Distribuzione e monopolio dei grandi gruppi

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È di poche ore fa la notizia che il gruppo Mondadori ha acquisito il 75% di uno dei distributori indipendenti, cioè A.L.I., a cui fanno capo decine di editori indipendenti di qualità (ad es. Iperborea, SUR, Marcos y Marcos, Mursia). Dopo aver acquisito direttamente decine di editori, quindi, il gruppo acquisisce anche un distributore, che verrà inglobato nella sua rete di distribuzione.

Questo significa che, sempre più, la distribuzione è in mano al duopolio Messaggerie/Feltrinelli e Mondadori, e gli editori indipendenti hanno due scelte: o rischiare di essere condannati all'irrilevanza, e alla mancanza di presenza fisica in libreria, o sottostare allo strapotere dei colossi, e fare arricchire i grandi gruppi. Purtroppo, per forza di cose, se un editore non è distribuito da un colosso non c'è quasi alcuna speranza di arrivare negli scaffali (meno che mai, in quelli delle libreria di catena Feltrinelli o Mondadori).

Vero è che esistono altri distributori nazionali (LibroCo, Cda, Directbook e altri) ma distribuiscono soprattutto micro editori, editori di nicchia ed editori a pagamento. Spesso, essere distribuiti da questi è come non poter contare su alcun distributore, ma poco più di un grossista. 

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È proprio così. E purtroppo questi distributori, oltre a imporre percentuali standard molto elevate senza operare alcuna distinzione tra editori big, medi e piccoli/micro (con conseguenze facilmente immaginabili anche in termini di costi del libro), impongono all'editore di produrre un certo numero di titoli all'anno. Il che conduce spesso all'insana prassi di non effettuare una ferrea selezione e pubblicare, piuttosto, per fare numero, sacrificando la qualità del proprio catalogo alle logiche dei grandi numeri.

Re: Distribuzione e monopolio dei grandi gruppi

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@ElleryQ 
Messaggerie però di recente ha introdotto un servizio di POD (tramite la controllata Lampi di Stampa) per gli editori distribuiti. Questo servizio è rivolto proprio ai piccoli editori, e può evitare inutili costi per chi non può contare su grossi capitali. Non sarà la soluzione migliore per tutti, ma sicuramente è meglio che affidarsi al POD di Amazon, se non altro perché Messaggerie è un'azienda tutta italiana. Questo significa d'altro canto che, a differenza di alcuni anni fa, Messaggerie non è più un club esclusivo di grossi e medi editori, ma è accessibile anche a piccoli editori che scelgono di stampare in POD. Non so se questo sia un bene o un male, ma comporta sempre più che solo una parte degli editori distribuiti hanno un'effettiva presenza in libreria. 
Ultima modifica di Wanderer il dom gen 15, 2023 12:45 am, modificato 5 volte in totale.

Re: Distribuzione e monopolio dei grandi gruppi

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Purtroppo non valuto positivamente il POD. È una mia valutazione soggettiva, sia chiaro, e capisco la necessità dei piccoli editori (specie quelli che non dispongono di un magazzino, che costituisce, fra le varie cose, un ulteriore costo) di poter produrre in relazione alle richieste effettive. Ma d'altra parte penso pure che il pubblicare molti titoli in copie limitate porti a un minore impegno dell'editore stesso nella promozione. Che come al solito finisce per essere affidata quasi in toto all'autore medesimo.
Capirei la comodità del POD nelle ristampe, ma un libro nuovo, pubblicato in piccolissime quantità, o solo in relazione alle effettive richieste, è proprio frutto della logica dei grandi numeri di cui sopra, imposta, come si diceva, dalla distribuzione.

Re: Distribuzione e monopolio dei grandi gruppi

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Sono abbastanza d'accordo con te, ed è un paradosso che il distributore incentivi questa pratica, che è sostanzialmente agli antipodi di quella che porta il libro ad essere distribuito nei punti vendita. Ma in sostanza la logica è questa: o sei distribuito da noi, o passi comunque attraverso noi. 

Comunque, il POD, in questa modalità, potrebbe non essere il peggiore dei mali possibili. Se un editore riesce a farsi un buon nome, e se si appoggia su un buon promotore, il libro potrebbe anche arrivare in libreria, nel numero di copie richieste dal libraio, e non ci sarebbe quasi alcuna differenza con una CE che stampa regolari tirature. Questo servizio offre una chance a piccoli editori volenterosi ma con poche risorse economiche. Nelle mani di altri editori, che magari firmano con Messaggerie solo per vantarsi di essere distribuiti da Messaggerie, è sicuramente un ulteriore danno agli autori. 

Re: Distribuzione e monopolio dei grandi gruppi

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Io ho acquistato in passato alcuni voumi editi col POD di Lampi di stampa. Se ne serve Iperborea per i volumi vecchi di 30 anni fa che non sono destinati ad essere ristampati. Non sono malaccio e all'editore costa pochissimo, può essere utile per le piccole CE.
Purtroppo però è un servizio offerto da Messaggerie, per cui ritorniamo al discorso di prima: se non sei dei loro, le tue possibilità sono assai limitate.
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Re: Distribuzione e monopolio dei grandi gruppi

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Riporto un estratto dell'articolo "Un caffè con... Maurizio Zicoschi", pubblicato sul sito www.mangialibri.com, che fa il punto della questione. 

Quali sono i problemi di tutti i giorni che un libraio indipendente ha con i grandi distributori e che i clienti della libreria non conoscono e non capiscono?

Anzitutto c’è da dire che in Italia riguardo la distribuzione si è creato un monopolio con l’aggravante di diversi conflitti di interessi. Faccio riferimento alla situazione di MessaggerieLibri, che è praticamente l’unico distributore nazionale italiano e che è di proprietà di EmmeEffe, una società di cui Messaggerie Italiane possiede il 70% e Feltrinelli il 30%. Messaggerie Italiane possiede 16 case editrici italiane tra le maggiori tramite il gruppo GEMS mentre Feltrinelli come editore non ha bisogno di presentazioni. È evidente che MessaggerieLibri si trovi a distribuire sia editori legati al suo gruppo che editori esterni ad esso, con un chiaro conflitto di interessi. Messaggerie Italiane è proprietario anche del franchising delle librerie Ubik, mentre le librerie laFeltrinelli anche qui non hanno bisogno di presentazioni. Quindi MessaggerieLibri si trova a distribuire anche sia ai suoi franchising e alle laFeltrinelli che alle librerie indipendenti con un altro evidente conflitto di interessi. Se aggiungiamo che Fastbook (il maggiore grossista italiano), Ibs (il più grande e-commerce italiano di libri), Opportunity (il maggior distributore di libri fuori catalogo), Emme Promozione (il più grande promotore di libri), Il libraccio (la più grande catena di librerie dell’usato italiana), Arianna (il servizio che determina le classifiche dei libri in Italia), Alice (il database di tutti i libri pubblicati in Italia) fanno tutti capo a Messaggerie Italiane, ci si può rendere conto delle dimensioni che assume la questione. La stessa Messaggerie gestisce oltre 600 editori, e si ritrova ad avere seri problemi di promozione perché un promotore entra in libreria con più di 600 cataloghi di editori diversi per cui finisce per presentare soltanto quattro o cinque editori, che di solito sono quelli più grandi e più conosciuti. La promozione quindi per le piccole case editrici e per le piccole librerie finisce per essere praticamente inesistente perché la casa editrice in questione non viene proprio citata al libraio e alla libreria viene reso un cattivo servizio nel senso che non viene messa a conoscenza di opere magari straordinarie che in questo modo non possono arrivare al lettore. Solo perché non si trovano edite da quei gruppi che il distributore deve “spingere”. Sulla distribuzione ci sono mille problemi nel senso che i costi di questi intermediari che sono tra gli editori e le librerie sono enormi perché prendono anche oltre il 40 per cento del costo di copertina del libro lasciando ovviamente briciole all’editore stesso e al libraio che lo vende. Così non si riesce ad andare avanti e questo è anche il motivo principale per cui le librerie indipendenti stanno morendo e il motivo per cui le piccole e medie case editrici sono in seria sofferenza.

Re: Distribuzione e monopolio dei grandi gruppi

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Riprendo questa discussione per chiedere una cosa: ho ricevuto una proposta di pubblicazione da un  piccolo editore, direi più micro, di cui c'è un thread anche in questo forum. È distribuito da DirectBook e nel contratto è specificato che la ce individuerà senza vincolo il numero di copie da stampare o eventualmente ristampare. È un modo per dire che distribuirà in print on demand secondo voi? In ogni caso non mi pare una gran cosa non specificare il numero di copie che si intendono stampare. 

Re: Distribuzione e monopolio dei grandi gruppi

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@Fabioloneilboia Credo che quella del print on demand sia la soluzione individuata da tanti editori, micro e anche piccoli, per abbattere i costi. Sui tre contratti di edizione da me stipulati fino a oggi, con tre diverse CE, non era indicato il numero delle copie, proprio perché si trattava di print on demand. La circostanza mi è tornata utile per annullare uno dei tre contratti - il primo in ordine di tempo - stipulato con un editore rivelatosi inaffidabile su tutta la linea; con gli altri due sono andato avanti nel rapporto ma, tempo un paio d'anni, hanno chiuso i battenti. Temo che a noialtri autori semi-sconosciuti, salvo eccezioni che confermano la regola, tocchi come unica via per la pubblicazione ricorrere alle CE di dimensione piccola e micro, con i risultati che ormai conosciamo bene. La via d'uscita che personalmente non sono in grado di percorrere causa età, è il self-publishing.
Mario Izzi
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[/De gustibus non est sputazzellam (Antonio de Curtis, in arte Totò)]
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