Re: [Lab 7] International Klein Blue

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Molto molto bello @Mina! un racconto che mi ha ricordato Verne nel suo viaggio a centro della Terra, ventimila leghe sotto i mari, viaggio allucinante…
è anche di più. Ottima l’atmosfera, la descrizione del pianeta (mi hai fatto venire in mente Europa, la luna di Giove). Quell’unico elemento rosso, come il cappottino della bimba di Schindler List, grigio-verde per Artur che è daltonico, spicca nel biancore azzurrognolo. Che sia il sole visto da lontano? Oppure sono finiti in un altro sistema solare in cui la stella è una “nana bruna”? 
Che gli eroi siano finiti dentro uno stargate, che abbiano preso parte a qualche esperimento militare, che sia solo un viaggio mentale non lo so ma a me questo racconto è davvero piaciuto tanto e pure l’azzurro che hai utilizzato a piene mani, in questo caso, non mi ha disturbato ma, anzi, l’ho trovato davvero pertinente. Super complimenti 🎉 

Re: [Lab 7] International Klein Blue

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Ciao @Mina 
Interessante, poetico, amaro. Dico la verità che leggendo, fin dall’inizio avevo sperato che si trattasse della zona antartica ma, a parte basi scientifiche su quella ipotetica costa e navi da turismo in partenza dalla Patagonia che non mostrano nulla, da quelle parti nessun privato può andare per conto suo.
I tuoi personaggi sono però mandati in Artico da un potere governativo, anche in Artico si celano misteri, leggende o dicerie diciamo “strane” per le quali vale la pena indagare.
Mi piace questo Artur e i suoi compagni, qualunque cosa stiano cercando, questo “nemico” non lo troveranno, perché non è nell’ordine delle cose.
Mi dispiace che alla fine i tuoi esploratori o investigatori muoiano, ma era inevitabile, aleggiava nell’aria la morte. 
Chi può essere quella figura umana gigantesca che si vede alla fine? Non credo sia quello il nemico, ma ha a che fare con la loro fine?
Belle le atmosfere, le descrizioni, le sensazioni che hai messo, sia nei personaggi che nell’ambiente. Artur è un solitario, ricorda l’unica parvenza di affetto che valga la pena ricordare, questa Lilliya, e umanamente parlando è comprensibile. Avrei forse specificato meglio la natura della missione e cosa voglia dire Yevgeny dicendo che non sono più sulla Terra. Hanno varcato quel fantomatico confine biblico con le acque che sono “sotto e sopra? Non sono più sulla Terra ma sono su un’altra Terra, su una delle infinite Terre che io amo credere non siano per niente sospese nello spazio, ma buttate come infiniti centesimi su un deserto in continua espansione, delimitate ognuna da ghiacciai apparentemente insormontabili e oceani apparentemente invalicabili?
Non ti so dire della pistola di Cechov e di altri paragoni costruttivi di una narrazione in quanto non sono un esperto e riconosco, per quanto mi riguarda, che io tendo ad allontanarmi dai paradigmi che mi danno l’impressione di bloccarmi.
Un racconto che ho apprezzato, per la sensazione di infinito, di solitudine, quella io la vedo ovunque ad ogni modo, anche in una folla in festa, anche per la struggente rassegnazione di Artur quasi fin dall’inizio.
Forse si pensa anche a un amore, vero o che sarebbe stato possibile, quando ci si avvicina a una fine, in fondo ammantata di un certo doloroso eroismo, come quella che hai descritto.
Si salveranno solo coloro che resisteranno e disobbediranno a oltranza, il resto perirà.
(Apocalisse di S. Giovanni)

Re: [Lab 7] International Klein Blue

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Un racconto che mi ha suggestionato, @Mina-
Sono belle le descrizioni e i personaggi, belli i messaggi che si vedono e intravedono nella storia: Amore, solitudine, morte, ignoto...
Insomma, la storia ci porta verso una sensazione di tristezza già dall'inizio, la morte alla fine è scontata.
La pistola di Chechov:
  ha scritto:qualche cracker e del pemmican
Alla fine, a me è venuto in mente che Yevgeny li avesse avvelenati. 
L'aringa rossa? Per me è la missione, il batiscafo stesso. Per tutto il racconto mi sono chiesta, in cosa consistesse tutto, quel viaggio e quello strano universo intorno e mi sono arrivate una dopo l'altra le aringhe che hai disseminato: Prima gli alieni che li stanno risucchiando con una specie di teletrasporto, poi il ghiaccio, l'antardide? E la teoria che la sotto si nascondano chissà quali segreti?
Poi:

  ha scritto:Era come una banchisa, ma non l’aveva mai vista di quel colore. L’orizzonte non esisteva, e anche il concetto di sotto o sopra sembrava uno schema troppo umano sotto quella luce magica. Alto in cielo, un grosso astro grigio-verde li sorvegliava, e il suo riflesso lontano sul ghiaccio era tanto reale quanto l’immagine in cielo, a tal punto che Artur pensò di poterlo raggiungere. Riconobbe quella sfumatura, ma dovette aspettare le parole di Yevgeny e Anatoly per avere conferma: era rosso.
Qui emergono alcune teorie terrapittiste, insomma, sembra che la storia navighi verso qualcosa di abbastanza inflazionato. invece no!
Ma alla fine non scopriamo proprio niente. Artur muore, muoiono tutti.
Ora una piccola critica, 'na cosa da gnente, una piccolezza che mi è venuta in mente alla fine. 
La trama risulta un po' scarna. Belle le immagini, la sensazioni, i messaggi esistenziali, e soprattutto, stupendi i colori, tutto molto bello ma, alla fine?
Che storia ci hai raccontato? Chi sono i nemici, chi è quella figura velata? Dove sono naufragati?
Non riesco a trattenermi dall'inventare per conto mio una fine, ma mi dispiace un poco, avrei voluto che continuasse.

PS
Quella figura velata d'azzurro non è la Madonna vero? È l'ennesima aringa rossa, dai! :D

Re: [Lab 7] International Klein Blue

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Ciao carissimo @Mina 


Questo è un racconto decisamente bello, dove la parola “mistero” la fa da padrone.
Bello il racconto, ottimo il clima e la tensione di un viaggio verso l’ignoto, coinvolgente la descrizione dell’ambiente in cui avvengono i fatti, della tecnologia avveniristica che ci introduce nella science-fiction attraverso la porta principale.

Azione e suspense dall’inizio alla fine, come deve essere nei migliori racconti del “genere”.
Questo altro mondo, o dimensione parallela, è assolutamente intrigante, la sua rappresentazione assai efficace, così originale che davvero il lettore deve fare uno sforzo d’immaginazione per figurarselo.

E in fine, la fina: mistero nel mistero, rimangono aperte migliaia d’ipotesi, tante quante la mente del lettore per cultura personale o capacità immaginifica, sia in grado di produrre.
Ora pensando proprio a questo, mi sono posto la maliziosa domanda, se tu non abbia scelto questo finale interlocutorio proprio perché non avresti saputo che pesci prendere nel dover giustificare, razionalmente, ciò che era avvenuto.

Quindi senza troppo sforzarti, lasci all’ingenuo lettore, il compito e l’onere (assai gravoso) di capirci qualcosa in quelle morti improvvise, nel luogo sconosciuto in cui i disgraziati ricercatori son finiti, del perché cacchio siano stati votati a quella missione suicida, che per altro ha una conclusione di cui ci sfugge la finalità pratica.

Insomma mi pare che normalmente in questo genere di racconti, si diano al lettore maggiori ragguagli sulle ragioni di un disastro che avviene, magari facendo sì che il protagonista continui, tranquillamente, ad andare incontro alla sua fine predestinata, ma che insieme al lettore vi giunga con una illuminazione o rivelazione estrema del perché e percome debba tirarle.

Altrimenti uno scrive un racconto horror, con forze sovranaturali, di demoni o fantasmi, dove si sa che c’è poco da spiegare e vale tutto, perché siamo nella dimensione del fantastico del paranormale.

Bel lavoro, complimenti, ciao alla prossima. (y)

Re: [Lab 7] International Klein Blue

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In questo racconto ho apprezzato molto l'uso dei colori, reso ancora più originale perché filtrato attraverso gli occhi di un daltonico. All'inizio mi ero chiesta se questa sua peculiarità avrebbe avuto un ruolo nella storia, ma così non è stato: è servita "solo" per dare un tono e un'atmosfera, per cui direi che (almeno nel mio caso, poi non so se era pensata così) abbia funzionato da aringa rossa.
Quando sul finale Artur e Anatoly stavano morendo, avevo ammirato la compostezza di Yevgeny, vedendola come una sorta di forza d'animo data dal fatto che "lui sapeva", ma @Alba359 mi ha fornito una teoria diversa: e se Yevgeny li avesse avvelenati? In quel caso il cibo offerto così casualmente sarebbe una perfetta pistola di Cechov. 
Mi sono anche chiesta se la scelta dei nomi non fosse casuale? Facendo dei parallelismi con le vicende della vita reale, sarebbe un sottile e interessante "gioco", una fantascientifica spiegazione della guerra in corso (quella che nel racconto sarà destinata a scoppiare). Non nomini mai nessun paese, ma non mi è dispiaciuto pensare a questi collegamenti. 
Non sono sicurissima che la scelta dell'equipaggio sia realistica (tre membri di cui un medico, che sa pilotare un sottomarino a livello amatoriale? è possibile?) ma in verità non ci capisco molto, per cui se mi dici che invece funziona così, posso fidarmi.

Re: [Lab 7] International Klein Blue

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Mina ha scritto: La discesa stava durante oltre ogni ragionevolezza, 
refuso: durando

Pezzo bellissimo, le atmosfere catturano fin da subito il lettore, lo trascinano nei fondali, dentro la strana avventura vissuta da un equipaggio mandato a morire, così come accade in tutte le guerre. Della pistola di Checov non sono certa, ma il testo è indiscutibilmente buono. Anche l'uso dell'azzurro è caricato con le giuste tempistiche e motivazioni; come ti hanno già detto non disturba, anzi, se ne coglie appieno il valore. Inoltre l'uso che fai degli altri colori suscitano nel lettore sensazioni di meraviglia, gli mettono in moto la fantasia tanto che lo scenario si materializza davanti ai suoi occhi come accade con i racconti di Giulio Verne (ti hanno detto  anche questo e concordo). Anche Liliya ha il suo ruolo, ritorna come un'onda tra amore/vita/morte di Artur. Non sappiamo chi sia la figura che si manifesta nell'ultimo istante di vita di Artur, ma poco importa, il racconto è concluso. 
Complimenti tanti tanti tanti

Re: [Lab 7] International Klein Blue

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Grazie dei vostri commenti  :love:
@Monica ha scritto: Ottima l’atmosfera, la descrizione del pianeta (mi hai fatto venire in mente Europa, la luna di Giove).
Dico solo che questo è lo sfondo del mio PC: https://europa.nasa.gov/resources/173/europa-clipper-journey-to-an-ocean-world-poster/
@Monica ha scritto: Che sia il sole visto da lontano? Oppure sono finiti in un altro sistema solare in cui la stella è una “nana bruna”? 
Oppure Giove stesso  :lol:
Alberto Tosciri ha scritto: Dico la verità che leggendo, fin dall’inizio avevo sperato che si trattasse della zona antartica ma, a parte basi scientifiche su quella ipotetica costa e navi da turismo in partenza dalla Patagonia che non mostrano nulla, da quelle parti nessun privato può andare per conto suo.
Il capo del laboratorio in cui sto c'è stato, ha raccontato cose meravigliose... Un sogno  :love2:
Alba359 ha scritto: Alla fine, a me è venuto in mente che Yevgeny li avesse avvelenati. 
Hai fatto centro  :P
Alba359 ha scritto: L'aringa rossa? Per me è la missione, il batiscafo stesso.
Anche l'alcolismo di Artur stesso... O il suo daltonismo
Alba359 ha scritto: La trama risulta un po' scarna. Belle le immagini, la sensazioni, i messaggi esistenziali, e soprattutto, stupendi i colori, tutto molto bello ma, alla fine?
Che storia ci hai raccontato? Chi sono i nemici, chi è quella figura velata? Dove sono naufragati?
Non riesco a trattenermi dall'inventare per conto mio una fine, ma mi dispiace un poco, avrei voluto che continuasse.
Hai ragione  :hm: fornire un tema senza comunque dare tutte le risposte non è sufficiente, penso di aver sbagliato qui. Dico anche che stravedo per Lost...
Nightafter ha scritto: Quindi senza troppo sforzarti, lasci all’ingenuo lettore, il compito e l’onere (assai gravoso) di capirci qualcosa in quelle morti improvvise, nel luogo sconosciuto in cui i disgraziati ricercatori son finiti, del perché cacchio siano stati votati a quella missione suicida, che per altro ha una conclusione di cui ci sfugge la finalità pratica.
Una spiegazione c'è, ma è banale e in effetti hai ragione che non è sufficiente 
La loro missione è verificare cosa stia facendo la nazione nemica. La loro nazione ha già dei sospetti (di cui solo Yevgeny è al corrente), ma loro tre hanno il compito di verificare, ed effettivamente trovano questa misteriosa fonte di energia. Yevgeny ha comunicato il tutto alla madre patria e ora i tre possono morire: ha avvelenato gli altri due per assicurarsi che non tornassero a casa in qualche modo, visto che il tutto deve rimanere segreto
Canis ha scritto: Mi sono anche chiesta se la scelta dei nomi non fosse casuale? Facendo dei parallelismi con le vicende della vita reale, sarebbe un sottile e interessante "gioco", una fantascientifica spiegazione della guerra in corso (quella che nel racconto sarà destinata a scoppiare). Non nomini mai nessun paese, ma non mi è dispiaciuto pensare a questi collegamenti. 
In effetti, un po' sì. I nomi li ho presi dalla missione Arktika 2007, la prima discesa della storia con equipaggio umano sul fondale del Polo Nord
Canis ha scritto: Non sono sicurissima che la scelta dell'equipaggio sia realistica (tre membri di cui un medico, che sa pilotare un sottomarino a livello amatoriale? è possibile?) ma in verità non ci capisco molto, per cui se mi dici che invece funziona così, posso fidarmi.
Fai male a fidarti  :asd: neanche io ne sono troppo sicuro. Contavo sul fatto che, per una missione suicida, Artur avesse le caratteristiche per essere interessante. È stato un medico di bordo (utile per farli arrivare vivi quantomeno a destinazione), sa come pilotare un sottomarino (utile come assistente) e per la società è un fallito (la sua morte per il governo non è una grossa perdita). In una missione di sole tre persone, penso posta starci
Adel J. Pellitteri ha scritto: Non sappiamo chi sia la figura che si manifesta nell'ultimo istante di vita di Artur, ma poco importa, il racconto è concluso. 
Ho preso a piene mani dal finale di Le avventure di Gordon Pym di Poe, così come Lovecraft in Alle montagne della follia ha preso in prestito il Tekeli-li!

Grazie ancora  :rosa:

Re: [Lab 7] International Klein Blue

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Mina ha scritto: Una spiegazione c'è, ma è banale e in effetti hai ragione che non è sufficiente 
La loro missione è verificare cosa stia facendo la nazione nemica. La loro nazione ha già dei sospetti (di cui solo Yevgeny è al corrente), ma loro tre hanno il compito di verificare, ed effettivamente trovano questa misteriosa fonte di energia. Yevgeny ha comunicato il tutto alla madre patria e ora i tre possono morire: ha avvelenato gli altri due per assicurarsi che non tornassero a casa in qualche modo, visto che il tutto deve rimanere segreto.

Vai matto per gli happy end. Bravo! :lol:
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