[Lab10] A casa del nonno

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“Mario! È finita la carta igienica, ti spiace passarmi un rotolo.”
“Certo signore, dove lo trovo?”
“Non lo so, non capisco perché non sia in bagno. Trovala, e fai presto! Al diavolo quella mousse al salmone.”
“Pronto! Serve subito un pacco, codice 7421R/HW1, il prima possibile. Massima segretezza” si affrettò Mario  impartendo l'ordine con la ricetrasmittente.
“Ricevuto!”
L'ordine venne rimbalzato all'istante più volte verso il punto di ricezione merci speciali e nel giro di un minuto un elicottero da combattimento si alzò in direzione della dimora presidenziale.
Giunto a destinazione, un militare di alto grado si diresse correndo con la borsa nera contenente l'oggetto in codice richiesto.
Pervenuto nelle mani di Mario, si precipitò davanti alla porta del bagno: toc toc.
“Sì?”
“Signor presidente, ho qui con me il rotolo.”
“Bene.”
“Scusi signor presidente, come faccio a darvelo? Dovreste aprire la porta.”
“Già, ora apro di quel tanto che basta a far passare la tua mano, intesi?”
“Signor sì, signor presidente.”
Aprì la porta di quel poco stabilito, ma Mario ebbe un colpo di tosse seguito da un conato di vomito. Riuscì con difficoltà a eseguire l'ordine e la faccenda si concluse positivamente.

“Perché porti sempre con te quella valigetta, Mario?” chiese il piccolo nipote del presidente.
“Non la posso lasciare neanche un istante, da questa valigetta dipende il futuro del mondo.”
“Oh! Cosa c'è, la fabbrica del pane?”
“Di più importante.”
“La mia lettera a Babbo Natale?”
“Perché? Cos'hai chiesto a Babbo Natale?”
“È un segreto.”
“Beh, anche qui c'è qualcosa di molto segreto.”
“Ma se è così importante quello che c'è dentro, non hai paura che la possano rubare?”
“Non credo, vedi? È attaccata con le manette al mio polso.”
“Ho visto delle brutte scene in un film di persone che hanno tagliato un braccio per prendere quello che era legato alla mano.”
“Non sarà facile...” Mario tirò su la manica della camicia e mostrò un braccio bionico. “Un piccolo sacrificio che mi ha chiesto il presidente e io sono onorato di poterlo servire. È indistruttibile, di titanio, come la valigetta d'altronde: resistente al fuoco, esplosioni e anche alle ruote di uno schiacciasassi.”
“Potrebbero allora rubarti insieme alla valigetta e farti saltare in aria in un angolo sconosciuto del mondo e recuperarla con il tuo braccio attaccato.”
“Piccolo, perché non vai a giocare un po' con i canguri del nostro zoo?”
“Perché se li sono mangiati le tigri, il nonno li ha lasciati liberi insieme per dimostrare che la pace fra i popoli è impossibile e che il più forte dominerà il mondo.”

“Finalmente! Qual'è il programma di oggi Mario?” li interruppe con aria soddisfatta il presidente. “Oh Luigino, hai visto l'anaconda che mi hanno portato ieri direttamente dall'Arzonia? È lunga più di dieci metri e può mangiare anche un canguro.”
“Ma nonno! Non ci sono più i canguri: li hanno già mangiati le tigri. E poi non si può portare via un animale dal suo habitat naturale. È vietato dalla legge.”
“Ma no, dai. E poi sono io la legge. Però posso fare un piccolo ritocchino... così potrai stare tranquillo. Ma per il momento che rimanga fra di noi. In quanto ai canguri, ne faremo arrivare degli altri... dopo aver cambiato la legge, naturalmente. Allora Mario? Cosa abbiamo oggi?”
“Alle 10 colloquio con il ministro della Paralia, poi alle 12 telefonata col presidente del Ciustan. Nel pomeriggio ricevimento della delegazione de Pircoz, poi trasferimento sulle montagne del Crinco per la negoziazione con la tribù omonima. In serata il gran galà organizzato da lei.”
“Ah sì? Come mai l'ho organizzato?”
“Per il suo sessantacinquesimo mandato da presidente.”
“Ma le quattro stagiste sono arrivate?”
“Sì, hanno iniziato a leggere il manuale nella stanza ottagonale.”
“Ma proprio quelle che abbiamo selezionato...”
“Sì, signor presidente”
“Hai preparato anche qualche stuzzichino? Quelle olive ripiene  dell'altra volta erano squisite.”
“Sì, signor presidente.”
“Anche la bottiglia di champagne?”
“Sì, signor presidente”
“Bene, annulla tutti gli impegni della giornata, voglio occuparmi personalmente della loro istruzione. Aspettami al solito posto. A proposito, ci sono novità sulla guerra del Cicote?”
“No, la situazione è in stallo, ma si temono drammatici sviluppi.”
“Bene, ormai li attendiamo da trentaquattro anni, ma è giusto rimanere in allerta, tienimi informato.”
“Un'ultima cosa, signor presidente, cosa facciamo con la solita manifestazione di pacifisti? La maggior parte sono bambini.”
“Regaliamogli delle armi giocattolo, sono il nostro futuro.”
“Ottima idea, come al solito signor presidente.”

Il piccolo Luigi, nipote del presidente, bramava dalla curiosità di sapere cosa contenesse la valigetta. Sapeva che di notte veniva depositata nella cassaforte a muro di fianco al letto di Mario, nascondiglio che conosceva bene il bambino e per di più anche la combinazione: l'aveva vista aprire tante volte e aveva memorizzato il codice elettronico. Quindi attuò il piano e una notte mentre tutti dormivano giunse davanti al forziere e digitò il codice segreto:

123questomondoèperme456nonmirompereglizebedei

Il rumore di un click annunciò l'apertura dello sportello. Prese delicatamente la valigetta e notò un pulsante incavato vicino alla maniglia, lo schiacciò ma non successe nulla. Riprovò tenendolo premuto per alcuni secondi e si aprì come una finestra tra le spesse pareti di titanio mettendo in luce un piccolo schermo.
“Mannaggia, dovevo immaginarlo; c'è una combinazione anche per la valigetta” farfugliò a voce bassa. Fece un tentativo ripetendo la combinazione della cassaforte digitando numeri e lettere e... un bip segnalò l'apertura della valigetta.
“Lo sapevo, ormai il nonno sta perdendo la memoria e per non sbagliarsi utilizza sempre la stessa password.”
Rimase deluso; il contenuto non presentava nulla di interessante: marchingegni elettronici e un pulsante rosso al centro: “Forse è un nuovo prototipo di videogioco che spopolerà nel mondo” pensò. Stava per schiacciare il pulsante, quando Mario si girò nel letto borbottando parole sconnesse: “No, non lo schiacci, no, no, aumenterà il petrolio e dovremmo vivere sotto terra; no, no, non lo schiacci, la scongiuro...”
Luigino si affrettò a chiudere la valigetta delicatamente senza far rumore, ma prima di andarsene aveva notato che nel piccolo schermo, c'era anche l'icona con il segno delle impostazioni. Cliccò su e cambiò la password:

questogiocononèperte123ilgiocodellocaiofarei456

Con i piedi di velluto usci dalla stanza. Ma fu colto in flagrante da una delle governanti.
“Signorino Luigi, cosa fa ancora in piedi?”
“Il nonno mi ha raccontato una favola e poi ci siamo addormentati. Poi, visto che russava molto forte, mi sono svegliato e ora vado nella mia camera.”
Ma non aveva sonno. Pensò di fare un giro nello zoo quando ormai stava albeggiando. Le guardie lo lasciarono fare mentre  un silenzio assoluto regnava tra quelle gabbie. Si sedette su un prato con lo sguardo in direzione del primo chiarore del giorno. Una tenue palla arancione prendeva spazio emergendo dall'orizzonte e divenendo sempre più luminosa, fino a diventare abbagliante. Luigi, con lo sguardo fisso verso quella che sembrava una magia, assisteva per la prima volta alla nascita del nuovo giorno. Avvolto da quella luce totale dove tutto sembrava fermo, all'improvviso, in lontananza sulla collina, vide una colonna di sagome saltellanti con una lunga coda che ondeggiava ritmicamente a ogni balzo. Si assopì con il sorriso sulle labbra.
Al mattino Mario notò per terra, ai piedi del letto, una lettera colorata intestata a Babbo Natale.
La aprì disobbedendo a tutte le norme di sicurezza, ricompose il foglio piegato. Le grandi lettere non avevano bisogno dell'utilizzo degli occhiali e lesse fra sé:


Caro babbo natale
quest'anno vorrei un regalo speciale.
Mi piacerebbe che il nonno si riposasse
e smettesse di lavorare per giocare di più con me
e non sempre con le altre nipotine,
che sono così tante che ho perso il conto
poi neanche le conosco
e sono molto più grandi di me.
È molto stanco, sta perdendo la memoria
e mi chiede sempre quanti anni ho.
E poi non sono l'unico, ma tantissimi che gli vogliono bene
e vorrebbero che si riposasse.
Grazie.
Luigi

Re: [Lab10] A casa del nonno

2
Bel lavoro.
Prosa scorrevole e brillante. Racconto ben strutturato, dove molti elementi che credevo fossero solo espressioni di comicità estemporanea si sono rivelati invece "fucili di Cechov". Mi sono divertito dall'inizio alla fine.

Pochissimi appunti.

Il primo riguarda la costruzione di una frase in particolare:
Kasimiro ha scritto: Sapeva che di notte veniva depositata nella cassaforte a muro di fianco al letto di Mario, nascondiglio che conosceva bene il bambino e per di più anche la combinazione:
Espressione inutilmente convoluta, che l'ellissi del verbo "conoscere" nella seconda coordinata evidenziata ("e per di più...") rende ancora più confusa.
Il soggetto è lo stesso implicito dalla principale (Luigino), quindi non c'è bisogno di inserirlo in forma di appellativo nella prima coordinata:
Kasimiro ha scritto: Sapeva che di notte veniva depositata nella cassaforte a muro di fianco al letto di Mario, nascondiglio che conosceva bene e di cui ricordava anche la combinazione:
Questo è stato l'unico punto poco scorrevole nel testo. Il resto mi è parso molto ben scritto.

Il mio secondo appunto è legato al gioco e alla struttura del "doppio segreto".
Ottima l'idea della lettera a Babbo Natale, ma la sua controparte, ovvero la valigetta di Mario, mi è sembrata meno riuscita.
Di fatto sarebbe possibile sostituire quel "segreto" con qualsiasi altra cosa (per esempio, una cartelletta con foto compromettenti del presidente in una "festa con nipotine" in cui sia presente anche la moglie del presidente di un paese nemico), e il racconto funzionerebbe esattamente alla stessa maniera. Di più, il racconto funzionerebbe perfino se l'intero riferimento alla valigetta venisse eliminato e si mantenesse come "segreto" solo la lettera di Luigino.
Se una cosa può essere eliminata, solitamente non è necessaria per l'economia del racconto. Motivo per cui farla diventare così centrale nella trama mi è parso un poco forzato.
Sia chiaro, il racconto funziona anche così. Però a mio avviso risulterebbe più coeso con un segreto diverso e più legato allo sviluppo, o addirittura senza di esso.

Questo è quanto.
Nel complesso mi è sembrato un racconto riuscito e scritto con grande competenza, uno dei migliori che abbia letto negli ultimi tempi, in assoluto: sei stato in grado di metter in mostra una tecnica degna di un professionista.

A rileggerti. :)

Re: [Lab10] A casa del nonno

3
Kasimiro ha scritto: ti spiace passarmi un rotolo.”
“Certo signore, dove lo trovo?”
A parte il punto interrogativo mancante nella prima frase, devo dirti, @Kasimiro , che non ho trovato comicità nell'incipit, anzi, mi sono stupita della tua (banale) scelta di introdurre un simpatico (per altri versi) racconto.
Kasimiro ha scritto: "Finalmente! Qual'è il programma di oggi Mario?” 
Qual è va scritto senza apostrofo
Kasimiro ha scritto: “Per il suo sessantacinquesimo mandato da presidente.”
Nel surreale del racconto, ci sta eccome la frase di cui sopra, ma stona con l'età del nipotino Luigi, della cui madre, peraltro, si ignora l'età, e del bambino ci si potrebbe chiedere: quanti cicli di infanzia avrà vissuto durante i mandati da presidente del nonno.  :D

Secondo me, @Kasimiro, anche nel costruire un mondo fantasy ci vogliono gli stessi mattoni dall'inizio alla fine.  :si:

Kasimiro ha scritto: “Ma proprio quelle che abbiamo selezionato...”
manca il punto interrogativo
Kasimiro ha scritto: Quelle olive ripiene  dell'altra volta erano squisite.”
Ti capita di mettere più spazi tra una parola e l'altra
Kasimiro ha scritto: nascondiglio che conosceva bene il bambino e per di più anche la combinazione: l'a
Qui devi invertire la frase:
... nascondiglio che il bambino conosceva bene...
Kasimiro ha scritto: Le guardie lo lasciarono fare mentre  un silenzio assoluto r
virgola dopo "fare" e togli i maggiori spazi
Kasimiro ha scritto: Avvolto da quella luce totale dove tutto sembrava fermo, all'improvviso, in lontananza sulla collina fermo, all'improvviso, in lontananza sulla collina, vide una colonna di sagome saltellanti con una lunga coda che ondeggiava ritmicamente a ogni balzo. Si assopì con il sorriso sulle labbra.,
Bella questa immagine sul ritorno dei canguri!  (y)
Kasimiro ha scritto: Luigi, con lo sguardo fisso verso quella che sembrava una magia, assisteva per la prima volta alla nascita del nuovo giorno.
Pur nel fantasy, mi sembra esagerata questa "prima volta" del bambino.

Nel complesso, ho trovato nel tuo racconto alcuni spunti comici, sì, e divertenti come il cambio password e la letterina finale, ma anche qualche banalità nel collegamento satirico-politico col Nuovo mondo che, per me che ti ho sempre letto, rendono questo testo non di certo il migliore dei tuoi nei vari Contest del forum.

Comunque, grazie di esserci, @Kasimiro   :)
Di sabbia e catrame è la vita:
o scorre o si lega alle dita.


Poeta con te - Tre spunti di versi

Re: [Lab10] A casa del nonno

4
@Kasimiro

Ho trovato  il tuo lavoro poco convincente. Mi riferisco a questo testo. L'ho visto, come trama e narrazione piuttosto retorico (quel bambino che vorrebbe il nonno tutto per se stesso) e direi che sono abituata troppo bene alle letture del sito. Scritto in modo corretto e scorrevole, non mi ha lasciato particolari tracce o ricordi. Anche qui, però, c'è da imparare. La scrittura è limpida, scivola che è un piacere e non manca di momenti di comicità (vedi la mancanza di carta igienica; un classico di quando ci  si siede sul water). Alla prossima !

Re: [Lab10] A casa del nonno

5
ciao @Kasimiro . Anche questo tuo gode di una certa originalità. L'insieme di elementi variopinti rendono questo racconto una satira contro il potere.

Sono sempre stato d'accordo sull'uso della satira contro chi sempre governa, o come re, come dittatore, come politico.  La costruzione del loro personaggio avviene sempre partendo dalla loro divinizzazione. Si assurgono a grandi condottieri, a stelle radiose, a generalissimi, ect ect..
Poi la loro caduta rovinosa, dalle stelle alle stalle. 
Kasimiro ha scritto: “Mario! È finita la carta igienica, ti spiace passarmi un rotolo.”
Non mi  sembra male questa dissacrante scenetta che rende chiara la natura umana e che è uguale per tutti, regnanti compresi. Tutti la fanno! (y)

Qualcosa devo dirti sulla valigetta. Dato che si parla di una epoca che non sarebbe questa nostra, sarei stato contento di scoprire che questa nascondesse "La formula segreta per fare il pop corn".... :D Dato che scrivevi di un governo che non esiste, magari ci stava anche un finale del genere!

Comunque è stato piacevole il tuo divagare sul tema.. Bravo! ciao a presto
Tratti di pioggia sopra Auschwitz. Tra oblio e orgoglio

Re: [Lab10] A casa del nonno

6
La satira del potere è sempre uno spunto efficace per noi lettori/ cittadini frustrati, quindi l'approvo.
Abbastanza convincenti i personaggi: presidente rimbambito, nipotino affettuoso e intraprendente, "robotico" il fedele factotum.
Alcune trovate riescono bene, come il cambio di pw della valigetta atomica, altre meno, e si notano alcune incongruenze. Anche nel distopico occorre non infrangere il patto di sospensione dell'incredulità; qui i tempi dilatati riescono comici, però  lasciano perplessi: 65x4  fa 260!
La scena della carta igienica diverte, ma risulta un po' grossière, (Mario vomita per il fetore o l'aspetto del presidente?); nipotine e golosità sono scontate. Carina la trovata degli animali, poetico il ritorno dei canguri.
Scrittura corretta  e gradevole, con qualche imperfezione di modesto rilievo.
" ...con mano ferma ma lenta sollevò la celata. L'elmo era vuoto." (Calvino)
Pagina autrice fb: virginialess/21 Blog "Noi nonne": https.//virginialess.wordpress.com

Re: [Lab10] A casa del nonno

8
Poeta Zaza ha scritto: A parte il punto interrogativo mancante nella prima frase, devo dirti, @Kasimiro , che non ho trovato comicità nell'incipit, anzi, mi sono stupita della tua (banale) scelta di introdurre un simpatico (per altri versi) racconto.
Probabilmente qui entriamo nella sfera del gusto personale. Penso che non ci si possa fare nulla se non accettarne il giudizio. Grazie per averlo espresso @Poeta Zaza.
Poeta Zaza ha scritto: Nel surreale del racconto, ci sta eccome la frase di cui sopra, ma stona con l'età del nipotino Luigi, della cui madre, peraltro, si ignora l'età, e del bambino ci si potrebbe chiedere: quanti cicli di infanzia avrà vissuto durante i mandati da presidente del nonno.  :D
Ho commesso un errore di scrittura e interpretazione. Intendevo sessantacinquesimo anno da presidente. Mi immaginavo il nonno intorno agli 85 anni e il bambino intorno agli 8. 
Quindi entra in carica intorno ai 20 anni. Mi sono un po' ispirato a certe dittature totali di alcuni paesi remoti terribilmente eccentriche ed eccessive, non tralasciandone altre molto più vicine a noi.
Poeta Zaza ha scritto: Pur nel fantasy, mi sembra esagerata questa "prima volta" del bambino.
Ti sembrerà strano ma non lo trovo per nulla esagerato anzi. Credo che l'alba sia un evento piuttosto ignorato rispetto al tramonto. Ho conosciuto gente adulta alla quale non ha mai assistito. E' un momento molto più fuggevole, si esaurisce nel giro di poco tempo: appena il sole appare nella sua completezza la magia è già finita. Mentre nel tramonto anche quando il sole è calato dietro l'orizzonte il gioco spettacolare di colori riflessi dalle nuvole si protrae a lungo, tanto che possiamo ammirarlo sdraiati sull'erba o in spiaggia (se nella direzione giusta) anche per ore.
Io per esempio l'ho riscoperta dal finestrino di un bus che dalle colline mi portava in città e non avevo ricordo in gioventù di un evento simile.

Ciao alla prossima

Re: [Lab10] A casa del nonno

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bestseller2020 ha scritto: Qualcosa devo dirti sulla valigetta. Dato che si parla di una epoca che non sarebbe questa nostra, sarei stato contento di scoprire che questa nascondesse "La formula segreta per fare il pop corn".... :D Dato che scrivevi di un governo che non esiste, magari ci stava anche un finale del genere!
Non male @bestseller2020 ottimo consiglio. 
Grazie del passaggio.
Alla prossima
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