[CN23] Buon Natale, papà

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Genere: horror
Traccia 1: Il bagliore

Il ticchettio dell’orologio a parete scandisce il silenzio. È la vigilia di Natale e tu, papà, stai mangiando mezza trota con patate fredde. Io sono sazio, mi hai dato un biberon di latte in polvere. Non conosco il sapore del latte materno, la mamma è morta quando sono nato, pochi giorni fa.
Enormi fiocchi di neve vorticano fuori dalla finestra. La bufera imperversa sulla nostra fattoria, sulla radura, sul bosco infinito. Non si è fermata un istante, da quando sono nato. Bulbi morti di lampadine penzolano dal soffitto; la tempesta si è portata via anche la corrente. Le porte e le pareti di legno non fanno che tremare, tormentate dal vento.
L’orologio si ferma. Tutto ciò che si sente ora sono i tuoi denti che masticano il cadavere cotto del pesce. Tiro su col naso. Trangugi il bicchiere di vino e scaraventi il piatto, ancora pieno, contro l’orologio, e finisce in pezzi. Io faccio la cacca nel pannolino e scoppio in lacrime.
Scatti in piedi. Le labbra ti tremano, i denti sbattono come le porte della casa. Mi sollevi e mi porti verso un tavolo sgombro. Mi stai per cambiare? Ma in pugno non hai un pannolino pulito, hai un coltello. «Mi dispiace». La tua voce è triste, gutturale. «Non c’è futuro per noi, capisci?» La luce delle fiamme dal candelabro danza sulla lama.
Ho paura.
Il coltello cala. Dolore inconcepibile alla mano sinistra. Urlo, ma tu urli più forte, così forte che riesci a raggiungermi oltre alla barriera del dolore inconcepibile. Fa male. Papà, fallo smettere, ti prego! La gola mi brucia per gli strilli, la mano brucia di più.
«Scusami, mio Dio, non fare così, va tutto bene...» Il coltello scivola a terra. Allunghi le mani verso di me, poi ti fermi, come indeciso. «Adesso ti curo». Sparisci un attimo. Quando torni piango più di prima. Ho paura, papà. Salvami, papà. Mi disinfetti, mi bendi, mi cambi il pannolino, pulisci il tavolo, metti il coltello nel lavabo. Tutto è tornato alla norma.
«Non ce la faccio, amore mio, sono un codardo». Mi prendi in braccio, mi porti in camera e mi metti sul letto. Da una robusta trave del soffitto, da qualche giorno, pende un cappio. Trascini uno sgabello per terra, legno su legno. Ci sali in piedi, mi guardi attraverso l’anello di corda. La tua voce è un sibilo appena udibile sopra agli scricchiolii della casa. «Non posso ucciderti. Ci penserà la natura a farlo. Be’, io allora vado.»
Una luce bianca si accende nel bosco, si avvicina, riempie le finestre. «Ma che–» È accecante e calda. Poi arrivano le scosse, e quando finisce tu ti sei ribaltato sullo sgabello e sei caduto all’indietro. Sbatti le palpebre un paio di volte, fesso come la trota che hai lanciato sul muro. Tre colpi sulla porta di casa. Ti volti, ma non ti alzi. Forse un oggetto trascinato dal vento? Altri tre colpi, ancora più forte. No, è qualcuno che bussa.
«Arrivo!» Urli. Agisci senza farti domande: mi prendi, esci dalla camera, chiudi la porta, mi lasci sul seggiolone, corri all’ingresso e apri.
«Tu chi...» La tua voce è spaventata. Lo straniero sul portico è alto e avvolto in un pesante mantello nero su cui si è accumulata la neve. Si regge allo stipite e ha il respiro pesante. Lo tiri dentro. «Entra, scaldati». Lo fai sedere di fronte al camino. «Togli le scarpe, saranno zuppe». Lo aiuti. Lui indossa dei guanti di pelle neri. «Togli anche quelli» consigli.
«No». La voce è grave. Abbassa la mantella e rivela una chioma dorata, umidiccia. È un giovanotto dal viso aggraziato. Ti rivolge un sorriso stanco.
«Ehm... Cosa ci faceva un bel ragazzo come te in mezzo alla bufera?»
Si schiarisce la gola. «Stavo tagliando la legna e mi sono perso. Non so da quanto vagassi nella foresta, quando ho visto la luce di casa.»
«È un miracolo che sei capitato alla mia fattoria, allora, degno della notte di Natale.» Ti siedi vicino a me.
Lo straniero mi sorride.
«Il bagliore di poco fa cosa è stato?» Chiedi.
«Bagliore?»
«Non hai visto niente? E le scosse?»
«Quali scosse?» Il suo volto è perplesso.
«Ah, non importa. Dove abiti, comunque?»
«Non molto lontano da qui».
«Davvero? Io e mia moglie ci siamo trasferiti quest’estate.»
«Capisco. E lei non c’è?»
«No, lei è...» Abbassi lo sguardo.
«Oh. Mi dispiace.» Lo straniero si alza. È alto. «Posso prenderlo in braccio?» Mi indica.
«A dire il vero...» Fai una risatina nervosa.
«Non preoccuparti, era una domanda inopportuna».
«Ma no, figurati». Cala il silenzio. Io faccio un vagito, entrambi vi girate a sorridermi. Poi torni a rivolgerti allo straniero: «Quindi, stavi tagliando la legna la notte di Natale?»
«Mi ero dimenticato di tale ricorrenza».
«Non la festeggi?»
«No, ho festeggiato Yule. Così mi è stato insegnato da chi mi ha cresciuto.»
«Ho capito. Be’, devono essere persone molto belle anche loro, vero? I tuoi genitori, intendo. Tu sei un bel ragazzo.»
«Mio padre non lo era. Ma non importa, non è lui che mi ha cresciuto, ho sempre fatto tutto da me.»
«Certo». Fai una breve pausa. «Ma che maleducato, sarai affamato. Vuoi qualcosa di caldo?»
«Volentieri».
«Arrivo subito». Ti dirigi a grandi passi in cucina.
Lo straniero aggiunge un ciocco di legno al camino. Si strofina le mani guantate e mi guarda a lungo. Mi sorride, gli sorrido. Mi fa la linguaccia, ricambio. Sollevo le braccia ed esclamo: «à!» Mi prende in braccio, mi fa dondolare e mi fa una carezza, stando attento a evitare la mano fasciata. Nel giro di non molto cado in uno stato di sonnolenza.
Quando rientri in soggiorno ti arresti a guardarci.
«Yule» sussurra lo straniero, «è un periodo magico. Non molti sanno che, durante un sabbat, il tempo si allinea con quelli di tutti gli anni passati e a venire.»
Lo ignori e lasci il piatto sul tavolo. «Ecco, trota e patate. Metti giù mio figlio e vieni a mangiare, finché è caldo.»
«Sissignore». Lui fa come dici. Con la forchetta, sbocconcella un po’. «Raccontami della mamma».
«La mamma?»
«La mamma del bambino».
Ti gratti una guancia. Rispondi docile, come assoggettato. «Lei era... tutto ciò che io non sono. L’ultimo Natale le ho promesso che saremmo venuti a vivere qui. Avevamo preparato tutto, dalle scorte per il bambino, ai semi per la primavera successiva. Ma poi... è stata colpa mia.»
«L’hai uccisa?» Chiede con noncuranza, piluccando una patata.
«Cosa? No! Come ti viene in mente? È stato il parto. Intendevo che–»
«C’è un frammento di ceramica nella mia trota» ti interrompe. «Se lo avessi ingoiato, avresti ammazzato anche me. E questa la chiami ospitalità? La madre avrebbe saputo fare di meglio.»
Scatti in piedi, la sedia cade, e tu picchi i palmi sul tavolo. «Come ti permetti? Entri in casa mia, ti scaldi al mio focolare, prendi in braccio mio figlio, mangi il mio cibo, e mi rispondi con questa impudenza?» Conosco quel tono, quello sguardo. Ho paura, papà.
Lui si alza a fronteggiarti. «Casa tua. Sono sicuro avessi tutto sotto controllo. Cos’è successo alla mano di tuo figlio?»
«Un incidente».
«Un incidente, appunto. E cosa facciamo adesso? Perderà la mano.»
«Come fai a dirlo?» Stai sbraitando. «Non l’hai manco vista la ferita! Chi credi di essere? Appena la bufera cessa, ti voglio fuori da casa mia.»
Mi sento il cuore in gola per tutto il baccano. Scoppio in lacrime e mi metto a gridare anch’io.
«Calmiamoci» dice lui, «lo stiamo spaventando». Mi solleva in braccio e mi dondola. In breve smetto di piangere. Tu fai per prendermi, ma io mi stringo di più a lui. «La fattoria era mia, una volta, sai?»
«Cosa?»
«Già. E mi piacerebbe fare il giro della casa. Ci sono tanti ricordi, legati.»
«Quante richieste hai ancora? È già tanto che non ti mando fuori a calci, a congelare. E solo perché è Natale.»
«Non è una richiesta». Senza aspettare risposta va in cucina.
«Aspetta!» Ci segui.
Lo straniero guarda l’orologio rotto, i cocci per terra, il coltello con il mio sangue secco nel lavabo. «Capisco» dice.
«Fermo, questo...»
«Tu non sei un buon padre». Mi stringo al suo petto. È comodo, è caldo, è casa. «Dov’è il corpo della madre?»
«Perché? Cosa vuoi farle?»
«Cosa voglio farle?» La sua voce è incollerita. «Portarle rispetto, tutto qui. Tu? Cosa vuoi farle? Le hai dato una sepoltura dignitosa? La collina dietro la casa è perfetta, lì fa ancora parte del terreno della fattoria. La mia fattoria.»
«E come avrei potuto? Il terreno è duro come ghiaccio, la bufera non si ferma un attimo.»
«Avresti dovuto provarci, e morire provandoci. Tanto non aspetti altro che raggiungerla, o no?»
«Tu». Ti scagli contro lo straniero, contro di noi, ma lui si volta e ti molla un calcio in pieno petto. Cadi a terra, annaspando, e bestemmi tra i denti. «Tu sei un demonio!»
Lui prende il coltello dall’acquaio. «Vattene dalla mia fattoria» ti intima, «tanto io sarò un padre migliore di quanto tu possa mai essere.»
«Ti ammazzo» sibili. «Vi ammazzo entrambi!» Ma quando ti rimetti in piedi, noi siamo già in camera da letto. Lui aggira il cappio e mi tiene ancora in braccio, e io mi reggo forte.
Quando arrivi, lui mi sta puntando contro il coltello. «Che c’è?» Ti sfida. «Non volevi ammazzarci? Sei un codardo. Se ci tieni a tuo figlio, raccogli quello sgabello e ucciditi. Forza.»
«No...» Scuoti la testa, trattenendo le lacrime. «No, no, no! Non voglio! Ho sbagliato, ma posso ancora, p-posso–»
«Hai fatto abbastanza». Ti punta contro il coltello con la sinistra. Poi lo lascia cadere e ti stringe la spalla con la mano guantata, ferrea. È alto, è forte. Non hai speranze. «Su».
Singhiozzando, trascini lo sgabello fino a sotto al cappio, sali, ci infili la testa.
«Stai facendo un errore. Ti prego. Non sei un assassino...»
«Tu non mi conosci. E mai avrai la possibilità di farlo. Davvero pensavi l’avrei ucciso? Non posso.» Dà un calcio allo sgabello, e tu finisci sospeso nel vuoto.
Ti dimeni, impazzito, e rantoli. Le vene dei tuoi occhi pulsano, rosse. Agiti le braccia, cerchi di afferrarmi, ma lui si sposta, e tu prendi il suo guanto sinistro e lo sfili. Terrorizzato, guardi la sua mano prostetica metallica, e guardi me.
Alla fine, non guardi più nulla.
«Buon Natale, papà» dico, mentre con la mano destra faccio una carezza al bambino e con la sinistra ti chiudo per sempre le palpebre.

Re: [CN23] Buon Natale, papà

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Ciao @Mina 
Bentrovato nel contest.
Credo che tu abbia fatto centro anche stavolta, il racconto che hai scritto è molto suggestivo, scritto benissimo, non ho trovato un solo errore.
Una lettura che scorre molto bene, prende il lettore e lo trascina in quella fattoria scossa dalla bufera. 
Mina ha scritto: lun dic 25, 2023 5:06 pml ticchettio dell’orologio a parete scandisce il silenzio.
 Utilizzare i sensi nell'incipit, udito, vista... È sempre una buona idea, anche solo uno o due coinvolgono maggiormente il lettore.
Mina ha scritto: lun dic 25, 2023 5:06 pmÈ la vigilia di Natale e tu, papà, stai mangiando mezza trota con patate fredde. Io sono sazio, mi hai dato un biberon di latte in polvere. Non conosco il sapore del latte materno, la mamma è morta quando sono nato, pochi giorni fa.
Enormi fiocchi di neve vorticano fuori dalla finestra. La bufera imperversa sulla nostra fattoria, sulla radura, sul bosco infinito. Non si è fermata un istante, da quando sono nato. Bulbi morti di lampadine penzolano dal soffitto; la tempesta si è portata via anche la corrente. Le porte e le pareti di legno non fanno che tremare, tormentate dal vento.
 Osserviamo la stanza dal punto di vista del neonato, molto curioso, intricante per la verità, sembra strano ma la curiosità cresce. 
Che un neonato abbia coscienza così chiara di cosa gli succede intorno premette che la storia abbia qualcosa di soprannaturale. 
La mamma è morta da pochi giorni, La tempesta infuria...
Mina ha scritto: lun dic 25, 2023 5:06 pmL’orologio si ferma. Tutto ciò che si sente ora sono i tuoi denti che masticano il cadavere cotto del pesce. Tiro su col naso. Trangugi il bicchiere di vino e scaraventi il piatto, ancora pieno, contro l’orologio, e finisce in pezzi. Io faccio la cacca nel pannolino e scoppio in lacrime.
Scatti in piedi. Le labbra ti tremano, i denti sbattono come le porte della casa. Mi sollevi e mi porti verso un tavolo sgombro. Mi stai per cambiare? Ma in pugno non hai un pannolino pulito, hai un coltello. «Mi dispiace». La tua voce è triste, gutturale. «Non c’è futuro per noi, capisci?» La luce delle fiamme dal candelabro danza sulla lama.
Ho paura
Capiamo che la situazione sta precipitando, il padre scaraventa il piatto, trema, prende un coltello. Qui eviterei di far dire al punto di vista che ha paura. In prima lettura mi ha confuso, un bambino così piccolo non sa della luce delle candele che danzano sulla lama. Un neonato può reagire ai rumori forti, alle grida ma non a una immagine che per lui non significa nulla di strano.
Mina ha scritto: lun dic 25, 2023 5:06 pmIl coltello cala. Dolore inconcepibile alla mano sinistra. Urlo, ma tu urli più forte, così forte che riesci a raggiungermi oltre alla barriera del dolore inconcepibile. Fa male. Papà, fallo smettere, ti prego! La gola mi brucia per gli strilli, la mano brucia di più.
«Scusami, mio Dio, non fare così, va tutto bene...» Il coltello scivola a terra. Allunghi le mani verso di me, poi ti fermi, come indeciso. «Adesso ti curo». Sparisci un attimo. Quando torni piango più di prima. Ho paura, papà. Salvami, papà. Mi disinfetti, mi bendi, mi cambi il pannolino, pulisci il tavolo, metti il coltello nel lavabo. Tutto è tornato alla norma.
Ecco, ora si, adesso il bambino piange, urla e mi pare giusto, la ferita che, leggeremo poi, gli causerà la perdita della mano deve fargli molto male.
Però non hai parlato del sangue e quando il padre torna, dice di nuovo che ha paura, il padre lo cambia, lo disinfettagli, fascia la ferita.
Io ho immaginato, sollevata, che gli abbia fatto solo un graffietto. Tutto torna alla norma, dolore passato, sì, si tratta di una lieve ferita. 
Quando l'ho riletto, invece, ho pensato che se la ferita era così grave da causare la perdita della mano, il padre deve avergliela quasi staccata dal polso, il sangue sarebbe dovuto uscire copioso, il bambino avrebbe dovuto perdere i sensi, minimo.  quello che voglio dire è che leggendo la prima parte io ho una immagine dell'accaduto, poi quando scopro che ha perso la mano, l'immagine diventa più cruda e non corrisponde con quello che ho letto. Se poi la ferite si è infettata e il bambino perde la mano per la cancrena, il padre doveva esserne a conoscenza, a meno che non abbia abbandonato il bambino in fasce, pochi giorni o subito dopo averlo ferito. 
Quando lui da grande dice "perderà la mano" il genitore non è a conoscenza del fatto. Quando l'ha persa la mano?
Insomma, io da Ritorno al futuro in poi ogni volta che mi imbatto in un paradosso temporale mi incaponisco in un circolo vizioso.
Mina ha scritto: lun dic 25, 2023 5:06 pmMio padre non lo era. Ma non importa, non è lui che mi ha cresciuto, ho sempre fatto tutto da me.»
Qui la storia andrà collocata meglio nel tempo: a fine lettura mi sono chiesta dove sia cresciuto e quando viene abbandonato dal padre. Hanno la luce elettrica, quindi non può essere stato allevato da un antico Vichingo o da uno sciamano...
Lui da grande arriva quella sera del suo passato ben determinato, da dove? Ha una protesi di ultima generazione? È robotica? Se fosse stato un Fantasy avrei immaginato un mondo postmoderno e contraddittorio dove convivono la magia e la tecnologia, ma in questo caso...
Mina ha scritto: lun dic 25, 2023 5:06 pmluce bianca si accende nel bosco, si avvicina, riempie le finestre. «Ma che–» È accecante e calda. Poi arrivano le scosse, e quando finisce tu ti sei ribaltato sullo sgabello e sei caduto all’indietro. Sbatti le palpebre un paio di volte, fesso come la trota che hai lanciato sul muro. Tre colpi sulla porta di casa. Ti volti, ma non ti alzi. Forse un oggetto trascinato dal vento? Altri tre colpi, ancora più forte. No, è qualcuno che bussa.
La parte soprannaturale: Molto bello che lui sia tornato indietro, anche il fatto che lui festeggia Yule mi porta a pensare ad antiche divinità, riti arcaici, eventi magici. Festività che avvenivano prima del cristianesimo, certo, ma per quei popoli non meno realisti della religione cattolica, 
Mina ha scritto: lun dic 25, 2023 5:06 pm«Yule» sussurra lo straniero, «è un periodo magico. Non molti sanno che, durante un sabbat, il tempo si allinea con quelli di tutti gli anni passati e a venire.»
Ho cominciato a capire, qualcuno, una qualche entità vuole salvare il bambino e magari aiutare quell'uomo. Come mi sbagliavo!
Mina ha scritto: lun dic 25, 2023 5:06 pmTerrorizzato, guardi la sua mano prostetica metallica, e guardi me.
Qui mi è sembrato strano che il padre colleghi la protesi con la possibilità che l'uomo che ha davanti sia il figlio. 
Nella totalità il racconto mi è piaciuto molto, il punto di vista però non coincide con il neonato, nemmeno se vogliamo considerarlo a posteriori: qualcuno dovrebbe avergli raccontato come andarono le cose quella sera, ma non c'erano testimoni, come poteva sapere ciò che gli era capitato quella sera, prima dell'arrivo di lui stesso da grande? Voglio pensare che il lui da grande abbia avuto una visione, che abbia visto tutto e che sia stato trasportato nel passato per punire il padre, anche se in quel caso il futuro del bambino da quella sera sarà del tutto diverso.
E qui, cavolo, mi reimpicco col paradosso, È la sindrome da Ritorno al futuro, Non farci caso.
Il fatto che il racconto mi abbia colpito e generato tutte questa riflessioni, per me è sintomo che questa storia abbia un gran potenziale.
Sarebbe divertente scrivere un capitolo sequel, potrei perderci la testa.
Scusami se ho scritto qualche boiata, ma il racconto è molto bello e mi premeva lasciarti le mie impressioni, spero che possano esserti utili.

Re: [CN23] Buon Natale, papà

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Ciao @Mina

Avevi promesso una “mina” e io ti ho preso in parola, mandandoti il trailer di un film che tratta l’argomento.  :D
Hai messo mondi paralleli che s’incontrano, si accavallano, si sovrastano. Il bambino, neonato che vede sé stesso adulto e viceversa, in una sorta di pena del contrappasso nei confronti di un padre andato fuori di testa, che chissà a sua volta quante altre vite parallele, diverse, punitive o sulla via della redenzione dovrà vivere, anche incontrando sé stesso in periodi diversi.
Amo pensare, e con questo tuo indiretto (o diretto?) racconto aggiungo lente conferme alla mia convinzione, non certo suffragata da prove ma si sa, (o forse si spera, si crede di sapere) che credere in qualcosa da parte di una mente umana, in fondo formata da molecole, particelle quantiche, materia, antimateria (perdona se dico castronate, ma penso capirai cosa intendo) equivale a creare qualcosa di identico, eppure diverso, da qualche altra parte su un piano esistenziale infinito, con infinite possibilità.
Credo che questo possa corrispondere all’equivalenza di paradisi e inferni delle varie credenze in tutto questo cerchio che è il nostro piccolo mondo, una moneta da un centesimo buttata in un deserto, circondata a varie distanze da miliardi di altri monete, altri mondi. Un bel lavoro avere a che fare con tutti. Tutto è eterno, per sempre.
Si salveranno solo coloro che resisteranno e disobbediranno a oltranza, il resto perirà.
(Apocalisse di S. Giovanni)

Re: [CN23] Buon Natale, papà

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ciao @Mina 

Però, un horror a Natale! Io avrei preferito ridere, ma pazienza. Comunque che ride a Natale ride tutto l'anno! :asd:
Ti confesso che solo alla fine, ricostruendo tutte le cose, capisco il perché vi è un neonato che racconta di se!
mannaggia! proprio a Natale mi fai scervellare? Trama intricata con finale a sorpresa, ma credo che la parte migliore sia la stessa sorpresa. :D
Ciao a presto
Tratti di pioggia sopra Auschwitz. Tra oblio e orgoglio

Re: [CN23] Buon Natale, papà

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@Albascura @@Monica @ITG @Alberto Tosciri @bestseller2020 @paolasenzalai grazie mille del passaggio  :love:
Albascura ha scritto: lun dic 25, 2023 10:26 pmCapiamo che la situazione sta precipitando, il padre scaraventa il piatto, trema, prende un coltello. Qui eviterei di far dire al punto di vista che ha paura. In prima lettura mi ha confuso, un bambino così piccolo non sa della luce delle candele che danzano sulla lama. Un neonato può reagire ai rumori forti, alle grida ma non a una immagine che per lui non significa nulla di strano.
Hai colto nel segno una difficoltà che ho avuto nello scrivere il racconto; speravo che bastasse, come dicevi tu:
Albascura ha scritto: lun dic 25, 2023 10:26 pmChe un neonato abbia coscienza così chiara di cosa gli succede intorno premette che la storia abbia qualcosa di soprannaturale. 
Ma in effetti non è sufficiente... E infatti:
Albascura ha scritto: lun dic 25, 2023 10:26 pmil punto di vista però non coincide con il neonato, nemmeno se vogliamo considerarlo a posteriori
Il neonato è quasi ridotto a oggetto che osserva le vicende, ma un paio di volte mi sono sbilanciato, come quando ho voluto specificare che ha paura, quasi come un presentimento
Albascura ha scritto: lun dic 25, 2023 10:26 pmPerò non hai parlato del sangue e quando il padre torna, dice di nuovo che ha paura, il padre lo cambia, lo disinfettagli, fascia la ferita.
Io ho immaginato, sollevata, che gli abbia fatto solo un graffietto. Tutto torna alla norma, dolore passato, sì, si tratta di una lieve ferita. 
Quando l'ho riletto, invece, ho pensato che se la ferita era così grave da causare la perdita della mano, il padre deve avergliela quasi staccata dal polso, il sangue sarebbe dovuto uscire copioso, il bambino avrebbe dovuto perdere i sensi, minimo.  quello che voglio dire è che leggendo la prima parte io ho una immagine dell'accaduto, poi quando scopro che ha perso la mano, l'immagine diventa più cruda e non corrisponde con quello che ho letto.
Errore mio, poco da dire. Volevo evitare di descrivere una perdita dei sensi, mi sembrava poco funzionale al tema della storia, ma temo sia necessaria per rendere l'idea di quanto grave sia la ferita. Ci penso su. Intanto grazie della segnalazione
Albascura ha scritto: lun dic 25, 2023 10:26 pmSe poi la ferite si è infettata e il bambino perde la mano per la cancrena, il padre doveva esserne a conoscenza, a meno che non abbia abbandonato il bambino in fasce, pochi giorni o subito dopo averlo ferito. 
Quando lui da grande dice "perderà la mano" il genitore non è a conoscenza del fatto. Quando l'ha persa la mano?
Insomma, io da Ritorno al futuro in poi ogni volta che mi imbatto in un paradosso temporale mi incaponisco in un circolo vizioso.
Qui siamo nel pieno di un loop di Bootstrap, dove tutto è predestinato e legato in un anello circolare di causa ed effetto, senza inizio o fine. Finisco sempre per trattare viaggi nel tempo a linea singola, per quanto li trovi logicamente inconsistenti, ma niente da fare, sono divertenti  :asd: L'idea è questa: dopo la morte del padre, il bambino viene cresciuto dal sé adulto, e la perdita della mano per cancrena avviene qui. Il bambino cresce, e raggiunta una certa età torna indietro nel tempo, dove uccide proprio padre e si prende cura di sé stesso in fasce, in un ciclo infinito. Quando parla di chi l'ha cresciuto, non si riferisce ad altri che al sé stesso adulto. È tutto già avvenuto, è statico e immutabile, e il sé adulto che qui parla è già stato cresciuto da sé stesso, così come quello prima, e così all'infinito
Albascura ha scritto: lun dic 25, 2023 10:26 pmanche il fatto che lui festeggia Yule mi porta a pensare ad antiche divinità, riti arcaici, eventi magici. Festività che avvenivano prima del cristianesimo, certo, ma per quei popoli non meno realisti della religione cattolica
Assolutamente, questa è una mia battaglia personale. I monoteisti sono troppo pieni di sé, basti pensare che usano il termine "pagano" per qualsiasi altra religione  :asd:
Albascura ha scritto: lun dic 25, 2023 10:26 pmQui mi è sembrato strano che il padre colleghi la protesi con la possibilità che l'uomo che ha davanti sia il figlio. 
Mi piaceva l'idea che lui morisse sapendo il motivo, ma sapevo fosse irrealistico, quindi non l'ho esplicitato, a libera interpretazione
@Monica ha scritto: mar dic 26, 2023 10:21 pmUna storia che potrebbe benissimo essere una puntata di Black Mirror
Mi piace parecchio, quindi per me è un gran complimento  :D
ITG ha scritto: mer dic 27, 2023 3:37 pmPer questioni personali mi risulta sempre più difficile mettere attenzione in quello che leggo, con i tuoi testi ci riesco sempre
Piango, grazie  :arrossire:
Alberto Tosciri ha scritto: mer dic 27, 2023 5:02 pmAvevi promesso una “mina” e io ti ho preso in parola, mandandoti il trailer di un film che tratta l’argomento.  :D
Film che, tra l'altro, non ho mai visto, ma mi ha incuriosito parecchio
Alberto Tosciri ha scritto: mer dic 27, 2023 5:02 pmCredo che questo possa corrispondere all’equivalenza di paradisi e inferni delle varie credenze in tutto questo cerchio che è il nostro piccolo mondo, una moneta da un centesimo buttata in un deserto, circondata a varie distanze da miliardi di altri monete, altri mondi. Un bel lavoro avere a che fare con tutti. Tutto è eterno, per sempre.
Visione molto romantica della cosa. Perché no, devo dire, perché no...
bestseller2020 ha scritto: gio dic 28, 2023 6:35 pmComunque che ride a Natale ride tutto l'anno! :asd:
Appunto, questo dice molto di me  :asd:
paolasenzalai ha scritto: gio dic 28, 2023 9:03 pml'horror non è proprio il mio genere e se posso non lo leggo
Apprezzo allora doppiamente lo sforzo e l'apprezzamento  :)

Grazie ancora a tutti  <3

Re: [CN23] Buon Natale, papà

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Boom, @Mina!
Non avevo dubbi, un gran bel pezzo, seppur con qualche difetto.
Andiamo con calma...
innanzitutto, da neopapà ti avrei riempito di botte per avermi fatto soffrire come un cane fino a qui:
Mina ha scritto: lun dic 25, 2023 5:06 pmMi disinfetti, mi bendi, mi cambi il pannolino, pulisci il tavolo, metti il coltello nel lavabo. Tutto è tornato alla norma
Piccolo inciso: credo debba essere "nella norma", "alla norma" io conosco solo la pasta (tralaltro una squisitezza).
Torniamo a noi. L'incipit è subito efficace e calzante, e fino a questo punto sei riuscito nell'intento (perché sono convinto, anche conoscendoti, che era tua precisa intenzione) di colpire pesantemente, con un pugno dritto allo stomaco, il lettore più sensibile. Mi hai fatto soffrire parecchio insieme al piccolo protagonista, e per questo non ti perdonerò mai (scherzo!).
Punto di vista molto particolare (scelta coraggiosa e azzeccata quella del neonato, seppure presenti delle problematiche su cui tornerò dopo); frasi brevi e concise a dare ritmo a singhiozzo (quasi a sincrono con il vagito di un neonato); un antagonista particolarmente odioso perché violento su chi è indifeso per antonomasia; la tua voglia di provocazione (in senso buono, "provocare" una reazione nel lettone immediatamente). Insomma, ingredienti per una partenza coi fiocchi.

Poi arriva Zorro/OscarDiSailorMoon (non lo so, io me lo sono immaginato così). :)
E qui il racconto vira sul soprannaturale, o qualcosa del genere. Le scosse, i bagliori, quel "c'è qualcosa di strano in questo tizio della bufera" fanno percepire che da qui in poi entriamo in una sfera fantasy o addirittura fantascientifica (a proposito, forse il genere horror non è proprio quello che più si addice al tuo racconto. Intendiamoci, di orrore ce n'è, soprattutto nel modo in cui il padre tratta il figlio. Però io ho trovato preponderante l'elemento fantasy o come dicevo sci-fy rispetto all'effetto spavento).
Il dialogo/scontro tra i due è scritto bene ed è avvincente, risaltano bene in particolare i due caratteri opposti: da un lato la freddezza da giustiziere e la sicurezza del ragazzo (non potrebbe essere altrimenti, visto che lui sa benissimo come andrà a finire); dall'altro la paura, lo smarrimento ma anche questa natura bipolare del padre (che passa da smottamenti d'ira a momenti di pentimento) che me lo hanno fatto odiare sì, ma fino a un certo punto, un po' come se in effetti fosse anch'egli una vittima...
Il finale è arrivato inaspettato per me, e l'ho apprezzato molto. Il mistero è svelato (siamo in loop temporale, del quale hai fornito anche un indizio quando il ragazzo parla di Yule, di sabbat e tutto il resto che io però non conosco e non ne capisco, quindi non lo avevo colto) e resta l'amarezza finale.

Qualche ultimo appunto:
Mina ha scritto: lun dic 25, 2023 5:06 pmEhm... Cosa ci faceva un bel ragazzo come te in mezzo alla bufera?»
Perché, un ragazzo bello non può trovarsi in mezzo a una bufera? Solo brutti?
Mina ha scritto: lun dic 25, 2023 5:06 pm fesso come la trota che hai lanciato sul muro
A parte non piacermi particolarmente come espressione, stona col Pov del neonato. Questp è un problema che si ripresenta in qualche altro caso, non te li segnalo tutti. Ovviamente è il prezzo che si paga per aver scelto la narrazione in prima persona su un pov così particolare. In alcuni casi l'hai gestita molto bene, ma in altri le espressioni sono troppo inverosimili per essere frutto del pensiero di un neonato (pur dettate da esigenze narrative). Cerca di trovare il giusto equilibrio 
Mina ha scritto: lun dic 25, 2023 5:06 pm«Raccontami della mamma».
«La mamma?»
«La mamma del bambino»

Questo è un indizio sopraffino, lo si nota solo a una seconda lettura.
Alla prossima Minuccio, sempre un piacere leggerti (e votarti, scontato)

Re: [CN23] Buon Natale, papà

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Ehi @Joyopi, grazie del passaggio :D
Joyopi ha scritto: sab dic 30, 2023 4:55 pmPiccolo inciso: credo debba essere "nella norma", "alla norma" io conosco solo la pasta (tralaltro una squisitezza).
Oops, scivolone mio  :hm: e la pasta alla norma manco mi fa impazzire :asd:
Joyopi ha scritto: sab dic 30, 2023 4:55 pmMi hai fatto soffrire parecchio insieme al piccolo protagonista, e per questo non ti perdonerò mai (scherzo!).
Giuro che ti ho pensato, del tipo "mah, forse dovrei evitare di seguire questa idea se deve leggermi anche lui", ma alla fine ha vinto l'idea, perdonami  :P
Joyopi ha scritto: sab dic 30, 2023 4:55 pmforse il genere horror non è proprio quello che più si addice al tuo racconto. Intendiamoci, di orrore ce n'è, soprattutto nel modo in cui il padre tratta il figlio. Però io ho trovato preponderante l'elemento fantasy o come dicevo sci-fy rispetto all'effetto spavento
Non sono sicurissimo neanche io del contenitore in cui sta. Alla fine, ho voluto scrivere una storia che spaventa/disgusta con tinte fantascientifiche, quindi mi è sembrato giusto indicarlo come horror
Joyopi ha scritto: sab dic 30, 2023 4:55 pmme lo hanno fatto odiare sì, ma fino a un certo punto, un po' come se in effetti fosse anch'egli una vittima
Chi è stato vittima si rivela sempre il peggior tipo di mostro, per me
Joyopi ha scritto: sab dic 30, 2023 4:55 pmstona col Pov del neonato. Questp è un problema che si ripresenta in qualche altro caso, non te li segnalo tutti. Ovviamente è il prezzo che si paga per aver scelto la narrazione in prima persona su un pov così particolare. In alcuni casi l'hai gestita molto bene, ma in altri le espressioni sono troppo inverosimili per essere frutto del pensiero di un neonato (pur dettate da esigenze narrative). Cerca di trovare il giusto equilibrio 
Su questo hai super ragione, ci sono ancora parecchie cose da aggiustare sul pov
Joyopi ha scritto: sab dic 30, 2023 4:55 pmsempre un piacere leggerti (e votarti, scontato)
:buhu: sono super contento ti sia piaciuto, allora 
Alla prossima e grazie ancora!  :D
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