Secondo voi una grande casa editrice accetterebbe di fare da EAP?

1
E' una domanda provocatoria, però immaginate questa situazione molto realistica. Sei un notaio o un imprenditore che ha scritto un romanzo. Per te 20 o 30mila euro sono bruscolini. Li spenderesti senza pensarci due volte per vedere il tuo libro pubblicato da una grande case editrice rinomata come Mondadori o Feltrinelli, no? Anche se poi non avesse successo e non ritorneresti dell'investimento, vuoi mettere solo la possibilità di vantarti con parenti amici e conoscenti?

Sono convinto che di proposte simili le grandi case editrici ne ricevano non poche, più che altro mi chiedo quante ne accettino... ovviamente con un contratto di riservatezza che copra il dettaglio della pubblicazione a pagamento, in modo che non possa infangare la reputazione della casa editrice. Voi che ne pensate?

Re: Secondo voi una grande casa editrice accetterebbe di fare da EAP?

2
Se si tratta di una persona (imprenditore o notaio, ma anche magistrato, avvocato o medico) piuttosto nota, io credo che una CE big il libro lo pubblicherebbe, e senza alcun bisogno di far pagare l'autore, perché con molta probabilità rientrerebbe dei costi grazie alla notorietà del medesimo.
Diversamente non credo affatto che accetterebbe.
In genere, queste persone hanno anche un giro di conoscenze tali per arrivare a editor e curatori di collane di CE big, per cui non avrebbero affatto bisogno di pagare. Se il libro è interessante, l'editore investe (anche se dovesse essere necessario un editing sostanziale), diversamente non credo che si farebbe pagare per pubblicare qualcosa di illegibile per cui perdere la reputazione. Tanto più che, a prescindere dal patto di riservatezza, la cosa potrebbe benissimo venir fuori in un modo o nell'altro.

Re: Secondo voi una grande casa editrice accetterebbe di fare da EAP?

3
Darksy ha scritto: E' una domanda provocatoria, però immaginate questa situazione molto realistica. Sei un notaio o un imprenditore che ha scritto un romanzo. Per te 20 o 30mila euro sono bruscolini. Li spenderesti senza pensarci due volte per vedere il tuo libro pubblicato da una grande case editrice rinomata come Mondadori o Feltrinelli, no? Anche se poi non avesse successo e non ritorneresti dell'investimento, vuoi mettere solo la possibilità di vantarti con parenti amici e conoscenti?

Sono convinto che di proposte simili le grandi case editrici ne ricevano non poche, più che altro mi chiedo quante ne accettino... ovviamente con un contratto di riservatezza che copra il dettaglio della pubblicazione a pagamento, in modo che non possa infangare la reputazione della casa editrice. Voi che ne pensate?
Penso che una casa editrice seria e affermata, indipendentemente dalle dimensioni, non dovrebbe mai accettare di pubblicare qualcosa a pagamento. Il rischio di sputtanamento non vale nessuna somma.
Mario Izzi
Sopravvissuti
(in)giustizia & dintorni (trilogia)
Dea
[/De gustibus non est sputazzellam (Antonio de Curtis, in arte Totò)]

Re: Secondo voi una grande casa editrice accetterebbe di fare da EAP?

4
Oltretutto è probabile che una persona che voglia investire certi importi abbia un giro di conoscenze tali da far vendere un discreto numero di copie a conoscenti. Senza sottovalutare quante ne acquisterebbe personalmente.
Più che altro è più facile che paghi tanti soldini per l'editing di un editor che lavora per una big, che poi un posto glielo trova, pur se non nella stessa casa. Questo credo accada piuttosto di frequente, vista la qualità media dei libri pubblicati in Italia. 

Re: Secondo voi una grande casa editrice accetterebbe di fare da EAP?

5
Darksy ha scritto: gio mar 02, 2023 1:56 pm E' una domanda provocatoria, però immaginate questa situazione molto realistica. Sei un notaio o un imprenditore che ha scritto un romanzo. Per te 20 o 30mila euro sono bruscolini. Li spenderesti senza pensarci due volte per vedere il tuo libro pubblicato da una grande case editrice rinomata come Mondadori o Feltrinelli, no? Anche se poi non avesse successo e non ritorneresti dell'investimento, vuoi mettere solo la possibilità di vantarti con parenti amici e conoscenti?

Sono convinto che di proposte simili le grandi case editrici ne ricevano non poche, più che altro mi chiedo quante ne accettino... ovviamente con un contratto di riservatezza che copra il dettaglio della pubblicazione a pagamento, in modo che non possa infangare la reputazione della casa editrice. Voi che ne pensate?
Il punto è che, se per l'imprenditore in questione 20 o 30 mila euro sono "bruscolini", per Mondadori o Feltrinelli sono granellini di sabbia. Le grosse case editrici possono permettersi di perdere 20 o 30 mila euro su un titolo, e non hanno alcun interesse nel guadagnare 20 o 30 mila euro fine a sé stessi. Può sembrare paradossale, ma è così. Spesso si crede che i grossi gruppi editoriali seguano soltanto la logica del profitto su ogni singolo titolo. Niente di più sbagliato. I grossi gruppi editoriali - che sono anche espressione di grossi gruppi di potere politico-economico - sono società quotate in borsa e pubblicano innanzitutto per aumentare il proprio potere, la propria influenza, il proprio prestigio. Prendiamo come esempio il libro "Spare" del Principe Harry. Sicuramente ci sarà stata una competizione accanita tra i big (Mondadori, GeMS, Feltrinelli, Giunti) per accaparrarsi i diritti, e una possibile sfida al rialzo. Alla fine se li è aggiudicati il gruppo Mondadori, che ha affermato la sua indiscussa leadership, sbaragliando la concorrenza. Quanto avrà sborsato di solo anticipo per acquisire i diritti di traduzione? 300.000 euro? Considerato che la prima tiratura italiana del libro è stata di 150.000 copie (e la seconda di 100.000, a cui si sono aggiunte altre 200.000), io credo che viaggiamo su queste cifre. Ora poniamo che - tra diritti, stampa, e tutto il resto - Mondadori investa 900.000 euro su questo titolo. Anche se l'ultima ristampa del titolo (per remotissima ipotesi) dovesse vendere poco meno del previsto, e se il bilancio alla fine dovesse andare sotto di 20 mila euro, sarebbero in ogni caso soldi ben investiti, così come sono ben investiti i soldi che una grossa azienda investe in uno spot con un testimonial d'eccezione, da cui non guadagna, anzi spende cifre stratosferiche, ma che è funzionale ad affermare la sua collocazione sul mercato. In altre parole, i grossi editori sono disposti a pubblicare anche libri a perdere, perché per loro la cosa importante è avere un ritorno d'immagine, prima che economico. Viceversa, non pubblicano libri solo per guadagnarci, ma con i quali rischiano un danno d'immagine. Insomma, io credo che la tua ipotesi non si possa nemmeno immaginare. Anche perché, se il personaggio in questione fosse un personaggio prestigioso (oltre che ricco), allora un grosso editore con buone probabilità lo pubblicherebbe senza esitazioni, e ovviamente senza contributi. 

Detto ciò, mi risulta che effettivamente esistono editori che accettano proposte del genere, pur pubblicando normalmente senza contributi. Ma si tratta di marchi editoriali che appartengono a una fascia inferiore, alla media editoria indipendente, e che sono molto meno prestigiosi dei big, pur essendo più o meno noti. Avrei qualche nome in mente, ma preferisco non farne, perché siamo pur sempre nel campo delle ipotesi.

Re: Secondo voi una grande casa editrice accetterebbe di fare da EAP?

6
Mi è stata fatta, in passato, testimonianza diretta di una persona cui era stato proposto un contratto a pagamento da una big. La persona in questione rifiutò la pubblicazione perché il piano editoriale sul libro avrebbe sconvolto quanto aveva scritto in principio, e non voleva assolutamente che ciò accadesse.
Non credo di poter fare nomi, ma questa persona non aveva conoscenze alcune in ambito editoriale, non era interessata a un tornaconto economico dalle royalties sul libro e la big era proprio una gran big 😅
Beatrice Spada, Graphic & Visual Designer
AIAP | Socia Professionista Junior
https://www.bs-designer.it
https://bspada.myportfolio.com/
https://www.copertinelibri.it

Re: Secondo voi una grande casa editrice accetterebbe di fare da EAP?

7
Miss Ribston ha scritto: Mi è stata fatta, in passato, testimonianza diretta di una persona cui era stato proposto un contratto a pagamento da una big. La persona in questione rifiutò la pubblicazione perché il piano editoriale sul libro avrebbe sconvolto quanto aveva scritto in principio, e non voleva assolutamente che ciò accadesse.
Non credo di poter fare nomi, ma questa persona non aveva conoscenze alcune in ambito editoriale, non era interessata a un tornaconto economico dalle royalties sul libro e la big era proprio una gran big 😅
Ma per ricevere una proposta di contratto a pagamento, avrà inviato lui stesso una proposta... no? 

Dato che non puoi fare nomi... per "gran big" intendi una big indipendente (ad es: Sellerio) o una big appartenente a un grosso gruppo (ad es: Rizzoli)? 
Mi riesce davvero difficile immaginare la seconda... e poi bisognerebbe anche capire di che tipo di pubblicazione si trattava (forse saggistica?)

Comunque, va ricordato che ci sono i casi delle pubblicazioni su commissione, in particolare cataloghi di mostre, a volte pubblicati anche da marchi big, in questo caso con tipologie di contratti diversi rispetto a quelli standard, che valgono per la narrativa. 

Re: Secondo voi una grande casa editrice accetterebbe di fare da EAP?

8
Miss Ribston ha scritto: Mi è stata fatta, in passato, testimonianza diretta di una persona cui era stato proposto un contratto a pagamento da una big. La persona in questione rifiutò la pubblicazione perché il piano editoriale sul libro avrebbe sconvolto quanto aveva scritto in principio, e non voleva assolutamente che ciò accadesse.
Non credo di poter fare nomi, ma questa persona non aveva conoscenze alcune in ambito editoriale, non era interessata a un tornaconto economico dalle royalties sul libro e la big era proprio una gran big 😅
Forse ho capito a chi ti riferisci, @Miss Ribston . E in tal caso, @Wanderer, era una big big, del secondo tipo.
Ma se ho ben compreso, si trattava di un caso particolare, tanto che poi quella big ha cambiato idea e voleva pubblicare gratuitamente, ma ormai la persona aveva già scelto un editore differente.

Re: Secondo voi una grande casa editrice accetterebbe di fare da EAP?

9
Ma, tenendo presente che anche la maggior parte dei libri pubblicati dalle grande case editrici vendono pochissime copie e quindi non ripagano gli investimenti di produzione e promozione, perché una casa editrice big dovrebbe rifiutare di pubblicare a pagamento? Ha solo da guadagnarci. Per il discorso reputazione, comunque sarebbe un testo editato e curato dalla casa editrice stessa. Che poi pubblica pure libri di youtuber e influencer di infimo valore letterario, quindi...

Re: Secondo voi una grande casa editrice accetterebbe di fare da EAP?

10
Darksy ha scritto: Ma, tenendo presente che anche la maggior parte dei libri pubblicati dalle grande case editrici vendono pochissime copie e quindi non ripagano gli investimenti di produzione e promozione, perché una casa editrice big dovrebbe rifiutare di pubblicare a pagamento? Ha solo da guadagnarci.
Di fatto, non lo fanno perché non rientra nelle loro politiche aziendali e nella credibilità del loro brand. Se ci rientrasse, lo farebbero in modo sistematico, non certo in via del tutto eccezionale. E ne avrebbero un enorme danno d'immagine, altro che guadagnarci.

Si potrebbe poi fare la domanda opposta: perché le grandi case editrici versano anticipi anche agli esordienti che si prevede vendano poche migliaia di copie? Hanno soltanto da perderci. Eppure, la risposta sarebbe la stessa: di fatto, rientra nelle loro politiche aziendali e nella credibilità del loro brand.

Il gruppo Mondadori fattura 800 milioni di euro l'anno: non ci perde né guadagna nulla con 20.000 euro in più o in meno.

Re: Secondo voi una grande casa editrice accetterebbe di fare da EAP?

11
Confermo quanto scritto da @Miss Ribston: anch'io ho testimonianza diretta di una proposta simile. Ovviamente senza fare nomi, la big in questione è proprio LA big. Io non volevo crederci, ma la fonte è di assoluta attendibilità. Preciso che l'autore in questione non è un "aspirante" qualunque, essendo già pubblicato due volte da una nota casa editrice specializzata nel settore business e management. Proponeva un progetto editoriale secondo me interessantissimo, dal discreto potenziale commerciale. Aveva anche diverse entrature utili a livello promozionale da affiancare al progetto. La big gli ha fatto capire che non era disposta a sobbarcarsi l'onere relativo a editing e distribuzione, ma che, con un sostanzioso contributo, sarebbe stato senz'altro possibile procedere. Il mio amico ha rifiutato, anche perché è convinto che il progetto possa reggersi da solo sulle proprie gambe e non vuole diventare un autore da EAP (scrivere, peraltro, non è il suo mestiere principale).
Pare assurdo ricevere proposte simili dalla big in questione, ma ho l'impressione che ormai in questo settore nessuno voglia più rischiare un euro, se può farne a meno. Vuoi mettere quanto è più semplice pubblicare l'ultimo successo di Colleen Hoover? Il culo se lo è già fatto lei nel self publishing, lo scouting l'ha fatto Atria Group (Simon & Schuster), e all'editore italiano non resta che acquistare i diritti di pubblicazione, che valgono centinaia di migliaia di copie pressoché garantite. Con tanti saluti all'italico esordiente.
https://www.amazon.it/verit%C3%A0-dello ... 24&sr=1-20

https://www.amazon.it/Las-Vegas-splendi ... ext&sr=1-1

Re: Secondo voi una grande casa editrice accetterebbe di fare da EAP?

12
L'antipatico ha scritto: Confermo quanto testimoniato da @Miss Ribston: anch'io ho testimonianza diretta di una proposta simile. Ovviamente senza fare nomi, la big in questione è proprio LA big. Io non volevo crederci, ma la fonte è di assoluta attendibilità. Preciso che l'autore in questione non è un "aspirante" qualunque, essendo già pubblicato due volte da una nota casa editrice specializzata nel settore business e management. 
La tua precisazione non mi sembra da poco: non era un Pincopallino qualunque, su cui La Big avrebbe potuto perdere la faccia e avere un potenziale danno d'immagine. Il secondo aspetto da considerare è che per la saggistica (come mi sembra di capire sia questo il caso) valgono delle politiche diverse rispetto alla narrativa: all'interno dei grossi editori ci sono direttori di collana diversi, spesso indirizzi diversi a cui inviare le proposte. Sono due mondi diversi. Ci sono editori di saggistica di tutto rispetto (di cui si può anche fare il nome, come Mimesis) che a volte chiedono contributi, ma c'è alla base una selezione da parte di un comitato scientifico. Quindi, non è così inverosimile che possa accadere anche ai piani più alti della gerarchia editoriale (anche se, francamente, mi sembra inverosimile l'assunto per cui l'editore non era disposto "a sobbarcarsi l'onere relativo a editing e distribuzione", dato che La Big in questione ha la propria rete di distribuzione, e non c'è quindi alcun "onere"). Vale la pena anche far notare che, nel caso della saggistica/manualistica, arrivare a una Big (di quelle generaliste) è molto più facile rispetto alla narrativa. Anche un mio zio ha pubblicato un saggio con Mondadori. Non credo che abbia venduto chissà che, o abbia guadagnato chissà quanto. In questi casi, si viaggia anche sulle 2000-3000 copie, e spesso l'opera non arriva nemmeno a una ristampa. 

Re: Secondo voi una grande casa editrice accetterebbe di fare da EAP?

13
@Wanderer Bè, un onere c'è sempre. L'editing costa, stampare le copie del libro e farle arrivare nelle librerie costa, e se non vendono quanto previsto costa persino eliminare le copie in eccesso. Non esiste la produzione di un libro a costo zero. Si vede che il saggio di tuo zio aveva convinto di più di quello del mio amico...

Quello delle ristampe è un altro tasto dolente, soprattutto perché è del tutto incomprensibile la logica seguita dalle CE nel gestirle. So di autori anche relativamente noti, seppur minori, pubblicati da big o semi-big che hanno venduto senza problemi la prima tiratura della loro opera, magari quelle 3.000-4.000 copie di prammatica, che si vedono rifiutare ostinatamente una ristampa nonostante la richiesta ci sia (proveniente dalle librerie) e forse se ne potrebbero vendere altrettante, se solo le copie venissero rese disponibili. A me sembra un comportamento autolesionista da parte di chi vende un prodotto, ma forse un giorno qualcuno mi illuminerà sui motivi di scelte siffatte.
https://www.amazon.it/verit%C3%A0-dello ... 24&sr=1-20

https://www.amazon.it/Las-Vegas-splendi ... ext&sr=1-1

Re: Secondo voi una grande casa editrice accetterebbe di fare da EAP?

14
L ha scritto: @Wanderer Bè, un onere c'è sempre. L'editing costa, stampare le copie del libro e farle arrivare nelle librerie costa, e se non vendono quanto previsto costa persino eliminare le copie in eccesso. Non esiste la produzione di un libro a costo zero. Si vede che il saggio di tuo zio aveva convinto di più di quello del mio amico...
Sì, certo, io mi riferivo solo ai costi di distribuzione, che non vengono calcolati sul singolo titolo, specie se l'editore distribuisce sé stesso. In quanto al mio parente, è verosimile che sia arrivato a pubblicare grazie ad amicizie ed agganci politici (e quindi escludo abbia pagato alcunché). Il libro però non l'ho mai letto, quindi non posso giudicare.

Comunque, parlando di Mondadori, bisogna  distinguere il marchio "Mondadori" dal gruppo Mondadori. Il marchio, in sé, viene percepito dal pubblico come un editore non troppo elitario, un enorme contenitore editoriale nazionalpopolare e generalista, una grande "casa degli italiani", in cui confluiscono delle tipologie di pubblicazioni anche diversissime tra loro, alcune che vendono un milione di copie, altre poche migliaia. All'interno del gruppo Mondadori ci sono poi dei marchi con connotazioni molto più elitarie, come Einaudi o Sperking & Kupfer. Mentre pubblicare con il marchio "Mondadori" non è un'impresa poi così impossibile (è alla portata di mio zio...), per pubblicare con quei marchi servono davvero dei santi in paradiso.

Sul discorso delle ristampe... Magari la richiesta c'è, ma è limitata soltanto a 300 copie, non altre 3000. Il problema per un medio editore (che non usa di certo il POD) è che stampare quelle 300 copie costa quasi quanto stamparne altre 3000... e d'altro canto stamparne altre 3000 non conviene perché l'opera non ha più il traino della novità, e non sarà più promossa e distribuita come nella prima edizione, ed entra in gioco il fattore di potenziali giacenze, resi e copie al macero, per cui l'editore potrebbe anche andare in perdita, vanificando il suo guadagno iniziale. 

In teoria, però, se l'editore non intende più in assoluto ristampare più l'opera, l'autore potrebbe chiedere l'annullamento del contratto, credo.

Re: Secondo voi una grande casa editrice accetterebbe di fare da EAP?

15
Wanderer ha scritto: Ma per ricevere una proposta di contratto a pagamento, avrà inviato lui stesso una proposta... no? 

Dato che non puoi fare nomi... per "gran big" intendi una big indipendente (ad es: Sellerio) o una big appartenente a un grosso gruppo (ad es: Rizzoli)? 
Mi riesce davvero difficile immaginare la seconda... e poi bisognerebbe anche capire di che tipo di pubblicazione si trattava (forse saggistica?)
Sì, @ElleryQ  ha capito bene, è quel caso lì. La big era del secondo tipo, l'autore aveva inviato il libro attraverso i canali classici di invio manoscritti e il libro era di natura autobiografica (storia molto particolare, ma non inerente ad alcun fatto di cronaca). L'autore in questione non era e non è persona conosciuta, anzi, il libro è stato poi pubblicato sotto pseudonimo. :lol:
Caso molto particolare, ma la proposta a pagamento è arrivata...
Beatrice Spada, Graphic & Visual Designer
AIAP | Socia Professionista Junior
https://www.bs-designer.it
https://bspada.myportfolio.com/
https://www.copertinelibri.it

Re: Secondo voi una grande casa editrice accetterebbe di fare da EAP?

17
@Fabioloneilboia Pare che l'opera di cui si parla non fosse un saggio, ma un libro autobiografico di persona non nota al grande pubblico, la cui biografia, quindi, poteva risultare di interesse limitato. Ne discende che la big in questione, in quel caso, si è comportata né più, né meno, che come una piccola, esecrabile EAP. Spero che si sia trattato dell'iniziativa di un dirigente di collana non proprio adatto al ruolo, magari un raccomandato: penso che nelle big ne esistano parecchi.
Mario Izzi
Sopravvissuti
(in)giustizia & dintorni (trilogia)
Dea
[/De gustibus non est sputazzellam (Antonio de Curtis, in arte Totò)]

Re: Secondo voi una grande casa editrice accetterebbe di fare da EAP?

18
Fabioloneilboia ha scritto: Io sarei proprio curioso di vedere quante copie vendono in media gli autori delle big. Vero, una tiratura almeno da 3 mila copie è normale, ma quante ne vendono realmente?
Non parlo dei bestseller ovviamente, ma delle centinaia di libri pubblicati ogni anno dalle big.
Beh, un attimo. Una tiratura da 3000 copie è normalmente da medio editore, e spesso anche da piccolo editore, non da big (a meno che non si tratti di pubblicazioni di saggistica). Nella distribuzione, 3000 copie arrivano a stento a coprire le libreria di catena del solo gruppo Mondadori (che però distribuisce in tutti gli altri punti vendita d'Italia o quasi). Normalmente, i grossi editori viaggiano sulle 8-10 mila copie, per la prima tiratura. Poi che intendi per "autori delle big"? Gli esordienti possono vendere relativamente poco, ma sono una ristretta minoranza di autori, quindi non fanno media. La maggior parte sono autori italiani consolidati, autori stranieri già affermati all'estero, esponenti politici, storici, personaggi famosi in altri settori, autori di libri per l'infanzia, e classici della letteratura di ogni tempo (non dimentichiamo che le big guadagnano tantissimo con questi ultimi). Poi ovviamente è messo nel conto che ogni anno ci siano alcuni flop tra gli esordienti, ma sono eccezioni, e le perdite sono trascurabili. Ogni libro è pubblicato (e promosso e distribuito) per essere un potenziale bestseller, e nella maggior parte dei casi lo è, perlomeno in proporzione ai numeri degli editori medio-piccoli.

@Miss Ribston
La cosa che più mi stupisce è che la proposta sia stata inviata al normale indirizzo email per i manoscritti... quindi c'è vita su quel pianeta! 
Poi con quale editore è stata pubblicata l'opera? Sempre se si può dire... 

Re: Secondo voi una grande casa editrice accetterebbe di fare da EAP?

19
Cheguevara ha scritto: Ne discende che la big in questione, in quel caso, si è comportata né più, né meno, che come una piccola, esecrabile EAP.
In realtà è un caso molto particolare, anche come biografia. È un eccezione talmente avulsa che potrei anche comprendere la proposta a pagamento. Però poi, da quanto ne so, hanno anche cercato in tutti i modi di recuperare la persona in questione per pubblicare il libro gratuitamente, dopo aver compreso meglio l'opportunità, però aveva già accettato con un editore minore free.
Non credo, però, che quest'ultimo sia stato in grado di promuovere adeguatamente il libro e sfruttarne le potenzialità.

Re: Secondo voi una grande casa editrice accetterebbe di fare da EAP?

22
ElleryQ ha scritto: Però poi, da quanto ne so, hanno anche cercato in tutti i modi di recuperare la persona in questione per pubblicare il libro gratuitamente, dopo aver compreso meglio l'opportunità, però aveva già accettato con un editore minore free.
Questa è una cosa un po' strana, perché di solito in questi casi il grosso editore stacca un assegno e il piccolo editore free è ben contento di cedere i diritti... comunque, se possibile, indicami il titolo in privato, grazie :)
Rispondi

Torna a “Discussioni varie sul mondo editoriale”