[H23] Che ora è?

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Traccia: Percorso della consapevolezza

Buddy rientrò a notte fonda. Era stato a giocare a poker presso la bisca clandestina del boss Marcel Kauski. Aveva lasciato sul tavolo del poker gran parte dei suoi guadagni. Aveva creduto sino all’ultimo rilancio che Gionny, detto il Bimbo, per via della sua faccia da bambolotto nonostante i suoi settant’anni, stesse bleffando. Invece aveva tirato fuori una scala colore che per pochissimo aveva superato la sua. Poi era andato a consolarsi tra le gambe di Ember, una delle tante amiche che lo aiutavano a prosciugare il conto in banca. Appena entrato in casa, si diresse verso il tavolo degli alcolici. Prese la bottiglia dello scotck e si mise a bere dalla bottiglia. La casa era avvolta dalla oscurità, ma lui si mosse senza esitazione verso la camera da letto, ignaro della presenza che lo seguiva con passo felpato. “Che ora è?” La domanda arcigna lo colse di sorpresa alle spalle e mentre lui cercava di capire, fu sollevato da una grande forza che lo sbatté con violenza sul materasso. Buddy, con gli occhi sbarrati dal terrore, vide appena il luccichio dell’oggetto metallico sopra la sua faccia: “Te lo dico io che ora è. É l’ora che tu crepi!”

La oscura presenza fu sopra di lui e lo bloccò saldamente mentre gli infilava per la bocca il grosso oggetto metallico. Dalla violenza della spinta, la mascella si fracassò e i denti andarono in frantumi.
L’uomo cercò di urlare, inutilmente, il dolore fu insopportabile, tanto che il cuore gli esplose assieme ai polmoni, quando l’oggetto, dopo aver attraversato la trachea, il torace, raggiunse l’addome devastandolo. Sulla parete e sul soffitto si disegnò una fontana di sangue le cui gocce, spinte verso l’alto, presero poi a discendere lentamente, disegnando delle righe perfette.

La mattina dopo, Kevin Bell, sceriffo della contea, fu avvisato dal sindaco di Sant Evil telefonicamente. “Cerca di venire al più presto. Hanno ammazzato Frank Otturgheon in un modo atroce”. L’uomo della legge rimase sorpreso dalla notizia. Conosceva bene l’assassinato che tutti chiamavano Buddy. Era il padrone della fabbrica di parti meccaniche per autocarri e trattori della città. Salì in macchina e si diresse sulla scena del crimine. Buddy, irriconoscibile per via della faccia sfigurata, era ancora disteso sul letto con le braccia spalancate, fradicio del suo sangue. Kevin rimase turbato e si domandò quale forza si fosse usata per ridurlo in quello stato. All’obitorio, il medico legale Sinner, si apprestò ad aprire in due il povero Buddy. Con il bisturi incise partendo dal pube sino ad arrivare in prossimità delle coste. Dopo prese la sega per le ossa. Dopo aver diviso in due lo sterno, prese la trincia per le costole per aprire la cassa toracica. Rimase a osservare lo scempio per qualche secondo, ma qualcosa lo distolse, sembrava come un ticchettio che non capiva da dove provenisse. Nel mentre il gatto Tom sbucò non si sa da dove e salì sul corpo esanime mettendosi a leccare le interiora esposte. “Ciao Tom! Ti piacciono le frattaglie! Ma sì, mangia pure, nessuno si lamenterà per qualche etto di carne”. Si guardò attorno e poi si avvicinò alle viscere del cadavere: il rumore veniva da lì. Prese un divaricatore e rimestò le budella fino a che l’oggetto venne fuori, facendolo sobbalzare, quando si mise a emettere un trillo fortissimo e schizzando sangue dappertutto. Sbigottito, con ausilio di una pinza, lo adagiò sul tavolo da lavoro. Grondante di sangue, l’oggetto si rivelò una vecchia sveglia metallica da tavolo di circa dieci centimetri di diametro, di quelle a carica manuale, con due campanelle sulla parte superiore. Si erano messe a suonare sulle dieci precise. Anche il gatto Tom si dileguò dallo spavento mollando il mozzicone che teneva tra i denti. Il medico fissò la sveglia che suonava e rimase interdetto. Fu lo sceriffo Kevin, che apparso sulla scena, schiacciò il blocco della suoneria, ponendo termine al fracasso.
Da dove arriva questa sveglia?” Chiese. Il medico indicò il cadavere, dove Tom aveva ripreso il pasto, gettandosi avidamente sul fegato. Lo sceriffo tirò fuori dalla fondina la sua colt e cercò di inquadrare l’animale, che accortosi del pericolo, si diede alla fuga, schivando i proiettili che gli esplodeva contro senza colpirlo. “Che fai! Per amor del cielo! Fermati, è il mio gatto”, urlò il medico. “Ti avevo avvertito che se lo avessi ritrovato qui dentro a merendare lo avrei fatto secco.
L’ultima volta si è mangiato un occhio della povera signora Mathusen e la figlia quasi mi faceva causa. Sono io il custode dei corpi in questo cazzo di paese”.

Rimise l’arma nella cintola e si avvicinò al corpo. Prese a pensare. Chi lo aveva ucciso doveva avere una forza sovrumana per spingere la sveglia fino così in fondo. Non aveva visto niente di simile in vita sua. Ma a tutto c’è sempre una prima volta. Chi poteva avere tanto odio verso Frank Otturgheon, quale poteva essere la ragione, era tutto da scoprire. Era un uomo rispettato che dava da vivere a duecento operai, mai guai con la legge. Divorziato senza figli, con il vizio del gioco e delle donne. L’omicidio poteva essere maturato nell’ambiente della bisca di Marcel Kauski? Era la prima ipotesi. Calò la sera a Sant Evil. La signora Mayer camminava serena lungo la strada che la riportava a casa dopo la giornata di lavoro. Dietro di lei una voce stridula parve chiederle qualcosa. Si fermò senza voltarsi e rimase in silenzio ad ascoltare: “Che ora è?”.

Lo sceriffo stava consumando la cena al locale di Lerroy quando ricevette una chiamata sul suo cellulare: “Vieni qui presto, abbiamo un altro morto con la mascella squartata”.
Kevin mollò la presa dalla bistecca che aveva tra i denti e rimase pensieroso a guardarla: “Porca puttana, che succede ora? La gente ingoia di tutto fino a ingozzarsi e crepare?”

Anche il corpo della signora Mayer era finito sul tavolo del dottor Sinner e a disposizione del felice gatto Tom, che già si leccava i baffi durante l’apertura del ventre, come se fosse una scatoletta di prelibato gourmet. Il responso fu identico: la donna era morta a causa della violenta e devastante introduzione per via orale di una sveglia meccanica sino in fondo all’addome. “Ecco! Mi ci mancava il serial killer della sveglia. Ma è solo una coincidenza l’arma del delitto?”. Quando lo sceriffo uscì dal suo ufficio, verso le nove di sera, il sole faceva capolino all’orizzonte. Rimase perplesso, il sole era tramontato alle diciassette e un quarto, come tutti i giorni. Guardò l’ora nel suo cellulare che indicava le sedici e mezza, come pure lo stesso orologio sistemato sopra l’ingresso dell’edificio comunale. “Porca puttana, devo essermi addormentato in ufficio per mezza giornata per svegliarmi al pomeriggio seguente: eppure non ho bevuto un goccio

Anche Maryanne fu svegliata dalla luce che filtrava dalla finestra. Guardò la sveglia sul comodino che segnava le sedici passate. Saltò dal letto in fretta e furia e telefonò alla collega: “Senti katy ma che cavolo di ore sono?” La collega farfugliò come se fosse sbronza, affermando che era sicura che neanche mezzora prima era andata a dormire, per poter affrontare il turno notturno in fabbrica. Intanto Ember usciva dal bagno dopo essersi sdocciata e vestita in modo attillato per poter attirare i clienti nella notte alla bisca di Marcell . “Oh! Cazzo! Ma cos’è questa luce?”

La gente di Sant Evil man mano prese ad affollare lo spiazzo di fronte alla casa del sindaco. Tutti indossavano pigiami e camice da notte, e si erano messi a guardare impauriti la sinistra scritta color sangue apparsa sulla parete dell’edificio “Che ora è?”

Poi qualcuno fece cenno agli altri indicando l’orologio sul campanile, le cui lancette si erano messe a girare come le eliche di un ventilatore: “Guardate! É la fine del mondo! É tornato il demonio del reverendo Thomas!”
Lo sceriffo Kevin raggiunse il folto gruppo di cittadini appena in tempo per sentire tale affermazione, poi tutti si erano dileguati per rinchiudersi dentro casa. Kevin guardò la scritta sulla parete, le lancette dell’orologio che ruotavano, il display del cellulare che era come se fosse impazzito, i secondi correvano come se fossero millesimi, minuti e ore erano intermittenti. “Che cosa sta succedendo?” Arrivò a tutta velocità, a bordo della ford della polizia, anche il suo aiutante Henry, che facendo derapare l’auto, si fermò a pochi passi da lui.
Sceriffo, qui sta succedendo l’inferno, abbiamo trovato altri due morti ammazzati”.
Il primo era il vecchio Luiss, ex capostazione in pensione da tanto tempo; lo avevano trovato impalato su per la barriera di ferro, al passaggio a livello subito dopo la stazione, come se fosse un vitello preparato per girare sullo spiedo. Il secondo era il coetaneo Den, anche lui pensionato, ex conducente del treno locale nelle tratte della contea. Costui era stato impalato con violenza da una locomotiva giocattolo munita di alcune carrozze: l’ultima di queste, in bella mostra, gli aveva trapassato lo sfintere. “Si son divertiti a ficcargli su per il culo il suo amato trenino” pensò Kevin.

Fu l’aiutante Henry che notò che tra gli ultimi assassinati vi era una correlazione. I due avevano lavorato per le ferrovie ed erano stati colleghi. Inoltre la signora Mayer lavorava nella fabbrica di Frank Otturgheon, detto Buddy, come impiegata alle buste paga dei lavoratori. Ma all’interno del ventre della donna, assieme alla sveglia meccanica, era stato rinvenuto anche un altro oggetto: un badge intero, come quelli usati per timbrare il cartellino. “Senti Henry, hai mai sentito nominare un certo reverendo Thomas?”, chiese lo sceriffo. “Penso che abbia che fare con la storia leggendaria della nascita di questo paese, altro non saprei. Ma credo che in biblioteca potresti trovare qualcosa a riguardo”, rispose.
Lo sceriffo Kevin andò nella biblioteca che trovò chiusa a chiave. Sparò due colpi di pistola al tamburo della serratura e per finire diede un poderoso calcio con cui sfondò la porta. Il pc sul tavolo era rimasto acceso e cercò tra gli elenchi dei libri qualcosa a riguardo la storia del paese.

Sant Evil è una cittadina nata ai primi dell’ottocento sullo snodo ferroviario più importante…
Il suo nome pare sia nato per via della figura controversa del suo Padre fondatore della locale chiesa protestante, Thomas Botton, che partecipò alla costruzione dell’insediamento dei lavoratori della ferrovia. Di lui si raccontava che al di là della sua santità, fosse uno spietato assassino e stupratore. Mai nessuno era riuscito a trovare prove sulla sua colpevolezza, ma di fatto, una parte inferocita degli abitanti lo aveva trucidato a colpi di mazza, quelle usate per affondare i chiodi delle traversine delle rotaie. Tale fatto aveva diviso il paese, e quelli che credettero nel suo martirio, consapevoli che qualche dubbio fosse giustificato, nominarono il luogo della brutale esecuzione Sant Evil.”

Dopo aver letto la storia, l’uomo pensò che niente aveva a che fare con i delitti. Intanto il sole, che era rimasto immobile nel cielo e non si era mosso nonostante le ore passate, aveva preso a scendere dalla parte opposta, verso est, annunciando con le tenebre, ulteriori notizie di omicidi. Nel giro di poche ore erano stati trovati il becchino Donovan, l’orologiaio Arthur, il capo reparto Jonny presso la fabbrica del Buddy. Non vi erano dubbi di come fossero stati trucidati. Erano pure comparse altre scritte funeste uguali a quella trovata sulla parte del comune “Che ora è?”Lo sceriffo si trovò solo nel suo ufficio a pensare come prepararsi a quella notte che si preannunciava la più lunga della sua vita. Il silenzio dominava Sant Evil e, per il terrore, tutti avevano tirato fuori armi e munizioni. Kevin non se l’era sentito di chiamare soccorsi ai vicini distretti, lo avrebbero preso per pazzo. Figuriamoci chiamare quelli del FBI. Anche l’aiutante si era dileguato portandosi via dall’armeria due fucili M4 automatici e proiettili in abbondanza. Aveva lasciato il fucile a pompa, però. Non gli rimase prendere quello e appoggiarlo sulla scrivania e attendere gli eventi. Aveva il tempo per capire e cercare notizie via web. “Sveglie, badge, trenini, ferrovie, caselli, capostazione, conducente…” Tra di loro il nesso vi era, ma negli omicidi? Prese a far scorrere i vari link sullo schermo, sino a quando una notizia lo colpì. “Donna di trent’anni muore travolta sui binari dal treno locale a Sant Evil . Il conducente del treno, Ted Ghamm, non avrebbe potuto evitare l’impatto contro l’auto ferma per cause ancora da stabilire.” Continuò nella ricerca sul proseguo delle indagini che c’erano state all’epoca quando lui era sceriffo in un’altra contea.
La donna si chiamava Helen Stonner, sposata senza figli con Tod Piterson. La donna andava a lavoro presso la fabbrica di pezzi di ricambio di Frank Otturgheon e pare fosse in ritardo. Avrebbe azzardato il passaggio con l’auto mentre le barriere si abbassavano, rimanendo con le ruote incastrata nel bel mezzo delle rotaie. Il capo stazione, Luiss Antony, era risultato non avere colpe sull’accaduto.
Ma allora gli omicidi potevano essere una vendetta? Gli elementi cominciavano a mettersi in ordine, considerato il fatto che, l’incidente ferroviario e la fabbrica in questione parevano uniti da un legame. Prese il fucile a pompa e andò alla ricerca del marito della vittima. Arrivò all’ultimo indirizzo del Piterson a piedi, data la poca distanza dal suo ufficio. La casa, nel mezzo di incolta vegetazione, era immersa nel buio e sembrava in stato d’abbandono. Bussò alla porta varie volte e non ricevendo risposta, la buttò giù con il solito calcio sferrato sulla serratura. La poca luce esterna non mise in mostra che la polvere che si sollevò per l’urto. Non vi era corrente elettrica a quanto sembrava. Kevin mise la cartuccia in canna, pronto a sparare a qualsiasi cosa si muovesse. Chiamò “Piterson! Vieni fuori! Sono lo sceriffo”.
Cercò in tutte le stanze senza trovare nessuno: scese in cantina, a questo punto. Una figura umana gli apparve di fronte, seduta su una sedia a dondolo, che oscillava lentamente: “ Ha fatto in fretta a trovarmi, sceriffo!”.
Sei stato tu?” Chiese lui. Ma poi, mentre le sue pupille si adattavano al buio, la sagoma dell’uomo divenne più chiara. “Non puoi essere stato tu! Sei un ammasso di pelle e ossa senza forza, diversamente da chi ha fatto tali omicidi. Tutto questo ha a che fare con la disgrazia di tua moglie, vero?domandò presupponendo.

Disgrazia? Maledetti! Loro e tutti i loro orari. La mia Helen era succube dei loro infami orari. Il Buddy chiedeva orari impossibili, turni infernali. La signora Mayer aveva l’ordine di togliere mezz’ora dalla busta ogni volta che faceva ritardo di un solo minuto. Jonny sempre a controllare e segnare i minuti che usava per andare in bagno o per prendere fiato”.

Ma il treno che c’entra?”

Quel maledetto capostazione diede il comando di abbassare le sbarre un minuto prima del previsto, e il conducente del treno a causa dell’obbligo di rispettare gli orari, il giorno era in anticipo anche lui di un minuto… la mia povera Helen era angustiata da quel passaggio a livello e usciva spesso in ritardo. Maledetti i loro orari. Hanno fatto la fine che dovevano fare.. hanno ingoiato quanto hanno usato per rendere la vita impossibile alla mia Helen.”

Kevin lo incalzò: “Chi ha fatto questo macello?”

Io ho venduto l’anima al diavolo per la mia vendetta e presto verrà a prendermi per portarmi all’inferno. Il demonio del reverendo Thomas è salito dall’abisso e gli sono stati concessi tre giorni per macellare i discendenti di Sant Evil. Ha poteri e forza sovrumana, la capacità di rallentare il giorno, far indietreggiare il tempo per prolungare questi giorni di morte..”

Non penserai che mi beva questa fesseria!”

Fossi in te mi darei alla fuga, non è venuto per te, magari ti salvi”

Allo sceriffo per la prima volta si accapponò la pelle. Nel silenzio della oscurità qualcosa si muoveva.

Che ora è?”
Tratti di pioggia sopra Auschwitz. Tra oblio e orgoglio

Re: [H23] Che ora è?

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Ciao @bestseller2020 ,
commento il tuo racconto anche per poter postare il mio.
Innanzitutto l'impressione globale: una bella idea (seppur non nuova, ma è quasi impossibile, invero) però non ben sfruttata. Temo che tu abbia messo davvero troppa carne al fuoco, perdendo focalizzazione e obbligandoti ad "andare via veloce" sui contenuti davvero importanti (ad esempio, non è utile il tempo dedicato al gatto e persino l'estemporaneo reverendo Thomas alla fine non serve a nulla: basta il diavolo, no?). Ma mano che il racconto procede, sembra che ti abbia guidato la fretta, il bisogno di concludere ad ogni costo. La narrazione, anziché incalzante diviene ancor più confusa e, per conseguenza, non coinvolgente.
Conoscendo la tua scrittura, arguisco che tu abbia avuto poco tempo, ma se ci rimetterai mano, la musica, son sicuro, cambierà!
Un po' di dettagli:
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Buddy rientrò a notte fonda. Era stato a giocare a poker presso la bisca clandestina del boss Marcel Kauski. Aveva lasciato sul tavolo del poker [penso che non serva, si può eliminare la ripetizione] gran parte dei suoi guadagni. Aveva creduto sino all’ultimo rilancio che Gionny, detto il Bimbo, per via della sua faccia da bambolotto nonostante i suoi settant’anni [qui ripeti due volte l’aggettivo possessivo (lo faccio spesso anch’io, penso che il secondo non serva], stesse bleffando [bluffando]. Invece aveva tirato fuori una scala colore che per pochissimo aveva superato la sua. Poi era andato a consolarsi tra le gambe di Ember, [qui la costruzione delle due frasi consecutive fa sembrare che tra le gambe di Ember ci vada il Bimbo: nella seconda frase cambia il soggetto. Credo che anche il “POI” aiuti nell’errore. Forse funzionerebbe di più qualcosa tipo “E a Buddy non restò che…”]  una delle tante amiche che lo aiutavano a prosciugare il conto in banca. Appena entrato in casa, si diresse verso il tavolo degli alcolici. Prese la bottiglia dello scotck [scotch] e si mise a bere dalla bottiglia [due volte bottiglia: “si mise a bere a canna”?]. La casa era avvolta dalla oscurità, ma lui si mosse senza esitazione verso la camera da letto, ignaro della presenza che lo seguiva con passo felpato [mio gusto: il passo felpato mi fa pensare a un cartoon della Pantera Rosa. Lo eliminerei, non aggiunge nulla]. “Che ora è?” La domanda arcigna [non credo sia arcigna la domanda, quanto piuttosto la voce che la pone] lo colse di sorpresa alle spalle e mentre lui cercava di capire, fu sollevato da una grande forza che lo sbatté con violenza sul materasso. Buddy, con gli occhi sbarrati dal terrore, vide appena il luccichio dell’oggetto metallico sopra la sua faccia: “Te lo dico io che ora è. É l’ora che tu crepi!”

La oscura presenza fu sopra di lui e lo bloccò saldamente mentre gli infilava per la bocca il grosso oggetto metallico. Dalla violenza della spinta, la mascella si fracassò e i denti andarono in frantumi.
L’uomo cercò di urlare, inutilmente, il dolore fu insopportabile, tanto che il cuore gli esplose assieme ai polmoni, quando l’oggetto, dopo aver attraversato la trachea, il torace, raggiunse l’addome devastandolo. Sulla parete e sul soffitto si disegnò una fontana di sangue le cui gocce, spinte verso l’alto, presero poi a discendere lentamente, disegnando delle righe perfette.
[WOW! Splatter splatter splatter!]
La mattina dopo, Kevin Bell, sceriffo della contea, fu avvisato dal sindaco di Sant Evil [un nome un programma, eh?] telefonicamente. “Cerca di venire al più presto. Hanno ammazzato Frank Otturgheon in un modo atroce”. L’uomo della legge rimase sorpreso dalla notizia. Conosceva bene l’assassinato che tutti chiamavano Buddy. Era [uhm… non mi sembra che funzioni molto: “Conosceva bene Buddy, il padrone della…”. In principio hai già detto chi è] il padrone della fabbrica di parti meccaniche per autocarri e trattori della città. Salì in macchina e si diresse sulla scena del crimine. Buddy, irriconoscibile per via della faccia sfigurata, era ancora disteso sul letto con le braccia spalancate, fradicio del suo sangue. Kevin rimase turbato e si domandò quale forza si fosse usata per [avesse potuto?] ridurlo in quello stato. All’obitorio, il medico legale Sinner, si apprestò ad aprire in due il povero Buddy. [penso che non serva, fagli compiere l’azione e basta, diventa più efficace] Con il bisturi incise partendo dal pube sino ad arrivare in prossimità delle coste. Dopo prese la sega per le ossa. Dopo aver diviso in due lo sterno, prese la trincia per le costole per aprire la cassa toracica. [doppia ripetizione DOPO e PRESE, semplificherei la frase: “Prese la sega per le ossa e dopo aver diviso in due lo sterno, aprì la cassa toracica con la trincia per le costole] Rimase a osservare lo scempio per qualche secondo, ma qualcosa lo distolse, [distrasse?] sembrava come un ticchettio [, solo] che non capiva da dove provenisse. Nel mentre [fu allora che] il gatto Tom sbucò non si sa da dove e salì sul corpo esanime mettendosi a leccare le interiora esposte. “Ciao Tom! Ti piacciono le frattaglie! Ma sì, mangia pure, nessuno si lamenterà per qualche etto di carne”. [Madonna che personaggino che delinei con una frase!!] Si guardò attorno e poi si avvicinò alle viscere del cadavere: il rumore veniva da lì. Prese un divaricatore e rimestò le budella fino a che l’oggetto venne fuori, facendolo sobbalzare, quando si mise a emettere un trillo fortissimo e schizzando sangue dappertutto. Sbigottito, con ausilio di una pinza, lo adagiò sul tavolo da lavoro. Grondante di sangue, l’oggetto si rivelò una vecchia sveglia metallica da tavolo di circa dieci centimetri di diametro, di quelle a carica manuale, con due campanelle sulla parte superiore. Si erano messe a suonare sulle dieci precise. Anche il gatto Tom si dileguò dallo spavento mollando il mozzicone che teneva tra i denti. Il medico fissò la sveglia che suonava e rimase interdetto [“talmente interdetto da non riuscire a reagire”?]. Fu lo sceriffo Kevin, che apparso sulla scena, schiacciò il blocco della suoneria, ponendo termine al fracasso. [questa frase non mi sembra molto efficace, forse la ripenserei]
“Da dove arriva questa sveglia?” Chiese. Il medico indicò il cadavere, dove Tom aveva ripreso il pasto, gettandosi avidamente sul fegato. Lo sceriffo tirò fuori dalla fondina la sua colt e cercò di inquadrare l’animale, che accortosi del pericolo, si diede alla fuga, schivando i proiettili che gli esplodeva contro senza colpirlo. “Che fai! Per amor del cielo! Fermati, è il mio gatto”, urlò il medico. “Ti avevo avvertito che se lo avessi ritrovato qui dentro a merendare lo avrei fatto secco. [ok! Lo sceriffo è un pazzo!]
L’ultima volta si è mangiato un occhio della povera signora Mathusen e la figlia quasi mi faceva causa. Sono io il custode dei corpi in questo cazzo di paese”.

Rimise l’arma nella cintola [fondina?] e si avvicinò al corpo. Prese a pensare.[eliminerei] Chi lo aveva ucciso doveva avere una forza sovrumana per spingere la sveglia fino così in fondo. Non aveva visto niente di simile in vita sua. Ma a tutto c’è sempre una prima volta. Chi poteva avere tanto odio verso Frank Otturgheon, quale poteva essere la ragione, era tutto da scoprire [ovvietà] Era un uomo rispettato che dava da vivere a duecento operai, mai guai con la legge. Divorziato senza figli, con il vizio del gioco e delle donne. L’omicidio poteva essere maturato nell’ambiente della bisca di Marcel Kauski? Era la prima ipotesi. 
[farei uno stacco di linea, qui]
Calò la sera a Sant Evil. La signora Mayer camminava serena lungo la strada che la riportava a casa dopo la giornata di lavoro. Dietro di lei una voce stridula parve chiederle qualcosa. Si fermò senza voltarsi e rimase in silenzio ad ascoltare: “Che ora è?”.

Lo sceriffo stava consumando la cena al locale di Lerroy quando ricevette una chiamata sul suo cellulare: “Vieni qui presto, abbiamo un altro morto con la mascella squartata”.
Kevin mollò la presa dalla bistecca che aveva tra i denti e rimase pensieroso a guardarla: “Porca puttana, che succede ora? La gente ingoia di tutto fino a ingozzarsi e crepare?” [questa frase non l’ho capita]

Anche il corpo della signora Mayer era finito sul tavolo del dottor Sinner e a disposizione del felice gatto Tom, che già si leccava i baffi durante l’apertura del ventre, come se fosse una scatoletta di prelibato gourmet. [evvai! Mi piace!!] Il responso fu identico: la donna era morta a causa della violenta e devastante introduzione per via orale di una sveglia meccanica sino in fondo all’addome. “Ecco! Mi ci mancava il serial killer della sveglia. Ma è solo una coincidenza l’arma del delitto?” [secondo me questa domanda non è plausibile: come può dubitare che sia una coincidenza?]. Quando lo sceriffo uscì dal suo ufficio, verso le nove di sera, il sole faceva capolino all’orizzonte. Rimase perplesso, il sole era tramontato alle diciassette e un quarto, come tutti i giorni. Guardò l’ora nel suo cellulare che indicava le sedici e mezza, come pure lo stesso orologio sistemato sopra l’ingresso dell’edificio comunale. “Porca puttana, devo essermi addormentato in ufficio per mezza giornata per svegliarmi al pomeriggio seguente: eppure non ho bevuto un goccio”

[Da questo punto in poi, accade quello cui accennavo all'inizio: metti su carne e carne generando confusione. La narrazione diventa superficiale, i luoghi comini si sprecano..]

Anche Maryanne fu svegliata dalla luce che filtrava dalla finestra. Guardò la sveglia sul comodino che segnava le sedici passate. Saltò dal letto in fretta e furia e telefonò alla collega: “Senti katy ma che cavolo di ore sono?” La collega farfugliò come se fosse sbronza, affermando che era sicura che neanche mezzora prima era andata a dormire, per poter affrontare il turno notturno in fabbrica. Intanto Ember usciva dal bagno dopo essersi sdocciata e vestita in modo attillato per poter attirare i clienti nella notte alla bisca di Marcell . “Oh! Cazzo! Ma cos’è questa luce?”

La gente di Sant Evil man mano [eliminerei] prese ad affollare lo spiazzo di fronte alla casa del sindaco. Tutti indossavano pigiami e camice da notte, e si erano messi a guardare [fissavano] impauriti la sinistra scritta color [perché “color”? Direi “di sangue”] sangue apparsa sulla parete dell’edificio “Che ora è?”

Poi qualcuno fece cenno agli altri indicando l’orologio sul campanile, le cui lancette si erano messe a girare come le eliche di un ventilatore: “Guardate! É la fine del mondo! É tornato il demonio del reverendo Thomas!” [e questo reverendo da dove sbuca fuori?]
Lo sceriffo Kevin raggiunse il folto gruppo di cittadini appena in tempo per sentire tale affermazione, poi tutti si erano dileguati per rinchiudersi dentro casa. [Kevin guardò la scritta sulla parete, le lancette dell’orologio che ruotavano, il display del cellulare che era come se fosse impazzito, i secondi correvano come se fossero millesimi, minuti e ore erano intermittenti. “Che cosa sta succedendo?” Arrivò a tutta velocità, a bordo della ford della polizia, anche il suo aiutante Henry, che facendo derapare l’auto, si fermò a pochi passi da lui. [non serve introdurre l'aiutante!]
“Sceriffo, qui sta succedendo l’inferno, abbiamo trovato altri due morti ammazzati”. [lo chiamarono alla radio]
Il primo era il vecchio Luiss, ex capostazione in pensione da tanto tempo; lo avevano trovato impalato su per la barriera di ferro, al passaggio a livello subito dopo la stazione, come se fosse un vitello preparato per girare sullo spiedo. Il secondo era il coetaneo Den, anche lui pensionato, ex conducente del treno locale nelle tratte della contea. Costui era stato impalato con violenza da una locomotiva giocattolo munita di alcune carrozze: l’ultima di queste, in bella mostra, gli aveva trapassato lo sfintere. “Si son divertiti a ficcargli su per il culo il suo amato trenino” pensò Kevin. [quindi le sveglie erano davvero una coincidenza??]

Fu l’aiutante Henry che notò che tra gli ultimi assassinati vi era una correlazione. I due avevano lavorato per le ferrovie ed erano stati colleghi. Inoltre la signora Mayer lavorava nella fabbrica di Frank Otturgheon, detto Buddy, come impiegata alle buste paga dei lavoratori. Ma all’interno del ventre della donna, assieme alla sveglia meccanica, era stato rinvenuto anche un altro oggetto: un badge intero, come quelli usati per timbrare il cartellino. “Senti Henry, hai mai sentito nominare un certo reverendo Thomas?”, chiese lo sceriffo. “Penso che abbia che fare con la storia leggendaria della nascita di questo paese, altro non saprei. Ma credo che in biblioteca potresti trovare qualcosa a riguardo”, rispose. [credo che questo paragrafo sia emblematico del numero di elementi accumulati]
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Fermo qui la disanima puntuale perché non penso che potrei aggiungere impressioni nuove.
Concludo dicendo però, che mi è piaciuto moltissimo il "futile motivo" alla base dell'intero massacro: gli orari di lavoro... ce ne sarebbero da massacrare! :-) 

A rileggerti!

Re: [H23] Che ora è?

3
Ciao @bestseller2020, sono sincera, questo racconto non mi ha presa.
L'ho trovato saturo di situazioni, di dettagli che potevi non citare. A mio parere non scorre molto.
Non mi è chiara nemmeno l'attinenza con la carta. Forse è l'immagine del diavolo, o del reverendo?
Trovo interessante la parte finale con la condanna del tempo da rincorrere e non basta mai. Mi ci ritrovo molto e ritengo sia un male comune assolutamente da estirpare.
Tutto il raccolto mi sembra scritto come una corsa contro il tempo e questo parallelo non mi lascia indifferente.
L'impressione generale che mi dà, è il riassunto di un tomo imponente, che non è riuscito a sintetizzare i punti salienti, inserendo troppi dettagli distrattivi.
Secondo me potresti lavorarci e farlo diventare un bel racconto, l'idea c'è e non è affatto male.
Ma potrebbe migliorare o snellendolo molto per farlo diventare un racconto breve, oppure strutturandolo in capitoli dando il giusto spazio a personaggi ed eventi.
Ovviamente, è il mio personalissimo parere.
A rileggerti 
<3

Re: [H23] Che ora è?

4
ciao @Modea72 e grazie del passaggio.
Modea72 ha scritto: ven nov 03, 2023 12:13 amsono sincera, questo racconto non mi ha presa.
Si vede che non ti piacciono gli horror :P
Modea72 ha scritto: ven nov 03, 2023 12:13 amL'impressione generale che mi dà, è il riassunto di un tomo imponente, che non è riuscito a sintetizzare i punti salienti, inserendo troppi dettagli distrattivi.
Qui, secondo me, ti sei fatta influenzare. Il racconto ha una trama importante e certamente la parte finale è chiusa in fretta. Ma come potrai immaginare, sono arrivato al massimo dei caratteri. Il finale è un classico della serie "Non è ancora finita! Molto usato quando si vuole lasciare aperto il mistero... A mio parere, ho scritto un pezzo di cui vado fiero, della serie "Mi stimo e incoraggio!" :asd: Ciao e grazie 
Tratti di pioggia sopra Auschwitz. Tra oblio e orgoglio

Re: [H23] Che ora è?

6
Sei un vero @bestseller2020 di bravura rapportata alla velocità di esecuzione.  (y)

L'ho letto e ne ho ricavato un'impressione di una cruenta vendetta orchestrata con tutti i crismi del terrore.

L'ho trovata anche quasi ineccepibile nella punteggiatura, sintassi e grammatica.

Il tuo stile, asciutto e coinvolgente, ha un ritmo che tiene avvinto il lettore dall'inizio dalla fine. Complimenti, Raffaele!
Di sabbia e catrame è la vita:
o scorre o si lega alle dita.


Poeta con te - Tre spunti di versi

Re: [H23] Che ora è?

7
Ciao @bestseller2020 ho letto con passione il tuo racconto. Devo dire che la prima parte è molto intrigante. L'omicidio efferato, il ripetersi con la signora Mayer. Sembra che si sia alle prese con un serial Killer. Ho trovato deliziosa la parentesi del gatto. Poi la vicenda si complica. Entrano in scena altri misteri del passato, altri omicidi. Il tutto si complica in breve spazio bisogna tenere le redini per collegare il tutto.
Forse la vendita dell'anima al diavolo potrebbe essere interpretata come una scorciatoia. Avrei trovato più affascinante che l'omicida avesse fatto da solo, magari sfruttando l'ingegno, tipo la saga di Saw. 
Comunque complimenti. Una trama ben intessuta con una buona scrittura.
Alla prossima

Re: [H23] Che ora è?

8
Buon racconto, potrebbe essere il soggetto di un film holliwoodiano.
A livello di idea, forse una delle migliori che ho letto nel contest.

Ora, le pulci e gli altri insetti. :)

L'illusoIllusore ha già segnalato tutti i refusi e tutti i passaggi poco chiari della prima parte, non mi ripeterò quindi.
Passo all'ultima parte.
bestseller2020 ha scritto: mer nov 01, 2023 6:26 pmSant Evil è una cittadina nata ai primi dell’ottocento sullo snodo ferroviario più importante…
Il suo nome pare sia nato per via della figura controversa del suo Padre fondatore della locale chiesa protestante, Thomas Botton, che partecipò alla costruzione dell’insediamento dei lavoratori della ferrovia. Di lui si raccontava che, al di là della sua santità, fosse uno spietato assassino e stupratore. Mai nessuno era riuscito a trovare prove sulla sua colpevolezza, ma [di fatto,] una parte inferocita degli abitanti lo aveva trucidato a colpi di mazza, quelle usate per affondare i chiodi delle traversine delle rotaie. Tale fatto aveva diviso il paese, e quelli che credevano nel suo martirio, consapevoli che qualche dubbio fosse giustificato, nominarono il luogo della brutale esecuzione Sant Evil.”

Dopo aver letto la storia, l’uomo pensò che niente aveva a che fare con i delitti. Intanto il sole, che era rimasto immobile nel cielo e non si era mosso nonostante le ore passate, aveva preso a scendere dalla parte opposta, verso est, annunciando con le tenebre, ulteriori notizie di omicidi. Nel giro di poche ore erano stati trovati il becchino Donovan, l’orologiaio Arthur, il capo-reparto Jonny presso la fabbrica del Buddy. Non vi erano dubbi di come fossero stati trucidati. Erano pure comparse altre scritte funeste, uguali a quella trovata sulla parete del municipio. Lo sceriffo si trovò solo nel suo ufficio a pensare come prepararsi a quella notte che si preannunciava la più lunga della sua vita. Il silenzio dominava Sant Evil e, per il terrore, tutti avevano tirato fuori armi e munizioni. Kevin non se l’era sentito di chiamare soccorsi ai vicini distretti, lo avrebbero preso per pazzo. Figuriamoci chiamare quelli dell'FBI. Anche l’aiutante si era dileguato portandosi via dall’armeria due fucili M4 automatici e proiettili in abbondanza. Aveva lasciato il fucile a pompa, però. Non gli rimase che prendere quello, [e] appoggiarlo sulla scrivania e attendere gli eventi. Aveva [il] tempo per capire e cercare notizie via web. “Sveglie, badge, trenini, ferrovie, caselli, capostazione, conducente…” Tra di loro il nesso vi era, ma negli omicidi? Prese a far scorrere i vari link sullo schermo, sino a quando una notizia lo colpì. “Donna di trent’anni muore travolta sui binari dal treno locale a Sant Evil . Il conducente del treno, Ted Ghamm, non avrebbe potuto evitare l’impatto contro l’auto ferma per cause ancora da stabilire.” Continuò nella ricerca sul prosieguo delle indagini che c’erano state all’epoca quando lui era sceriffo in un’altra contea.
La donna si chiamava Helen Stonner, sposata senza figli con Tod Piterson. La donna andava a lavoro presso la fabbrica di pezzi di ricambio di Frank Otturgheon e pare fosse in ritardo. Avrebbe azzardato il passaggio con l’auto mentre le barriere si abbassavano, rimanendo con le ruote incastrate nel bel mezzo delle rotaie. Il capo stazione, Luiss Antony, era risultato non avere colpe sull’accaduto.
Ma allora gli omicidi potevano essere una vendetta? Gli elementi cominciavano a mettersi in ordine, considerato il fatto che [,] l’incidente ferroviario e la fabbrica in questione parevano uniti da un legame. Prese il fucile a pompa e andò alla ricerca del marito della vittima. Arrivò all’ultimo indirizzo del Piterson a piedi, data la poca distanza dal suo ufficio. La casa, nel mezzo di incolta vegetazione, era immersa nel buio e sembrava in stato d’abbandono. Bussò alla porta varie volte e, non ricevendo risposta, la buttò giù con il solito calcio sferrato sulla serratura. La poca luce esterna non mise in mostra che la polvere che si sollevò per l’urto. Non vi era corrente elettrica a quanto sembrava. Kevin mise la cartuccia in canna, pronto a sparare a qualsiasi cosa si muovesse. Chiamò “Piterson! Vieni fuori! Sono lo sceriffo”.
Cercò in tutte le stanze senza trovare nessuno: scese in cantina, a questo punto. Una figura umana gli apparve di fronte, seduta su una sedia a dondolo, che oscillava lentamente: “ Ha fatto in fretta a trovarmi, sceriffo!”.
Sei stato tu?” Chiese lui. Ma poi, mentre le sue pupille si adattavano al buio, la sagoma dell’uomo divenne più chiara. “Non puoi essere stato tu! Sei un ammasso di pelle e ossa senza forza, diversamente da chi ha compiuto tali omicidi. Tutto questo ha a che fare con la disgrazia di tua moglie, vero?domandò presupponendo.

Disgrazia? Maledetti! Loro e tutti i loro orari. La mia Helen era succube dei loro infami orari. Il Buddy chiedeva orari impossibili, turni infernali. La signora Mayer aveva l’ordine di togliere mezz’ora dalla busta ogni volta che faceva ritardo di un solo minuto. Jonny sempre a controllare e segnare i minuti che usava per andare in bagno o per prendere fiato”.

Ma il treno che c’entra?”

Quel maledetto capostazione diede il comando di abbassare le sbarre un minuto prima del previsto, e il conducente del treno a causa dell’obbligo di rispettare gli orari, quel giorno era in anticipo anche lui di un minuto… La mia povera Helen era angustiata da quel passaggio a livello e usciva spesso in ritardo. Maledetti i loro orari. Hanno fatto la fine che dovevano fare.. Hanno ingoiato quanto hanno usato per rendere la vita impossibile alla mia Helen.”

Kevin lo incalzò: “Chi ha fatto questo macello?”

Io ho venduto l’anima al diavolo per la mia vendetta e presto verrà a prendermi per portarmi all’inferno. Il demonio del reverendo Thomas è salito dall’abisso e gli sono stati concessi tre giorni per macellare i discendenti di Sant Evil. Ha poteri e forza sovrumana, la capacità di rallentare il giorno, far indietreggiare il tempo per prolungare questi giorni di morte...

Non penserai che mi beva questa fesseria!”

Fossi in te mi darei alla fuga, non è venuto per te, magari ti salvi.

Allo sceriffo per la prima volta si accapponò la pelle. Nel silenzio della oscurità qualcosa si muoveva.

Che ora è?”
Ora, dopo le (poche) correzioni di bozze, passiamo alla ciccia più succulenta. :)

Come detto, l'idea è ottima, degna di un film, di quelli prodotti in grande stile.

Credo che però la storia meriti maggior attenzione nel ritmo.
Molte scene sono "raccontate", e poche "mostrate". Mi rendo conto che il limite di caratteri per il contest sia una brutta bestia, ma forse tagliare un po' di scene non strettamente necessarie e mostrare meglio quelle cruciali avrebbe reso il racconto molto più adrenalinico.
Io non sono un grande fan delle "regole di scrittura". E di tutte le "regole", quella dello show, don't tell è sicuramente la più nota, la più abusata e la meno capita. Resta il fatto che però in alcune circostanze, per alcuni testi di alcuni generi, sia un valido suggerimento per dare maggior ritmo e aumentare la tensione. Credo sia il caso di questo racconto.
Non si tratta di stravolgere niente, solo di identificare le parti meno necessarie e tagliarle, e "mostrare" più elementi che sono attualmente "raccontati" nelle scene principali.

Infine, una nota che è anche una domanda.
La scelta di certi nomi è ironica?
Chiedo perché il mio senso dell'umorismo è pari a zero. :) Non riesco a cogliere la maggior parte dell'ironia scritta, e infatti ne uso pochissima io stesso, nei miei testi.
Lo chiedo perché alcuni nomi usano una grafia "pseudo-anglosassone" (es. Sant Evil invece di Saint Evil, Gionny invece di JohnnyPiterson invece di Peterson, ecc.) e altri no (Kevin, Henry, ecc.).
Quindi mi chiedevo se ci fosse un'ironia di fondo riguardante i nomi del primo gruppo ma non quelli del secondo. Ironia che non ho, evidentemente, colto, e per cui mi scuso.

Per concludere: buona prova.
Ottime idee in tutto il testo, credo solo tu debba prenderti il tempo per rifinirle meglio.

A rileggerti. :)

Re: [H23] Che ora è?

9
  ha scritto: Si vede che non ti piacciono gli horror…
Dannazione! E questo sarebbe un horror?
Dove si trova il brivido? E dove diavolo hai pescato la bislacca formula che hai usato sperando di trasmettere, a me che leggo, la paura?
Questa è una maledetta parodia!

Innanzi tutto: quanti nomi, quanti personaggi hai infilato nel racconto? Venti? Trenta? Ebbene: ci stanno come sardine in una scatola, sappilo.

Ci sono, va bene e mi duole ammetterlo, degli elementi apprezzabili, pur se surreali e non che c’entrano un fico rinsecchito con la storia, come il gatto che banchetta sul tavolo autoptico, interessante ripescaggio dalla realtà, spesso orripilante, di odierne notizie virali (come amate chiamarle voi uomini d’oggi).
L’efferatezza dell’omicidio, con quel tocco di soprannaturale che serve per far passare una sveglia attraverso buona parte dell’apparato digerente straziando la sola bocca della vittima è un discreto elemento, dopotutto.
Un potere oscuro in grado di modificare il tempo? A rischio banalità, ma potenzialmente inquietante: sono disponibile ad accettarlo.
Il reverendo dannato è un dannato cliché, ma, orsù, è passabile.
L’anima venduta la diavolo? Un espediente per far digerire al povero lettore qualsiasi trovata narrativa, ma se la trovata è buona, anche questa banalità può essere resa passabile dal bravo narratore.
Ma… tutto assieme?
Per Giove! ti rendi conto che a questo punto hai gli ingredienti per un banalissimo polpettone avvelenato?
Dovresti condurre il racconto magistralmente, per sperare di far funzionare tutto e non uscirtene, invece, con una squallidissima storia degna dei peggiori b-movie.
E infatti ti perdi. Ti perdi in uno svolgimento eccessivamente denso e affollato, nel quale il povero lettore rischia di esser troppo preso dal capirci nulla per riuscire a sentire anche un solo soffio di quella paura che dovrebbe esserci.
Ma, soprattutto, la tua storia naufraga in uno stile orribilmente maccheronico, unica cosa genuinamente horror di questo polpettone che continuerò a chiamare racconto.

Cosa intendo? Ma santi numi, se non sapete ambientare le vostre storie negli USA, tenetele in Italia, maledizione!
Quando mai si è letto che gli americani bevono scotck? A parte il fatto che berranno bourbon, ma se anche hai la pretesa (più che lecita) di aver scovato uno statunitense amante dei single malt, al limite gli farai bere dello scotch!
Come indicano le ore gli statunitensi? Ah, se solo potessi! Per punizione ti manderei a piedi, a domandare a ciascuno dei trecento milioni e passa di americani, che ora è: non ne troveresti uno che a metà del pomeriggio ti dice che sono “le sedici”. O, peggio: le sedici e mezza!
Sant Evil sarà piuttosto Saint Evil. E resterà comunque banale. (Sul Sant mancava solo l’accento e avresti completato il capolavoro).

E poi, cito prendendo un po’ a caso nei dannatissimi punti d’inciampo che hai disseminato in questa specie di grottesco incubo del lettore:

presso la fabbrica del Buddy (AAAH! Articoli e preposizioni articolate davanti ai nomi propri? Allora ambientalo ad Abbiategrasso, con nomi e cognomi italiani, a bere del Ramazzotti e allora sì, mi avrai messo a tacere sullo stile maccheronico!)

Bleffando al posto di bluffando: ancora! Se è una corretta variante italiana, non puoi non accorgerti che sa proprio per nulla di bisca americana…

sino all’ultimo rilancio che Gionny, detto il Bimbo, AAAH! Piuttosto Johnny, detto Littleboy, solo per rovesciarti qui la prima idea che mi salta in mente e che non sappia di… nostrano.

Ma dannatissimo imbrattacarte, temevi che una mezza oncia di slang americano messa in bocca alla voce narrante avrebbe reso anche te vittima del reverendo?

E, insomma, caro colui che in modo incauto ho nominato Intrepido, ti dirò che, oltre ad essere impregnato di una vera atmosfera horror, un racconto del terrore deve essere scritto con stile e registro adeguati. Invece una gragnola di dettagli simili mi ha stroncato!

Se provo, con inusitata benevolenza e grande fatica, a concentrarmi nella lettura per scovare ciò che vi è di orribile nel tuo racconto e tu, di continuo, mi molli ceffoni con termini, appellativi e locuzioni fuori contesto, mi chiedo se mi stai prendendo in giro, oppure se non ti rendi conto che sarebbe meglio, forse, dipingere, o coltivare ortensie.

Pensaci, o mio tristissimo imbrattacarte: son sicuro che risultati migliori saranno tutt’altro che ardui da ottenere!

Re: [H23] Che ora è?

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Mio Signore @Stregone
Stregone ha scritto: sab nov 04, 2023 4:03 pmSe provo, con inusitata benevolenza e grande fatica, a concentrarmi nella lettura per scovare ciò che vi è di orribile nel tuo racconto e tu, di continuo, mi molli ceffoni con termini, appellativi e locuzioni fuori contesto, mi chiedo se mi stai prendendo in giro, oppure se non ti rendi conto che sarebbe meglio, forse, dipingere, o coltivare ortensie.
Tu che tutto vedi, dovresti ben sapere che, oltre a imbrattare carte, coltivo anche le ortensie! Inoltre, per risparmiare il 4 novembre, coltivo i crisantemi per i morti. A proposito, in quale tomba stai che te li porto?
Stregone ha scritto: sab nov 04, 2023 4:03 pmla tua storia naufraga in uno stile orribilmente maccheronico, unica cosa genuinamente horror di questo polpettone che continuerò a chiamare racconto.
E dai! Tutti i racconti di Halloween sanno di maccheroni, a meno che, non  sappiano di altro!
Stregone ha scritto: sab nov 04, 2023 4:03 pmQuando mai si è letto che gli americani bevono scotck? A parte il fatto che berranno bourbon, ma se anche hai la pretesa (più che lecita) di aver scovato uno statunitense amante dei single malt, al limite gli farai bere dello scotch!
Ma dove vivi? Ma lo sai quanti scozzesi ci stanno negli USA? In qualsiasi locale, lo scotch è disponibile. E poi che te ne frega a te se Kevin si sbronza con lo scotch al posto del whisky? Secondo il tuo perfido ragionamento, quindi un russo si sbronza solo con la vodka?
Stregone ha scritto: sab nov 04, 2023 4:03 pmDove si trova il brivido? E dove diavolo hai pescato la bislacca formula che hai usato sperando di trasmettere, a me che leggo, la paura?
Questa è una maledetta parodia!
Di quale paura parli? Tu non ne avresti neanche se ti tagliassi in due tua madre, mentre tu guardi! (magari divertito) La vera paura è quando si può ridere... ciao barbone!
Tratti di pioggia sopra Auschwitz. Tra oblio e orgoglio

Re: [H23] Che ora è?

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ciao @L e grazie del passaggio e delle note.
L ha scritto: gio nov 02, 2023 3:09 pmÉ tornato il demonio del reverendo Thomas!” [e questo reverendo da dove sbuca fuori?]
Questa voleva essere solo una piccola introduzione alla "possibile" identità dell'assassino. In effetti, sin dalle prime battute, lui si annuncia con la frase "Che ora è?". Non mi è parso utile doverlo rendere evidente da subito. 

Grazie 
Tratti di pioggia sopra Auschwitz. Tra oblio e orgoglio

Re: [H23] Che ora è?

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Ciao @bestseller2020  
siamo decisamente più dalle parti di Scary movie che di William Friedkin, ma l'horror parodico è un genere di tutto rispetto e molto apprezzato. Questa apoteosi di nomi strambi che scimmiottano i B-movies americani, assassinii assurdi, gatti che banchettano sui cadaveri in corso d'autopsia, sceriffo che sguaina il revolver contro il gatto, leggende che spuntano dal nulla e vendette "chi di lancetta ferisce di lancetta perisce" e chi più ne ha più ne metta mi ha davvero divertito.
Ogni tanto le frasi seguono logica e sintassi proprie, ma fa parte del tuo fascino xD
un saluto
I intend to live forever, or die trying.
(Groucho Marx)
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