Re: [Lab3] Metamorphose III

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Wow, @Mina
Che bellezza! Un testo incantevole, idea stupenda. Lo show don't tell... ehm non ci ho fatto proprio caso, leggendo ero rapita dalle descrizioni e dalla storia. Poi ripasso per un commento un po' più sensato a freddo.
L'unica nota strana che ti segnalo al momento è questa:
Mina ha scritto: «Ciao. Un caffè e un limoncello.»
Nella prima versione, mi è saltato all'occhio questo abbinamento strano. È voluto? Perché mi pare un po' fuori contesto, o forse hai voluto inserire un piccolo elemento premonitore di quello che avverrà in seguito? Non mi è chiaro...
Bella l'ambientazione ligure (detto da una ligure ti farà piacere). Ecco il limoncello a colazione non l'ho mai sentito, magari una grappa sì!
Complimenti!

Re: [Lab3] Metamorphose III

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Testo geniale @Mina. Scritto divinamente. Eccellente l’idea di proporre la metamorfosi in fasi diverse. Mi è piaciuta molto anche l’idea di formattare i testi l’uno diverso dall’altro, una trasformazione grafica che accompagna quella del contenuto, via via sempre più oscuro.
Show realizzato in modo ottimale coinvolgendo ambiente, psicologia del personaggio, i cinque sensi. Mi sembra che la sperimentazione sia riuscita alla grande. Ti faccio i sinceri complimenti e ti ringrazio per aver condiviso.

Re: [Lab3] Metamorphose III

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Mina ha scritto: Con uno scroscio assordante, centinaia di calamari presero a saltare sulla superficie del mare, nuotando a tutta velocità verso la costa. Il pescatore corse a prendere la rete. Il banco era immenso e non sembrava avere fine, ma quando lui calò la rete lo aveva già superato, e si dedicò allora e recuperare i gamberi che, saltando, erano finiti sull’imbarcazione.
Nella seconda versione, eri in dubbio tra i due?  ;)

Capisco anch'io, come chi mi ha preceduto, che è un buon lavoro, ma, essendo una donna pratica, non intuisco il succo delle tre versioni del racconto.
Inoltre, il tuo "mostrare" mi appare più rivolto alle minacce del mare e degli elementi, a descrizioni di luoghi piuttosto che a azioni e reazioni umane.
Di sabbia e catrame è la vita:
o scorre o si lega alle dita.


Poeta con te - Tre spunti di versi

Re: [Lab3] Metamorphose III

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Ciao @Mina, io comincio!  :D

Metamorphose (I)
Mina ha scritto: L’acqua prese come a ribollire tutt’attorno e lui fermò la barca. Con uno scroscio assordante, centinaia di sarde presero a saltare sulla superficie del mare, nuotando a tutta velocità verso la costa. Il pescatore bestemmiò tra i denti e corse a prendere la rete. Il banco era immenso e non sembrava avere fine, ma quando lui calò la rete lo aveva già superato, e si dedicò allora e recuperare le sarde che, saltando, erano finite sull’imbarcazione.
Poi si guardò attorno, ma non c’era nessun altro abbastanza vicino per aver potuto assistere al fenomeno. Era finito su una secca e riusciva a vedere bene il fondo. Tra la sabbia, un grosso oggetto di forma rettangolare. Cercò di raggiungerlo con la gaffa, ma non era abbastanza lunga. Allora si tolse la camicia e si tuffò. Evitando le meduse fece un paio di bracciate verso il basso e agganciò la cassa. Era pesante, ma riuscì a sollevarla dal fondale. Riemerse, inspirando ampie boccate d’aria. Risalì a bordo, senza mai mollare la gaffa.
Riuscì a portarla alla superficie, ma non a issarla sulla barca. La lasciò agganciata a fianco della Jetta. Era un lungo cassone di legno dipinto di nero, chiuso da una serratura di un metallo giallo su cui era scolpita una scritta, DIO. Prese il coltello per l’impugnatura, lo sollevò e colpì la serratura. Dal mare si sollevò un’onda altissima, che colpì la Jetta e investì il pescatore.
"Show". Decisamente. Anche il ritmo della scrittura è più veloce rispetto a tutta la parte iniziale, che invece ho trovato più narrata che mostrata, ma il finale che mostra il pescatore in azione bilancia molto bene tutto il resto. Però, nonostante tu abbia scelto di raccontarla, la prima parte, lo fai con padronanza di linguaggio, la lettura è piacevole e scorre senza intoppi. 

Metamorphose (II)
Mina ha scritto: L’acqua prese come a ribollire tutt’attorno e lui fermò la barca. Con uno scroscio assordante, centinaia di calamari presero a saltare sulla superficie del mare, nuotando a tutta velocità verso la costa. Il pescatore corse a prendere la rete. Il banco era immenso e non sembrava avere fine, ma quando lui calò la rete lo aveva già superato, e si dedicò allora e recuperare i gamberi che, saltando, erano finiti sull’imbarcazione.
Poi si guardò attorno, ma non vedeva nulla. La sua torcia illuminò un grosso oggetto di forma rettangolare che sembrava fluttuare sott’acqua. Cercò di raggiungerlo con la gaffa, ma non era abbastanza lunga. Allora si tolse la felpa e si tuffò tra le onde. Evitando le meduse fece un paio di bracciate verso il basso e agganciò la cassa. La sollevò e andò su fluttuando leggera. Riemerse, inspirando ampie boccate d’aria, e risalì a bordo.
Riuscì a portarla alla superficie, ma non a issarla sulla barca. La lasciò agganciata a fianco della Jetta. Era un lungo cassone di legno dipinto di nero, chiuso da una serratura di un metallo giallo su cui era scolpita una scritta, DIO. Prese il coltello per l’impugnatura, lo sollevò e colpì la serratura. Al terzo tentativo si ruppe. Dal mare si sollevò un’onda altissima, che colpì la Jetta e investì il pescatore, trascinandoselo in acqua.
Qui come sopra: lo "show" c'è, e riesco a percepire, come in Metamorphose (I), l'agitazione del pescatore, i suoi movimenti convulsi, e c'è un ulteriore elemento di "evoluzione" nella storia: l'onda lo investe ma lo trascina in acqua. Certo, è un dettaglio, quindi vuol dire che pretendi molto dal lettore, il quale, nel corso della lettura, dovrà mettere costantemente a confronto le due parti del brano per capire se vi sono dei dettagli significativi che muteranno le sorti del pescatore e che magari gli sono sfuggiti. Non lo so. È una cosa che mi lascia perplessa, ma ne parleremo alla fine. 

Metamorphose (III)
Mina ha scritto: Dall’uscio di casa qualcosa gli toccò una spalla. Trasalì e si voltò.
Un uomo, del tutto identico a lui, lo teneva saldo artigliandogli la spalla, e sorrideva in modo stupido. Il pescatore aprì la bocca in un urlo silenzioso. Si divincolò e lo colpì al mento con la cassetta. Lasciò giù gli attrezzi e si precipitò di corsa lungo le scalinatelle del paese di pietra, ma i suoi passi non facevano alcun suono
L'ombra che prima, nella Metamorphose (II) svaniva, (il pescatore si voltava e non vedeva nessuno), adesso si materializza e fa paura. In questa terza e ultima versione lo "show", a mio parere, si manifesta da subito, spezzando il ritmo più lento e meno ansiogeno che hai adottato nelle altre due versioni. Ecco, è come se avessi voluto "giocare" col concetto di mutamento anche per quanto concerne le trame, che, contemporaneamente, incidono, tutte, sull'unico personaggio: questo poveretto di un pescatore a cui fai succedere tutto e il contrario di tutto. Ma di questo tuo "giocare" ti dirò dopo.
Mina ha scritto: Si strinse nel giubbotto, ma non aveva guanti, e le dita gli erano diventate blu.
Il pescatore prese la coperta col pranzo da sotto la panca. La aprì, e vi trovò un bambino dagli occhi intelligenti, blu come il mare. Piangeva in silenzio. Lui lo addentò in fronte e il sapore dolciastro del cervello gli invase la bocca. Creature alate scesero in picchiata, ma lui le scacciò col remo.
La tempesta prese a risospingere la Jetta alla deriva, e un’onda gli tolse dalle mani il corpo del bambino. Centinaia di sarde presero a saltare tra i frangenti, diventavano gabbiani non appena si staccavano dall’acqua e poi tornavano pesci, nuotando e volando a tutta velocità verso la costa.
Il pescatore era aggrappato con tutte le forze alla barca. Vide il paese dove la pioggia aveva fatto esondare il fiume, e le case che affogavano sembravano piangere, e lui rispose alle lacrime. Distese di meduse spinte dal vento fluttuavano in cielo.
La Jetta prese a roteare e scendere in una corrente a spirali sempre più strette, e un lungo cassone di legno dipinto di nero vi si agganciò. Era chiuso da una serratura di un metallo giallo su cui era scolpita una scritta, DIO. Nel mare in burrasca i corpi dei suoi conoscenti lo fissavano con occhi vitrei e muovevano le labbra in parole mute.
Prese il coltello per l’impugnatura, lo sollevò e colpì la serratura. Al terzo tentativo si ruppe e il pescatore aprì la bara. La Jetta roteava sempre più veloce e in quel momento precipitò nell’abisso.
Lo "show" è rispettato anche in questo ultimo finale, che stravolge per l'ennesima volta tutto. Avverto un forte simbolismo che in questa terza metamorfosi culmina nell'apocalisse. La jetta che prende a roteare impazzita, e quel mare in tempesta. Tutto, per la verità, qui è in tempesta. Quindi la tua è una scelta precisa; snocciolare, attraverso le tre metamorfosi, anche il cambiamento climatico, oltre che il cambiamento di stato d'animo del pescatore: leggero e sereno all'inizio, e via via più teso e cupo. 

Sulla scorrevolezza dei tre testi mi sono già espressa, e appunti specifici non ne ho. Voglio invece formulare qualche considerazione generale sia sullo "show, don't tell", che sulla tua originalissima scelta. La tecnica la padroneggi bene, a mio parere, e ne hai dato sfoggio attraverso un interessante esercizio di stile, che apprezzo, ti dirò. È una scelta che rompe gli schemi, anticonvenzionale ( e a me piacciono assai le cose anticonvenzionali! :asd: ). Però... Sì c'è un però
Se da un lato le tre versioni rappresentano una novità, dall'altro mi sembra spezzettino il flusso dell'evoluzione del racconto (nelle parti narrate) e dello "show", quando c'è. A ogni metamorphose devo ricominciare da capo tenendo a mente quelle informazioni che ogni volta dissemini qua e là, altrimenti, alla fine dell'ultima parte, mi sarò persa il senso del mutamento. Mutamento che riguarda tutto, troppo: incontri lungo la strada, clima del luogo, umori, immagini diverse, persone al bar, bar aperti/chiusi, pause pranzo, persino la formattazione dei testi, et cetera, et cetera. E allora, a rifletterci meglio, più che un mostrare l'evoluzione nella sua interezza, mi pare, il tuo, una sorta di sliding doors. E non so se era davvero questa la tua intensione, e non so nemmeno se questi switch si sposino con il tema del mutamento o lo mettano ai margini, invece, superandolo addirittura. Ecco, ti lascio questo spunto di riflessione. 
Senz'altro vanno a nozze con la tecnica dello "show, don't tell", almeno per me. Quindi bravo. Meno riuscito, invero, e per i motivi che ho appena specificato, l'esperimento del mutamento. 
Grazie per aver scritto!  <3

Re: [Lab3] Metamorphose III

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Un gran bel racconto, i miei complimenti, sei riuscito molto bene sia nel rendere il tema del mutamento sia di usare con profitto il "mostrato"

Ammetto che il tuo racconto è variamente, almeno per me, interpretabile, infatti devo ancora capire se le varie "riscritture" siano passaggi del protagonista da una dimensione all'altra o dovute al limoncello mattutino. 
L'unica nota che mi stona, se così posso dire, è la variante più "fantasy", o delirante, dell'ultima riscrittura, dove compare un doppio del protagonista ed un drago, in entrambi i casi, sia che si volesse rendere più fantastico o più folle l'ultima parte, l'avrei anticipata di più in qualche modo nella seconda, così da creare un passaggio più graduale tra le tre cose. Questo però, lo specifico, è una preferenza puramente personale  

Re: [Lab3] Metamorphose III

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Devo avere letto da qualche parte, non ricordo assolutamente dove (può darsi pure fosse un film), una teoria secondo la quale ci sarebbero più mondi, più "universi" uguali al nostro, o quasi, con qualche differenza, dove accadono le stesse cose che accadono qui...ma non proprio identiche e dove esisterebbero degli altri "noi". Sosia "quasi uguali" a noi, che vivono la nostra vita, ma allo stesso tempo diversa per qualche piccolo o grande particolare. 
Ecco, il tuo racconto mi ha ricordato questa teoria. Racconti la stessa cosa per tre volte...o quasi. 
Un esercizio di stile che richiede molta fantasia e mi ha anche inquietato un po' 🤣
Grazie della lettura piacevole, ammiro sempre chi decide di sperimentare!

Re: [Lab3] Metamorphose III

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Ciao @Mina 

 
Davvero interessante e intrigante da leggere questo tuo racconto.

Non mi dilungo sul fatto che contenga percentuali più o meno rilevanti di  "show, don't tell" o di «sliding doors», poiché ho ancora diverse difficoltà nell'orientarmi tra queste tecniche, per cui mi limito a dire che il racconto è ottimo per la sua scrittura e per l'originalità dell'idea.

Uno di quei racconti che inevitabilmente fanno riflettere il lettore e lasciano aperto un ventaglio d'interpretazioni, per la ricchezza di simbolismi e figure immaginifiche.
Un racconto che si cala nella sfera dell'iniziatico come un film di Alexander Jodorowsky (uno degli  dei del mio pantheon personale).

Questo riproporsi di una realtà sempre apparentemente immutata, ma ogni volta puntualmente diversa è stata interpretata con una vivida fantasia narrativa.
Un'ottima prova di scrittura amico mio.

Complimenti vivissimi.
Un caro saluto e a rileggerci.

Re: [Lab3] Metamorphose III

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Mi unisco più che volentieri al coro di complimenti. 
Non ho molto da aggiungere se non che trovo affascinante la lucida follia che hai messo in scena. Struttura ferrea e delirio, roba preziosissima.
Nessuna sbavatura, nessun compiacimento. Uso chirurgico della parola. E ritmo! Come se il racconto fosse cosa viva e quello il suo respiro, prima pacato, poi sempre più corto, sempre più carico di una tensione che appare ineluttabile.
Mina ha scritto: l pescatore lasciò le monete sul bancone e uscì all’aria fresca del mattino. Sotto alla tettoia c’era un nido di vespe e gli insetti facevano vibrare appena le ali nel torpore del primo sole. Si accese una sigaretta e socchiuse gli occhi ad ammirare gli esagoni perfetti. Andò alla Jetta, salì, sciolse gli ormeggi e prese a remare.
Dal mare poteva vedere il paese che si arrampicava sui monti. Montò la canna e fece il primo tiro della giornata. Il fischio del filo tagliò il silenzio dello sciabordio sulla chiglia. Stappò una birra e attese.
Mina ha scritto: La porta del locale era chiusa. Abbassò la maniglia, ma era serrata, e da dentro non veniva luce. Fece spallucce e si accese una sigaretta. Sotto alla tettoia c’era un nido di vespe. Dagli esagoni perfetti stavano uscendo falene, che si sollevavano in volo nella notte senza luna e senza stelle. Il pescatore andò alla Jetta, salì, sciolse gli ormeggi e prese a remare.
Dal mare poteva vedere le sagome dei monti nel buio. Montò la canna e fece il primo tiro della giornata. Il fischio del filo tagliò il silenzio del mare agitato. Stappò una birra e attese.
Mina ha scritto: Arrivò alla piazzola sul porto, ansimante. Il vento freddo soffiava nuvoloni neri e il sole stava iniziando a sorgere. Si precipitò nel locale. C’era un altro cliente. Su tutti i tavoli vuoti c’erano scacchiere di legno. La donna gli servì un caffè e un bicchiere di limoncello caldo. L’altro cliente gli fece un cenno col mento e fecero tintinnare i loro bicchieri, poi l’uomo lo ingollò.
Il pescatore lasciò le monete sul bancone e uscì all’aria gelida del mattino. Sotto alla tettoia c’erano ghiaccioli appuntiti dalle forme di esagoni perfetti. Andò alla Jetta, salì, sciolse gli ormeggi e la corrente lo trascinò lontano dalla costa.
Bellissimo. 
Mina ha scritto: Si sollevò un’onda che spinse la Jetta a largo e lui si tenne stretto per non cadere. La chiglia della barca sbatté contro blocchi di pack e schegge gli volarono in faccia. La Jetta restò bloccata in un campo di ghiaccio. Si strinse nel giubbotto, ma non aveva guanti, e le dita gli erano diventate blu.
Il pescatore prese la coperta col pranzo da sotto la panca. La aprì, e vi trovò un bambino dagli occhi intelligenti, blu come il mare. Piangeva in silenzio. Lui lo addentò in fronte e il sapore dolciastro del cervello gli invase la bocca. Creature alate scesero in picchiata, ma lui le scacciò col remo.
La tempesta prese a risospingere la Jetta alla deriva, e un’onda gli tolse dalle mani il corpo del bambino. Centinaia di sarde presero a saltare tra i frangenti, diventavano gabbiani non appena si staccavano dall’acqua e poi tornavano pesci, nuotando e volando a tutta velocità verso la costa.
Il pescatore era aggrappato con tutte le forze alla barca. Vide il paese dove la pioggia aveva fatto esondare il fiume, e le case che affogavano sembravano piangere, e lui rispose alle lacrime. Distese di meduse spinte dal vento fluttuavano in cielo.
E poi la chiusa psichedelica, che era in agguato dall'incipt e hai fatto esplodere come una promessa mantenuta.
@Mina  Chapeau!
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Re: [Lab3] Metamorphose III

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Grazie mille a tutti del vostro passaggio e dei commenti  <3
ivalibri ha scritto: Nella prima versione, mi è saltato all'occhio questo abbinamento strano. È voluto? Perché mi pare un po' fuori contesto, o forse hai voluto inserire un piccolo elemento premonitore di quello che avverrà in seguito? Non mi è chiaro...
Conosco una persona che fa spesso questo abbinamento, al mattino, non mi sono mai posto domande su quanto sia bizzarro... Ottima osservazione  :asd:
Poeta Zaza ha scritto: Nella seconda versione, eri in dubbio tra i due?  ;)
Esatto  :D ho voluto aggiungere un'altra metamorfosi
ioly78 ha scritto: Ecco, ti lascio questo spunto di riflessione.
Grazie mille, mi hai dato molto a cui pensare. Quello che temevo era non essere in grado di tenere assieme le tre parti in maniera organica. Non volevo porre troppa attenzione sui dettagli di una singola parte, ma sul disegno generale, con la realtà che a ogni iterazione diventa più inquietante secondo un filo logico. Ma insomma, ci devo ancora riflettere, e intanto ti ringrazio ancora un sacco
Bardo96 ha scritto: sia che si volesse rendere più fantastico o più folle l'ultima parte, l'avrei anticipata di più in qualche modo nella seconda, così da creare un passaggio più graduale tra le tre cose
La gradualità era nelle mie intenzioni, ma non sono molto bravo  :hm:
Nightafter ha scritto: Un racconto che si cala nella sfera dell'iniziatico come un film di Alexander Jodorowsky
Addirittura, figata! Grazie


Ora, una piccola nota finale su come ho pensato questo racconto. Io adoro riempire quello che scrivo di piccoli riferimenti e dettagli che per lo più passano inosservati, ma a 'sto giro mi fa piacere voltare le carte, anche solo per omaggiare un artista che amo. Quello che mi piacerebbe fare con questi Labocontest, e che ho fatto finora con i primi tre, è di ispirarmi a un artista per ogni contest. La sfida sarebbe rispettare la poetica di ogni artista, che quindi deve essere attinente alla traccia del Labocontest.
Questa volta ho voluto guardare a Escher. Metamorphose è olandese, come il titolo originale. Ho ripreso molto di quest'opera immensa (lunga 680cm): l'alveare, le api che diventano farfalle, i pesci che diventano uccelli, la torre della città in mare che diventa anche una pedina degli scacchi. La città che si vede nell'opera è Atrani; su Wikipedia ho trovato che le scalette della città sono chiamate "scalinatelle", e ho voluto mantenere la dicitura. Il nome della barca, Jetta, è dovuto invece al soprannome della moglie di Escher. Il camaleonte è un riferimento a Stelle, mentre il drago sul cristallo che si morde la coda a Drago, altre due opere di Escher.
Mina ha scritto: ven lug 15, 2022 9:38 pmVide il paese dove la pioggia aveva fatto esondare il fiume, e le case che affogavano sembravano piangere, e lui rispose alle lacrime.
Questo, invece, è un riferimento all'alluvione del fiume Dragone del 2010 (Atrani).
L'idea di scrivere un horror con questo tipo di andamento, a onor del vero, ce l'avevo da un po'. Mi hanno sempre affascinato i video di Cyriak: https://youtu.be/tnWP2Emps1M
Insomma, mi diverto con queste cagate quando scrivo  :asd:

Sotto spoiler: Metamorphose III, Escher
Immagine

Re: [Lab3] Metamorphose III

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ivalibri ha scritto: Beh, @Mina, questo non fa che rendere ancora più prezioso il tuo racconto. Ma allora svelaci gli artisti a cui ti sei ispirato nei labocontest precedenti. Quello dei riflessi a chi si ispira? Sono curiosissima...
Ma grazie  :arrossire: caspita, che memoria! Non ricordo manco quelli che ho scritto io  :asd:
Al Lab1 era Goya, mentre per il racconto dei riflessi era Magritte (sul perché Magritte, @Nightafter l'ha spiegato meglio di me nel suo bellissimo commento  <3 )
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