Vivere di scrittura (e di ciò che ci gira intorno)

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Faccio alcune considerazioni su un argomento che era stato affrontato nel vecchio forum. 

Vivere di scrittura, come sappiamo, è estremamente difficile. Gli autori che vivono di sola scrittura, in Italia, sono pochissimi.
Io non ne conosco nemmeno uno (voi ne conoscete?).

Vivere di ciò che gira intorno alla scrittura (editori, distributori, tipografi, promotori, grafici, agenti, editor, correttori di bozze) è invece abbastanza facile.

In teoria, questo secondo settore esiste solo in ragione del fatto che c'è chi realizza opere d'ingegno a carattere creativo. Se non ci fosse chi scrive, tutti gli altri dovrebbero cambiare mestiere. Eppure, nella stragrande maggioranza dei casi, l'autore è quello guadagna meno di tutti, e il suo non viene nemmeno riconosciuto come un mestiere, ma come un hobby. In molti casi, non solo non guadagna, ma è quello che finanzia tutta la filiera del libro. 

Come si è arrivati a questo paradosso?

Re: Vivere di scrittura (e di ciò che ci gira intorno)

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È esattamente come dici, anche Calvino faceva l’editor. Per vivere di scrittura bisognerebbe vendere 50 mila copie l’anno, considerando che molte copie vengono vendute in edizione economica e bisogna pagare le tasse. 
C’è da dire che quelli che fanno questi numeri fanno anche altro di mestiere lo stesso.
Però, c’è un però, ci sono diversi autori che vivono col self publishing. Sembra un paradosso ma è così. Si può guadagnare molto bene.

Re: Vivere di scrittura (e di ciò che ci gira intorno)

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Questo è un argomento fondamentale al quale poche persone prestano davvero attenzione.
Wanderer ha scritto: Vivere di scrittura, come sappiamo, è estremamente difficile. Gli autori che vivono di sola scrittura, in Italia, sono pochissimi.
Io non ne conosco nemmeno uno (voi ne conoscete?).
Qui un articolo di Repubblica che fotografava bene la situazione:

https://ricerca.repubblica.it/repubblica/archivio/repubblica/2010/11/02/la-scrittura-non-paga.html

  ha scritto:In Italia gli autori che possono permettersi di vivere di soli romanzi sono una decina al massimo.

Altro aspetto interessante: gli esordienti guadagnano 200 o 300 euro dalle piccole case editrici.


Wanderer ha scritto: WandererEppure, nella stragrande maggioranza dei casi, l'autore è quello guadagna meno di tutti, e il suo non viene nemmeno riconosciuto come un mestiere, ma come un hobby. In molti casi, non solo non guadagna, ma è quello che finanzia tutta la filiera del libro. 

Come si è arrivati a questo paradosso?
L'autore non può sostenere tutta la filiera del libro, ma è vero che si cercano nuove fonti di finanziamento, da parte di persone sprovvedute che difficilmente recupereranno il capitale investito, perché non conoscono i parametri di questo mercato o lo ignorano.
Le sovvenzioni statali e le borse di studio, ci potrebbero portare su un discorso legato alla meritocrazia, ma il libro, visto proprio come un prodotto industriale, deve rendere un guadagno. Il tutto, perciò, dovrebbe finanziarsi sulla capacità di saper o meno commercializzare il libro e il messaggio che porta con sé.
Succede, invece, che esistono persone vogliose di pagare solo per essere letti, ascoltati, questo è un dramma, che andrebbe affrontato proprio all'interno delle comunità di scrittori (da notare che le due comunità citate nell'articolo hanno chiuso i battenti). Non c'è una guida e questo ci rimanda a una popolazione di scrittori disperati e oppressi, per di più, senza i dovuti compensi. Io credo che anche gli scrittori siano finalmente e inesorabilmente piombati in una crisi economica, tale da non poter soddisfare le richieste del "gatto e la volpe", i quali invitavano a sotterrare i propri rispiarmi nel "campo dei miracoli". Penso, invece, sia giunto il momento di cambiare registro e affidarsi unicamente a persone che vogliono finanziare le opere degli scrittori, che si vogliano prendere quel rischio d'impresa. Questo potrebbe essere possibile grazie a una nuova comunità di scrittori, capace di gestire e consigliare tutti gli iscritti, ponendosi come unico referente con gli editori, evitando, almeno in quella cerchia, che l'autore debba pagare per pubblicare.

Re: Vivere di scrittura (e di ciò che ci gira intorno)

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Fabioloneilboia ha scritto: l’articolo de La Repubblica è stravecchio
È del 2010, tanto vecchio non è, in più presenta diversi argomenti interessanti, magari potresti indicarmene tu uno più attuale, ma non è che si scriva tanto sull'argomento.
Fabioloneilboia ha scritto: oggi è molto molto peggio, nessuno paga certi anticipi, tantomeno un piccolo editore elargisce un anticipo di qualunque tipo, neanche dieci euro.
Ecco, quale sarebbe la fonte? E non vale me l'ha detto mio cuggino, giusto per citare Elio e le storie tese :D . Io cerco sempre di portare delle prove che possano poi confermare quanto sto affermando, anche per un certa correttezza d'informazione. 
Che non si anticipi più, nemmeno dieci euro, sembra una situazione altamente peggiorativa, che andrebbe verificata.

Re: Vivere di scrittura (e di ciò che ci gira intorno)

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@Uanema puoi trovare varie notizie a riguardo sui social e i portali di Beretta Mazzotta, ne ha parlato tante volte. I 3/5 mila euro li ha quantificati anche lei innumerevoli volte. Relativamente agli anticipi delle piccole case editrici puoi chiedere a chiunque, pure qui sul forum. Non conosco neanche un autore, tra i tantissimi che conosco, che abbia ricevuto un anticipo da un piccolo editore.
Purtroppo articoli non se ne trovano più, la gente usa solo i social network adesso, in particolare Instagram per il mondo dell’editoria. 

Re: Vivere di scrittura (e di ciò che ci gira intorno)

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Uanema ha scritto: Ecco, quale sarebbe la fonte? E non vale me l'ha detto mio cuggino, giusto per citare Elio e le storie tese :D . Io cerco sempre di portare delle prove che possano poi confermare quanto sto affermando, anche per un certa correttezza d'informazione. 
Questo forum si basa essenzialmente sulle testimonianze dirette, per cui, leggendo i topic delle varie CE e agenzie, ne puoi trovare diverse, come già ti è stato suggerito.
Un articolo del 2010, nell'epoca di Internet e dei social, con la velocità a cui cambiano oggi gli scenari commerciali e i mercati, è purtroppo da considerarsi obsoleto. Idem articoli più recenti, datati 2016/2017.
Un conto è ciò che dovrebbe avvenire nella teoria (cosa che amerei moltissimo anch'io), un altro è, sfortunatamente, la realtà.
Un micro editore non può permettersi di concedere anticipi agli autori, a maggior ragione se cerca di guadagnare lavorando in quantità più che in qualità, specie se si affida a distributori (come Messaggerie) che impongono un certo numero di pubblicazioni l'anno, richiedendo una percentuale altissima. Sono loro a guadagnarci realmente dalla filiera.
Un editore piccolo ma noto, o medio, può garantire degli anticipi, ma non altissimi, esattamente come ti hanno detto.
Fa eccezione il mondo dell'editoria a fumetti, in cui ancora oggi non si prescinde dal pagare gli autori. Grossi editori seriali pagano essenzialmente a pagina e concedono anche una piccolissima percentuale sulle vendite, parlando di tirature da edicola; tutte le altre garantiscono un anticipo sulle royalties che va dalle 400 euro alle 1500/2500 a seconda della notorietà degli autori, più una percentuale sulle royalties. Questo in Italia, perché in Francia gli autori sono pagati minimo tre volte di più. 
E se mi chiedi la fonte posso dirti che in questo settore parlo per esperienza diretta.

Re: Vivere di scrittura (e di ciò che ci gira intorno)

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@ElleryQ D'accordissimo con te e @Wanderer . La visione di @Uanema appare, purtroppo, utopistica, come la soluzione proposta. Intendiamoci, sarebbe cosa buona e giusta, ma inattuabile nella realtà che tutti noi, che per un motivo o per l'altro dibattiamo di editoria, scrittura e annessi in questo forum, conosciamo abbastanza, sia pure a livelli diversi di approfondimento. Vivere di scrittura? E' impossibile per un esordiente, ma anche per tanti autori non proprio ignoti, che non pubblichino best-seller. Io ci ho fatto il callo, con questa realtà, e continuo a scrivere solo perché mi piace farlo.
Mario Izzi
2025 - Sopravvissuti
(in)giustizia & dintorni
Dea
[/De gustibus non est sputazzellam (Antonio de Curtis, in arte Totò)]

Re: Vivere di scrittura (e di ciò che ci gira intorno)

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Visto che è stata tirata in ballo, mi permetto di spezzare una lancia in favore degli editori seri, che usano (sono costretti oserei direi) a utilizzare Messaggerie.
Questo distributore non solo è il loro reale cliente che ordina le copie, ma trattiene per sé la percentuale maggiore dei proventi dei libri. Tramite Messaggerie si arriva veramente in libreria, fisicamente o tramite ordinazione rapidissima, ma a un costo altissimo. Anche la promozione dei testi passa lì, per far comprendere la situazione.
Le copie ordinate, non dai lettori intendo, vengono pagate subito all’editore. Il problema è che l’invenduto poi torna indietro, e i soldi anticipati fanno il giro opposto.
Quindi se ci si chiede il perché non si trovino fisicamente i propri libri in libreria, oltre che per le ovvie limitazioni di spazio, è per la scarsa convenienza economica.

Re: Vivere di scrittura (e di ciò che ci gira intorno)

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@Fabioloneilboia 
Citando altre persone, senza nessun riferimento, siamo nel campo del sentito dire...
Dell'articolo da me linkato e considerato obsoleto, cos'è che poi si andava a contestare a distanza di circa dodici anni? Gli anticipi elargiti a scrittori di una certa importanza? È vero che i temi trattati erano tanti, legati più o meno alle possibilità di guadagno, l'anticipo però resta una scommessa o se vogliamo una sorta di fiducia, che alla fine dovrebbe rientrare nel guadagno complessivo. Non è che si regalano soldi, ma appunto si anticipa solo il reale compenso.
Andiamo a vedere cos'è che ha sollevato questa alzata di scudi:

Uno scrittore "medio", invece, può contare su un anticipo che sfiora i 50 mila euro. Infine, c'è la ristretta "casta" formata da quelli che vendono oltre le 100 mila copie all' anno. Ed è chiaro che, in questo caso, la retribuzione aumenta: il prezzo corrisposto ancor prima della pubblicazione oscilla tra i 100 mila e i 400 mila euro. Domenico Starnone, uno scrittore che ha vinto il premio strega nel 2001, afferma che la cifra dell' anticipo per lui si aggira tra i 50 e i 100 mila euro.    
Attenzione, non parliamo dei piccoli editori da voi tirati in ballo, anche perché in precedenza ho già scritto che i guadagni con questi sono tra i 200 o 300 euro, quindi, cosa dovrebbero anticipare? Tanto vale rifarsi ai rendiconti annuali. Qui si fa riferimento a scrittori "medi" e "big". 

@ElleryQ 
Tu, invece, fai riferimento a un’esperienza diretta, ben venga, anche questa, però, andrebbe verificata e occorrono dei riscontri, ma il fatto che ti stai esponendo personalmente può far avanzare il discorso (y) .
ElleryQ ha scritto: Un micro editore non può permettersi di concedere anticipi agli autori
Ma chi ha mai parlato dei micro editori?  
Ripeto, ma di 200 o 300 euro cosa si vuole che anticipassero i micro editori? Per questo poi si cade nel ridicolo e i micro scrittori che per pubblicare spendono più di questa cifra sono fuori dalla realtà.
Allora, ho recuperato una rivista di Repubblica del 02 dicembre 2022 (sì, è obsoleta di un paio di mesi, ma di quelle appena sfornate, perché ai tempi di internet ieri è già troppo vecchio, credo che bisognerà per forza accontentarsi). 

https://www.repubblica.it/venerdi/2022/12/01/news/scrittori_italia_quanto_guadagnano_veronica_raimo_jonathan_bazzi-376752464/

Ebbene, l’articolo “Mangiare con la cultura”, a firma di Michele Gravino, giornalista professionista, riporta che per un romanzo di un esordiente le case editrici pagano un anticipo tra i 700 e i 3000 euro, da scontare sui diritti d’autore che si aggirano tra il sei e il dieci per cento del prezzo di copertina.
Mentre voi parlate di editori, sia prima, che adesso, si fa riferimento invece agli scrittori e quindi alla loro capacità di generare un guadagno.

@Fabioloneilboia  
Vorrei farti notare che tu sei passato da: “nessuno paga più gli anticipi” a “casa editrici big che pagano tra i 3 e i 5 mila euro”.
La realtà è che gli anticipi vengono ancora versati e naturalmente si basano sulle prospettive di vendita di ogni singolo autore, ma è anche giusto che sia così.

Re: Vivere di scrittura (e di ciò che ci gira intorno)

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Uanema ha scritto: Ebbene, l’articolo “Mangiare con la cultura”, a firma di Michele Gravino, giornalista professionista, riporta che per un romanzo di un esordiente le case editrici pagano un anticipo tra i 700 e i 3000 euro, da scontare sui diritti d’autore che si aggirano tra il sei e il dieci per cento del prezzo di copertina.
Mentre voi parlate di editori, sia prima, che adesso, si fa riferimento invece agli scrittori e quindi alla loro capacità di generare un guadagno.
Premesso che l'articolo non è leggibile gratis, dipende che s'intende per "case editrici" (in genere, in questi articoli la piccola e la micro editoria non è nemmeno contemplata, perché non fa notizia e non fa testo). 

I gruppi Mondadori e GeMS fatturano centinaia di milioni di euro l'anno, i medi editori ne fatturano qualche milione, mentre alcuni micro editori non arrivano nemmeno a 20.000 euro. C'è una sproporzione enorme. Ovviamente, tutto ciò si riflette sulle politiche verso gli autori. La capacità dell'autore di generare guadagno è proporzionale alle facoltà dell'editore a cui si rivolge. Se la stessa opera viene pubblicata con grosso editore, con un medio, con un micro, o con un Eap, genera guadagni molto differenti. Negli ultimi due casi, non solo non genera guadagni, ma genera addirittura delle perdite.

Re: Vivere di scrittura (e di ciò che ci gira intorno)

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Uanema ha scritto: La realtà è che gli anticipi vengono ancora versati e naturalmente si basano sulle prospettive di vendita di ogni singolo autore, ma è anche giusto che sia così.
Nessuno lo mette in dubbio, i big pagano gli anticipi e anche le realtà medio grandi.
Ma devi essere un autore super noto per poter avere degli anticipi adeguati.
L'articolo del 2022 va più che bene, ma noi stiamo rapportando il tutto alla stragrande maggioranza degli scrittori esordienti e/o semi sconosciuti che pubblicano con CE più piccole. Se parliamo dell'élite, mi sembra normale che riescano benissimo a vivere di royalties... anche se molti ricorrono alle "ospitate" in TV come opinionisti, o guadagnano molto di più dalla vendita dei diritti di adattamento televisivo o cinematografico (o Netflix, oggi).
Uanema ha scritto: anche questa, però, andrebbe verificata e occorrono dei riscontri, ma il fatto che ti stai esponendo personalmente può far avanzare il discorso (y) .
Perdonami, ma... In che senso andrebbe verificata? Qui sul forum prendiamo per autentiche le dichiarazioni rilasciate dagli utenti, consapevoli di essere legalmente responsabili di tutto ciò che scrivono, nel bene e nel male. Se poi mi chiedi di leggere il mio ultimo contratto, in privato non ho problemi.  :P

Re: Vivere di scrittura (e di ciò che ci gira intorno)

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@Uanema 

Sono riuscito a leggere l'articolo, qui

Innanzitutto, mi conferma che in questo articolo per "editori" si intendono quelli grossi o piccolo-medi di qualità (si parla di autori Einaudi o Minimum fax, mica di Tizio & Caio Edizioni). In secondo luogo, le parole usate sono: 
  ha scritto:Per il romanzo di un esordiente le case editrici pagano —quando lo pagano— un anticipo trai 700 e i 3.000 euro
Chissà perché, tu hai omesso quel "quando lo pagano"... 

Re: Vivere di scrittura (e di ciò che ci gira intorno)

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@Uanema io ho scritto “nessuno paga certi anticipi”, non che le grandi case non pagano anticipi. Pagano quanto ho scritto sopra normalmente.
Quello che non è chiaro è che un autore guadagna, al più, un euro a copia (lordo ovviamente). Se un editore medio pagasse 50 mila euro ai suoi autori dovrebbe avere, quantomeno, una tiratura di 50 mila copie per ciascuna delle sue uscite.
50 mila copie le vendono solo una manciata di autori ben noti e non sono pochi, ma pochissimi.

Re: Vivere di scrittura (e di ciò che ci gira intorno)

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@Wanderer 
Non si parla della capacità di far impresa delle case editrici, del loro capitale sociale ecc. Il focus è sullo scrittore, come richiedeva anche la premessa di questo topic.
Lo scrittore esordiente può avere un anticipo tra i 700 e i 3.000 euro.
Lo scrittore medio un anticipo che sfiora i 50.000 euro.
Lo scrittore big tra i 100.000 e i 400.000 euro.
Naturalmente, le case editrici devono disporre di questi soldi. Uno scrittore big difficilmente pubblicherà con un micro editore.

@ElleryQ 
Ti ringrazio per la tua disponibilità e simpatia, ripeto, le esperienze dirette vanno benissimo, quando poi possono generare malintesi, sempre meglio poter dimostrare le proprie affermazioni.
Più che altro è importante far passare il messaggio che non bisogna informarsi sui social network o Instagram. Comprendete la pericolosità di un simile comportamento? Bisogna verificare le fonti ed evitare quanto più possibile le fake news. 

Re: Vivere di scrittura (e di ciò che ci gira intorno)

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Uanema ha scritto: @Wanderer 
Non si parla della capacità di far impresa delle case editrici, del loro capitale sociale ecc. Il focus è sullo scrittore, come richiedeva anche la premessa di questo topic.
Lo scrittore esordiente può avere un anticipo tra i 700 e i 3.000 euro.
"Può avere" non significa che ce l'abbia. Ce l'hanno una ridottissima percentuale di esordienti, solo quelli che riescono ad esordire con i "big", e spesso ciò avviene non per meriti personali, ma tramite parentele e conoscenze. Gran parte di esordienti esordiscono con piccole-micro CE, che non solo non danno alcun anticipo, ma vogliono anticipati soldi dall'autore, o prevedono per contratto trattenute sulle royalties (ad esempio, royalties solo a partire dalla centesima copia, il che è un'aberrazione contraria alla Legge sul diritto d'autore, ma è una pratica sempre più diffusa, e non solo tra i micro). 
Uanema ha scritto: Lo scrittore medio un anticipo che sfiora i 50.000 euro.
Lo scrittore big tra i 100.000 e i 400.000 euro.
A parte che "scrittore medio" non significa nulla, queste cifre, che hai visto in un articolo del 2010, ormai nemmeno nel paese dei balocchi.

Poi dipende. Ci sono pochissimi autori (tipo dieci in tutto il mondo) che possono avere anticipi molto più sostanziosi, anche da "esordienti". Per "Spare", il principe Harry ha ricevuto un anticipo di 20 milioni di dollari dal gruppo Penguin Random House. Ma parliamo di casi unici. 
Ultima modifica di Wanderer il mer mar 15, 2023 1:10 pm, modificato 11 volte in totale.

Re: Vivere di scrittura (e di ciò che ci gira intorno)

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Siamo in vena di fare polemiche  :asd:
Tutti a spaccare le parole in quattro parti... Stiamo dibattendo sul nulla, cosa si vuole contestare? Gli importi degli anticipi?
L'anticipo non conta nulla se poi non viene coperto dai guadagni... Le case editrici possono anticipare anche 400.000 euro, ma se poi l'autore non copre quella cifra con le royalties dovrà restituirla. Meglio non avere nulla, altrimenti, quei soldi evaporano.
L'autore esordiente può avere, come non può avere, un anticipo e allora? Sono vere entrambe le cose, ma cosa cambia? 
Wanderer ha scritto: Quasi tutti gli esordienti esordiscono con piccole-micro CE, che non solo non danno un anticipo, ma vogliono anticipati soldi.
Abbiamo già detto che gli esordienti guadagnano 200 o 300 euro dalle piccole case editrici, quanto dovrebbe essere l'anticipo? Se poi anticipano loro i soldi, questi esordienti sono dei folli, le micro case editrici, che non danno anticipi, hanno i piedi ben saldati nella realtà della loro dimensione.

@Fabioloneilboia 
Se poi non pagano il dovuto (l'anticipo non è il dovuto), siamo nel campo dell'illegalità, in questo caso, una comunità di scrittori può aiutare a distinguere i buoni pagatori da quelli cattivi (y) .

Re: Vivere di scrittura (e di ciò che ci gira intorno)

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Uanema ha scritto: le esperienze dirette vanno benissimo, quando poi possono generare malintesi, sempre meglio poter dimostrare le proprie affermazioni.
Più che altro è importante far passare il messaggio che non bisogna informarsi sui social network o Instagram
Perdonami ma non comprendo. Ciò che dico è assolutamente dimostrabile, lavoro in questo settore da quasi vent'anni, ormai, per cui so quello che dico riguardo il mio campo. Per il resto, ripeto, le prove le ho, scritte e contrattualizzate.
Ovvio che informarsi sui social e basta ha poco senso, ma un forum di testimonianze è diverso, tanto più che noi dello staff ci siamo per moderare i contenuti e abbiamo sempre lasciato ampio spazio anche alle controparti che avessero, a loro volta, qualcosa da dimostrare.

Re: Vivere di scrittura (e di ciò che ci gira intorno)

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Uanema ha scritto: Le case editrici possono anticipare anche 400.000 euro, ma se poi l'autore non copre quella cifra con le royalties dovrà restituirla. 
Sei male informata. Gli anticipi non sono concepiti per essere restituiti: rappresentano (per l'autore famoso) una garanzia del fatto che l'editore sa già di poter vendere tot copie, come minimo. Nella remotissima ipotesi in cui ciò non dovesse avvenire, l'autore trattiene la somma, e a rimetterci è l'editore.

Per il resto, mi viene il dubbio che tu non abbia mai ricevuto un contratto. La maggior parte di noi ne ha ricevuti più di uno. Io ne ho rifiutati almeno tre. Di anticipi, per gli esordienti, non c'è l'ombra. A meno che non esordisci con un marchio molto noto e prestigioso, cosa molto difficile. 
Ultima modifica di Wanderer il mer mar 15, 2023 1:29 pm, modificato 5 volte in totale.

Re: Vivere di scrittura (e di ciò che ci gira intorno)

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Uanema ha scritto: Le case editrici possono anticipare anche 400.000 euro, ma se poi l'autore non copre quella cifra con le royalties dovrà restituirla
Perdona. ma una CE non attribuisce anticipi a caso. Dietro c'è uno studio bem preciso sulle previsioni di vendita, fatto dalla CE in accordo con il promotore librario. L'anticipo è sempre proporzionato alla previsione di vendita e questa può dipendere da vari fattori, che includono anche la notorietà dell'autore, ma non solo questa.
L'editore non sborsa nulla se non ha la certezza quasi assoluta di guadagnarci almeno il doppio.

Re: Vivere di scrittura (e di ciò che ci gira intorno)

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@ElleryQ 
Ho già scritto che mi va bene la tua esperienza diretta, aggiungendo, però, se si afferma che un editore non paga, mentre la controparte dice di saldare sempre tutto il dovuto, per sbrogliare la matassa occorre poter dimostrare le proprie affermazioni. Il mio discorso, quindi, voleva coprire un ventaglio di opzioni, ma tu sei rimasto sul personale. Qui un esempio sui temi ai quali facevo pure riferimento:
Fabioloneilboia ha scritto: Purtroppo articoli non se ne trovano più, la gente usa solo i social network adesso, in particolare Instagram per il mondo dell’editoria. 
Grazie.

Re: Vivere di scrittura (e di ciò che ci gira intorno)

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Wanderer ha scritto: Sei male informata. Gli anticipi non sono concepiti per essere restituiti: rappresentano (per l'autore famoso) una garanzia del fatto che l'editore sa già di poter vendere tot copie, come minimo.
Dall'articolo citato da entrambi si legge che l'anticipo è da scontare sui diritti d’autore.
Wanderer ha scritto: Per il resto, mi viene poi il dubbio che tu non abbia mai ricevuto un contratto. La maggior parte di noi ne ha ricevuti più di uno. Io ne ho rifiutati almeno tre.
Io ho già pubblicato rifiutando più di tre contratti. Non ho mai ricevuto un anticipo, anche perché non è mai stato nelle possibilità degli editori con i quali ho avuto modo di interfacciarmi
ElleryQ ha scritto: L'editore non sborsa nulla se non ha la certezza quasi assoluta di guadagnarci almeno il doppio.
Più sopra ho scritto:
Abbiamo già detto che gli esordienti guadagnano 200 o 300 euro dalle piccole case editrici, quanto dovrebbe essere l'anticipo? Se poi anticipano loro i soldi, questi esordienti sono dei folli, le micro case editrici, che non danno anticipi, hanno i piedi ben saldati nella realtà della loro dimensione.

Re: Vivere di scrittura (e di ciò che ci gira intorno)

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Mi sembra che la discussione si sia impantanata su una questione piuttosto secondaria (in quanto rara). Provo a tornare in topic. 

Allo stato attuale, per gli autori non "big", quelli che non percepiscono anticipi, o comunque anticipi rilevanti, l'unico modo per sbarcare il lunario attraverso la scrittura è dato dalla traduzione, in quanto - salvo imprevisti - si viene pagati in anticipo e a cartella. A differenza della correzione di bozze e altre attività che girano intorno alla scrittura, la traduzione letteraria (ma non quella tecnica) è equiparata dalla legge alla scrittura creativa, e in quanto tale rientra nel regime fiscale del diritto d'autore: il traduttore letterario può percepire qualunque importo senza dover aprire una partita iva. Tuttavia, anche in questo campo la strada è sempre più in salita e irta di ostacoli, e ci sono sempre più editori che approfittano degli esordienti, quelli che accettano di essere pagati la miseria di 3-4 euro a cartella, facendo in modo che ci sia un'offerta sempre più al ribasso e di qualità inferiore, a danno dei lettori. 
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