[Lab 12] Per la verità

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Giorgia Feletti entra nello studio a testa bassa: l’ennesimo caso pro bono non l’aiuterà a pagare l’affitto. Le parole dell’avvocato Giuliano Paolini di Firenze, presso il quale anni prima aveva svolto il praticantato, continuano a ronzarle in testa.
“Ho pensato a te per un incarico di fiducia. Ti andrebbe di venire al mio studio domattina?”
L’autostrada, prima dell’alba, è quasi deserta. Giorgia preme a fondo l’acceleratore.
Nello studio opulento, il silenzio è rotto dal rumore in sottofondo di un’ambulanza e dallo sferragliare dei tram. I convenevoli sono una formalità espletata in pochi minuti. Il professionista va dritto al punto.
«Immagino che tu abbia sentito parlare del caso Grandi.»
Giorgia annuisce.
«Il giudice Valenti mi ha affidato la difesa della figlia.»
«Un caso complesso...»
«Sì, molto delicato. Vittorio Grandi era un imprenditore in vista e l’omicidio è avvenuto in circostanze scabrose.» Paolini sospira «Le prove a carico sembrano schiaccianti, ma io sono sicuro che la ragazza sia innocente.»
«E perché lo dice proprio a me?»
«Eva Valenti deve uscire pulita da questa storia, ma non accetterebbe mai un avvocato pagato dal padre. Ho bisogno di una persona brillante che lavori per me… in modo riservato.»
«Capisco, ma non credo di essere io quella giusta.»
«Giorgia, rifletti. Ho saputo che non te la passi molto bene. L’onorario sarebbe adeguato.»
Firenze è magnifica anche sotto la pioggia. Ai tempi dell’università, Giorgia frequentava la biblioteca delle Oblate; dal bar si gode di una vista impareggiabile sulla cupola del Brunelleschi. Un buon caffè l’aiuterà a chiarire le idee. L’affitto da pagare, i casi pro bono… la proposta è allettante, ma quello non è il suo mondo. E… se quella donna fosse davvero innocente? Potrebbe aiutarla.
L’avvocato Paolini apre il fascicolo: «Questa è la lista dei clienti del Kamacore, il club esclusivo dove è avvenuto il delitto.» 
Giorgia la scorre con l’indice. Tutti nomi d’insospettabili dell’alta società fiorentina: imprenditori, avvocati, notai... Uomini e donne. Il mercato del sesso non soffre crisi, riflette.
«Avete già parlato coi parenti della vittima?» 
«Abbiamo avuto accesso ai verbali della polizia: la moglie era ricca di famiglia, il Grandi un gran puttaniere. Lei voleva il divorzio, lo avrebbe lasciato all’asciutto. Chi l’ha ucciso le ha fatto un favore… ma non è stata lei. Ha un alibi di ferro: la sera dell’omicidio si trovava a una riunione condominiale e i presenti lo hanno confermato.»
«Vorrei parlare con la Valenti.»
«È in custodia cautelare nel carcere di Sollicciano. Le farò avere il permesso.»
Struccata, i lunghi capelli ramati raccolti in una coda di cavallo, insaccata in un’anonima tuta blu, Eva la scruta in modo ostile.
«Sono l’avvocato Giorgia Feletti, piacere.» 
«Se la manda mio padre, può fare a meno di sedersi.»
«Suo padre non c’entra.»
«Che cerca, allora? I suoi cinque minuti di notorietà da sfigata?»
«Voglio solo tirarla fuori da questo casino.»
La ragazza tamburella con le dita sul tavolino, lo sguardo perso nel dialogo interiore. Si alza e rovescia le tasche dei pantaloni. 
Giorgia è pronta a reagire.
«Non lo faccio per i soldi. Mi interessa la verità.» 
Eva abbozza un sorriso beffardo: «Una vera santa…» poi, guardandola dritto negli occhi le dice: «Non l’ho ammazzato io.»
«Le prove però dimostrano altro. L’uomo è stato strangolato con delle calze di seta e gli hanno trovato un perizoma conficcato nella gola. Su quegli indumenti c’è il suo DNA.»
«Se è venuta ad accusarmi si metta in fila e si levi dal cazzo.»
«Che ci faceva al Kamacore quella sera?»
«Ero lì per farmi qualche riga. Può chiedere a Gilda.»
«Chi?»
«La moglie del notaio Rivini.»
L’appuntamento con la signora Rivini è presso il maneggio Sangiovenale a Reggello, poco fuori la città. La donna ha un fisico da fantino e ostenta un sorrisetto tirato.
«Bell’animale, come si chiama?» chiede Giorgia andandole incontro.
«Julian. È un purosangue arabo.» 
«Un nome originale.»
«Sì…» accarezza il muso del cavallo «ma lei è qui per chiedermi di Eva.»
«Se la vuole aiutare è importante che mi dica tutto ciò che sa. Come vi siete conosciute?»
Il sorrisetto si spegne.
«Mio marito si è occupato della successione della madre. Lei era così depressa… Siamo diventate amiche e abbiamo iniziato a uscire insieme. Mi avevano parlato del “Kama” e ho pensato che distrarsi un po’ l’avrebbe aiutata.»
«E suo marito? Lo sapeva che frequentavate quel club?»
Gilda elude la domanda. «C’era un uomo pazzo di lei che non sopportava di vederla con altri.»
«Eva stava con Vittorio Grandi quella sera, almeno stando ai testimoni.»
«Con lui ci andava solo per potersi incipriare il naso
«Chi era l’altro uomo?»
«Non me l’ha mai voluto dire. So che indossava sempre una maschera… Eva era strafatta quella sera, non può essere stata lei. Non aveva alcun motivo di farlo.»
«Se ricordasse altri particolari, mi chiami» le porge un biglietto col suo numero. 
Giorgia esce dal colloquio con più domande che risposte.
Paolini le ha dato le chiavi di un monolocale nei pressi di via Calzaiuoli, la strada dello shopping di lusso: la vista degli abiti firmati coi loro colori pastello intonati alla primavera non riesce a distrarla.
Aperta la porta, nota una busta sul pavimento. Anonima. Dentro ci sono delle foto esplicite di sesso estremo tra Gilda e qualcuno che indossa una maschera. L’immagine non è a fuoco, ma sembra la testa di un cavallo. Giorgia rovista frenetica nella borsa in cerca del telefono.
«Pronto, avvocato. È ancora allo studio?»
«Stavo per uscire… Sì, sì ti aspetto.»
Pochi minuti dopo lei è lì.
«Allora, cosa c’è di tanto urgente?»
Gli mostra le foto.
Paolini strabuzza gli occhi. «Come le hai avute?»
«Speravo che me lo dicesse lei. Erano sotto la porta del monolocale. Chi lo sa che alloggio lì?»
«Solo io e il mio praticante, l’avvocato Nesti. È molto strano…»
«E se il colpevole fosse il notaio Rivini?»
«No, no. Lo escludo. Lo conosco troppo bene.»
«Gilda lo tradiva…»
«È una donna esuberante, l’hai conosciuta. Rivini ha vent’anni più di lei. Le avrà lasciato i suoi spazi.»
«Ma la gelosia non ha età.»
«Perché uccidere proprio il Grandi?»
«Magari ricattava Gilda. Forse è stato lui a scattarle queste foto.»
«Comunque dobbiamo consegnarle alla polizia.»

Gilda Rivini ha un tenore di vita molto alto, ma non tale da giustificare i consistenti prelievi di contante che ha effettuato negli ultimi mesi. La notizia che suo marito è indagato per il delitto Grandi fa scalpore in città.
La suoneria del cellulare sorprende Giorgia alle prime luci dell’alba come l’invito inatteso che riceve. Il giovane praticante Nesti l’aspetta in una saletta appartata della caffetteria Paszkowski in piazza della Repubblica davanti un vassoio di pasticcini.
«Grazie per aver accettato d’incontrarmi qui.» 
Giorgia non si trattiene: «Perché tanto mistero?»
Lui si guarda intorno prima di tirare fuori dalla valigetta un foglio piegato in due.
«Cos’è?»
«La lista dei clienti del club.»
«Grazie, ma ce l’ho già.»
Nesti scuote la testa sussurrando: «Non quella completa.»
Giorgia scorre i nomi e sbianca in volto.
«Perché lo fa?»
«Per la verità.» 
Il giovane si alza lasciandola piena di dubbi. Giorgia decide d’incontrare di nuovo Gilda.

«Cos’ è successo al club la notte dell’omicidio? Sia sincera questa volta. Ho visto le foto dell’uomo in maschera. Un travestimento particolare: una testa di cavallo. Ma non c’era Eva insieme a lui… c’era lei, Gilda.»
La donna resta in silenzio.
«Sa cosa penso? Che lei abbia ucciso Grandi e abbia incastrato la sua amica.»
«Avrei dovuto farlo davvero dato che mi ricattava con quelle foto. Ma le giuro che non l’ho fatto e neppure mio marito. Non sapeva nulla di questa storia.»

Giorgia cammina piano. La strada che la separa dallo studio non è molta, ma è come se il suolo volesse inghiottirla a ogni passo. La verità è davanti i suoi occhi eppure non vorrebbe vederla. 
Quando entra nello studio, l’avvocato Paolini è al telefono. L’uomo la vede e le fa cenno di entrare, ma lei attende che finisca la chiamata.
«Valenti mi sta mettendo sotto pressione…»
«Voglio raccontarle una storia» dice Giorgia, con calma, sedendosi.
«Una donna sposata s’innamora alla follia di un altro uomo. La signora conosce una giovane di ottima famiglia e si serve della sua amicizia per coprire le proprie scappatelle amorose. Gli incontri clandestini avvengono in un club esclusivo al riparo da sguardi indiscreti. Poi, accade l’imorevisto: l’amante della signora perde la testa per la sua giovane amica. La ragazza però non ricambia affatto quei sentimenti: lo tradisce con altri uomini tra cui un certo imprenditore che la inizia all’uso della droga. Quell’uomo ha un gran bisogno di soldi e un forte ascendente sulla giovane: la convince a scattare delle foto compromettenti all’amica per ricattarla e la malcapitata paga. Ma il denaro non basta mai. Così la signora è costretta, suo malgrado, a chiedere aiuto all’ex amante. Lui si reca al club per incontrare il ricattatore e chiudere la questione, ma lo sorprende in compagnia della sua giovane amata. Accecato dalla gelosia, lo strangola usando l’intimo di lei, che, stordita dalla droga, non si rende conto di nulla. In un solo colpo, si libera della traditrice e del ricattatore.
L’assassino è un uomo scaltro che ha sempre protetto la propria identità indossando una maschera, ma non può prevedere che proprio a lui venga affidata la difesa della donna che ha fatto incriminare. Allora, decide di contattare una sua vecchia praticante, una persona sensibile, sicuro che questa lo aiuti a salvare un’innocente. La manipola fornendole i mezzi per far scagionare l’imputata e indurla a incriminare un altro innocente. Così può salvare sé stesso e il rapporto con il potente giudice Valenti…Vero, avvocato?
Paolini è una statua di sale e non riesce a reagire neppure quando Giorgia fa entrare la polizia.

Re: [Lab 12] Per la verità

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@@Monica controlla se sono riuscito a rimettere i corsivi giusti dopo aver formattato il racconto.
Perché non lo fate voi, dopo aver copiato i file dal vostro pc? Mi ci voleva la lente di ingrandimento per riuscire a distinguere i caratteri...  :sob:
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Re: [Lab 12] Per la verità

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@Monica ha scritto: Mi puoi spiegare (di nuovo) come si fa? 
Ma certo  <3  È una fatica da poco per un esperto informatico come me  :facepalm: 

Copi il racconto>lo evidenzi passandoci sopra il mouse>si accende il terzo bottone da sinistra dell'editor di testo (rimuovi formattazione)>pigi il bottone.

Si può fare anche soltanto per una breve di porzione di testo, nel caso per esempio tu scrivessi un lungo post al cui interno c'è una singola frase copiata. In quel caso sarebbe sufficiente evidenziare solo la frase in questione.
E ricorda che prima di confermare l'invio puoi sempre consultare l'anteprima del messaggio, cliccando "Editor completo & Anteprima" in basso a destra sotto il file di testo (operazione che ti permette tra l'altro di salvare la bozza automatica, utilissima per evitare di perdere ciò che hai scritto). 
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Re: [Lab 12] Per la verità

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@Monica ha scritto:
«Le prove a carico sembrano schiaccianti, ma io sono sicuro che la ragazza sia innocente.»
«E perché lo dice proprio a me?»
«Eva Valenti deve uscire pulita da questa storia, ma non accetterebbe mai un avvocato pagato dal padre. 
Mi stona un po' che Giorgia, chiamata a indagare, invece di dire "E perché lo dice proprio a me?" non chieda subito: "Come fa a saperlo?"
@Monica ha scritto: Chi l’ha ucciso le ha fatto un favore… ma non è stata lei. Ha un alibi di ferro: la sera dell’omicidio si trovava a una riunione condominiale e i presenti lo hanno confermato.»
Ecco: qui lo dice. Ma, se avrebbe potuto dimostrare di essere a una riunione condominiale, perché non si meraviglia, la Giorgia, che sia stata arrestata? Lo dici solo in seguito del DNA  rintracciato sul cadavere.
@Monica ha scritto:
«Che ci faceva al Kamacore quella sera?»
«Ero lì per farmi qualche riga. Può chiedere a Gilda.»
«Chi?»
Ma non era alla riunione condominiale? E non le converrebbe dirlo comunque?  :grat:
Oppure non sa di questo escamotage dell'avvocato Paolini?

Ti segnalo un piccolo refuso:
@Monica ha scritto: l’imorevisto: 
Tranne quell'inciampo (oppure sono io che ho capito male) la costruzione del tuo giallo mi sembra buona. Sei riuscita a rimediare ai pochi caratteri disponibili, con l'escamotage della "storia" raccontata al colpevole nel finale. Con questo "trucco" giustifichi lo "spiegone" che fai per mettere spalle al muro il responsabile. Brava, @@Monica  (y)
Di sabbia e catrame è la vita:
o scorre o si lega alle dita.


Poeta con te - Tre spunti di versi

Re: [Lab 12] Per la verità

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Grazie @Poeta Zaza 
alla riunione condominiale partecipa la moglie della vittima (è una delle informazioni di cui dispone l’avvocato difensore) e che esclude subito la donna (che peraltro non compare tra i personaggi) dal delitto.
La domanda successiva non lla capisco,
Giorgia sta interrogando l’imputata. (Che non è la moglie della vittima.) 
Probabile che io potessi scrivere meglio ma mi sembra una lettura un po’ “di corsa” 
Grazie per la segnalazione del refuso 🙏🏻

Re: [Lab 12] Per la verità

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@Monica ha scritto: Giorgia Feletti
Avevo letto Giorgio Faletti  :facepalm:
@Monica ha scritto: Le farò avere il permesso
Refuso, prima le ha dato del tu
@Monica ha scritto: l’imorevisto
refuso: imprevisto

@Monica ha scritto: Quell’uomo ha un gran bisogno di soldi e un forte ascendente sulla giovane
Refuso manca: e ha un forte ...
@Monica ha scritto: La manipola fornendole i mezzi per far scagionare l’imputata e indurla a incriminare un altro innocente
L'unico mio dubbio sta in questa frase, perché in realtà l'avvocato non le dà i mezzi (che in questo caso non sono i soldi ma le prove per poter scagionare Eva); il vero aiuto Giorgia lo riceve dal giovane praticante Nesti.

Detto questo ho trovato la trama ben costruita, molto rapida, certo, ma questo lo sappiamo già: per un giallo con tutti i santi crismi ci vorrebbero pagine e pagine di saspence, di depistaggi, di false prove e... chi più ne ha più ne metta. Il racconto, a mio vedere, si regge bene, ha un intreccio credibile e quindi funziona. Secondo me sei stata brava.
Ne sapremo di più dal commento di veri  giallisti. 

Re: [Lab 12] Per la verità

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Solo una nota sul testo:
@Monica ha scritto: davanti un vassoio di pasticcini.
@Monica ha scritto: La verità è davanti i suoi occhi eppure non vorrebbe vederla. 
Un'espressione che si sente usare spesso, ma è impropria.
Davanti a un vassoio di pasticcini
Davanti ai suoi occhi

Trama ben congegnata, con tanto di indizi fuorvianti che sembrano puntare in una direzione ingannevole. Forse non è del tutto chiaro come la protagonista, in mancanza di una prova tangibile, riesca ad arrivare con certezza alla soluzione dell'enigma, tanto da convincere la polizia a intervenire. L'ambientazione fiorentina è molto gradevole, l'ho apprezzata.
Nel complesso è un buon lavoro, brava.
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Re: [Lab 12] Per la verità

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@Monica ha scritto: Non ci crederai ma ho lavorato tanto su questo testo,
E si vede benissimo, ci credo eccome.
Ricordo alla perfezione tutte le difficoltà che incontravo nei miei primissimi MI, ormai più di dieci anni orsono. Cercavo di interpretarli in chiave "gialla", perché pensavo fosse più facile seguire l'ispirazione, e mi trovavo alla fine degli ottomila caratteri che non ero ancora a metà del racconto. Allora la volta successiva ci ficcavo dentro subito tutti gli elementi della trama e ne veniva fuori un guazzabuglio che non riuscivo più a districare nemmeno io, figuriamoci chi lo doveva leggere. :facepalm: 
@Monica ha scritto: è stato proprio un esercizio impegnativo.
ed è così che deve essere un laboratorio: uscire dalla confort zone, sperimentare, confrontarsi con tutto ciò che ci è meno congeniale...
E lo state facendo tutti nel modo giusto, a giudicare dai racconti che ho letto finora.
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Re: [Lab 12] Per la verità

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@Monica  cara, intanto un immenso grazie per le belle parole al mio raccontino.
Veniamo al tuo.
Gradevolissimi i contrappunti di ambientazione, efficaci non solo a livello pittorico, ma anche a dare ritmo e respiro alla storia.
Storia che nasce da una bella idea: il losco leguleio che scarica alla ragazzetta la patata bollente.
Devo però confessare che ho fatto un po' fatica a seguire l’intreccio e in alcuni punti non mi ha convinta del tutto.
Sorvolando sull’alibi della vedova, che una riunione di condominio mi smoscia l’allure, mi concentrerei sui punti notevoli del ragionamento.
Scena del crimine: Club Kamacore, esclusivo ricettacolo di infojamenti della buona società fiorentina.
Gilda, coniugata Rivini, innamorata di mister X, sfrutta l’amica Eva Valenti per coprire scappatelle.
Mister X invece si invaghisce di Eva.
Ma Eva gli preferisce Vittorio Grandi, il morto, e con lui si sfonda di droga che è una bellezza.
Grandi ha bisogno di soldi e ricatta Gilda con foto di lei che si tromba un uomo mascherato da cavallo.
Ora, la faccenda della maschera è una sciccheria alla Eyes Wide Shut, ma dovrebbe servire a nascondere volti, dunque pure quello di Gilda, vabbè, facciamo che nella foga se l’è persa tra le lenzuola.
Gilda finisce i soldi e chiede aiuto a Mister X.
Costui, da generoso cavaliere, va, ma sorprende Eva appitonata al Grandi, stordita di droga e compie l’impresa: lo uccide e gli ficca in gola le mutande di lei. Doppio colpo.
Questa la fabula, non male. Il problemi nascono nell’intreccio.
1. Il Kamacore non è la parrocchia di San Crispino, coprire scappatelle dicendo che ci vai con l’amica mi pare rischioso, specie considerando che ci vanno un po’ tutti.
2. Eva appartiene alla buona società, dubito che sia schedata. Come si identificano mutande e DNA per incriminarla?
3. E questo è il punto più delicato: come fa Giorgia a capire che Mister X è proprio l’avvocato Paolini? Evidentemente ha letto il suo nome nella lista completa. Ma in questo caso, perché tornare da Gilda, tentare di incastrarla e poi fidarsi di quello che dice?
Forse m'è sfuggito qualcosa. 
Brutte bestie i gialli, per questo li adoro. Scriverli significa farsi mangiare il cervello, ma proprio così ti tengono al riparo dalle altre bestie, quelle vere, acquattate nelle cose di ogni giorno.
Se ti sei divertita a soffrirci sopra, ti incoraggerei a continuare. Il tuo stile soave, a contatto con nefandezze e brutture, potrebbe creare un cocktail davvero affascinante.
Ciao!
 
 
 
 
 
 
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Re: [Lab 12] Per la verità

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@aladicorvo adoro! 
la ricostruzione che hai fattto è di gran lunga migliore di tutti i miei scervellamenti mi fai morire 🤣🤣🤣🤣

La riunione di condominio è terribile, lo so… avevo scritto anche riunione della scuola ma mi pareva pure peggio. Forse era meglio lasciare in sospeso e scrivere una emerita boiata che facesse cadere qualche sospetto pure su di lei… la fantasia corre ma le battute restano lì dove il limite vuole. Magari mi verrà voglia di riscriverla fuori dai vincoli dell’esercizio.
Per qua to’ riguarda la faccenda da della testa di cavallo… è una cervellata mi rendo conto. Ma la signora Gilda rivini ama così tanto i cavalli da affibbiare al suo purosangue il nome del suo amante (Julian)
Nell’intreccio in cui più volte mi sono intrecciata non sono riuscita a valorizzare l’indizio e capisco che non potesse essere raccolto così facilmente in un racconto breve. 
Ho anche avuto molti dubbi sulla sequenza degli pseudo interrogatori. Forse il Nesti doveva venire per ultimo ma temevo il deus ex machina. 
Le foto (nel mio intento che è rimasto solo mio) le ha messe sotto la porta proprio il Nesti su ordine del furbo avvocato che voleva fuorviare la sua ex praticante.
Doveva esserci due incontri con il giovane Nesti (uno nel,piazzale Michelangelo eh eh che) in cui si sarebbe spiegato perché il praticante decida poi di fornire la lista contenente il nome di Paolini (anche se lui non sospetta mai nonostante questo che proprio il suo “mentore” sia l’omicida)
Ho galoppato troppo, meglio scendere dal cavallo, vah. 
Grazieeee 😘

Re: [Lab 12] Per la verità

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Ciao @@Monica Il racconto mi è piaciuto. Ho fatto un po' fatica a seguire tutti i passaggi e il finale mi ha colto di sorpresa, come un classico giallo. Hai compiuto un'impresa a districarti tra le vicende dei vari personaggi in così poche righe. Complimenti.
@Monica ha scritto: «Le prove però dimostrano altro. L’uomo è stato strangolato con delle calze di seta e gli hanno trovato un perizoma conficcato nella gola. Su quegli indumenti c’è il suo DNA.»
L'inizio è molto intrigante, ben scritto e stimolante per il lettore. Questo passaggio mi sembra un po' precipitoso (un'impresa considerando i pochi caratteri) Se Eva aveva quegli indumenti addosso e sappiamo che non è stata lei, strano che lei non fornisca nessuna spiegazione a riguardo. Forse era ubriaca o drogata? Al momento rimane ancora un mistero.
@Monica ha scritto: «Mio marito si è occupato della successione della madre. Lei era così depressa… Siamo diventate amiche e abbiamo iniziato a uscire insieme. Mi avevano parlato del “Kama” e ho pensato che distrarsi un po’ l’avrebbe aiutata.»
Direi che è un modo molto originale per distrarsi.
@Monica ha scritto:
Gli mostra le foto.
Paolini strabuzza gli occhi. «Come le hai avute?»
«Speravo che me lo dicesse lei. Erano sotto la porta del monolocale. Chi lo sa che alloggio lì?»
«Solo io e il mio praticante, l’avvocato Nesti. È molto strano…»
«E se il colpevole fosse il notaio Rivini?»
«No, no. Lo escludo. Lo conosco troppo bene.»
«Gilda lo tradiva…»
Qui mi sembra un po' strano che il motivo del ritrovamento delle foto cada nel nulla e venga posta attenzione a Gilda. Un altro mistero, si preannunciano colpi di scena.
@Monica ha scritto: «È una donna esuberante, l’hai conosciuta. Rivini ha vent’anni più di lei. Le avrà lasciato i suoi spazi.»
«Ma la gelosia non ha età.»
«Perché uccidere proprio il Grandi?»
«Magari ricattava Gilda. Forse è stato lui a scattarle queste foto.»
Qui mi sfugge qualcosa. Il Grandi poteva ricattare Gilda che faceva sesso con l'uomo mascherato che andava pazzo per Eva, se ho capito bene. Però se il Grandi è morto chi ha lasciato le foto sotto la porta?

@Monica ha scritto: Allora, decide di contattare una sua vecchia praticante, una persona sensibile, sicuro che questa lo aiuti a salvare un’innocente. La manipola fornendole i mezzi per far scagionare l’imputata e indurla a incriminare un altro innocente. Così può salvare sé stesso e il rapporto con il potente giudice Valenti…Vero, avvocato?
Caspita! Questo finale è molto complesso. Complimenti per l'ingegno e la macchinazione che hai costruito. Però mi sfugge al momento chi possa essere l'altro innocente che vuol fare incriminare Paolini. Il marito di Gilda? Un intreccio un po' cervellotico ma molto efficace. Ci ho messo un po' per riuscire a capire. Però come si dice in questi casi, quale è la prova che mette al muro l'assassino?
Comunque ti faccio i miei complimenti per l'intrigo che hai sviluppato e la scrittura, scorrevole e sempre ricca nella descrizione degli ambienti e dei personaggi. Brava.
Alla prossima.

Re: [Lab 12] Per la verità

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ciao @@Monica.

Giorgia Feletti entra nello studio a testa bassa: l’ennesimo caso pro bono non l’aiuterà a pagare l’affitto. Le parole dell’avvocato Giuliano Paolini di Firenze, presso il quale anni prima aveva svolto il praticantato, continuano a ronzarle in testa.
“Ho pensato a te per un incarico di fiducia. Ti andrebbe di venire al mio studio domattina?”
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Scusa, ma in quale studio entra? Nel suo o in quello del Paolini?
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L’autostrada, prima dell’alba, è quasi deserta. Giorgia preme a fondo l’acceleratore.
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Anche perché, poi, si ritrova da Paolini.
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«Immagino che tu abbia sentito parlare del caso Grandi.»
Giorgia annuisce.
«Il giudice Valenti mi ha affidato la difesa della figlia.»
«Un caso complesso...»
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Come al solito anche i giudici "piangono"  :D
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« Paolini sospira «Le prove a carico sembrano schiaccianti, ma io sono sicuro che la ragazza sia innocente.»
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Prove schiaccianti? L'hanno colta con le mani nel sacco?
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«
«Capisco, ma non credo di essere io quella giusta.»
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lei appare dubbiosa. Mi pare un brutto rapporto, quello tra loro
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Firenze è magnifica anche sotto la pioggia. Ai tempi dell’università, Giorgia frequentava la biblioteca delle Oblate; dal bar si gode di una vista impareggiabile sulla cupola del Brunelleschi.
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Eccoci alla parte urbana, dove la città si mette in bella mostra col suo carico di storia. Un omicidio a Firenze? Mi ricordo la nostalgica canzone: Manda un bacione a Firenze, mi pare...  Da città romantica a trasgressiva e misteriosa..
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. E… se quella donna fosse davvero innocente? Potrebbe aiutarla.
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Ho conosciuto una marea di avvocati che mi hanno affermato di avere la vocazione! Ma uno di loro, qualche secolo fa, in Inghilterra, coniò questa affermazione: "L'avvocato non deve essere disonesto; ma diversamente, non è possibile". Detto questo, lei la vedo fuori dallo schema mentale dei legali.
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L’avvocato Paolini apre il fascicolo: «Questa è la lista dei clienti del Kamacore, il club esclusivo dove è avvenuto il delitto.» 
Giorgia la scorre con l’indice. Tutti nomi d’insospettabili dell’alta società fiorentina: imprenditori, avvocati, notai... Uomini e donne. Il mercato del sesso non soffre crisi, riflette.
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Come ha fatto ad avere questa lista data la riservatezza di questi luoghi? E' socio anche lui? Magari vuole metterla su qualche pista sbagliata? Vediamo.
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«Abbiamo avuto accesso ai verbali della polizia: 
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MMMM!!! Sicuramente sottobanco: la classica fuga di notizie. A meno che l'indagata sia diventata imputata. Il Paolini, da difensore, magari è riuscito a farseli dare dal cancelliere. Spesso, cancellieri e avvocati sono culo e camicia.
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la moglie era ricca di famiglia, il Grandi un gran puttaniere. Lei voleva il divorzio, lo avrebbe lasciato all’asciutto. Chi l’ha ucciso le ha fatto un favore… ma non è stata lei. Ha un alibi di ferro: la sera dell’omicidio si trovava a una riunione condominiale e i presenti lo hanno confermato.»
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Se l'omicidio ha fatto scalpore per via della famosa vittima, lo spiegone del Paoloni alla Giorgia mi pare info dump... però, è sempre meglio spiegarsi bene
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«Vorrei parlare con la Valenti.»
«È in custodia cautelare nel carcere di Sollicciano. Le farò avere il permesso.»
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ma allora le prove sono davvero schiaccianti, per essere in custodia cautelare in carcere: è una misura che il giudice prende di fronte alla quasi certezza! Mi pare strano che, dato che è la figlia di uno di loro, le abbiano riservato questo trattamento. 
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«Se la manda mio padre, può fare a meno di sedersi.»
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Proprio un bel rapporto tra padre e figlia
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«Suo padre non c’entra.»
«Che cerca, allora? I suoi cinque minuti di notorietà da sfigata?»
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questa frase mi pare eccessiva per via di una presunta notorietà. Lei mi pare ostica. Per quale ragione?
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«Non lo faccio per i soldi. Mi interessa la verità.» 
Eva abbozza un sorriso beffardo: «Una vera santa…» poi, guardandola dritto negli occhi le dice: «Non l’ho ammazzato io.»
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Ma non so, Monica. Questa non mi sembra la figlia di un giudice! Mi pare una borgatara, o al massimo, una figlia che odia tutto quello che impersona il padre. Ci sono esempi a gogò!
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«Le prove però dimostrano altro. L’uomo è stato strangolato con delle calze di seta e gli hanno trovato un perizoma conficcato nella gola. Su quegli indumenti c’è il suo DNA.»
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Qualche pelozzo di troppo? :asd: o forse ovulazione abbondante?  :D :D :arrossire: (y)
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«Ero lì per farmi qualche riga. Può chiedere a Gilda.»
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E no! Niente figlia rivoluzionaria come in American pastoral, ma una che si è data ai figli dei fiori!
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«La moglie del notaio Rivini.»
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Ecco che spunta una probabile assassina..
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«Bell’animale, come si chiama?» chiede Giorgia andandole incontro.
«Julian. È un purosangue arabo.» 
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Un purosangue arabo a Firenze? Io ci avrei visto meglio un maremmano  :D
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«Mio marito si è occupato della successione della madre. Lei era così depressa… Siamo diventate amiche e abbiamo iniziato a uscire insieme. Mi avevano parlato del “Kama” e ho pensato che distrarsi un po’ l’avrebbe aiutata.»
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Ma non si entra solo se  si è soci? A mano che, il marito, anche lui lo sia e lei abbia l'entrata permessa..
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«
«Eva stava con Vittorio Grandi quella sera, almeno stando ai testimoni.»
«Con lui ci andava solo per potersi incipriare il naso
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piccolo indizio, ma niente di valido..
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«Chi era l’altro uomo?»
«Non me l’ha mai voluto dire. So che indossava sempre una maschera… Eva era strafatta quella sera, non può essere stata lei. Non aveva alcun motivo di farlo.»
«Se ricordasse altri particolari, mi chiami» le porge un biglietto col suo numero. 
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Insomma! La Giorgia è un avvocato o un investigatore? L'avvocato studia la causa sugli atti. Chi ha tanti soldi, si rivolge agli studi che hanno dei professionisti per fare queste ricerche. E poi, questa signora Rivini che parla a lei in modo spregiudicato... Sono perplesso! Mi sembra una forzatura.
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Giorgia esce dal colloquio con più domande che risposte.
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Mi pare ovvio che finiva così
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Aperta la porta, nota una busta sul pavimento. Anonima. Dentro ci sono delle foto esplicite di sesso estremo tra Gilda e qualcuno che indossa una maschera. L’immagine non è a fuoco, ma sembra la testa di un cavallo. Giorgia rovista frenetica nella borsa in cerca del telefono.
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Bella questa immagine. Mi ricorda per ambientazione il film "Eyes wide shut" di Kubrik. 
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Paolini strabuzza gli occhi. «Come le hai avute?»
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«E se il colpevole fosse il notaio Rivini?»
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«È una donna esuberante, l’hai conosciuta. Rivini ha vent’anni più di lei. Le avrà lasciato i suoi spazi.»
«Ma la gelosia non ha età.»
«Perché uccidere proprio il Grandi?»
«Magari ricattava Gilda. Forse è stato lui a scattarle queste foto.»
«Comunque dobbiamo consegnarle alla polizia.»

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Gilda Rivini ha un tenore di vita molto alto, ma non tale da giustificare i consistenti prelievi di contante che ha effettuato negli ultimi mesi. La notizia che suo marito è indagato per il delitto Grandi fa scalpore in città.
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troppo repentino questo passaggio tra il dialogo e gli sviluppi. Poi credo, che quelle foto, non possano aprire un fascicolo di indagine a carico del Rivini. Ci vuole ben altro..
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l giovane praticante Nesti l’aspetta in una saletta appartata della caffetteria Paszkowski in piazza della Repubblica davanti un vassoio di pasticcini.
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Cosa avrà mai da dire il praticante per 18 mesi del Paolini?
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«La lista dei clienti del club.»
«Grazie, ma ce l’ho già.»
Nesti scuote la testa sussurrando: «Non quella completa.»
Giorgia scorre i nomi e sbianca in volto.
«Perché lo fa?»
«Per la verità.» 
Il giovane si alza lasciandola piena di dubbi. Giorgia decide d’incontrare di nuovo Gilda.
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Non capisco il perché sbianca..
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«Sa cosa penso? Che lei abbia ucciso Grandi e abbia incastrato la sua amica.»
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«Avrei dovuto farlo davvero dato che mi ricattava con quelle foto. Ma le giuro che non l’ho fatto e neppure mio marito. Non sapeva nulla di questa storia.»
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Gilda che maneggia gli slip di Eva e li infila in bocca alla vittima.. E questo sarebbe incastrare e fornire le prove a carico di Eva? Mi pare pochino..
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Quando entra nello studio, l’avvocato Paolini è al telefono. L’uomo la vede e le fa cenno di entrare, ma lei attende che finisca la chiamata.
«Valenti mi sta mettendo sotto pressione…»
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L’assassino è un uomo scaltro che ha sempre protetto la propria identità indossando una maschera, ma non può prevedere che proprio a lui venga affidata la difesa della donna che ha fatto incriminare. Allora, decide di contattare una sua vecchia praticante, una persona sensibile, sicuro che questa lo aiuti a salvare un’innocente. La manipola fornendole i mezzi per far scagionare l’imputata e indurla a incriminare un altro innocente. Così può salvare sé stesso e il rapporto con il potente giudice Valenti…Vero, avvocato?
Paolini è una statua di sale e non riesce a reagire neppure quando Giorgia fa entrare la polizia.
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Non capisco quali siano le prove a carico del Paolini: mi sembra tutto in ipotesi. Quindi il nome della lista è quello del Paolini, e con questo, Giorgia, costruisce la sua versione. No! Monica, non credo che un magistrato firmi un mandato di arresto per una semplice congettura. Molto debole appare ll quadro probatorio a carico di Eva. Altrettanto, quello a carico del Paolini. Cosa ne deduco? Che è veramente difficile, con 10k caratteri, far quadrare una trama di stile investigativo. Tu ci hai provato. La trama vi è. Ma ti è mancata la lima con cui dovevi rifinire il piano probatorio e investigativo, qui lasciata nelle mani di un avvocato, che di indagini non è il suo pane. Comunque brava. Si sente un certo mistero a leggere e l'ambientazione di quel film che ti dicevo sopra. Grazie
Tratti di pioggia sopra Auschwitz. Tra oblio e orgoglio

Re: [Lab 12] Per la verità

21
Grazie @bestseller2020
comunque la ex praticante è stata scelta dall’avvicato proprio per la sua attitudine a paladina delle persone indifese.
Chi è indagato per delitti di una certa gravità che prevedono pene consistenti sono comunque messe regime di custodia cautelare in carcere (non a casa)
Per il personaggio di Eva che tu giudichi borgata ra hai ragione. Ho dovuto tagliare un colloquio col giudice Valenti che chiariva meglio quale fosse la relazione (degenere) tra i due. Ma i figli sono piezz’e core…
Il perizoma non l’ha certo conficcato nella gola la Gilda ma il colpevole stesso e lo dice l’avvocatina nel pippone
Giusto che un’avvocato non si comporti come lei ma infatti opera come investigatrice per il Paolin. Mente alla Valenti perché altrimenti lei non avrebbe permesso di essere avvicinata
Sono completamente d’accordo che non si vedano le prove a carico del Paolini manca un incontro tra Nesti e La Feletti con alcune rivelazioni che lui le fa. 
Brutta bestia i gialli in poche battute 
Alla prossima!!! E grazie ancora per il passaggio 

Re: [Lab 12] Per la verità

22
Ciao @Monica

Per la verità   :D non volevo farti delle pulci, il tuo racconto è scritto bene, si vede che ci hai messo tutta l'attenzione. 
Mi sono piaciute molto le descrizioni e l'idea della trama è buona.
Ti segnalo solo due cose che forse possono migliorala lettura:
  ha scritto:@MonicaFirenze è magnifica anche sotto la pioggia. Ai tempi dell’università, Giorgia frequentava la biblioteca delle Oblate; dal bar si gode di una vista impareggiabile sulla cupola del Brunelleschi. Un buon caffè l’aiuterà a chiarire le idee. L’affitto da pagare, i casi pro bono… la proposta è allettante, ma quello non è il suo mondo. E… se quella donna fosse davvero innocente? Potrebbe aiutarla.
  Qui Giorgia è sola al bar, non è più nello studio, all'improvviso spunta Paolini con il fascicolo.
  ha scritto:@Monica
L’avvocato Paolini apre il fascicolo: «Questa è la lista dei clienti del Kamacore, il club esclusivo dove è avvenuto il delitto.» 
Giorgia la scorre con l’indice. Tutti nomi d’insospettabili dell’alta società fiorentina: imprenditori, avvocati, notai... Uomini e donne. Il mercato del sesso non soffre crisi, riflette.
«Avete già parlato coi parenti della vittima?» 
«Abbiamo avuto acce
  ha scritto:@Monica
@MonicaGiorgia cammina piano. La strada che la separa dallo studio non è molta, ma è come se il suolo volesse inghiottirla a ogni passo. La verità è davanti i suoi occhi eppure non vorrebbe vederla. 
Quale sia stato il dettaglio che convince Giorgia riguardo alla colpevolezza di Paolini e i motivi reali non lo sappiamo però. Le prove utili voglio dire. Non basta un nome su una lista redatta da uno qualsiasi. Chi ha stilato quella lista? La lista completa non poteva contenere anche il nome dell'avvocato, si sarebbe dato la zappa sui piedi, io ho pensato subito che il nome che la fa sbiancare sia quello del marito di Gilda,
poi ho capito che è stato Nesti. È lui che ha aiutato Giorgia? Ha inserito lui il nome di Paolini? Se è cosi nascono nuove implicazioni.
Perché lo fa? Come fa a essere a conoscenza della tresca di Paolini ed Eva? E perché Eva sembra non volersi difendere? Giorgia chiama la polizia ma le sue sono ancora solo congetture. Ma queste sono tutte cose richiedono, decisamente, molti più caratteri. Quindi va bene così. Complimenti a te! :super:

Re: [Lab 12] Per la verità

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@@Monica ciao.
@Monica ha scritto: Chi è indagato per delitti di una certa gravità che prevedono pene consistenti sono comunque messe regime di custodia cautelare in carcere
Hai ragione, ma come si fa a mettere in carcere una che con la vittima ha solo un perizoma in comune? Da investigatore so bene che una donna non potrebbe mai strangolare un uomo! L'ho spiegato anche a Zaza. Le donne, a causa della differenza di forza, usano i coltelli, forbici, pesanti portacenere, statuine di metallo, ect... E come se non bastasse, Eva, conficcherebbe le sue mutandine per farsi beccare? Ma è ovvio che un assassino non metterebbe mai la sua firma sul delitto. Per la custodia cautelare, ci vogliono prove e non congetture. Basta vedere la cronaca quotidiana per assistere a rei condotti in carcere solo dopo un quadro accusatorio solido. Scusa la precisazione. Ciao bella  :D
Tratti di pioggia sopra Auschwitz. Tra oblio e orgoglio
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