Re: Editoria a pagamento e Premi letterari

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Silverwillow ha scritto: Io sinceramente non ci ho fatto caso, ma per quanto riguarda lo Strega non credo che serva un libro di qualità per candidarlo (be', magari che non abbia almeno errori grossolani di grammatica).
È proprio questo l'aspetto più grave della questione: che non sempre conta la qualità del testo ma contano le conoscenze dell'autore o della CE. È avvilente. E ancora più avvilente è il fatto che lo consideriamo normale e nessuno si indigna più.

Re: Editoria a pagamento e Premi letterari

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@Mafra 

Più che "non sempre" io direi "molto raramente". Però una cosa sono le conoscenze dell'autore, un'altra cosa sono quelle della CE. Il fatto che una buona CE abbia una buona rete di contatti è normale, perché su questo si fonda il suo mestiere. Una buona CE avrà molta più influenza e potere mediatico di una CE poco qualificata, avrà rapporti con le redazioni dei principali quotidiani, e così via. Ciò che invece non è normale è che una buona CE selezioni un autore non in base alla bontà dell'opera, ma in base alla rete di contatti di quest'ultimo, e alla "vendibilità" del suo nome, prima che della sua opera. 

Re: Editoria a pagamento e Premi letterari

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Wanderer ha scritto: (Laruffa, Viola, Tralerighe, dei Merangoli), e che non posso escludere siano EAP o DB.
Non so le altre, ma Viola è una CE toscana (fiorentina, se non erro) e ricordo che sul WD era tra le DB.
Sono comunque d'accordo con @Wanderer sul fatto che, purtroppo, la maggior parte delle candidature siano "ammanicamenti" più che meriti reali.
Conosco (anche se superficialmente) uno degli autori candidati e sapeva che sarebbe rientrato in una delle dozzine già due mesi prima che si parlasse di candidature.
Direi che questo è già abbastanza evidente, senza contare che lo stesso autore non ha mai fatto mistero di puntare molto sulle conoscenze, anzi, ha più volte dichiarato che uno dei modi migliori per giungere alle CE più blasonate (e con questo non intendeva necessariamente Big) è il frequentare ambienti adatti e stringere mani altrettanto adatte.

Re: Editoria a pagamento e Premi letterari

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Mafra ha scritto: È proprio questo l'aspetto più grave della questione: che non sempre conta la qualità del testo ma contano le conoscenze dell'autore o della CE. È avvilente. E ancora più avvilente è il fatto che lo consideriamo normale e nessuno si indigna più.
Vero, è avvilente. Ma non è che non ci si indigna, anzi, è che non c'è modo di cambiare le cose (almeno io non riesco a trovarlo). È un po' il sistema che vige in ogni impresa commerciale, di cercare di favorire gli amici, in modo che prima o poi ricambino.
Sapere come funziona il sistema però è già qualcosa, ed evita di farsi il sangue cattivo perché libri non eccelsi vengono favoriti mentre altri buoni invece faticano a farsi conoscere e vengono scoperti solo per caso. 
Io per principio diffido dei bestseller di cui tutti parlano, perché secondo me hanno un effetto condizionante: "il tal giornale, o il tal critico, o i lettori lo esaltano, quindi dovrebbe piacere anche a me, altrimenti i miei gusti sono sbagliati". Questo, secondo me, è il pensiero inconscio che generano.
Ma siccome io me ne frego di avere gusti diversi, li leggo solo se parlano di un argomento che mi interessa davvero, anche anni dopo l'uscita.
Ad ogni modo, dovendo avere a che fare con la logica dell'editoria e con tutti i compromessi che comporta, mi pare il minimo evitare almeno di pagare.
Ci capita di non avere davvero la consapevolezza di quanto potere abbiamo, di quanto possiamo essere forti (A. Navalny)
Qualunque sia il tuo nome (HarperCollins)
La salvatrice di libri orfani (Alcheringa)
Il lato sbagliato del cielo (Arkadia)
Il tredicesimo segno (Words)

Re: Editoria a pagamento e Premi letterari

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Silverwillow ha scritto: Vero, è avvilente. Ma non è che non ci si indigna, anzi, è che non c'è modo di cambiare le cose (almeno io non riesco a trovarlo).
Forse dovrebbe risorgere la critica letteraria, quella vera, che è completamente scomparsa. Raramente mi capita di imbattermi in qualche voce fuori dal coro, per fortuna qualcuno c’è che dice le cose come stanno, ma non basta. Si dovrebbe rivoluzionare l’intero sistema, e, lo sappiamo, per far questo ci vogliono coraggio, buoni principi, integrità, tutti valori tramontati in ogni ambito, oggi, non soltanto in quello letterario.
Silverwillow ha scritto: Sapere come funziona il sistema però è già qualcosa, ed evita di farsi il sangue cattivo perché libri non eccelsi vengono favoriti mentre altri buoni invece faticano a farsi conoscere e vengono scoperti solo per caso. 
Il sangue cattivo non me lo faccio, ma non posso fare a meno di vedere che le cose peggiorano sempre di più e assistere impotenti a questa deriva, per chi ama la scrittura, è davvero triste. Si offendono la bellezza, il buon gusto, l’arte, perfino la grammatica nei casi peggiori. 
Silverwillow ha scritto: Ma siccome io me ne frego di avere gusti diversi, li leggo solo se parlano di un argomento che mi interessa davvero, anche anni dopo l'uscita.
Ad ogni modo, dovendo avere a che fare con la logica dell'editoria e con tutti i compromessi che comporta, mi pare il minimo evitare almeno di pagare.
Pienamente d’accordo 👍
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