L’Ultimo Demone, secondo romanzo del ciclo fantasy post-apocalittico I Tempi della Caduta, è il seguito diretto di L’Ultimo Potere: gli eventi si svolgono poco tempo dopo i fatti del primo volume. Prima di andare avanti a parlare dell'opera devo fare un piccolo salto indietro nel tempo, riportando un pezzo che ho postato sul mio sito un paio di anni fa.
"Ancora una volta, lo scrittore s’incammina, scoprendo strada facendo dove lo conduce il cammino che sta percorrendo, accorgendosi cosa il percorso gli ha tenuto in serbo. Certo, sa da dove è partito e dove vuole arrivare, ma cosa incontrerà nel viaggio è una sorpresa anche per lui: alle volte sa quello che accade perché lo va a cercare. Altre volte invece è lui a essere trovato e non può fare altro che raccontare cosa ha visto e vissuto. Ma alla fine del viaggio, avrà vissuto un’esperienza che l’ha cambiato, magari maturato: di certo gli ha conferito uno sguardo diverso sul mondo."
Così scrivevo in questo post nel giugno del 2013, allorché cominciavo a mettere giù le idee per scrivere quanto non era stato narrato in L’Ultimo Potere (stesura che sarebbe cominciata ad agosto); l’idea iniziale, quando iniziai a scrivere di quest’ultimo, era di realizzare un romanzo unico, ma nello sviluppare la storia mi sono trovato dinanzi a un’opera più ampia di quella che avevo preventivato. Non mi spaventa realizzare romanzi di mille pagine, l’ho già fatto con Storie di Asklivion, ma non è stato questo a farmi riflettere sul creare due volumi invece di uno unico, quanto di dare a ogni parte il suo spazio. Anche se appartenenti allo stesso tempo e mondo, anche se legate da diversi fili, le storie da narrare dovevano essere due, dove ognuna doveva fare il suo percorso singolarmente; una separazione giusta non solo per quanto appena scritto, ma anche per una questione tecnica, dato che sarebbe risultato difficile riuscire ad amalgamare nell’intreccio di un solo volume i diversi elementi, rischiando di divenire confusionaria per il lettore mettendo troppa carne al fuoco, troppa frammentarietà con gli eventi e i punti di vista.
La scelta si è rivelata giusta: concentrandomi su una parte per volta ho potuto fare un lavoro più approfondito, dove libero del preoccuparmi di una storia o dell’altra ho avuto maggiore spazio per la creatività, per il suo sviluppo. Partito con la stesura del secondo romanzo, ero dell’idea che sarebbe stato sulle duecento pagine: quando pochi giorni fa ho terminato l’epilogo, mi sono trovato dinanzi un lavoro di uguale lunghezza del precedente (tra le quattro e le cinquecento pagine). Come già scritto nell’altro post, si può programmare, si possono gettare le basi del progetto, ma durante i lavori si possono incontrare delle modifiche, ci si può espandere e andare verso direzioni inaspettate come se il progetto avesse vita propria.
Sorge spesso una domanda in questi casi: è lo scrittore che dà vita ai personaggi o lo scrittore è solamente un osservatore che riporta quanto i personaggi decidono di mostrargli? Un quesito dalle tante risposte, dove ognuno sceglie la propria; forse la verità sta nel mezzo, è un po’ di una o un po’ dell’altra, ma non è stato questo che mi ha interessato: quello che è stato importante è che mi sono goduto il viaggio. Un viaggio alle volte non facile, ma meritevole d’essere stato intrapreso.
Occorre ora fare una precisazione in merito al viaggio: tanti, quando pensano al viaggio, pensano agli scenari, alle terre, alle culture, alle tradizioni (tutti immaginari) che possono incontrare; insomma la ricchezza di dettagli della descrizione dei nuovi luoghi che incontreranno. Essendo in ambito fantasy, tanto per intenderci, come ha fatto Robert Jordan con La Ruota del Tempo.
Così non ho fatto io, non perché disprezzi quest’approccio, tutt’altro, ma perché questo modo non era adatto e funzionale alle vicende che ho raccontato, incentrate sul principio di causalità: attraverso le storie e le scelte dei personaggi mi sono focalizzato sugli effetti generati dalle cause e di come essi determinino l’andamento della storia e del mondo (e si sa che per mondo non s’intende solo il pianeta in senso fisico, ma la mentalità che pervade una civiltà, che la guida e la condiziona). Da questo è nato L’Ultimo Demone, romanzo che riprende i punti lasciati in sospeso e non chiariti di L’Ultimo Potere: ambientato qualche mese dopo i fatti narrati dal suo predecessore, è un’opera più corale, che mostra ancora di più gli effetti dei Vizi sulla natura umana. Mentre L’ultimo Potere era concentrato prevalentemente su Guerriero, L’Ultimo Demone mostra la realtà da più punti di vista: è più articolato e se si vuole meno lineare del precedente, permettendo alla storia di essere più varia e più ricca. Questo apparteneva già al progetto di partenza, ma nello scrivere pagina dopo pagina, i capitoli si sono arricchiti di personaggi secondari che sono diventati primari e di nuovi personaggi che all’inizio del viaggio non pensavo nemmeno d’incontrare, figurarsi di averci a che fare: è stato un buon incontro, perché hanno dato una sfumatura diversa alle vicende, una freschezza che altrimenti non ci sarebbe stata, permettendo di tirare i fili che altrimenti sarebbero stati lasciati indietro. Chi era una comparsa nel precedente volume in questo ha uno spazio importante e chi era stato protagonista farà la sua apparizione, ma avrà un ruolo marginale, perché la sua parte nei fatti salienti è conclusa, passando il testimone ad altri per arrivare alla fine del percorso. Un viaggio che ha dato soddisfazioni, ma che non è concluso del tutto: si è arrivati alla fine della prima stesura. Ora cominciano le revisioni, le messe a punto, certo meno creative e divertenti (ma anche meno dispendiose ugualmente), ma ugualmente importanti."
Che cosa aggiungere di nuovo a quanto detto in precedenza?
Che questa volta tra i protagonisti ci sono dei bambini. L’idea c’era già, ma doveva essere usata in un altro romanzo; succede però che le storie prendono piede da sé, in maniera alle volte quasi naturale, e si sviluppano inaspettatamente. In questa parte mi è piaciuto prendere ispirazione dal gruppo degli Spettri mostrati da Terry Brooks in La Genesi di Shannara: è una delle ultime parti veramente ben realizzate dallo scrittore americano, andato purtroppo in discesa in fatto di qualità di trame e personaggi negli ultimi anni. Mi era molto piaciuta l’atmosfera del gruppo, come vivevano all’interno delle città in rovina, come cercavano di trovare qualcosa che rendesse la loro vita più sopportabile: per questo, anche se in maniera diversa, ho voluto dare spazio a un gruppo nel quale c’erano anche dei bambini, con le loro diversità, i loro problemi, i loro sogni. E grazie alla loro presenza è nato un altro protagonista, un personaggio con una capacità particolare, inusuale e in apparenza fuori luogo in un mondo come la Terra post apocalittica in cui si svolgono le vicende, ma non per questo meno importante, perché la parola ha un ruolo importante, se usata nel modo giusto.
Ho parlato di un punto d’ispirazione, ma non è stato l’unico. Una parte di un certo rilievo nella storia ce l’hanno i fumetti, ma non nel senso che mi hanno ispirato, nel senso che c’è un personaggio che è attratto da essi, al punto da credere che siano qualcosa di vero (come si svilupperà questa cosa, la lascio scoprire al lettore, se vorrà scoprirlo). Un’altra parte di rilievo ce l’ha la figura mitologica del Leviatano, di cui parlerò prossimamente.
Che altro dire? Naturalmente ci sono i Demoni, con le loro caratteristiche, i loro Vizi: questa volta ho voluto addentrarmi nell’oscurità del loro animo e mostrarla, perché il male non è qualcosa che nasce per capriccio, ma c’è sempre un’origine, una causa allo scatenarsi di certe nature.
Ci sarebbe tanto da aggiungere, ma magari lo si farà un’altra volta, perché non bisogna mai essere eccessivi.
Solo altre due piccole note.
Una sulla copertina, sempre realizzata da me. L’immagine non solo è bella e suggestiva (io ho avuto il merito di essere al posto giusto al momento giusto, di aver colto l’attimo fotografando, ma il gran merito di tutto ciò è della natura e va ringraziata per lo spettacolo cui ha dato vita), ma è pertinente a quanto avviene in L’Ultimo Demone: chi avrà modo di leggere il romanzo lo capirà, basta pensare al colore e alla forma delle nubi. Ho già dato abbastanza indizi: a chi lo vorrà, il resto della scoperta.
L’altra sulla dedica, breve, ma significativa: “
Per chi è e vuole essere libero.” Non credo si debba aggiungere altro".
Se si vuole, è possibile scaricare gratuitamente i primi cinque capitoli di L'Ultimo Demone: ecco l'anteprima:
http://www.lestradedeimondi.com/wp-cont ... prima.epub