InFuga Edizioni, WritersEditor e affini

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Vorrei sollevare l'attenzione sul fenomeno rappresentato da alcune sigle editoriali, sorte negli ultimi anni, che fanno proseliti soprattutto nel mondo dei social. Si tratta di marchi come "InFuga Edizioni", o "WritersEditor", che hanno con ogni evidenza agli autori come target, ma che alle tipiche domande degli aspiranti sui social (siete una CE a pagamento? quante copie deve acquistare l'autore?) dichiarano con convinzione di pubblicare "gratis". 

Ho studiato il profilo editoriale di queste e altre affini e, di là delle differenze specifiche, le caratteristiche ricorrenti sembrano tre: 

- La sigla editoriale si auto-definisce "No EAP", e si rifiuta l'idea di essere associati all'editoria a pagamento.
- La pubblicazione effettiva dell'opera è legata (o vincolata) a un pre-ordine di tot copie.
- Si punta a "entusiasmare" l'autore e a coinvolgerlo quanto più nella promozione dell'opera.

Nel sito, tipicamente, si enfatizzano le caratteristiche di un (presunto) rivoluzionario modello di editoria.

Per quanto riguarda la selezione dei testi, l'editing, la qualità dei libri, e altro, sono tutti punti interrogativi (anche se qualche idea ce l'avrei...). 

Ma il più grande punto interrogativo è: secondo voi sigle editoriali del genere si possono davvero considerare "free" o "No EAP"?

Re: InFuga Edizioni, WritersEditor e affini

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"InFuga" ce l'ho presente, l'inserzione mi compare spesso su FB. L'impressione (sgradevole) che ho avuto imbattendomi nei loro post è stata quella di leggere una di quelle offerte di lavoro in cui si indicano le "skill" (parola odiosissima) che il candidato deve avere per ottenere il posto (rigorosamente a tempo determinato): "il candidato ideale deve essere dinamico, possedere doti di comunicazione, essere flessibile e disposto a lavorare su turni."
Quanto ai commentatori abituali di queste inserzioni (mi riferisco alle case editrici come quelle in oggetto), l'ingenuità e la presunzione sono spesso un tratto distintivo di chi non ha la minima familiarità con i meccanismi editoriali e che è poi, secondo me, il target principale di molte realtà che vanno a caccia di "aspiranti" sui social ("ho scritto dieci romanzi ma preferisco tenerli nel cassetto piuttosto che svenderli", e via di questo passo).

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Pure io, se devo essere sincero. E peggio di tutti, persino di quelli che scrivono "info" (invece di cliccare sul link), o quelli che chiedono "quanto deve un autore per pubblicare", sono quelli che nel commento (per esempio nel caso di selezione di poesie) mettono direttamente la loro poesia. 

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Comunque, il fenomeno di questi marchi editoriali ci dimostra che oggi la EAP tradizionale è decisamente obsoleta e demodè, e sta perdendo quote di mercato; grazie anche al vecchio WD, oggi anche tra gli autori più ingenui e sprovveduti (quelli che, un tempo, erano il target privilegiato degli EAP) si è affermata l'idea che pubblicare gratis è condizione necessaria a qualificarsi come "autori" e a qualificare l'editore come "editore". Il problema, però, è che non è condizione sufficiente, in particolare nell'era del POD, del crowdfuding, della possibilità di pubblicare gratis tramite Amazon. Nello scarto tra ciò che è necessario e ciò che è sufficiente prospera un'intera fetta di mercato editoriale che si presenta come "No EAP", ma che ha come target gli aspiranti e le loro cerchie, e che rientra pur sempre nella vanity press: in realtà, non costituisce tanto un salto di qualità rispetto alla EAP, ma piuttosto un'alternativa (più o meno valida) rispetto al Self-publishing. Per certi versi, si tratta di forme alternative di Self-publishing, orientate e accompagnate da una sigla editoriale. 

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Wanderer ha scritto: Nel sito, tipicamente, si enfatizzano le caratteristiche di un (presunto) rivoluzionario modello di editoria.
Non avendo Facebook non conosco questo tipo di annunci, ma le modalità mi ricordano tanto quelle del famigerato Trampolino. Che sia la stessa CE che ha cambiato nome?  :hm:

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ElleryQ ha scritto:
Non avendo Facebook non conosco questo tipo di annunci, ma le modalità mi ricordano tanto quelle del famigerato Trampolino. Che sia la stessa CE che ha cambiato nome?  :hm:
No, non credo c'entri nulla... ma se visiti i siti di quelle CE ti puoi fare un'idea abbastanza precisa (qui le faq di InFuga).

Rispetto ai vecchi EAP, perlomeno, le politiche editoriali sono tutto sommato chiare. 

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Wanderer ha scritto: ma se visiti i siti di quelle CE ti puoi fare un'idea abbastanza precisa (qui le faq di InFuga).
Sì, le ho appena visitate. Non so perché, comunque, ma Infuga continua a puzzarmi di Trampolino. Magari non c'entra niente, però ho notato anche che quest'ultima è scomparsa, credo un paio di anni dopo la sua costituzione, mentre Infuga nasce in pieno Covid (in pratica lo stesso periodo).
Sarà che ho una predisposizione innata per i gialli, ma non posso fare a meno di notare vari punti in comune. Magari Il Trampolino, "in fuga" da decine di autori imbestialiti :D , si è reinventata con un altro nome ma con modalità analoghe. 

Re: InFuga Edizioni, WritersEditor e affini

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ElleryQ ha scritto: Sì, le ho appena visitate. Non so perché, comunque, ma Infuga continua a puzzarmi di Trampolino. Magari non c'entra niente, però ho notato anche che quest'ultima è scomparsa, credo un paio di anni dopo la sua costituzione, mentre Infuga nasce in pieno Covid (in pratica lo stesso periodo).
Non ho avuto la fortuna (o la sfortuna) di conoscere tale leggendaria casa editrice ( :D ) ma per curiosità ho cercato sul web, ed è interessante notare che non ne esiste più nessuna notizia. Praticamente, alcuni editori sono puramente virtuali, e consistono soltanto nel loro sito web. 

InFuga comunque risulta essere un marchio di un altro editore (De Nigris), quindi in questo caso l'editore esiste ed è quello che c'è dietro il marchio. 

Re: InFuga Edizioni, WritersEditor e affini

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Wanderer ha scritto: InFuga comunque risulta essere un marchio di un altro editore (De Nigris), quindi in questo caso l'editore esiste ed è quello che c'è dietro il marchio. 
Allora non ha niente a che fare, credo. Non ricordo il nome del titolare del Trampolino, ma mi pare che non fosse lo stesso.

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Wanderer ha scritto: La sigla editoriale si auto-definisce "No EAP", e si rifiuta l'idea di essere associati all'editoria a pagamento.
- La pubblicazione effettiva dell'opera è legata (o vincolata) a un pre-ordine di tot copie.
- Si punta a "entusiasmare" l'autore e a coinvolgerlo quanto più nella promozione dell'opera.
A me per fortuna queste pubblicità non arrivano, quindi non le conoscevo, ma mi sembra l'ennesima capriola semantica per riuscire a non definirsi EAP e a sfruttare comunque gli autori.
Legare la pubblicazione a un preordine può in apparenza essere meglio che far pagare, o pretendere l'acquisto di copie, ma nei fatti cambia poco. L'autore si deve sbattere per vendere il suo libro ancora prima che sia pubblicato, e se non raggiunge l'obiettivo no lo sarà nemmeno. Ma l'editore potrebbe guadagnare comunque, perché se solo supera le 50 copie manderà il libro a chi l'ha prenotato e già pagato (e una cinquantina di amici, parenti o conoscenti si possono sempre trovare). Il fatto che risparmierà su qualsiasi spesa (dall'editing alla copertina) va da sé: chi investirebbe in un prodotto che forse non arriverà nemmeno alla pubblicazione?
Posso accettare che l'autore sia costretto a darsi da fare dopo la pubblicazione, in un mercato così sovraffollato, ma che debba farlo addirittura prima, e senza nessuna certezza, anche no
Ci capita di non avere davvero la consapevolezza di quanto potere abbiamo, di quanto possiamo essere forti (A. Navalny)
Qualunque sia il tuo nome (HarperCollins)
La salvatrice di libri orfani (Alcheringa)
Il lato sbagliato del cielo (Arkadia)
Il tredicesimo segno (Words)

Re: InFuga Edizioni, WritersEditor e affini

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Silverwillow ha scritto: Legare la pubblicazione a un preordine può in apparenza essere meglio che far pagare, o pretendere l'acquisto di copie, ma nei fatti cambia poco. L'autore si deve sbattere per vendere il suo libro ancora prima che sia pubblicato, e se non raggiunge l'obiettivo no lo sarà nemmeno. Ma l'editore potrebbe guadagnare comunque, perché se solo supera le 50 copie manderà il libro a chi l'ha prenotato e già pagato (e una cinquantina di amici, parenti o conoscenti si possono sempre trovare). Il fatto che risparmierà su qualsiasi spesa (dall'editing alla copertina) va da sé: chi investirebbe in un prodotto che forse non arriverà nemmeno alla pubblicazione?
In effetti è così. Ed è una logica molto simile a quella delle autodefinite "piattaforme di crowd funding". Purtroppo ho un'amica che ha pubblicato con una di queste pseudo CE, non una di quelle qui citate, ma una nota tra quelle di CF e tra le "pioniere" di questa modalità (su WD non era neppure nominabile perché aveva minacciato ritorsioni legali). Nonostante l'abbia sconsigliata in tutti i modi di pubblicare l'ha fatto e si è trovata malissimo. Pochissimo editing, quasi nullo, zero sostegno nella campagna per raggiungere il goal e meno che mai dopo. 

Per quanto riguarda il su citato (da me) Trampolino, la metodologia non era simile. Il titolare si vantava di avere un brevetto super innovativo che avrebbe rivoluzionato il mondo dell'editoria. Era tutto molto fumoso, ma in pratica, da quello che si intuiva, era una specie di distributore di libri messo all'interno di alcune librerie, che stampava sul momento il libro desiderato. Una specie di juckebox librario, per così dire.  :D

Re: InFuga Edizioni, WritersEditor e affini

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ElleryQ ha scritto: Non avendo Facebook non conosco questo tipo di annunci, ma le modalità mi ricordano tanto quelle del famigerato Trampolino. Che sia la stessa CE che ha cambiato nome?  :hm:
Il Trampolino è stata la prima cosa che è venuta in mente anche a me. Tra tanti malcapitati, all'epoca, io ebbi la straordinaria fortuna di essere ignorato:  mandai loro un manoscritto ma grazie al cielo non mi risposero mai. 

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Secondo me, essendo l'obiettivo finale di tutti gli pseudo-editori la tosatura della pecora-autore, le variazioni sul tema rappresentano non altro che l'evolversi degli strumenti usati e usabili per raggiungere lo scopo. E credo ci sia ben poco da fare: il mercato, invaso sia da loro che da chi è  disposto a fare i salti mortali pur di esibire a parenti, amici e conoscenti un libro col suo nome in copertina, mi sembra totalmente fuori controllo.
Mario Izzi
2025 - Sopravvissuti
(in)giustizia & dintorni
Dea
[/De gustibus non est sputazzellam (Antonio de Curtis, in arte Totò)]

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@Cheguevara infatti, il punto è che non ce la si può prendere con questi pseudo editori. Sono gli autori che sono disposti a pagare l’inverosimile pensando di fare bella figura.
Del resto ai lettori il mondo dell’editoria è perfettamente sconosciuto e non hanno contezza delle differenze tra una casa editrice e l’altra. Anzi, per loro è identico anche chi pubblica in self. È tutto comprensibile se si pensa alle porcate che pubblicano anche le grandi case.

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Ho visitato il sito di InFuga edizioni e dato un'occhiata al loro catalogo, alle trame e ai titoli dei libri, alle copertine.
Mi sono venuti i brividi.
Un po' al pensiero che esistano così tanti autori disposti davvero a tutto pur di venire pubblicati. E un po' perché forse, se non mi fossi informato meglio, ci sarei potuto finire anch'io da un editore come quello  :facepalm:

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GeorgeBest83 ha scritto: Un po' al pensiero che esistano così tanti autori disposti davvero a tutto pur di venire pubblicati.
Purtroppo, a volte, il desiderio di vedere realizzato il proprio sogno è talmente grande da offuscare la razionalità, sino a ignorare anche i campanelli d'allarme e i consigli. Penso alla povera Basthet, che nonostante i nostri ripetuti avvertimenti pubblicò col Trampolino e finì per perderci il sonno ed entrare in un tremendo stato depressivo. E penso anche all'amica cui accennavo, che nonostante sia stata fortemente sconsigliata ha pubblicato con una piattaforma di CF, con criteri simili a quelli delle CE indicate qui nel topic, e che oggi se ne pente.

Re: InFuga Edizioni, WritersEditor e affini

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Fabioloneilboia ha scritto: @Cheguevara infatti, il punto è che non ce la si può prendere con questi pseudo editori. Sono gli autori che sono disposti a pagare l’inverosimile pensando di fare bella figura.
Del resto ai lettori il mondo dell’editoria è perfettamente sconosciuto e non hanno contezza delle differenze tra una casa editrice e l’altra. Anzi, per loro è identico anche chi pubblica in self. È tutto comprensibile se si pensa alle porcate che pubblicano anche le grandi case.
Questo è vero solo in parte. 

Quando amici e parenti sono indotti dall'autore ad acquistare il libro, non sono dei regolari lettori, anzi il libro non lo leggeranno mai. Per il fatto di essere "forzati" all'acquisto, maturano la consapevolezza che quel libro non ha mercato e non vale nulla. Per questo motivo, spesso, sono ben poco disposti ad acquistarlo, e lo vogliono regalato dall'autore (dato che spesso questa tipologia di autore dispone di interi scatoloni di copie acquistate dall'editore...).

I libri delle grandi e medie case, invece, hanno un mercato a prescindere dalle cerchie dell'autore, e a prescindere se sono "porcate" o meno.
Ultima modifica di Wanderer il ven gen 20, 2023 2:12 pm, modificato 1 volta in totale.

Re: InFuga Edizioni, WritersEditor e affini

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@Wanderer concordo al 100%, io, infatti, non rompo le scatole ai miei conoscenti per acquistare. Tanto chi se lo vuole leggere lo prenderà a prescindere, chi lo fa per farmi un favore fa bene a conservare i suoi soldi. Ed è proprio con questi ultimi che vogliono fare bella figura dicendo che hanno scritto un libro, tanto pure facesse schifo non lo sapranno mai.

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Un'altra cosa da dire su questa tipologia di CE - piattaforma, che pongono un obiettivo di prevendita, è che spesso non monitorano realmente affinché il raggiungimento dei goal non sia "dopato". In teoria, infatti, dovrebbero verificare che l'autore non si autoacquisti le copie, ma in pratica non lo fanno realmente. 
Se l'obiettivo di prevendita è di 50 o 100 copie, esaurita la cerchia di amici e parenti, mettiamo che all'autore manchino 10 o 20 copie per raggiungere il goal, arrivato a questo punto sarebbe assurdo dover rinunciare al suo sogno per una manciata di copie ed è disponibile a comprarsele. Del resto ci vuole poco a dare nomi ed email fittizie per registrarsi e acquistare con un conto virtuale tipo PayPal (specie se c'è anche l'opzione prevendita in ebook). E all'editore non converrà neppure indagare più di tanto, altrimenti sarà costretto a restituire le quote percepite fino a quel momento (almeno è quanto si legge dalle FAQ in caso di mancato raggiungimento del goal).

Re: InFuga Edizioni, WritersEditor e affini

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@ElleryQ 

In teoria, dico in teoria, il procedimento in sé non è del tutto sbagliato, ed è quello adottato da Bookabook (che quasi mi convince).

Anche un buon editore - normalmente - sonda le richieste di mercato prima della pubblicazione del libro, ma lo fa tramite il promotore e i pre-ordini dei librai. In quel caso, la pubblicazione del libro non è quasi mai vincolata ai pre-ordini, ma la tiratura (e anche la copertina) può essere modificata in corso d'opera, a seconda del feedback che riceve la scheda del libro. 

In questo caso, il libro non arriverà mai in libreria, quindi si svolge tutto online come vendita diretta sul sito dell'editore. La pubblicazione è vincolata al pre-ordine, ma la soglia delle 100 copie è davvero minima, e può essere facilmente coperta da amici e parenti dell'autore, nonché con il contributo dell'autore stesso, come suggerisci tu. Non credo che quest'ultima cosa sia affatto infrequente, se non altro perché l'autore non vuole fare brutta figura con i suoi conoscenti. Anche raggiungendo la metà dell'obiettivo, infatti, il libro sarà stampato in POD per coprire le richieste. Invece, non è chiaro cosa succede quando viene raggiunto l'obiettivo. Si presume che l'autore firmerà un contratto e sarà stampata una tiratura di tot copie. E di quante? Magari di 120? 

Re: InFuga Edizioni, WritersEditor e affini

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Wanderer ha scritto: Anche raggiungendo la metà dell'obiettivo, infatti, il libro sarà stampato in POD per coprire le richieste. Invece, non è chiaro cosa succede quando viene raggiunto l'obiettivo. Si presume che l'autore firmerà un contratto e sarà stampata una tiratura di tot copie. E di quante? Magari di 120? 
Se non ho capito male, il contratto è uno solo e a monte. L'amica cui facevo riferimento ha pubblicato proprio con questa CE (o pseudo tale). Non so quante copie abbiano stampato al raggiungimento del goal, ma so che lei non ha avuto affatto il supporto garantito da contratto, sotto vari aspetti, e persino le recensioni se l'è procurate tutte in autonomia. Inoltre, quando ha ricevuto la prima, positiva per quanto riguardava i contenuti e la storia, ma iper critica verso l'editore, quest'ultimo  ha preteso di scegliere per le successive da una lista (sempre formulata dalla mia amica) quali siti potessero farne e quali no. Inoltre ha insistito (con scarsi risultati) affinché il sito della prima recensione la rimuovesse o la modificasse, giustificando la mancanza di editing (tra le pecche evidenziate) con una presunta copia pre goal inviata per errore. La risposta del sito è stata che l'avrebbero modificata o rimossa una volta giunta la copia valida. Inutile dire che non l'hanno mai ricevuta.
Purtroppo, tra le caratteristiche di questa "CE" c'è anche che è refrattaria a qualsiasi critica, cosa che conosciamo benissimo viste le minacce di ritorsioni legali ai tempi del WD.

Re: InFuga Edizioni, WritersEditor e affini

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ElleryQ ha scritto: L'amica cui facevo riferimento ha pubblicato proprio con questa CE (o pseudo tale). 
Un attimo, ma... non avevi detto "ha pubblicato con una di queste pseudo CE, non una di quelle qui citate"?  O_o

Sarei comunque curioso di leggere la recensione, se l'hai ancora a portata di link.

Re: InFuga Edizioni, WritersEditor e affini

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Nel preordine c’è qualcosa che trovo ancora più bieco della pubblicazione a pagamento, che almeno spesso offre distribuzione ed editing di un certo livello e quindi, se uno decide di accettare questa relazione perversa con l’editore può anche ottenere un prodotto di qualità. Il pre order invece scarica con modalità tipica del web tutto il lavoro sull'utente, cioè sull’autore, ed elimina ogni rischio di impresa per un editore che tuttavia può continuare a proclamarsi no eap. Aggiungo lo stress del contatore delle copie vendute visibile sul sito, da alimentare tormentando parenti e conoscenti, e il count-down dei giorni che mancano alla fine del tempo concesso. E poi se il libro non raggiunge il “goal” è comunque bruciato, non avrà altre possibilità con altri editori come accade a fronte di un normale rifiuto. Io ho acquistato con questa modalità il libro di un amico che però non ha raggiunto l’obiettivo: un anno e mezzo dopo mi è arrivata a casa a fronte di ripetuti solleciti una copia che definire spartana è un complimento.

Re: InFuga Edizioni, WritersEditor e affini

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Wanderer ha scritto: Un attimo, ma... non avevi detto "ha pubblicato con una di queste pseudo CE, non una di quelle qui citate"?  O_o
intendevo non una di quelle citate nel titolo.  A meno che non ho letto male quello che hai scritto.  :hm:
Wanderer ha scritto: ed è quello adottato da Bookabook (che quasi mi convince).
Wanderer ha scritto: Sarei comunque curioso di leggere la recensione, se l'hai ancora a portata di link.
Mi dispiacerebbe fare una pessima pubblicità a un'amica. 🙄
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