[Lab12] Ombre di Giustizia

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Il commissario Tiberio Gallo aveva appena finito una lunga giornata di lavoro. Esausto, l'unico suo desiderio era tornare a casa per cenare con la moglie e andare a riposare. Un improvviso acquazzone iniziò a battere contro le finestre dell'ufficio mentre stava indossando il soprabito, sospirò. Uscito in strada, si maledisse per non avere con sé un ombrello, pensando a come sarebbe stato accolto dalla moglie, preoccupata per il suo ritardo e per il tempo inclemente, dato che si sarebbe bagnato dalla testa ai piedi. Quando salì in auto, il cellulare prese a squillare; il commissario tirò fuori lo smartphone dalla tasca del soprabito e vide chi lo stava chiamando: l'amico di sempre, Luca Rossi. Tentò di rispondere, ma la linea cadde, poi tentò di richiamarlo due volte senza successo nell'arco di dieci minuti: la prima volta il telefono suonò a vuoto e la seconda volta risultò spento. Tornato a casa, dopo una doccia veloce e la cena con la moglie che gli fece la ramanzina come previsto, il commissario andò a letto, ripromettendosi di richiamare Luca la mattina successiva.
 
La mattina dopo la colazione, Tiberio tentò nuovamente di contattare l'amico, ma il telefono risultava ancora irraggiungibile. Fu in quel momento che ricevette una telefonata dall’ispettore Re, che segnalava il ritrovamento di un corpo senza vita e lo invitava a recarsi sul posto. La squadra della scientifica era già all'opera effettuando i rilievi del caso, e fortunatamente, il maltempo aveva concesso una pausa, agevolando il loro lavoro.
 
Amanda Ferrari, una giovane ispettrice e recente arrivo nella sua squadra, si avvicinò all'automobile di Gallo, non appena vide scendere il commissario. Quest'ultimo aveva preso subito in simpatia l'ispettrice dal primo giorno, soprattutto grazie alla sua solerzia. «L’uomo non è stato ancora identificato, non aveva documenti con sé. Hanno trovato l'arma del delitto, un coltello da cucina» disse lei.
 
Avvicinatosi al corpo senza vita, Gallo riconobbe l’amico Luca Rossi, che aveva cercato di contattare dalla sera prima. Amanda chiese al commissario di cosa si occupasse la vittima e, dopo un momento di silenzio, l'uomo rispose che la vittima era un giornalista d'inchiesta. L'ultimo articolo di Luca, dedicato al progetto Eden e pubblicato qualche giorno prima, era il preludio di un libro che aveva intenzione di pubblicare l'anno successivo.
 
«Il progetto Eden? Quello che prevede la costruzione di un enorme complesso immobiliare nel centro della città, finanziato da quella fondazione privata? Era su tutti i giornali qualche giorno fa, per via di quelle proteste violente» esclamò l'ispettore Re, che dopo aver parlato con il medico legale, stava raggiungendo i colleghi.
 
«Esatto. Secondo Luca, tutto il progetto nascondeva una truffa milionaria, orchestrata dalla fondazione per riciclare principalmente soldi sporchi di politici corrotti e imprenditori senza scrupoli che avevano legami con la malavita» disse il commissario.
 
Dopo aver discusso i dettagli con l’ispettore Re e l’ispettrice Ferrari, il commissario diede le istruzioni per l'indagine: l’ispettrice si recò a informare la moglie del defunto e ne avrebbe approfittato per fare qualche domanda, mentre Marco riferì di un testimone che aveva visto un uomo incappucciato fuggire dopo aver accoltellato Luca.
 
«Non c'è nessuna telecamera di sicurezza in zona?» chiese il commissario.
 
«Solo una, ma non sappiamo se funziona.» rispose Marco.
 
«Dobbiamo controllare.» disse Tiberio pensoso.
 
Tornati in ufficio, il commissario si sedette dietro la scrivania, avvolto dai suoi pensieri e turbato dal legame tra il caso attuale e il crimine a cui lui e Luca avevano assistito da ragazzi. Quei ricordi, sepolti per anni, ora riaffioravano con forza, come se il passato si fosse risvegliato per chiedere giustizia. 
«Tiberio, stai bene?» chiese l’ispettore, notando il suo sguardo assente, posando un espresso acquistato dalla macchinetta davanti all’uomo. Si permetteva di chiamarlo per nome solo quando erano soli, ma il rispetto dell’ispettore per il commissario non era mai mancato. In realtà, era una concessione che Tiberio aveva fatto a poche persone sul posto di lavoro, e Marco era uno dei pochi, dato che era il suo braccio destro. Per rispondere alla domanda, l’uomo scosse la testa, cercando di concentrarsi. 
«Sì, sto solo pensando. Questo caso... è più personale di quanto avrei immaginato.»
«Capisco. Se c'è qualcosa che posso fare, fammelo sapere.» si offrì Marco. 
«Certo, ti ringrazio.» rispose il commissario, tentando un sorriso che non riuscì a raggiungere i suoi occhi.
 
Le indagini proseguivano e, nei giorni successivi, Amanda riferì che a casa di Luca Rossi era stato trovato un evidente caos, segno che qualcuno avesse cercato qualcosa di specifico. Fu la moglie di Luca a informare l'ispettrice dell'esistenza di una cassetta di sicurezza. All'interno della cassetta, situata in una banca, trovarono documenti personali e una chiavetta USB. I documenti e le registrazioni audio rinvenuti confermavano in modo schiacciante le accuse di Luca sul progetto Eden. Queste registrazioni, effettuate segretamente durante riunioni riservate, rivelavano discussioni compromettenti tra politici di alto livello, imprenditori e persino un giudice della Corte Suprema. Queste conversazioni smascheravano un piano ben orchestrato per utilizzare il progetto Eden come facciata per operazioni di riciclaggio di denaro e corruzione a grande scala. In uno dei file audio, una voce che Tiberio riconobbe come quella del giudice Rizzo, discuteva di come manipolare le sentenze legali per favorire la realizzazione del progetto, nonostante le numerose irregolarità e le proteste dei cittadini che non volevano la realizzazione del progetto, considerato un ecomostro. Era presente un documento che conteneva le email scambiate tra un esponente politico di spicco e il capo della fondazione privata che finanziava il progetto, dettagliando i piani per spostare ingenti somme di denaro in paradisi fiscali, occultando così i profitti illeciti generati dalle operazioni immobiliari e dalle attività collaterali al progetto.
 
Luca Rossi, nel suo ruolo di giornalista d'inchiesta, era riuscito a infiltrarsi in questo giro di corruzione, raccogliendo prove decisive. Qualcuno, temendo le conseguenze delle sue rivelazioni, aveva deciso di fermarlo prima che potesse divulgare ciò che aveva scoperto. Esaminando quei materiali, il commissario Tiberio Gallo si rese conto dell'ampiezza e della gravità delle informazioni raccolte da Luca. Sapeva di avere il dovere di portare alla luce la verità, ma era anche consapevole della necessità di agire con la massima cautela, data l'alta posizione delle persone coinvolte nella vicenda.
 
In quel momento, un tecnico della Polizia Scientifica entrò con una novità dalle immagini della telecamera di sicurezza: avevano scoperto l'identità del giovane incappucciato, che era stato ripreso mentre saliva su una macchina poco dopo il delitto. Le analisi del profilo e delle impronte digitali trovate sul coltello rivelavano che si trattava di Enrico Diotallevi, un ragazzo di vent'anni con precedenti per piccoli furti. «Trovatelo.» ordinò il commissario.
 
Dopo aver individuato l'indirizzo, i due ispettori raggiunsero la casa di Enrico Diotallevi, situata in un quartiere periferico della città. Trovandolo in casa, lo arrestarono senza che il giovane opponesse resistenza e lo condussero in centrale. Una volta catturato, il commissario e l’ispettore si dedicarono all’interrogatorio di Enrico. Sotto la pressione delle domande del commissario, Enrico crollò, rivelando che il mandante dell'omicidio era un membro di spicco del progetto Eden, conosciuto da lui con il soprannome “l’airone”. Dopo una descrizione dettagliata, risalirono al direttore finanziario del progetto Eden, che Luca aveva tenuto sotto controllo per un periodo, Lorenzo Moretti.
«L’airone mi ha promesso che, se avessi fatto fuori quell’uomo, avrei ricevuto un grosso pagamento in denaro e tutti i miei reati precedenti sarebbero stati cancellati, dato che aveva conoscenze importanti. Mi ha assicurato che nessuno mi avrebbe riconosciuto e che sarebbe stato tutto facile. Non ho pensato alle conseguenze, volevo solo quei soldi, ne avevo bisogno per aiutare la mia famiglia.» confessò Enrico con voce tremante.
 
Le indagini si intensificarono. La squadra del commissario Gallo, focalizzandosi sui dettagli finanziari e le comunicazioni di Moretti, scoprì una serie di messaggi criptati e registrazioni di telefonate tra Moretti ed Enrico Diotallevi. Grazie alla collaborazione con l'unità di cyber-crimine della polizia e all'ottenimento dei necessari mandati giudiziari, furono in grado di recuperare queste prove digitali che dimostravano inequivocabilmente l'assunzione di Enrico da parte di Moretti per commettere l'omicidio. Armati di queste prove schiaccianti, il commissario Gallo e la sua squadra fecero irruzione nell'ufficio di Moretti, arrestandolo per istigazione all'omicidio e corruzione. L'arresto di una figura così influente nel progetto Eden provocò un terremoto politico e mediatico.
 
Dopo il processo, Lorenzo Moretti venne condannato a 30 anni di reclusione per istigazione all'omicidio e per il suo coinvolgimento nel riciclaggio di denaro e nella corruzione; mentre Enrico Diotallevi venne condannato a 24 anni di reclusione per omicidio volontario. La sua confessione e la collaborazione con le autorità gli evitarono l'ergastolo. Il giudice Rizzo venne condannato a 15 anni di reclusione dopo essere stato trovato colpevole di corruzione e manipolazione delle sentenze legali.
 
Nella conferenza stampa che seguì, Tiberio Gallo sottolineò il ruolo cruciale della tecnologia e della cooperazione interforze nella risoluzione del caso. Aveva esposto la verità e reso la città più sicura; ma era consapevole che la lotta contro la corruzione e il crimine continuava.

Re: [Lab12] Ombre di Giustizia

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sarycaine ha scritto: Quando salì in auto, il cellulare prese a squillare; il commissario tirò fuori lo smartphone dalla tasca del soprabito e vide chi lo stava chiamando: l'amico di sempre, Luca Rossi. 
Ciao, non ho mai commentato un tuo pezzo e spero di non risultare pedante, ma devo fare un commento più approfondito e allora...
Questa descrizione è superflua meglio snellire allacciandoti direttamente al nome apparso sul cellulare. È sempre meglio eliminare le scene ovvie e pertanto banali, rallentano la narrazione. 
sarycaine ha scritto: Quest'ultimo aveva preso subito in simpatia l'ispettrice dal primo giorno,
Hai già detto che la prese in simpatia subito quindi o elimini "fin da subito" e affermi semplicemente "...fin dal primo giorno" oppure fai il contrario. Tutt'e due sono una ripetizione superflua.
sarycaine ha scritto: Avvicinatosi al corpo senza vita, Gallo riconobbe l’amico Luca Rossi, che aveva cercato di contattare dalla sera prima. Amanda chiese al commissario di cosa si occupasse la vittima e, dopo un momento di silenzio, l'uomo rispose che la vittima era un giornalista d'inchiesta.
Qui, invece, manca un passaggio importante, lo sbalordimento o qualsiasi altra reazione del Commissario. La scena scritta così risulta piatta, non è possibile che il lui non abbia avuto una reazione umana di una certa intensità. Ci starebbe bene un "Cristo Santo è il mio amico Luca Rossi!" o qualcosa di simile, che giustificherebbe anche la domanda della Ferrari che, se non sa della conoscenza tra i due, come può formlare la domanda "Di cosa si occupava?"
sarycaine ha scritto: L'ultimo articolo di Luca, dedicato al progetto Eden e pubblicato qualche giorno prima, era il preludio di un libro che aveva intenzione di pubblicare l'anno successivo.
Questa notizia importantissima e che dà l'opportunità all'Ispettore Re di formulare la sua domanda sembra essere detta inter nos dalla voce narrante e rivolta al lettore piuttosto che tra protagonisti, dovresti passarla come dialogo, in modo da venire ascoltata dal Re. Diversamente puoi legare quasta frase alla precedente: 
sarycaine ha scritto: l'uomo rispose che la vittima era un giornalista d'inchiesta e che L'ultimo articolo di Luca, lo aveva dedicato al progetto Eden e pubblicato qualche giorno prima, era il preludio di un libro che aveva intenzione di pubblicare l'anno successivo.
 
Chiaramente la frase andrebbe riformulata per bene. 
sarycaine ha scritto: mentre Marco riferì
chi è Marco? Forse l'Ispottere Re? Allora quando presenti Re dì pure il nome così il lettore non si smarrisce.
sarycaine ha scritto: sapere.» si offrì Marco. 
Qui puoi eliminare il punto dopo "sapere"
sarycaine ha scritto: Nella conferenza stampa che seguì, Tiberio Gallo sottolineò il ruolo cruciale della tecnologia e della cooperazione interforze nella risoluzione del caso. Aveva esposto la verità e reso la città più sicura; ma era consapevole che la lotta contro la corruzione e il crimine continuava.
In questa chiusa, a mio parere, manca l'encomio alla vittima che non si è fermato davanti al coinvolgimento di nomi tanto importanti rimettendoci la vita. 
Tutta la spiegazione che ci hai dato dell'indagine sembra più un resoconto giornalistico. Credo che manchi la suspance di un vero giallo.
Perdonami, non so quale sia il genere che ti è più congeniale, ma il giallo più che altri ha dei doveri nei confronti del lettore. Ad esempio, hai parlato di 
sarycaine ha scritto: Tornati in ufficio, il commissario si sedette dietro la scrivania, avvolto dai suoi pensieri e turbato dal legame tra il caso attuale e il crimine a cui lui e Luca avevano assistito da ragazzi. Quei ricordi, sepolti per anni, ora riaffioravano con forza, come se il passato si fosse risvegliato per chiedere giustizia. 
Ma nel prosieguo della storia non c'è traccia di questo legame! Ogni notizia che si fornisce al lettore deve essere motivata, ha un valore e deve avere uno scopo. 
Lo so che a primo impatto ti sentirai infastidito/a da quanto ti ho sottolineato e spero davvero che non me ne vorrai. Qui teniamo molto al confronto e ai consigli perchè tutti abbiamo a cuore il progredire di ognuno. Magari altri commenteranno meno rigorosamente.  :rosa:

Re: [Lab12] Ombre di Giustizia

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Ciao @Adel J. Pellitteri :D 

Questa era la prima volta che ho pubblicato un mio pezzo qui ed ero un po’ in ansia, lo ammetto, dato che siete tutti bravissimi! Perciò ti ringrazio moltissimo per gli appunti. Non sono affatto infastidita, anzi! I tuoi commenti mi aiutano a capire dove posso fare meglio e sicuramente mi serviranno per migliorare. Considerando che i gialli sono la cosa che finora mi è sempre riuscita meglio, apprezzo davvero i tuoi suggerimenti per affinare ulteriormente il mio stile.

Mi rendo conto ora che alcune frasi non erano affatto chiare. 
Per quanto riguarda la scena in cui Gallo riconosce il corpo dell'amico Luca Rossi, hai ragione nel sottolineare la mancanza di una reazione emotiva adeguata, ma pensavo che lo shock lo avesse bloccato e capisco se non è una reazione adatta per un commissario!
Purtroppo, ho dovuto cancellare alcune parti del racconto per rimanere nei limiti di lunghezza consentiti - la lunghezza originale aveva superato il doppio del limite. Per questo potrebbe assomigliare più a resoconto giornalistico o ad un video true crime, poiché volevo che fosse chiaro cosa fosse successo a ciascuno dei colpevoli. Tuttavia, spero di riuscire a fare riferimenti ai miei protagonisti in altre storie.

Grazie ancora per il tempo dedicato a leggere e commentare il mio lavoro. I tuoi feedback sono preziosi e mi aiuteranno sicuramente a crescere come scrittrice :) 

Re: [Lab12] Ombre di Giustizia

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Ciao @sarycaine

Leggendo si percepisce il gran lavoro che fai fatto per costruire la storia. L’idea anche se non è particolarmente originale offre comunque numerosi spunti interessanti ed è potenzialmente, penso, utilizzabile per uno scritto molto più ampio di questa esercitazione.
Non ti ripeterò quanto ti ha già ottimamente segnalato @Adel J. Pellitteri . Piuttosto il racconto si divide in due parti. Sì apre come un racconto con tanto di descrizioni e dialoghi (certo si può asciugare risparmiando battute) ma comunque l’incipit è funzionale a farci conoscere il personaggio dell’ispettore tutto fino a quando viene confermato che la vittima è proprio l’amico che aveva tentato di chiamarlo la sera in cui è è stato ucciso. 
da quel momento in poi la narrazione assume il tono di una sinossi. La storia viene raccontata in tutti i suoi aspetti e ciò non aiuta la suspence.
Ci sono ben tre inquirenti dei quali uno, l’ispettore Re (ti inviterei a valutare un congnome di verso che eviti il bisticcio tra sillaba finale di ispettore e Re) peraltro nel corpo del racconto a un certo punto lo fai chiamare Marco. Sono dovuta tornare indietro per capire chi fosse Marco. I personaggi dovresti presentarli con nome e cognome subito se pensi di utilizzarli così puoi alternare senza confondere il lettore. 
Della vittima non si sa molto e i colpevoli li descrivi nella parte raccontata. L’unico che resta un po’ più in ombra è l’airone ma subito riveli l’identità.
Non avevo mai letto niente di tuo e sono felice che tu sia approdata al Lab. Questi esercizi ci mettono davvero alla prova e per fortuna  tra noi ci sono degli amici di penna e molto ben strutturati e capaci che in modo generoso ci aiutano a migliorarci. 
Alla prossima!  :sss:

Re: [Lab12] Ombre di Giustizia

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sarycaine ha scritto: Un improvviso acquazzone iniziò a battere contro le finestre dell'ufficio mentre stava indossando il soprabito, sospirò. 
La parola finale io la staccherei. Sospirò.
sarycaine ha scritto: esclamò l'ispettore Re, che virgola dopo aver parlato con il medico legale, stava raggiungendo i colleghi 
  ha scritto:l’ispettore Re e l’ispettrice Ferrari, il commissario diede le istruzioni per l'indagine: l’ispettrice si recò a informare la moglie del defunto e ne avrebbe approfittato per fare qualche domanda, mentre Marco riferì di un testimone che
Che Marco sia l'ispettore Re lo lasci all'intuizione del lettore?
sarycaine ha scritto: Le indagini proseguivano e, nei giorni successivi, Amanda riferì che a casa di Luca Rossi era stato trovato un evidente caos, segno che qualcuno avesse cercato qualcosa di specifico. Fu la moglie di Luca a informare l'ispettrice dell'esistenza di una cassetta di sicurezza. All'interno della cassetta, situata in una banca, trovarono documenti personali e una chiavetta USB. I documenti e le registrazioni audio rinvenuti confermavano in modo schiacciante le accuse di Luca sul progetto Eden. Queste registrazioni, effettuate segretamente durante riunioni riservate, rivelavano discussioni compromettenti tra politici di alto livello, imprenditori e persino un giudice della Corte Suprema. Queste conversazioni smascheravano un piano ben orchestrato per utilizzare il progetto Eden come facciata per operazioni di riciclaggio di denaro e corruzione a grande scala. In uno dei file audio, una voce che Tiberio riconobbe come quella del giudice Rizzo, discuteva di come manipolare le sentenze legali per favorire la realizzazione del progetto, nonostante le numerose irregolarità e le proteste dei cittadini che non volevano la realizzazione del progetto, considerato un ecomostro. Era presente un documento che conteneva le email scambiate tra un esponente politico di spicco e il capo della fondazione privata che finanziava il progetto, dettagliando i piani per spostare ingenti somme di denaro in paradisi fiscali, occultando così i profitti illeciti generati dalle operazioni immobiliari e dalle attività collaterali al progetto.
 
Luca Rossi, nel suo ruolo di giornalista d'inchiesta, era riuscito a infiltrarsi in questo giro di corruzione, raccogliendo prove decisive. Qualcuno, temendo le conseguenze delle sue rivelazioni, aveva deciso di fermarlo prima che potesse divulgare ciò che aveva scoperto. Esaminando quei materiali, il commissario Tiberio Gallo si rese conto dell'ampiezza e della gravità delle informazioni raccolte da Luca. Sapeva di avere il dovere di portare alla luce la verità, ma era anche consapevole della necessità di agire con la massima cautela, data l'alta posizione delle persone coinvolte nella vicenda.
Ecco, qui sopra ti ho riportato il pezzo dove tu fai fare alla voce narrante un lungo "spiegone" delle indagini avviate.
sarycaine ha scritto: Le indagini si intensificarono. La squadra del commissario Gallo, focalizzandosi sui dettagli finanziari e le comunicazioni di Moretti, scoprì una serie di messaggi criptati e registrazioni di telefonate tra Moretti ed Enrico Diotallevi. Grazie alla collaborazione con l'unità di cyber-crimine della polizia e all'ottenimento dei necessari mandati giudiziari, furono in grado di recuperare queste prove digitali che dimostravano inequivocabilmente l'assunzione di Enrico da parte di Moretti per commettere l'omicidio. Armati di queste prove schiaccianti, il commissario Gallo e la sua squadra fecero irruzione nell'ufficio di Moretti, arrestandolo per istigazione all'omicidio e corruzione. L'arresto di una figura così influente nel progetto Eden provocò un terremoto politico e mediatico.
 
Dopo il processo, Lorenzo Moretti venne condannato a 30 anni di reclusione per istigazione all'omicidio e per il suo coinvolgimento nel riciclaggio di denaro e nella corruzione; mentre Enrico Diotallevi venne condannato a 24 anni di reclusione per omicidio volontario. La sua confessione e la collaborazione con le autorità gli evitarono l'ergastolo. Il giudice Rizzo venne condannato a 15 anni di reclusione dopo essere stato trovato colpevole di corruzione e manipolazione delle sentenze legali.
 
Nella conferenza stampa che seguì, Tiberio Gallo sottolineò il ruolo cruciale della tecnologia e della cooperazione interforze nella risoluzione del caso. Aveva esposto la verità e reso la città più sicura; ma era consapevole che la lotta contro la corruzione e il crimine continuava.
Nel finale, ci presenti le conclusioni del processo, e il succo della conferenza stampa col commissario che conclude il caso, con stampo giornalistico.

Ecco, al lettore pare di leggere, a puntate,  la cronaca nera di un quotidiano.

Eppure, la prima parte l'hai costruita bene, con la tecnica "show don't tell" e qualche dialogo mirato.

Qual era il crimine a cui il commissario e l'amico ucciso avevano assistito da ragazzini? Quale il legame col delitto attuale?

Forse hai tagliato cose importanti da una versione più lunga?

Comunque sia, vedo che scrivi bene, con proprietà e correttezza di termini. Scusami le pulci che sono abituata a fare sulla punteggiatura (è un mio limite, lo so  :si:  ma anche una mia convinzione che, se messe bene, migliorano la resa del testo. (Mi correggo: te ne ho aggiunta solo una. Sai usarla molto bene, la punteggiatura: brava!)

Lieta che tu abbia esordito nel mondo dei Contest del CdM! Benvenuta qui! Alla prossima :flower:
Di sabbia e catrame è la vita:
o scorre o si lega alle dita.


Poeta con te - Tre spunti di versi

Re: [Lab12] Ombre di Giustizia

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Ciao @sarycaine 
Bentrovata!
Non ho mai letto niente di tuo, credo.
 
sarycaine ha scritto: mar gen 30, 2024 7:40 pmIl commissario Tiberio Gallo aveva appena finito una lunga giornata di lavoro. Esausto, l'unico suo desiderio era tornare a casa per cenare con la moglie e andare a riposare. Un improvviso acquazzone iniziò a battere contro le finestre dell'ufficio mentre stava indossando il soprabito, sospirò. Uscito in strada, si maledisse per non avere con sé un ombrello, pensando a come sarebbe stato accolto dalla moglie, preoccupata per il suo ritardo e per il tempo inclemente, dato che si sarebbe bagnato dalla testa ai piedi. Quando salì in auto, il cellulare prese a squillare; il commissario tirò fuori lo smartphone dalla tasca del soprabito e vide chi lo stava chiamando: l'amico di sempre, Luca Rossi. Tentò di rispondere, ma la linea cadde, poi tentò di richiamarlo due volte senza successo nell'arco di dieci minuti: la prima volta il telefono suonò a vuoto e la seconda volta risultò spento. T
L'incipit del racconto è una parte molto importante, Deve incuriosire, mostrare qualcosa che catturi il lettore fin dalle prime righe.
La sequenza di azioni così come le proponi rallentano la lettura.
Mi permetto un esempio:
Il commissari gallo era esausto, la giornata era stata pesante e per di più, ora che stava per tornare a casa aveva cominciato a piovere a dirotto.
Oppure:
S'infila nella macchina bagnato fradicio quando squilla il cellulare…È Luca l'amico di sempre

sarycaine ha scritto: mar gen 30, 2024 7:40 pmFu in quel momento che ricevette una telefonata dall’ispettore Re,
L'ispettore Re, io cambierei cognome per una lettura più fluida.
sarycaine ha scritto: mar gen 30, 2024 7:40 pmLa squadra della scientifica era già all'opera effettuando i rilievi del caso, e fortunatamente, il maltempo aveva concesso una pausa, agevolando il loro lavoro.
È una cosa tecnica ma voglio segnalartela: A effettuare i rilievi del caso sono gli agenti chiamati sul posto, sono loro che dopo aver scattato foto, misurato l'area, rilevato odori, eccetera, in un secondo tempo chiamano la scientifica, il medico legale…  

Il maltempo di solito non è una bella cosa, rallenta il lavoro e nel caso la scena del delitto sia all'esterno, purtroppo quelle che potrebbero essere prove andranno perse. 
sarycaine ha scritto: mar gen 30, 2024 7:40 pm«Il progetto Eden? Quello che prevede la costruzione di un enorme complesso immobiliare nel centro della città, finanziato da quella fondazione privata? Era su tutti i giornali qualche giorno fa, per via di quelle proteste violente» esclamò l'ispettore Re, che dopo aver parlato con il medico legale, stava raggiungendo i colleghi.
 
Ho notato che non hai descritto l'ambiente, è un ottima cosa collocare i personaggi nell'ambiente che li circonda. Dove sono? sta ancora piovendo? 
Il corpo è sulla strada? In una rupe?
sarycaine ha scritto: mar gen 30, 2024 7:40 pm«Non c'è nessuna telecamera di sicurezza in zona?» chiese il commissario.
 
«Solo una, ma non sappiamo se funziona.» rispose Marco.
Vedi, qui ti serve un palo, una parete dove collocare questa telecamera, magari c'è un capannone industriale sulla via dove hanno ritrovato il corpo...

Per il resto del racconto sono d'accordo con i commenti che ti hanno fatto prima di me.
La tua idea di trama è interessante, avresti dovuto mostrarla al lettore con azioni e dialoghi. 
sarycaine ha scritto: mar gen 30, 2024 7:40 pmAll'interno della cassetta, situata in una banca, trovarono documenti personali e una chiavetta USB. I documenti e le registrazioni audio rinvenuti confermavano in modo schiacciante le accuse di Luca sul progetto Eden. Queste registrazioni, effettuate segretamente durante riunioni riservate, rivelavano discussioni compromettenti tra politici di alto livello, imprenditori e persino un giudice della Corte Suprema. Queste conversazioni smascheravano un piano ben orchestrato per utilizzare il progetto Eden come facciata per operazioni di riciclaggio di denaro e corruzione a grande scala. In uno dei file audio, una voce che Tiberio riconobbe come quella del giudice Rizzo, discuteva di come manipolare le sentenze legali per favorire la realizzazione del progetto, nonostante le numerose irregolarità e le proteste dei cittadini che non volevano la realizzazione del progetto, considerato un ecomostro. Era presente un documento che conteneva le email scambiate tra un esponente politico di spicco e il capo della fondazione privata che finanziava il progetto, dettagliando i piani per spostare ingenti somme di denaro in paradisi fiscali, occultando così i profitti illeciti generati dalle operazioni immobiliari e dalle attività collaterali al progetto.
Capisco che ci sarebbero voluti almeno, non so quanti caratteri in più :D ma ti ripeto l'idea mi piace.
sarycaine ha scritto: mar gen 30, 2024 7:40 pmNella conferenza stampa che seguì, Tiberio Gallo sottolineò il ruolo cruciale della tecnologia e della cooperazione interforze nella risoluzione del caso. Aveva esposto la verità e reso la città più sicura; ma era consapevole che la lotta contro la corruzione e il crimine continuava
Ti sei ispirata  a fatti reali, la storia si ripete. Prova a sviluppare la tua idea senza i paletti dei caratteri vedrai che ne uscirà un bel racconto!

Re: [Lab12] Ombre di Giustizia

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Ciao e benvenuta tra noi.
Una segnalazione sulla punteggiatura:
sarycaine ha scritto: mar gen 30, 2024 7:40 pm«Sì, sto solo pensando. Questo caso... è più personale di quanto avrei immaginato.»
«Capisco. Se c'è qualcosa che posso fare, fammelo sapere.» si offrì Marco. 
La prima frase è corretta, la seconda no. Sempre soltanto un punto di chiusura a fine dialogo; quando è presente una frase di appoggio, come nel secondo caso, il punto va alla fine di quest'ultima frase. Scriveremo quindi:
«Capisco. Se c'è qualcosa che posso fare, fammelo sapere» si offrì Marco. 
Qui:
sarycaine ha scritto: mar gen 30, 2024 7:40 pm«Il progetto Eden? Quello che prevede la costruzione di un enorme complesso immobiliare nel centro della città, finanziato da quella fondazione privata? Era su tutti i giornali qualche giorno fa, per via di quelle proteste violente» esclamò l'ispettore Re, che dopo aver parlato con il medico legale, stava raggiungendo i colleghi.
l'ispettore Re sta parlando da solo, o meglio: sta parlando con il lettore per spiegargli cos'è il progetto Eden. 
Se "stava raggiungendo i colleghi" non c'è nessuno che lo possa ascoltare.

Questa invece è la famosa "pistola di Cechov":
sarycaine ha scritto: mar gen 30, 2024 7:40 pmturbato dal legame tra il caso attuale e il crimine a cui lui e Luca avevano assistito da ragazzi. Quei ricordi, sepolti per anni, ora riaffioravano con forza, come se il passato si fosse risvegliato per chiedere giustizia. 
Rimango fino alla fine in attesa di conoscere questo crimine del passato, l'unico spunto che conferisce suspense al racconto, ma ahimè non se ne sa più nulla... Questo non si può fare in narrativa.

La trama è costruita con cura, si comprende perfettamente che ci hai lavorato sopra con attenzione, affinché tutto quadrasse. Bene.
Il problema vero del racconto è la resa stilistica. Almeno metà dei caratteri utilizzati sono sprecati per ripetere fino alla noia dettagli su cui è inutile insistere, perché il lettore li ha chiari fin da subito.
Qualche esempio:
sarycaine ha scritto: mar gen 30, 2024 7:40 pmIl commissario Tiberio Gallo aveva appena finito una lunga giornata di lavoro. Esausto, l'unico suo desiderio era tornare a casa per cenare con la moglie e andare a riposare. Un improvviso acquazzone iniziò a battere contro le finestre dell'ufficio mentre stava indossando il soprabito, sospirò. Uscito in strada, si maledisse per non avere con sé un ombrello, pensando a come sarebbe stato accolto dalla moglie, preoccupata per il suo ritardo e per il tempo inclemente, dato che si sarebbe bagnato dalla testa ai piedi. Quando salì in auto, il cellulare prese a squillare; il commissario tirò fuori lo smartphone dalla tasca del soprabito e vide chi lo stava chiamando: era l'amico di sempre, Luca Rossi. Tentò di rispondere, ma la linea cadde, poi tentò di richiamarlo due volte senza successo nell'arco di dieci minuti: la prima volta il telefono suonò a vuoto e la seconda volta risultò spento
 
sarycaine ha scritto: mar gen 30, 2024 7:40 pmAvvicinatosi al corpo senza vita, Gallo riconobbe l’amico Luca Rossi, che aveva cercato di contattare dalla sera prima.
Aveva già tentato di contattarlo? Interessante... Non ce n'eravamo accorti.

Scusa il sarcasmo, ma è per farti notare quanto questi particolari rendano piatta la scrittura. Perché farci sapere che prima cade la linea, poi non risponde, poi è spento, e che poi non risponde nemmeno la mattina dopo? Cosa ce ne facciamo di questi particolari? Servono solo a far sì che quando qualche riga dopo salta fuori un cadavere anche il più disattento, per usare un eufemismo, dei lettori sa già per certo che si tratta di Luca. In questo modo uccidi non solo Luca, ma ogni forma di suspense, e quindi il racconto stesso, che si trasforma in un articolo di cronaca nera, al più. 

Come esercizio potresti provare a riscrivere il racconto cercando di mostrare le emozioni dei protagonisti e gli sviluppi del caso nel momento in cui avvengono, anziché raccontarli. Che so... mostra le espressioni di stupore degli investigatori quando scoprono il contenuto della chiavetta, falli ascoltare "in diretta" le intercettazioni telefoniche (questa voce la conosco... Ma sì, cazzo, mi gioco lo stipendio che è il giudice Rizzo! Chi? Ma sì, Rizzo quello che... Razza di bastardo! cose del genere, insomma...). E soprattutto sfrutta quel ricordo che lega il commissario al giornalista: non so cosa tu avessi in mente, ma quello è l'unico vero elemento inatteso, perché il lettore non sa a cosa possa condurre.

Penserai che sono stato brusco, e me ne dispiace se è così, ma lo scopo della sezione narrativa, e del laboratorio in particolare, è quello di aiutarci reciprocamente a migliorare.
Un caro in bocca al lupo.
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Re: [Lab12] Ombre di Giustizia

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@sarycaine ciao e benvenuta tra noi.

Hai bisogno di affinarti e imparare la sintesi. Non preoccuparti e continua così. L'immaginazione ce l'hai e quindi, la materia prima non ti manca.

Io eviterò di farti questioni di punteggiatura e altro: non sarei neanche adatto, per questo.
Ma da grande intrigante che sono  :asd: posso dirti che hai scelto un percorso narrativo che pare a un articolo di cronaca. Qui si trattava di scrivere un giallo, che è qualcosa di diverso. @Marcello ti ha dato un ottimo consiglio circa il percorso narrativo. Spesso, una parola di dialogo, vale una pagina intera di descrizioni. Cosa manca al racconto? Quasi niente. Vi è un omicidio, un esecutore, un mandante, gli investigatori. E allora cosa? L'esperienza: quella che ti fa vedere le cose in modo obbiettivo. Le critiche e i consigli ti aiuteranno molto. Sapessi quante ne ho preso io e di come mi sono state utili!
Comunque un buon esordio. Ciao a presto.
Tratti di pioggia sopra Auschwitz. Tra oblio e orgoglio

Re: [Lab12] Ombre di Giustizia

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Ciao @sarycaine . Ti hanno già detto praticamente tutto.
Che la storia c’è, ma raccontata da una distanza tale da chiuderla nel freezer del resoconto, ben che vada di una sinossi.
Che il maledetto limite dei caratteri ti ha messo un’ansia inutile: ne hai usati 9858, potevi arrivare a 16mila.
Che hai falciato cose necessarie e lasciato altre forse superflue.
Poco male, è così che si comincia a lavorare, il resto lo impariamo strada facendo.
Lasciami solo aggiungere un paio di riflessioni, fanne quello che credi.
Il tuo racconto mi ricorda quei disegni che facevamo da bambini, le pupazze, rigorosamente agghindate, spesso già incoronate. Si cominciava dalla testa, boccoli e gioielli, occhi e sorriso, e via di sbuffi e fiocchetti fino a che ci si accorgeva che il foglio era finito e alla poveretta toccavano zampette a moncherino, frettolosamente nascoste dalla gonna.
Scrivere così, soprattutto un giallo, significa cacciarsi nei guai. Non mi hanno mai convinto quelli che dicono: «Non so come va a finire, mi lascio condurre dai personaggi.»
Che sia una pupazza o una storia, è sempre meglio cominciare dalla struttura, che poi sarebbe lo scheletro, invisibile, ma così solido da tenere in piedi tutto quanto.
Non solo, ci aiuta a regolare la consistenza delle sfiziose false piste, ma soprattutto l’interazione tra i pezzi che disponiamo nella scacchiera del racconto. Il resto sono boccoli e gioielli che, aggiunti dopo, sapranno qual è il loro posto e come restarci.
Con uno scheletro così ben formato avremo agio di curare i personaggi, che non dovrebbero essere ombre in movimento su un fondale, ma anime con un vissuto che traspare da ogni gesto (poca roba, a volte basta una parola, un aggettivo, un participio passato). Gente di cui non si dice Egli pensava che… ma di cui abbiamo bisogno di sentire la voce, fosse pure quella dei pensieri.
Ti prego, non credere che sia montata in cattedra, ho solo cercato di condividere quello che mi hanno insegnato altri più bravi di me.
E non sono manco tanto sicura di averlo ancora imparato bene  :arrossire:
 
 
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Re: [Lab12] Ombre di Giustizia

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Ciao @sarycaine piacere di leggerti.
sarycaine ha scritto: Avvicinatosi al corpo senza vita, Gallo riconobbe l’amico Luca Rossi, che aveva cercato di contattare dalla sera prima. Amanda chiese al commissario di cosa si occupasse la vittima e, dopo un momento di silenzio, l'uomo rispose che la vittima era un giornalista d'inchiesta. L'ultimo articolo di Luca, dedicato al progetto Eden e pubblicato qualche giorno prima, era il preludio di un libro che aveva intenzione di pubblicare l'anno successivo.
Si preannuncia una situazione vista tristemente troppe volte, quella di tappare la bocca ai giornalisti.
sarycaine ha scritto: «Il progetto Eden? Quello che prevede la costruzione di un enorme complesso immobiliare nel centro della città, finanziato da quella fondazione privata? Era su tutti i giornali qualche giorno fa, per via di quelle proteste violente» esclamò l'ispettore Re, che dopo aver parlato con il medico legale, stava raggiungendo i colleghi.
Gli affari immobiliari sono al primo posto riguardo a corruzione, in tutto il mondo. Ho visto un documentario su Dubai a proposito, terrificante.
sarycaine ha scritto: Dopo aver individuato l'indirizzo, i due ispettori raggiunsero la casa di Enrico Diotallevi, situata in un quartiere periferico della città. Trovandolo in casa, lo arrestarono senza che il giovane opponesse resistenza e lo condussero in centrale. Una volta catturato, il commissario e l’ispettore si dedicarono all’interrogatorio di Enrico. Sotto la pressione delle domande del commissario, Enrico crollò, rivelando che il mandante dell'omicidio era un membro di spicco del progetto Eden, conosciuto da lui con il soprannome “l’airone”. Dopo una descrizione dettagliata, risalirono al direttore finanziario del progetto Eden, che Luca aveva tenuto sotto controllo per un periodo, Lorenzo Moretti.
«L’airone mi ha promesso che, se avessi fatto fuori quell’uomo, avrei ricevuto un grosso pagamento in denaro e tutti i miei reati precedenti sarebbero stati cancellati, dato che aveva conoscenze importanti. Mi ha assicurato che nessuno mi avrebbe riconosciuto e che sarebbe stato tutto facile. Non ho pensato alle conseguenze, volevo solo quei soldi, ne avevo bisogno per aiutare la mia famiglia.» confessò Enrico con voce tremante.
Qui la situazione si intriga un po'. D'istinto mi viene da pensare che per far fuori con certezza un giornalista scomodo è più probabile che venga assoldato un professionista, con una tecnica sicura, tipo un'arma da fuoco. Con un coltello ci sono probabilità che la vittima possa scampare o difendersi. Poi non avrebbe agito a mani nude, ma con dei guanti. Pero... andiamo avanti.

La scrittura è bella e scorrevole, senza inciampi; corretta e con una buona capacità di trasmettere. La trama però risulta poco intrigante, senza colpi di scena. I corruttori, mandanti e assassini vengono arrestati senza troppe difficoltà. (Magari succedesse sempre così)
Hai una buona capacità di narrare ed è una buona dote. Non sono un gran consigliere su come sviluppare trame intriganti, esistono testi a riguardo. Mi viene da pensare di partire dal fatto che le cose possono essere l'opposto di come sembrano.
Ciao, a rileggerti.

Re: [Lab12] Ombre di Giustizia

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@@Monica @Poeta Zaza @Albascura @Marcello @bestseller2020 @aladicorvo @Kasimiro mi scuso per il ritardo nel rispondervi! Grazie mille per il tempo che avete dedicato a leggere e commentare il mio racconto. Ogni vostra parola è stata per me fonte di ispirazione e crescita. Desidero rispondere collettivamente ai vostri preziosi feedback, sperando di toccare i punti salienti sollevati da ciascuno di voi.


Prima di tutto, ringrazio per l'apprezzamento verso il lavoro svolto e l'attenzione ai dettagli e alla trama. È vero, la storia ha subito un drastico taglio per rispettare i limiti di lunghezza del contest, il che ha inevitabilmente comportato la perdita di alcuni dettagli cruciali che avrebbero arricchito la narrazione e chiarito meglio le dinamiche tra i personaggi e gli eventi. In particolare, le vicende che i due amici avevano vissuto da giovani (Da ragazzi, l'ispettore Tiberio Gallo e il giornalista Luca Rossi, cresciuti nello stesso quartiere, furono testimoni involontari di un brutale atto di corruzione e violenza che coinvolsero personalmente il giudice Rizzo, e alcuni esponenti del mondo criminale della città) e la lenta scoperta dell'identità del personaggio dell'airone erano parti integranti della trama originale, ma ho dovuto escluderle per mantenere il racconto entro i limiti imposti. 

Sono consapevole che questa scelta ha portato il racconto a sembrare più un resoconto giornalistico o un video true crime, quest'ultimo è un genere al quale mi sono recentemente appassionata, piuttosto che un tradizionale giallo narrativo. Tuttavia, la vostra comprensione e i consigli su come potrei migliorare in futuro sono per me di grande incoraggiamento.

Sul fronte stilistico e narrativo, accoglio con entusiasmo i vostri suggerimenti su come evitare la dispersione nella narrazione e concentrarmi maggiormente sulla tecnica dello "show, don't tell", per rendere il racconto più vivace e coinvolgente attraverso l'uso efficace di dialoghi e descrizioni.

Per quanto riguarda i personaggi, specialmente l'Ispettore Re e il cambio di nome a Marco, apprezzo le osservazioni sulla chiarezza e coerenza nella loro presentazione. Sarà mia cura in futuro assicurarmi che ogni personaggio sia introdotto e sviluppato in modo da non generare confusione, mantenendo una coerenza nominale e caratteriale.

Sono grata per i commenti specifici sulle tecniche narrative, sull'importanza di una struttura solida e sull'interazione tra i personaggi, che terrò sicuramente presenti nei miei prossimi lavori. La vostra analisi mi ha offerto preziose lezioni su come costruire una trama avvincente e su come i dettagli stilistici, come la punteggiatura, possano influenzare profondamente la lettura.

In conclusione, voglio esprimere la mia gratitudine per l'accoglienza calorosa e per i consigli costruttivi che mi avete fornito. È stato illuminante e stimolante confrontarmi con voi e con le vostre esperienze. Aspiro a portare questi insegnamenti nei miei futuri scritti, sperando di condividere ancora molte storie con voi e, magari, di intrecciare i fili perduti in nuove narrazioni.

Grazie ancora per il supporto e per aver contribuito alla mia crescita come scrittrice.

Un caro saluto e alla prossima storia, questa è la prima storia ed ero preoccupata di far brutta figura tra voi, ma non mi perderò d'animo e pubblicherò ancora! Grazie a tutti :arrossire:  :love3:

Re: [Lab12] Ombre di Giustizia

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Ciao @sarycaine,
piacere di leggerti, benvenuta!
Credo ti abbiano già fatto tutte le pulci, inutile ripetere.
Hai sicuramente potenziale e proprietà di linguaggio, la sfida della sintesi nel limite dei caratteri è sfidante e aiuta molto a migliorarsi, come primo approccio hai ceduto ad una "lista della spesa" che ti permettesse di includere il più possibile, ma sono sicura che saprai correggere il tiro.
Io credo di avere fatto tesoro dei tanti consigli ricevuti, a mio parere, sto migliorando nello stile e devo moltissimo agli amici di penna in questo gruppo.
In bocca al lupo e a rileggerti.
<3
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