Re: ChatGPT ruberà il mestiere a traduttori, editor e correttori di bozze?

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Darksy ha scritto: ChatGPT è uno strumento poco sofisticato ORA, ma entro la fine dell'anno dovrebbe già uscire una versione molto più evoluta. Fra 2 massimo 5 anni, io ritengo molto probabile che le AI possano produrre in autonomia un romanzo (cioè con la semplice istruzione "scrivi un romanzo giallo, rosa, horror, fantasy,...") più interessante, originale e appassionante della media di quelli umani. Perché? L'AI ricombina in un'opera originale gli elementi di milioni di altre opere, che nessuno scrittore umano può arrivare a conoscere tutte nella propria vita. Quindi arriverà ad avere una capacità di "elaborazione creativa" superiore a quella umana. Accadrà. Presto.
Purtroppo sono d'accordo, e a farne le spese sarà proprio la letteratura "di genere", mentre quella non di genere forse resterà l'unica letteratura prodotta dall'uomo. Del resto, le teorie strutturaliste hanno già da decenni dimostrato che la struttura fondamentale delle storie è fissa, e tutte le storie sono varianti di una stessa storia. Open AI dispone di tutte le chiavi per generare infinite storie da uno stesso algoritmo. 

Re: ChatGPT ruberà il mestiere a traduttori, editor e correttori di bozze?

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Wanderer ha scritto: Del resto, le teorie strutturaliste hanno già da decenni dimostrato che la struttura fondamentale delle storie è fissa, e tutte le storie sono varianti di una stessa storia.
Questo è certamente vero, il punto però è come si elaborano le varianti. È un puro gioco combinatorio? Non è una domanda provocatoria, eh, è una questione seria: la letteratura è solo combinazione di parole? La musica è solo combinazione di note? Potremmo aggiungere, volendo: noi siamo solo una combinazione di atomi? 
È un modo legittimo di vedere le cose, però di solito quando uno vede i suoi genitori o i suoi figli non dice: "toh, ecco quell'aggregato di atomi che conosco", oppure quando legge un libro: "questa combinazione di parole mi sembra sia venuta bene".
Forse illusoriamente, non ho certezze al riguardo, noi siamo portati a vedere un'"anima" (chiamiamola così, per convenzione) in quelle combinazioni di parole, note, atomi, qualcosa che fa da collante, che dà loro unitarietà, che dà un senso alle cose e alle persone, che le sottrae al caos.
Ripeto, magari è un'illusione, forse niente ha senso, ma noi basiamo su questo gran parte della nostra vita, gran parte del nostro rapporto con le persone e con le opere d'arte prodotte dall'uomo.
Se accettiamo questa visione delle cose, allora il fattore umano rimarrà comunque importante nella produzione artistica, altrimenti d'accordo, in attività di tipo puramente combinatorio macchine sempre più perfezionate alla lunga saranno certamente superiori all'essere umano.

Re: Open AI ruberà il mestiere a traduttori, editor e correttori di bozze?

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@massimopud 

In realtà, nel repertorio universale dei miti e delle fiabe, affidato per millenni all'oralità, le varianti sono virtualmente infinite, e nascono da sole a partire da alcuni archetipi fondamentali. Propp, Jung, Levi-Strauss, Kerényi, Campbell, sono in parte giunti alle stesse conclusioni. La nascita delle storie è un processo spontaneo e naturale, come lo sbocciare dei fiori. Le fiabe non le inventa nessuno, non hanno autore né genio creativo. L'autore è l'inconscio collettivo. A conti fatti, non è molto diverso dal processo che usa Open AI, che funziona come sorta di grande inconscio collettivo del web, e sembra segnare un nuovo ritorno all'oralità, a una dimensione "fluida" della letteratura nell'era contemporanea. La differenza è tra analogico e digitale, tra archetipo e algoritmo. E qui c'è da fare un discorso. 

Di fatto, c'è una rivoluzione "digitale" in atto dall'avvento dell'elettronica.
In fondo, in musica l'elettronica è entrata già alla fine degli anni '70. Poi, dagli anni '90 in poi, l'output di qualunque tipo di musica (anche non elettronica) è diventato digitale, ovvero un segnale discreto, e non più continuo (l'analogico è ciò che ha analogia con il mondo reale, mentre il digitale è una simulazione numerica del mondo reale). Con l'mp3 è venuto meno anche il supporto fisico del CD, e ogni tipo di musica è diventato un segnale numerico. Lo stesso vale per il cinema e la fotografia digitale. Ogni immagine è ridotta a una sequenza di numeri (e di pixel discreti). Così come un ebook è in realtà una sequenza di numeri, non di lettere. A volte, queste sequenze vengono riconvertite in derivati analogici: la fotografia digitale viene stampata, così come il libro cartaceo, e la musica digitale viene riconvertita in vinile. Ma sempre più spesso permangono nell'ambito del digitale. 
Ora, il punto è che tutte queste forme d'arte, al giorno d'oggi, rimangono parzialmente analogiche nell'input. Una fotografia, prima di essere manipolata con Photoshop, è realizzata da una camera oscura che fotografa il mondo reale. Una canzone, prima di diventare un file, viene registrata con la voce dell'autore. Un ebook, prima di essere un file di testo, è un manoscritto, ovvero la "fotografia" del pensiero dell'autore.
Tuttavia, la tendenza è sempre più quella a uniformare input e output. Ovvero, la tendenza è quella a realizzare fotografie artefatte senza camera oscura, film interamente creati al computer, voci umane simulate, e libri direttamente scritti dal computer.
Forse, semplicemente, siamo di fronte a ciò che Hegel preconizzava come l'era della morte dell'arte. 

Re: Open AI ruberà il mestiere a traduttori, editor e correttori di bozze?

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Miss Ribston ha scritto: Mi spiace, ma no. Non c’entra niente la legge, per utilizzare i software ci sono delle condizioni di utilizzo che l’utente deve accettare e quelle sono. Quindi dipende dalle condizioni di utilizzo, che variano volta volta a seconda del software messo a disposizione. Tanto più che, per esempio, per quanto riguarda le immagini in genere c’è da pagare, per utilizzarle a fini commerciali, e ci sono differenti abbonamenti a disposizione, a seconda della scala di utilizzo commerciale.
Io avevo letto da qualche parte che c'era un problema sulla questione copyright, non ancora risolta. Ma visto che è il tuo ramo, mi fido che ne saprai più di me. Quel che non riesco a capire, mancando un qualsiasi sistema per tracciare immagini (o testi narrativi) creati dalle AI, è in che modo il proprietario potrebbe capire che sono stati generati dal suo programma?
Di recente sono uscite false foto dell'arresto di Trump e del Papa col piumino, e per questo motivo l'accesso a Midjourney è diventato a pagamento, per limitare simili episodi. In un articolo che ho letto ieri si diceva che per ovviare agli abusi sarebbe facile inserire nelle foto un sistema per tracciarle (stringhe di qualcosa, mi pare...), quindi ne deduco che finora non sia stato fatto.
Ci capita di non avere davvero la consapevolezza di quanto potere abbiamo, di quanto possiamo essere forti (A. Navalny)
Qualunque sia il tuo nome (HarperCollins)
La salvatrice di libri orfani (Alcheringa)
Il lato sbagliato del cielo (Arkadia)
Il tredicesimo segno (Words)

Re: Open AI ruberà il mestiere a traduttori, editor e correttori di bozze?

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Qui un video promozionale di Copilot, che sarà integrato non solo su Word, ma su tutti programmi Office. 

Nel nostro campo, ho constatato che una cosa in cui Open AI è impareggiabile è la sinossi. Non solo, ma fa benissimo anche la sinossi della sinossi. Gli si può dire: "una sinossi di 2000 caratteri". Oppure "togli 500 caratteri". Un problema in meno per gli aspiranti autori. E in questo caso non mi si dica che la sinossi dev'essere un testo creativo... 

Re: Open AI ruberà il mestiere a traduttori, editor e correttori di bozze?

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Wanderer ha scritto: E in questo caso non mi si dica che la sinossi dev'essere un testo creativo... 
Questo è fuori dubbio. Tuttavia, oggi, i meccanismi di scelta delle CE si basano molto spesso su una buona sinossi, che non sia solo la sintesi del romanzo (finale incluso), ma che metta in evidenza l'originalità dell'idea e soprattutto valorizzi l'aderenza del soggetto alle tematiche di tendenza sul mercato. L'assemblea redazionale di una CE, specie se grossa, valuta essenzialmente questo. Poi, magari, in futuro le IA saranno programmate pure per quello, non è escluso.

Re: Open AI ruberà il mestiere a traduttori, editor e correttori di bozze?

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Silverwillow ha scritto: Io avevo letto da qualche parte che c'era un problema sulla questione copyright, non ancora risolta. Ma visto che è il tuo ramo, mi fido che ne saprai più di me. Quel che non riesco a capire, mancando un qualsiasi sistema per tracciare immagini (o testi narrativi) creati dalle AI, è in che modo il proprietario potrebbe capire che sono stati generati dal suo programma?
Di recente sono uscite false foto dell'arresto di Trump e del Papa col piumino, e per questo motivo l'accesso a Midjourney è diventato a pagamento, per limitare simili episodi. In un articolo che ho letto ieri si diceva che per ovviare agli abusi sarebbe facile inserire nelle foto un sistema per tracciarle (stringhe di qualcosa, mi pare...), quindi ne deduco che finora non sia stato fatto.
Le immagini vengono già generate con dei metadati che indicano quando e da cosa sono state generate. I metadati possono essere però ritoccati o cancellati, ma a quel punto si vede traccia del fatto che sono stati ritoccati o cancellati, per cui si vede che “qualcosa puzza” 😅
Beatrice Spada, Graphic & Visual Designer
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Re: Open AI ruberà il mestiere a traduttori, editor e correttori di bozze?

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La sinossi non è un riassunto, serve principalmente a far capire perché un editore dovrebbe scegliere il nostro testo tra migliaia di altri. Una IA semplicemente non ha idea del perché si scriva, a meno che si scriva senza una ragione reale. Cosa probabile, visto la qualità media degli scritti.
Onestamente io non trovo ragione per preoccuparmi di una IA, un vero scrittore non deve analizzare milioni di testi e scriverne uno simile, piuttosto deve scrivere qualcosa di nuovo, di suo, cosa che una IA semplicemente non potrà mai fare, perché non ha sentimenti.
Aumenterà a dismisura il numero di testi mediocri? Poco male, si riconoscono subito. L’estratto su Amazon è più che sufficiente per evitare una spesa inutile.

Re: Open AI ruberà il mestiere a traduttori, editor e correttori di bozze?

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ElleryQ ha scritto: . Tuttavia, oggi, i meccanismi di scelta delle CE si basano molto spesso su una buona sinossi, che non sia solo la sintesi del romanzo (finale incluso), ma che metta in evidenza l'originalità dell'idea e soprattutto valorizzi l'aderenza del soggetto alle tematiche di tendenza sul mercato.
Sono del tutto d'accordo. La sinossi non è un banale riassunto. Deve mettere in luce le particolarità del testo, la sua aderenza alle tematiche di tendenza (o comunque potenzialmente interessanti e vendibili) e magari fare leva sull'emotività, una cosa che un'intelligenza artificiale non sa proprio fare. Un semplice riassunto della storia può risultare freddo e poco interessante, perfino se il romanzo fosse un capolavoro.
Ci capita di non avere davvero la consapevolezza di quanto potere abbiamo, di quanto possiamo essere forti (A. Navalny)
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Re: Open AI ruberà il mestiere a traduttori, editor e correttori di bozze?

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Silverwillow ha scritto:
Sono del tutto d'accordo. La sinossi non è un banale riassunto. Deve mettere in luce le particolarità del testo, la sua aderenza alle tematiche di tendenza (o comunque potenzialmente interessanti e vendibili) e magari fare leva sull'emotività, una cosa che un'intelligenza artificiale non sa proprio fare. Un semplice riassunto della storia può risultare freddo e poco interessante, perfino se il romanzo fosse un capolavoro.
È in parte anche vero il contrario: la sinossi non deve essere troppo emotiva, né troppo elogiativa, così come la quarta di copertina.

Poi è chiaro che qualsiasi cosa partorita dall'IA vada riveduta, corretta e implementata.

Re: Open AI ruberà il mestiere a traduttori, editor e correttori di bozze?

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Wanderer ha scritto: È in parte anche vero il contrario: la sinossi non deve essere troppo emotiva, né troppo elogiativa, così come la quarta di copertina.
Elogiativa proprio no, ma in genere si consiglia di accennare cose come il carattere dei protagonisti, e di sottolineare non solo gli snodi principali della trama, ma il modo in cui i personaggi reagiscono, le loro paure, difficoltà, speranze, ecc. Intendo questo genere di cose con "emotiva" (solo qualche accenno, ovviamente, non un melodramma). Forse ponendo bene la richiesta si può riuscire a far inserire anche questi dettagli, in ogni caso il risultato andrà poi rivisto. Secondo me è più utile per sinossi di saggistica, dove deve emergere solo il contenuto, o al limite lo stile in cui è scritto, a chi si rivolge, ecc.
C'è anche il fatto che scrivere una sinossi è utile all'autore come esercizio, per chiarirsi le idee su cosa si è scritto e cosa si vuole trasmettere, e anche allenarsi a spiegare ad altri di cosa parla il suo libro. Quindi non la farò mai fare a una macchina, anche se ho provato a farle esaminare un paio delle mie già scritte per avere un parere (e in questo senso potrebbe essere utile).
Ci capita di non avere davvero la consapevolezza di quanto potere abbiamo, di quanto possiamo essere forti (A. Navalny)
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La salvatrice di libri orfani (Alcheringa)
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Re: Open AI ruberà il mestiere a traduttori, editor e correttori di bozze?

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@Brutus 
Pare proprio che non ci sia altro da fare, che allinearsi all'uso della tecnologia informatica anche in questo campo. Mi pongo - e pongo - una sola domanda: un libro può essere scritto nel totale rispetto di grammatica, sintassi e regolette varie, ma risultare mortalmente noioso per un lettore umano; in questo caso l'intelligenza artificiale se ne accorge, oppure fa in modo che la casa editrice vada avanti in tutti i passaggi successivi, fino alla pubblicazione e commercializzazione?
Mario Izzi
2025 - Sopravvissuti
(in)giustizia & dintorni
Dea
[/De gustibus non est sputazzellam (Antonio de Curtis, in arte Totò)]

Re: Open AI ruberà il mestiere a traduttori, editor e correttori di bozze?

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Brutus ha scritto: Riprendo la discussione. Ecco un esempio di cosa può fare un AI.

https://www.giornaledellalibreria.it/ne ... -5462.html
Ho provato la versione gratuita ed è francamente deludente. Sono scettico sul fatto che la versione PRO valga la spesa, peraltro non indifferente. Quando l'AI sarà direttamente integrata su Office - questione di settimane - non ci sarà bisogno di pagare un abbonamento a Corrige o altro.

Non credo che Corrige abbia alcun  legame con gli ultimi sviluppi della AI, dato che risulta esistente sin dal 2014. Credo che ora  vogliano cavalcare il trend del momento, e fare affari finché sono in tempo, dato che con i nuovi correttori non ci sarà bisogno di simili tool.

Re: Open AI ruberà il mestiere a traduttori, editor e correttori di bozze?

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Cheguevara ha scritto: @Brutus 
Pare proprio che non ci sia altro da fare, che allinearsi all'uso della tecnologia informatica anche in questo campo. Mi pongo - e pongo - una sola domanda: un libro può essere scritto nel totale rispetto di grammatica, sintassi e regolette varie, ma risultare mortalmente noioso per un lettore umano; in questo caso l'intelligenza artificiale se ne accorge, oppure fa in modo che la casa editrice vada avanti in tutti i passaggi successivi, fino alla pubblicazione e commercializzazione?
L'informatica non è il mio campo ma da quello che ho capito è possibile continuare a chiedere all'AI di perfezionare il risultato finché non si è soddisfatti. Ergo ritengo che dipenda da chi imposta le istruzioni se un libro risulterà noioso, non dalla macchina che esegue il compito.
Il vero problema è che se si arriva a questo, due sono le conseguenze: un autore potrà "scrivere" un libro in pochissimo tempo e una casa editrice potrà fare a meno degli autori stessi e fare da sé anche quella parte (sostanziosa e onerosa) del lavoro.

Re: Open AI ruberà il mestiere a traduttori, editor e correttori di bozze?

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@Brutus E la gente potrà fare a meno di comprare e leggere ciò che non è più frutto della mente umana, ma solo frutto del frutto. Personalmente non comprerò mai un libro dichiaratamente scritto da un'intelligenza artificiale e spero di accorgermene se sarà spacciato per opera di uno scrittore umano. Per cestinarlo immediatamente e denunciare l'editore. 
Mario Izzi
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