ElleryQ ha scritto: Se l'obiettivo è vivere di scrittura, però, è essenziale badare ai costi e ridurli al minimo, se non annullarli del tutto (cosa pressoché impossibile).
Certo, in questo caso cambia tutto. Diventa un lavoro, quindi vanno valutati (come per qualsiasi altro lavoro) i costi/benefici, in termini di spese per gli spostamenti e di tempo. Ma credo che siano in pochi qui ad avere questo genere di prospettiva. Se si scrive narrativa è molto difficile diventare tanto famosi da vivere di scrittura.
ElleryQ ha scritto: ma è impossibile che un investimento da parte dell'autore (preventivo o successivo), anche minimo, non ci sia
Non è impossibile. Per il romanzo pubblicato da HC non ho speso un euro (se si esclude il viaggio a Roma per ritirare il premio, una delle esperienze più belle della mia vita, che quindi non ha prezzo), e hanno fatto loro una buona promozione. Io ho contribuito con qualche post social (non so quanto utili) e mantenendo i contatti con alcuni blog che hanno contattato loro. Il libro vende in media un paio di copie al giorno, dopo più di tre anni, senza che io faccia niente. Coi piccoli editori è più complicato, perché avendo meno visibilità un contributo dell'autore è necessario, ma non dev'essere necessariamente economico. Da quel poco che ho imparato negli anni scorsi, è più utile riuscire a costruire una rete di contatti e conoscenze con gente del settore (giornalisti, librai, bibliotecari, altri scrittori, ecc.) piuttosto che pagare annunci social o esperti di marketing.
Wanderer ha scritto: Sì, però dopo essere arrivata ad HC non sei giunta all'autosufficienza editoriale, quella che avrebbe potuto garantirti un'agenzia
Nemmeno un'agenzia può garantire una continuità editoriale. Uno degli esempi che avevo in mente (e che ho dimenticato di citare) fu preso anni fa da Rizzoli dopo invio spontaneo all'agenzia della Vivian. Magari me lo sono perso, ma non ho più sentito di altre sue pubblicazioni. Il mondo editoriale non segue leggi matematiche, magari un romanzo funziona e un altro (dello stesso autore e, si presume, stesso livello) non viene preso. Io ad HC avrei potuto mandare romanzi collegati al primo, solo che non ho più scritto niente di quel genere.
Wanderer ha scritto: Di fatto, una buona parte del mondo editoriale si regge sulle finanze degli autori, non su quelle dei lettori.
Su questo posso anche essere d'accordo. Quel che volevo dire è che non è un obbligo. Se uno ha la passione, e la pazienza, di cercare editori e agenzie gratuiti, di tenersi informato sui concorsi (basta cercarne uno perché arrivino automaticamente le notizie di questo tipo nel feed) di interagire con altri scrittori per capire come si sono mossi loro e magari avere qualche dritta, prima o poi un'opportunità salta fuori. Il fatto che anche l'opportunità migliore spesso non porti a diventare scrittori famosi o a mantenersi è la norma (gli scrittori di narrativa che diventano tanto famosi da vivere di quello sono una percentuale irrisoria, non c'è neanche da sperarci)