[CC23] Lòm a Mêrz - Strega

Contest di Carnevale - Racconti in maschera

[CC23] Lòm a Mêrz - Strega

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Traccia n. 2 - Luci nella notte
Boa: deve comparire almeno una maschera
Titolo: Lòm a Mêrz
.
Mara varcò il cancello della scuola a testa bassa, i riccioli rossi e spettinati le coprivano gli occhi.
"Tua sorella dov'è?"
La bimba indicò una biondina, dai capelli lunghi e vaporosi, che si era attardata a parlare con alcune compagne.
"Gaia, amore! Andiamo, che fai tardi a danza!"
Gaia salutò le amiche e raggiunse la madre e la gemella, saltellando. Irene abbracciò la figlia e le tolse lo zaino dalle spalle. Si avviarono entrambe verso la monovolume bianca, parcheggiata in doppia fila. Mara le seguì guardandosi la punta delle scarpe.
"Com'è andata oggi, tesoro?"
"Bene! Sai, mamma, che per San Valentino Ryan mi ha dato questo?" disse Gaia mostrando un bigliettino con Topolino su uno sfondo di cuoricini rossi.
"Rayan, il marocchino della tua classe?"
"È tunisino" bofonchiò Mara.
"No. Ryan, quello biondo di 5ª B"
"Ah, il figlio del dottor Zorzi. Che bello amore! Sai che anche la mamma alla tua età ha avuto il primo fidanzatino?"
"Mi ha regalato anche due cioccolatini."
"E tu?"
"Ho detto grazie ma non li ho mangiati".
"Brava! Lo sai che non devi ingrassare se vuoi fare la ballerina."
"Tu, invece?"
Mara si strinse nelle spalle.
"A lei nessuno regala niente, perché è brutta!" Gaia le sorrise beffarda, i denti dritti e bianchissimi.
"Non è vero!" La bimba tirò su la testa di scatto, rischiando di fare cadere gli occhiali, che le oscillarono sulla punta del naso.
"Non te la prendere. Al mondo non ci possono essere mica solo i belli." Irene partì e si immise nel traffico cittadino.
***
L'odore di ammoniaca, di cui si era riempita la cucina di nonna Leta, saliva su per il naso e le solleticava le narici.
"Nonna, quanto ci vuole ancora?"
Ancora una decina di minuti. Quando cominciano a diventare dorati, è ora di toglierli."
Mara si accovacciò sul pavimento, davanti al forno. Le piaceva osservare la cottura dei biscotti, le dava un senso di calore e di tranquillità.
"Com'è che Gaia non è venuta neanche oggi?"
La bimba tirò su con le spalle.
"Aveva di nuovo gli allenamenti di danza. E poi stasera viene Ambra, la sua amica,a dormire a casa nostra".
"E tu,le tue amiche non le inviti?"
La nipote tirò di nuovo su le spalle.
"Va là che voi due siete gemelle proprio per modo di dire. Siete uguali come il giorno e la notte."
Il forno emise un trillo e nonna Leta aprì lo sportello. L'aroma dolce dei ravioli di carnevale, ripieni di marmellata e saba, si sparse per tutta la stanza.
"Ne abbiamo fatti un sacco!" disse la bimba guardando le due teglie messe a raffreddare.
"Se mai li porti a scuola domani, che è martedì grasso. La fate la festa?"
"Sì, le ultime due ore".
"Allora ti riempio un vassoio, così li porti ai tuoi compagni".
Mara arricciò il naso e mostrò gli incisivi troppo sporgenti.
"Non lo so se li meritano, sono antipatici".
"Come sei anche te, però…Saranno mai tutti antipatici?"
"Sì. Mi prendono in giro".
"Come mai?"
"Perché sono la più bassa. Quando mi siedo, a scuola, mi tirano via la sedia da sotto il culo e mi fanno cadere per terra. Dicono che sono così nana che la differenza non si vede."
"L'ha rason la burdèla!" intervenne nonna 'Nita, dal salotto. "Hai ragione, nanì, i dolci vanno offerti solo a chi ci tratta bene."
"Mamma, per piacere non ti ci mettere anche te!" la riprese Leta."Mara, non dar retta alla bisnonna. Piuttosto, portali alla festa e sorridi, non tenere sempre il muso. Chissà che non ti fai anche tu qualche amica".
Mara mise su proprio quel broncio che la nonna le rimproverava.
"Senti, ma da cosa ti vesti domani?" Leta cercò di cambiare discorso.
"Da niente. Sono già brutta così".
"Ma sì, ci manca solo che vai a una festa di carnevale senza costume. Perché non ti vesti da strega? Un po' lo sei." sorrise la nonna.
"O se no…puoi travestirti da Borda." intervenne ancora la bisnonna.
"Cos'è la Borda, bisa? la bimba raggiunse nonna 'Nita vicino al camino.
"Eh, la Borda è un po’ come una strega, ma…"
"...Mamma, non mi sembra proprio il caso di parlare di queste cose alla bambina." la interruppe Leta. "Mara, un vestito da strega andrà benissimo. Te lo faccio io oggi pomeriggio. Tu trucchi un po' e metti una gonna e un fazzoletto in testa, come quelli che porta nonna 'Nita. Poi prendi una scopa di saggina e hai già fatto il costume. Che ne dici?"
Mara annuì.
"Posso dire a mamma che dormo qui stasera? Così domani mattina mi aiuti tu, a travestirmi".
***
La legna ardeva nel camino, facendo scoppiettare le braci e illuminando il salottino di una luce calda e accogliente.
'Nita guardò fuori dalla finestra. La nebbia stava scendendo e si preparava a ricoprire i campi con una coltre fitta e spessa. Distolse lo sguardo e riprese a sbucciare l'arancia che aveva in mano. Nel mentre, cominciò a canterellare:

Ninàn, ninàn, la Borda
la liga i bei babèn cun una côrda.
Cun una côrda e cun una curdella,
la liga i bei babèn pu la i asserra,
cun una côrda e cun una ligazza,
la liga i bei babèn pu la i amazza"

"Cosa canti, bisa?" Gaia si avvicinò, scuotendo la chioma bionda.
"Una filastrocca di quando ero bambina".
"La Borda, che cos'è?" le raggiunse Mara.
"Non dovete fare i compiti, voi altre?"
"Già fatti".
"È tipo una strega, vero?" chiese Mara, pallida e seria.
La bisnonna buttò le bucce nel camino e cominciò a dividere l'arancia a spicchi.
"Più o meno. Guardate fuori, lo vedete che nebbione che sta venendo giù?"
"Che c'entra?"
"C'entra, perché è in giornate così, con una nebbia che non si vede niente, che la Borda arriva."
"E cosa fa?"
'Nita si incupì.
"Non uscite mai da sole la sera nelle giornate come oggi, bambine. Di giorno va bene, ma appena comincia a fare buio rientrate, mi raccomando. Se c'è la nebbia tornate subito a casa. E soprattutto state lontane dai fiumi e dai fossi."
"Perché?"
"Perché i bambini che si avvicinano troppo all'acqua, se non stanno attenti, la Borda se li prende".
Sul viso di Mara passò un'espressione di sgomento.
"E poi?"chiese la bimba con un filo di voce.
"Poi li ritrovano al mattino, con la faccia nell'acqua e sul collo i segni della corda che la Borda usa per strangolarli."
Gaia scoppiò in una risata nervosa.
"Le streghe sono solo un'invenzione. E neanche la Borda esiste!'
"E tu come lo sai, metti che esci e te la ritrovi lì davanti?" replicò la sorella.
"Mamma, la smetti di spaventare le bambine con queste storie?" La porta d'ingresso si aprì e nonna Leta entrò, portando a fatica un gran cesto pieno di sterpi e ramaglie.
"Sono per il camino?" chiese Mara.
"No. Io e il nonno li stiamo raccogliendo da portare in chiesa, per la fogarina di sabato sera."
"Possiamo venire anche noi?"
***
"Dài, mangia lì, che sei magra come un chiodo".
Nonna Leta indicò il piatto di Gaia, ancora mezzo pieno. Aveva mandato giù, di mala voglia, quasi metà del petto di pollo. Ma le patate fritte non le aveva proprio toccate.
"Se non ti sbrighi a finire facciamo tardi per il Lòm a Mêrz."
Irene nel primo pomeriggio aveva lasciato le gemelle, particolarmente su di giri, nel vialetto del vecchio casolare di campagna.
Persino Mara aveva una vivacità e una parlantina che non le erano usuali.
Gaia invece, all'inizio entusiasta per la festa, sembrava inspiegabilmente avere cambiato idea.
"Io non voglio venire!" esclamò posando la forchetta.
"Come mai?"
"Perché no. Posso restare qui con nonna 'Nita?"
"Ma ci mancherebbe. Se non vuoi più mangiare dammi qui, si vede che non hai fame" ribatté Leta togliendo il piatto. "Però vai a prepararti. Vai in bagno, se devi andare, ma fai presto che Mara e il nonno sono già pronti."
Mezz'ora dopo uscirono di casa, Gaia contrariata e Mara che non stava nella pelle dall'eccitazione.
Guidati solo dai fari delle poche auto di passaggio, costeggiarono l'argine del fiume Savio fino alla chiesa. La nebbia era più fitta che mai.
***
Al centro del piazzale antistante alla chiesa, la pira spandeva già il suo fumo denso, sprigionando fiamme che salivano a illuminare il buio della sera.
Mara fu subito a suo agio tra il vociare dei paesani, riuniti attorno al fuoco, e l'odore pungente del vin brûlé.
Sedette vicino alla sorella, su una delle sedie di legno messe a disposizione dalla parrocchia, mentre l’orchestra attaccava "Romagna Capitale"
"Cos'hai?" chiese "È tutta la sera che non dici nulla."
Gaia rimase un po' in silenzio a guardare la fogarina, poi parlò:
"Pensavo alla Borda. E se, quando torniamo a casa, esce fuori dalla nebbia e ci prende?"
"Ma non eri tu quella che non ci credeva?" sorrise Mara. La fiamma baluginò di luce rossa sul metallo del suo apparecchio ortodontico.
"Bah…in ogni caso tu non hai nulla da preoccuparti." rispose Gaia, piccata.
"Cioè?"
"Ricordi la filastrocca che ci ha insegnato nonna 'Nita?"
"Sì"
"Dice che la Borda prende i bambini belli e li lega con una corda, poi la stringe per ammazzarli. Quindi a te non ti rapirebbe di certo, brutta come sei." concluse, un sorriso cattivo sulle labbra perfette.
Mara si alzò di scatto, prese una pigna e la gettò nel fuoco esprimendo in silenzio un desiderio.
***
"Bimbe, volete la torta?" Nonno Sante si avvicinò, la sigaretta tra le labbra.
"No, niente carboidrati dopo le dieci di sera" disse Gaia.
"Tu?"
"Sì, grazie nonno."
Sante tornò, cinque minuti dopo, con una fetta di crostata gigante. Mara la addentò, sotto lo sguardo severo di sua sorella.
"Non hai paura di ingrassare?"
La bambina fece "no" con la testa, le guance piene di frolla.
Gaia la guardò mangiare, tra lo schifato e l'invidioso.
D'un tratto Mara si sentì tirare per la manica del giubbotto.
"Guarda! Ma non è nonna 'Nita quella?" le sussurrò la sorella, indicando un punto tra i campi, oltre la chiesa.
"Dove?"
"Laggiù in fondo, non la vedi? Col fazzoletto in testa. Che ci fa qui? E poi, perché ha quella specie di fune in mano?"
Mara sistemò gli occhiali e cercò con lo sguardo il punto segnalato da Gaia.
"Io non vedo niente…ma dove vai?"
"Vieni, andiamo da lei!"
"Ma dove? Non c'è nessuno!"
Gaia si alzò dalla sedia e si avviò nella direzione indicata poco prima.
Nessuno, a parte la sorella, la vide allontanarsi fino a sparire tra la nebbia, in direzione del fiume Savio.
La fogarina illuminava il paese a giorno, viva come non mai, mentre Febbraio cedeva il posto a Marzo.

Re: [CC23] Lòm a Mêrz - Strega

2
Amo i racconti che prendono dalle tradizioni, dai detti popolari, dalle superstizioni e che poi si intrecciano alla storia. Le trovo confortevoli quando prevedono nonne e bambine, portano con se un certo tepore, per quanto il tepore nella vita di Mara scarseggi. Povera bambina, in casa subisce il confronto con la sorella (decisamente preferita dalla madre) e deve già imparare a farsi forza e crearsi una maschera di indifferenza di fronte alle opinioni degli altri sul suo aspetto fisico. 
Il finale non è troppo originale, ma proprio in virtù delle sue note fiabesche, va bene. Belle le filastrocche della nonna, sono proprio quel tocco che intendevo all'inizio.
La cosa che mi convince meno è il riferimento alle luci: un po' debole, a mio avviso

Re: [CC23] Lòm a Mêrz - Strega

3
Racconto che ha il fascino indiscusso delle storie che si raccontavano un tempo “a veglia” davanti al focolare. Io non avrei dormito neppure un minuto…
Perfetti gli inserimenti del dialetto che conferiscono veridicità al narrato. Il cambio delle scene sottolineati dalle cesure aiutano il lettore a seguire la sequenza degli eventi. 
La parte che mi piace tantissimo è la gestione del finale, davvero inquietante. Un finale così valorizza tutta la narrazione togliendo del tutto la patina fiabesca e proiettandolo in una dimensione quasi ultraterrena. É come una spezia ben dosata che conferisce carattere e gusto agli ingredienti trasformando un buon piatto in un piatto eccellente.
La scrittura è ottima, asciutta ma al contempo “rotonda”, i dialoghi sono naturali. 
Chi c’è dietro alla maschera? Io mi sono fatta l’idea che sia Bef…

Re: [CC23] Lòm a Mêrz - Strega

4
Meraviglioso racconto dell'orrore con degno finale.
La classica contrapposizione fra bella, presuntuosa, viziata e meno appariscente, sveglia, ai margini degli eventi.
La struttura é proprio quella delle favole con l'intento di insegnare che le apparenze non sono tutto e chi si fa ingannare si cerca la brutta fine.
Ho molto amato le atmosfere e i personaggi, in modo particolare la bisnonna che porta in sé le tracce della strega cattiva, come se dovesse farsi carico di svolgere questo ruolo.
Complimenti, bravissima.
Non so chi sei, ma per me sei una donna.

Re: [CC23] Lòm a Mêrz - Strega

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Ehilà strega! 
È molto connotato a livello geografico il tuo racconto, ma nonostante questo non ho idea di chi possa essere la penna che ci sta dietro. Direi una donna. Forse Canis? Faccio il suo nome giusto perché è un utente che conosco poco e non credo di avere mai letto nulla di suo.

Comunque... concordo con chi dice che trae ispirazione dalle leggende contadine e dalle storie che i nonni di una volta raccontavano attorno al fuoco.

Segnalo anche a te qualche refuso:
Sira ha scritto: dom feb 26, 2023 3:18 pmRayan, il marocchino della tua classe?"
"È tunisino" bofonchiò Mara.
"No. Ryan, quello biondo di 5ª B"
Ti è scappata una a in più nel primo "Ryan"
Sira ha scritto: dom feb 26, 2023 3:18 pmAmbra, la sua amica,a dormire a casa nostra".
Dopo la virgola ci va lo spazio 
Sira ha scritto: dom feb 26, 2023 3:18 pmTu trucchi un po' e
Ti trucchi.

Però,  diciamo che sono sviste.

I dialoghi sono apprezzabili, per quanto riguarda le descrizioni invece, forse non sono il tuo forte. Non so... A volte mi sembrano limitate al minimo indispensabile, creando uno stile molto sintetico  Ma magari è voluto.

Quello che mi è piaciuto di meno è stato il finale. Forse potevi dare un po' più spazio alla scomparsa di  Gaia, come se avessi avuto troppa fretta di concludere. 

Una'altra cosa mi ha lasciata perplessa di questo racconto: ma la maschera?  dov'è?

A parte questo direi una lettura gradevole. A rileggerci.

Re: [CC23] Lòm a Mêrz - Strega

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Sira ha scritto: dom feb 26, 2023 3:18 pm"Ho detto grazie ma non li ho mangiati".
"Brava! Lo sai che non devi ingrassare se vuoi fare la ballerina."
Direi che le madri inquietanti, in questo contest, hanno avuto un certo successo  :lol:

Il racconto mi è piaciuto per molti motivi: è ben scritto, i dialoghi sono immediati e credibili e ha l'atmosfera di una storia di paura tradizionale, arricchita e resa più coinvolgente dall'uso del dialetto.
L'unico appunto lo farei sui dialoghi, che nonostante vadano bene di per sé, forse sono troppo preponderanti rispetto al narrato. Non è sempre un male, ma in questo caso per me danno un ritmo un po' troppo veloce a una storia che avrebbe invece bisogno di respiri più ampi, proprio per trasmettere al lettore l'atmosfera inquietante che conduce a un finale drammatico, aperto ma con seri dubbi che questa gemella verrà mai ritrovata viva.

Ci sono poi domande che mi sono venute solo a una seconda lettura (il che vuol dire che la prima mi aveva coinvolta abbastanza da non notare certi dettagli):
Sira ha scritto: dom feb 26, 2023 3:18 pm"A lei nessuno regala niente, perché è brutta!" Gaia le sorrise beffarda, i denti dritti e bianchissimi.
Poco sopra si dice che è la sorella gemella, quindi dovrebbero essere identiche. Non capisco bene come una sia bella e una brutta. Io le presenterei come solo sorelle, oppure metterei l'accento non sulla bruttezza di Mara ma su qualcosa del suo carattere che la fa essere meno popolare della sorella (perché più timida, per come si veste, o altro)
Sira ha scritto: dom feb 26, 2023 3:18 pm"Non te la prendere. Al mondo non ci possono essere mica solo i belli." Irene partì e si immise nel traffico cittadino.
E, di nuovo, non abbiamo la madre dell'anno  :rolleyes:   
Sira ha scritto: dom feb 26, 2023 3:18 pmL'odore di ammoniaca, di cui si era riempita la cucina di nonna Leta, saliva su per il naso e le solleticava le narici.
L'odore di ammoniaca un po' mi ha confuso, perché non lo associo ai biscotti. Forse è parte di qualche ingrediente (non ne ho mai preparati, quindi ammetto che sono molto ignorante)
Sira ha scritto: dom feb 26, 2023 3:18 pmla sua amica,a dormire a casa nostra
Sira ha scritto: dom feb 26, 2023 3:18 pmCome sei anche te, però…S
Ogni tanto mancano spazi tra la punteggiatura (specie dopo i tre puntini). Se tu volessi rivedere il racconto, sono da sistemare
Sira ha scritto: dom feb 26, 2023 3:18 pmLa legna ardeva nel camino, facendo scoppiettare le braci e illuminando il salottino di una luce calda e accogliente.
'Nita guardò fuori dalla finestra. La nebbia stava scendendo e si preparava a ricoprire i campi con una coltre fitta e spessa. Distolse lo sguardo e riprese a sbucciare l'arancia che aveva in mano. Nel mentre, cominciò a canterellare:

Ninàn, ninàn, la Borda
Ecco, questa è una bellissima descrizione/immagine, che rallenta il ritmo e crea la giusta atmosfera.
ScimmiaRossa ha scritto: dom mar 05, 2023 8:46 pmEhilà strega! 
:asd: Mi hai fatta sorridere, perché l'ultimo contest al buio a cui ho partecipato (sul vecchio WD, non so se c'eri) ho commentato anch'io il mio racconto con fare critico (e mi sono divertita molto). Stavolta c'era molta meno partecipazione, per cui ho lasciato stare. Spero di leggere presto altro di tuo nel prossimo contest!
Ci capita di non avere davvero la consapevolezza di quanto potere abbiamo, di quanto possiamo essere forti (A. Navalny)
Qualunque sia il tuo nome (HarperCollins)
La salvatrice di libri orfani (Alcheringa)
Il lato sbagliato del cielo (Arkadia)
Il tredicesimo segno (Words)

Re: [CC23] Lòm a Mêrz - Strega

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Silwerwillow, grazie del passaggio e dei consigli utili. 

Rispondo ad alcune delle tue osservazioni.
Silverwillow ha scritto: mer mar 08, 2023 12:24 amPoco sopra si dice che è la sorella gemella, quindi dovrebbero essere identiche. Non capisco bene come una sia bella e una brutta. Io le presenterei come solo sorelle,
Capisco la tua perplessità...i gemelli omozigoti effettivamente condividono lo stesso patrimonio genetico e sono identici. 
I gemelli eterozigoti invece no, non hanno lo stesso patrimonio genetico perché nati da due gameti differenti e le loro somiglianze fisiche sono quelle che possono esserci tra due fratelli. Quindi possono essere anche molto diversi tra di loro. 
Ricordo bene come nella mia classe ci fossero due gemelli eterozigoti, maschio e femmina: non si somigliavano per niente a livello fisico.
Ho conosciuto anche due gemelle eterozigote, entrambe femmine: una nata "sana", l'altra con una anomalia dei cromosomi sessuali che ne ha bloccato la crescita (quindi è molto più bassa della sorella), non ne ha permesso lo sviluppo puberale se non tramite terapie ormonali sostitutive (la gemella "sana" ovviamente si è sviluppata normalmente) e ha tutta una serie di caratteristiche fisiche e problemi fisici dati dalla anomalia genetica, che la gemella ovviamente non ha e che la rendono poco attraente per i canoni di bellezza attuali.
Ecco, mi sono ispirata un pochino a loro due per questo mio racconto.

Silverwillow ha scritto: mer mar 08, 2023 12:24 am
E, di nuovo, non abbiamo la madre dell'anno  :rolleyes:   
Perché, tua madre non te l'ha mai detta una frase come questa? 🤔 La mia lo diceva sempre...
Silverwillow ha scritto: mer mar 08, 2023 12:24 amL'odore di ammoniaca un po' mi ha confuso, perché non lo associo ai biscotti. Forse è parte di qualche ingrediente (non ne ho mai preparati, quindi ammetto che sono molto ignorante)
L'ammoniaca per dolci è un agente lievitante che già le nostre nonne utilizzavano per fare i dolci (almeno la mia). Si trova ancora in po' dappertutto nei supermercati e durante la cottura sprigiona un odore molto forte, che evapora una volta sfornati i biscotti.


Per il resto ti ringrazio dei consigli e degli apprezzamenti!

Re: [CC23] Lòm a Mêrz - Strega

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Ciao @ScimmiaRossa 

Questo racconto è particolarmente riuscito, personalmente mi ha catturato per il sapore che lo pervade.
Sei riuscita a creare un racconto “gotico” attraverso una chiave di lettura che ha saputo coniugare mondi e suggestioni che si compenetrano di arcaico e moderno.

Questa operazione ti è stata possibile grazie a un’ambientazione a un linguaggio che appaiono assai convincenti e azzeccati.
Collocare la storia sulle rive del fiume Savio, evocando il colore e il profumo di una nebbiosa campagna romagnola è stata una scelta eccellente.

Abbiamo a confronto due mondi: quello della nostra attualità contemporanea a cui appartengono le due bimbe, con tutte le caratteristiche che, nel nostro tempo, si ispirano ai modelli fatui dell’immagine, della bellezza, del successo, in una società imperniata di esibizionismo e competitività.
Le due bambine sono gemelle ma opposte come le facce di una moneta:
l’una vanesia e supponente, con un ego surdimensionato; l'altra più modesta, riflessiva e introversa, che per la propria insicurezza e poca avvenenza viene ignorata dai compagni di scuola e fin dalla propria madre, al pari di un “brutto anatroccolo”.

Nella casa dei nonni materni, in un’atmosfera che ha ancora il sapore della vita contadina del secolo scorso, la modernità entra in contatto con la cultura e i miti di una tradizione secolare, che viene evocata attraverso una altica filastrocca popolare, usata come ninna nanna per i bimbi.

“La leggenda della Borda trova le prime menzioni nella letteratura scritta verso gli ultimi decenni dell’Ottocento, sebbene l’origine del racconto abbia una diffusione molto più antica retrodatabile al XVIII secolo se non all’epoca celtica. Infatti tale figura mostra uno spettro di caratteristiche che provengono dal sovrapporsi di tradizioni di epoche successive. Probabilmente il mito ha come archetipo la figura del dio celtico Borvo il ribollente e della sua paredra la Bormana, entrambi sacri alle acque termali ed ai corsi d’acqua. A riprova della presenza del loro culto nel nord Italia sono le etimologie di paesi come Bormio famosa per le sue acque sorgive. È da rilevare come alcune volte le due divinità celtiche erano anche celebrate separatamente.
Il processo di formazione della figura della Borda potrebbe pertanto essere un riflesso dell’arcaico culto verso Borvo e la Bormana, spiriti delle acque, confusi in seguito nella figura dei ministri di tale culto, forse sacerdotesse (druidi) femminili presenti nella Gallia Cisalpina. Tale processo analogo si ipotizza essere avvenuto anche per un’altra figura mitologica presente maggiormente nell’arco Alpino: l’Anguana.

E’ davvero suggestiva nel racconto la parte che descrive l’imminente festa paesana, riesci a dare al lettore la sensazione fisica legata all’evento: l’aria umida e fredda dell’inverno rurale, gli odori del fumo che sale da una catasta in fiamme, il profumo del vin brûlé, il sapore soave di una fragrante crostata, il calore di un camino scoppiettante di brace.
E in fine la conclusione che ha il gusto della fiaba nera.

Insomma un piccolo capolavoro nel genere horror, con un pizzico di crudeltà da favola dei fratelli Grimm.

Davvero complimenti carissima. <3
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