Dopo più di due anni di ricerca di un editore e i seguenti riscontri:
- due case editrici minuscole (associazioni culturali, in realtà) mi pubblicavano senza costi, ma distribuzione in libreria inesistente e qualità del loro catalogo davvero mediocre;
- due proposte a pagamento da case editrici medie insospettabili;
- un paio di proposte a pagamento da case editrici notoriamente eap alle quali NON l'ho mandato (?);
- una richiesta assurda da una casa editrice media di accorciare della metà il romanzo per pubblicarlo (perché è lungo 300 pagine e loro pubblicano solo libri sotto le 150);
- due editori medio-piccoli forse interessati ma che poi non si sono più fatti sentire né per email né per telefono;
- ho partecipato senza esito a Premio Calvino, Neri Pozza e Torneo Io Scrittore. Calvino neanche mi hanno mandato la scheda di lettura e i giudizi sull'incipit a Io Scrittore erano tutti senza senso;
- agenzie letterarie che ho contattato mi hanno chiesto tutte soldi e quelle che non chiedono soldi non mi hanno mai risposto;
- ho valutato il crowdfunding stile bookabook ma, data la condizione di trovare centinaia di preordini prima della pubblicazione, a confronto mi sembra più sensata l'autopubblicazione. Al limite il crowdfunding indipendente, es. su Kickstarter, ma anche così tanto vale autopubblicare direttamente e buonanotte;
- vari rifiuti standard da parte di alcune case editrici (il solito "non rientra nella linea editoriale" anche se l'ho mandato solo a editori con libri simili in catalogo), ma più che altro - 90% dei casi - silenzio totale. Quindi
appunto ho deciso di procedere con l'autopubblicazione su Amazon.
Tornassi a due anni fa, lo farei subito perché ho solo perso tempo e sanità mentale. Tra l'altro i pochi editori coi quali ho avuto confronti per mail, telefono e call sono tutte persone che mi hanno ispirato pochissima fiducia, base di partenza non ottimale per legarsi a loro con un contratto di anni.
Magari sono stato sfortunato io e non dubito che altri abbiano invece avuto esperienze meravigliose con l'editoria tradizionale, però questa è la mia.
Poi, certo, se sei disposto a sborsare ti aiutano tutti: scuole di scrittura, agenzie, service editoriali, freelance, case editrici, librerie... più sborsi e più aiuto ricevi. Sono tutti entusiasti di darti aiuto, in cambio di soldi.
Se invece decidi che non vuoi sborsare, beh, te la vedi da solo con Amazon. E con quello che vuoi/puoi fare per vendere il tuo libro, però almeno avendo il controllo su tutto. Soprattutto sugli investimenti promozionali.
Re: Come sono arrivato all'autopubblicazione
2Io sto per pubblicarlo in self, utilizzando Youcanprint (se c'è qualcun altro nel forum che ha pubblicato con quella piattaforma... sarei felice di sentire altri pareri riguardo ad essa :D :) ) i motivi per cui mi sono rivolto a Youcanprint sono i seguenti:
- sono ignorante in materia di editoria, e non conosco il modus operandi per proporre il mio libro alle case editrici diciamo
- penso che comunque il mio libro, per come è fatto/strutturato... ecc., non andrebbe bene a nessuna casa editrice; nel senso che è un po' diverso dai soliti libri... insomma è un po' particolare...
- in fondo mi è piaciuto avere libera scelta su ogni aspetto del mio libro
- Amazon non mi piace a prescindere perciò ho preferito... scegliere quell'altra.
- sono ignorante in materia di editoria, e non conosco il modus operandi per proporre il mio libro alle case editrici diciamo
- penso che comunque il mio libro, per come è fatto/strutturato... ecc., non andrebbe bene a nessuna casa editrice; nel senso che è un po' diverso dai soliti libri... insomma è un po' particolare...
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Re: Come sono arrivato all'autopubblicazione
3Darksy ha scritto: Magari sono stato sfortunato io e non dubito che altri abbiano invece avuto esperienze meravigliose con l'editoria tradizionale, però questa è la mia.Le esperienze meravigliose non fanno parte di quelle riservate agli scrittori esordienti o, comunque, non noti al grande pubblico.
Però qualche esperienza positiva io l'ho avuta, ovviamente con piccole CE che, pur con le limitazioni di chi non dispone di grandi capitali, si sono dimostrate serie nello svolgere il loro lavoro, il che mi ha consentito di pubblicare le mie poche opere senza sborsare un centesimo. Il ritorno economico conviene lasciarlo da parte perché, in un mercato drogato come il nostro, è riservato ai soliti noti.
Come ho ripetuto fino alla nausea in tante discussioni, i quattrini impiegati in qualsiasi contesto e maniera al fine di pubblicare sono soldi buttati. Com'è ovvio, si tratta della mia opinione, che non fa testo. Un saluto.
Mario Izzi
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Re: Come sono arrivato all'autopubblicazione
4Cheguevara ha scritto: Come ho ripetuto fino alla nausea in tante discussioni, i quattrini impiegati in qualsiasi contesto e maniera al fine di pubblicare sono soldi buttati. Com'è ovvio, si tratta della mia opinione, che non fa testo. Un saluto.Ogni opinione fa testo, in base alla propria esperienza, quindi la tua è sicuramente valida.
Personalmente posso dire di aver impiegato oltre 10 anni per arrivare a pubblicare secondo i miei obiettivi. Devo dire che ho perso (o investito?) più tempo che denaro, perché ho sempre cercato (salvo rare eccezioni), valutazioni e concorsi tendenzialmente gratuiti.
Con l'ultimo concorso (gratuito) mi è andata più che bene. Se questo comporterà poi un seguito e una buona riuscita, o il prosieguo di questa "avventura", è tutto da vedere. Non mi aspetto certo, da esordiente in questo settore, grandi incassi (neanche l'anticipo è stato elevatissimo, ma ha quantomeno annullato le pregresse spese che a volte sono scaturite, sebbene rare come dicevo sopra).
Se dovessi fermarmi qui, la mia valutazione sarebbe non "meravigliosa" ma ugualmente positiva, benché gli eventi mi abbiano causato non poca perdita tempo e determinato diverse frustrazioni... nonostante le quali ho tenuto la barra dritta verso l'obiettivo.
Sul futuro non metto ipoteche, né la mano sul fuoco.
D'altra parte capisco benissimo chi decide che il gioco non valga la candela e preferisca l'auto pubblicazione. Del resto c'è chi ce l'ha fatta anche così a passare alla pubblicazione con le big.
A questo punto avrei la curiosità di sapere da @Darksy quali sono le CE medie, insospettabili, che hanno chiesto denaro. Anche per inserirle, eventualmente, tra quelle da rivalutare.
Re: Come sono arrivato all'autopubblicazione
5ElleryQ ha scritto: A questo punto avrei la curiosità di sapere da @Darksy quali sono le CE medie, insospettabili, che hanno chiesto denaro. Anche per inserirle, eventualmente, tra quelle da rivalutareAnch'io, tantissima curiosità
Re: Come sono arrivato all'autopubblicazione
6Sineddoche ha scritto: Anch'io, tantissima curiositàUna è Transeuropa, di cui ho letto (e confermo) in altre discussioni varie "perplessità" sul loro modus operandi.
L'altra - molto più grande - non la cito perché, confrontandomi con un loro passato autore, sembra che abbiano la querela facile contro chi online mette in dubbio la loro "rettitudine" da casa editrice non eap. Sorry.
Comunque, nel caso avessi accettato, ora avrei il libro pubblicato (a pagamento senza che nessuno lo sospetti) da una casa editrice medio-grande rispettata da tutti come di qualità. Evidentemente hanno deciso di iniziare a marciare su questo, finché la cosa dura e non si sparge la voce. Perché altri ovviamente avranno deciso di pagare.
Re: Come sono arrivato all'autopubblicazione
7ElleryQ ha scritto:Di base, posto di fare un buon lavoro editoriale sul prodotto-libro, l'unica differenza col self oggi è che la casa editrice ti permette la distribuzione in libreria e poi (si spera) ha un ufficio stampa e marketing per la promozione.
Questo già taglia fuori il 98% delle case editrici, quelle piccole, che non garantiscono né l'una né l'altra cosa.
Restano - sul totale - le pochissime case editrici medie e grandi che invece il libro lo sostengono attivamente anche se sei sconosciuto.
Ma, di tutti i libri di esordienti sconosciuti che pubblicano Mondadori, Feltrinelli, Einaudi ecc..., quanti poi vengono spinti davvero? Pochissimi. Molti sono dei tappabuchi. Un mio conoscente ha pubblicato il suo romanzo di esordio con Minimum Fax, non ha venduto quasi nulla e le sue cose successive le ha pubblicate tutte con case editrici più piccole.
L'autopubblicazione ha anche il vantaggio di poter "testare" il libro prima, eventualmente, di un passaggio a una casa editrice dignitosa. Sempre che poi ne valga la pena. Se per impegno e anche fortuna vendi bene col self, costruendoti un pubblico per il libro successivo, chi te lo fa fare di rinunciare alle royalty di Amazon per passare a quelle di una casa editrice?
Re: Come sono arrivato all'autopubblicazione
8Darksy ha scritto: Una è Transeuropa, di cui ho letto (e confermo) in altre discussioni varie "perplessità" sul loro modus operandi.Comprendo. Infatti @Marcello ha specificato il cambio di rotta dopo il passaggio di proprietà.
Re: Come sono arrivato all'autopubblicazione
9Darksy ha scritto: L'altra - molto più grande - non la cito perché, confrontandomi con un loro passato autore, sembra che abbiano la querela facile contro chi online mette in dubbio la loro "rettitudine" da casa editrice non eap. Sorry.Io non credo che indicare la CE di medie dimensioni che ti ha chiesto soldi possa condurre a querela, a patto che tu abbia una qualche forma di corrispondenza scritta, o verbale registrata, che lo provi. In assenza di ciò, pazienza, ma la prossima volta che dovesse capitarti ti suggerirei di farti inviare copia del contratto in cui sia visibile l'impegno a versare somme, anche eventualmente per l'acquisto di copie. Dopodiché, indicarne il nome in un forum come questo sarebbe senza rischi. Lo sputtanamento (mi si perdoni il francesismo) di gente simile è un atto dovuto.
Mario Izzi
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Re: Come sono arrivato all'autopubblicazione
10Mi inserisco nella discussione, che è sicuramente interessante e utile a chi legge. Per quanto mi riguarda ho esperienze sia col self, sia con casa editrice, piccola ma di qualità.
Per il self sarò stato fortunato, ma l’esperienza è sicuramente ottima. Ho un buon numero di lettori e faccio tutto da solo, mi piace pure disegnare, quindi faccio pure la copertina e edizioni illustrate. È un mondo che mi diverte, pubblicità compresa. Tant’è che ho iniziato anche a registrare gli audiolibri, sempre da solo. Il punto è che mi piace fare tutto e tanto basta per continuare. Le entrate ci sono, niente di eclatante ma sono sempre soldi.
Con l’editore (Golem Edizioni) anche ho un’ottima esperienza, pure se piccolo sono stato effettivamente distribuito in libreria. Ovviamente in maniera limitata, ma è sempre un piacere. Mi portano a tutte le fiere e mi hanno candidato a diversi premi, pagando quello che c’era da pagare di tasca loro.
Se posso dare un consiglio, la scelta va ponderata su quello che vuole essere il risultato. Con una casa editrice seria si viene più considerati dalla critica e si può partecipare di persona a fiere e manifestazioni letterarie. È anche una via per chi non si sa muovere da solo o vuole investire un capitale iniziale. Col self invece si è imprenditori di se stessi e più liberi di scrivere e fare ciò che vi pare.
Io credo che tutto si riduce a capire cosa ci piace fare.
Per arrivare a una big, più che altro però sottolineerei che non è un arrivare a una big e basta, ma essere autori top in una big, non so quale dei due mondi sia la scelta migliore. È così difficile che non so rispondere. L’importante è avere chiaro che vendere più di cinquemila copie in Italia (perché di quello si tratta), o vincere quei 3/4 premi davvero prestigiosi è un’impresa enorme. Se lo si capisce è più semplice non avere rimpianti.
Per il self sarò stato fortunato, ma l’esperienza è sicuramente ottima. Ho un buon numero di lettori e faccio tutto da solo, mi piace pure disegnare, quindi faccio pure la copertina e edizioni illustrate. È un mondo che mi diverte, pubblicità compresa. Tant’è che ho iniziato anche a registrare gli audiolibri, sempre da solo. Il punto è che mi piace fare tutto e tanto basta per continuare. Le entrate ci sono, niente di eclatante ma sono sempre soldi.
Con l’editore (Golem Edizioni) anche ho un’ottima esperienza, pure se piccolo sono stato effettivamente distribuito in libreria. Ovviamente in maniera limitata, ma è sempre un piacere. Mi portano a tutte le fiere e mi hanno candidato a diversi premi, pagando quello che c’era da pagare di tasca loro.
Se posso dare un consiglio, la scelta va ponderata su quello che vuole essere il risultato. Con una casa editrice seria si viene più considerati dalla critica e si può partecipare di persona a fiere e manifestazioni letterarie. È anche una via per chi non si sa muovere da solo o vuole investire un capitale iniziale. Col self invece si è imprenditori di se stessi e più liberi di scrivere e fare ciò che vi pare.
Io credo che tutto si riduce a capire cosa ci piace fare.
Per arrivare a una big, più che altro però sottolineerei che non è un arrivare a una big e basta, ma essere autori top in una big, non so quale dei due mondi sia la scelta migliore. È così difficile che non so rispondere. L’importante è avere chiaro che vendere più di cinquemila copie in Italia (perché di quello si tratta), o vincere quei 3/4 premi davvero prestigiosi è un’impresa enorme. Se lo si capisce è più semplice non avere rimpianti.
Re: Come sono arrivato all'autopubblicazione
11Vorrei aggiungere a tutto quanto ha detto molto giustamente @Fabioloneilboia
che con una casa editrice, anche se piccola, si possono avere (non con tutte, eh) scambi di vedute e qualche riflessione in più sul testo, scambi che incidono direttamente sul processo di scrittura. Questo non credo possa succedere se si pubblica in self.
Mi pare un pregio non da poco.
che con una casa editrice, anche se piccola, si possono avere (non con tutte, eh) scambi di vedute e qualche riflessione in più sul testo, scambi che incidono direttamente sul processo di scrittura. Questo non credo possa succedere se si pubblica in self.
Mi pare un pregio non da poco.
Re: Come sono arrivato all'autopubblicazione
12Il self a mio avviso non va bene per un esordiente.
Lo dico dopo un paio di esperienze fortunate con CE piccole ma con i loro pregi (editing, grafica, distribuzione, marketing) che ti fanno capire meglio come funziona questo mondo.
Partire fin dall'inizio con il self pregiudica quello che @Sineddoche ha giustamente definito come scambio di vedute utile a farsi un'idea e a tarare le proprie capacità letterarie sempre, beninteso, che si parli con persone serie. Insomma, fare tutto da soli secondo me impedisce di avere un giudizio oggettivo sulla propria opera. Per assurdo credo sia più sano fare self dopo qualche pubblicazione, non tanto per la base di lettori quanto per la gavetta e la maggiore chiarezza che pubblicare con una CE ti permette di fare sul tuo lavoro.
Ci vuole senza dubbio una buona dose di fortuna per pubblicare bene, ma anche tenere a mente i consigli di chi ha già fatto una certa esperienza serve.
Lo dico dopo un paio di esperienze fortunate con CE piccole ma con i loro pregi (editing, grafica, distribuzione, marketing) che ti fanno capire meglio come funziona questo mondo.
Partire fin dall'inizio con il self pregiudica quello che @Sineddoche ha giustamente definito come scambio di vedute utile a farsi un'idea e a tarare le proprie capacità letterarie sempre, beninteso, che si parli con persone serie. Insomma, fare tutto da soli secondo me impedisce di avere un giudizio oggettivo sulla propria opera. Per assurdo credo sia più sano fare self dopo qualche pubblicazione, non tanto per la base di lettori quanto per la gavetta e la maggiore chiarezza che pubblicare con una CE ti permette di fare sul tuo lavoro.
Ci vuole senza dubbio una buona dose di fortuna per pubblicare bene, ma anche tenere a mente i consigli di chi ha già fatto una certa esperienza serve.
Re: Come sono arrivato all'autopubblicazione
13Comunque grazie @Darksy per aver aperto questa discussione, dato che tra "le cose che ci piacerebbe avere nel forum" avevo proprio scritto un posto in cui si parlasse anche del self publishing :)
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Re: Come sono arrivato all'autopubblicazione
14Cheguevara ha scritto: Come ho ripetuto fino alla nausea in tante discussioni, i quattrini impiegati in qualsiasi contesto e maniera al fine di pubblicare sono soldi buttati.Beh, ok, saranno soldi buttati, ma dipende anche che cosa vuoi fare, quali servizi richiedi... almeno parlo per il mio caso con Youcanprint. Sì, io ne ho spesi un po' di più... ma forse te la cavi con una sessantina di euro (compreso il deposito legale dell'opera se vuoi fartelo fare da loro); certo, dico nel caso non richiedi il servizio di correzione bozze... ecc.! Tutto a rischio dell'autore, del successo o dell'insuccesso dell'opera!
L'unica cosa che ancora non ho capito bene, è riguardo ai font nel caso di self publishing; non ho ancora capito se si possono usare tutti quanti liberamente per creare il proprio libro, quelli disponibili sul programma Word o InDesign, che è il programma che ho usato io. o quelli scaricabili dal sito dafont.com ma là almeno c'è scritto "100% gratis" o meno...
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Re: Come sono arrivato all'autopubblicazione
15Io un confronto ce l’ho sempre, perché ne parlo sempre con la mia compagna, che è comunque laureata in materie editoriali. Con l’editore ho avuto modo di lavorare con una editor professionista e di certo mi è servito, ma devo dire che i feedback positivi sono arrivati per tutti i lavori, proporzionalmente con l’obiettivo dei vari libri. È ovvio che un progetto più serio ha valutazioni più alte, uno più scanzonato no, ma è tutto abbastanza in linea coi progetti.
Poi devo dire che non è affatto semplice impaginare, fare la copertina, la correzione di bozze e l’editing da soli. Spesso ci si affida a professionisti e credo sia giusto così. Io faccio da solo perché mi diverto e ho due occhi in più, che mi sono indispensabili.
Riguardo ai giudizi sui propri lavori, ho la fortuna di avere davvero tante valutazioni, quindi va bene così.
@Daniel P. per quanto ne so i fonti di Word sono tutti utilizzabili, trovai una pagina ufficiale Microsoft a riguardo. Puoi provare anche tu a cercare su internet, ma ne sono abbastanza sicuro.
Poi devo dire che non è affatto semplice impaginare, fare la copertina, la correzione di bozze e l’editing da soli. Spesso ci si affida a professionisti e credo sia giusto così. Io faccio da solo perché mi diverto e ho due occhi in più, che mi sono indispensabili.
Riguardo ai giudizi sui propri lavori, ho la fortuna di avere davvero tante valutazioni, quindi va bene così.
@Daniel P. per quanto ne so i fonti di Word sono tutti utilizzabili, trovai una pagina ufficiale Microsoft a riguardo. Puoi provare anche tu a cercare su internet, ma ne sono abbastanza sicuro.
Re: Come sono arrivato all'autopubblicazione
16Fabioloneilboia ha scritto: Poi devo dire che non è affatto semplice impaginare, fare la copertina, la correzione di bozze e l’editing da soli.Grazie del consiglio @Fabioloneilboia.
@Daniel P. per quanto ne so i fonti di Word sono tutti utilizzabili, trovai una pagina ufficiale Microsoft a riguardo. Puoi provare anche tu a cercare su internet, ma ne sono abbastanza sicuro.
Un'altra cosa che non ho capito diciamo, o meglio, se impaginare vuol dire solo... centrare il testo nella pagina... beh, allora con quel programma InDesign (figo ) direi che si può fare facilmente... nel senso che funziona così: si crea un riquadro nella pagina, e InDesign più o meno automaticamente te lo mette al centro della pagina; vabbè, poi sta a chi scrive, cercare di centrare il testo all'interno di quel riquadro :) ma questa non è cosa difficile
Lo dico perché quando Youcanprint mi ha mandato il file impaginato, l'unica differenza che ho notato è stata... nessuna, se non che in più, ai quattro angoli della pagina c'erano i cosiddetti "segni di taglio"; cioè dove andranno poi tagliate le abbondanze.
Boh, quindi non so, non mi pare che abbiano fatto molto diciamo, sul mio testo, per quanto riguarda l'impaginazione soltanto.
Per tutto il resto me ne sono occupato soltanto io... con un po' di fatica, anche per quanto le cose grafiche... per quanto riguarda la copertina, sinceramente io ho trovato copertine di altri libri sia in self, sia di case editrici note, che mi parevano abbastanza più semplici o banali rispetto alla mia.
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Re: Come sono arrivato all'autopubblicazione
17@Daniel P. non ne ho idea, io impagino usando Word + creo un pdf pronto per la stampa. Non è però così semplice, ad esempio bisogna tener conto del numero di pagine per i margini interni e saper mettere correttamente le interruzioni di pagina. Poi comunque controllare se qualche cosa va in fondo alla pagina (tipo numeri dei capitoli), o restano pagine con poche lettere.
Più che difficile si tratta di saperlo fare. Imparato una volta si riesce a fare sempre.
Più che difficile si tratta di saperlo fare. Imparato una volta si riesce a fare sempre.
Re: Come sono arrivato all'autopubblicazione
18Fabioloneilboia ha scritto: @Daniel P. non ne ho idea, io impagino usando Word + creo un pdf pronto per la stampa. Non è però così semplice, ad esempio bisogna tener conto del numero di pagine per i margini interni e saper mettere correttamente le interruzioni di pagina. Poi comunque controllare se qualche cosa va in fondo alla pagina (tipo numeri dei capitoli), o restano pagine con poche lettere.Cosa intendi con "interruzioni di pagina"?
Più che difficile si tratta di saperlo fare. Imparato una volta si riesce a fare sempre.
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Re: Come sono arrivato all'autopubblicazione
19@Daniel P., qui si parla di scelta tra pubblicazioni in self e con editore. Per le questioni di impaginazione e grafica c'è una discussione apposita. Non usciamo OT, per cortesia.
Re: Come sono arrivato all'autopubblicazione
20ElleryQ ha scritto: @Daniel P., qui si parla di scelta tra pubblicazioni in self e con editore. Per le questioni di impaginazione e grafica c'è una discussione apposita. Non usciamo OT, per cortesia.Ah, l'avevo aperta io quella discussione a quanto pare :D e chi si ricordava!
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Re: Come sono arrivato all'autopubblicazione
21Brutus ha scritto: Il self a mio avviso non va bene per un esordiente.Dipende. Nel mio caso lavoro da molti anni nel settore pubblicitario, quindi ho le conoscenze e le competenze per giudicare il lato grafico e di marketing delle case editrici. Che nel caso di quelle piccole, con copertine spesso anonime e pacchiane e marketing che si riduce a qualche post su canali social che non segue quasi nessuno, non è proprio il massimo.
Lo dico dopo un paio di esperienze fortunate con CE piccole ma con i loro pregi (editing, grafica, distribuzione, marketing) che ti fanno capire meglio come funziona questo mondo.
Partire fin dall'inizio con il self pregiudica quello che @Sineddoche ha giustamente definito come scambio di vedute utile a farsi un'idea e a tarare le proprie capacità letterarie sempre, beninteso, che si parli con persone serie. Insomma, fare tutto da soli secondo me impedisce di avere un giudizio oggettivo sulla propria opera. Per assurdo credo sia più sano fare self dopo qualche pubblicazione, non tanto per la base di lettori quanto per la gavetta e la maggiore chiarezza che pubblicare con una CE ti permette di fare sul tuo lavoro.
Ci vuole senza dubbio una buona dose di fortuna per pubblicare bene, ma anche tenere a mente i consigli di chi ha già fatto una certa esperienza serve.
Purtroppo una pubblicazione di buona qualità può essere garantita solo da pochissime case editrici, e in genere proprio da quelle inaccessibili agli esordienti...
Re: Come sono arrivato all'autopubblicazione
22Ma essendo in self, se uno volesse, si può in futuro far ristampare il proprio libro con un'altra "casa editrice", piattaforma... anche se ne è già stato fatto il deposito legale?
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Re: Come sono arrivato all'autopubblicazione
23Darksy ha scritto: Dipende. Nel mio caso lavoro da molti anni nel settore pubblicitario, quindi ho le conoscenze e le competenze per giudicare il lato grafico e di marketing delle case editrici. Che nel caso di quelle piccole, con copertine spesso anonime e pacchiane e marketing che si riduce a qualche post su canali social che non segue quasi nessuno, non è proprio il massimo.Sono d'accordo che molte CE hanno difficoltà a mantenere una buona qualità grafica e immagino che bene o male tutti gli scrittori abbiano in mente cosa sia una "buona copertina". Vero che davvero tante sono quelle impresentabili e già questa, almeno per me, è una valida discriminante sulla scelta della CE. Vero anche, però, che spesso è lo stesso autore a volere un certo tipo di grafica che a posteriori risulta deleteria per la pubblicazione, difatti capita spesso che un editore presenti un catalogo a dir poco "variegato" al riguardo.
Purtroppo una pubblicazione di buona qualità può essere garantita solo da pochissime case editrici, e in genere proprio da quelle inaccessibili agli esordienti...
Riguardo al marketing non mi pronuncio, trovo difficile giudicare l'efficacia di una piccola promozione data la mole di uscite e il bombardamento costante a cui sono sottoposti i lettori dalle uscite delle major.
Sta di fatto tuttavia che parlando di self, se dobbiamo considerare queste due variabili (copertina e marketing) stiamo messi ancora peggio a livello qualitativo.
Io non so davvero se nel mio caso sia stato doppiamente fortunato ma entrambe le mie esperienze personali hanno riscontrato da parte dell'editore una cura notevole nel confezionamento e nella promozione seppure in maniera diversa tra loro (eppure sono due CE piccole), non credo proprio che in self sarei riuscito, con le mie sole forze, a ottenere lo stesso risultato come vendite e apprezzamento dell'opera. Forse solo oggi, con il bagaglio di esperienza accumulato, lo potrei anche sostenere.
Ciò non toglie che ci possano essere casi come quello di @Fabioloneilboia in cui il self sia perfettamente gestibile.