Re: Il vostro primo libro ossia la vostra prima pubblicazione

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Da Wikipedia:
"Il fulcro, in fisica, è l'elemento di appoggio della leva che ne permette il movimento."
quindi:
"Cristo (nella teoria di Daniel P. diciamo, ma di fatto è così :D :asd: ) è l'elemento su cui si appoggia la religione cattolica-cristiana (che... badate bene :asd: quest'ultima prende il nome proprio da G. Cristo :lol: :asd: ) che permette il movimento o ha provocato il pellegrinaggio in passato dei fedeli a questa religione. ... :D La "leva" che ne permette il movimento potrebbe essere la Chiesa in quanto istituzione; con le varie chiese (edifici :D ) appunto ecc. Quindi: Cristo (o il suo messaggio) è il fulcro che crea il movimento dei fedeli... o degli "infedeli" o chiamasi terroristi... ahinoi :( :(             

Ecco perché, secondo me, ci potrebbe stare anche "il fulcro" :P :D :)            

Spero di aver fatto un ragionamento sensato e corretto :asd: :hm: rispetto a quella frase riportata su Wikipedia.           
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Re: Il vostro primo libro ossia la vostra prima pubblicazione

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Questo mio primo libro non sta diventando un'ossessione, ma qualcosa di peggio direi, diciamo :( :hm: è un'opera che rimane sempre incompiuta, non essendo una storia, un racconto; ma una specie di raccolta... se ho pur cercato di dargli un ordine logico a tutto ciò che ho scritto; ma mi viene sempre da aggiungere qualcosa a distanza di... ben tre anni in cui ci sto lavorando :(              
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@Daniel P. Il fatto che tu sia portato ad approfondire ogni cosa, ogni minimo dettaglio, ogni singola parola, può essere considerato positivamente, ma se portato all'eccesso diventa il peggiore impedimento per uno scrittore o aspirante tale. Non mi sorprende che dopo tre anni di gestazione il tuo libro non veda ancora la luce e temo che, andando avanti così, non accadrà neanche dopo i prossimi tre. Il mio consiglio è di prendere il toro per le corna: scrivi di getto quello che ti senti di scrivere e, quando hai finito, leggi e rileggi, lima ciò che va limato, elimina le parti inutili. E, se proprio non puoi farne a meno, cercati un bravo editor che ti aiuti a sistemare il tutto. E, soprattutto, smetti di interrogarti su tutto, virgole comprese. E scusami per il consiglio non richiesto.
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Re: Il vostro primo libro ossia la vostra prima pubblicazione

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Cheguevara ha scritto: @Daniel P. Il fatto che tu sia portato ad approfondire ogni cosa, ogni minimo dettaglio, ogni singola parola, può essere considerato positivamente, ma se portato all'eccesso diventa il peggiore impedimento per uno scrittore o aspirante tale. Non mi sorprende che dopo tre anni di gestazione il tuo libro non veda ancora la luce e temo che, andando avanti così, non accadrà neanche dopo i prossimi tre. Il mio consiglio è di prendere il toro per le corna: scrivi di getto quello che ti senti di scrivere e, quando hai finito, leggi e rileggi, lima ciò che va limato, elimina le parti inutili. E, se proprio non puoi farne a meno, cercati un bravo editor che ti aiuti a sistemare il tutto. E, soprattutto, smetti di interrogarti su tutto, virgole comprese. E scusami per il consiglio non richiesto.
Figurati; grazie per il consiglio  (y)
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Daniel P. ha scritto: è un'opera che rimane sempre incompiuta, non essendo una storia, un racconto; ma una specie di raccolta... se ho pur cercato di dargli un ordine logico a tutto ciò che ho scritto; ma mi viene sempre da aggiungere qualcosa a distanza di... ben tre anni in cui ci sto lavorando
Si tratta solo di capire cosa vuoi farne. Io tengo da un paio d'anni una sorta di diario, a cui continuo ad aggiungere cose, ma che non ho intenzione di pubblicare. Ho invece un romanzo che ho finito da tre anni e che non ha trovato un editore (anche perché nel frattempo sono diventata molto più selettiva). L'ho rivisto decine e decine di volte, ma ogni volta cambio una parola, tolgo una ripetizione o una virgola, taglio una frase. Se domani un editore decente mi facesse una proposta, smetterei e mi accontenterei di com'è ora, ma se non accade continuerò a rivederlo (perché è una storia a cui non è mai stato messo un punto finale).
Dopo qualche anno un progetto dovrebbe trovare un proprio posto definitivo (in una CE, in self o in un cassetto) e lasciare spazio ad altri, magari migliori. Se non accade è meglio forzare la cosa, o rischia di bloccarti.
Ci capita di non avere davvero la consapevolezza di quanto potere abbiamo, di quanto possiamo essere forti (A. Navalny)
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Re: Il vostro primo libro ossia la vostra prima pubblicazione

82
Cavolo, ma voi che scrivete romanzi come cavolo fate??  O_o O_o io ci sto mettendo tutto sto tempo per... soltanto diciamo, 180 pagine... (o meno, tolte le immagini :hm: ) cioè se dovessero essere 250, 300 pagine...  O_o
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Daniel P. ha scritto: Cavolo, ma voi che scrivete romanzi come cavolo fate??  O_o O_o io ci sto mettendo tutto sto tempo per... soltanto diciamo, 180 pagine... (o meno, tolte le immagini :hm: ) cioè se dovessero essere 250, 300 pagine...  O_o
Per scrivere... basta scrivere.
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Cheguevara ha scritto: Per scrivere... basta scrivere.
Beh, sì, quando trovi le parole giuste per esprimere il tuo concetto... :asd: :D       
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Cheguevara ha scritto: @Daniel P. E, se proprio non puoi farne a meno, cercati un bravo editor che ti aiuti a sistemare il tutto.
Ma l'editor te lo modifica finché non ne sei soddisfatto? Cioè, ho paura che non riuscirebbe mai a farlo come piace a me; anche perché prima che io rimanga soddisfatto... :D :hm: insomma, ho paura che poi vada troppo lontano da quello che è il mio stile diciamo... :hm:            
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Daniel P. ha scritto: Ma l'editor te lo modifica finché non ne sei soddisfatto? Cioè, ho paura che non riuscirebbe mai a farlo come piace a me; anche perché prima che io rimanga soddisfatto... :D :hm: insomma, ho paura che poi vada troppo lontano da quello che è il mio stile diciamo... :hm:            
Temo, allora, che il tuo sia un problema non risolvibile. Saluti.
Mario Izzi
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Re: Il vostro primo libro ossia la vostra prima pubblicazione

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Daniel P. ha scritto: Cavolo, ma voi che scrivete romanzi come cavolo fate??  O_o O_o io ci sto mettendo tutto sto tempo per... soltanto diciamo, 180 pagine... (o meno, tolte le immagini :hm: ) cioè se dovessero essere 250, 300 pagine...  O_o
Per quanto mi riguarda posso dire che se per scrivere una storia di 100 pagine ci metti X, per scriverne una di 200 pagine ci vuole parecchio più che 2X.
Quando bisogna dare una quadra a un testo lungo sorgono tante problematiche e, pure se può sembrare assurdo, è difficile ricordare molte cose. Non facendo lo scrittore di mestiere, inoltre, i tempi si dilatano a dismisura e con essi le difficoltà a chiudere il cerchio.
Aspetto per nulla secondario è il modo in cui si scrive, trame lineari, dal punto di vista temporale, sono molto più semplici da portare avanti, rispetto a quelle con più linee di tempo.
Ora che ho già scritto diverse cose mi rendo conto dell’enorme fatica che ho fatto, soprattutto mentale, a terminare il mio primo romanzo (circa 500 pagine, più linee temporali, più punti di vista, più tipologie di scrittura) rispetto ad altre cose scritte dopo. L’unico modo per riuscire a concludere un’opera complessa e lunga è organizzarsi, appunti, scalette, schede dei personaggi, tutto aiuta. Ci ho messo 13 mesi, spinto dalla voglia di scrivere narrativa per la prima volta, e oggi mi sembrano pochissimi.
Trovo, invece, piuttosto semplice scrivere una storia lineare tra le 100 e 200 pagine. Avessi tempo a sufficienza potrei scriverne anche tre o quattro in un anno.

Re: Il vostro primo libro ossia la vostra prima pubblicazione

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Daniel P. ha scritto: Cavolo, ma voi che scrivete romanzi come cavolo fate??  O_o O_o io ci sto mettendo tutto sto tempo per... soltanto diciamo, 180 pagine... (o meno, tolte le immagini :hm: ) cioè se dovessero essere 250, 300 pagine...  O_o
La lunghezza è ininfluente. Se hai le idee chiare, basta poco più di un mese per scrivere un romanzo di 200 pagine. E la parte più lunga è fare ricerche, risolvere i dubbi sulla trama e rivedere e correggere il tutto poi. A scrivere ci vuole pochissimo, mi è capitato di scrivere anche 30 pagine in un giorno (ma avevo già la storia chiara in testa).
Daniel P. ha scritto: Ma l'editor te lo modifica finché non ne sei soddisfatto?
L'editor non modifica niente in modo unilaterale, dà solo dei suggerimenti e delle correzioni, che puoi accettare o no. Prima di pensare a un editing, comunque, è meglio capire se il libro è finito e ne sei soddisfatto (al di là della forma). 
Fabioloneilboia ha scritto: Ora che ho già scritto diverse cose mi rendo conto dell’enorme fatica che ho fatto, soprattutto mentale, a terminare il mio primo romanzo (circa 500 pagine, più linee temporali, più punti di vista, più tipologie di scrittura) rispetto ad altre cose scritte dopo. L’unico modo per riuscire a concludere un’opera complessa e lunga è organizzarsi, appunti, scalette, schede dei personaggi, tutto aiuta.
Io ho iniziato con una saga di quattro romanzi, di 450-500 pagine l'uno. Un sacco di personaggi, sottotrame, punti di vista, ambientazioni (era un fantasy), ecc. Ho impiegato meno di un anno, ma nei sei mesi precedenti avevo scritto un prequel, che mi ha costretta a definire bene ogni dettaglio. Quando sono partita con la storia principale, gran parte del lavoro era già fatto. Ho ancora tutte le schede personaggi, un paio di tabelloni con le linee temporali e post-it vari attaccati al muro sopra la scrivania.

Ad ogni modo, il tempo impiegato è relativo: si può scrivere una schifezza (che magari vende pure) anche in un mese, o impiegare dieci anni e creare un capolavoro. Ma se uno è bravo può anche scrivere un capolavoro in pochi mesi e un altro una schifezza in dieci anni. Non è il tempo, è il talento, ciò che si è imparato e la cura che si mette in un romanzo a fare la differenza.
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Silverwillow ha scritto: Ad ogni modo, il tempo impiegato è relativo: si può scrivere una schifezza (che magari vende pure) anche in un mese, o impiegare dieci anni e creare un capolavoro. Ma se uno è bravo può anche scrivere un capolavoro in pochi mesi e un altro una schifezza in dieci anni. Non è il tempo, è il talento, ciò che si è imparato e la cura che si mette in un romanzo a fare la differenza.
Parole sante, soprattutto l'ultimo periodo. Il talento non basta per raggiungere il successo, che è subordinato a variabili alla portata di pochi fortunati, e poi va accoppiato alla basilare capacità di usare la lingua in modo corretto, ma è condizione necessaria, anzi, indispensabile per riuscire a scrivere non-porcate in modo disinvolto e in tempi, volendo, brevi. Il resto è fuffa.
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Fabioloneilboia ha scritto: Aggiungo che, oltre ad avere talento nella scrittura, bisogna avere al capacità e il buon senso di scrivere qualcosa che possa piacere ai lettori. Altrimenti si può stare anche anni per la stesura di un testo, ma non vorrà leggerlo nessuno.
Giusta l'aggiunta, ma trattasi sempre di condizione necessaria e non sufficiente. Per piacere ai lettori bisogna raggiungerli, il problema è tutto lì.
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Re: Il vostro primo libro ossia la vostra prima pubblicazione

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Fabioloneilboia ha scritto: Aggiungo che, oltre ad avere talento nella scrittura, bisogna avere al capacità e il buon senso di scrivere qualcosa che possa piacere ai lettori. Altrimenti si può stare anche anni per la stesura di un testo, ma non vorrà leggerlo nessuno.
Su questo sono d'accordo solo in parte. Chi ha sempre letto molto ha una propensione naturale a scrivere in un modo da coinvolgere il lettore (perché ha interiorizzato ciò che l'ha coinvolto di più mentre leggeva), ma credo che nessun autore dovrebbe basarsi su ciò che piace agli altri. Non si può scrivere una storia se non la si sente sul serio. O meglio, si può, ma risulterà superficiale e artefatta. Alcuni lettori nemmeno se ne accorgeranno e l'apprezzeranno lo stesso, perché magari ricalca stereotipi già noti e apprezzati. Ma non sono di sicuro i lettori che ho in mente io mentre scrivo.
Sono davvero molto pochi gli scrittori che diventeranno famosi. Volendolo fare solo per passione, come credo molti qui, non vedo motivo di scendere a compromessi e scrivere ciò che vende di più o è di moda. Se un libro è bello e interessante, troverà almeno una piccola nicchia di lettori che l'apprezzeranno. Chiedere di più è un desiderio legittimo, ma non dovrebbe essere lo scopo primario, altrimenti si sconfina dal voler condividere una storia e una visione all'aver bisogno di un riconoscimento concreto, spesso effimero. La cosa più essenziale è capire perché si vuole scrivere o condividere qualcosa. Se non si chiarisce questo, nessun riconoscimento sarà mai abbastanza.
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@Silverwillow sono d’accordo con te, alla fine dipende da ciò che si desidera e dal perché si scrive. Personalmente ho l’ambizione di avere quanti più lettori è possibile, più di ogni altra cosa, e quindi scrivo pensando a questo, sperando di avere tante persone che mi ascoltino. Non scendo a compromessi con me stesso, perché è proprio la mia volontà che mi porta a scrivere in un certo modo. Ma è giusto che ognuno segua la propria strada, si può essere ben felici scrivendo solo per se stessi e va benissimo anche così, basta avere le idee chiare.

Re: Il vostro primo libro ossia la vostra prima pubblicazione

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Per quanto mi riguarda io ho scritto prima per me stesso, perché sentivo il bisogno, di scrivere; tutto il resto è secondario, o per meglio dire, io il resto diciamo che lo valuto a libro finito o insomma quando la bozza è pressocché definitiva :D            
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Re: Il vostro primo libro ossia la vostra prima pubblicazione

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Io direi ovvio, che spero di fare tante vendite... per ripagarmi non solo della fatica (soprattutto mentale ovviamente :D ) ma anche di ciò che ho passato, avendolo scritto, questo libro, in un brutto momento della mia vita; perché se devo essere sincero è andata così: sentivo il bisogno di scrivere, ho buttato giù le parole così come mi venivano... in un secondo momento ho riordinato il tutto e mi è venuta quindi l'idea di crearne un libro.
Io sono prima di tutto soddisfatto di me stesso, del mio "prodotto"; io credo che valga, al di là di qualsiasi critica diciamo, al di là di qualunque sia il pensiero altrui. Non so se nelle mie parole riesco a coinvolgere il lettore, se riuscirò a fare breccia su di lui/lei :D ma forse sì, perché a mio modesto avviso, sono parole che ti inducono a pensare, a riflettere... anche se... d'accordo, io non mi metto alla pari di Umberto Galimberti :D (che è quello che sto rileggendo in questi giorni). Poi io credo che comunque (come in qualsiasi libro) anche nel mio ci sono dei punti forti e dei punti deboli... ad esempio ho paura, in alcuni punti, di essere stato un po' "pesante"... :( ma d'altronde la ricerca della perfezione è una ricerca infinita :asd: :P                  
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Cheguevara ha scritto: Infinita, e destinata al fallimento. Perché è giusto cercarla, ma non esiste.
Magari la "perfezione" è soggettiva... ma è proprio quando manca quel 0,00000...1 per cento... che ti fa inca**are :asd: :hm: :(            
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Ma una seduta psicanalitica potrebbe servirmi per prendere una decisione al riguardo? :asd: :asd: :hm: ... :hm: :D :hm:               
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Ma è una cosa "saggia", diciamo così :D , mettere come nome autore lo pseudonimo che ho già scelto... e sotto, tra parentesi, il mio nome vero?
È che sinceramente è una cosa che non ho visto mai in nessun libro... :asd: :hm:                
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