Cosa induce gli editori a scartare il 95% delle proposte?

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Voi direte: la mediocrità dilagante e la bassa qualità delle opere, il fatto di essere piene di errori e ingenuità, il richiedere un grosso lavoro di editing e, soprattutto, il non essere attinenti alla linea editoriale dell'editore prescelto. 

Ovviamente.
Ma questo presuppone che i manoscritti siano stati valutati, almeno in parte. 

Invece, sappiamo bene che spesso le proposte vengono scartate senza che i file siano stati aperti, o limitandosi a leggerne poche pagine. Questo avviene per motivi che non riguardano l'oggetto della proposta in sé, il manoscritto, ma il come sia stato proposto. I motivi credo siano principalmente quattro: 

1) Spesso, già dalla stessa e-mail - che dovrebbe fungere anche da lettera di presentazione - gli editori si fanno un'idea negativa. Magari perché l'autore è troppo prolisso o, al contrario, troppo telegrafico. O per tanti altri motivi che hanno come comune risultato il fatto che gli allegati non siano aperti. 
2) Altre volte, la sinossi è scritta male, e gli editori non si spingono oltre. Se nemmeno la sinossi riesce a catturare l'attenzione - o riesce catturarla solo in negativo, per la presenza di errori - figuriamoci l'opera. 
3) In altri casi, la biografia dell'autore non è convincente. Magari perché ha pubblicato con un EAP e non ha nemmeno il buon gusto di ometterlo. 
4) Di frequente, inoltre, il file del manoscritto risulta poco professionale. Ad esempio, si fa uso di immagini a colori oppure di caratteri strani. 

Sono sufficienti almeno due di questi fattori (e spesso solo uno) per far sì che l'opera non sia nemmeno valutata. Insomma, spesso ci si concentra troppo sul manoscritto in sé (pagando fior di editing) e troppo poco sul come presentarlo, cosa che spesso rappresenta l'elemento determinante del rifiuto. 

Che ne pensate?

Re: Cosa induce gli editori a scartare il 95% delle proposte?

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Sono d'accordo. 

Aggiungerei anche una mail di presentazione poco personalizzata e non scritta ad hoc per la casa editrice in questione. Ad esempio una mail troppo generica che fa intuire sia la stessa mandata a più editori o agenti. Bisognerebbe che si capisca e che sia motivato il perché l'autore stia mandando proprio a quel destinatario e che faccia capire che conosce bene il catalogo e le linee editoriali.
Questo ovviamente se la mail viene aperta. Per i grandi editori questo non avviene (o meglio avviene in circostanze fortuite, nel senso che ogni tanto può capitare che aprano qualche mail che contiene una proposta di pubblicazione). Vengono infatti lette le schede di lettura che arrivano da agenti, scuole di scrittura e altri editor. Con quelle e con la lettura di qualche pagina dei manoscritti viene fatta una prima scrematura. 
Bisogna anche tenere presente che su tutto il catalogo di una ce la percentuale di esordi non è comunque altissima. Potrebbe essere un 5%? Secondo me è una percentuale realistica in una ce media o grande, il resto sono traduzioni o opere di autori già affermati. Ecco che la stima del tuo topic potrebbe avere un senso. Ovviamente non considerando la microeditoria.

Re: Cosa induce gli editori a scartare il 95% delle proposte?

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@Wanderer quelle che hai elencato sono le caratteristiche che portano un testo ad essere selezionato per la pubblicazione.
Viene scartato il 95% dei manoscritti perché a una casa editrice che pubblica 50 libri l’anno (ad esempio), arrivano 1000 testi. È proprio una questione matematica, pure ci fossero 1000 capolavori 950 verrebbero scartati.
Di contro, pure facessero tutti schifo 50 verrebbero pubblicati lo stesso.

Re: Cosa induce gli editori a scartare il 95% delle proposte?

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Wanderer ha scritto: Che ne pensate?
Tutto ciò che hai detto è giusto, ma io semplificherei ulteriormente la questione: un terzo o più degli editori non apre nemmeno le email. L'email, la sinossi e tutto il resto potrebbero essere anche perfetti (non è mai così, ma facciamo finta) però se nessuno le legge non farà nessuna differenza.
È fin troppo ottimistico aspettarsi che un editore (specie medio-grande) legga l'email di un aspirante, figurarsi il resto. Ci sono delle eccezioni, ma sono degne di nota proprio per questo.
Ci sono altri fattori da considerare: se l'editore fosse davvero interessato a possibili libri buoni che gli arrivano spontaneamente, darebbe almeno un'occhio alle email (e alla sinossi, se risultasse buona e in linea col catalogo). Se non succede è per il semplice motivo che non vuole pagare qualcuno per esaminare gli invii, preferisce puntare su "prodotti" già sicuri e valutati da altri: libri presentati da agenti, o provenienti da concorsi, scuole di scrittura, ecc. Certo, può capitare che perfino Mondadori legga per caso un invio spontaneo, per le ragioni che qualcuno ha addotto più su: tempo vuoto da occupare. Ma non è la norma.
I quattro punti che hai elencato sono reali e diffusi, e un buon motivo per scartare manoscritti, ma valgono solo per CE micro, che ricevono "solo" qualche decina di proposte al giorno e riescono almeno ad aprirle (e si sforzano di farlo, perché è il loro unico canale per poter trovare autori vendibili).
Il problema non è come si scrive l'email e la sinossi (a meno che non ci siano grossolani errori di grammatica) ma che gli arrivi sono decisamente troppi, e il tempo di chi dovrebbe esaminarli costa. La proposta di un agente, un concorso o altre vie sono molto più economiche, oltre che più sicure.
Ci capita di non avere davvero la consapevolezza di quanto potere abbiamo, di quanto possiamo essere forti (A. Navalny)
Qualunque sia il tuo nome (HarperCollins)
La salvatrice di libri orfani (Alcheringa)
Il lato sbagliato del cielo (Arkadia)
Il tredicesimo segno (Words)

Re: Cosa induce gli editori a scartare il 95% delle proposte?

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Fabioloneilboia ha scritto: @Wanderer quelle che hai elencato sono le caratteristiche che portano un testo ad essere selezionato per la pubblicazione.
In che senso?
  ha scritto:Viene scartato il 95% dei manoscritti perché a una casa editrice che pubblica 50 libri l’anno (ad esempio), arrivano 1000 testi. È proprio una questione matematica, pure ci fossero 1000 capolavori 950 verrebbero scartati.
Esattamente, ma proprio per questo ogni pretesto è buono per scartare un manoscritto senza aprire il file.  Di contro, quelli che vengono selezionati è perché almeno sono stati letti.

Re: Cosa induce gli editori a scartare il 95% delle proposte?

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@Wanderer nel senso che bastano i quattro punti che hai elencato per evitare di leggere la maggior parte dei testi.
Poi è anche una questione di fortuna, in certi anni alcune case hanno già tutti gli slot delle uscite occupate, quindi non si verrà mai selezionati, altre volte mancano solo testi di un genere preciso.
Si tratta di aziende, programmano tutto ed è anche un caso avere una chance.

Re: Cosa induce gli editori a scartare il 95% delle proposte?

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Silverwillow ha scritto: Tutto ciò che hai detto è giusto, ma io semplificherei ulteriormente la questione: un terzo o più degli editori non apre nemmeno le email. L'email, la sinossi e tutto il resto potrebbero essere anche perfetti (non è mai così, ma facciamo finta) però se nessuno le legge non farà nessuna differenza.
È fin troppo ottimistico aspettarsi che un editore (specie medio-grande) legga l'email di un aspirante, figurarsi il resto. 
In realtà non sappiamo nulla su chi legge, chi non legge, come legge. Sappiamo che rarissimamente arriva una risposta dai medio-grossi, ma questo non significa per forza che le email non siano state aperte.  Basandosi sul solo corpo della email, si possono vagliare agevolmente anche cento proposte al giorno. È vero che le CE sono subissate di proposte, ma è un numero comunque gestibile da una sola persona addestrata a questo compito ingrato.

Secondo me si tende un po' a sovrastimare la mole di proposte ricevute. Io credo che Mondadori ne riceva al massimo una cinquantina al giorno, mica cinquecento. Di queste cinquanta, la maggior parte si possono scartare in base al corpo dell'email, e solo una o due riceveranno un pigro click per aprire almeno un allegato e leggerne qualche riga. Si tratta di un lavoro che non richiede più di due o tre ore di tempo al giorno, in fondo.
Ultima modifica di Wanderer il dom lug 16, 2023 11:33 pm, modificato 5 volte in totale.

Re: Cosa induce gli editori a scartare il 95% delle proposte?

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Di quali editori stiamo parlando?
Fa molta differenza, credo, se parliamo di Einaudi o Pincopalla publishing.
I grandi editori in genere si affidano esclusivamente alle agenzie: qualcuno del mestiere che propone testi già esaminati approfonditamente e consoni alle linee guida e alle esigenze dell'editore. La percentuale di rifiuti allora è destinata a calare in maniera considerevole.
https://www.facebook.com/nucciarelli.ma ... scrittore/
https://www.instagram.com/marcellonucciarelli/
https://www.linkedin.com/in/marcello-nu ... -bbb4805b/

Re: Cosa induce gli editori a scartare il 95% delle proposte?

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Marcello ha scritto: Di quali editori stiamo parlando?
Fa molta differenza, credo, se parliamo di Einaudi o Pincopalla publishing.
I grandi editori in genere si affidano esclusivamente alle agenzie: qualcuno del mestiere che propone testi già esaminati approfonditamente e consoni alle linee guida e alle esigenze dell'editore. La percentuale di rifiuti allora è destinata a calare in maniera considerevole.
In effetti, non ho specificato. Mi riferisco comunque a una fascia di editori con cui è potenzialmente possibile pubblicare tramite invio spontaneo (quindi no Einaudi). E al tempo stesso mi riferisco a editori di qualità che sono ambiti in quanto selettivi (quindi no Pincopalla).

In generale, tuttavia, io credo che anche i big diano un'occhiata alle proposte, perché non si può mai escludere che in mezzo a mille ce ne sia una valida. 

Re: Cosa induce gli editori a scartare il 95% delle proposte?

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Wanderer ha scritto: In realtà non sappiamo nulla su chi legge, chi non legge, come legge. Sappiamo che rarissimamente arriva una risposta dai medio-grossi
Per vedere se una mail viene aperta ci sono estensioni apposite. Solo così ho visto che molti neanche l'aprivano. Per quanto riguarda quelle aperte, nessuno garantisce che leggano il testo o gli allegati. Sarebbe molto interessante sapere ciò che eventualmente guardano, prima di passare oltre, ma nessun editore importante ha mai spiegato il suo modo di procedere (almeno che abbia trovato io).
Se non arriva una risposta, e la cosa è più o meno standardizzata ("se non ricevete risposta in tot mesi...") non è il massimo, ma uno se ne fa (perché non ha alternative) una ragione. Se però usi la stessa formula e non apri nemmeno le email, è una presa in giro.
Poi sono d'accordo con chi ha detto che il 95% (di più, secondo me) viene scartato per una questione matematica: se pubblichi 30 libri all'anno e te ne arrivano 3000 è ovvio che 2970 verranno scartati, anche se fossero buoni, perché non c'è la capacità realistica di pubblicarli, stamparli e promuoverli, neanche volendo.
Ci capita di non avere davvero la consapevolezza di quanto potere abbiamo, di quanto possiamo essere forti (A. Navalny)
Qualunque sia il tuo nome (HarperCollins)
La salvatrice di libri orfani (Alcheringa)
Il lato sbagliato del cielo (Arkadia)
Il tredicesimo segno (Words)

Re: Cosa induce gli editori a scartare il 95% delle proposte?

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Silverwillow ha scritto: Poi sono d'accordo con chi ha detto che il 95% (di più, secondo me) viene scartato per una questione matematica: se pubblichi 30 libri all'anno e te ne arrivano 3000 è ovvio che 2970 verranno scartati, anche se fossero buoni, perché non c'è la capacità realistica di pubblicarli, stamparli e promuoverli, neanche volendo.
Vero, ma gli editori valutano le proposte anche in prospettiva degli anni successivi. È questa una delle ragioni per cui si tengono aperta una finestra di sei mesi o più per dare una risposta. A me è capitato di ricevere risposta interessata anche dopo un anno.

Per il resto, è anche vero il contrario: che siano 30 o 50 libri l'anno, i piccolo-medi editori di qualità pubblicano pochi libri proprio perché è difficile trovare titoli appetibili e adatti al proprio target (che non è quello di Mondadori o Giunti, che pubblicano centinaia di libri l'anno). Per la maggior parte, ricevono proposte improponibili o che non hanno alcuna attinenza con il loro catalogo. Spesso, è pure difficile trovare quelle 30-50 uscite, e lo devono pur fare, perché lo impone la distribuzione. 

Si consideri che diversi piccoli e medi editori non vorrebbero avere rapporti con le agenzie - che non sempre sono ben viste, dato che poi richiedono condizioni contrattuali privilegiate - ma sono costretti a farlo perché dalla mole di manoscritti ricevuti c'è ben poco da salvare, e non si riescono a coprire le 30-50 uscite annue di un piccolo-medio editore.

Insomma, il numero delle pubblicazioni annue spesso è difficile da rispettare non per eccesso di proposte valide, ma per difetto. Il 95% delle proposte secondo me viene rifiutato a prescindere, solo perché non solleva alcun interesse, non perché non ci sia spazio. È virtualmente molto difficile che un editore rifiuti a malincuore una proposta molto interessante solo perché ha gli slot già pieni (di solito, hanno gli slot pieni gli editori di manica larga e/o di portafoglio stretto). In questi casi, comunque, l'editore invita l'autore a inviare nuovamente la proposta oppure gli prospetta la possibilità di pubblicare nel 2025. Così funziona per le proposte di traduzione.

Re: Cosa induce gli editori a scartare il 95% delle proposte?

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Aggiungo che, però, i 50 libri pubblicati all’anno non vogliono dire 50 possibilità per chi invia manoscritti. Molti di quei 50 posti vanno agli autori che hanno già pubblicato con quell’editore, a quelli che gli portano agenzie e a quelli che cerca direttamente la casa editrice.
Inoltre, per quella manciata di slot disponibili, spesso ci sono autori con un discreto curriculum, che vogliono cambiare editore, che hanno inviato un’opera in valutazione.
Come scritto sopra il 5% di possibilità è una stima ottimista.

Re: Cosa induce gli editori a scartare il 95% delle proposte?

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Fabioloneilboia ha scritto: Come scritto sopra il 5% di possibilità è una stima ottimista.
Beh, insomma, dipende. Ci sono editori che approvano anche il 10-15% delle proposte, e lo si capisce dal buon numero di esperienze riportate anche in questo forum.
Per quanto riguarda editori più selettivi, poniamo che un buon editore pubblichi 50 libri l'anno, e che solo la metà provenga da invio spontaneo. Si tratta di circa due al mese, che non sono molti, ma saranno più o meno il 5% delle proposte ricevute, forse più, forse meno.
Secondo me, ribadisco, si tende a sovrastimare il numero di proposte ricevute dagli editori. Un piccolo editore ne riceverà un paio al giorno, un medio una decina al giorno, un colosso una cinquantina.
C'è poi da considerare un altro aspetto: il fatto che il 5% delle proposte possa sollevare l'interesse dell'editore non significa per forza che giunga a pubblicazione. Ci sono tante variabili, e c'è anche la possibilità che l'autore rifiuti il contratto che gli viene proposto. Io mi riferivo solo a opere che non vengono scartate, ma non necessariamente che vengono pubblicate.

Re: Cosa induce gli editori a scartare il 95% delle proposte?

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L'impressione generale è che gli editori cerchino di minimizzare al massimo il rischio di impresa. Da qui i vari libri di calciatori e giornalisti in passato, e quella di youtuber e influencer oggi. Partendo da un pubblico già fidelizzato dell'autore, il rischio è basso.

Per il resto ho la netta impressione che serva molta fortuna, e comunque "essere presentato" da qualcuno funziona. Siamo in Italia...

Si pensi ad esempio a "Ferrovie del Messico": è stato pubblicato da un editore minore, quindi stiamo parlando di qualcuno che ce l'ha fatta. Ma se il Prof. Barbero non l'avesse nominato allo Strega, sarebbe diventato un caso editoriale?

Va aggiunta una riflessione: siamo in troppi a scrivere. E troppi scrivono schifezze. Quel diluvio di fango che si riversa sugli editori non ci aiuta. Basta guardare qualche gruppo di scrittura su Facebook: ci sono degli incipit che fanno rabbrividire....

Re: Cosa induce gli editori a scartare il 95% delle proposte?

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Fabioloneilboia ha scritto: Aggiungo che, però, i 50 libri pubblicati all’anno non vogliono dire 50 possibilità per chi invia manoscritti. Molti di quei 50 posti vanno agli autori che hanno già pubblicato con quell’editore, a quelli che gli portano agenzie e a quelli che cerca direttamente la casa editrice.
Sono d'accordo. E poi, ma può darsi benissimo che io mi sbagli, anche ammesso che aprano le mail dei manoscritti, non fosse altro per farsi quattro risate mentre mangiano un panino durante l'ora di pausa, è difficile che incappino in qualcosa che li possa colpire al punto da stravolgere la loro routine di cercare i libri da pubblicare attraverso altri canali. 
Già.

Re: Cosa induce gli editori a scartare il 95% delle proposte?

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Io numeri esatti non li ho, posso solo riportare quanto ha scritto il mio editore qualche settimana fa. Golem edizioni riceve circa 500 manoscritti l’anno da invio spontaneo e pubblica 50 titoli l’anno, in totale. Mi basta dare uno sguardo alle uscite per vedere che buona parte dei 50 sono già scrittori Golem o già autori affermati provenienti da big o editori che vanno forte in determinati generi. Alcuni autori so che arrivano da richieste espresse dell’editore.
Un numero esatto non posso darlo, ma direi che siamo abbastanza sotto il 5% di possibilità.

Re: Cosa induce gli editori a scartare il 95% delle proposte?

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Ilaris ha scritto: Sono d'accordo. E poi, ma può darsi benissimo che io mi sbagli, anche ammesso che aprano le mail dei manoscritti, non fosse altro per farsi quattro risate mentre mangiano un panino durante l'ora di pausa, è difficile che incappino in qualcosa che li possa colpire al punto da stravolgere la loro routine di cercare i libri da pubblicare attraverso altri canali. 
Conosco più di un editore che si relaziona con le agenzie malvolentieri, ed è costretto a farlo perché negli invii spontanei c'è pochissimo da salvare. E qui torniamo al motivo del perché non rispondono...

Re: Cosa induce gli editori a scartare il 95% delle proposte?

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Wanderer ha scritto: E qui torniamo al motivo del perché non rispondono...
Qui non commento, tanto restiamo fermi entrambi nelle nostre posizioni... 


Ma ti chiedo: non è possibile che siano come me li immagino, cioè tanto svogliati e scocciati al solo vedere l'elenco della posta in arrivo da non "voler" vedere i buoni testi neanche quando li sfogliano per puro caso? 
Già.

Re: Cosa induce gli editori a scartare il 95% delle proposte?

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Ilaris ha scritto: Qui non commento, tanto restiamo fermi entrambi nelle nostre posizioni... 


Ma ti chiedo: non è possibile che siano come me li immagino, cioè tanto svogliati e scocciati al solo vedere l'elenco della posta in arrivo da non "voler" vedere i buoni testi neanche quando li sfogliano per puro caso? 
Non lo escludo. Ma ci sarà pure un motivo comune se sono così. Questo motivo comune secondo te qual è? Non ti sfiora l'idea che ricevono una gran quantità di roba ai limiti dello Spam?

Re: Cosa induce gli editori a scartare il 95% delle proposte?

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Wanderer ha scritto: Non ti sfiora l'idea che ricevono una gran quantità di roba ai limiti dello Spam?
Basta dire chiaro e tondo che non vogliono ricevere proposte, possono continuare a definirsi editori, mica glielo ordina il medico di mettere sul sito la mail per l'invio dei manoscritti. A quel punto, se qualcuno li manda lo stesso, è lecito definirli spam.
Già.

Re: Cosa induce gli editori a scartare il 95% delle proposte?

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Ilaris ha scritto:
Basta dire chiaro e tondo che non vogliono ricevere proposte, possono continuare a definirsi editori, mica glielo ordina il medico di mettere sul sito la mail per l'invio dei manoscritti. A quel punto, se qualcuno li manda lo stesso, è lecito definirli spam.
Infatti alcuni hanno chiuso con la ricezione dei manoscritti (e tuttavia continuano a riceverli). Altri continuano a riceverli, perché magari in mezzo a cento se ne salva uno. Ciò non toglie che gli altri 99 sono spesso improponibili. A volte, in realtà non si tratta nemmeno di manoscritti, ma di email prive di allegati, più o meno sconclusionate.

Re: Cosa induce gli editori a scartare il 95% delle proposte?

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Ilaris ha scritto: E pensa che quando non c'erano le email ricevevano i manoscritti cartacei. Forse rimpiangono la poesia degli scantinati pieni di pacchi e pacchi di fogli polverosi, chissà. 
Erano altri tempi, gli invii erano in numero di gran lunga inferiore e c'era meno improvvisazione. Non c'erano mille generi e sottogeneri di letteratura di genere. Non c'erano nemmeno 4000 editori. A quei tempi, molti big  erano ancora editori indipendenti. A quei tempi, per compilare un dattiloscritto dovevi possedere una macchina da scrivere o un personal computer, e non era nemmeno alla portata di tutti. Inoltre, inviare il dattiloscritto comportava una spesa. Oggi qualunque semi-analfabeta può improvvisarsi scrittore, e inviare una email con venti destinatari non costa nulla.
Ultima modifica di Wanderer il lun lug 17, 2023 11:55 pm, modificato 1 volta in totale.
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