[CDP1] Riemersione

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 Traccia n. 2 - Passaggio da persona coniugata a nubile
(Ma anche traccia n. 1 - passaggio da persona reclusa a libera)

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Riemersione


Maria? È così che si chiamava? Era quello il suo nome?
Strano. Le suonava così poco familiare. Come tutto il resto, d’altronde.
Provò a scostare lo scaffale di legno che le premeva sotto al costato e le mozzava il fiato. Nulla, non si smuoveva. L’armadio la schiacciava con il peso di Dio solo sa quanta roba, tra i vestiti contenuti di consueto e i detriti, mattoni e calcinacci che vi erano finiti sopra. Doveva averla colpita al capo e stesa al suolo, poc’anzi, perché le doleva la fronte. Ma quell’armadio era stato pure la sua salvezza, meglio sbattere contro i maglioni che contro le pietre.
Maria… Un nome così semplice, pulito. No, non ci si ritrovava. Era un nome da vite ordinarie e lineari, mentre la sua, di vita, doveva esser stata complessa e    singolare. A ricordarsela…
Non aveva idea di che ora fosse, né da quanto tempo si trovasse lì. Una mezz’ora da quand’era cosciente, ma prima doveva aver perso i sensi. Da qualche dove filtrava luce, il che voleva dire che c’era aria, e anche che con ogni probabilità sarebbero riusciti a trarla in salvo, prima o poi.
Ma non è per questo che era così calma. Si sentiva calma comunque, come se insieme alla memoria avesse perso anche l’inquietudine di vivere e di morire. Si disse che era un vantaggio: doveva pur avere delle ragioni per voler restare in vita, dei figli, un amore, delle passioni. Ma dal momento che ora tutto era cancellato non c’era nulla che avesse paura di perdere.
Dunque, Maria. Maria in un paese in guerra, sotto una bomba? Maria sepolta da un terremoto? Maria alla cui vicina è esplosa la bombola del gas? Non lo sapeva.
Maria e chi altri? Con chi viveva? Chi era rimasto lì sotto insieme a lei, vivo o morto?
Era sposata? Non ricordava alcun marito, né figli. Si tastò il seno per istinto con la mano rimasta libera. Si attribuì una quarantina d’anni.
Nessun marito, ci avrebbe giurato, ma aveva la sensazione che, al momento dello schianto, fosse in compagnia.
Maria… quel nome… Maria…
L’armadio si smosse liberando un po’ l’addome. Finalmente riusciva a respirare normalmente, le sembrò di recuperare lucidità. Un maglione le cadde sul viso oscurandole la vista. La cosa la fece ridere. E ridacchiando le venne in mente. Maria, la signora delle pulizie! Ecco chi era in casa con lei, povera donna!
Erano insieme in camera da letto, lei che rovistava nell’armadio, l’altra che le raccontava della cognata, con l’aspirapolvere in mano, e poi aveva urlato: «Signora!». Lei si era voltata e aveva visto il volto di Maria scolorirsi, come se i pigmenti le fossero colati via dalla pelle, e poi il nero.
Aveva recuperato un ricordo. Solo quello, tuttavia.
«Signora», così l’aveva chiamata. Non per nome, purtroppo; come si chiamasse ancora non era dato sapere. A rigore, però, quel “signora” significava che ad essere sposata era sposata.
«Maria! Maria!», prese a gridare. I pelucchi del maglione le solleticavano la lingua. Nessuna risposta.
Non doveva essere per forza morta. Forse, come lei, aveva perso i sensi. Forse erano divise da troppi strati di macerie perché potessero sentirsi. «Maria! Maria!», riprovò. In fondo in quel momento era l’unica persona della sua vita. Niente.
L’armadio si smosse di nuovo. C’era il rischio di finirne schiacciata. Si chiese se fosse un moto di assestamento spontaneo o se da su stessero conducendo le ricerche provocando quegli smottamenti. Certo, era strano che ancora non arrivassero soccorsi. Mica davvero era in una città bombardata, con centinaia di altre persone nella sua situazione da soccorrere? Sperò di no, più per gli altri che per sé, la cui situazione rimaneva più o meno la stessa.
Dunque doveva essere sposata. E con chi? Pensò che se aveva recuperato il ricordo del crollo, poteva recuperare anche gli altri. Provò a immaginare il contatto sulle guance di una pelle non sua. Cosa le sembrava familiare, una pelle barbuta? Glabra? Grassa? Ruvida?
«Maria! Maria!». Il grido rimbalzò tra le macerie e la roba accatastata. Ma non era stata lei a emetterlo, stavolta. «Maria!». Gridavano da sopra. Qualcuno le stava cercando.
Sulle prime rimase zitta. Non era lei, Maria. O forse sì, forse anche lei si chiamava Maria? La questione era sciocca, comunque. Maria o non Maria avrebbe dovuto rispondere ai soccorritori, e invece cincischiava. Finché non gridarono: «Alice!».
Alice! Sì, lei era Alice! Come aveva fatto a dimenticarselo. Di colpo si rivestì di se stessa: una donna piacente, formosa, dai lunghi capelli castani. Un viso tondo da luna piena, fronte alta, naso dritto. Labbra larghe e sottili, talvolta spaccate. Guance spesso livide. Occhi pesti.
Lorenzo. Chi la picchiava si chiamava Lorenzo. Ecco chi era suo marito.
«Aiuto!», grido, quasi più per salvarsi dal ricordo riemerso che dalle macerie.
«Veniamo a prenderti», si sentì rispondere, «tieni duro».
Tenere duro. Sarebbe stato meglio non ritrovarla, la memoria, riemergere dalle macerie e farsi un vita nuova.

Maria, da tanto, non aveva un uomo accanto al suo letto. Era rimasta vedova a venticinque anni, e da allora faceva le pulizie. Per questo, generalmente, quando entrava nelle case degli altri, invidiava che ci fossero un lui e una lei, dei bambini, del casino da risistemare.
Non quando entrava nella casa di Alice. Lei, proprio non la invidiava, con quello lì.
Ora che era morta, con una trave che le aveva penetrato la gola, poteva dirlo: l’idea era buona, peccato fosse andata a finire così!

Era come aveva supposto: non ricordare nulla della propria vita l’aveva messa al riparo dall’ansia di rimanere inghiottita nelle macerie. Adesso che i ricordi le affioravano, con tutte le brutture, i dolori e le infelicità, le si risvegliava dentro quell’ottuso senso di attaccamento alla vita. Tante più ragioni aveva di lasciarsi sprofondare, tanto più le prendeva l’angoscia della morte.
E poi, adesso che il salvataggio era stato preannunciato, aveva qualcosa da aspettare, il che nutriva la sua ansia. Quanto ci avrebbero impiegato a raggiungerla? A giudicare dalle voci dei soccorritori, tra lei e il mondo esterno non dovevano esserci che cinque o sei metri. Certo, cinque o sei metri di macello.
È molto più facile lasciare un uomo mansueto che un uomo violento. Il divorzio è questione di diritto civile per le sole persone civili. La sera prima l’aveva picchiata di nuovo. Le aveva premuto la fronte contro al muro, fino a farla sanguinare. Ecco cos’era quel bernoccolo, altro che armadio. Aveva preso le carte dell’avvocato e gliele aveva ficcate in bocca, tanto che si era sentita soffocare. Le aveva sputate via a conati. Era tornato, dopo un paio d’ore, col fiato alcolico, piangente, per chiederle scusa. Si era umiliato, prima, poi si era autocommiserato. Alice ormai rimaneva inerte alle botte come alle sue prostrazioni.
Che la venissero a salvare dai suoi pensieri! Che li lasciassero sepolti sotto le macerie. In effetti, era probabile: quei “pensieri” forse erano sepolti. Lorenzo, qualche ora fa, pure era in casa.

Era stata lei, Maria, a darle il contatto dell’avvocato. Che lui la picchiava lo sapeva da un pezzo, i segni erano evidenti. Poi l’aveva trovata quella mattina in cucina, seduta con lo sguardo nel vuoto, la tazza di latte raffreddata tra le mani. Allora le aveva detto: «Quando mio marito è morto, prima di morire, mi ha fatto tutto l’elenco delle cose che nella vita non gli andavano bene, e che però aveva lasciato stare là al proprio posto. Mi ha detto che non lo sapeva che doveva morire così presto, se no era da un pezzo che le aveva cambiate via, e che ora che moriva, essendosi tenuto tutte quelle cose amare, si sentiva truffato. Aveva sempre pensato che tempo ci sarebbe voluto, se ne sarebbero andate via da sole. Tra quelle cose c’era anche che io non avevo voluto dargli un bambino, anche se col senno di poi era meglio così, che non voleva fare un figlio orfano. E poi era morto. Tu, tuo marito, quando te lo levi di torno?». Poi le aveva parlato di questo cugino avvocato matrimonialista, bravissimo.
Alice le aveva risposto che lo avrebbe chiamato, ma che lo sapeva già che era un buco nell’acqua, altrimenti non se ne sarebbe rimasta così, con lo sguardo nel vuoto, a pregare perché le venisse l’illuminazione che la rendesse libera senza metterla a dormire per strada.

Alice respirava a fatica, tirava dalle narici un’aria pastosa che le pesava sulle palpebre. Fece un mezzo sogno di crolli e di immersioni. Doveva essersi addormentata, o aveva perso proprio i sensi, quando si sentì strattonare a un braccio.
Riemerse alla luce dei vivi. L’avvolsero in una specie di carta stagnola e la fecero salire in autoambulanza. Nel tragitto chiese di Maria. Deceduta, le dissero. Poi chiese di suo marito.
Lorenzo era stato il primo a morire. La notizia, sparata così a bruciapelo, quasi la rattristò. Era nel garage quando il palazzo era venuto giù. Poi apprese che lo scoppio aveva avuto origine dal proprio dal loro box. Il serbatoio del Suv di Lorenzo era esploso alla messa in moto. In quel carnaio, era difficile cercare di risalire alle cause. Le fiamme avevano poi raggiunto le caldaie condominiali.
Qualcos’altro di non ben distinto riaffiorò alla memoria di Alice, ma lei volle tenerlo via. Si sentiva in diritto di essere stanca. L’infermiere la spingeva dall’ambulanza all’ingresso dell’ospedale. Che i ricordi e le macerie restassero fuori, indietro, giù.

Il divorzio è questione di diritto civile per le sole persone civili. Vero. E Maria, per un cugino avvocato che aveva, ne aveva altri dieci delinquenti. Glielo aveva detto alla signora, che oltre all’avvocato si poteva pure rispondere alle botte con le botte. Alice aveva fatto un cenno con la mano come a dire “ma figurati”. Dopo alcune settimane, livida in faccia, però, l’aveva cercata. Non ce la faceva più.
Maria, quando aveva parlato con uno dei suoi cugini, la situazione l’aveva spiegata in ogni dettaglio. La casa la conosceva meglio dei suoi proprietari.
Il cugino pensava. E, tra una cosa e l’altra le aveva detto, «Quindi ha la macchina a Gpl?».
Scrittore maledetto due volte

Re: [CDP1] Riemersione

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@Edu uuuuuuuuuu, Ciao!
Bel racconto! Mi è piaciuto il mistero iniziale e il finale risolutivo a beneficio di Alice.
Hai fatto un ottimo lavoro nel seguire addirittura due tracce, Centrate in pieno. Unica cosa, non sono certa che una vedova risulti nubile. Ma forse è un vizio di forma, perché oggi nei documenti si scrive stato libero sia per i divorziati/e che per i vedovi/e. Non lo so per quanto riguarda i celibi e le nubili.
Edu ha scritto: mar apr 11, 2023 8:34 pmL’armadio la schiacciava con il peso di Dio solo sa quanta roba,
Forse ci va una virgola prima di Dio. Ma tu lo sai che io con le virgole... più che altro chiedo per vedere se mi sbaglio.
Edu ha scritto: mar apr 11, 2023 8:34 pmtra i vestiti contenuti di consueto e i detriti, mattoni e calcinacci che vi erano finiti sopra.
Non serve, hai detto che l'armadio contiene vestiti, si sa che è consuetudine riporli in un armadio.
Edu ha scritto: mar apr 11, 2023 8:34 pmDa qualche dove filtrava luce, il che voleva dire che c’era aria, e
Perché accomuna che c'è aria al fatto che ci sia luce? Il fatto che riesca a respirare le dà già certezza che l'aria arrivi fino a lei, la luce invece sì, devi vederla. 
Edu ha scritto: mar apr 11, 2023 8:34 pmMa non è per questo che era così calma
Ma non era per questo...
Edu ha scritto: mar apr 11, 2023 8:34 pmSi sentiva calma comunque, come se insieme alla memoria avesse perso anche l’inquietudine di vivere e di morire. Si disse che era un vantaggio: doveva pur avere delle ragioni per voler restare in vita, dei figli, un amore, delle passioni. Ma dal momento che ora tutto era cancellato non c’era nulla che avesse paura di perdere.
Dunque, Maria. Maria in un paese in guerra, sotto una bomba? Maria sepolta da un terremoto? Maria alla cui vicina è esplosa la bombola del gas? Non lo sapeva.
Bello questo piano tranquillo delle cose. Il suo cercare nella memoria senza affannarsi, disperarsi.
Edu ha scritto: mar apr 11, 2023 8:34 pmUn maglione le cadde sul viso oscurandole la vista. La cosa la fece ridere. E ridacchiando le venne in mente. M
Non riesco a immaginare la scena: prima vedevo lei sul pavimento con l'armadio che le schiaccia la metà inferiore del corpo, l'armadio o è chiuso o semichiuso con le ante verso il pavimento i vestiti, lenzuola e altro sono caduti già su di lei e sono sparsi in terra, Da dove cade il maglione? Devi scusarmi, ma devo postare, di solito non mi metto a fare certe pulci. Credo però che un editor averebbe notato che la scena non coincide con le descrizioni di prima. 
Edu ha scritto: mar apr 11, 2023 8:34 pmsignificava che ad essere sposata era sposata.
No la D eufonica, e non basterebbe dire solo "significava che era sposata?"
Edu ha scritto: mar apr 11, 2023 8:34 pmAiuto!», grido, quasi più per salvarsi dal ricordo riemerso che dalle macerie.
Bella frase, ci fa notare la sua calma, la sua rassegnazione di prima. Quella sottile linea inconscia che le rivelava di non essere così attaccata alla vita, per colpa di Lorenzo.
Edu ha scritto: mar apr 11, 2023 8:34 pmOra che era morta, con una trave che le aveva penetrato la gola, poteva dirlo: l’idea era buona, peccato fosse andata a finire così!
Hai cambiato punto di vista, qui ho dovuto rileggere per capire che non era Alice a formulare questi pensieri, mi si è creata un po' di confusione.
Come ti ho detto sopra è stata una lettura piacevole, sono stata davvero contenta di rileggere qualcosa di tuo.

Re: [CDP1] Riemersione

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Ciao @Edu 

un racconto bello tosto, la tensione è tangibile come il senso di spaesamento di Alice. Hai saputo trasmettere così  bene questa sensazione che anche io leggendo mi sono sentita strana e angosciata.  
Edu ha scritto: mar apr 11, 2023 8:34 pmMaria… Un nome così semplice, pulito. No, non ci si ritrovava. Era un nome da vite ordinarie e lineari, mentre la sua, di vita, doveva esser stata complessa e  singolare. A ricordarsela…
Mi sono chiesta come facesse la donna a sapere che la sua vita doveva essere (stata perché? In fondo è viva)  complessa e singolare. Una riflessione che mi ha colpita. 
Edu ha scritto: mar apr 11, 2023 8:34 pmSi sentiva calma comunque, come se insieme alla memoria avesse perso anche l’inquietudine di vivere e di morire
Questa è una sensazione molto “lucida”  per una persona che si è appena ripresa. È l’intervento dell’ onnisciente che non mi convince troppo anche se la frase è esteticamente molto bella. 

Nelle tue storie riesci sempre a unire aspetti profondi, pensieri filosofici ed emozioni. Un bel racconto che mi è piaciuto leggere e un’ottima interpretazione della traccia. 

Edu ha scritto: mar apr 11, 2023 8:34 pmSi disse che era un vantaggio: doveva pur avere delle ragioni per voler restare in vita, dei figli, un amore, delle passioni. Ma dal momento che ora tutto era cancellato non c’era nulla che avesse paura di perdere.
Allora come fa a pensare che tutto sia cancellato? Se neppure sapeva con certezza di avere dei figli. Insomma penso che qui tu abbia ben descritto la confusione mentale. Io l’ho percepita chiaramente, bravo.
Edu ha scritto: mar apr 11, 2023 8:34 pmMaria… quel nome… Maria…
Mi sono chiesta perché nessuno cerca Alice? All’inizio pare che la donna sotto l’armadio sia Maria (lei si riprende perché sente chiamare quel nome)
Successivamente ricorda che è il nome della sua governante e, a suo volta, inizia a chiamarla. Ma Alice non la cerca nessuno?
Edu ha scritto: mar apr 11, 2023 8:34 pm«Maria!». Gridavano da sopra. Qualcuno le stava cercando.
Appunto. Qui lo avrei scritto qui  «Maria! Alice!» non solo Maria (visto che le stavano cercando) invece lo hai scritto dopo. 
Edu ha scritto: mar apr 11, 2023 8:34 pm«Quando mio marito è morto, prima di morire, mi ha fatto tutto l’elenco delle cose che nella vita non gli andavano bene, e che però aveva lasciato stare là al proprio posto. Mi ha detto che non lo sapeva che doveva morire così presto, se no era da un pezzo che le aveva cambiate via, e che ora che moriva, essendosi tenuto tutte quelle cose amare, si sentiva truffato. Aveva sempre pensato che tempo ci sarebbe voluto, se ne sarebbero andate via da sole. Tra quelle cose c’era anche che io non avevo voluto dargli un bambino, anche se col senno di poi era meglio così, che non voleva fare un figlio orfano. E poi era morto. Tu, tuo marito, quando te lo levi di torno?».
Questa mi è proprio piaciuta. Una saggezza popolana espressa con linguaggio del popolo. In questo modo sei riuscito a caratterizzare bene la donna.
Edu ha scritto: mar apr 11, 2023 8:34 pmMaria, quando aveva parlato con uno dei suoi cugini, la situazione l’aveva spiegata in ogni dettaglio. La casa la conosceva meglio dei suoi proprietari.
Il cugino pensava. E, tra una cosa e l’altra le aveva detto, «Quindi ha la macchina a Gpl?».
La chiusa finale è proprio azzeccata anche se mi resta un dubbio. I cambi di pdv e l’intervento del narratore onnisciente non mi fanno impazzire. 
Forse avrei fatto emergere il ricordo dai pensieri di Alice.

Re: [CDP1] Riemersione

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Edu ha scritto: mar apr 11, 2023 8:34 pm«Aiuto!», grido, quasi più per salvarsi dal ricordo riemerso che dalle macerie.
«Veniamo a prenderti», si sentì rispondere, «tieni duro».
gridò
Edu ha scritto: mar apr 11, 2023 8:34 pmMaria, da tanto, non aveva un uomo accanto al suo letto. Era rimasta vedova a venticinque anni, e da allora faceva le pulizie. Per questo, generalmente, quando entrava nelle case degli altri, invidiava che ci fossero un lui e una lei, dei bambini, del casino da risistemare.
Non quando entrava nella casa di Alice. Lei, proprio non la invidiava, con quello lì.
Ora che( Maria?) era morta, con una trave che le aveva penetrato la gola, poteva dirlo (Maria?): l’idea era buona, peccato fosse andata a finire così!
Qui fai entrare in campo il narratore onnisciente, e confondi il lettore poco acuto come me che subito fatica a capire il soggetto dell'ultima frase sopra (soprattutto se è morta (Maria) e tu la fai parlare...)
Ho dovuto arrivare il fondo per ricostruire...  :aka:
Edu ha scritto: mar apr 11, 2023 8:34 pmAnche Lorenzo, qualche ora fa prima, pure era in casa.
Edu ha scritto: mar apr 11, 2023 8:34 pml’elenco delle cose che nella vita non gli andavano bene, e che però aveva lasciato stare là al proprio posto. Mi ha detto che non lo sapeva che doveva morire così presto, se no era da un pezzo che le aveva cambiate via, e che ora che moriva, essendosi tenuto tutte quelle cose amare, si sentiva truffato.
Non si capisce cosa vuoi dire con esattezza.
Edu ha scritto: mar apr 11, 2023 8:34 pmAveva sempre pensato che tempo ci sarebbe voluto, se ne sarebbero andate via da sole. Tra quelle cose c’era anche che io non avevo voluto dargli un bambino, anche se col senno di poi era meglio così, che non voleva fare un figlio orfano. E poi era morto. Tu, tuo marito, quando te lo levi di torno?». Poi le aveva parlato di questo cugino avvocato matrimonialista, bravissimo.
Ti suggerisco di rivedere la formulazione della frase sopra.
Edu ha scritto: mar apr 11, 2023 8:34 pmscoppio aveva avuto origine dal proprio dal loro box. Il serbatoio del Suv di Lorenzo era esploso alla messa in moto. In quel carnaio, era difficile cercare di risalire alle cause. Le fiamme avevano poi raggiunto le caldaie condominiali.
Quindi il cugino delinquente di Maria ha trovato il modo di punire Lorenzo.
Edu ha scritto: mar apr 11, 2023 8:34 pmMaria, quando aveva parlato con uno dei suoi cugini, la situazione l’aveva spiegata in ogni dettaglio. La casa la conosceva meglio dei suoi proprietari.
Il cugino pensava. E, tra una cosa e l’altra le aveva detto, «Quindi ha la macchina a Gpl?».
Ma perché coinvolgere l'amata cugina e Alice? Perché?


Bentornato a un Contest, carerrimo @Edu  <3
Comunque è un buon testo, con un bel finale che sorprende il lettore. Bravo!
Spero sempre di vedere affacciarti e stavolta sei di ritorno. E spero che passi dal mio: ti aspetto.  :libro:
post_id=48907 ha scritto:mar apr 11, 2023 8:34 pm
Di sabbia e catrame è la vita:
o scorre o si lega alle dita.


Poeta con te - Tre spunti di versi

Re: [CDP1] Riemersione

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Ciao, @Alba359 
Alba359 ha scritto: mar apr 11, 2023 11:27 pmHai cambiato punto di vista, qui ho dovuto rileggere per capire che non era Alice a formulare questi pensieri, mi si è creata un po' di confusione.
Quanto all'armadio, l'ho immaginato rovesciato ad ante aperte su di lei, tanto che lo scaffale le preme la costola, ed il corpo di lei, in effetti, impedisce l'uscita dei vestiti, giusto un maglione le scivola in faccia. Ma mi rendo conto che tutta sta situazione o è descritta, ma mi suonava strano farlo, o è difficile che il lettore la immagini... comunque giusta la segnalazione.

Sì, se ci fai caso le parti intervallate da spazi seguono il punto di vista di Maria. Forse devo evidenziarlo di più.
Grazie del commento, del passaggio e delle pulci
Scrittore maledetto due volte

Re: [CDP1] Riemersione

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Ciao strana, angosciante nonché non più intaggabile @@Monica,
grazie per il passaggio e per le tue osservazioni. Alcune cose Alice non le sa, ma le sente, come quella di avere una vita complicata e di non aver alcun marito (che poi non è vero, ma la sensazione è di vuoto). O almeno così ho immaginato.
Sì, ci sono cambi di pov e narratore onnisciente, il racconto è così  :sss:
Ciaus
Scrittore maledetto due volte

Re: [CDP1] Riemersione

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@Edu  
Il racconto che avrei voluto scrivere io.
È un racconto scultura che ad ogni pezzo prende una forma diversa, a tratti sembra un cubo, poi un cavallo e infine una pietá.
Il riemergere della memoria, il dispiacere che sia emersa, la felicitá di essere in vita smorzata dal tipo di vita condotto, dal dolore, dalla violenza. Infine l'aiuto inaspettato da un altra donna con un'esperienza diversa.
Ho amato Maria a prima vista, Maria dai mille parenti tutti utili, Maria che attraverso il proprio dolore riconosce il dolore altrui. Maria, che in qualitá di donna delle pulizie fa ordine, dove va fatto ordine e se non basta il panno, si usa la spugna di metallo.
Ho amato Alice, vittima del marito, di se stessa e della trasparenza di cui gode la violenza domestica, perché dopo che sei stata coraggiosa fuori, a casa non ti aiuta nessuno.
Non saprei come eprimere il mio giudizio positivo per questo racconto, la cui lettura per me é stata un'esperienza.
Ho molto apprezzato anche la fine truculenta che é nelle mie corde, anche se troppo aderente alla realtá, dove mai nessuna punzione é chirurgica, ma coinvolge anche chi non c'entra.
Complimenti, bellissimo!

Re: [CDP1] Riemersione

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Bel racconto @Edu mi piace anche l'escamotage della perdita di memoria che sottolinea lo smarrimento e la confusione del cambiamento, oggetto della traccia.
Maria mi sembra più protagonista di Alice, disincantata e risoluta. Immagino che la macchina sarebbe dovuta scoppiare fuori dal box, anche se non so la reale fattibilità.
Ho immaginato fosse il cugino a chiamare ripetutamente Maria.
Insomma, il racconto è coinvolgente.
Edu ha scritto: mar apr 11, 2023 8:34 pme aveva visto il volto di Maria scolorirsi, come se i pigmenti le fossero colati via dalla pelle
Piaciuto molto questo pezzo e mi piace che ora riesco a citare... Mah...
Edu ha scritto: mar apr 11, 2023 8:34 pmDi colpo si rivestì di se stessa:
Anche questo, bello!
Edu ha scritto: mar apr 11, 2023 8:34 pmAlice le aveva risposto che lo avrebbe chiamato, ma che lo sapeva già che era un buco nell’acqua, altrimenti non se ne sarebbe rimasta così, con lo sguardo nel vuoto, a pregare perché le venisse l’illuminazione che la rendesse libera senza metterla a dormire per strada.
Ma è sempre Alice che parla?
Lei si rende conto di avere lo sguardo nel vuoto e lo motiva?
Edu ha scritto: mar apr 11, 2023 8:34 pmOra che era morta, con una trave che le aveva penetrato la gola, poteva dirlo: l’idea era buona, peccato fosse andata a finire così!
Un'anteprima del coinvolgimento di Maria nello scoppio, o si riferisce a qualcos'altro?

Mi è piaciuto, anche se non sono sicura mandi un messaggio corretto  :duello:
Alla prossima 
<3

Re: [CDP1] Riemersione

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Ciao, @Modea72,
grazie per il commento, e felice che il racconto ti sia piaciuto. 
Rispondo alle tue domande
Modea72 ha scritto: dom apr 16, 2023 12:15 amMa è sempre Alice che parla?
Lei si rende conto di avere lo sguardo nel vuoto e lo motiva?
Sì, in effetti sì
Modea72 ha scritto: dom apr 16, 2023 12:15 am Un'anteprima del coinvolgimento di Maria nello scoppio, o si riferisce a qualcos'altro?
Anche qui la risposta è sì, Maria morta parla dalla prospettiva postuma



[font="Open Sans", "Segoe UI", Tahoma, sans-serif]Mi è piaciuto, anche se non sono sicura mandi un messaggio corretto 

[/font]
Ma non mando alcun messaggio, in verità... stavolta no

Grazie per il tuo intervento e a leggerti presto ;-)
Scrittore maledetto due volte

Re: [CDP1] Riemersione

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ciao @Edu  e ben riemerso! :asd:


E sì! Qui mi pare che il vero risalito in superficie sei tu. La voce narrante si mescola a quella della protagonista in un singolare colloquio: questo ha dato un ottimo risultato.

Ti faccio le pulci sulle tracce da te usate, dando una leggera grattatina al tuo pelo rosa.... :asd:
    Traccia 2  "Passaggio da persona celibe/nubile a coniugato/a o viceversa".
[font="Open Sans", "Segoe UI", Tahoma, sans-serif]Se si sceglie la prima opzione il racconto deve essere ambientato nel periodo immediatamente successivo al cambiamento (in chiesa, al comune, al ristorante, durante il viaggio di nozze). Nessun vincolo riguardo alla seconda.[/font]
    Traccia 1  "Passaggio da persona libera a reclusa o viceversa".
[font="Open Sans", "Segoe UI", Tahoma, sans-serif]Si possono narrare fatti ed eventi che avvengono nell'arco temporale del passaggio o in quello successivo, ma non precedente.[/font]
[font="Open Sans", "Segoe UI", Tahoma, sans-serif]La reclusione può essere la conseguenza di un arresto, di un sequestro, di un ricovero forzato in strutture sanitarie...[/font]


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Maria? È così che si chiamava? Era quello il suo nome?
Strano. Le suonava così poco familiare. Come tutto il resto, d’altronde.
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Questa apertura immerge la storia della protagonista nel suo passato. quindi sei fuori dalla traccia n 1 e al filo di rasoio sulla traccia 2.
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Provò a scostare lo scaffale di legno che le premeva sotto al costato e le mozzava il fiato. Nulla, non si smuoveva. L’armadio la schiacciava con il peso di Dio solo sa quanta roba, tra i vestiti contenuti di consueto e i detriti, mattoni e calcinacci che vi erano finiti sopra. Doveva averla colpita al capo e stesa al suolo, poc’anzi, perché le doleva la fronte. Ma quell’armadio era stato pure la sua salvezza, meglio sbattere contro i maglioni che contro le pietre.
Maria…
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Qui sei a metà strada, tra passato e il presente, o meglio, sul passaggio tra....
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 Un nome così semplice, pulito. No, non ci si ritrovava. Era un nome da vite ordinarie e lineari, mentre la sua, di vita, doveva esser stata complessa e    singolare. A ricordarsela…
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Ritorni sul passato di lei, che ancora non si conosce neanche il nome.
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Non aveva idea di che ora fosse, né da quanto tempo si trovasse lì. Una mezz’ora da quand’era cosciente, ma prima doveva aver perso i sensi.
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Idem.
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 Da qualche dove filtrava luce, il che voleva dire che c’era aria, e anche che con ogni probabilità sarebbero riusciti a trarla in salvo, prima o poi.
Ma non è per questo che era così calma. Si sentiva calma comunque, come se insieme alla memoria avesse perso anche l’inquietudine di vivere e di morire. Si disse che era un vantaggio: doveva pur avere delle ragioni per voler restare in vita, dei figli, un amore, delle passioni. Ma dal momento che ora tutto era cancellato non c’era nulla che avesse paura di perdere.
Dunque, Maria. Maria in un paese in guerra, sotto una bomba? Maria sepolta da un terremoto? Maria alla cui vicina è esplosa la bombola del gas? Non lo sapeva.
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Insomma: tutta questa parte è improntata alla ricostruzione del suo passato e non parla del passaggio in modo primario.
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Maria e chi altri? Con chi viveva? Chi era rimasto lì sotto insieme a lei, vivo o morto?
Era sposata? Non ricordava alcun marito, né figli. Si tastò il seno per istinto con la mano rimasta libera. Si attribuì una quarantina d’anni.
Nessun marito, ci avrebbe giurato, ma aveva la sensazione che, al momento dello schianto, fosse in compagnia.
Maria… quel nome… Maria…
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Idem
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L’armadio si smosse liberando un po’ l’addome. Finalmente riusciva a respirare normalmente, le sembrò di recuperare lucidità. Un maglione le cadde sul viso oscurandole la vista. La cosa la fece ridere. E ridacchiando le venne in mente. Maria, la signora delle pulizie! Ecco chi era in casa con lei, povera donna!
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Qui ritorni a mescolare passato e presente. Certo, questa emersione la racconti in presa diretta ma comunque gran parte del racconto è in disequilibrio e improntata al passato, cosa che la traccia 1 vietava. Comunque credo che possa essere perdonato! :asd: dato che sei un gran furbone!
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Alice respirava a fatica, tirava dalle narici un’aria pastosa che le pesava sulle palpebre. Fece un mezzo sogno di crolli e di immersioni. Doveva essersi addormentata, o aveva perso proprio i sensi, quando si sentì strattonare a un braccio.
Riemerse alla luce dei vivi. L’avvolsero in una specie di carta stagnola e la fecero salire in autoambulanza. Nel tragitto chiese di Maria. Deceduta, le dissero. Poi chiese di suo marito.
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Qui, sulla parte finale rispetti perfettamente la traccia 1
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Il divorzio è questione di diritto civile per le sole persone civili. Vero. E Maria, per un cugino avvocato che aveva, ne aveva altri dieci delinquenti. Glielo aveva detto alla signora, che oltre all’avvocato si poteva pure rispondere alle botte con le botte. Alice aveva fatto un cenno con la mano come a dire “ma figurati”. Dopo alcune settimane, livida in faccia, però, l’aveva cercata. Non ce la faceva più.
Maria, quando aveva parlato con uno dei suoi cugini, la situazione l’aveva spiegata in ogni dettaglio. La casa la conosceva meglio dei suoi proprietari.
Il cugino pensava. E, tra una cosa e l’altra le aveva detto, «Quindi ha la macchina a Gpl?».
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Il finale è relativo alla vita da sposata di Alice. Potevi parlarne liberamente e questo è okay. Diciamo che questo uso di due tracce ti ha consentito di sforare dai binari. Su questo sei stato abile. Mi è piaciuto il racconto, anche se c'è tanto brodo di cottura. però rovistando sul fondo della pentola vi è la sorpresa di un bel boccone di manzo da addentare. Molto bella anche la tua spensierata e libera sovrapposizione al pensiero di Alice. Tutto okay.
(Quasi)  :asd:
Ciao bello!
Tratti di pioggia sopra Auschwitz. Tra oblio e orgoglio

Re: [CDP1] Riemersione

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Edu ha scritto: mar apr 11, 2023 8:34 pmSi tastò il seno per istinto con la mano rimasta libera. Si attribuì una quarantina d’anni.
Nessun marito, ci avrebbe giurato,
Capisce d'avere una quarantina d'anni tastandosi il seno? Com'è possibile? E da cosa deduce di non avere un marito? Dal fatto di non avere la fede al dito, immagino, ma dal testo non è chiaro.
Edu ha scritto: mar apr 11, 2023 8:34 pmMaria, da tanto, non aveva un uomo accanto al suo letto.
Accanto nel letto? Perché un uomo accanto al letto è un'espressione strana.
Edu ha scritto: mar apr 11, 2023 8:34 pmdal proprio dal loro box
Ti è scappato un "dal" di troppo.
Edu ha scritto: mar apr 11, 2023 8:34 pmIl cugino pensava. E, tra una cosa e l’altra le aveva detto
Non dovrebbe essere al trapassato anche pensare, dato che è il tempo di tutto il paragrafo? O volevi dire che il cugino era uno abituato a pensare, ad avere idee e soluzioni?

Ciao Edu,
ti ho segnalato queste 3 sciocchezze perché le ho notate leggendo (la seconda volta, perché alla prima lettura nulla mi ha distratto dal seguire questa riemersione di Alice), ma non ho altro da dire, se non che è tutto molto ben pensato, intrecciato e reso, l'ho apprezzato assai.
I intend to live forever, or die trying.
(Groucho Marx)

Re: [CDP1] Riemersione

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Edu ha scritto: mar apr 11, 2023 8:34 pml’altra che le raccontava della cognata, con l’aspirapolvere in mano
Non credo si riesca a parlare mentre si dà l'aspirapolvere, diventa una cacofonia.
Edu ha scritto: mar apr 11, 2023 8:34 pmIn fondo in quel momento era l’unica persona della sua vita. Niente.
Curiosa immagine, ma innegabilmente vera.
Edu ha scritto: mar apr 11, 2023 8:34 pmCosa le sembrava familiare, una pelle barbuta? Glabra? Grassa? Ruvida?
Di nuovo ho pensato "curioso modo per ricordare", e di nuovo sono rimasta colpita dal fatto che, in effetti, è funzionale.
Edu ha scritto: mar apr 11, 2023 8:34 pmEra come aveva supposto: non ricordare nulla della propria vita l’aveva messa al riparo dall’ansia di rimanere inghiottita nelle macerie. Adesso che i ricordi le affioravano, con tutte le brutture, i dolori e le infelicità, le si risvegliava dentro quell’ottuso senso di attaccamento alla vita. Tante più ragioni aveva di lasciarsi sprofondare, tanto più le prendeva l’angoscia della morte.
E poi, adesso che il salvataggio era stato preannunciato, aveva qualcosa da aspettare, il che nutriva la sua ansia.
Stupendo. 
Già da prima, quando avevi scritto che senza ricordi, anche la paura era quasi nulla, l'idea mi aveva affascinata. Abbiamo una persona in una situazione disperata che, invece di (appunto) disperarsi, ci rimanda indietro tutta la calma di esplorare se stessa e di pensare. Si trova dentro a una parentesi sospesa, anche dalle emozioni.
Per me sei andato davvero in profondità, è uno sforzo di immedesimazione notevole, un tuffo dentro la mente di qualcuno in cui sei riuscito per un momento ad abbandonare te stesso (almeno questa è la mia impressione). Ti faccio i miei più vivi complimenti.
La scrittura è scorrevole, riesce a rendere un'idea di quotidianità e rimanere allo stesso tempo di qualità. Bastano poche pennellate sapienti per costruire dei personaggi a tutto tondo che pulsano di vita.
Unico appunto: a mio avviso sarebbe meglio ampliare (o esplicitare) un po' di più il finale. Capiamo benissimo che è stato uno dei cugini di Maria a scatenare il disastro, ma cosa è andato storto? Perché non solo Alice, ma anche Maria stessa ne è rimasta vittima, cosa che sicuramente il cugino non voleva? Non si era messo d'accordo con le donne? Gli incidenti fanno parte di queste macchinazioni, sempre borderline e imprevedibili, ma ti rimane la sensazione che ci sia qualcosa di non pensato fino in fondo da parte dell'autore. Dispiace, perché rovina un pochino la sensazione finale e il racconto non lo merita.
A parte questo, tutti i miei apprezzamenti @Edu

Re: [CDP1] Riemersione

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Ciao @Edu, eccomi qua, scusa il ritardo  :)

Parto dal titolo che trovo azzeccato anche se, ovviamente, mi fa pensare all'acqua e, per una qualche ragione, mi fa pensare a qualcosa di tranquillo, senz'ansia, mentre non è il caso del tuo racconto.

Hai gestito molto bene la trama e l'intreccio, secondo me, i dettagli emergono adagio e con un buon ritmo; fino a un certo punto rimane il dubbio se si tratti di un racconto sulla guerra e quindi di un bombardamento o se si tratti di altro.
Il finale è una sorpresa, se vuoi anche esagerata, perché aggiunge molta carne al fuoco a livello tematico, ma anche qui l'hai saputo ben gestire.

Quello che mi convince poco, invece, è il punto di vista che vacilla spesso e confonde; in primis l'intervento di Maria che trovo del tutto fuori luogo usato singolarmente, ma che invece potrebbe essere un bel tesoro da usare più spesso, magari potrebbe proprio essere la voce che racconta pezzi di passato, anche se poi ci sarebbe da chiedersi perché Maria da morta dovrebbe rimuginare sul passato della signora e non sul suo. Ma credo che una funziona gliela si potrebbe trovare con facilità, invece così, a comparsa singola, rimane un po' una mosca bianca e non aggiunge niente al racconto, stranisce e basta.
Il punto di vista di Alice, invece, mi pare quasi sempre saldo. La calma, quasi freddezza di Alice nel prendere atto della sua inconsapevolezza di se stessa, del luogo in cui si trova (o forse il fatto di essere in casa sua è l'unico che non viene mai messo in dubbio? Farò un'altra lettura e controllerò, ma mi sembra che sia proprio così) a me pare inverosimile. Di sicuro ognuno ha reazioni diverse a ogni situazione e ogni scrittore ha la propria sensibilità e immaginazione per descriverle, ma in Alice non compare mai nemmeno un filo d'ansia o di paura, né rispetto allo scenario catastrofe in cui apre gli occhi, né riguardo la sua vita di cui riprende possesso, né riguardo la morte del marito. Ok, a riguardo della morte del marito ci dici che forse si sente un po' triste, ma non è convincente e non si sente, credo che sarebbe stato meglio mostrare qualche sensazione in questo racconto che risulta spogliato.
Dai un'occhiata ai tempi verbali che ti sono scappati un po' in giro e che non hai mantenuto. Vado a fare qualche pulce al testo.
Edu ha scritto: mar apr 11, 2023 8:34 pmÈ così che si chiamava? Era quello il su
Ecco qua il primo esempio: decidi subito che tempo tenere, prendi uno dei due e tienilo fino alla fine
Edu ha scritto: mar apr 11, 2023 8:34 pmLe suonava così poco familiare. Come tutto il resto, d’altronde.
Ora che so già chi è Maria e che rapporto hanno mi pare strano che le suoni poco familiare. Anche nell'incoscienza, forse, potrebbe invece suonarle familiare, ma sconosciuto. Invece, eliminerei la seconda frase che fa spoiler. Una soluzione è farle muovere lo sguardo quanto riesce e descrivere sommariamente quello che vede che le risulta poco/molto familiare. Io avrei cominciato subito con qualcosa di fisico, mi pare che in questa situazione ci starebbe bene; mi pare che riemergendo la prima cosa di cui si riprende consapevolezza sia il proprio corpo
Edu ha scritto: mar apr 11, 2023 8:34 pmProvò a scostare lo scaffale di legno che le premeva sotto al costato e le mozzava il fiato
Riguarderei la dinamica dell'armadio caduto perché la tua descrizione a me fa capire che l'armadio si trovi sotto di lei e infatti ho dovuto rileggere più di una volta, ma alla fine ho semplicemente preso le tue parole come stanno senza però riuscire a determinare in che posizione si trovino Alice e l'armadio
Edu ha scritto: mar apr 11, 2023 8:34 pma schiacciava con il peso di Dio sol
prima preme sotto, ora schiaccia e quindi immagino sopra, c'è da riguardare la dinamica della caduta
Edu ha scritto: mar apr 11, 2023 8:34 pmEra un nome da vite ordinarie e lineari, mentre la sua, di vita, doveva esser stata complessa e    singolare.
da cosa deduce di aver avuto una vita complessa? Già solo se dicessi che le piacerebbe che fosse così caratterizzeresti il personaggio e giustificheresti il sospetto sulla sua vita. Attenzione che ti sono scappati degli spazi prima di singolare
Edu ha scritto: mar apr 11, 2023 8:34 pmUna mezz’ora da quand’era cosciente
mi pare molto per le poche righe che ci separano dall'inizio del racconto e mi pare strano che il racconto non inizi nel momento in cui lei riemerge, considerando anche il titolo, invece, con questa frase sembra quasi che tu abbia cominciato a narrare in un punto non ben preciso della sua ripresa di coscienza, un punto che viene determinato da cosa? Il nome Maria non suona come una novità nella sua mente, tanto èpiù che ci dice subito che le sembra familiare. Sceglierei di fare un passo indietro e di dare inizio alla narrazione nel momento in cui la coscienza torna in Alice
Edu ha scritto: mar apr 11, 2023 8:34 pmil che voleva dire che c’era aria
perché nota un dettaglio del genere? Non che non possa, ma questo notare prima luce e aria la caratterizza in un certo modo che non mi pare attinente al suo personaggio e nemmeno alla situazione in cui si trova
Edu ha scritto: mar apr 11, 2023 8:34 pme anche che con ogni probabilità sarebbero riusciti a trarla in salvo, prima o poi.
per me è troppo presto per questo pensiero, prima vorrei sapere dove ha male, cosa vede intorno a lei, come la fa sentire il fatto di non sapere come si chiama, dove si trova e perché
Edu ha scritto: mar apr 11, 2023 8:34 pmSi sentiva calma comunque, c
sentirsi calma è qualcosa che una persona potrebbe dire a un'altra mentre in realtà si sente in tutt'altro modo. Considerando che siamo in una terza persona, bisogna proprio che tu ci mostri come si sente Alice e non che tu ce lo dica, perché si può decidere di crederle o meno dal momento che non ci sono prove. In questo stato di inconsapevolezza, lei come sa di sentirsi calma comunque? In realtà, non capisco bene il ruolo dell'avverbio qui, mi chiedo se forse non avresti dovuto usare il condizionale per rendere la tua frase.
Edu ha scritto: mar apr 11, 2023 8:34 pmSi tastò il seno per istinto con la mano rimasta libera. Si attribuì una quarantina d’anni.
come fa a determinare quanti anni ha tastandosi il seno sopra i vestiti sotto un armadio?
Edu ha scritto: mar apr 11, 2023 8:34 pmL’armadio si smosse liberando un po’ l’addome.
Attenzione sempre alla dinamica della caduta dell'armadio
Edu ha scritto: mar apr 11, 2023 8:34 pmEcco chi era in casa con lei, povera donna!
Perché povera donna? Che altro ha ricordato che la porta a dire così? Per ora rimangono solo un nome e una professione, niente altro che giustifichi il povera donna
Edu ha scritto: mar apr 11, 2023 8:34 pmcome si chiamasse ancora non era dato sapere.
eliminerei, risulta una ripetizione di quanto appena detto
Edu ha scritto: mar apr 11, 2023 8:34 pmCerto, era strano che ancora non arrivassero soccorsi.
Perché strano? Secondo quali criteri dal momento che non sa dove si trova e come ci è finita?
Edu ha scritto: mar apr 11, 2023 8:34 pmCome aveva fatto a dimenticarselo.
Hai dimenticato il punto interrogativo
Edu ha scritto: mar apr 11, 2023 8:34 pmMaria, da tanto, non aveva un uomo accanto al suo letto.
Nel suo letto. Come ti ho detto prima eliminerei il pezzo di Maria oppure ne aggiungerei e le darei un ruolo nella narrazione
Edu ha scritto: mar apr 11, 2023 8:34 pmEra stata lei, Maria, a darle il contatto dell’avvocato. C
Questo pezzo, per esempio, potresti farlo raccontare a Maria, potresti affidarle la narrazione intera fino a fine racconto.

Secondo me, Maria è meglio caratterizzata di Alice, è un personaggio più tondo, Alice la conosci meno e invece dovresti scavare in lei e capire cosa vuole e cosa la rende quella che è.
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Linda e la montagna di fuoco

Re: [CDP1] Riemersione

19
Ciao @Edu 

Davvero un buon racconto, scritto ottimamente e con tutti gli ingredienti giusti.

Ne risulta una lettura assai godibile, lasciando nel lettore la soddisfazione di aver bene impiegato il tempo speso nel dedicarsici.
La formula della temporanea perdita di memoria non è ovviamente una novità, né in letteratura, né nella sceneggiatura cinematografica, non di meno quando è trattata con capacità narrativa si rivela un efficace evergreen.

L'amnesia, ovvero la perdita della memoria, è un tema particolarmente affascinante e suggestivo, impiegato molto spesso. 
Viviamo in un’era in cui niente sembra andare perduto veramente, accatastato in massa in dedali che creano labirinti dove, in realtà, si rischia di perdere molto più di quanto si immagina.
Quello della memoria è uno strumento imprescindibile per dire chi siamo, chi siamo stati e chi saremo, deposito limitato dove i ricordi vengono coltivati e valorizzati in modo tale da dare un senso a queste esperienze rimaste a sedimentare dentro di noi.
Succede, però, che talvolta questo strumento si riveli fallato e chiami a sé tutta una serie di contromisure da mettere in atto per riscoprirsi.

Nel tuo racconto a seguito di un evento disastroso, la protagonista si risveglia da uno stato di non coscienza totalmente priva di ricordi e di identità.
Sei riuscito a rendere in maniera assai credibile i suoi processi mentali, le ansie e le angosce che in una situazione di tale criticità lei attraversi, lavorando su esigui brandelli di memoria e sviluppano lentamente, con una suspense da thriller, una loro concatenazione che conduce il lettore ad un quadro completo sulla sua identità, la sua vicenda esistenziale, fino al del danno che ha generato il crollo di cui è rimasta vittima.

Complimenti amico mio, bella prestazione.
Un saluto e buon lavoro.

Re: [CDP1] Riemersione

21
<@Edu   

Qui:
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Non aveva idea di che ora fosse, né da quanto tempo si trovasse lì. Una mezz’ora da quand’era cosciente, ma prima doveva aver perso i sensi. 
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e qui:

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Si sentiva calma comunque, come se insieme alla memoria avesse perso anche l’inquietudine di vivere e di morire. Si disse che era un vantaggio: doveva pur avere delle ragioni per voler restare in vita, dei figli, un amore, delle passioni. Ma dal momento che ora tutto era cancellato non c’era nulla che avesse paura di perdere.
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Basterebbero queste poche parole a farmi piacere il racconto. La perdita di memoria è naturale in certe condizioni, come nel caso in questione. Sei stato bravo a immedesimarti in una donna, essendomi parso che tu fossi un uomo, Non è una questione di genere ma di costruzione della storia, ben riuscita. Mi ha tenuta incollata nella lettura fino alla fine. Chi mi ha preceduto ne ha illuminato tutti i punti oscuri, indirizzando l'attenzione su alcuni particolari. Per mia esperienza di lettrice, poca direi,  una vicenda piace oppure no. Esistono delle figure che, rileggendo e dovendo pubblicare dicono di approfondire o calibrare dei punti non chiari. La tua maniera di raccontare è semplice ma efficace, stai solo attento ai giudizi. Il titolo, poi, è azzeccato introducendo anche un cambiamento di rotta nella vita di Alice. Bravo! Molto piacevole!

Re: [CDP1] Riemersione

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@Edu ciao, ho letto il tuo bel racconto. Alice, nonostante tutto, ci aveva provato con le buone rivolgendosi all'avvocato, ma visto che fine avevano fatto le carte... era stato necessario valutare anche le cattive. Lì per lì avevo immaginato un terremoto, un bell'atto di "giustizia divina", ma quella raramente gioca con le bombe  :D. Il testo nel complesso mi è piaciuto, ma mi lasciava perplessa l'epilogo; cioè Alice si è accordata per fare esplodere la macchina, [font="Open Sans", "Segoe UI", Tahoma, sans-serif]ma sotto le macerie rimane anche Maria, mentre lei è viva per miracolo? Bel ringraziamento per avela aiutata. No, non è possibile, devo avere letto male, e in effetti:  [/font]
Edu ha scritto: Maria, quando aveva parlato con uno dei suoi cugini, la situazione l’aveva spiegata in ogni dettaglio. La casa la conosceva meglio dei suoi proprietari.
Il cugino pensava. E, tra una cosa e l’altra le aveva detto, «Quindi ha la macchina a Gpl?».
l'accordo non era ancora stato definito, tutto era ancora a livello informativo. Giusto? 
Ok, adesso so che la "giustizia divina" usa anche questi metodi  :facepalm: :D
La parte del risveglio l'ho apprezzata di più, la perdita di memoria, il lento recupero, le immagini che riemergono poco a poco... Tutto molto ben descritto. 
Bravo

Ciao e alla prossima
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