[Lab12] Qui non si fuma, Maigret

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Qui non si fuma, Maigret


 
Alpi svizzere. Cantone francese di Dardagny. Residenza per pensionati facoltosi Le Soleil.




L’infermiera entrò nella stanza numero tredici; trovò Maigret già in piedi con la sua pipa accesa, mentre guardava dalla finestra. “Qui non si fuma, Maigret” sbottò la donna.
L’uomo non si scompose e proseguì a tirare: “Il mio trinciato francese non potrebbe fare male a nessuno” disse.

“Ma sì! Faccia come crede, commissario. Tanto a lei niente si può vietare. É pure inutile ricordale che la notte deve mettere il pannolone. A fare pipì nel letto ci vuole ben poco”.

Maigret tirò ancora una boccata senza fare una smorfia: “In cinquant’anni di indagini, non mi è mai scappato niente; stai tranquilla, Louise”.

L’infermiera lasciò le medicine sul tavolo e ne ne andò salutando”.
“Povero uomo, con l’Alzheimer con cui si ritrova, ogni volta mi chiama come la moglie scomparsa.

Intanto, Maigret continuava a pensare: “Quanto mi manca la mia Parigi. La ville Lumière. Gli appartamenti della nobiltà, dove respiravo ancora l’aria dell’ancien régime. I suoi tetti di ardesia e zinco, che tanto ricordano il cielo plumbeo carico di pioggia. Quanto mi mancano i suoi profumi, di fiori e colori a olio, lì per i viali della Senna. Anche i morti avevano un odore diverso a Parigi”.

“Eccoli! Sono arrivati”, disse tra di sé quando il carro funebre entrò nella residenza, per poi, prendere la direzione verso il retro dell’edificio. Si vestì del suo solito abito, prese il cappello e la pipa e scese per le scale. All’ingresso della sala mortuaria trovò i due aiutanti: “Buongiorno, dottor Moers… Ispettore Lucas”.
“Buongiorno commissario” risposero. Entrarono nella sala, dove sul tavolo, un corpo era celato da un lenzuolo bianco. “Cosa abbiamo, Lucas?” “Proprio niente, Maigret. Non abbiamo un colpevole, un movente, neanche idea di come sia morto”.
Maigret, a questo punto, scoprì il cadavere. “In effetti, non ci sono segni di  violenze. Chiunque sia stato è uno astuto. Avvelenamento?”
“Non credo. Non vi sono segni. Quando lo hanno trovato morto, stava sul letto e sembrava sereno. Niente bava, occhi spalancati dallo spasmo” disse Moers.
Senta ispettore Lucas, cosa sappiamo di lui?”
“Pierre Doumier, re delle acciaierie con un patrimonio di venti miliardi. Vedovo. Due figli in giro per il mondo, con cui non aveva rapporti”.
Maigret storse il naso. “Sento puzza di eredità contesa”.
“Però risulta che avesse fatto testamento in favore dei figli” osservò Lucas”.
“Non vuole dire niente. Magari, volevano l’eredità a disposizione per i loro affari…”
“Sono ricchi sfondati, Maigret”, aggiunse Lucas.
“L’ingordigia dei figli non è mai troppa. Dobbiamo rintracciarli e sentirli. Se hanno legami con la malavita. Dobbiamo anche indagare nel passato della vittima, se avesse screzio con qualcuno, vicende torbide, amanti segrete. Figli illegittimi lasciati a bocca asciutta”.
“Certo, Maigret. Potremmo cercare anche tra i concorrenti. Magari faceva della sleale concorrenza a qualcuno”.
“Non ci avevo pensato, Lucas. La sua è una buona pista. Come al solito, è un valido aiutante”.
“Potremmo anche indagare a livello societario, chi dalla sua morte, trarrebbe vantaggio. Dobbiamo individuare i componenti del consiglio di amministrazione. Occhio anche all’AD e alle segretarie. A volte sanno cose che neanche le mosche, con il loro girare per aria, mai verrebbero a conoscenza”.
“Bene! Lucas. Vedo che avete le idee chiare: proceda pure. Lei, dottor Moers, veda di espletare le analisi di rito. Io vedrò di fare un giro tra il personale che lo accudiva.
Il terzetto si dissolse e Maigret andò verso l’ala sud della residenza, chiamata Grand Gauguin.
Raggiunto il posto, vide il personale che riassettava le stanze della lussuosa suite del defunto Doumier. Ignare, si accorsero di lui, per via del profumo della pipa accesa.
“Ma commissario! Qui non si fuma, non dovrebbe per la sua salute e per quella degli altri”.
“Mi aiuta a pensare, niente pensieri niente salute. Chi è stato a trovare il defunto Doumier?” domandò.
Le due dipendenti si guardarono con fare circospetto, mostrando un serio imbarazzo, che fu notato dall’uomo. “Noi non eravamo di turno quando lo hanno trovato. É stata Fanny, l’infermiera, che verso le dieci di sera si è accorta che il commendatore non dava più segni di vita”.
Maigret prese a curiosare tra gli oggetti personali ancora disseminati qua e là. Sulla cassettiera della camera letto, una spazzola dorata trattenevano dei capelli. Li osservò. ” Doumier li aveva bianchi. Di chi sono questi lunghi e biondi?”
Diede una veloce occhiata alle due donne; una mora, l’altra biondissima, che aveva cominciato a disfare il letto. La fermò con un deciso cenno. Si accostò a lei per scrutarle la folta capigliatura: erano gli stessi capelli. La donna sbiancò in volto per poi arrossire, sotto l’incalzante sguardo dell’uomo. Che prese, a questo punto, a curiosare tra i dettagli del letto. I cuscini erano entrambi sgualciti, il materasso mostrava i segni di due persone differenti. Vi era stato un incontro galante con l’assassina?
“Non si faccia strane idee, la mia collega non vedeva l’ora di usare quella spazzola favolosa” disse la mora.
“Pure il letto?” domandò con velata ironia.
“Il commendatore aveva l’abitudine di riposare sia a destra che a sinistra”, disse la bionda.
“Immagino”, annuì, per poi lasciare la stanza.
Al calare della sera, dopo cena, il commissario Maigret, sorseggiava il solito bicchiere di Calvados, tra una tirata e l’altra di Gris. Seduto comodamente sulla terrazza comune, cercava di cogliere tra gli sguardi dei residenti e del personale di servizio, l’ispirazione: “l’assassino, uomo o donna fosse, era lì, ben mimetizzato tra i presenti?”
Ma anche lui sentiva gli occhi puntati addosso di chi ben sapeva che stava investigando sull’ennesimo omicidio nella residenza. E lui cercava di cogliere, grazie all’istinto, il lato oscuro del probabile colpevole, il suo lontano respiro, il battito agitato del cuore, il vibrare dei nervi in tensione. Tutti osservati e, allo stesso tempo, osservatori spietati.
Passò la notte e la mattina seguente si presentò puntuale l’infermiera. La stessa scena, come da cliché: “ Commissario, qui non si fuma! Si ricordi il pannolone. Prenda le medicine”.
Ma Maigret aveva in programma la definizione del caso Doumier. Si vestì e scese al piano terra, dove si trovava l’infermeria. A passo lento, circospetto, si presentò sull’uscio della stanza. Al suo apparire, le due presenti, si scambiarono uno sguardo complice. Una fece all’altra segno di andarsene. “Lei è per caso Fanny?” domandò Maigret a quella rimasta. “Si, sono io. Come la posso aiutare?”. “Volevo farle delle domande a proposito del signor Doumier”.
“A riguardo di cosa”, rispose. “Semplice. La sua morte prematura”.
“Non vedo cosa ne potrei sapere. Io gli ho portato le pillole della sera alle ore venti. Alle ventidue l’ho trovato senza vita”.
“Che rapporti aveva con lui?” chiese.
“In che senso? A parte buongiorno e buonasera, nessuno”.
“Qualcuno invece, mi ha detto che vi vedevate spesso… Presso il centro benessere a Dardagny. Mi dica pure a che titolo, una certa società, le ha dato i soldi per acquistare la casa”.
Lei non rispose e rimase di spalle mentre la incalzava con le domande. Nel frattempo, erano entrati nella stanza anche il dottor Moers e l’ispettore Lucas. Si posizionarono, con atteggiamento serio, a fianco di Maigret. “Siete arrivati! Bene. Chiudiamo il caso, ragazzi”.
“Allora? Non vorrà farmi attendere tutto il giorno” sbottò Maigret.
La donna sembrò scuotersi e assumere un atteggiamento rassegnato: “Ho capito. Mi ha scovato. Pensavo che l’avrei fatta franca pure a lei. Ma mi sbagliavo. Lei è il numero uno degli investigatori.
Vuole sapere come e perché ho ucciso Pierre Doumier?”
“No! Non qui. Non abbiamo tutta questa fretta. Per il momento, l’ispettore Lucas la porterà in gendarmeria e la metterà sotto chiave”, disse, facendo segno al suo aiutante.
Lui si avvicinò alla donna e l’ammanettò senza che lei opponesse resistenza.
L’ispettore Lucas si mise alla guida dell’auto. Il dottor Moers seduto a fianco del guidatore. Sui sedili dietro, la reo confessa Fanny. Il veicolo prese la strada verso l’uscita e dopo aver oltrepassato il cancello dell’ingresso, svoltò nella stradina laterale, e si fermò a ridosso del muro di recinzione.
“Anche questa è andata. Direttore, mi tolga queste manette, per favore. Anche se di plastica, fanno male” esclamò la donna.
“Certo, Fanny. Bisogna avere pazienza. Come si fa a non assecondare questo uomo, dopo la carriera fatta e il tributo di riconoscenza che gli dobbiamo”.
“Sì! Va bene, ma è la terza volta che mi arrestate… Al prossimo omicidio, mettete Marianne a fare la parte dell’assassina, dato che non l’ha mai fatto. Mi pare giusto, Antoine. Suo padre potrebbe recuperare la memoria e accorgersi dell’imbroglio”.
“Non credo, Fanny. Le assicuro che il mio famoso padre, ispettore Maigret, si è già dimenticato della sua faccia. In ogni morto lui vede la mano misteriosa di un assassino.  Rivive il passato, una realtà che sta solo dentro la sua testa, ma che lo aiuta a vivere, a non mollare. L’Alzheimer non perdona”.
“In tutti i casi, a ogni morte naturale, vi è dietro la mano assassina di madre natura. Anche se mai potremmo metterla in galera” aggiunse ironico il direttore Marcus; “Fanny, domani ti do la giornata libera, così ti riprendi”.
La notte arrivò tranquilla e la mattina dopo, Maigret, stava di fronte alla finestra e tirava il suo trinciato. Aspettava il puntuale arrivo della infermiera che lo avrebbe sgridato: “qui non si fuma, Maigret.” E poi avrebbe lasciato sul tavolo le pillole da prendere, che come al solito, lui avrebbe buttato dentro al water, stando ben attento a separare quelle per l’Alzheimer da quelle per la pressione. Il figlio dottore, Antoine, lo aveva ben istruito:

                                                                    “ Père! Faisons attention à ne pas être découvert”.
Tratti di pioggia sopra Auschwitz. Tra oblio e orgoglio

Re: [Lab12] Qui non si fuma, Maigret

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Che malinconia @bestseller2020. Possiedo tutta la collezione dei casi di Maigret, Simenon è uno dei miei scrittori preferiti non solo per i gialli.
Leggere il tuo racconto mi ha fatto molta tristezza per la condizione umana di un uomo che mi ha tenuto e mi tiene tuttora tanta compagnia. Perché Maigret è Maigret… fine del pippone lacrimevole.
Ho apprezzato molto l’atmosfera lenta, l’indagine eseguita cercando di comprendere le profonde ragioni umane. La capacità di ascolto e di osservazione che hai saputo restitutire al lettore. Una interpretazione personale del “giallo” che ti ha permesso di contenere la storia nel limite delle battute concesse senza troppe sofferenze. Bravo.
Mi è piaciuta la descrizione di Parigi, mi hanno fatto molta tenerezza le infermiere che si prestano ogni giorno alla pantomima. Un’appunto però te lo faccio: Maigret non aveva figli. E il riferimento alle pillole finale non l’ho capito. Perché mai getta le pillole?  E soprattutto perché il medico gli dice non farsi scoprire?
Boh.
bestseller2020 ha scritto: É pure inutile ricordale ch
È pure inutile ricordarle 

Grazie Best, mi sono divertita 

Re: [Lab12] Qui non si fuma, Maigret

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@bestseller2020 questo è un attacco vigliacco alle mie coronarie: hai messo in scena un giallo con il mio Maigret, Lucas e il dottor Moers... È la forma più subdola di captatio benevolentiae: sono qui già in attesa che si facciano le 21,10 per guardare l'episodio con Bruno Cremer sul 39, anche se non vale certo il nostro Cervi, di cui ho tutte le videocassette dei gialli per la RAI (con direttore di produzione un Camilleri ancora sconosciuto). Ho tutti i romanzi di Maigret, una buona metà anche in francese (e sto cercando di procurarmi quelli che mi mancano) e sono stato a Liegi a fare il "percorso Simenon"... 
Va be', veniamo al racconto. 
Hai inserito nella vicenda letteraria un figlio che Maigret non ha mai avuto, ma te lo concedo perché aiuta lo sviluppo della trama.
Sorvolo su alcune improprietà linguistiche, soprattutto nella punteggiatura dei dialoghi, e mi concentro sulla trama. È ben congegnata, ma ti devo fare un appunto: perché far capire subito che Maigret è un paziente? Così rovini in pieno la sorpresa, che non è più tale. Il racconto si legge molto volentieri lo stesso, perché l'idea è carinissima e ben sviluppata, ma avrebbe tutta un'altra forza se tu all'inizio facessi credere che lui si trova lì davvero per indagare e poi introducessi pian piano le stranezze del comportamento, così da celare fin quasi in ultimo il reale motivo per cui si trova lì.
Apprezzabile tutta la ricostruzione d'ambiente, dalla Senna al Calvados. Mi sono divertito tanto. Complimenti

Un'ultima nota: Maigret non aveva figli, ma Simenon sì! Io seguo sempre il profilo instagram di John Simenon, che cura tutti i diritti delle opere di suo padre e pubblica quasi quotidianamente notizie e curiosità legate ai suoi libri e alle tante traduzioni (https://www.instagram.com/georges.simenon/
https://www.facebook.com/nucciarelli.ma ... scrittore/
https://www.instagram.com/marcellonucciarelli/
https://www.linkedin.com/in/marcello-nu ... -bbb4805b/

Re: [Lab12] Qui non si fuma, Maigret

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bestseller2020 ha scritto: sul tavolo e se ne ne  andò salutando”
distrazione
bestseller2020 ha scritto: stai tranquilla, Louise”.
bestseller2020 ha scritto: ogni volta mi chiama come la moglie scomparsa.
Io mi ricordo che la chiamava "signora Maigret"...
bestseller2020 ha scritto: disse tra di sé quando il carro funebre entrò nella residenza, per poi, prendere la direzione verso il retro dell’edificio.
preferibile togliere le due virgole, o almeno la seconda.
Oppure, scrivi:
... entrò nella residenza per, poi, prendere ecc ecc
bestseller2020 ha scritto: Entrarono nella sala, dove sul tavolo, un corpo era celato da un lenzuolo bianco
analogo qui:
Entrarono nella sala dove, sul tavolo, un corpo era celato ecc ecc
bestseller2020 ha scritto: “Potremmo anche indagare a livello societario, chi dalla sua morte, trarrebbe vantaggio.
Ti consiglio questo:
Potremmo anche indagare, a livello societario, chi trae vantaggio dalla sua morte.
bestseller2020 ha scritto: Ignare, si accorsero di lui, per via del profumo della pipa
toglierei la virgola dopo "lui"
bestseller2020 ha scritto: una spazzola dorata trattenevano dei capelli.
il soggetto è singolare
bestseller2020 ha scritto: Al suo apparire, le due presenti, si scambiarono uno sguardo complice.
toglierei la virgola dopo il soggetto
bestseller2020 ha scritto:
Vuole sapere come e perché ho ucciso Pierre Doumier?”
“No! Non qui. Non abbiamo tutta questa fretta. 
Com'è che non le recitano i suoi diritti? :grat:

bestseller2020 ha scritto: Il veicolo prese la strada verso l’uscita e virgola dopo aver oltrepassato il cancello dell’ingresso, svoltò nella stradina laterale, e si fermò a ridosso del muro di recinzione.
dopo "laterale" non vedo bisogno di un'altra virgola
bestseller2020 ha scritto: avrebbe sgridato: “qui Qui non si fuma, Maigret.”
La maiuscola inizia sempre il discorso diretto,


Il figlio dottore, Antoine, lo aveva ben istruito:

                                                                    “ Père! Faisons attention à ne pas être découvert”.

Forte! Mi hai preso di sorpresa,  @bestseller2020   :D

Ben congegnato, non avevo capito, se non in là con la lettura, quello che stava capitando al nostro Maigret, poverino...
Di sabbia e catrame è la vita:
o scorre o si lega alle dita.


Poeta con te - Tre spunti di versi

Re: [Lab12] Qui non si fuma, Maigret

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bestseller2020 ha scritto:
"Eccoli! Sono arrivati”, disse tra di sé quando il carro funebre entrò nella residenza, per poi, prendere la direzione verso il retro dell’edificio. Si vestì del suo solito abito, prese il cappello e la pipa e scese per le scale. All’ingresso della sala mortuaria trovò i due aiutanti: “Buongiorno, dottor Moers… Ispettore Lucas”.
“Buongiorno commissario” risposero. Entrarono nella sala, dove sul tavolo, un corpo era celato da un lenzuolo bianco. “Cosa abbiamo, Lucas?” “Proprio niente, Maigret. Non abbiamo un colpevole, un movente, neanche idea di come sia morto”.
Qui (e anche qualche rigo sopra) hai usato lo stesso tipo di virgolette per il pensiero e per il discorso diretto, devi differenziare i segni, per i pensieri potresti usare il corsivo, oppure usa le caporali per il discorso diretto, che sarebbe la cosa più coretta. 
bestseller2020 ha scritto: Senta ispettore Lucas, cosa sappiamo di lui?”
Senta mi pare che stoni nella frase
bestseller2020 ha scritto: una spazzola dorata trattenevano
Refuso: tratteneva

Che bel racconto! Una grande dimostrazione di tenerezza nei confronti del padre da parte del figlio Antoine (che poi Megret non avesse figli a noi non importa). Un storia delicata e simpatica. Stavo per farti l'appunto su questa frase:
bestseller2020 ha scritto: Qualcuno invece, mi ha detto che vi vedevate spesso… Presso il centro benessere a Dardagny. Mi dica pure a che titolo, una certa società, le ha dato i soldi per acquistare la casa
 chiedendoti. Ma quando e come ha scoperto queste cose? 
Però ho capito subito che non poteva essere una svista grossolana ed è stato proprio il punto in cui il racconto si è rivelato  "geniale".
Complimenti, brillante interpretazione del giallo.

Re: [Lab12] Qui non si fuma, Maigret

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ciao @Marcello grazie per il tuo passaggio. 
Marcello ha scritto: perché far capire subito che Maigret è un paziente? Così rovini in pieno la sorpresa, che non è più tale.
Hai perfettamente ragione. Ma il comportamento di Maigret appariva da subito poco convincente. Quindi ho preferito svelarlo come un semplice pensionato disposto a passare per malato di Alzheimer pur di soddisfare il bisognoso di forti emozioni.
Grazie ancora e scusa per le coronariche! :asd:
Tratti di pioggia sopra Auschwitz. Tra oblio e orgoglio

Re: [Lab12] Qui non si fuma, Maigret

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Mi sono approcciata alla storia con l'immagine di Gino Cervi nei panni di Maigret, un ricordo legato ad una puntata televisiva vista qualche anno fa. Nonostante la mia conoscenza limitata del personaggio, la presenza di un Cervi (opportunamente invecchiato :P ) nella mia mente ha fornito una cornice ideale per immergermi nella narrazione e alla fine della lettura del tuo racconto... ho deciso, voglio approcciarmi quanto prima alla lettura delle opere di Simenon :D 

Il racconto, ambientato nelle pacifiche Alpi svizzere e nella residenza per anziani Le Soleil, mi ha colpito per la sua capacità di intrecciare mistero e introspezione, esplorando la lotta di Maigret contro l'Alzheimer e mi hanno fatto tenerezza le infermiere che si prestano alle sue indagini. Tuttavia, la vera sorpresa è arrivata alla fine, quando è stato fatto intendere che l'intera storia era una recita ideata dal protagonista per tenersi impegnato! Questo colpo di scena mi ha completamente spiazzato, mostrando Maigret in una luce completamente nuova: un uomo che, nonostante l'età avanzata, non vuole rinunciare alla sua passione per le indagini e la sua decisione di vivere come un semplice pensionato, fingendo di avere l'Alzheimer per soddisfare il suo bisogno fare ciò che ama, svela una complessità e un desiderio di vivere pienamente che sono profondamente umani e toccanti.

Re: [Lab12] Qui non si fuma, Maigret

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È tutto così carino in questo racconto. Mi ricorda tanto certi splendori montagnini, a me che sono bestia metropolitana, mi ci portavano di forza e non potevo far altro che dire: «Bello, bello, bello…Vabbè, dov’è che andiamo a bere?»
Cerco di spiegarmi.
Per tutto il tempo, mentre leggevo, ho avuto  la sensazione che la delizia dell’idea di base ti avesse soddisfatto al punto da girarci intorno solo per lisciarle il vestitino. Perché andava bene così, punto.
E ne avevi tutte le ragioni.
Però…
bestseller2020 ha scritto: Anche i morti avevano un odore diverso a Parigi
È una frase potente, però lasciata insieme alle sorelle a pittare cartoline.
Nel tuo racconto c’erano promesse succulente, a livello di Shutter Island ma con più ironia.
La messa in scena per far contento il vecchio rimbambito, che invece non lo era manco per niente, è un gioiellino che profuma di bucato. Mi sarebbe tanto piaciuto che avesse il gusto penetrante da zuppa di cipolle avvelenata.
Il carosello di infermiere, scuderia di carne giovane, gli viene concesso poco più che qualche flash, giusto per farle contente.
Perché non c’era una Mildred Ratched, evasa dal nido del cuculo?
Fili sospesi, ecco, ne avrei voluti di più, a metà tra il vero e l’immaginato, da restare col dubbio e il desiderio di sapere, che è poi quello che fa battere un cuore in giallo.
Quindi un racconto molto, molto, molto carino.
Se carino ti basta.  <3
 
 
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Re: [Lab12] Qui non si fuma, Maigret

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Ciao @bestseller2020
inizio con i refusi, perché per una volta li ho segnati in multiquote durante la lettura
bestseller2020 ha scritto: inutile ricordale
bestseller2020 ha scritto: e ne ne andò salutando”.
bestseller2020 ha scritto: tra di sé
Sul racconto, di cui apprezzo moltissimo lo stile, devo confessarti che non l'ho capito.

Scrittura di alto livello, ma la trama mi sfugge.
All' inizio pensavo che Maigret fosse un paziente e non comprendevo la frase finale sulle pasticche, poi leggendo qualche commento, ho capito che si fingeva malato per compiere le indagini indisturbato.
Se è una vera indagine, perché le infermiere si prestano a finti arresti?
Se non è teatro, come e dove ha scovato gli indizi?
O meglio, gli indizi che ci fornisci, i capelli biondi e il cuscino sgualcito, non li ritrovo nella risoluzione del caso 
Sicuramente è un mio limite, apprezzo la scorrevolezza, i riferimenti letterari e alla città di Parigi, la bella scrittura, ma sulla trama e sul genere, non mi trovo.
<3

Re: [Lab12] Qui non si fuma, Maigret

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Alla fine neanche io ho capito bene: 
Sembra che tutti, compreso il figlio, facciano di tutto per assecondare Maigret
  ha scritto:bestseller2020
Anche questa è andata. Direttore, mi tolga queste manette, per favore. Anche se di plastica, fanno male” esclamò la donna.
“Certo, Fanny. Bisogna avere pazienza. Come si fa a non assecondare questo uomo, dopo la carriera fatta e il tributo di riconoscenza che gli dobbiamo”.
“Sì! Va bene, ma è la terza volta che mi arrestate… Al prossimo omicidio, mettete Marianne a fare la parte dell’assassina, dato che non l’ha mai fatto. Mi pare giusto, Antoine. Suo padre potrebbe recuperare la memoria e accorgersi dell’imbroglio”.
Le manette di plastica, arrestata tre volte di fila, Maigret è proprio rimbambito. Lo fanno per l'onore alla carriera del commissario, questo è chiaro.

  ha scritto:bestseller2020
In ogni morto lui vede la mano misteriosa di un assassino.  Rivive il passato, una realtà che sta solo dentro la sua testa, ma che lo aiuta a vivere, a non mollare. L’Alzheimer non perdona”.
“In tutti i casi, a ogni morte naturale, vi è dietro la mano assassina di madre natura. Anche se mai potremmo metterla in galera”
Il miliardario è morto di morte naturale e sembra che Maigret non si accorga di nulla, ma alla fine divide le pillole giuste come gli ha spiegato il figlio.
Quali pillole butta nel cesso? Io ho creduto quelle per L’Alzheimer, se avesse buttato quelle perla pressione rischierebbe in ictus ogni momento.

  ha scritto:bestseller2020E poi avrebbe lasciato sul tavolo le pillole da prendere, che come al solito, lui avrebbe buttato dentro al water, stando ben attento a separare quelle per l’Alzheimer da quelle per la pressione. Il figlio dottore, Antoine, lo aveva ben istruito:
Quindi ho pensato che in realtà non sia malato affatto, che se fa quel gesto ogni mattina la sua memoria è limpida, al massimo soffre di ipertensione. 
Ma allora perché si presta a tutte quelle sceneggiate? Se fa finta e il figlio è d'accordo, cosa stanno tramando? Io non ne  ho compreso il motivo.
Il racconto ha del potenziale ma dovresti rendere la dinamica più chiara per i lettori tardi come me :facepalm:

Re: [Lab12] Qui non si fuma, Maigret

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@Albascura @Modea72 ciao.

Nell'ultima frase in corsivo "Père! Faisons attention à ne pas [font="Liberation Serif", serif]ê[/font]tre découvert”. si svela la messinscena tra padre e figlio.

Maigret, oramai disoccupato e avanti negli anni, per rivivere l'emozioni delle sue indagini, si finge malato di Alzheimer con la complicità del figlio. Il direttore, i medici, il personale della struttura credono che lui sia malato e lo lasciano fare, pur di assecondarlo. D'altronde lui è un eroe nazionale, una istituzione. Senza fingersi malato, non avrebbe mai avuto la disponibilità di tutti. Il girovagare per le corsie, tenersi impegnato con un gioco che vede ogni morte naturale come un assassinio, è per lui un modo per tenersi in vita. Ciao e grazie del passaggio.
Tratti di pioggia sopra Auschwitz. Tra oblio e orgoglio

Re: [Lab12] Qui non si fuma, Maigret

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bestseller2020 ha scritto: Nell'ultima frase in corsivo "Père! Faisons attention à ne pas [font="Liberation Serif", serif]ê[/font]tre découvert”. si svela la messinscena tra padre e figlio.
Si ma la frase mica lo spiega il loro accordo, conferma stanno tramando qualcosa ma cosa non mi era chiaro anzi, nella mia mente si era creata una incongruenza inspiegabile.  
Grazie per avermi delucidato, 
Non ci sarei mai arrivata  da sola: il figlio se lo è portato nella clinica dove lavora per farlo spassare un po' con i morti di morte naturale. Allora un po' rimbambito lo è. :D

Re: [Lab12] Qui non si fuma, Maigret

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Ciao @bestseller2020

Interessante questa struggente fine-non fine del commissario Maigret. Del resto un mito come lui non può finire una volta andato in pensione. In fondo gli hai dato una sorta di immortalità, anziché lasciarlo a rimuginare i suoi ricordi una volta andato a riposo gli fai rivivere o ricreare casi del passato nei quali aveva immerso la sua vita. Ma Maigret, per quanto amasse e conoscesse a fondo il suo mestiere di poliziotto, non era come gli altri detective, lui alla fine del lavoro amava anche starsene a casa, mangiare le cose buone che gli cucinava la moglie, era anche un po’ pantofolaio. Questa cosa non era facile da inserire.

Ok, qui al termine delle sue inchieste, ricostruite o adattate teatralmente solo per lui viene un nuovo giorno e ricomincia  daccapo la routine delle sue amate indagini. Però ci vedo anche tristezza in questo comportamento da parte di tutti, sia di Maigret che in coloro che lo assecondano, specie dell’infermiera che si lamenta per le manette di plastica. Per me non è idonea al compito, forse le pagano qualche supplemento e si adatta di malavoglia ma in una squadra elementi come lei possono far crollare tutta la costruzione.

Un racconto come il tuo meriterebbe maggiore spazio, si presta parecchio e poi io sono un appassionato di casi del genere dove le cose non sono mai come sembrano, anche se mi sono accorto quasi sin dall’inizio che qualcosa non quadrava, non era il solito Maigret, non era la sua vita, c’era qualcosa, come uno schermo.
Sarebbe bello se ci fosse un giorno un contest dove poter scrivere qualcosa dei nostri personaggi letterari preferiti modificando e stravolgendo le loro storie, perché no?
Bella la scrittura. Secca e incisiva direi. Non farmi spiegare cosa significa altrimenti rischio di risalire alla rivoluzione francese…  :D
Si salveranno solo coloro che resisteranno e disobbediranno a oltranza, il resto perirà.
(Apocalisse di S. Giovanni)

Re: [Lab12] Qui non si fuma, Maigret

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ciao @Kasimiro grazie del passaggio.
Kasimiro ha scritto: Forse però l'alzheimer può essere diagnosticato con degli esami, mentre la demenza no
Non saprei se la diagnosi, oltre a essere basata sui deficit di memoria e comportamento, si rileva anche su problematiche fisiologiche..
Però, credo che sia una diagnosi basata sui comportamenti. Io sono rimasto scioccato a vedere una povera donna che di fronte a una decina di persone tentò di calare le mutande per fare pipì, come se si sentisse sola in mezzo al deserto.. 
Ciao  :)
Tratti di pioggia sopra Auschwitz. Tra oblio e orgoglio
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