[LAB 5] Luce Naturale

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Lab5
Traccia: la leggerezza
Titolo: Luce Naturale 

“Andiamo a vedere la mostra di fumetti questo fine settimana?”

Nives aveva sempre qualcosa da organizzare, sempre qualcosa di bello da fare, o da raccontare. Luisa avrebbe potuto definirla un’amica, più che una collega; con i rispettivi mariti si vedevano al di fuori del lavoro anche due-tre volte al mese.

Nives era sempre gentile, disponibile, ma Luisa ne era infastidita, era sempre così allegra, dopo venti anni di matrimonio ancora saltellava attorno al marito riempiendolo di baci, sempre a fare proposte, o a trovare soluzioni. “Sei invidiosa, ammettilo!” Luisa strinse le narici soffiando dal naso, questa insinuazione da parte della sua coscienza, che si faceva strada tra i suoi pensieri, era semplicemente ridicola. Invidiosa di cosa? Nives non aveva cura di sé, si vestiva come una stracciona da centro sociale, i capelli le esplodevano in testa, si preoccupava della ricrescita quando aveva almeno due centimetri di capelli bianchi, mai che si truccasse, neanche alle feste aziendali; eppure Nives piaceva agli uomini, molto.
Luisa si chiedeva se fosse per il suo comportamento da eterna ragazzina, per l’espressione sempre sorridente, in fondo si sa, gli uomini rifuggono i problemi.

“Ohi! Ti sei imbambolata? Ci andiamo alla mostra dei fumetti? Fanno anche disegni autografati se ci prenotiamo in tempo!”

Nives la guardò con commiserazione: “Ma davvero alla nostra età andiamo ancora a vedere i fumetti? E poi sabato scorso, quando è iniziata la mostra, davanti alla fiera c’era una fila chilometrica, un traffico assurdo.”

Nives le rispose trionfante: “Allora vuol dire che ne vale sicuramente la pena, altrimenti non ci andrebbe così tanta gente. Prenoto io per tutti?”

AL marito di Luisa i fumetti piacevano, Nives lo sapeva, perché ne avevano parlato. La presenza di Nives era ingombrante, suo marito la trovava simpaticissima, ma non era gelosia ciò che provava Luisa, Nives non aveva occhi che per suo marito e con gli altri uomini scherzava come uno scaricatore di porto, per usare un luogo comune.

“Ti faccio sapere stasera, ti chiamo dopo cena.”

Luisa notò che Nives aveva un brutto livido sul braccio, lo stava fissando corrucciando la fronte, Nives anticipò la domanda, raccontando cosa le era successo: “Ieri per cercare lo spago per chiudere l’arrosto, sono salita sulla sedia, solo che poi mi sono allungata per guardare nel pensile accanto e la sedia si è cappottata, guarda che roba, me lo sono fatta rovinando sulle gambe della sedia capovolta.” Nel dirlo si era sollevata la gonna, mostrando dei lividi mostruosi sull’interno della coscia poco sopra il ginocchio.
Luisa la guardava con un’espressione nauseata, chiedendole perché raccontasse quell’evento come se fosse una barzelletta. Cosa ci trovava da ridere?

“Io ho tante di quelle protusioni sulla schiena che non posso permettermi di fare la giocoliera sulla sedia.”

Sapeva di avere usato un tono sgarbato, ma era tesa, la leggerezza di Nives appesantiva tutti i suoi problemi e voleva prendere le distanze, invece lei aveva attaccato con i consigli che andavano dagli esercizi yoga all’agopuntura.

La settimana seguente ci furono momenti di panico in ufficio, in magazzino dovevano evadere un ordine di 180 vasetti di salsa tartufata, ma ne avevano solo 120, mentre da gestionale ne risultavano 410.
Quando arrivò Luisa, Nives aveva già verificato se i carichi di produzione fossero stati fatti correttamente e non aveva trovato anomalie, era quindi passata a ricostruire con le tre ragazze della fatturazione i movimenti degli ultimi giorni.

Luisa appena apprese la situazione cominciò ad elencare tutte le possibilità più catastrofiche, da possibili sottrazioni in magazzino, a mancate fatturazioni che avrebbero fatto saltare qualche testa, sicura che lei, nel suo ruolo di customer care, non potesse essere coinvolta.

Nives sdrammatizzò con una serenità del tutto fuori luogo: “Ma smettila con questi anatemi, vediamo dove è l’errore e risolviamo!”

Luisa si sentì avvampare, aveva la spiacevole sensazione di sentirsi esclusa, quell’idiota, travestita da biscotto della fortuna, con il suo atteggiamento facilone la faceva passare per cattiva, strinse gli occhi e affilò la bocca quando le si rivolse sibilando: “Vuoi forse nascondere qualcosa al capo?”

Nives neanche alzò lo sguardo, era andata a ritroso di due mesi con i documenti, e con tono euforico stava strillando che aveva trovato l’errore, che era tutto a posto, perché c’era una nota di credito che doveva essere solo di valuta, scontava dieci centesimi a vasetto acquistato da un cliente, ma che per errore era stata fatta movimentando il magazzino, quindi a sistema risultavano erroneamente rientrati 290 vasetti.

La maledetta euforia di Nives era sempre contagiosa, tutti contenti di aver risolto l’enigma, Luisa schiumava di rabbia e voleva farli tornare con i piedi per terra, magari non solo con i piedi: “Comunque l’errore c’è e siamo sotto scorta, c’è poco da ridere con un ordine che non possiamo evadere.”
Nives continuava ad essere tranquilla, aveva già verificato con la produzione e le salse tartufate erano in confezionamento, il giorno seguente l’ordine poteva partire.

Nei mesi successivi Luisa decise di mantenere una cortesia di quieta convivenza con Nives, all’inizio trovò delle scuse per evitare le uscite a coppia, poi le proposte andarono naturalmente scemando fino a scomparire.
Nives continuava a fare la simpaticona sempre disponibile, nonostante si scontrasse con il suo freddo distacco, mentre lei si sentiva fortificata dall’avere in mano il timone di quel non-rapporto.

A metà Dicembre suo marito le chiese se potevano invitare per Capodanno Nives e suo marito Marco, così, se lei fosse dovuta rimanere in ospedale, lui era già invitato e poteva stare in loro compagnia, Luisa si irrigidì sgranando gli occhi: “Quale ospedale, cosa stai dicendo?”

Il marito le rivolse uno sguardo accigliato: “L’ultimo controllo che ha fatto non è andato bene, deve fare la biopsia.”
Luisa era scettica, pensava che il marito non avesse capito qualcosa: “Ma di quale controllo parli, quando l’hai sentita?”
Lui rallentò le parole, dandole l’impressione che fosse lei a non afferrarne il significato e, tra lo stupito e l’afflitto, spiegò: “Mi sono visto con Marco, l’ho incontrato mentre usciva dall’ufficio, aveva una faccia stravolta, a fatica l’ho convinto a prendere una cosa insieme al bar.
Mi ha raccontato che Nives quattro anni fa ha avuto un tumore, ma tu lo sapevi?”
Luisa lo guardava con un’espressione indecifrabile, senza rispondere, quindi lui continuò: “Insomma, fa i controlli annuali, questo era il penultimo e invece non so quale analisi sia andata storta. Ma quando si è operata quattro anni fa?”
Luisa si stava sforzando di ricordare, poteva essere quando era mancata quasi un mese e poi in effetti aveva preso tanti permessi. Possibile non le avesse chiesto come mai? Sicuramente lo aveva fatto e lei aveva risposto vagamente, anzi, ricordava di essersi anche stranita per tutte quelle assenze, ma non riusciva a ricordare Nives con grandi preoccupazioni o sofferenze.

Le montò la rabbia sentendosi presa in giro, ancora di più perché, ancora una volta, a causa sua, si sentiva cattiva. Il marito la guardava attendendo una reazione, una parola che non arrivava, quindi proseguì “certo che ne hanno passate davvero tante, non so se avrei avuto lo stesso coraggio.”

Questa volta la reazione arrivò violenta, Luisa era livida, le parole salivano dalla pancia: “Guarda che ormai di tumore si guarisce, lei è tranquillissima, se la ride mentre tu la vedi come una paladina, una guerriera, come la vedi esattamente? Marco la farà più tragica di quel che è, quali sono le tante cose che hanno passato? Avranno i problemi che hanno tutti, farseli scivolare addosso non mi sembra una prova di coraggio!”

Il marito la guardava con la bocca mezza aperta, lo sguardo sbieco, le sopracciglia inarcate: “sei sconvolta perché non lo sapevi? Marco si è lasciato andare, è distrutto. Non solo il tumore, che comunque, non mi pare cosa da poco.
Mi ha raccontato che hanno perso il figlio quindici anni fa, dopo quattro anni di tentativi per rimanere incinta; hanno provato un cesareo d’urgenza e non solo non c’è stato nulla da fare, ma hanno anche tolto l’utero a Nives.
Mi ha detto che quando si sono sposati, pensavano che avrebbero avuto tre figli, che è stato terribile e che Nives si è presa in carico anche il suo dolore, dice che lei assorbe il dolore del mondo e regala spensieratezza.
Dovevi vederlo, era uno straccio e si vergognava, perché invece lei vuole che si pensi sempre positivo, dice che a pensare male, il male arriva.”

Luisa si sentiva piegare, lottava con sé stessa per non perdere la sua posizione, per non sentirsi un verme, per dare un senso a tutta l’acredine nei confronti di una donna che, più ci pensava, meno il senso le veniva in mente. Si ritrovò solo a sussurrare: “Perché è così allegra allora? Come fa a prendere tutto con leggerezza se davvero soffre?” Il marito addolcì lo sguardo, sembrava aver capito il suo bisogno di conforto, forse anche lui si era sentito misero, con la banalità dei suoi problemi quotidiani, di fronte a tanta sofferenza. Cingendola con un braccio e avvicinandola al suo petto le rispose: “Marco dice che Nives cerca il meglio in tutto, che per lei le sofferenze arrivano e travolgono tutti, quindi bisogna vivere ogni attimo senza sprecarlo. Dice che lei è una mamma nel profondo, che lo fa anche per Davide, avrebbero chiamato così il figlio, e secondo lei si è già reincarnato in un bimbo che magari ha già incrociato e sicuramente lgli avrà regalato un sorriso. Sai cosa mi ha fatto impressione? Ha detto che Nives è un sole che splende per tutti, ma brucia dentro.”
Luisa abbracciò forte il marito, grata per quel momento di tenerezza. Lei però, sentiva una pesantezza ancora più forte, la testa era diventata un macigno, il collo irrigidito, anche lei si sentiva bruciare dentro, si chiese se sarebbe mai riuscita a splendere.
<3

Re: [LAB 5] Luce Naturale

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Modea72 ha scritto: Nives era sempre gentile, disponibile, ma Luisa ne era infastidita, era sempre così allegra, dopo venti anni di matrimonio ancora saltellava attorno al marito riempiendolo di baci, sempre a fare proposte, o a trovare soluzioni. 
Dopo "infastidita" ci va meglio il punto o almeno il punto e virgola.
Modea72 ha scritto: Luisa strinse le narici soffiando dal naso, questa insinuazione da
Dopo "naso", meglio i due punti esplicativi.
Modea72 ha scritto: Nives Luisa la guardò con commiserazione: “Ma davvero alla nostra età andiamo ancora a vedere i fumetti? E poi sabato scorso, quando è iniziata la mostra, davanti alla fiera c’era una fila chilometrica, un traffico assurdo.”
Volevi dire Luisa, vero?
Modea72 ha scritto: Luisa virgola appena apprese la situazione virgola cominciò ad elencare tutte le possibilità più catastrofiche,
Modea72 ha scritto: nel suo ruolo di customer care,
I termini stranieri vanno in corsivo o virgolettati.
Modea72 ha scritto: Luisa si sentì avvampare, aveva la spiacevole sensazione di sentirsi esclusa, quell’idiota, travestita da biscotto della fortuna, con il suo atteggiamento facilone la faceva passare per cattiva, strinse gli occhi e affilò la bocca quando le si rivolse sibilando: “Vuoi forse
Ferma il periodo dopo "esclusa" con un punto. Un altro punto dopo "cattiva".
Modea72 ha scritto: La maledetta euforia di Nives era sempre contagiosa, tutti contenti di aver risolto l’enigma, Luisa schiumava di rabbia e voleva farli tornare con i piedi per terra, magari non solo con i piedi: “Comunque l’errore c’è e siamo sotto scorta, c’è poco da ridere con un ordine che non possiamo evadere.”
Spezza la frase anche qui con un punto prima di "Luisa".
Modea72 ha scritto: un bimbo che magari ha già incrociato e sicuramente lgli avrà regalato un
piccolo refuso da fretta
Modea72 ha scritto: Sai cosa mi ha fatto impressione? Ha detto che Nives è un sole che splende per tutti, ma brucia dentro.”
Luisa abbracciò forte il marito, grata per quel momento di tenerezza. Lei però, sentiva una pesantezza ancora più forte, la testa era diventata un macigno, il collo irrigidito, anche lei si sentiva bruciare dentro, si chiese mentre si chiedeva se sarebbe mai riuscita a splendere.
Dopo averti fatto le "pulci" che spero tu ritenga utili, vado alla disamina del tuo racconto.@Modea72  :)
Hai focalizzato con sufficiente capacità la visuale "interna" richiesta dal laboratorio, a mio parere. Brava, 
La leggerezza della tua Nives è rara ma esiste. Perseguitati da guai fisici e avversità, ci sono persone intorno a noi che non si piangono addosso, ma fanno forza agli altri, pensando positivo e distribuendo sorrisi contagiosi.

La figura di Luisa, che passa dall'insofferenza all'invidia e poi al senso di colpa è verosimile. Bello il finale, dove alla vecchia invidia da malanimo
si sostituisce un'invidia costruttiva, alla ricerca di emulazione della sua "splendente" amica Nives.
Di sabbia e catrame è la vita:
o scorre o si lega alle dita.


Poeta con te - Tre spunti di versi

Re: [LAB 5] Luce Naturale

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Ciao, @Modea!
Sei brava e si vede. Su questo non c'è dubbio. Ma purtroppo, secondo me, in questo racconto hai fatto come quei calciatori che fanno cose difficilissime e poi si mangiano i gol a porta vuota. Perché molte cose non mi convincono. Il punto di vista è troppo ballerino e poi hai messo troppi possessivi che non avevano un referente chiaro (chiaro, per me, s'intende :-) ) e spesso dovevo tornare indietro a rileggere per cercare di capire. A volte non si capiva chi parlava. Peccato! Tu sei brava e il racconto niente male (forse un po' scontato per me), ma l'hai un po' rovinato con troppi errori "gratuiti". Così anche il pathos del racconto, pathos che c'è indubbiamente, ne risente e non ha la forza giusta per venire fuori: è un po' annacquato. Ti segnalo solo qualche punto…

Modea72 ha scritto: “Sei invidiosa, ammettilo!” Luisa strinse le narici soffiando dal naso

Okay, ma chi parla? Luisa, forse, ma Nives può essere.


Modea72 ha scritto: Nives era sempre gentile, disponibile, ma Luisa ne era infastidita, era sempre così allegra

Chi era sempre allegra? Non l'ho capito subito, poi sì…
Il problema (sto per dire una cosa scontata, del 20% ;-) ) è che se fai queste cose all'inizio, il lettore si disorienta, entra in confusione e si chiede "chi me lo fa fare di continuare?", e butta il libro nel caminetto acceso :-)


Modea72 ha scritto: Nives la guardò con commiserazione: “Ma davvero alla nostra età andiamo ancora a vedere i fumetti? E poi sabato scorso, quando è iniziata la mostra, davanti alla fiera c’era una fila chilometrica, un traffico assurdo.”

È Nives a parlare? Ma come!? Prima ci voleva andare e poi improvvisamente non ci vuole più andare?


Modea72 ha scritto: A metà Dicembre suo marito le chiese se potevano invitare per Capodanno Nives e suo marito Marco

Quei "suo marito" sono la stessa persona o due persone differenti? Se sono persone differenti, il mio consiglio non richiesto è di chiamarle con nomi diversi. Ogni tanto un proprio invece di suo non farebbe male :-)


Modea72 ha scritto: “Io ho tante di quelle protusioni sulla schiena che non posso permettermi di fare la giocoliera sulla sedia.”

Protrusioni discali? Io sono pieno :-)


Modea72 ha scritto: Nives quattro anni fa ha avuto un tumore

Discorso generale. Ma perché la gente non specifica mai se il tumore è benigno o maligno? Quello maligno si chiama anche cancro. Nel nostro caso, credo sia maligno :(


Modea72 ha scritto: Ma quando si è operata quattro anni fa?

Questa frase resta in asso o c'è un errore di punteggiatura.
Modea72 ha scritto: Questa volta la reazione arrivò violenta, Luisa era livida, le parole salivano dalla pancia: “Guarda che ormai di tumore si guarisce, lei è tranquillissima, se la ride mentre tu la vedi come una paladina, una guerriera, come la vedi esattamente? Marco la farà più tragica di quel che è, quali sono le tante cose che hanno passato? Avranno i problemi che hanno tutti, farseli scivolare addosso non mi sembra una prova di coraggio!”

Chi parla?



Modea72 ha scritto: Luisa si sentiva piegare, lottava con sé stessa per non perdere la sua posizione, per non sentirsi un verme, per dare un senso a tutta l’acredine nei confronti di una donna che, più ci pensava, meno il senso le veniva in mente. Si ritrovò solo

Casomai Luisa è solA, non solO. Ma forse è un insignificante refuso :P


Modea72 ha scritto: Lei però, sentiva una pesantezza ancora più forte, la testa era diventata un macigno, il collo irrigidito, anche lei

Sono due "lei diverse" o la stessa "lei" ripetuta? :-)



Mi fermo qua. Ho notato anche qualcosa nella punteggiatura. Alcune virgole le avrei trasformate in punti o punti-e-virgola. Ma credo che sia il tuo stile personale, il quale non si deve perdere mai. È ciò che fa di te una scrittrice forte.

Complessivamente è un buon racconto. Grazie <3
Il Sommo Misantropo

Re: [LAB 5] Luce Naturale

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Modea72 ha scritto: Nives era sempre gentile, disponibile, ma Luisa ne era infastidita, era sempre così allegra, dopo venti anni di matrimonio ancora saltellava attorno al marito riempiendolo di baci, sempre a fare proposte, o a trovare soluzioni.
Doveva essere proprio innamorata del marito se dopo vent’anni di matrimonio continuava a saltellargli intorno riempiendolo di baci , pensava.
Modea72 ha scritto: Modea72Sei invidiosa, ammettilo!” Luisa strinse le narici soffiando dal naso, questa insinuazione da parte della sua coscienza, che si faceva strada tra i suoi pensieri, era semplicemente ridicola.
Forse era solo la sua invidia a parlarle
Modea72 ha scritto: Modea72Invidiosa di cosa? Nives non aveva cura di sé, si vestiva come una stracciona da centro sociale, i capelli le esplodevano in testa, si preoccupava della ricrescita quando aveva almeno due centimetri di capelli bianchi, mai che si truccasse, neanche alle feste aziendali; eppure Nives piaceva agli uomini, molto.
Chissà perché Nives piaceva così tanto agli uomini, vestiva come una stracciona ecc.
Modea72 ha scritto: Modea72Nives la guardò con commiserazione: “Ma davvero alla nostra età andiamo ancora a vedere i fumetti? E poi sabato scorso, quando è iniziata la mostra, davanti alla fiera c’era una fila chilometrica, un traffico assurdo.”
Qui c’è un cambio di pdv. Perché? Potresti risolvere così:

Che aveva da guardare con quell’aria di commiserazione? 
Modea72 ha scritto: Modea72Luisa appena apprese la situazione cominciò ad elencare tutte le possibilità più catastrofiche, da possibili sottrazioni in magazzino, a mancate fatturazioni che avrebbero fatto saltare qualche testa, sicura che lei, nel suo ruolo di customer care, non potesse essere coinvolta.
E se l’avessero incolpata di aver sottratto dei barattoli dal magazzino o di non aver fatturato qualche partita? Avrebbero potuto farle saltare la testa, temeva,

ciao @Modea72 . Un bel racconto di formazione.  I giudizi superficiali possono rivelarsi delle clamorose cantonate. Sveli poco a poco il dramma di Nives una donna che, vista attraverso lo sguardo di Luisa, poteva sembrare ingombrante. Sei stata brava a far crescere la storia gradualmente. Trovo anche centrata la tematica della leggerezza. Per quanto attiene l’esercizio, non lo trovo riuscito appieno.  Come ho detto ad altri, sto cercando a mia volta di capire bene il meccanismo della focalizzazione interna da narratore esterno e pertanto uso i commenti per esercitarmi. Ti ho lasciato alcuni esempi.

Re: [LAB 5] Luce Naturale

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Ciao @Modea72
Il racconto ha una trama avvolta nella traccia in modo molto convincente.
L'unica parte che riscriverei é il finale:  forse, adesso che non si frequentano più molto come prima, ( almeno tre volte al mese) L'aborto, e il tumore  potevano passare inosservati, ma non quando queste due disgrazie le sono accadute. E poi perchè Marco dovrebbe svuotare il sacco sulle loro disgrazie tutto in una volta? Sono molto amici, uscite tre volte in un mese e non viene a galla nemmeno un accenno tipo, oggi non mi sento bene, questo periodo devo fare delle analisi... Tra amiche così strette mi sembra strano che si arrivi a sapere certe cose tutto in un botto, e solo perchè ce n'è un'altra in arrivo.
Comunque mi è piaciuta molto sia Nives che  la povera Luisa, lei non poteva focalizzare il carattere dell'amica. Non gli confidava nulla e lei si sentiva spiazzata.
Bello molto carino. Riguardo il tema del laboratorio non dico nulla. Credo di non averci capito un bel niente!

Re: [LAB 5] Luce Naturale

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Grazie @@Monica@Alba359,
è sempre interessante leggere come, alcune parti per me chiarissime, per altri non lo sono affatto, evidentemente sono portata a crederlo perché ho tutte le sfaccettature della mia storia in testa, ma  devo limitarla nel numero di caratteri, quindi dovrò sicuramente migliorarmi per non lasciare così tanti dubbi.
@@Monica la tua rivisitazione di alcuni passaggi per meglio rendere la focalizzazione richiesta mi è molto utile, anche per me è un esercizio del tutto nuovo, quindi il confronto mi è particolarmente utile.
@Monica ha scritto: questa insinuazione da parte della sua coscienza,
Questa mi piaceva proprio così, l'idea di una coscienza dotata di autonomia.
@Monica ha scritto: Qui c’è un cambio di pdv.
O_O ho sbagliato a scrivere Nives invece di Luisa  :bash:

@Alba359 
grazie perché, come anticipato, mi fai capire che avrei dovuto dare più indizi per delineare i caratteri dei personaggi.
Ho dato per scontato che la leggerezza apparente di Nives era possibile proprio perché evitava accuratamente di parlare dei suoi problemi, per questo non confidava nulla all'amica. Nella mia testa Nives viveva il rapporto non come un'amicizia profonda, i mariti andavano d'accordo e lei usciva volentieri con loro, ma nulla di più.
Sul fatto che il marito non avesse mai detto nulla, sono ancora meno difendibile. Lo avevo caratterizzato come un uomo che non andava a parlare di cose delicate e personali, che dava per scontato che gli altri sapessero, tramite la moglie ed evitassero di parlarne durante le uscite per non rovinarsele; ma ora che me lo fai notare, non è molto convincente  O_o
Grazie ad entrambe.
<3

Re: [LAB 5] Luce Naturale

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Scusami @dyskolos, ma tu hai visto la mia risposta al tuo commento? Scorrendo non la vedo più...
Nel dubbio che l'abbia scritta e non postata, ti ringrazio qui per avermi letta e commentata. Effettivamente devo migliorarmi nella gestione dei tempi lunghi che rendo ad usare spesso e possono generare confusione.
dyskolos ha scritto: Okay, ma chi parla?
La coscienza di Luisa, lo scrivo dopo.
dyskolos ha scritto: Nives a parlare? Ma come!? Prima ci voleva andare
Errore madornale, ho scritto Nives, al posto di Luisa, Sic!
dyskolos ha scritto: Questa frase resta in asso o c'è un errore di punteggiatura
Voleva essere una frase molto discorsiva, il marito di Luisa che si stupisce di non aver saputo nulla, perché già si frequentavano e non riesce a capire in quale momento, quattro anni prima, fosse capitato questo evento. Evidentemente non l'ho espresso sufficientemente bene.

Grazie ancora per avermi dedicato del tempo.
<3

Re: [LAB 5] Luce Naturale

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Ciao! Mi è piaciuto parecchio, in particolare l'idea di base. In generale mi interessa molto il tema di farsi scivolare le cose addosso, che può essere letto in diverse accezioni, più o meno positive. Trovo molto riuscito il personaggio di Luisa, con tutta la sua invidia. Ti segnalo un paio di cose che non mi hanno convinto troppo.
Primo, la grande quantità di informazioni su salse tartufate e dintorni che, oltre a risultarmi poco chiara (ignoranza mia), mi sembra anche poco funzionale ai fini della narrazione del tema.
Secondo, il fatto che, verso la fine, il tema venga esplicitato e sbattuto in faccia al lettore. Trovo molto più efficace quando esso rimane invece implicito, sempre nel piano metaforico.
Terzo, che alla fine la fiaccola del tema sia affidata al marito di Luisa, e non più a Nives. Riceviamo passivamente una montagna di informazioni e morali di seconda mano: "Nives dice che, Marco dice che". Sarebbe meglio vedere tutto dalla fonte, e con un ruolo più attivo di Luisa. Ad esempio Luisa potrebbe scoprire del tumore durante un'assenza di Nives dal lavoro, o simili.
Insomma, ottima storia e anche narrazione, secondo me è da rivedere un attimo qualche soluzione.
A presto, buon contest!

Re: [LAB 5] Luce Naturale

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@Modea72  
Tema molto bello, racconto molto riuscito e anche realistico.
Ce ne sono di persone sempre pronte a fre in conti in tasca alle persone, a giudicarle, a chiedersi cos'abbiano da essere feliciper il sempice fatto che non hanno gli occhi per la gioia.
Il fatto che nessuno sappia nulla di malattie e disgrazie, e che il marito di Nives vuoti il sacco all'improvviso con il marito di Luisa, mi sa di gioia forzata, di voler "dimenticare" a tutti i costi il brutto della vita.
Il racconto é svolto molto bene, peró anch'io avrei preferito che scopriesse le vicende di Nives in un altro modo e non per bocca del marito.

Re: [LAB 5] Luce Naturale

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Ciao @Modea72 

davvero realistico, per l'umore e per i pensieri espressi da Luisa: è la protagonista assoluta del racconto, nonostante Nives sia "il sole" attorno a cui ruotano tutti gli altri personaggi. Ho avuto l'impressione che fosse narrato in prima persona, a tal punto la verosimiglianza e la sincerità anche cruda dei suoi pensieri sono emersi nella storia. Secondo me, hai rispettato il tema della leggerezza e la focalizzazione richiesta.
Da quello che ho capito, non ci sono formule standard da seguire; è soprattutto una questione di coerenza e di stile che, come tale, può piacere o meno. Si può sempre scrivere in modo diverso qualche passaggio, ma a quel punto diventa una questione di gusto personale. Ciò che conta davvero è vedere con l'ottica del personaggio, e nel caso del tuo racconto credo che la focalizzazione in tal senso sia riuscita.  
Altri commentatori ti hanno fatto notare degli aspetti che possono essere migliorati; io aggiungo che il cambiamento (la freddezza) nell'atteggiamento di Luisa e lo stacco temporale dopo l'episodio del problema sul lavoro forse sono troppo marcati; nell'economia del racconto potrebbero essere giustificati se Luisa e Nives avessero litigato in malo modo (parere personale!). 

A rileggerti :) 
Già.

Re: [LAB 5] Luce Naturale

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@Mina@Almissima@Ilaris,
grazie, davvero.
I vostri apprezzamenti mi hanno risollevato il morale dopo una giornata faticosissima.
Non mi avete esentata da suggerimenti per migliorarmi, ve ne sono grata.
Devo sicuramente lavorare per riuscire a dare indizi inequivocabili senza lasciarmi prendere la mano nel guidare il lettore, in questo caso facendomi aiutare da un personaggio secondario.
Grazie ancora.
<3

Re: [LAB 5] Luce Naturale

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Carissima @Modea72 

Bello questo racconto, per altro assai ben scritto, scorrevole e convincente nel tema che propone.

La “leggerezza” che tu affronti è quella dei rari individui, a modo loro di una natura “superiore” al resto della comune umanità, che paiono sorvolare senza sfiorarle le cose più difficoltose della vita.

Ve ne sono e personalmente ne ho conosciuti alcuni.
Da essere umano di comune “inferiore” natura, mi sono sempre chiesto da dove attingano quella inossidabile forza d’animo.
Sovente, certo per giustificare la mia condizione d’inferiorità, ho attribuito quella particolare natura e modalità d’affrontare la vita, come una loro mancanza di sensibilità.
Ho spesso pensato che la loro leggerezza fosse riconducibile a una sorta d’incoscienza, di immaturità, poiché solo i bambini sono sovente così: sanno guardare avanti con fiducia ed entusiasmo, se cadono e si sbucciano le ginocchia nel gioco, dopo un rapido lamento, riprendono a correre e giocare.
Ma, io, anche da bambino, pur non essendo di natura un piagnone, quando mi facevo male, oltre al dolore mi montava anche l’incazzatura.

Quindi la ragione non può essere tutta nella capacità di farsi scivolare le cose addosso per irresponsabilità o dabbenaggine, bisogna prendere atto che esistono persone che possiedono una dote e una marcia in più della media.
Questo nel tuo racconto viene espresso assai bene, viene ottimamente descritto l’effetto che questo tipo di persone generano, nel bene e nel male, verso chi gli sta attorno.
Perfetto il meccanismo delle due protagoniste sull’identico luogo di lavoro, dove la prima, nella sua umana mediocrità subisce con incontenibile invidia, la capacità, naturale e non artefatta, di piacere a tutti, sia nel fisico che nella personalità.
La prima vive nell’ombra e con fastidio la luminosa leggerezza della seconda.
Sì, perché diciamolo, questi esseri “superiori” sanno esserlo in tutto: nell’appeal personale, nella loro olimpica serenità d’animo, ma cosa più fastidiosa, anche nella sagacia, nella capacità pratica di misurarsi con le difficoltà e di risolverle.
Insomma, per fortuna che ogni tanto un accidente viene spontaneamente anche a loro, altrimenti ci sarebbe da ammazzarli.

Gradi complimenti per la qualità del racconto, brava!

Un saluto e un abbraccio.

Re: [LAB 5] Luce Naturale

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Racconto interessante, @Modea72 
Hai gestito con cura il disegno della protagonista, così ipocrita e invidiosa che è un piacere odiarla.
Modea72 ha scritto: lei si sentiva fortificata dall’avere in mano il timone di quel non-rapporto.
Qualche eccesso di spiegoni, specie alla fine. 
Modea72 ha scritto: Mi ha raccontato che hanno perso il figlio quindici anni fa, dopo quattro anni di tentativi per rimanere incinta; hanno provato un cesareo d’urgenza e non solo non c’è stato nulla da fare, ma hanno anche tolto l’utero a Nives.
Delizioso accanimento della malasorte, adoro questi eccessi di sfiga, reggono benissimo ogni altra nefandezza.

Forse avrebbe giovato strutturare in azioni il disvelamento dell'eroismo di Nives
Modea72 ha scritto: “Marco dice che Nives cerca il meglio in tutto, che per lei le sofferenze arrivano e travolgono tutti, quindi bisogna vivere ogni attimo senza sprecarlo. Dice che lei è una mamma nel profondo, che lo fa anche per Davide, avrebbero chiamato così il figlio,
un filo troppo Pollyanna, ma funzionale ai chiaroscuri, più scuri che chiari, della povera Luisa. 
Lei che, sconfitta senza rimedio, abbagliata dalla santa moribonda, ricalcherebbe volentieri le orme di Caino. Gran bel personaggio.

La focalizzazione direi che è centrata, visto il fraintendimento degli eventi, e la leggerezza, che gli si avviluppa come le spire di un serpente, pure.
(y)
https://ilmiolibro.kataweb.it/libro/gia ... /mens-rea/
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