Tipologie di agenzie letterarie

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Oggi, per gli autori esordienti è diventato sempre più difficile destreggiarsi nel mondo delle agenzie, e distinguere tra agenzie di rappresentanza, di servizi, o ibride (che sono diventate la maggior parte). A quale agenzia rivolgersi e perché? Basandomi sulla mia esperienza e sulla lettura delle testimonianze altrui, mi sono fatto l'idea che si possano distinguere cinque tipologie di agenzie letterarie: 

1. Agenzie "pure" che leggono gratis ma non offrono servizi di valutazione (es: Rita Vivian, Vicki Satlow, Clementina Liuzzi, Gabriella Ambrosioni, PAL).
Queste agenzie sono spesso gestite da una o due persone, e fanno anche scouting, almeno in teoria. A volte, accettano manoscritti in lettura gratuita, a volte non ne accettano, a volte non è specificato. Tuttavia, a fronte della gratuità dell'invio, le possibilità di ricevere una risposta sono le stesse che inviare direttamente a un editore di primo piano: pari a zero. Queste agenzie non offrono alcuna valutazione dell'opera, non danno alcun feedback, e il silenzio corrisponde a un rifiuto. Per un esordiente è pressoché inutile inviare: la frustrazione è assicurata. Anche se almeno, in questo caso, l'illusione non comporta una spesa. 

2. Agenzie prestigiose che offrono anche schede di valutazione (es: The Italian Literary Agency, Berla & Griffini, Grandi & Associati, Trentin Agency). 
Queste agenzie contraddicono l'idea secondo cui un'agenzia che chiede denaro non è seria. Ci sono agenzie di primo piano che chiedono soldi per schede di valutazione. Perché? Perché non è questo il loro business. Sono agenzie che lavorano con grossi clienti esteri (autori ed editori), e non sono interessate a fare scouting su esordienti. Quindi, se proprio devono leggere un esordiente, vogliono essere remunerati per il loro tempo, e ciò in fondo non è del tutto sbagliato. In genere, non vendono illusioni, ma soltanto un singolo servizio editoriale (la scheda di valutazione). 

3. Agenzie di servizi editoriali qualificate (es: Beretta Mazzotta).
Qui l'autore è ben consapevole di acquistare uno o più servizi editoriali, a prescindere se ciò conduca o meno a una pubblicazione. Anche in questo caso, non si vendono illusioni, ma servizi per valutare o migliorare i propri testi. Niente più, niente meno. 

4. Agenzie abbastanza prestigiose ma ibride e a volte ambivalenti (es: Kalama, Ceccacci, Pastrengo, Lorem Ipsum, Walkabout, e tante altre). 
In questo caso, c'è una certa ambiguità da parte dall'agenzia, e c'è il rischio di pagare per un'illusione, senza capire che si sta acquistando solo un servizio editoriale (spesso peraltro non di qualità eccelsa). L'autore crede o viene indotto a credere che la via d'accesso privilegiata alla rappresentanza sia la lettura a pagamento, quando non è affatto così. Infatti, con la valutazione a pagamento le possibilità di essere rappresentati sono inesistenti (queste agenzie lavorano con editori di primo piano e reclutano i loro autori con ben altri canali). Mentre nella storia del WD si rintraccia un caso di autore rappresentato con invio gratuito a un'agenzia della categoria 1), non si ricorda un caso di autore che abbia pagato per una valutazione e sia stato rappresentato. A volte, questa tipologia di agenzie costituisce il peggiore compromesso tra l'acquisto di un servizio e la possibilità di giungere a una pubblicazione. 

5. Agenzie poco qualificate che vendono servizi editoriali e pseudo-rappresentanze con editori poco prestigiosi (meglio non fare nomi...). 
In questo caso, l'autore viene sapientemente sedotto, e spesso viene indotto ad acquistare qualche servizio in più, magari l'editing o la correzione di bozze, con il miraggio della pubblicazione. A differenza della categoria 4), alcune di queste agenzie effettivamente fanno giungere a una pubblicazione tramite una qualche rappresentanza. Tale "rappresentanza" serve in realtà solo a gratificare l'autore, a ripagarlo (non certo economicamente) delle spese, dandogli la vanità di avere un agente e un editore. Ma quale agente e, soprattutto, quale editore? A volte, si tratta di editori piccolo-medi tutto sommato decenti, a cui l'autore sarebbe potuto arrivare anche da solo, se sua proposta era decente. A volte si tratta invece di editori indecenti, o addirittura EAP, da cui l'autore farebbe meglio a fuggire a gambe levate.

A conti fatti, il mondo delle agenzie non è adatto agli esordienti: sono quasi sempre soldi persi o, nella migliore delle ipotesi, tempo perso. Le agenzie più prestigiose e qualificate - che rappresentano grossi autori o editori - non hanno alcun interesse a guadagnare spiccioli con gli esordienti. Di contro, le agenzie che guadagnano con gli esordienti non hanno alcun interesse a rappresentarli, dato che hanno già guadagnato con le loro illusioni. 

A chi rivolgersi allora? 

Se proprio si vuole tentare la fortuna, la cosa migliore è inviare il manoscritto in lettura a un'agenzia gratuita della categoria 1), e quella peggiore è affidarsi a una pseudo-agenzia della tipologia 5). Se poi lo scopo è ottenere un feedback che consista in una valutazione professionale dell'opera, o un altro servizio editoriale, allora la cosa migliore è rivolgersi a un'agenzia che si occupa soltanto di servizi editoriali, come la 3), e la cosa peggiore è farsi confondere dall'illusione della rappresentanza, come nel caso delle agenzie della categoria 4).

Che ne pensate?

Re: Tipologie di agenzie letterarie

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Interessante la tua classificazione delle agenzie. Io ho sviluppato con l'esperienza un pensiero molto più semplice e pessimista: che le agenzie non servano a un autore esordiente, perché o sono buone e lavorano su segnalazioni di conoscenti, scuole di scrittura, concorsi e altro, o sono inutili.
Io conosco diversi autori arrivati a medie-grandi CE tramite agenzia, ma tutti sono restii a dire chiaro e tondo come sono arrivati a quell'agenzia. Quindi o hanno pagato una valutazione (e in tal caso sarebbe utile alla statistica di questi casi, che per ora langue) o ci sono arrivati tramite conoscenze.
Il fatto che nessuno ami parlarne, mi fa dedurre che non ci sia una strada facile, gratuita e democratica. Ricordo solo un caso di invio spontaneo (alla Vivian) seguito da successo.
Consiglio anch'io di inviare alla categoria 1, perché non costa niente. Consiglio anche le agenzie dubbie o nuove che danno un parere gratuito. Tutte le altre, per un autore sconosciuto sono per me da evitare. Arrivare a una buona agenzia dopo invio spontaneo è ancora meno probabile che arrivare a un piccolo-medio editore buono.
Ci capita di non avere davvero la consapevolezza di quanto potere abbiamo, di quanto possiamo essere forti (A. Navalny)
Qualunque sia il tuo nome (HarperCollins)
La salvatrice di libri orfani (Alcheringa)
Il lato sbagliato del cielo (Arkadia)
Il tredicesimo segno (Words)

Re: Tipologie di agenzie letterarie

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Silverwillow ha scritto: Io conosco diversi autori arrivati a medie-grandi CE tramite agenzia, ma tutti sono restii a dire chiaro e tondo come sono arrivati a quell'agenzia. Quindi o hanno pagato una valutazione (e in tal caso sarebbe utile alla statistica di questi casi, che per ora langue) o ci sono arrivati tramite conoscenze.
Il fatto che nessuno ami parlarne, mi fa dedurre che non ci sia una strada facile, gratuita e democratica. 
Se ci fossero arrivati tramite una lettura a pagamento (cosa di cui dubito fortemente) non sarebbero così restii a parlarne, dato che si tratterebbe di un investimento su sé stessi, e di un accesso quasi meritocratico, e non sarebbe una cosa disdicevole. L'accesso a un'agenzia avviene quasi sempre tramite conoscenze. Di base, un'agenzia qualificata (che guadagna soprattutto con la compravendita di diritti esteri) non ha interesse a prendere in scuderia un esordiente, che fa perdere tempo per guadagnare spiccioli. Sa lo fa, è perché nella maggior parte dei casi sta facendo un favore a qualcun altro.

Re: Tipologie di agenzie letterarie

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Il post di @Wanderer sarebbe da fissare in alto, perché è una sintesi perfetta della situazione agenzie in Italia. Mi piace evidenziare che le testimonianze di esperienze che hanno portato un autore in una big, più che definirle rare, sono state uniche. Al punto tale da non essere statisticamente utile a dire che esiste una possibilità.
Di contro le agenzie al punto 5, pur se sembrano inutili, sono in grado di portare alla pubblicazione testi mediocri di autori che cercano la soddisfazione della pubblicazione con una casa editrice. Considerando che a molti non interessa spendere tanto per ricavarne pochissimo, hanno il loro senso.
Aggiungo che, in tutta probabilità, un esordiente si potrebbe chiedere il perché non esista in pratica un modo per trovare un’agenzia che supporti il proprio lavoro, la risposta è semplice. I libri di esordio di perfetti sconosciuti vendono in media meno di cento copie e portano (dovrebbero se pagano le royalties) meno di cento euro di guadagno. Il 20%, percentuale normalmente richiesta dalle agenzie, è pari ad una ventina di euro. È chiaro che non possa interessare un guadagno del genere. Gli autori con un certo seguito o bravi nella promozione riescono ad arrivare alle mille copie, ma il 20% di mille euro rimane comunque di scarso interesse.
A parte pochi eletti, Carrisi, De Giovanni, ecc., o fenomeni del self publishing, nessuno scrittore guadagna abbastanza da poter fare solo quello di mestiere ed è giusto che gli autori che si affacciano a questo mondo lo abbiano ben chiaro. Anche Italo Calvino lavorava come editor.
Le agenzie non fanno altro che cercare di guadagnare, come è giusto che sia, e allo stato attuale con un esordiente il guadagno non giustifica la spesa per  la lettura di tutti i testi che gli arrivano.

Re: Tipologie di agenzie letterarie

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Fabioloneilboia ha scritto: sab mar 04, 2023 9:08 amLe agenzie non fanno altro che cercare di guadagnare, come è giusto che sia, e allo stato attuale con un esordiente il guadagno non giustifica la spesa per  la lettura di tutti i testi che gli arrivano.
L'aspetto importante da considerare è che le agenzie di tipo 1), 2) e in parte 4) guadagnano in altri modi, e i loro partner non sono solo autori affermati, ma anche e soprattutto editori affermati e altri agenti affermati. Queste agenzie non rappresentano solo autori presso editori, ma anche editori presso altri editori. Da traduttore, ci si rende conto di ciò quando, informandosi sulla disponibilità dei diritti di traduzione di un certo titolo, un grosso editore estero (tipo Simon & Schuster) o un grosso agente estero rimanda alla PNLA o alla Berla & Griffini, che rappresenta in Italia quell'editore o quell'agenzia estera. In altri termini, le agenzie hanno grossi giri di affari quando rappresentano in Italia autori ed editori esteri o piazzano all'estero - spesso tramite sub-agenzie associate - i titoli di autori ed editori italiani. Da ciò se ne ricava che sono interessati a rappresentare autori ed editori italiani che non solo vendono bene in Italia, ma che vendono bene anche in altri mercati. Di un esordiente da 1000 copie non sanno che farsene, né in Italia né tantomeno all'estero.

Di contro, le agenzie della tipologia 5) sono totalmente fuori da questo mercato, e non hanno alcun editore affermato come cliente, né in Italia né all'estero. In questo caso, i loro unici clienti sono gli autori, e la loro fonte di guadagno non proviene dalle royalties e dalla rappresentanza di autori ed editori affermati, ma dai contributi economici degli esordienti, proprio come nel caso della EAP.

Re: Tipologie di agenzie letterarie

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@Wanderer tutto perfetto, è esattamente così.
Del resto molti scrittori pensano di essere Messi appena finito di scrivere il proprio romanzo e che, pertanto, debbano trovare un procuratore con cui dividere al meglio i ricavi. Molti autori famosi, invece, usano le agenzie per promuoversi, ovvero le pagano per riuscire a vendere più copie. A questo punto ci si potrebbe chiedere il perché, ma anche qui la risposta è semplice. Tutti gli editori sanno quanto ha venduto un autore, perché è tutto inserito in un sistema complessivo che le case editrici pagano in abbonamento (in questo momento ho dimenticato il nome del servizio). Gli scrittori più smaliziati sanno bene che arrivare a un certo numero di copie li rende appetibili alle big, perché anche chi pubblica con le big poi deve riguadagnare il contratto per il prossimo lavoro. Tra l’altro, aspetto non meno importante, sono solo gli autori che vedono un certo numero di copie ad avere il pieno supporto dell’editore, gli altri vengono al massimo distribuiti, ma poi sta a loro riuscire a vendere, prima che vengano ritirate. E spesso parliamo di pochissimi mesi prima di scomparire nei depositi e poi al macero.
Le agenzie top lavorano a tutto tondo sui grandi numeri e sulla vendita dei diritti, all’estero o per altri media. Pure se gli si presenta un capolavoro a loro non interessa, al massimo si può proporre un testo pronto a vendere migliaia di copie. 

Re: Tipologie di agenzie letterarie

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Fabioloneilboia ha scritto: @Wanderer tutto perfetto, è esattamente così.
Del resto molti scrittori pensano di essere Messi appena finito di scrivere il proprio romanzo e che, pertanto, debbano trovare un procuratore con cui dividere al meglio i ricavi. 
Questo dipende dalla totale ignoranza delle dinamiche del mercato editoriale. Molte agenzie speculano su questa ignoranza, facendo credere agli autori più ingenui che - una volta valutato il manoscritto, a pagamento - ci siano concrete probabilità di ottenere un contratto di rappresentanza. Gli autori guardano le vetrine di quelle agenzie, vedono libri pubblicati a marchio Rizzoli o Newton & Compton, e credono che quegli autori siano arrivati a quelle pubblicazioni dal nulla. E allora sono indotti a pensare: "io potrei essere il prossimo!". Ci sono agenzie (anche tra quelle della categoria 4, quindi in teoria qualificate) che fanno sponsorizzazioni ingannevoli su Fb, tipo "cerchiamo autori", in stile EAP. In realtà cercano solo sprovveduti perché, come detto, la valutazione a pagamento non rientra tra le modalità di accesso alle agenzie qualificate.

Le modalità sono invece di solito queste:

- L'autore viene presentato all'agenzia da un noto autore di quell'agenzia, o da un noto giornalista, o altro. Ciò si realizza con incontri di presenza, non certo da remoto. In questo caso, se l'agenzia individua qualche vaga potenzialità, può decidere di investire - step by step - sulla carriera di quell'autore, cercando di farlo crescere. Questo in realtà è stato proposto anche a me, ma finora non ho realizzato alcun incontro (e forse dovrei...). 
- L'autore riesce a esordire (con merito, con un colpo di fortuna o a sua volta tramite conoscenze) con un medio editore qualificato, e viene presentato all'agenzia dallo stesso editore. O comunque bussa alla porta dell'agenzia con una pubblicazione alla spalle che rappresenta già un ottimo biglietto da visita e un trampolino di lancio verso la grossa editoria, a cui lo farà approdare l'agenzia stessa. 
- L'autore è un personaggio noto (ma estraneo al mondo dell'editoria) e cerca un'agenzia per interfacciarsi con gli editori. Non avrà difficoltà.
- È l'agenzia stessa a prendere l'iniziativa, e contatta un autore "fenomeno" che ha ottenuto ottimi risultati di vendite (con un buon editore o, più raramente, in Self); oppure, contatta un personaggio famoso per proporre di realizzare un progetto editoriale con un grosso editore. 

Re: Tipologie di agenzie letterarie

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So di autori self che sono arrivati a grandi case editrici grazie alle vendite in self, passati tramite agenzie non saprei. Alla fine riescono a vendere da soli, già è tanto se accettano un editore, visto che è ben difficile ricavare quanto raggiungono tramite Amazon.
Comunque, per non spegnere ogni speranza, gli scrittori che arrivano a case serie rispettabili, pur se piccole, si fanno conoscere e vendono abbastanza, magari investendo in tante presentazioni, un’agenzia buona la raggiungono. Basta aprire gli occhi e notare che quasi tutti gli autori famosi hanno fatto il loro percorso a passi. Chi è entrato direttamente per la porta principale lo ha fatto per altre vie, magari anche tramite concorsi, non per conoscenze.

Re: Tipologie di agenzie letterarie

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Fabioloneilboia ha scritto: So di autori self che sono arrivati a grandi case editrici grazie alle vendite in self, passati tramite agenzie non saprei. Alla fine riescono a vendere da soli, già è tanto se accettano un editore, visto che è ben difficile ricavare quanto raggiungono tramite Amazon.
Immagino che avere un'agenzia, in quei casi, è più conveniente che avere un editore. Se viene rappresentato da una buona agenzia, l'autore può anche bypassare l'editore italiano e rivolgersi al mercato estero, a cui difficilmente può approdare con mezzi propri. 
Fabioneilboia ha scritto:Comunque, per non spegnere ogni speranza, gli scrittori che arrivano a case serie rispettabili, pur se piccole, si fanno conoscere e vendono abbastanza, magari investendo in tante presentazioni, un’agenzia buona la raggiungono. Basta aprire gli occhi e notare che quasi tutti gli autori famosi hanno fatto il loro percorso a passi. Chi è entrato direttamente per la porta principale lo ha fatto per altre vie, magari anche tramite concorsi, non per conoscenze.
Mah... io su questo sono piuttosto scettico. L'agenzia "buona" (cioè quotata sul mercato) non guarda cosa succede all'interno delle case editrici piccole, pur se serie e rispettabili. L'autore deve approdare almeno a un medio editore di qualità (es: Sellerio, Neri Pozza, Fazi) per farsi prendere in considerazione da un'agenzia "buona". Se si tratta di un'agenzia piccola, che fa approdare ad altri editori piccoli, dove sta il salto di qualità? Conosco più di un autore che ha pubblicato opere con editori medi ma che non ha un agente. Nella maggior parte dei casi, avere un agente è un vezzo, non una reale necessità. Anche perché, per approdare a un grosso editore, non si deve per forza essere rappresentati da un'agenzia. Ci si può arrivare con altri mezzi. In quanto ai concorsi... anche in questo caso, molto dipende dall'editore con cui pubblichi. 

Re: Tipologie di agenzie letterarie

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Io ho avuto esperienze con due agenzie del gruppo 4, su due romanzi diversi.

A Walkabout ho chiesto una scheda di valutazione di un romanzo, un paio di anni fa, a un prezzo ragionevole (esposto sul sito). Non mi è piaciuta la "freddezza" con cui hanno gestito la cosa, ma devo dire che mai in nessun momento hanno parlato di rappresentanze miracolose. Dicono chiaramente che la scheda di valutazione non garantisce la rappresentanza. Sulla loro serietà, nella mia esperienza, non si può dire nulla, anche se non concordo su alcuni giudizi della scheda, in particolare dove dicevano che scrivo da schifo :D . Col tempo comunque ho capito che il romanzo era male impostato: nella sostanza avevano ragione loro. Sulla scrittura invece dissento... ma siamo nel campo delle opinioni.

Con Pastrengo sto lavorando a un nuovo progetto. Li trovo bravi e competenti. L'editor con cui lavoro è un validissimo professionista. Non so ancora come finirà la cosa, ma non posso dirne che bene, indipendentemente dall'esito. Da lui ho imparato cose che manco in tre corsi di scrittura creativa avrei portato a casa. E fin dall'inizio mi hanno detto che il sottogenere di questo romanzo è difficilissimo da piazzare. Con loro patti e costi chiari e rispettati.

Capisco la necessità delle agenzie di far pagare un certo tipo di servizi, se devo essere sincero. L'editing è un lavoro pazzesco: se fatto bene richiede una quantità di tempo spaventosa.
Certo, si potrebbe discutere sui prezzi davvero elevati, e sempre crescenti, che molte agenzie chiedono per una semplice scheda di lettura. Questa sì mi sembra una modalità per sfruttare tutti noi poveretti che ambiremmo a pubblicare.

Più in generale, credo che le stesse agenzie abbiano difficoltà a capire cosa si possa davvero vendere agli editori principali. E' un mercato piccolo, che non ama prendere rischi. Un tempo si diceva che dovevi essere un calciatore per pubblicare; oggi potremmo dire che sia sufficiente avere un buon numero di follower su un social a scelta.

Re: Tipologie di agenzie letterarie

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Angelo ha scritto: Capisco la necessità delle agenzie di far pagare un certo tipo di servizi, se devo essere sincero. L'editing è un lavoro pazzesco: se fatto bene richiede una quantità di tempo spaventosa.
Si tratta comunque di un lavoro con una grossa componente di arbitrarietà, che dovrebbe essere svolto tenendo conto innanzitutto del target dell'opera, della sua collocazione sul mercato. Far editare l'opera senza sapere chi (e se) la pubblicherà rischia di essere una spesa inutile, o quasi, a meno che l'autore non opti per il Self publishing. Spesso, l'autore viene indotto a credere che, se l'opera verrà editata, avrà più possibilità di essere presa in considerazione dagli editori (e crede anche che, se l'agente verrà pagato, sarà più bendisposto e accondiscendente). Tuttavia, un'opera editata male (o fuori focus) non è poi molto meglio rispetto a un'opera non editata. E per quanto l'agente possa essere più gentile e cooperante con un autore pagante, ciò non lo spinge mai al punto di metterci la faccia nel rappresentare autori che non intende rappresentare. Se la via d'accesso all'editoria "che conta" fosse versare sostanziosi contributi agli agenti a fronte di servizi editoriali (più o meno di qualità che siano), sarebbe soltanto una forma di EAP surrogata, ma così non è.

Re: Tipologie di agenzie letterarie

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Wanderer ha scritto: In genere, l'autore viene indotto a credere che, se l'opera verrà editata, avrà più possibilità di essere presa in considerazione dagli editori (e crede anche che, se l'agente verrà pagato, sarà più bendisposto e accondiscendente). Tuttavia, un'opera editata male (o fuori focus) non è troppo diversa rispetto un'opera non editata. E per quanto l'agente possa essere più gentile e cooperante con un autore pagante, ciò non lo spinge mai al punto di metterci la faccia nel rappresentare autori che non intende rappresentare. Se la via d'accesso all'editoria di qualità fosse versare sostanziosi contributi agli agenti a fronte di servizi editoriali, sarebbe soltanto una forma di EAP surrogata, ma così non è.
Ti assicuro che con Pastrengo è l'aspetto principale che è stato ben chiarito prima di cominciare. Pagare non significa rappresentanza, sono stati spietatamente chiari. Per quanto mi riguarda, ho deciso di lavorare sull'editing come esperienza di crescita fatta su un mio lavoro, e ne sono ben contento. Se poi riuscirò a pubblicarlo, tanto meglio. Se non si troverà un editore, ho comunque imparato tantissimo.
Recentemente ho visto la pubblicità su FB di un corso della principale scuola di scrittura italiana: 5.900 euro per qualche fine settimana di corso. Sarà pure un corso meraviglioso, ma certo non lavori direttamente su un intero romanzo tuo.

Re: Tipologie di agenzie letterarie

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Angelo ha scritto: Ti assicuro che con Pastrengo è l'aspetto principale che è stato ben chiarito prima di cominciare. Pagare non significa rappresentanza, sono stati spietatamente chiari. Per quanto mi riguarda, ho deciso di lavorare sull'editing come esperienza di crescita fatta su un mio lavoro, e ne sono ben contento. Se poi riuscirò a pubblicarlo, tanto meglio. Se non si troverà un editore, ho comunque imparato tantissimo.
Se non ti fai illusioni, non ho nulla da eccepire. Anche se, spendendo una cifra che immagino sia considerevole, io credo che l'autore dovrebbe essere - se non rappresentato - quantomeno aiutato a cercare un editore, come fa ad esempio Crudo Studio Editoriale. Altrimenti, non vedo il valore aggiunto di affidare l'editing a un'agenzia letteraria rispetto a un editor freelance (ce ne sono di molto bravi con cui si può spendere magari molto meno...). 

Re: Tipologie di agenzie letterarie

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Io, come esperienza personale con le agenzie e tenendo conto che non ho mai pagato un euro, quindi non ho opinioni su servizi a pagamento, posso solo dire che ogni valutazione è espressione di un parere personale, per quanto autorevole.
Siccome ho ricevuto opinioni sempre positive, ma sempre diverse sullo stato del mio lavoro, tendo a pensare che non siano utili per tutti. Ho trovato molto più utili i pareri di alcuni conoscenti.
Io credo che prima di proporsi a un'agenzia o a un editore bisogna farsi un esame di coscienza e capire da soli che aiuto serve per pubblicare.
Ho pubblicato in self con ottimi risultati, ho avuto qualche soddisfazione in premi letterari importanti, ho trovato un editore serio. Senza agenti, senza editor, senza conoscenze.
Quindi il mio consiglio è accogliere con piacere l'aiuto, pure a pagamento, di un professionista, ma tenere sempre a mente che non è indispensabile come vogliono far credere.

Re: Tipologie di agenzie letterarie

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@Fabioloneilboia 
Purtroppo, molte sedicenti agenzie letterarie (di quelle della categoria 5) non sono per nulla costituite da professionisti. Sono personaggi che dall'oggi al domani si improvvisano agenti, proprio come alcuni si improvvisano autori, e altri si improvvisano editori. Nel caso di agenzie qualificate, si tratta invece di professionisti, ma poi non è detto che la valutazione arrivi proprio da loro in persona (spesso, le agenzie blasonate affidano gli esordienti alla più giovane manovalanza...). Ciò su cui prosperano le agenzie letterarie, in ogni caso, è il fatto di conoscere gli standard dell'editoria, ovvero quell'insieme di norme formali e strutturali che rendono un testo "professionale", e non dilettantesco, e che costituiscono le chiavi di accesso a un editore professionale. Tuttavia, ciò che è condizione necessaria non è condizione sufficiente. Ciò che rende un'opera meritevole di pubblicazione non a pagamento è la sua cifra stilistica, la sua unicità, ovvero la sua autorialità, che non si riduce alla sterile applicazione di un insieme di norme. E' per questo che diffido di un editing "a priori" e a pagamento, che rischia di trasformare l'opera in un prodotto pre-confezionato e insipido, in uno dei tanti scarti di lavorazione editoriale. Meglio un testo ancora grezzo ma saporito: per esaltarne il gusto c'è sempre tempo. L'editing dovrebbe essere ritagliato a misura sull'opera, ma solo una volta che questa è stata già in qualche modo ritenuta meritevole di pubblicazione, e dunque dovrebbe essere effettuato da chi decide di scommettere su quell'opera, esaltandone le caratteristiche già presenti. Editare un'opera immeritevole è come acquistare una costosa cornice per far risaltare un quadro di poco valore. Difficilmente il gallerista si farà abbindolare. 

PS: che editore hai trovato? 
Ultima modifica di Wanderer il mar mar 07, 2023 6:20 pm, modificato 3 volte in totale.

Re: Tipologie di agenzie letterarie

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@Wanderer
Non avendo ancora firmato (per un'unica ragione) te lo scrivo in privato, per una questione di rispetto con l'editore.
Per le agenzie ho inviato il testo anche a Crudo, ad esempio, ma avendomi proposto dei servizi a pagamento ho rifiutato. Ma è una scelta personale, ognuno è giusto che faccia come meglio creda. Un paio volevano rappresentarmi come si dovrebbe, ovvero percentuale sulle royalties, ma sono spariti. Detto questo, per quanto mi riguarda, meglio così.

Re: Tipologie di agenzie letterarie

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Wanderer ha scritto: . E' per questo che diffido di un editing "a priori" e a pagamento, che rischia di trasformare l'opera in un prodotto pre-confezionato e insipido, in uno dei tanti scarti di lavorazione editoriale. Meglio un testo ancora grezzo ma saporito: per esaltarne il gusto c'è sempre tempo. L'editing dovrebbe essere ritagliato a misura sull'opera, ma solo una volta che questa è stata già in qualche modo ritenuta meritevole di pubblicazione, e dunque dovrebbe essere effettuato da chi decide di scommettere su quell'opera, esaltandone le caratteristiche già presenti. Editare un'opera immeritevole è come acquistare una costosa cornice per far risaltare un quadro di poco valore. Difficilmente il gallerista si farà abbindolare. 
Ciao @Wanderer, mi complimento con la tua riflessione sull'editing, che peraltro mi sento anche di condividere. 
Tuttavia credo vi siano diversi tipi di editing, ognuno con le proprie finalità. Un editing che definisco "di base", che ha la funzione di "ripulire" il testo da errori di vario genere, diciamo una sorta di correzione bozze, ma che aggiunge qualcosina in più, come per esempio individuare incongruenze varie, buchi di trama, infodumping eccetera. Questa prima tipologia di editing è per forza di cose generica, ossia non ritagliata sull'opera. L'editing invece al quale ti riferisci lo definisco "creativo", e avviene in secondo momento, e questo sì che viene ritagliato su misura dell'opera, e viene in genere fatto dall'editor della casa editrice che ha intenzione di investire sul progetto editoriale, quindi dall'editore che ti ha già selezionato. È di gran lunga il tipo di editing che preferisco, mi pare ovvio, ma è impensabile applicarlo a ogni testo, cioè è impensabile che un autore esordiente che debba provare a presentare la propria opera ad agenzie e case editrici varie possa aver già fatto fare questo tipo di lavoro a un editor freelance, il quale è disinteressato rispetto alla pubblicazione, cioè non sta investendo sul testo, quindi si limiterà a fare un editing "base". Se mi chiedi: ma è davvero utile un editing "impersonale"? Non sarebbe meglio presentare un testo grezzo ma saporito? Io ti rispondo che, sì, è utile fare ripulire il proprio testo, per un fatto di decoro, ma anche perché lo scrittore non ha la obiettiva capacità di individuare la "sporcizia", è troppo coinvolto, ci vuole un occhio esterno, necessariamente. La cosa fondamentale, a mio parere, è non snaturare l'opera durante questa prima fase di editing. Non privarla cioè di quel "sapore" che la rende, pur se imperfetta, unica e originale. Un bravo editor freelance sa "ripulire" senza confezionare per questo un prodotto insipido, convenzionale. Ed è per questo che è importantissima la costante collaborazione con l'autore, che deve vigilare affinché la propria opera non prenda una strada diversa...
Se abbiamo quindi la possibilità di presentare un nostro lavoro già pulito, perché no? 
Ecco, volevo aggiungere alla tua, anche questa mia ulteriore riflessione. 
Intanto, grazie per l'interessante discussione, anche sulle categorie delle agenzie letterarie. A rileggerci ❤

Re: Tipologie di agenzie letterarie

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ioly78 ha scritto: Io ti rispondo che, sì, è utile fare ripulire il proprio testo, per un fatto di decoro, ma anche perché lo scrittore non ha la obiettiva capacità di individuare la "sporcizia", è troppo coinvolto, ci vuole un occhio esterno, necessariamente.
Ciao.
Hai ragione ma esistono delle alternative. Far decantare il proprio testo e rileggerlo a distanza di tempo. Farlo leggere a più persone in modo da ricevere più pareri. Ci sono per questo gruppi di beta readers sia su Facebook che qui. Credo che sia personale la scelta e quindi assolutamente rispettabile. Lavorare con un editor free lance o frequentare un corso di scrittura è una strada possibile così come quella di fare da soli in una prima fase, a seconda di come si preferisce e delle proprie risorse economiche. 
Diverso è invece l'editing editoriale, in cui il testo si adatta anche in parte alle linee editoriali della CE che pubblicherà il libro.

Re: Tipologie di agenzie letterarie

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@ioly78 

Grazie per il tuo contributo, e sono d'accordo in alcuni aspetti. 
Tuttavia, non è sempre facile distinguere tra i due tipi di editing, e le agenzie tendono a proporre un editing che non è quello "di base" (tranne alcune agenzie, come Lorem Ipsum, che offrono diversi tipi di editing, ed è più onesto). Questo fondamentalmente per due ragioni: 1) per guadagnare di più, ovvero per giustificare il costo; 2) perché, obiettivamente, alcune opere sarebbero quasi da riscrivere da cima a fondo, e l'editing leggero non è sufficiente per giungere a un risultato decente. Quello che chiami "editing di base" non può risanare gli eventuali problemi strutturali dell'opera, quindi le cose sono due: o l'autore è in grado di farlo da solo, preservando l'integrità dell'opera, o necessita sin dall'inizio di un editing più approfondito, che però rischia di stravolgere il testo. Il problema è che le agenzie editano tutto ciò che possono editare, anche opere che non necessitano di troppo editing e anche opere che, più che essere editate, andrebbero riscritte. Poi ovviamente sono d'accordo sul fatto di presentare un testo il più possibile pulito e dall'aspetto professionale. In un mondo ideale, tuttavia, io credo che l'autore dovrebbe/potrebbe essere in grado di fare da solo l'editing "di base" (una correzione di bozze rafforzata), magari dopo aver sottoposto l'opera ad alcuni beta readers, come dice @ivalibri. Infine, dipende anche dalla tipologia: una cosa è una raccolta di racconti da 100 cartelle, un'altra è un romanzo da 500. Io per ora propongo un'opera della prima tipologia, quindi non ho troppe preoccupazioni di editing, e tento di fare da solo quello "di base". Se proponessi un romanzo corposo, sicuramente mi porrei qualche problema in più sin dall'inizio e, magari, ricorrerei a un editing professionale esterno. 

Re: Tipologie di agenzie letterarie

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Wanderer ha scritto:  Quello che chiami "editing di base" non può risanare gli eventuali problemi strutturali dell'opera, quindi le cose sono due: o l'autore è in grado di farlo da solo, preservando l'integrità dell'opera, o necessita sin dall'inizio di un editing più approfondito, che però rischia di stravolgere il testo. Il problema è che le agenzie editano tutto ciò che possono editare, anche opere che non necessitano di troppo editing e anche opere che, più che essere editate, andrebbero riscritte
Oh mamma santa! Io do per scontato, ma evidentemente mi sbaglio, che un testo che arrivi in agenzia non abbia problemi strutturali, non debba essere "abbattuto" e riscritto, cioè mi riferisco a persone che sappiano scrivere, nemmeno mi sfiora il pensiero che gente con la terza elementare serale, faccio per rendere l'idea, abbia l'ambizione, addirittura, di rivolgersi alle agenzie letterarie. E ove fosse così (scenario deprimente) un'agenzia seria dovrebbe rifiutarsi di prendere in carico il manoscritto, non credi? E comunque, sì, un editing di base, una o più supervisioni, lo stesso autore deve farle, ma sono dell'idea che in ogni caso un "giro" finale di editing fatto da un occhio esterno non guasti, anzi! 

Rispondendo invece a @ivalibri, chiedo (ma la mia è una domanda da profana): gli alpha/betareader quali competenze hanno rispetto a un editor professionista? Io credo che non rappresentino un'alternativa, non sono la stessa cosa, semmai possono rappresentare una "voce" in più, certamente non tecnica, ma emotiva, cioè è un piccolo campione del potenziale pubblico di lettori. Che ne pensate? 

Re: Tipologie di agenzie letterarie

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ioly78 ha scritto: Oh mamma santa! Io do per scontato, ma evidentemente mi sbaglio, che un testo che arrivi in agenzia non abbia problemi strutturali, non debba essere "abbattuto" e riscritto, cioè mi riferisco a persone che sappiano scrivere, nemmeno mi sfiora il pensiero che gente con la terza elementare serale, faccio per rendere l'idea, abbia l'ambizione, addirittura, di rivolgersi alle agenzie letterarie. E ove fosse così (scenario deprimente) un'agenzia seria dovrebbe rifiutarsi di prendere in carico il manoscritto, non credi? E comunque, sì, un editing di base, una o più supervisioni, lo stesso autore deve farle, ma sono dell'idea che in ogni caso un "giro" finale di editing fatto da un occhio esterno non guasti, anzi! 
Un attimo, io per "problemi strutturali" non intendo che l'opera è scritta in ostrogoto, invece che in italiano. Ovvero, non intendo che l'opera sia scritta male a livello sintattico, ma che non funziona dal punto di vista narrativo. Sono due cose completamente diverse. Una persona può scrivere bene, ma realizzare un testo che, per vari motivi, non funziona, non coinvolge, non dice niente. Magari non funziona l'ambientazione, i personaggi sono poco caratterizzati, ci sono incongruenze nell'intreccio. In questo caso, ci si può lavorare, ma vale la pena farlo?

Re: Tipologie di agenzie letterarie

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Wanderer ha scritto: ma che non funziona dal punto di vista narrativo. Sono due cose completamente diverse. Una persona può scrivere bene, ma realizzare un testo che, per vari motivi, non funziona, non coinvolge, non dice niente. Magari non funziona l'ambientazione, i personaggi sono poco caratterizzati, ci sono incongruenze nell'intreccio. In questo caso, ci si può lavorare, ma vale la pena farlo?
Buongiorno! Ah, ok, ora ho capito. Beh, ma stiamo parlando di due tipi di valutazione, invece tu mischi tutto: incongruenze nell'intreccio e buchi di trama, insieme a "quel testo non coinvolge", il personaggio non arriva. A mio modestissimo parere sono due problematiche differenti che abbisognano di due editing differenti. Per come la vedo io, l'incongruenza nell'intreccio va evidenziata con un editing "tecnico" o di base, mentre invece il problema della mancanza di appeal di un testo, che può benissimo non avere incongruenze, è affare più complesso ed è materia di quello che io definisco un editing "creativo". 
E comunque, al di là delle definizioni, alla fine penso che un'agenzia che offra anche questo genere di servizi editoriali, e che si presume seria, dovrebbe evidenziare tutte queste problematiche, e consigliare anche di lasciar perdere, (come dici tu: ne vale la pena?) perché non è che tutti bisogna scrivere per forza, eh! 
Per me non esiste "scrivere bene", "scrivere male", o sai scrivere, o no. Il problema vero è che tutte queste agenzie ricevono una marea di roba da gente che non sa scrivere. Ed è chi presume di saper scrivere a creare un business "ambiguo". Perché poi, si sa, l'occasione fa l'uomo ladro... e lo dico non profonda amarezza, credimi.  :(

Re: Tipologie di agenzie letterarie

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Io riguardo alle agenzie letterarie sono lapidaria e mi rifaccio alle stesse parole presenti su Wikipedia:
https://it.wikipedia.org/wiki/Agente_letterario

"Un agente letterario è il professionista che rappresenta gli interessi degli scrittori nei confronti di editori, produttori teatrali, televisivi, radiofonici e cinematografici, e li assiste nella vendita e negoziazione dei diritti d'autore delle loro opere. Gli agenti letterari rappresentano il più delle volte romanzieri, sceneggiatori e saggisti, ma possono gestire anche i diritti d'autore dei cataloghi di case editrici o agenzie di altri Paesi. Sono pagati con una percentuale fissa sui proventi delle vendite, che negoziano per conto dei loro clienti."


Tutto il resto è fuffa...
Dalla mia esperienza, dovrebbero essere le agenzie a ricercare gli autori e non il contrario... L'agenzia, infatti, si dovrebbe preoccupare di tutte gli aspetti noiosi che non riguardano la scrittura. I servizi editoriali dovrebbero essere offerti dalla casa editrice che intende investire sul libro.
Ora che il mercato venga "drogato" dai soldi degli autori è un problema abbastanza serio e alcune agenzie non mi sembrano orientate a frenare tale situazione. Diciamoci la verità: le agenzie servono solo per gli autori affermati! Poi, se vogliono essere scopritori di talenti, diciamo che il materiale non manca. Non lo so se avete visto la serie televisiva "Call my agent" (una serie televisiva tutta italiana, ma il titolo in inglese fa più figo o magari vuole rendere più professionale il progetto...), comunque, lì è evidente che trattano solo persone dello spettacolo che sono già affermate e che hanno un certo successo, proprio per garantire un ricavo all'agenzia. Naturalmente, anche lì ci sarà un sottobosco poco raccomandabile, dove magari si paga la formazione, pensando alle varie scuole di recitazione. L'agenzia dovrebbe garantirsi già una persona formata, capace quindi di portare solo proventi. Provo a immaginare che gli autori credendo che pagando possano aprire delle porte poco accessibili, ma c'è l'incognita del pubblico (dei lettori), per questo occorre la tanto disprezzata gavetta, utile per capire il modo lavorativo che si vuole approcciare. Che con la cultura non si mangia, ma che semmai si viene mangiati, questo è un dato di fatto, quindi, bisogna prestare attenzione. 
Ultima modifica di Uanema il gio mar 09, 2023 1:28 pm, modificato 4 volte in totale.

Re: Tipologie di agenzie letterarie

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ioly78 ha scritto: Buongiorno! Ah, ok, ora ho capito. Beh, ma stiamo parlando di due tipi di valutazione, invece tu mischi tutto: incongruenze nell'intreccio e buchi di trama, insieme a "quel testo non coinvolge", il personaggio non arriva. 
Veramente non sono io a mischiare tutto... in genere, la distinzione che fai non sussiste, e l'editing coinvolge tutti gli aspetti. 
ioly78 ha scritto:E comunque, al di là delle definizioni, alla fine penso che un'agenzia che offra anche questo genere di servizi editoriali, e che si presume seria, dovrebbe evidenziare tutte queste problematiche, e consigliare anche di lasciar perdere
Seriamente... pensi davvero che sia così? Magari, non parliamo di opere illeggibili, ma di opere mediocri, di quelle che potrebbero essere pubblicate da un anonimo micro editore "free". Perché l'agenzia dovrebbe rinunciare a lavorarci? Magari ne viene fuori un lavoro quasi decente... ma da qui ad essere presi in considerazione c'è un abisso. Comunque, così come ci sono editori ed editori, ci sono agenzie e agenzie. 
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