Orville Press: considerazioni sulla nascita di un nuovo brand
Posted: Thu Mar 23, 2023 10:16 pm
È di qualche settimana fa la notizia della nascita di una nuova casa editrice (o meglio brand editoriale) di nome Orville Press.
Il nuovo marchio milanese è stato fondato da Matteo Codingola, un ex Adelphi che si è messo in proprio.
Aspetto non secondario, Orville Press nasce sotto l'egida di Garzanti, cioè del gruppo GeMS, anche se non è dato sapere quale sia il rapporto.
Si tratta quindi di un marchio che nasce direttamente con vocazione "big" e che, ovviamente, è sin dall'inizio distribuito da Messaggerie.
Premesso che non nutro eccessive simpatie per operazioni del genere, che mi sembrano improntate alle velleità personali e alla voglia di protagonismo di questo o di quell'ex direttore editoriale (come nel caso di SEM).
Tuttavia, è interessante vedere su cosa punta un nuovo marchio fondato da qualcuno che la sa lunga, e quali sono le tendenze di mercato.
Ho visto una video-intervista a Codingola, che potete trovare qui, e ci sono alcuni aspetti che vale la pena evidenziare.
Li sintetizzo:
- Il brand, il concept, è tutto. Orville Press è questo, al momento. Non si può ancora nemmeno definire una "casa editrice".
- Se il brand funziona, si possono vendere libri dal nulla, senza avere un sito web o social. Orville Press non li ha ancora.
- Il libro cartaceo rimane ancora il principale protagonista dell'editoria "altolocata". Non teme confronto con l'ebook.
- I titoli stranieri sono un investimento sicuro: i primi due titoli pubblicati dal nuovo marchio sono due traduzioni.
- Il confine tra fiction e non-fiction è sempre più labile: Orville Press avrà un'unica collana in cui confluiscono entrambe.
- Le tematiche sociali la fanno sempre da padrone: i primi due libri trattano di omosessualità e di trumpismo.
http://www.orvillepress.it/
Il nuovo marchio milanese è stato fondato da Matteo Codingola, un ex Adelphi che si è messo in proprio.
Aspetto non secondario, Orville Press nasce sotto l'egida di Garzanti, cioè del gruppo GeMS, anche se non è dato sapere quale sia il rapporto.
Si tratta quindi di un marchio che nasce direttamente con vocazione "big" e che, ovviamente, è sin dall'inizio distribuito da Messaggerie.
Premesso che non nutro eccessive simpatie per operazioni del genere, che mi sembrano improntate alle velleità personali e alla voglia di protagonismo di questo o di quell'ex direttore editoriale (come nel caso di SEM).
Tuttavia, è interessante vedere su cosa punta un nuovo marchio fondato da qualcuno che la sa lunga, e quali sono le tendenze di mercato.
Ho visto una video-intervista a Codingola, che potete trovare qui, e ci sono alcuni aspetti che vale la pena evidenziare.
Li sintetizzo:
- Il brand, il concept, è tutto. Orville Press è questo, al momento. Non si può ancora nemmeno definire una "casa editrice".
- Se il brand funziona, si possono vendere libri dal nulla, senza avere un sito web o social. Orville Press non li ha ancora.
- Il libro cartaceo rimane ancora il principale protagonista dell'editoria "altolocata". Non teme confronto con l'ebook.
- I titoli stranieri sono un investimento sicuro: i primi due titoli pubblicati dal nuovo marchio sono due traduzioni.
- Il confine tra fiction e non-fiction è sempre più labile: Orville Press avrà un'unica collana in cui confluiscono entrambe.
- Le tematiche sociali la fanno sempre da padrone: i primi due libri trattano di omosessualità e di trumpismo.
http://www.orvillepress.it/