Re: Boom dei libri nel 2021?

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@Cheguevara

Il settore fumetti e manga si è espanso tantissimo. Non so che esperienza abbia avuto, ma, se si considera che è un target che può essere anche molto diverso, banalmente per età e background culturale, la qualità è buona, premettendo che si trova di tutto. 

Un appassionato di fumetti segue le edizioni, conosce gli autori, ne riconosce il tratto e ne apprezza le storie e la varietà è davvero ampia.

Inoltre, diversamente da altre esperienze che ho visto di libri diventati best seller a seguito della spinta del web, e non mi riferisco a libri di, ma a storie nate sul web, di solito come fanficition, e poi trasformate in libri, i fumetti che hanno forte commercializzazione e grandi tirature sono comunque di buona qualità e sono fatti da autori, con dietro un lavoro attento dell'editore, anche se sono abbastanza commerciali, senza contare che ci sono tantissime nicchie, ciascuna con le sue peculiarità ed il suo pubblico. 

Un'altra forte differenza è anche nella filiera: non esistono fumetti pubblicati a pagamento, e quelli che vengono pubblicati seguendo l'onda di qualche influencer, se non sono buoni, proprio perché legati ad una figura pubblica, tendono a restare confinati e difficilmente arrivano ad inquinare il mercato. 

In alternativa, ci sono delle iniziative di crowfunding, ma in quel caso tutto resta ristretto all'ambiente.

È un tipo di pubblico diverso, variegato ed eterogeneo, che si sovrappone solo in parte a quello dei lettori e ha una cultura tutta sua, per certi aspetti, nonostante sia diventata più mainstream nel tempo. 

Insomma, il mondo dei fumetti è grandissimo e segue logiche molto più internazionali rispetto all'editoria. Sconsiglio di derubricare le persone che leggono come di scarso gusto. 

Anzi, all'opposto, le peggiori esperienze in fatto di gusti dei lettori in senso lato sul web le ho viste in chi consuma prodotti affini all'editoria tradizionale, piuttosto che al mondo dei fumetti. Mi viene in mente un sito in particolare, reo anche di aver poi commercializzato gli scritti su suddetto sito e averli fatti diventare libri (indirettamente o direttamente, purtroppo), diventati, ovviamente, best seller. Certo, il target è molto specifico e molto giovane, ma questo non toglie il problema.

Re: Boom dei libri nel 2021?

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Da autore di fumetti, tendo a essere d'accordo con @Aurora Mancinelli su molte cose, anche se non su tutte.
Concordo nel ritenere che in questo mondo la qualità sia elevata, perché editori e lettori sono esigenti.
Mi è capitato di metterci 3 anni prima di iniziare a lavorare su una storia, perché l'editor aveva scelto di apportare più volte delle modifiche, per essere certo che la storia incontrasse il gusto dei lettori di riferimento e la trama non avesse falle. La stessa qualità la si riscontra anche nel "confezionamento" del libro, ormai sempre più tendente al cartonato e alla brossura di ottima fattura.
Ed è verissimo che in quest'ambito non esiste l'editoria a pagamento, ma non si può dire che gli editori siano totalmente scevri da pecche. Dal punto di vista della promozione, alcuni non dedicano lo stesso impegno a tutti gli autori, però, lì dove il "prodotto" lo consente, sono i primi a cercare di trattare con gli editori stranieri per la vendita dei diritti all'estero, negoziando anche per anni. Posso infatti dire, con enorme soddisfazione, che un mio fumetto del 2017 è giunto quest'anno, dopo diverse trattative, in Francia (il sogno di ogni autore italiano di fumetti) e un altro dopo soli 6 mesi dall'uscita. Segno che gli editori ci hanno creduto totalmente.
Ma è anche vero, a mio parere e secondo i miei gusti, che l'editoria per immagini è inevitabilmente più influenzata dal web e dai fenomeni mediatici e in questi casi, quando la qualità di contenuti e disegni è minore (perché in alcuni casi lo è palesemente), viene compensata almeno da quella della stampa (come detto prima).
Ciononostante non credo che nel mondo della narrativa scritta la qualità sia del tutto scomparsa. Credo, però, che abbia risentito parecchio dell'avvento dell'editoria a pagamento, in primis, e di quello del self successivamente. Non per demonizzare quest'ultimo, ma essendo lasciato alla "coscienza dello scrittore", senza alcun controllo qualitativo da parte di un editore (non tutti gli autori in self sono così scrupolosi da avvalersi di editor o agenzie di servizi che curino impaginazione e grafica), non sempre il prodotto che arriva ai canali distributivi e nelle mani dei lettori è a "regola d'arte". Per questo motivo, molti editori hanno creato, purtroppo, sottoetichette verso cui dirottare gli esordienti che non hanno alcun tipo di "aggancio" (che sia un agente o conoscenze dirette) per accedere a livelli più privilegiati, in cui la qualità viene mantenuta. Poi un discorso a parte meriterebbe quel settore dell'editoria Big legata a gossip, politica, personaggi mediatici. Ed è per questo che il lettore forte e abituale per soddisfare le sue esigenze si rivolge sempre più all'editoria media e piccola di qualità (da non confondere con la micro), che tende a una maggiore selezione e a investimenti più oculati.
Mie opinioni personali, ovviamente.  :)

Re: Boom dei libri nel 2021?

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Aurora Mancinelli ha scritto: se, entrando in una libreria, bisogna andare a cercare minuziosamente negli anfratti i libri migliori,
Non capisco perché i libri migliori dovrebbero essere nascosti negli anfratti, hai conosciuto forse dei librai sadici in vita tua?
Aurora Mancinelli ha scritto: Per esempio, i classici, a meno che non abbiano una sezione apposita, sono scomparsi, gli storici sono sempre meno e meno variegati, i gialli, anche se non seguo il genere, non li ho visti, mentre è esploso il settore dei libri romance, è comparso quello dei fumetti, che non ho mai visto da piccola, e si sono moltiplicati i libri scritti da, pensati per vendere. 
Francamente credo che tu abbia esperienze di librerie molto particolari...
Basterebbe pensare ai gialli, che sono uno dei generi più venduti e che tu non hai mai visto: è un'affermazione inconcepibile a mio modo di vedere. E lo stesso si può dire dei classici, che continuano a essere consigliati a scuola: quale libraio vorrebbe farsi trovare sprovvisto de "Il ritratto di Dorian Gray" di Wilde o del "Piacere" di D'annunzio, tanto per fare due nomi?
Aurora Mancinelli ha scritto: manca un'assicurazione in questo senso che si stia comprando un prodotto di qualità e avere dei buoni prodotti nascosti negli anfratti delle librerie mentre sono esposti in vetrina solo la mediocrità,
Va be', si vede che questa cosa degli anfratti è proprio una tua convinzione...
In vetrina ci stanno le ultime uscite, in genere, che possono essere libri splendidi o anche bruttissimi. Non si capisce perché il libraio dovrebbe godere nel proporre schifezze ai clienti; il libraio è un commerciante e si comporta di conseguenza: se la sua clientela è molto orientata verso il giallo, per esempio, darà particolare risalto all'uscita di un nuovo romanzo di Carrisi, se ha un pubblico femminile che ama leggere il romance metterà in primo piano il nuovo romanzo della Steel e via di seguito...
Aurora Mancinelli ha scritto: Purtroppo, i lettori non sono tutti i famosi "lettori forti", che conoscono il mercato, seguono gli autori, si informano sui generi e le case editrici. La maggior parte delle persone va in libreria per rilassarsi e trovare qualcosa di bello da leggere
E allora quelli di solito chiedono consigli al libraio, che non cerca di appioppare "fregature", ma cerca di farsi un cliente, perché sa benissimo che un consiglio azzeccato farà sì che quel clienti ritorni e si presenti con la solita frase: "L'altra volta lei mi ha consigliato quel thriller bellissimo di Deever, cosa mi consiglia oggi sempre di quel genere?". Con l'esperienza dei miei trent'anni trascorsi in libreria posso garantirti che ogni addetto ha sempre una sua clientela "personale": persone che entrano e si rivolgono direttamente a lui, capaci di uscire a mani vuote se quel giorno il loro "consigliere preferito" è in ferie o in malattia.
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Re: Boom dei libri nel 2021?

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@Marcello

Quello che ho scritto è frutto della mia esperienza.
Delle quattro librerie che ho nominato, una ha levato la sezione classici, un'altra non so se l'abbia mai avuta, e le altre due li hanno nelle loro sezioni dedicate, ma sono anche più grandi rispetto alle altre.
In secondo luogo, parlando strettamente di marketing, si mettono i prodotti che si vogliono vendere nei posti più comodi per i lettori da raggiungere e si può ben vedere che, in quella fascia, i libri sono di un certo genere e di un certo target, oltre al banale fatto che, all'interno delle librerie, ho sempre di più visto anche la vendita di gadget, e l'ho vista aumentare esponenzialmente rispetto a quando ero molto più piccola.
Inoltre, sottolineo che, delle quattro che ho nominato, sono tutte e quattro librerie di catena, di cui non ho fatto i nomi, e al loro interno ho visto cambiare "librai", anzi, dipendenti, tant'è vero che vi è stato per un certo periodo anche il cartello "cercasi personale" fuori da uno di quelli.
L'unico che mi abbia dato vagamente un consiglio in merito è stato nella quarta libreria, durante il periodo di villeggiatura, e, tornando l'anno successivo, già non c'era più.
Delle librerie, le prime due che ho nominato sono relativamente in zona, e forse avranno selezionato per la clientela che viene abitualmente, (togliendo la sezione classici, per l'appunto, e diminuendo fortemente gialli e storici), le altre sono librerie più grandi: la terza è in un centro commerciale, così come la quarta, che resta specificatamente aperta la sera tarda, proprio perché si trova in un luogo di villeggiatura, ed è, considerando i tre piani, la più fornita di tutte, quindi non so quanto possano selezionare e verosimilmente, tendono a seguire il mercato, tant'è vero che sono le uniche in cui ho visto anche i manga. Rispetto a quest'ultima e alla questione classici e libri nascosti, la penso in questo modo perché ho trovato una bella edizione de "Le mille e una notte" in due volumi, al piano seminterrato di quest'ultima anziché nella sezione classici, in mezzo a libri di narrativa, per ragazzi, cucina e attualità, discretamente alla rinfusa, tutti rigorosamente in sconto e non differenziati.
L'unica libreria di proprietà che c'era nella mia zona, di cui ne sono sicura, si è riconvertita vendendo anche dischi, film e altro, quindi perdendo la sua identità di libreria.

Re: Boom dei libri nel 2021?

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@Aurora Mancinelli, credo che @Marcello da buon libraio abbia esposto benissimo i dubbi che mi sono sorti leggendo la tua risposta. Ossia in quali librerie ti sei recata? Da quello che ho capito, si tratta di librerie di un piccolo centro, scarsamente rifornite e più simili agli angoli dedicati al libro di un autogrill. Non metto in dubbio la tua esperienza, ci mancherebbe, ma secondo me fai l'errore di generalizzarla, pensando che qualsiasi libreria italiana corrisponda alla tua personale esperienza. Io abito in una città di media grandezza, le librerie che appartengono ai grandi marchi come Feltrinelli, Mondadori, Giunti, ecc. saranno almeno una decina. In queste troverai in bella vista le novità editoriali, a cui di solito sono dedicati almeno un paio di banconi e poi altri reparti in cui i libri sono suddivisi per genere, tra cui uno ovviamente dedicato ai classici. Sulle pareti i libri sono poi collocati in ordine alfabetico per autore.
Oltre a queste nella mia città ci sono diverse librerie indipendenti dove i bestseller e i libri più commerciali hanno uno spazio ridotto se non nullo. Nelle grandi città come Milano o Roma la scelta è ovviamente ancora maggiore. 
 Io, quando acquisto libri, di solito o vado in libreria con i titoli che voglio comprare (di cui sono venuta a conoscenza tramite recensioni sia cartacee, spesso dalle pagine degli inserti culturali di quotidiani o riviste, che online) oppure mi faccio un giro tra i banconi e gli scaffali. Per scegliere un libro ho l'opportunità di sfogliarlo, leggerne qualche pagina, oltre che guardare la copertina e la quarta o i risvolti. Qualche volta ho anche comprato libri che non mi sono piaciuti, è vero, ma non per questo ho certo smesso di leggere.
Probabilmente per te il fumetto soddisfa le tue aspettative e hai tutte le ragioni ad acquistarli e leggerli. Non ho dubbi che ci siano testi di ottima qualità (da giovane avevo un fidanzato appassionato di fumetti che mi ha fatto leggere vere e proprie opere d'arte) ma da lì a dire che in libreria per quanto riguarda la narrativa ci sono principalmente schifezze ce ne corre. 
ElleryQ ha scritto: Poi un discorso a parte meriterebbe quel settore dell'editoria Big legata a gossip, politica, personaggi mediatici. Ed è per questo che il lettore forte e abituale per soddisfare le sue esigenze si rivolge sempre più all'editoria media e piccola di qualità (da non confondere con la micro), che tende a una maggiore selezione e a investimenti più oculati.
Su questo sono d'accordo solo in parte. Abitualmente acquisto libri di ottima qualità di case editrici medie e piccole come Nottetempo, NN, Nutrimenti, La Nuova Frontiera o Sur, tanto per fare i primi nomi che mi vengono in mente ma anche delle big. Sfido chiunque ad affermare che una casa editrice grande e onnipresente negli scaffali di qualsiasi libreria come Adelphi non stampi libri di qualità. 
Poi per carità il discorso è complesso, sono consapevole che nelle big la qualità sia in declino. Basta prendere un libro dal catalogo Feltrinelli o Einaudi (case editrici che hanno fatto storia e che hanno scoperto e pubblicato grandi autori del Novecento) per accorgersi di diversi refusi o grossolani errori di traduzione, segno che la cura che c'è dietro al prodotto non è la stessa di una volta. Però insomma non è che Mondadori pubblichi solo i libri degli influencer o di personaggi famosi. Quella è una parte del loro catalogo ed è dedicata ad un certo tipo di lettore.

Re: Boom dei libri nel 2021?

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Aurora Mancinelli ha scritto: sono tutte e quattro librerie di catena,
Le librerie di catena hanno precisi obblighi commerciali nei confronti del franchisor: non possono rifiutare di esporre i prodotti che ricevono e, quasi sempre, non possono sindacare sulle quantità inviate. 
Parlando del "buon libraio" mi riferivo ovviamente a librerie indipendenti, che non sono costrette a soggiacere ad alcuna imposizione. Ciò nonostante anche nelle librerie di catena puoi avere la fortuna di incontrare veri librai: se vai alla "Mondadori" in piazza Tre Martiri a Rimini trovi due librai veri, miei colleghi per otto anni, che hanno più di venticinque anni di esperienza e sono in grado di consigliarti con grande competenza e professionalità. Allo stesso modo, se vai alla "Mondadori" di Morciano di Romagna trovi Marta e Stefano che hanno imparato il mestiere da me quando erano ancora ragazzi e ora sono due librai con i fiocchi, entusiasti e competenti. 
Ma certo questo non è normale nelle librerie di catena, dove il personale è spesso avventizio, come giustamente sottolineavi. 
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Re: Boom dei libri nel 2021?

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ivalibri ha scritto: Poi per carità il discorso è complesso, sono consapevole che nelle big la qualità sia in declino. Basta prendere un libro dal catalogo Feltrinelli o Einaudi (case editrici che hanno fatto storia e che hanno scoperto e pubblicato grandi autori del Novecento) per accorgersi di diversi refusi o grossolani errori di traduzione, segno che la cura che c'è dietro al prodotto non è la stessa di una volta. Però insomma non è che Mondadori pubblichi solo i libri degli influencer o di personaggi famosi. Quella è una parte del loro catalogo ed è dedicata ad un certo tipo di lettore.
Ma certo! È per questo che ho parlato di "un settore" dell'editoria Big e non tutta la grossa editoria in generale. I marchi medi e piccoli stanno sempre più crescendo in qualità, proprio perché investono con maggiore consapevolezza in rapporto a minori risorse e ciò è in fin dei conti un bene. 
Perciò ho specificato che quello delle Big è un discorso a parte; d'altra parte, queste hanno spesso a catalogo libri di personaggi mediatici essenzialmente per "fare cassa" e ricoprire segmenti di target che diversamente non raggiungerebbero (benché essenzialmente occasionali), in genere finalizzati a finanziare la produzione di autori (talvolta anche esordienti) che diversamente non riuscirebbero a pubblicare.

Re: Boom dei libri nel 2021?

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A proposito del rapporto coi fumetti - che sicuramente rivestono un ruolo importante nella moderna formazione della cultura - penso però che la loro lettura non debba sostituire, ma affiancare quella dei libri tradizionali: nell'infanzia e adolescenza, ma anche nell'età adulta, la lettura di un libro in cui sono presenti solo parole è di stimolo alla fantasia, costringendo a immaginare, costruire il mondo indicato dall'autore. Nel fumetto quel mondo ce l'hai davanti già confezionato e non c'è bisogno di far funzionare altro che la vista. 
Mario Izzi
2025 - Sopravvissuti
(in)giustizia & dintorni
Dea
[/De gustibus non est sputazzellam (Antonio de Curtis, in arte Totò)]

Re: Boom dei libri nel 2021?

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Secondo me in questa discussione c'è un errore di fondo. 
Palese è la differenza tra quello che viene pubblicato a fumetti e quello che vediamo in libreria. Mi spiego meglio: nel mercato dei fumetti la voce del padrone la fanno i manga, seguiti dagli americani e in piccolo da italiani e francesi. Questo significa che la maggior parte delle CE dedite a questo settore si limita a chiedere i diritti di pubblicazione per il nostro mercato, non deve lavorarci sopra, perché già il super esteso e super concorrenziale mercato nipponico serve a scremare i titoli minori e lo stesso vale per quello degli Stati Uniti e per la Francia. Solo chi pubblica un prodotto italiano deve lavorarci sopra e difatti le uscite sono poche e a parte i classici long seller, la qualità ne risente.
Nell'editoria più in generale invece la fetta di autori italiani è molto più ampia perché il lettore medio è più incline a leggere storie legate al suo paese o comunque ambientate in Italia, ovviamente escludendo i titoli esteri più noti principalmente del mercato anglosassone, perciò il lavoro parte dalle fondamenta e richiede molto dispendio per ottenere una qualità accettabile, cosa che implica una professionalità elevata da parte dell'editore e dei suoi collaboratori. Quest'ultima nel grande si disperde, nel piccolo alle volte è assente, per cui nella microeditoria conta molto la fidelizzazione del cliente proprio attraverso la capacità di pubblicare solo "buoni libri".

Comunque in passato mi è capitato di leggere ciofeche inguardabili anche tra i fumetti, senza differenze tra manga, comics o bande dessineé. Tanto per dire.

Re: Boom dei libri nel 2021?

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Cheguevara ha scritto: Nel fumetto quel mondo ce l'hai davanti già confezionato e non c'è bisogno di far funzionare altro che la vista. 
In realtà non è affatto così. Il fumetto costringe il lettore a utilizzare entrambi gli emisferi: il logico e quello che agisce per metafore, poiché unisce scrittura e immagine, ma lo fa in maniera complementare, non con sovrapposizioni. L'immagine non deve mai mostrare quello che già spiega la parola e viceversa, devono coesistere in maniera persino autonoma.
Il fumetto non è solo visivo, è anche linguaggio iconico è narrazione per metafore, anche dal punto di vista testuale e non solo visuale. Ha dei suoi codici, tanto fatti di parole quanto di immagini. 
Ha regole apparentemente non visibili e costringe il lettore ad adeguarsi, facendo funzionare la mente. Ha una scansione di tempi e ritmi esattamente come la narrativa, ma lo fa anche sfruttando l'attiguità delle due pagine e la necessità di voltarle, la dimensione delle vignette, la quantità di testo. Inoltre anche il fumetto costringe il lettore ad essere "creatore" insieme all'autore. Gli spazi bianchi tra una vignetta e l'altra portano il lettore a dover utilizzare la sua inferenza, completare le parti mancanti dell'azione. Le vignette in soggettiva coinvolgono il lettore e lo inducono a guardare con gli occhi del protagonista, a diventare protagonista egli stesso. Va al di là persino del cinema, che le azioni le mostra in movimento; nel fumetto il movimento lo crea la mente del lettore. Il fumetto unisce ben due media differenti (tanto la narrativa quanto la cinematografia) e lo fa con una creatività piuttosto potente, benché in Italia sia relegato a narrativa di puro intrattenimento e considerata in prevalenza per bambini. In realtà è uno strumento "per bambini" per il semplice motivo che un bambino, rispetto all'adulto, ha meno strutture mentali e riesce più semplicemente a far funzionare gli emisferi. Solo in questo senso è una letteratura per bambini, perché l'adulto ha maggiore difficoltà a reintegrare due emisferi, se non allenato a farlo.
È stato così sin dal principio, il fumetto in Italia è stato relegato a questo scopo, tanto che anche i fumetti di importazione (sin dai primi del '900) che in altri Stati erano considerati letture da adulti, in Italia venivano stravolti, tagliati, riadattati nei contenuti e nei testi, in maniera tale che continuassero a sembrare storie solo per bambini. In altri Stati e continenti il fumetto ha sempre avuto la sua dignità di narrativa, anche per adulti e con target specifici; per questo prima dicevo che in Europa la Francia è considerata la meta più ambita dagli autori di fumetto italiani, perché lì il fumetto ha una sua dignità da sempre e un suo spazio nelle librerie, ampio quanto quello della narrativa scritta.
Esistono opere a fumetti che non solo dal punto di vista dell'immagine, ma anche o soprattutto per i contenuti e per il loro valore narrativo e contenutistico, non hanno assolutamente nulla da invidiare alla narrativa scritta o al cinema, al contrario.
In Italia, solo di recente il fumetto ha riacquistato il suo valore effettivo e sono sempre di più, anche nel mondo della cinematografia, coloro che attingono ai contenuti del fumetto (e non mi riferisco al puro intrattenimento Marvel), così come sono sempre di più i festival e premi letterari che hanno aggiunto una sezione specifica dedicata al fumetto. 

Re: Boom dei libri nel 2021?

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Brutus ha scritto: Questo significa che la maggior parte delle CE dedite a questo settore si limita a chiedere i diritti di pubblicazione per il nostro mercato, non deve lavorarci sopra, perché già il super esteso e super concorrenziale mercato nipponico serve a scremare i titoli minori e lo stesso vale per quello degli Stati Uniti e per la Francia. Solo chi pubblica un prodotto italiano deve lavorarci sopra e difatti le uscite sono poche e a parte i classici long seller, la qualità ne risente.
Non mi sembra che sia così. Moltissime case editrici di fumetto italiane pubblicano storie italiane, indipendentemente dall'ambientazione. Tunué, Bao, BeccoGiallo, Il Castoro, Round Robin, Feltrinelli Comics, Oblomov, Shockdome e moltissime altre lasciano grande spazio agli italiani (esordienti inclusi). Chi pubblica in prevalenza fumetto di importazione sono Panini, Magic Press/Mondadori comics.
Brutus ha scritto: Comunque in passato mi è capitato di leggere ciofeche inguardabili anche tra i fumetti, senza differenze tra manga, comics o bande dessineé. Tanto per dire.
Ovviamente sì, può succedere, certo.

Re: Boom dei libri nel 2021?

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@ElleryQ Prendo atto: in merito ne sai di certo molto più di me. Insisto, però, nella necessità di evitare che il fumetto sostituisca il libro tradizionale, con la parola scritta e senza immagini. Le due cose possono benissimo coesistere completandosi a vicenda, nel paniere dello stesso lettore.  
Mario Izzi
2025 - Sopravvissuti
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[/De gustibus non est sputazzellam (Antonio de Curtis, in arte Totò)]

Re: Boom dei libri nel 2021?

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ElleryQ ha scritto: Il fumetto unisce ben due media differenti (tanto la narrativa quanto la cinematografia) e lo fa con una creatività piuttosto potente, benché in Italia sia relegato a narrativa di puro intrattenimento e considerata in prevalenza per bambini. In realtà è uno strumento "per bambini" per il semplice motivo che un bambino, rispetto all'adulto, ha meno strutture mentali e riesce più semplicemente a far funzionare gli emisferi. Solo in questo senso è una letteratura per bambini, perché l'adulto ha maggiore difficoltà a reintegrare due emisferi, se non allenato a farlo.
È vero, io leggevo molti fumetti infatti da bambina e da giovanissima, poi gradualmente ho smesso. Non saprei dire per quale motivo, continuo a pensare a tanti fumetti come a vere e proprie opere letterarie e continuano a piacermi ma non ne leggo più. I miei figli che sono piccoli leggono i manga, io ho provato a leggerne qualcuno (anche per vedere se fossero adatti a loro per i contenuti) facendo molta fatica, soprattutto credo perché la sequenza delle vignette va da destra a sinistra. I miei figli invece non hanno fatto nessuna fatica ad adattarsi a quel tipo di lettura. Poi non so, sono mie supposizioni, magari errate...
Però un piccolo appunto sulla qualità lo faccio: alcuni manga sono pessimi per qualità del prodotto, si staccano le pagine dopo poche letture.
Inoltre trovo che negli scaffali delle librerie non siano ben collocati: i manga sono tutti insieme ed è difficile distinguere quelli per bambini da quelli per adulti senza averli letti. Non tutti indicano l'età di riferimento infatti ho comprato anche serie non adatte (con squartamenti splatter o scene erotiche alla giapponese!).

Re: Boom dei libri nel 2021?

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@ElleryQ 
Per scrupolo sono andato a leggermi le vendite dell'ultimo mese tra i fumetti in libreria, nei primi cento risultano in sostanza tre italiani: Zerocalcare (Bao) che la fa da padrone e due serie per ragazzi/bambini (Mondadori); tutto il resto è solo manga (tra l'altro quasi tutti titoli che giravano più di dieci anni fa quando li leggevo ancora...). Perciò si può dire che la loro quota di mercato si attesti sul 90% del venduto e più, dato che in edicola e fumetteria la loro preponderanza è ancora maggiore.
Perciò è come dire che i manga equivalgono alla copertura del mercato delle grandi CE nella narrativa ma con molti meno problemi, dato che è pura importazione, e le piccole CE di settore che tu citi coprono la percentuale residua come la microeditoria della narrativa.
Ma non vorrei andare troppo OT con questi discorsi. Per il resto pienamente d'accordo con te sulla disamina che hai fatto del mondo del fumetto.

Re: Boom dei libri nel 2021?

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Cheguevara ha scritto: Insisto, però, nella necessità di evitare che il fumetto sostituisca il libro tradizionale, con la parola scritta e senza immagini. Le due cose possono benissimo coesistere completandosi a vicenda, nel paniere dello stesso lettore.  
Mai detto né pensato questo. Sarebbe come dire che un film può sostituire un libro, la pittura la scultura, ecc... 
Ogni forma di espressione artistica ha la sua funzione precipua e la propria dignità.

Re: Boom dei libri nel 2021?

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Brutus ha scritto: Per scrupolo sono andato a leggermi le vendite dell'ultimo mese tra i fumetti in libreria, nei primi cento risultano in sostanza tre italiani: Zerocalcare (Bao) che la fa da padrone e due serie per ragazzi/bambini (Mondadori); tutto il resto è solo manga
Ovviamente fai riferimento al mercato librario in senso lato. Probabilmente anche in quello del fumetto in senso stretto i manga la fanno da padroni, ma non è un fenomeno recente. Che il manga si venda di più lo si sa da almeno trent'anni, perché l'importazione degli anime nelle televisioni italiane, da fine anni '70 in poi, ha condizionato il mercato (e le generazioni che con gli anime sono cresciute). La cultura televisiva, purtroppo fa da traino da sempre. Di contro c'era la convinzione, di cui sopra, che il fumetto europeo fosse "roba da bambini", l'alternativa era il supereroistico e il seriale bonelliano o comunque da edicola (erotico incluso).
Si è diffusa una cultura distorta, molto del lavoro di "educazione al fumetto", anche italiano, lo hanno fatto critici e accademici bolognesi dalla fine degli anni '60 in poi, tra cui Eco, Del Buono, Vittorini e altri critici letterari o docenti universitari che collaboravano con riviste di settore come la storica "linus".
Se, nonostante ciò, oggi continuano a vendersi in prevalenza manga (importati in linea di massima da alcuni editori specializzati come "Kappa" o etichette legate a Panini o Mondadori/Star Comics) il motivo è questo, coadiuvato nel tempo da fenomeni come il cosplay (che ha ormai "invaso" le fiere del fumetto divenendo l'intrattenimento primario assieme ai games), fino alla nascita di un vero e proprio stile nuovo e ibrido qual è l'euromanga.
La "colpa" dell'invasione del mercato italiano, purtroppo dobbiamo darla solo a noi stessi e alla cultura di massa, che per logiche economiche è da noi quella prevalente, da che mondo è mondo.
Ma questo non significa affatto che la maggior parte delle CE di fumetto preferiscano importare e acquisire diritti esteri.

Re: Boom dei libri nel 2021?

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@ElleryQ 
ElleryQ ha scritto: Ma questo non significa affatto che la maggior parte delle CE di fumetto preferiscano importare e acquisire diritti ester
Forse non mi sono spiegato, non è che lo preferiscano è che è quello che richiede il mercato (culturalmente distorto, certo) per cui pubblicare fumetti manga risulta economicamente meno dispendioso o se vogliamo meno rischioso.
Tu che ci lavori lo sai bene quanta cura e tempo ci vuole solo per arrivare a pubblicare un bonelliano o un tomo alla francese di buona qualità. In pratica facendo il paragone con la narrativa, è come se il 90% del mercato italiano fosse coperto da autori stranieri di cui basta (si fa per dire) tradurre il testo. Ma non è quello che richiede il mercato dell'editoria in senso stretto. La quota di narrativa italiana è molto più alta e perciò molto più dispendioso per una CE investirci, con le conseguenze che ho citato prima (calo della qualità).

Re: Boom dei libri nel 2021?

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@Brutus, in realtà ho compreso ciò che vuoi dire. Ma proprio perché ci lavoro credo che sia una visione un po' distorta.
È vero che le vendite maggiori vengono dal manga, ma sono sorte anche numerose case editrici che pubblicano manga italiani (fatti da italiani). Ma a prescindere dalla tendenza del mercato, che è innegabile, posso dirti che numerose case editrici pubblicano autori italiani (e anche esordienti), a prescindere dalla convenienza. Se fosse il contrario, gli autori italiani avrebbero smesso di lavorare almeno da vent'anni a questa parte, o si ripubblicherebbero solo i classici del fumetto italiano (e in realtà le CE che lo fanno sono due o tre, o si tratta di collane, non dell'intera produzione). Di CE che pubblicano in prevalenza autori italiani ce ne sono e sono diverse e la cura che ci mettono è tanta.
Quelle che tu chiami "piccole" e che tali sono da un punto di vista del fatturato rispetto a Panini, Bonelli, Astorina, Disney, sono quelle che costituiscono una buona fetta del mercato (specifico, ovviamente, non librario in senso lato).
Ma forse sono io a non riuscire a spiegarmi bene, temo.  :hm:
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