Re: [MI179 fuori concorso] Spontaneità artificiale

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@Mina 

Allora non è vero che non scrivi! Non sembra che tu faccia fatica o, forse, hai smarrito la strada poi ritrovata? Andrò per ordine, cominciando dal titolo. L'avrei chiamato Spontaneità per giocare ,dal principio, su più campi. Dando la responsabilità a chi legge di immaginare la storia. Ho trovato refusi  qu:
Mina ha scritto: ma non s’illudere 
e qui
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Una settima dopo 

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Altrimenti grammatica e sintassi sono perfette. Sullo stile non ho da sottolineare e devo dire che sei veloce e rendi bene l'idea dei pensieri di Nicola. Ottima la caratterizzazione dei personaggi. Non ho osservazione nemmeno sui dialoghi che sono sembrati naturali. Parlando della trama è rispondente alla traccia e il colpo di scena finale fornisce al racconto quella spinta che lo fa decollare. Non ho letto storie simili e non saprei se è originale. A me lo è sembrata sia nell'idea che nello svolgimento. Hai disseminati indizi su Andreea, per esempio il bicchiere, di vino, che poi lo appariva solo e, non volendo spoilerare, non dico quel che mi è sembrato. insomma, un ottimo lavoro. A rileggerti! 

Re: [MI179 fuori concorso] Spontaneità artificiale

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Ciao @confusa, grazie mille del passaggio! 
confusa ha scritto: Allora non è vero che non scrivi! Non sembra che tu faccia fatica o, forse, hai smarrito la strada poi ritrovata?
Avevo avuto un piccolo blocco, ma a 'sto giro non ho partecipato solo per mancanza di tempo, avevo impegni in quei giorni ma ho comunque voluto sviluppare l'idea  :D
Grazie dell'incoraggiamento e dei consigli  :love: a presto!

Re: [MI179 fuori concorso] Spontaneità artificiale

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Ciao @Mina

premetto che non ho idea di quale fosse la traccia non avendo seguito il contest di Halloween per cui mi sono lanciata nella lettura senza essere prevenuta sul contenuto. E questo è un bene perché mi sono potuta gustare la storia e scoprire passo dopo passo dove stavi andando a parare.
Il primo campanello l’ho avuto quando scrivi
Mina ha scritto: È esile, ha la pelle color d’avorio e i capelli biondi legati in due trecce.
la mano fredda ci può stare, gli occhi di ghiaccio anche, ma la pelle color avorio mi ha subito allarmata. È un colore giallognolo, smorto. Poteva essere diafana per completare il quadro ma “avorio” mi ha insospettita. 
Mina ha scritto: «Cosa? Oh no, figurati! Vengo dalla Romania.»
Beh… la Romania ha il proprio perchè. Forse non lo avrei detto, avresti mantenuto il “segreto” ancora un po’.
Mina ha scritto: Restano in tre a lavorare, ma ci sono più clienti di quanti si aspettassero. A notte inoltrata, proprio in un momento di pieno, Andreea sparisce per svariati minuti. Nicola va a cercarla e la trova seduta a terra in un angolo della cucina mentre beve vino rosso.
«Che ci fai qui?» Chiede.
Lei sussulta e, con una velocità che lo sorprende, scatta in piedi e va al lavabo a sciacquare il calice.
«Cosa stavi facendo?» Rincara lui.
«Scusami» sussurra lei.
Si avvicina e le sorride. «Dai, non c’è mica bisogno che fai così. La notte è lunga e se ti spilli una birra o due non ti dice niente nessuno, ma stare qui nascosta a bere vino? Hai aperto una bottiglia del locale.» Alza lo sguardo oltre le spalle della ragazza, ma non vede alcuna bottiglia. «Fa niente. E poi ho bisogno di te là fuori. ‘Sta
La scena è poco credibile. Lei sparisce ma in realtà è seduta in terra (sempre in cucina peraltro) e poi il calice di vino, lo sciacquare il bicchiere, il fatto che la “redarguisca” perché poteva bere birra invece del vino (che nel locale neppure c’è) l’odore metallico… a questo punto siamo dentro a una storia di vampiri con tutte le scarpe. Questa scena la trovo un po’ troppo didascalica.  Perchè poi le dice di aver bisogno di lei “là fuori?” Lavorano in cucina mica sono camerieri. Insomma per me puoi lavorarci un po’ su questo periodo.

Dopo che si è compresa la vera natura di Andreea il resto del racconto gioca sul fatto che il lettore sappia mentre il protagonista non si accorge di nulla.
E questo è un punto di forza perché porta a dire. Ma cavolo, non lo vede con chi sta parlando? Non capisce di essere in pericolo?  Dunque si comincia a fare il tifo per lui e sperare che riesca a salvarsi, ma il finale…
Mina ha scritto: Qualcuno, in cucina, ci passa tutta una vita.
il finale l’ho apprezzato tantissimo. È veramente azzeccato. Purtroppo il protagonista che era riuscito ad “aprirsi” lo fa con la persona sbagliata. 

Il racconto si legge bene, tuttavia potresti snellirlo un po’ soprattutto all’inizio ci sono informazioni un filino ridondanti. È tutto giocato sul filo psicologico e sul far emergere le difficoltà comunicative di Nicola. Puoi ottenere lo stesso effetto rimuovendo alcuni passaggi che sono doppi e che stancano un po’ leggendo. Per esempio il passaggio qui sotto non aggiunge niente rispetto a quanto era emerso fino a quel momento. Anzi qui si ribadisce quanto appena detto. 
Capisco che siamo dentro alla testa di Nicola e che si vuol tramettere la sua ansia ma secondo me puoi alleggerire…
Mina ha scritto: Bastano pochi istanti per la prima impressione e lui vuole dare l’impressione di essere una persona onesta e affidabile ma tutto quello fa è dare l’impressione di essere una persona che vuole dare l’impressione di essere una persona onesta e affidabile. Ma come si fa a lasciarsi guardar dentro? Lui è davvero quello che pensano che sia, ma è anche di più e, se non riesce a comunicarlo, finirà per vivere in solitudine tra una folla di conoscenti, colleghi, amici, ma nulla più.
Mina ha scritto: Certo.» Nicola gli fa l’occhiolino mentre va, poi si rivolge ad Andreea. «Hai già lavorato prima in cucina?»
«Sì, diverse. E sono stata barista in varie parti d’Europa: Budapest, Vienna, Praga, Berlino.»
Manca qualcosa nella risposta di lei. «Si, diverse volte ecc.. » Oppure «sì ho fatto diverse esperienze» 
Mina ha scritto: «Andreea.» La sua voce è un soffio.
Torno un attimo indietro per dirti che quando hai scritto che la voce di lei è un soffio l’ho percepita come una ragazza timida, mentre successivamente la fai diventare quasi “sfacciata” e la cosa mi ha un po’ confusa. (La prima impressione è quella che conta… eh eh)

Altra cosa che voglio chiederti a proposito del bicchiere di vino senza la bottiglia… A chi lo aveva succhiato quel sangue? Da dove spunta? 
Forse da qualche cliente? Forse dal titolare?  Mistero…

Scusa le pulci, uso il commento per postare e, in ogni caso, è sempre un piacere leggerti!

Re: [MI179 fuori concorso] Spontaneità artificiale

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Ciao @@Monica, grazie mille del passaggio :love: speravo di riuscire a mantenere il segreto un pochino più a lungo, ma è naturale che un lettore navigato se ne accorga subito, e va benissimo così :asd: 
@Monica ha scritto: Altra cosa che voglio chiederti a proposito del bicchiere di vino senza la bottiglia… A chi lo aveva succhiato quel sangue? Da dove spunta? 
Forse da qualche cliente? Forse dal titolare?  Mistero…
Sì, l'idea era un cliente, che poi è anche il motivo per cui lei fa questo tipo di lavori
A presto!  :sss:
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