CDP2] Duri a morire

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[CDP2]
Traccia 1 L’Uovo – La sorpresa

Titolo: Duri a morire

Guardo mio marito che non prende pace, anche quando si ferma dal suo girovagare nel salotto, muove il piede con una frenesia ipnotica.

È sempre bello, ma ora ha tendini e nervi perennemente tesi. Sorride davvero raramente.

Non ho voglia di farmi trascinare nel suo vortice di recriminazioni, ho voglia di leggerezza. Vorrei bloccarlo con un abbraccio, ma è meglio buttarla in caciara:

“Lo sai che mia madre non mi comprerà l’uovo perché dice che ormai sono grande?”

Si è fermato, mi guarda stralunato, bocca semi aperta, già rido mentre continuo:

“Ma io devo mangiarlo, mica entrarci dentro!” rido sguaiatamente, di cuore. Ho letto la battuta su facebook e mi ha fatto morire, ho le lacrime. Riesco a coinvolgerlo, vedendomi in questo stato sorride. Lo bacio con passione, intenzionata a finire a letto, ma mi gela subito.

“No Titta, dobbiamo andare da zia, se non stiamo attenti, quella ci frega bene bene.”

Non posso fare a meno di girare indietro le orbite oculari e fare tremolare le palpebre, trattengo uno sbuffo, questa storia ci sta logorando. Non mi piace questo attaccamento ai soldi di Titto, è una novità, non siamo mai stati avidi, mai avuti grilli per la testa, ma da quando la zia materna super ricca ci ha comunicato di avere preso una dama di compagnia, lui sembra un animale in gabbia. È diventato sospettoso e arido.

“Scusa Titto, tua zia è ancora giovane, ha poco più di sessant’anni, è lucidissima. Avrà diritto di spendere i suoi soldi come meglio crede?”

Ora è lui ad alzare gli occhi al cielo. Mi viene da sorridere perché a lui non tremolano le palpebre, è come se avessi vinto.

L’allegria svanisce quando sento il suo tono aggressivo.

“Prima ha detto che voleva la dama di compagnia, perché si sentiva sola e aveva bisogno di un aiuto a casa, poi, quando le ho fatto notare che doveva dirlo a noi, i suoi unici nipoti, che l’avremmo accudita, ho visto come si è irrigidita la badante ed è venuto fuori che in realtà sta male e la dama sarebbe qualificata in campo medico. Sicuro è grave e quella ha già visto il malloppo a portata di mano.”

Sono pietrificata. Mi sento avvampare, ho conficcato le unghie malcurate nella pelle, stringendo i pugni fino a fare diventare bianche le nocche. Mi esce una voce acidula che mi fa montare la rabbia.

“Tu hai visto il malloppo!
Come ti sei permesso di coinvolgermi dicendo che l’avremmo accudita noi? L’abbiamo frequentata esclusivamente ai compleanni e a Natale e tu proponi entrambi per una cosa del genere? Ma non ti vergogni? Cosa sei diventato? Speri in una fantomatica eredità?”

Mi guarda stupito, è strano, non sembra arrabbiato, né ferito, oserei dire che è scioccato, ma non mi sembra ci siano i presupposti.

“Ma tu lo sai che possiede una fortuna? Palazzi interi, negozi al centro affittati, azioni, un vero patrimonio. Io non me ne sono mai interessato, ma ora questa storia della badante non mi va giù, si vede che prova a circuirla, non mi sta bene. Non è per i soldi, non solo. È una questione di principio e ora andiamo che è tardi.”

Lo seguo un po’ imbambolata, l’idea che venga truffata non va giù neanche a me, anche se ancora sento l’eco delle parole di Titto che mi mette in mezzo per accudire la zia.
Sono frenata da un sentimento ambiguo.

Mi sale dalla gola un rospo ingoiato qualche giorno prima, quando non avevo potuto sfogarmi perché c’era tutta la famiglia.

“Secondo te è normale che ci facciamo ospitare tutti da una donna che sta male, che secondo te è prossima alla morte? Potevamo andare in un ristorante e invitarla, almeno!”

Titto fa la sua espressione buffa, quando gli finisce sul naso la farfalla delle occasioni perse. Stringe le labbra di lato, piega la testa, colto in fallo, ma si riprende subito:

“Facciamola lavorare questa badante, la zia ha detto che le serviva un aiuto, questa mica penserà che le facciamo fare la bella vita facile facile!”

Ora ha un sorrisetto trionfante veramente puerile. Mi dà fastidio, non posso fare a meno di lanciare un attacco gratuito:

“Guarda che tua zia sarà dura a morire, vola basso con i tuoi sogni!”

Mi guarda evidentemente offeso, ma non proferisce parola.

Quando arriviamo ci sono già i genitori di Titto, oltre ad una decina di parametri più o meno lontani, curiosamente apparsi per stare vicini alla zia ricca ammalata. Imbarazzante.

È ora di metterci a tavola, a quanto pare non eravamo gli ultimi, il posto vicino alla zia è libero, non riesco a leggere il nome sul segnaposto, io e Titto le sediamo di fronte.

Scopriamo che per il pranzo ha ingaggiato un cuoco, un aiuto cucina e un cameriere.
La sua dama di compagnia si siede al posto lasciato libero, con buona pace dei commensali che non riescono ad evitare di ballare sulle sedie.
Io trovo questa Pasqua con sorpresa divertente.

Mio marito fissa la dama con sguardo ferino, io sorrido, ottenendo alcune delle sue occhiatacce.

Il pranzo è suntuoso e gustosissimo, le conversazioni stucchevoli ed interessate, la zia risponde distrattamente a tutti i lecchini, ma sembra a suo agio con la dama, che chiama confidenzialmente Lili, ridono e scherzano.

Percepisco ostilità nei suoi confronti da parte di tutti gli imbucati, perché questo siamo, non c’è dubbio.
Mi sembra veramente sgarbato l’ atteggiamento generale, decido di parlarle, dandole la dignità dell’ unica commensale gradita in questo giorno che dovrebbe essere di festa.

“Lili è il diminutivo del suo nome?” Mio marito mi molla una ginocchiata sotto al tavolo.
La dama ha uno sguardo dolce, mi risponde sorridendo:

“È un doppio diminutivo, mi chiamo Liliana Lila, che genitori creativi, non trovi?”

Ora è la zia ad agitarsi sulla sedia, la sta guardando con riprovazione? Forse non ritiene opportuno che mi dia del Tu, di certo è quello che pensa mio marito, che ora usa un tono astioso e insinuante.

“Lei, signora Lila, come avrebbe conosciuto la zia? Fa parte di una cooperativa? In genere le badanti non sono tutte rumene?”.

Vorrei sprofondare sotto il marmo del pavimento, assesto un calcio a mio marito che non ha nemmeno il buon gusto di incassare in silenzio, mentre mia zia, con tono decisamente alterato, afferma che la signora Lila, sottolineando signora, lavora all’ ospedale Biomedico, sta quasi urlando che è stimatissima, mentre Lili impone la sua calma solo poggiandole la mano sul braccio e conducendola verso la camera, rassicurandoci che va a somministrarle le medicine.

Sento che si sta alzando un mormorio generalizzato, spostamenti di sedie, mezze parole. Ho la voce fin troppo decisa nel ringraziarla e assicurando che l’avremmo aspettata, scusandomi io per eventuali malintesi

Eccoci, tutti intorno al tavolo, ci guardiamo pronti a fare ripartire la musica e togliere man mano una sedia alla volta, nella speranza che l’ultima rimasta non sia quella saldamente incollata al sedere di Lili.

Io me ne tiro fuori.

Li guardo uno ad uno, inchiodando alla fine lo sguardo su mio marito
“Non mi sono mai vergognata tanto. Non ti riconosco più. Abbiate tutti un po’ di rispetto.”

Neanche provano a controbattere, vorranno farsi trovare scodinzolanti al ritorno della zia.

Titto se ne esce che deve andare a prendere le sigarette, il mio disappunto raggiunge vette dall’ aria rarefatta, anche se credo sia meglio che esca per sbollire. Ne avrei bisogno anche io.

“Dove vai a Pasquetta a prendere le sigarette?”

Mi risponde veloce, ha fretta di uscire:

“Il bar dell’ ospedale è sempre aperto. Cinque minuti e torno”.

Mentre si chiude la porta alle spalle tornano Lili e la zia, non fanno domande, si siedono tranquille come se nulla fosse.

Apriamo le uova di cioccolata, qualche battuta sulle sorprese insulse, frasi banali, ammiccamenti residuali.

Il campanello premuto troppe volte e troppo a lungo cattura la nostra attenzione, spero non sia Titto, non è veramente modo.
Va la cameriera ad aprire, Titto entra come una furia, dito puntato contro Lila, con il petto la sovrasta.

“Giù la maschera impostora! Ti ho scoperta, ora ci dici chi sei veramente, voi intanto chiamate la polizia!”.

Guardo la scena incredula, azzardo:
“Titto sei impazzito? Ma cosa dici?”

*Dico che sono andato al Biomedico a chiedere le referenze dell’ infermiera Liliana Lila e mi hanno detto che non è affatto un’ infermiera, ecco cosa! Prendete tutte le medicine che somministra a questa povera donna, le facciamo esaminare dalla polizia, come minimo la sta avvelenando!“

Ha gli occhi fuori dalle orbite, anzi, è totalmente fuori di sé, vorrei urlargli di tacere, vorrei non essere qui, vorrei non avere nulla a che fare con nessuno.

Per assurdo cerco conforto nello sguardo di zia, sta gonfiando il petto come un piccione in amore, gli occhi segnati, colorito violaceo, credo possa esplodere letteralmente.
Lancia un urlo prima di parlare.

“Basta, basta, basta! La colpa è mia che mi sono preoccupata della vostra sensibilità” – ho gli occhi sbarrati nel vedere come scrolla la testa sillabando con una cantilena la parola sensibilità; sembra un mocio Vileda prima di essere strizzato.
Lili prova a cingerle le spalle, ma lei alza la voce ancora di un tono.

“Fammi fare l’indovina. Hai chiesto notizie sull’infermiera Liliana Lila e ti hanno risposto che non è un’ infermiera, tutto fiero sei corso qui a screditarla vero?
Non può essere andata altrimenti, perché al Biomedico tutti sanno che Lili è il direttore sanitario pro-tempore, mandato direttamente dalla fondazione, che tra l’altro è di sua proprietà, in Florida.
Doveva assicurarsi che tutto fosse perfetto per l’imminente vendita al gruppo spagnolo!”

Interviene la mamma di Titto, così ingenuamente che appena finisce di chiedere per quale motivo una persona con un lavoro simile dovesse fare la sua badante, io scoppio a ridere.
La zia mi guarda, forse sollevata, sgravata di un peso, complice.
Prima di parlare guarda Lila.

“Sono anni che torno in Italia solo per qualche giorno, quattro-cinque volte l’anno.
Non volevo sconvolgere nessuno, né essere nominata in infiniti rosari, ma ora basta.
Io e Lila stiamo insieme da nove anni, è stata la mia rinascita dopo la morte di Fausto. Non è la mia dama di compagnia, è la mia compagna di vita”.

Come seguendo un copione, la madre di Titto e almeno la metà dei presenti hanno schifato la rivelazione con frasi becere, al limite dell’ insulto.

Ho guardato mio marito, tremendamente imbarazzata per la sua sortita di pochi minuti prima e l’ho visto contrito, stretto nelle spalle.
Si è fatto coraggio con un sospiro prima di rivolgere nuovamente la parola alla zia.

“Scusami, ti prego perdonami. Sono un idiota totale. Anche tu Liliana… vorrei solo nascondermi per la vergogna. Sono stato tremendamente meschino, pieno di pregiudizi.”

Eccolo il mio vero Titto.
Corro ad abbracciare lui e poi vado a schioccare un bacio a zia e a Liliana.

In fondo non è poi stata così tanto male questa Pasquetta in famiglia, le sorprese non tutte insulse e i pregiudizi sempre duri a morire!
<3

Re: CDP2] Duri a morire

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Modea72 ha scritto: mer apr 03, 2024 11:51 pmche non prende pace, 
espressione che mi pare un po’ strana. 
Che non si dà pace f
Modea72 ha scritto: mer apr 03, 2024 11:51 pmSi è fermato, mi guarda stralunato, bocca semi aperta, già rido mentre continuo:
consecutio. Si è fermato, mi ha guardata stralunato ecc.
Modea72 ha scritto: mer apr 03, 2024 11:51 pmSperi in una fantomatica eredità?”
A livello di dialogo questa frase appare un po’ artificiosa. Toglierei fantomatica
Modea72 ha scritto: mer apr 03, 2024 11:51 pmTitto fa la sua espressione buffa, quando gli finisce sul naso la farfalla delle occasioni perse
Molto carina questa!


Una sorpresa di “genere”  @Modea72 . Una classica reunion di famiglia in cui la “cortesia” (ma non troppa in questo caso) di facciata nasconde astio e avidità 
che rendono ciechi i familiari commensali. Infatti dalla descrizione si evince fin dalle prime battute della cena che tra le due signore c’è un rapporto affettivo speciale e mi sono divertita nel vedere proprio la cecità dei parenti. Brava.
La formattazione non agevola la lettura tanto spazio tra una frase e l’altra ha l’effetto visivo di non renderla scorrevole. Accorpando di più le frasi si leggerebbe meglio, a mio parere.

Re: CDP2] Duri a morire

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Grazie @@Monica per il passaggio, gli spunti e gli apprezzamenti.
Se non ti dispiace, condivido con te le mie perplessità sugli appunti che mi fai, perché ho bisogno di un confronto.
Do sempre molta attenzione agli appunti ricevuti, credo mi abbiano aiutata moltissimo nella scrittura, ma tante volte, quando cerco di seguire i consigli, per mettermi alla prova, leggo dubbi proprio su quel che credevo avere interpretato bene.
Ad esempio, forse proprio all' ultimo racconto pubblicato, mi era stato suggerito di non usare termini troppo ricercati, poco credibili nella fluidità del racconto.
@Monica ha scritto: gio apr 04, 2024 7:17 am espressione che mi pare un po’ strana. 
Che non si dà pace f consecutio. Si è fermato, mi ha guardata stralunato ecc.
Io in queste due parti che mi citi, ho provato a scrivere esattamente come avrei parlato, senza dover fare attenzione all' utilizzo di un Italiano corretto e impostato.
"Non prendere pace" è una classica espressione romana.
Sulla seconda citazione, mi sembra di capire che non tornano i tempi verbali, ma non capisco esattamente dove sia l'errore.
Ho provato a scrivere tutto il racconto al presente, ma essendosi fermato in seguito alla battuta mi sembrava più corretto scrivere "si è fermato" e poi continuare al presente.
Puoi spiegarmi?
Solo se hai tempo e voglia, non ti sentire assolutamente in obbligo.
Grazie ancora 
<3

Re: CDP2] Duri a morire

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Ciao @Modea72 il bello di questi contest è proprio il confronto trovo che sia il valore aggiunto e mi farebbe piacere che tutti i racconti ricevessero i commenti proprio per l’utilità che i feed back dati da lettori, quantomeno appassionati,  forniscono.
Detto ciò, in genere, scrivo le mie impressioni di lettura a caldo, non ho la competenza adeguata per fare un editing per cui tutto ciò che segnalo sono le cose belle e gli eventuali “inciampi” che ho rilevato leggendo.
Per quanto riguarda la consecutio temporum, per quanto ne so, si devono rispettare regole della lingua italiana. Per cui una locuzione che comprenda un verbo al presente indicativo e anche un verbo al passato prossimo è errata. Nel tuo caso, se il racconto è al presente potresti dire “si ferma e mi guarda stralunata” 
Si è fermato è passato prossimo. (Si è fermato e mi ha guardata)  si è fermato e mi guarda mi suona errato. Ma lascio a chi è più capace di me una eventuale smentita che peraltro sarebbe utile anche a me.
Per quanto invece attiene l’utilizzo della forma “dialettale” ti dico che non tutti sono di Roma e per me “prendere pace” è una espressione strana. Non sarebbe così se in tutto il testo fossero usate forme dialettali che facessero comprendere la regionalita del protagonista. Allora non farei una piega e mi piacerebbe pure, ma il testo è narrato in italiano corretto e non ci sono altri passaggi dai quali si evinca la regionalità e per questo la frase sembra non corretta e fa inciampare  la lettura. 
Un abbraccio e grazie per avermi chiesto di approfondire :libro: anzi spero che qualcun altro fornisca dei “lumi”.

Re: CDP2] Duri a morire

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Modea72 ha scritto: mer apr 03, 2024 11:51 pmGuardo mio marito che non prende pace, anche quando si ferma dal suo girovagare nel salotto, muove il piede con una frenesia ipnotica.
Cara @Modea72 . Parlando di punteggiatura, fin dall'incipit tu privilegi interi periodi intervallati da virgole, solo virgole, ignorando i due punti (esplicativi) o il punto e virgola (maggiore pausa). 
Nel caso sopra, metterei i due punti dopo "salotto".
Modea72 ha scritto: mer apr 03, 2024 11:51 pm“No Titta, dobbiamo andare da zia, se non stiamo attenti, quella ci frega bene bene.”
Qui sopra, metterei i due punti dopo "zia".
Modea72 ha scritto: mer apr 03, 2024 11:51 pmNon mi piace questo attaccamento ai soldi di Titto, è una novità, non siamo mai stati avidi, mai avuti grilli per la testa, ma virgola da quando la zia materna super ricca ci ha comunicato di avere preso una dama di compagnia, lui sembra un animale in gabbia. È diventato sospettoso e arido.
Dopo "Titto" punto e virgola. E manca la virgola di apertura inciso.
Modea72 ha scritto: mer apr 03, 2024 11:51 pmAvrà diritto di spendere i suoi soldi come meglio crede o no?”
Modea72 ha scritto: mer apr 03, 2024 11:51 pmQuando arriviamo ci sono già i genitori di Titto, oltre ad una decina di parametri parenti più o meno lontani, curiosamente apparsi per stare vicini alla zia ricca ammalata. Imbarazzante.
parametri?
Modea72 ha scritto: mer apr 03, 2024 11:51 pmÈ ora di metterci a tavola, a quanto pare non eravamo gli ultimi, il posto vicino alla zia è libero, non riesco a leggere il nome sul segnaposto, io e Titto le sediamo di fronte.
raffica di virgole
Modea72 ha scritto: mer apr 03, 2024 11:51 pmMio marito fissa la dama con sguardo ferino, io sorrido, ottenendo alcune delle sue occhiatacce.
dopo "ferino" punto e virgola
Modea72 ha scritto: mer apr 03, 2024 11:51 pmMi sembra veramente sgarbato l’ atteggiamento generale, decido di parlarle, dandole la dignità dell’ unica commensale gradita in questo giorno che dovrebbe essere di festa.
dopo "generale" punto e virgola
Modea72 ha scritto: mer apr 03, 2024 11:51 pmIn fondo non è poi stata così tanto male questa Pasquetta in famiglia, le sorprese non tutte insulse e i pregiudizi sempre duri a morire!
Il finale lo riscriverei così:

In fondo non è stata così male questa Pasquetta in famiglia. Le sorprese non sono state tutte insulse, anche se i pregiudizi si sono dimostrati sempre
duri a morire. E i parenti? Duri a capire!  :D

Brava @Modea72 . Divertente lettura, grazie!  :libro:
Di sabbia e catrame è la vita:
o scorre o si lega alle dita.


Poeta con te - Tre spunti di versi

Re: CDP2] Duri a morire

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Ciao @Modea72


Indubbiamente una sorpresa il tuo finale, anche se al giorno d’oggi queste situazioni non sono più considerate sorprese ma “quasi” la norma. Questo va bene purché, mio pensiero, la norma non sia inculcata a tutti tramite gli infiniti rivoli sociali diretti da chi è favorevole alla norma a prescindere.
Potresti pensare che sono un bacchettone contro, ma non è così: nel passato ho scritto diversi racconti che trattavano dell’omosessualità, dal punto di vista maschile. Racconti permeati di dolore e di  struggente melanconia. Sono stato anche testimone di autentici drammi in un tempo dove si ragionava diversamente a questo proposito e io non condividevo, come non condivido il modo di ragionare di oggi. Ma, ribadisco, è solo il mio pensiero.
I personaggi di Lila e della zia, compagne di vita, mi sono simpatici, mentre non parteggio per lo stuolo dei parenti più o meno interessati all’eredità della zia.
Non riesco a essere da una parte e nemmeno dall’altra.
Ci deve essere qualche altra ragione per poter vivere.
Si salveranno solo coloro che resisteranno e disobbediranno a oltranza, il resto perirà.
(Apocalisse di S. Giovanni)

Re: CDP2] Duri a morire

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Ciao @Modea72  
anche se la sorpresa l'avevo subodorata molto prima del lento Titto, ho apprezzato comunque il racconto :)
Modea72 ha scritto: mer apr 03, 2024 11:51 pmquando non avevo potuto sfogarmi
la frase principale è al presente, quindi qui ci va il passato prossimo, non il trapassato: non ho potuto
Modea72 ha scritto: mer apr 03, 2024 11:51 pmtutti gli imbucati, perché questo siamo,
capisco cosa intendi, però "imbucati" non è il termine adatto, visto che sono ufficialmente invitati, con tanto di segnaposto. Forse "ospiti sgraditi"? "parenti serpenti"? "invitati sgradevoli"?
Modea72 ha scritto: mer apr 03, 2024 11:51 pmHo la voce fin troppo decisa nel ringraziarla e assicurando che l’avremmo aspettata,
Anche qui, la proposizione principale è al presente, quindi la subordinata non va al futuro anteriore ma al futuro semplice: che l'aspetteremo.
Modea72 ha scritto: mer apr 03, 2024 11:51 pmperché al Biomedico tutti sanno che Lili è il direttore sanitario pro-tempore, mandato direttamente dalla fondazione, che tra l’altro è di sua proprietà, in Florida.
Doveva assicurarsi che tutto fosse perfetto per l’imminente vendita al gruppo spagnolo!
Questo è uno spiegone, che oltretutto non aggiunge nulla alla vicenda del racconto. Penso che direttore sanitario bastasse ampiamente. Aver preparato background e biografia dei personaggi è ottimo e utile per te, ma non è necessario inserire tutto nel testo.
Modea72 ha scritto: mer apr 03, 2024 11:51 pmappena finisce di chiedere per quale motivo una persona con un lavoro simile dovesse fare la sua badante,
Debba, o dovrebbe.
Modea72 ha scritto: mer apr 03, 2024 11:51 pm Come seguendo un copione, la madre di Titto e almeno la metà dei presenti hanno schifato la rivelazione con frasi becere, al limite dell’ insulto.

Ho guardato mio marito, tremendamente imbarazzata per la sua sortita di pochi minuti prima e l’ho visto contrito, stretto nelle spalle.
Si è fatto coraggio con un sospiro prima di rivolgere nuovamente la parola alla zia.
il racconto è tutto al presente: lo viviamo "in presa diretta" con la narratrice, quindi anche il finale è in diretta, non puoi raccontarlo al passato prossimo.
I presenti schifano la rivelazione, guardo mio marito, lo vedo contrito, si fa coraggio.
Modea72 ha scritto: mer apr 03, 2024 11:51 pmIn fondo non è poi stata così tanto male questa Pasquetta in famiglia,
idem come sopra, il racconto è al presente: non è male questa Pasquetta...
Oppure eviti il verbo: che Pasquetta in famiglia...! Non male, la Pasquetta in famiglia...!

Non ho capito il perché di tutti quegli a capo e quegli spazi tra le righe: l'impaginazione risulta strana. Ma immagino che abbiano una ragione che mi sfugge.

Un saluto
I intend to live forever, or die trying.
(Groucho Marx)

Re: CDP2] Duri a morire

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Grazie @Bef
mi hai dato dei suggerimenti utilissimi. Sono arrivata a pubblicare negli ultimi minuti a disposizione e non mi ero minimamente resa conto di tutti gli strafalcioni che mi hai segnalato.
Non ci posso credere che anche in questo testo ho infilato uno spiegone. Giuro che ci sto lavorando.
Bef ha scritto: ven apr 05, 2024 6:35 pmcapisco cosa intendi, però "imbucati" non è il termine adatto
Questo invece non penso di cambiarlo, perché lo sottolinea con un: "perché questo siamo".
Mi piace l'idea che dovrebbe dare dei personaggi a tavola 
Sulla formattazione, non sopporto il testo senza spazio tra le righe. Soffoca.
Ti ringrazio molto per le pulci.
@Alberto Tosciri
Mi lasci perplessa, ma non credo sia questa la sede per discutere su determinati argomenti
<3

Re: CDP2] Duri a morire

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Ciao @Modea72 

Concordo su tutti gli appunti che ti hanno già fatto, e se può esserti utile
Modea72 ha scritto: mer apr 03, 2024 11:51 pmGuardo mio marito che non prende pace, anche quando si ferma dal suo girovagare nel salotto, muove il piede con una frenesia ipnotica
anch'io sono inciampata in "non prende pace". I regionalismi sono molto insidiosi: nella testa del lettore che non li conosce, a prescindere dalle convinzioni dello scrittore (possono essere considerati i "cari" che vanno eliminati), danno l'impressione di un testo non curato. In generale tutta la frase potrebbe essere migliorata.
La fiera dell'avidità e della falsità è ben rappresentata; avrei preferito una narrazione meno egoriferita dell'io narrante, che si perde in dettagli (parere personale, ovvio!) che non servono alla storia.
A rileggerti
Già.

Re: CDP2] Duri a morire

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Modea72 ha scritto: sab apr 06, 2024 12:53 am
@Alberto Tosciri
Mi lasci perplessa, ma non credo sia questa la sede per discutere su determinati argomenti
Non avevo intenzione di discutere su un determinato argomento, ma se devo esprimere un'opinione su qualcosa  ritengo sia giusto accennare un motivo che mi porta a pensare in un certo modo.  Se talvolta, a seconda dell'argomento, non potessi spiegare le motivazioni di un mio parere non avrei niente da dire. Cosa che penso sia fattibile, in fondo.
Si salveranno solo coloro che resisteranno e disobbediranno a oltranza, il resto perirà.
(Apocalisse di S. Giovanni)
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