Arrivo a metà della valutazione che sono sempre più convinto che sarei stato preso in scuderia…
Invece no: ad un certo punto, come se il file fosse stato preso da altre mani, viene sommariamente conclusa la valutazione, sbagliando alcuni cenni sui personaggi, e liquidandomi con una chiusa senza la corretta punteggiatura, che pare più un copia e incolla standard:
*editato dallo staff*
Ora, a me va bene tutto, sono qui per imparare. Ma quel “Lavorando d’abitudine con la media e grande editoria” mi fa una male bestia.
Sono un animale che non si arrende mai… Scrivo una mail, così, di getto:
Buonasera Signora Biancatelli
grazie per la scheda di valutazione, che leggerò con attenzione. Mi voglio prendere un momento per ponderare tutti i consigli. Alcune osservazioni non mi sono chiare (si parla di un "tentativo di emulazione”) ma non è su questo, che vorrei confrontarmi, piuttosto sulla chiusa, sul risultato: speravo, naturalmente, che voleste rappresentarmi, per crescere. Per avere un occasione. Mi permetterò di chiamarla, non appena avrò chiara tutta la vostra valutazione, al di là dell'emozione del momento. Un grazie sottolineato, per l'attenzione e la lettura, cordiali saluti, ecc ecc”.
Poi, non contento, ne scrivo un’altra, dove non commento le correzioni, bensì i momenti (molti) di commento positivo;
concludo con: “Certo: v’è ancora molto lavoro da fare; Non dico di no: me lo ha fatto notare e lo accetto; Lei ha deciso, con una dolorosa sentenza: “lavorando d’abitudine con la media e grande editoria, (…) “ É una frase dolorosa, che non credo di meritare; anche se così fosse, vorrei avere l’occasione, da chi e con chi ha saputo risuonare come uno strumento perfettamente intonato alle mie parole, di poter fare quel percorso di cui parla nelle interviste. Ho pensato che l'agenzia avesse un nome omen: come un adolescente, ho intenzione di intraprendere quel viaggio iniziatico che gli aborigeni intraprendono per diventare uomini, ma soprattutto per essere accettati dalla comunità. Ho intenzione di avviarmi verso quel cammino, per conoscere, scontrarmi con la realtà editoriale, trovarmi in disaccordo, accettare, imparare, promettere, arrivare, ed essere accettato dalla comunità. Se Walkabout assume la rappresentanza dei miei progetti, si troverà a percorrere quel cammino con me: sono pronto a mettermi in gioco,
guardare ognuno dei miei testi obiettivamente, accettare i consigli e maturare con essi, per raggiungere quelle vette che sono, come mi ha fatto dolorosamente notare, le vostre: la media e l'alta editoria. Voglio partecipare, perchè voglio crescere, imparare a farlo, come ho fatto le cose che mi hanno portato qui: con motivazione, resistenza (Vorrei usare un termine, resilienza, che, purtroppo, in questo periodo va per la maggiore, ma non lo farò, perchè voglio pensare che assieme a voi il cammino sarebbe più facile. Per questo, le chiedo di rivedere la parte finale della scheda, quella in italico, e offrirmi il palmo della sua mano; oppure glielo offro io: “Andiamo?".
La risposta è stata ancora più raggelante, e non vi voglio annoiare.
…e niente: questa è stata la mia esperienza con Walkabout.
So che devo imparare qualcosa, so che devo mettere mano al testo e sottolineare qualche comportamento per caratterizzare ancora più i miei personaggi. Ma so di saper scrivere, e questo incidente non mi ferma.
Mi sento come quando esci a cena con un ragazzo che ti piace moltissimo, e al momento dei saluti ti dice che non ti ha trovato interessante e che quindi… niente.
Buongiorno a tutti.
Chiedo scusa se il modo o la categoria non è corretta, ma pur leggendo per bene l'argomento: "Come aggiungere una discussione sulle agenzie" ed essendo questo bloccato, provo a raccontare la mia esperienza con l'agenzia qui, ben pronto a spostare il tutto nel luogo corretto, se questo non fosse.
Mi riferisco all'Agenzia Walkabout: sul Writer's Dream era talmente ben presentata che mi ha convinto ad avvicinarmi ad essa, proponendo il mio progetto editoriale.
Trattasi di una costruzione di tre racconti su alcuni argomenti "pesanti": omosessualità, amore e cancro. I tre narratori si incontrano in un luogo e in un momento "minimo comun denominatore" e le tre vicende hanno una chiusura piacevole, dopo un classico momento di spannung.
Scrivo all'agenzia, seguendo i consigli del WD, invio il dattiloscritto da valutare, una breve Bio dell'autore, la sinossi e la contabile del bonifico effettuato. Correttamente, ricevo una mail di ricezione del materiale dove viene scritto: “Siamo sicuramente interessati a valutare il suo romanzo anche se riceviamo ogni giorno diverse proposte come la sua e non riusciamo a considerare le proposte con la giusta professionalità. Per questo motivo, la nostra agenzia si è dotata di un servizio di valutazione testi che analizza romanzi, raccolte di racconti, saggi e narrativa per giovani lettori. La scheda che rilasciamo analizza tutti gli aspetti tecnici del testo e argomenta la nostra valutazione attraverso 4/7 pagine. Nel caso la scheda risultasse positiva, sarà nostro interesse proporle di essere rappresentato da noi e non ci saranno ulteriori costi da affrontare se non la percentuale di agenzia sui contratti chiusi.” Arriva la fattura a me intestata: tutto ineccepibile. Dopo i 70 giorni arriva la scheda, 9 pagine dattiloscritte dove il mio testo viene magnificato, anche se alcuni personaggi non vengono realmente letti per quello che sono, ma ciò mi fa meditare che il testo andrà rivisto, se alcune sfaccettature vengono travisate e, dalla seconda pagina mi emoziono convinto di aver trovato l’agenzia che mi avrebbe SICURAMENTE rappresentato, visti i commenti. Poi, la caduta:Alcune osservazioni non mi sono chiare (si parla di un "tentativo di emulazione" e un riferimento: Febbre di Bazzi, libro e autore che non conosco) e "in molte occorrenze l'istinto prevale sui tentativi di imitazione") anzi, sono convinto del contrario, essendo in me molto chiaro che scrivo senza copiare (leggi emulare) nessuno, soprattutto chi non conosco. La cosa, naturalmente, mi indispettisce, ma anche mi lusinga: se la scrittura è simile a qualcuno che ha già pubblicato, allora sarò pubblicabile anche io, no?
Sulla stesura, viene letto come errore il cambio di stile tra un narratore e l’altro (in realtà fatto apposta: sono tre persone diverse) e mi viene posto come esempio un elenco che i tre fanno, ognuno con metodologie diverse (frutto di uno studio accurato, per far capire al lettore che ognuno dei narratori ha un suo tipico nervosismo o mania e un diverso modo di appuntare). Siccome la lettura, però, mi elenca vari punti di forza, e poche mancanze, sottolineo con un evidenziatore giallo tutto il positivo, e in arancione tutto ciò che è da modificare, curare, aggiustare. Arrivo a metà della valutazione che sono sempre più convinto che sarei stato preso in scuderia…
Invece no: ad un certo punto, come se il file fosse stato preso da altre mani, viene sommariamente conclusa la valutazione, sbagliando alcuni cenni sui personaggi, e liquidandomi con una chiusa senza la corretta punteggiatura, che pare più un copia e incolla standard:
*editato dallo staff*
Ora, a me va bene tutto, sono qui per imparare. Ma quel “Lavorando d’abitudine con la media e grande editoria” mi fa una male bestia.
Sono un animale che non si arrende mai… Scrivo una mail, così, di getto:
Buonasera Signora Biancatelli
grazie per la scheda di valutazione, che leggerò con attenzione. Mi voglio prendere un momento per ponderare tutti i consigli. Alcune osservazioni non mi sono chiare (si parla di un "tentativo di emulazione”) ma non è su questo, che vorrei confrontarmi, piuttosto sulla chiusa, sul risultato: speravo, naturalmente, che voleste rappresentarmi, per crescere. Per avere un occasione. Mi permetterò di chiamarla, non appena avrò chiara tutta la vostra valutazione, al di là dell'emozione del momento. Un grazie sottolineato, per l'attenzione e la lettura, cordiali saluti, ecc ecc”.
Poi, non contento, ne scrivo un’altra, dove non commento le correzioni, bensì i momenti (molti) di commento positivo;
concludo con: “Certo: v’è ancora molto lavoro da fare; Non dico di no: me lo ha fatto notare e lo accetto; Lei ha deciso, con una dolorosa sentenza: “lavorando d’abitudine con la media e grande editoria, (…) “ É una frase dolorosa, che non credo di meritare; anche se così fosse, vorrei avere l’occasione, da chi e con chi ha saputo risuonare come uno strumento perfettamente intonato alle mie parole, di poter fare quel percorso di cui parla nelle interviste. Ho pensato che l'agenzia avesse un nome omen: come un adolescente, ho intenzione di intraprendere quel viaggio iniziatico che gli aborigeni intraprendono per diventare uomini, ma soprattutto per essere accettati dalla comunità. Ho intenzione di avviarmi verso quel cammino, per conoscere, scontrarmi con la realtà editoriale, trovarmi in disaccordo, accettare, imparare, promettere, arrivare, ed essere accettato dalla comunità. Se Walkabout assume la rappresentanza dei miei progetti, si troverà a percorrere quel cammino con me: sono pronto a mettermi in gioco,
guardare ognuno dei miei testi obiettivamente, accettare i consigli e maturare con essi, per raggiungere quelle vette che sono, come mi ha fatto dolorosamente notare, le vostre: la media e l'alta editoria. Voglio partecipare, perchè voglio crescere, imparare a farlo, come ho fatto le cose che mi hanno portato qui: con motivazione, resistenza (Vorrei usare un termine, resilienza, che, purtroppo, in questo periodo va per la maggiore, ma non lo farò, perchè voglio pensare che assieme a voi il cammino sarebbe più facile. Per questo, le chiedo di rivedere la parte finale della scheda, quella in italico, e offrirmi il palmo della sua mano; oppure glielo offro io: “Andiamo?".
La risposta è stata ancora più raggelante, e non vi voglio annoiare.
…e niente: questa è stata la mia esperienza con Walkabout.
So che devo imparare qualcosa, so che devo mettere mano al testo e sottolineare qualche comportamento per caratterizzare ancora più i miei personaggi. Ma so di saper scrivere, e questo incidente non mi ferma.
Mi sento come quando esci a cena con un ragazzo che ti piace moltissimo, e al momento dei saluti ti dice che non ti ha trovato interessante e che quindi… niente.