[Lab 11] Respirate oltre

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Young adult 13+

Tema: Giochi


Nel cortile della scuola si stava facendo un ballo, una pesca di beneficienza e giochi vari a prezzo simbolico, fra cui in quel momento spiccava il salto della pozzanghera malsana aggrappati a una fune, per soli immunizzati da malattie tropicali nel caso si cadesse nell’acqua fetida, e il rotolamento in costume da bagno sopra pomodori e kaki creati con la stampante tridimensionale. I ragazzini o ragazzine, a seconda di come si erano dichiarati quella mattina sbarazzina, che si fossero lordati più degli altri nella poltiglia dei frutti, avrebbero ricevuto come premio l’ambito compito di portare di notte cibo e crediti di spesa nei quartieri più bisognosi della città, frequentati dai poveri ladri e spacciatori, con la possibilità oltre che di fare del bene gratis anche di dare tanta felicità con la propria presenza fisica a quella povera gente che spesso non sapeva come esprimere il proprio entusiasmo o anche la propria tristezza per non essere miliardari. La regola del portare e dare era sancita per legge e tutti erano entusiasti, genitori compresi, di obbedire alla legge, non capendo perché alcuni genitori si rifiutavano di mandare i propri figli a fare e ricevere del bene. Per fortuna c’era la legge. Oh yes.

I padri padri e le madri madri osservavano divertiti e compiaciuti le gare di lordura dei loro figli, mangiando affettati creati con la stampante tridimensionale della cucina del preside, tutto contento perché la moglie moglie aveva fatto in tempo a crearli dopo che era stata ripristinata la corrente, tolta per punizione perché non avevano pagato la multa della popò che il cane aveva fatto sulle strisce pedonali multicolori. Pagata la multa della popò, tornata la corrente, stampati gli affettati. Gioia gioia.
Bellissimi cartelli colorati tappezzavano il cortile della scuola con scritte che chiedevano la pace nel mondo e meno bombe il fine settimana.
Una ragazzina di nome Rosanna, ma senza panna, guardata male e ultima della classe perché voleva essere solo ragazzina e basta, si aggirava ai margini dei giochi nel suo abito di finta nuvola ecologica con un veletto di pizzo color azzurro cielo di una volta in testa che la faceva apparire come una fata o anche una strega, ma mediamente annoiata. Si vedeva troppo che a Rosanna non importava niente del clima, perché rideva bagnandosi sotto la pioggia e apriva la bocca sotto il sole, per pulirsi la gola. Fingeva di aspettare che una ragazzina ragazzina la invitasse al ballo del Glo Glo, con salto del filo spinato, ma tutte la ignoravano e i ragazzini ragazzini, che ballavano fra di loro, si guardavano bene dall’avvicinarla per non fare brutte figure e non essere considerati trogloditi.
Rosanna camminava cercando di saltellare come la vispa Teresa di una poesia del periodo in cui l’umanità era primitiva, e per fortuna non saltellava nell’erbetta e nei fiori con le farfalle che volavano sotto il cielo azzurro di una volta come il suo veletto, ma nel magnifico cortile di terra battuta del cortile della scuola, contornato e invaso da rifiuti multicolori, metalli arrugginiti e cartine di alluminio con graziosi elastici e siringhe luccicanti qua e là.
Rosanna vide un ragazzino di una classe superiore, che conosceva solo di vista, l’unico maschio che portava dei pantaloni lunghi addirittura. Spesso lo aveva sorpreso a scrivere con un mozzicone di matita sopra un pezzo di cartone durante la ricreazione e questa cosa  l’aveva incuriosita. Anche lei scriveva a fatica con un pezzo di matita sulla carta igienica, ma solo a casa, nonostante i rimproveri della madre madre che non sapeva più dove mettere tutti gli schermi al plasma a scrittura vocale. Rosanna non conosceva il nome del ragazzo e questo la rese ancora più triste e solitaria. Avrebbe quasi voluto ululare come le avevano insegnato a scuola, per far sapere che aveva disperato bisogno di vicinanza, ma sapeva che non si sarebbe avvicinato nessuno a consolarla e poi non le piaceva ululare. Guardò in direzione del gruppo di madri madri fra cui c’era anche la sua che contava fagioli andati a male nel gioco assurdo dei monopoli, (che fatica contare mentalmente!) organizzato per i vecchietti seduti sulle sedie a rotelle e rilasciati provvisoriamente in libertà provvisoria dall’ospizio, ma decise di non rivolgersi a lei.
Con il cuore che batteva a mille giga più hard disk di riserva, piano piano, si avvicinò al ragazzo strano. Stava seduto sopra un mucchio di calcinacci immacolati e intorno a lui lo spazio appariva pulito come da strisciate di piede. Doveva essere stato lui a pulire il suo spazio, aveva le scarpe sporche infatti, e questo fatto  lo rese simpatico a Rosanna. Anche lei amava la pulizia.
― What’s your name? ― gli domandò Rosanna.
Il ragazzo la guardò profondamente. ― Mi chiamo Gioele e lo dico come mi pare e piace!
― Io sono Rosanna.
― Tutta panna?
― Credo proprio senza. Anche se non so cosa vuol dire.
― Nemmeno io.
Rosanna si sedette vicino a Gioele. Fece cenno con il mento verso i vecchietti. ― Chi sono?
― Nonni, bisnonni di qualcuno.
― Hai parenti lì? ― chiese Rosanna guardandoli con tristezza.
― Avevo un nonno. Era bravo. Ma non c’era posto in casa per lui. Lo hanno portato all’ospizio e non è più tornato.
― Sarà morto?
Gioele scosse le spalle.  ― Non me lo hanno detto.
In quel momento arrivò la ragazzina ragazzina Maguanella, una quasi cicciona ma non si doveva dire per non stressarla e farla poi diventare una serial killer di gattini, che stringeva la mano della sua ragazzina ragazzina Adelita Candelita.
Maguanella si avvicinò ai due mangiando un bombolone  e con un sorriso macchiato di crema disse loro ― Malati! ― Andandosene via trotterellando trotterellando zoppicante e trascinando Adelita Candelita, zoppicante anche lei, che però strada facendo si voltò a guardare Gioele con una pericolosa simpatia.
― Mi piacerebbe che quei vecchietti si potessero alzare e tornare a camminare ― disse pensieroso Gioele.
― Anche a me.
― Forse forse, se mi dai una mano  possiamo aiutarli! ― disse Gioele come se gli fosse venuta un’idea.
― Come potrei aiutarti? Cioè: lo so. Ma ho paura.
― Anche io lo so e ho paura.
Rosanna sorrise e si alzò, mentre Gioele le porgeva la mano per aiutarla a scendere dal mucchio di calcinacci.
Rosanna, al contatto della mano di Gioele, si sentì invadere da un grande calore. Anche per il ragazzo fu lo stesso, diventarono di un bel colore rosso acceso sano. Annuirono a vicenda e si diressero verso i vecchietti che a bocca aperta e con la testa che penzolava guardavano la madre madre di Rosanna che estraeva numeri da una scatola e metteva fagioli sulle cartelle della tombola. Qualcuno di loro chiedeva con voce flebile di andare al bagno mentre ragazzini e ragazzine misti  li rimpinzavano di bomboloni e latte artificiale, macchiando i loro maglioni grigi a striscie e facendoli vomitare, ma i ragazzini e ragazzine stavano tranquilli, sereni, impassibili e insensibili perché erano immunizzati al vomito.

― Possiamo proporre un nuovo gioco? ― urlò Gioele e tutti si girarono a guardarlo. Rosanna era tutta contenta perchè Gioele aveva detto “possiamo”, quindi voleva dire che lei era con lui, che lui non la evitava. Non era più sola, che bella sensazione però! Come piaceva a lei però!
― Ma che gioco volete fare? ― chiese il Rappresentante della chiesa universale riformata, anche lui invitato ai giochi della scuola.
― Giochiamo che la mia damigella passa il suo velo color azzurro cielo di una volta sulla testa dei vecchietti e tutti si alzano in piedi e camminano!
― Cioè: voi sareste dunque una coppia? ― chiese il Rappresentante della chiesa riformata, diventando paonazzo e voltandosi verso il preside per chiedere spiegazioni.
― Sono gli ultimi della classe, non hanno storia! ― disse il preside sorridendo imbarazzatissimo.
Gioele e Rosanna si misero davanti ai vecchietti. Si era formata una piccola folla per osservare quale nuovo gioco volessero fare quel ragazzino e quella ragazzina impertinenti e fuori dalle regole. Rosanna si tolse il veletto di pizzo color azzurro cielo di una volta e correndo e saltellando con grazia lo posò sulla testa di ogni vecchio e di ogni vecchia. Giunta alla fine si voltò. Prima nel silenzio generale, poi con un attonito  ― Oh!!! ― di meraviglia i vecchietti, uno dopo l’altro si alzarono dalla sedia, anche quelli con il capo che ciondolava e che era ridiventato  dritto. Una vecchietta disse a voce alta, tradotto in linguaggio antico: ― Ho sentito l’odore della mia casa, della mia mamma quando ero piccola quando quella ragazzina mi ha toccato la testa con il suo veletto di pizzo color azzurro cielo di una volta!
― Anche io! ― disse un'altra e poi tutti  i vecchietti assieme in coro.
― Ma questo è un miracolo!  Possiamo camminare! Un miracolo!  Possiamo addirittura ballare! ― E i vecchietti si misero a ballare, formando delle coppie di uomini e donne vecchie che ridevano spensierati al suono di una davvero vecchia musica che sentivano solo loro, perché  tutt’intorno c’erano solo rumori che facevano contorcere lo stomaco.
― Un miracolo? ― dissero in molti nella folla. ― Presto! Chiamate il Rappresentante della chiesa riformata, così li denuncia tutti!
Ma il Rappresentante, accortosi che lo volevano coinvolgere cercò di scappare, con due bomboloni in mano. Quando alla fine lo bloccarono disse ― Ma quale miracolo! Ma non c’è nessun miracolo! Per favore tornate a giocare! Andiamo! ― Ma nessuno lo seguiva perché cominciò a non ispirare molta simpatia in alcuni, grandi e piccoli, che senza volerlo si erano messi addirittura a pensare.
― Ma come? Cento e passa vecchi paralitici che camminano all’improvviso non è un miracolo? E che cos’è? Che nuovo gioco è?
― Ma chi lo sa! Ma i miracoli non sono… Non ci sono… Non erano…
― Ma insomma: lei se ne intende, ha studiato questa roba vecchia. Cosa accidenti è successo dunque?
― Ma cosa volete che vi dica…
― Insomma! Ha studiato i miracoli? Ci spieghi! Deve spiegarci!
― Ma no! Io… Ecco: sì! Ecco: devo informarmi da chi ne sa di più!
― Perché, lei non lo sa?
― Ecco forse… Forse e senza forse: ecco! Sì! Mentre spiegavano i miracoli, questa cosa che non esiste, ovvio… Ecco io probabilmente, da giovane allievo del seminario riformato, è passata una vita da allora eh! Probabile che durante quella lezione, quando si dice il caso! Probabile che io ero comandato di pulizia ai cessi…

Fatto sta che quei cento e passa vecchietti e vecchiette ritornarono a camminare, ma la storiella non finisce molto bene, perché  i loro parenti  non li rivollero indietro, mentre nell’ospizio si arrabbiarono molto per questa novità, imponendo una maggiorazione della mensilità per riprenderli, perche era aumentato il lavoro di sorveglianza in quanto i vecchietti, potendo camminare con le loro gambe, potevano anche fuggire.
In quanto a Rossana e Gioele, per il momento non vissero felici e contenti, ci furono conseguenze, ma niente che non si potesse superare con la buona, continua e giusta  disobbedienza. Attendiamo, fiduciosi, novità.
Si salveranno solo coloro che resisteranno e disobbediranno a oltranza, il resto perirà.
(Apocalisse di S. Giovanni)

Re: [Lab 11] Respirate oltre

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Ciao @Alberto Tosciri.
Bello rivederti qui dopo il contest precedente. :D 

Difficile commentare questo racconto, e immagino che qualcuno possa montare qualche polemica a riguardo, considerando il sottotesto che si legge tra le righe.  :asd: 

Solo un appunto devo sollevare, ed è legato allo stile usato e alla scelta del target (YA 13+).
Sicuramente ci saranno adolescenti in grado di capire l'ironia del testo... ma non so quanti. A mio modo di vedere, non molti nella fascia 13-14 anni.

Il problema è duplice.
Da un lato ci sono riferimenti che vanno troppo indietro nel tempo. Il "tutta panna" non lo coglierà nessuno che abbia meno di trent'anni. Idem per "la vispa Teresa". Ce ne sono forse altri 2-3 nel racconto.
Dall'altro, l'ironia che hai inserito è a mio avviso troppo adulta. La sensazione è che tu abbia inserito parecchia "politica" in questo racconto. E se quel tipo di ironia "politica" può forse essere adatta a ragazzi di 16-18 anni, credo sia difficile farla capire a lettori più giovani, che di dibattito politico non si interessano. Ai miei tempi (medioevo ormai) i ragazzi cominciavano a politicizzarsi intorno ai 15 anni minimo, più facilmente intorno ai 16-17. 

L'impressione generale che mi ha dato il racconto è più quella di un "racconto per adulti con ragazzi come protagonisti" che di un "racconto per ragazzi".
Forse sbaglio, in fondo i giovani d'oggi sono più svegli di quanto non lo fossi io alla loro età. :P 

In ogni caso è ben scritto. Soprattutto i dialoghi, molto scorrevoli e ben costruiti. Anche i tuoi interventi più ironici e pungenti li ho trovati azzeccati.
Non sono pienamente d'accordo con il sottotesto che hai costruito, ma il bello di scrivere è che ognuno può esprimere ciò che ritiene opportuno. :)  Temi e contenuto appartengono solo all'autore.

Spero di rileggerti presto!

Re: [Lab 11] Respirate oltre

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Ciao @Mid
lascia che ti ringrazi innanzi tutto per il tuo commento e per il tuo garbato e civile non essere d’accordo su quanto ho scritto. Se tutti coloro che hanno giustamente da dissentire su un argomento avessero il tuo garbo e civiltà vivremmo in un mondo migliore.

Sapevo che il testo avrebbe provocato qualcosa. In effetti non sapevo cosa scrivere, non intendevo nemmeno partecipare perché i bambini e i ragazzi di oggi non credono più alle favole ma ho avuto una sorta di incubo distopico e svegliandomi nel cuore della notte l’ho trascritto su un taccuino che tengo sul comodino, per non dimenticare alcune immagini. Si sa, come disse qualcuno, che i sogni muoiono all’alba.

So che molti riferimenti non hanno significato per i giovani d’oggi ai quali il racconto non racconto e non fiaba è diretto, al limite si potrebbero spiegare a piè pagina, ma non ci sarà questo pericolo.
Per tutta la vita non mi sono mai interessato di politica fino a poco tempo fa, quando la politica mi ha scovato per impedirmi di fare cose che ritenevo naturali come respirare e come bere l’acqua e la cosa mi ha riempito di dolore e amarezza. Al pari della religione che mi ha profondamente deluso non per il suo messaggio, la sua storia, ma per il suo utilizzo, nella quale mi ostino ancora a credere, credere alle sue scritture, per quanto mistificate e travisate nei secoli, che hanno causato tanto dolore agli uomini.
Figurati che mi sono messo, alla mia età, a studiare l’ebraico, in quanto è una delle poche lingue, assieme all’arabo, che per quanto ottimamente tradotte non rendono appieno ciò che vogliono dire. Inoltre a ogni lettera ebraica corrisponde un numero e le sacre scritture hanno numeri precisi e immutabili da millenni. Basta che un solo numero, una sola lettera non torni in un libro e il testo è da buttare. Figuriamoci le idee e le interpretazioni che ne hanno fatto gli uomini.
Bene: ho fatto la mia solita digressione.

Tornando al tema, ammetto di aver fatto ironia e sarcasmo su molte, moltissime cose di oggi, cose auspicate, in divenire e alcune attuate o in via di attuazione. La cosa più triste per me è che sono quasi tutti entusiasti, con gli occhi e le orecchie foderate di prosciutto ecologico fatto di pasta di ceci ogm, la carne no altrimenti il pianeta muore. Io, per quanto non conti nulla, non voglio essere entusiasta di questa nuova vita. Negli antichi testi indiani si parla di una Terra meravigliosa che conteneva cento miliardi di uomini e la Terra nemmeno se ne accorgeva, ma oggi sì. 
Si salveranno solo coloro che resisteranno e disobbediranno a oltranza, il resto perirà.
(Apocalisse di S. Giovanni)

Re: [Lab 11] Respirate oltre

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Quando l'ho letto la prima volta: 
Alberto Tosciri ha scritto: dom nov 19, 2023 8:59 pmNel cortile della scuola si stava facendo un ballo, una pesca di beneficienza e giochi vari a prezzo simbolico, fra cui in quel momento spiccava il salto della pozzanghera malsana aggrappati a una fune, per soli immunizzati da malattie tropicali nel caso si cadesse nell’acqua fetida, e il rotolamento in costume da bagno sopra pomodori e kaki creati con la stampante tridimensionale.
A parte la scelta di scrivere periodi così lunghi, qua, mi sono detta, dove cavolo siamo? 
Alberto Tosciri ha scritto: dom nov 19, 2023 8:59 pmI ragazzini o ragazzine, a seconda di come si erano dichiarati quella mattina sbarazzina, che si fossero lordati più degli altri nella poltiglia dei frutti, avrebbero ricevuto come premio l’ambito compito di portare di notte cibo e crediti di spesa nei quartieri più bisognosi della città, frequentati dai poveri ladri e spacciatori, con la possibilità oltre che di fare del bene gratis anche di dare tanta felicità con la propria presenza fisica a quella povera gente che spesso non sapeva come esprimere il proprio entusiasmo o anche la propria tristezza per non essere miliardari. La regola del portare e dare era sancita per legge e tutti erano entusiasti, genitori compresi, di obbedire alla legge, non capendo perché alcuni genitori si rifiutavano di mandare i propri figli a fare e ricevere del bene. Per fortuna c’era la legg
E leggendo appresso, stessa cosa. 
Bene, siamo in un modo distopico mi son detta. Ma perché mi sono venuti in mente i dipinti di Dalì? 
Tutti èh, non uno in particolare. Il suo stile onirico insomma. 
Poi leggo la tua risposta al commento di Mid e scopro hai sognato queste immagini.  Ok, Dalì faceva lo stesso, quindi... 
Per fortuna c'è la libertà di stampa. Oh yes.   

Io non ci ho visto riferimenti politici, Ho letto tra le righe la rappresentazione esatta dello schifo in cui viviamo oggi. Compresa la chiesa revisionata da duemila anni, non è nemmeno roba recente, alla fine. Chi potrebbe sollevare obiezioni? 
Ma è pur vero che a certi ragazzi di oggi devi tenere la mano per aiutarli a unire i puntini. 

La storia Romance tra i protagonisti è tipica dei romanzi Young adult  e spesso spunta all'improvviso, sembra attaccata con lo sputo, sono le ragioni di mercato, si sa. Come se le ragazzine di oggi corressero in libreria solo per leggere una scena d'amore persa in un'avventura sciapa  e senza senso. 
Tu ce l'hai messa e l'hai fatta finire diversamente bene e questo è un bene, per la tua storia. 
Cacchio! Se avessi se avessi sedici anni e non ci capissi un tubo nel leggere la tua storia mi piglierebbe lo stesso? Mi lascerebbe un senso di mistero? Una sensazione che mi spingesse a cercare qualcosa? Come fanno i dipinti di Dalì? Forse sì.
Quindi? Ti sei beccato la mia digressione e, per la miseria, secondo me hai raggiunto il tuo obiettivo.

Re: [Lab 11] Respirate oltre

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Ti ringrazio del commento @Albascura
Albascura ha scritto: A parte la scelta di scrivere periodi così lunghi, qua, mi sono detta, dove cavolo siamo? 
È un mio modo di esprimermi quello dei periodi lunghi. Lo so che bisogna mettere il punto ma non è un'equazione semplice e automatica per me e riconosco che mi lascio trascinare dalla foga del discorso; spesso quando si parla  a lungo non si fanno interruzioni.
Albascura ha scritto: Ma perché mi sono venuti in mente i dipinti di Dalì? 
Tutti èh, non uno in particolare. Il suo stile onirico insomma. 
Ti sono venuti in mente i dipinti di Dalì? È uno dei miei pittori  moderni preferiti. Da ragazzo, al liceo Artistico, non vedevo l'ora di poter dipingere qualcosa che assomigliasse al dipinto della crocifissione vista dall'alto, uno dei miei quadri preferiti del Maestro, che ritengo superiore a Picasso, con tutto il rispetto dovuto per un altro Maestro, ma erano due uomini, due stili differenti in effetti.
Albascura ha scritto: Io non ci ho visto riferimenti politici, Ho letto tra le righe la rappresentazione esatta dello schifo in cui viviamo oggi. Compresa la chiesa revisionata da duemila anni, non è nemmeno roba recente, alla fine. Chi potrebbe sollevare obiezioni? 
Ma è pur vero che a certi ragazzi di oggi devi tenere la mano per aiutarli a unire i puntini. 
Questo mi ha sollevato molto, era il mio intento infatti.
Sai, memore di tante polemiche che ho avuto nel passato, sia per racconti che per opinioni (non certo con te), temevo che mio malgrado avrei suscitato un putiferio, cosa che non desidero nel modo più assoluto, tanto è vero che da oltre un anno non frequento alcune discussioni se non quelle che ho aperto io, come il cinema e poche altre "innocue", consapevole che le mie opinioni e concezioni della storia e dell'attualità, essendo diverse, non vanno bene al momento attuale. 

In quanto al tenere la mano a certi ragazzi per unire i puntini... non lo farò mai per diversi motivi.
Non lo meritano, perchè nessuno apparentemente gli impedisce di approfondire la loro cultura  e la loro consapevolezza oltre la scuola e il cellulare e non intendo cozzare contro i loro cattivi maestri che li hanno "istruiti", che ne siano consapevoli o meno, nell'ignoranza necessaria a creare questa società, che naturalmente è la migliore del mondo, parafrasando un illuminista che  contribuì non poco con altri come lui... che si verificasse questo modo di vivere che per  la maggioranza è un paradiso in terra, per quelli come me è l'anticamera dell'inferno... e mi fermo qui.
Albascura ha scritto: La storia Romance tra i protagonisti è tipica dei romanzi Young adult  e spesso spunta all'improvviso, sembra attaccata con lo sputo, sono le ragioni di mercato, si sa. Come se le ragazzine di oggi corressero in libreria solo per leggere una scena d'amore persa in un'avventura sciapa  e senza senso. 
Tu ce l'hai messa e l'hai fatta finire diversamente bene e questo è un bene, per la tua storia. 
Cacchio! Se avessi se avessi sedici anni e non ci capissi un tubo nel leggere la tua storia mi piglierebbe lo stesso? Mi lascerebbe un senso di mistero? Una sensazione che mi spingesse a cercare qualcosa? Come fanno i dipinti di Dalì? Forse sì.
Quindi? Ti sei beccato la mia digressione e, per la miseria, secondo me hai raggiunto il tuo obiettivo.
Questo è bellissimo. Ho lasciato la piccola pseudo storia d'amore tra Rossana e Gioele, ultracasta che neanche il dolce stil novo... l'ho lasciata molto in sospeso, foriera di magari ulteriori sviluppi e fantasie in un mondo che da distopico tornasse a misura di essere umano con un anima e con un cielo soltanto blu, senza condimeteo settimanali da allarme rosso e attacco alla Terra...
Cercare qualcosa... bellissimo.

Ti ringrazio per le tue parole @Albascura
Si salveranno solo coloro che resisteranno e disobbediranno a oltranza, il resto perirà.
(Apocalisse di S. Giovanni)

Re: [Lab 11] Respirate oltre

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ciao @Alberto Tosciri

E che roba è? Miseria se mi hai impressionato! Non che il messaggio che lanci mi torni nuovo, ma per il coraggio di averlo esposto come ti è parso giusto!
Io credo che in effetti, i ragazzi di oggi non siano in grado di cogliere l'ironia e l'irriverenza per il mondo di oggi che hai dipinto, proiettandolo su di una dimensione spazio/tempo futura. Una precisa diagonale, una proiezione ortogonale della nostra società, riflessa in una epoca non lontana, ma che appare gemella e figlia della nostra società. Bisogna avere mente fina per cogliere tutto questo... Cosa sono i miracoli? Bella questa domanda, Alberto.
Mi spiace deluderti, ma a parte, qualsiasi controriforma cattolica, passata e futura, credo che l'unico miracolo veramente avvenuto in questa terra, sia la misericordia del nostro Padre Onnipotente nei nostri riguardi. Ai miracoli dell'uomo "santo" non ho mai creduto. Ti faccio i complimenti, esternandoti la mia vicinanza politica e quella fede che aldilà di tutte le cretinate che certi uomini di chiesa e non, ci hanno propinato per millenni...  oh yes  (y)
Tratti di pioggia sopra Auschwitz. Tra oblio e orgoglio

Re: [Lab 11] Respirate oltre

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Ciao @bestseller2020 e grazie per il tuo commento.

Hai ragione, il messaggio è sempre quello; in quanto alla mia esposizione devo tenermi di solito su distopie o fantasy create a mia immagine, realismi magici sudamericani.
Mi piacerebbe andare oltre ma in quest’epoca di isteria collettiva spuntano sempre nuovi kapò da tutti gli angoli dei condomini, ci sono sempre stati ma non resteranno per sempre.
Concordo che l’irriverenza per questa proiezione non tanto futuristica ma di un mondo già in avviata fase di rodaggio finale i ragazzi di oggi non la coglierebbero, non ci contavo molto quando scrivevo. Per far ragionare non servono novelle elettriche ma servirebbe qualcosa di più intenso, uno scossone, un azzeramento dell’isteria. Strada non impossibile da percorrere, ma alquanto in salita, con tanti posti di blocco formati da tanti kapò condominali che combatterebbero, naturalmente in dieci contro uno, pur di difendere il loro status di moderni integrati nell’isteria inframmezzata di pubblicità e luoghi comuni elementari.
Cosa sono i miracoli? Forse la disobbedienza alla paura, purché questa disobbedienza non abbia santoni o capi che una volta arrivati alla vittoria si incoronino a loro volta tiranni e tormentatori degli esseri umani.
La fede. Sarebbe stato bello averla, ma anche quella è stata mistificata, sepolta da taluni religiosi e dagli atei a tempo perso. Si doveva spiegare che la fede non dipende dagli uomini ma da qualcosa di inspiegabile che non possiamo comprendere, chiamiamolo Dio, come diceva anche San Tommaso D’Aquino. Ma questo non è più stato spiegato. 
Si salveranno solo coloro che resisteranno e disobbediranno a oltranza, il resto perirà.
(Apocalisse di S. Giovanni)

Re: [Lab 11] Respirate oltre

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Ciao @Alberto Tosciri un racconto sorprendente è dir poco. Come ricerca stilistica mi è sembrato molto diverso da tanti altri tuoi scritti che ho letto. Invece ho riscontrato una linea comune con alcune tematiche che mi sono parse a te care. Molti passaggi ironici e surreali mi hanno positivamente sorpreso, con una scrittura fresca, creativa e ricca di invenzioni. Si respira un profondo pessimismo per il futuro e  nostalgia per il passato. Una sensazione di tristezza pervade dall'inizio alla fine. Direi che mi sembra senz'altro più per adulti. Non facili da cogliere molte sottigliezze.
Molto interessante. Alla fine credo che va preso così com'è. Affidandosi alle sensazioni che trasmette.
Alla prossima.

Re: [Lab 11] Respirate oltre

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Ciao e grazie per il commento @Kasimiro
In questo racconto ho cambiato il mio solito stile un po' lineare, talvolta riesco a metterci qualcosa misto a sarcasmo apocalittico o robaccia del genere... giusto perchè, checchè se ne dica, oggi è alquanto complicato, diciamo così, chiamare le cose con il loro vero nome e cognome... si offendono tutti e allora...
Ci tengo a ribadire, così,  tanto per... che la mia nostalgia per il passato non è tanto per la luce con le candele e i calessi trainati dai cavalli, per quanto salutari e poetici, ma per un differente comportamento degli uomini e, se si può dire in questo clima da città di Salem, anche per un differente comportamento delle donne.
Si salveranno solo coloro che resisteranno e disobbediranno a oltranza, il resto perirà.
(Apocalisse di S. Giovanni)

Re: [Lab 11] Respirate oltre

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Ciao @Alberto Tosciri  :)
Il tuo racconto è sorprendente. È vero che è tanto tempo che non leggo niente di tuo, ma questo testo esce del tutto dal ricordo che ho delle tue storie. L'ho trovato spiazzante, ma in parte credo che sia dovuto anche al fatto che mi aspettavo qualcosa di diverso dalla tua penna. Mi piace molto questa digressione distopica!
Mi pare che il tuo mondo sia ben delineato, hai regole precise che rispetti e che danno coerenza all'insieme. Hai la piccola avventura romance per rientrare nello young adult e, non so se lo sai, ma il distopico sta tornando molto di moda soprattutto nella letteratura YA, quindi hai centrato il segno in pieno.
Il tuo finale lascia presagire un seguito, ne hai intenzione? Secondo me, dovresti, hai tutti gli ingredienti già ben disposti e, a giudicare da qquesto racconto, mi pare che potrebbe divertirti molto l'esercizio. Oltretutto, la disobbedienza, la fede, l'incasellamento sociale e tutti i temi che hai toccato più o meno apertamente, fanno parte dell'universo della letteratura distopica e della ricerca letteraria delle storie più grandi.
Buona scrittura, se lo vorrai  (y)
https://www.edizioniel.com/prodotto/lan ... 866568070/
https://www.edizionipiuma.com/it/i-disobbedienti/
Linda e la montagna di fuoco

Re: [Lab 11] Respirate oltre

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Ti ringrazio tanto per il tuo graditissimo commento, @Kikki   :)
Sai, con il tempo si cambia e anche se credo di non discostarmi troppo dalle mie idee di massima, ma qualche spostamento c'è sempre, non possiamo rimanere statici... in effetti qui ho usato uno stile diverso, che però mi attira, mi piace.
Mi piacerebbe proseguire questo racconto, un'idea ce l'ho per sommi capi, ma ho troppo altro materiale in cantiere, troppi progetti che, pur trattando anche di argomenti e periodi storici ben definiti, non tanto lontani, li faccio cambiare completamente per come avrebbero potuto essere, se certi avvenimenti si fossero o non fossero verificati, in alcuni casi casi aggiungendo anche una sorta di magia, non tanto quella dei maghi o dei draghi, ma un'altra magia arcaica, ancestrale, introspettiva, mai sopita del tutto in certe culture nonostante o anche soprattutto  a causa delle religioni subentrate. Prediligo però un realismo magico di scuola latino americana, alla Marquez per intenderci. Una sorta di trasognata realtà sospesa in qualcosa di conosciuto eppure diverso. Vedrò cosa riuscirò a tirarne fuori.
Ancora grazie per le tue belle parole, @Kikki  :)
Si salveranno solo coloro che resisteranno e disobbediranno a oltranza, il resto perirà.
(Apocalisse di S. Giovanni)
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