[Lab3] Caccia al tesoro

1
Laboratorio: Show, don't tell.
Traccia: Mutamenti

[Lab3] Caccia al tesoro

La scuola è finita. Arrigo e Baldo sono due undicenni vicini di casa, allo stesso piano di un condominio anonimo ma dotato di spazi verdi intorno, perché ai margini del paese.
Dall’interno 14:
Una vocina flebile chiede: “Papà, posso iscrivermi in piscina?”
“Cosa?… Ma che spreco! Quando mai abbiamo avuto dei soldi da buttare via, me lo dici? Se andiamo al mare, in ferie o in qualche domenica, ti insegno io.” dice lui con tono incontrovertibile, come la postura, dritta e ferma. Quindi prosegue con le sue faccende, ignorando la supplica che continua a gravitargli intorno per minuti su minuti, finché scivola via piano piano.
Arrigo esce a testa bassa e scende da basso, raggiungendo il primo spazio verde e solitario, dove permette alle lacrime che fanno a gara a uscire per prime di gareggiare in libertà. Con un ramoscello da terra, frusta l’aria e poi l'acqua di uno stagno sporco. Gli manca solo il fuoco...

Dall’interno 15:
“Allora. mamma, ci vieni allo spettacolo di teatro-scuola? Faccio una parte da sedici battute!” dice Baldo a testa alta e in tono di orgoglio, smorzato dalle labbra contratte, mentre la fronte si corruga.
“Ho provato a cambiare il turno: sai che tocca a me quella domenica. Sarà molto difficile…”
Baldo esce mogio e curvo, nelle spalle e nell’arco della bocca tremante, trascinando i piedi.

Una volta all’esterno, Baldo scorge a distanza due gambe graffiate come le sue, che riconosce senza alzare lo sguardo.
Arrigo sta parlando da solo, con la voce della rabbia: Io me lo merito quel corso, sono bravo a scuola, obbedisco quando mi chiedono qualcosa a casa, porto fuori la spazzatura… e intanto butta il ramoscello e comincia a rovinarsi le scarpe, già scalcagnate, prendendo a caldi le pietre e le zolle del campo, mentre il viso si accalora e si sente sudare anche se la giornata è fresca. Ha le mascelle serrate, che sblocca solo quando si accorge di farsi male. Appena scorge Baldo, non vede un compagno di giochi, dall'alterna bella e brutta compagnia,  ma il padrone di tutte le bracciate… e si mette a roteare le braccia, vorticosamente alternate. Baldo, quello che nuota da tre anni col fratello bagnino… Baldo, che arriva nei pressi del compagno rielaborando brani del dialogo captato dal balcone di casa. “Cos’è, tuo padre ti nega di diventare un crawlista olimpico?” infierisce sul compagno con la voce derisoria e un deliberato falso sorriso.
Arrigo pare punto da una tarantola, e, senza por tempo in mezzo, immemore dei dieci chili di vantaggio dell’avversario, gli salta al collo; sull'abbrivio, entrambi rotolano a terra. Il più grosso schiaccia l’altro sul petto e, con lo stesso movimento, si tira su, mentre dice all'altro, storcendo bocca e naso: “Non c’è gusto a schiacciarti.”
Si stanno ancora guardando in cagnesco e ripulendosi, quand'ecco comparire tra di loro la signora Marta, recente eccentrico acquisto del loro condominio. Single senza età, lascia le persone che incontra meglio di come le ha trovate. Ha un cestino da cui si  affacciano ciuffi verdi. "Mi aiutate, ragazzi?" chiede con grazia. "Cosa raccoglie?" le chiedono. “L’erba voglio” dice lei. I bambini ridono: "Ci prende in giro?" "No, ragazzi. Sapete che tipo di piante, di cespugli cresce qui? Non c’è niente di piantato, di coltivato: è tutto naturale. La vegetazione è spontanea: per questo io la chiamo: erba voglio. E la raccolgo per metterla accanto ai miei vasi sul terrazzo, nel terriccio e nel ghiaietto, per il mio piacere. Così mi piacciono le cose: naturali."
Si sentono in lontananza le grida degli altri ragazzi dal campetto di calcio improvvisato. "Non andate  a giocare voi due?" Loro alzano le spalle, con sufficienza. Baldo dice che deve ripassare le battute dello spettacolo teatrale a scuola e si allontana. "Non vuoi che ti ascoltiamo?" chiede Marta alle sue spalle, che non si girano neppure. Arrigo tace, ma si china a raccogliere l’erba voglio con Marta.
"Tu e Baldo avete i numeri per organizzare una caccia al tesoro coi ragazzi di qui" dice la donna.
Ha un sorriso spontaneo e comunicativo, che mette Arrigo a suo agio. "Perché noi?" chiede, ricambiando il sorriso e dimenticandosi del nuoto.
"Perché avete entrambi uno spirito di intraprendente organizzazione, secondo me. Vi ho visti quando avete aiutato la piccola Viola a fare il funerale al suo gattino. Avete portato alla funzione cinque o sei amici (mici) del morto: come avete fatto non lo so, ma è stato bello vedere la piccola come ha apprezzato."
La donna s'interrompe per verificare l'erba voglio del ragazzo; scarta una piantina velenosa, altre erbe curative e commestibili (oggi cerco quelle che non devono dimostrare niente) e poi continua il suo discorso:
"È importante sospendere la noia e volersi sorprendere: raccogliere meraviglia come erba voglio. Sai: preparare una caccia al tesoro diverte chi la organizza; seguire poi chi si scatena a cercare e a interpretare le indicazioni è anch’esso divertente. Se volete, vi offro la mia supervisione, vi aiuto ma non vi suggerisco. Le idee devono essere vostre." Gli occhi le brillano complici e Arrigo sente che anche i suoi si stanno illuminando: l’idea lo intriga e comincia a fare domande a raffica, seduto sull’erba voglio a gambe incrociate. Dopo un po’, si affaccia da loro Baldo, come se fosse appena tornato sui suoi passi, e si mette a sedere poco discosto. 
Sono assorti e coinvolti quei due giovani visi, gli occhi spalancati dalla sorpresa, la bocca semiaperta. Poi fanno le loro proposte per il gioco. Dapprima con titubanza, poi con entusiasmo: l'attenzione espressa dai volti concentrati degli altri gli dà la carica sufficiente.

Preparazione della caccia al tesoro:
Sono nel piccolo cimitero locale, che si dividono in due porzioni. Arrigo ha la parte ovest in su e in giù,  e Baldo ha la  parte est in su e in giù. Ognuno ha dei fogli dove appuntare date ed età degli ospiti più anziani.
Il giorno dopo, una prova nella prova è doversi confrontare con un condomino tra i più ostici alla socialità.
" Ce lo vedi il signor Nunziato del quinto piano che viene disturbato per dire il suo numero di scarpe, e più volte?" aveva riso sarcastico a crepapelle, a testa indietro, Baldo.
Adesso ha appena suonato all’interno 35 e ha fatto un passo indietro, accanto alla posizione di Arrigo, mentre sfodera il suo migliore sorriso, anche se non è naturale. Davanti all’uomo, che ringhia: "Cosa volete voi due?" i muscoli facciali collassano parzialmente, e il tentativo di schiarirsi la voce risulta infelice, dando fiato a una vocina tremula che chiede aiuto per una caccia al tesoro. Che ha comunque un effetto sorpresa per l’uomo, e, nel balenio dietro alla pupilla scura si direbbe apparire un lampo di divertimento mentre chiede, ancorché brusco ancora: "Spiegatevi meglio."
I due vanno quindi nella chiesa parrocchiale dove, all’ingresso, tra le due file di banchi, c’è una grossa Bibbia con le letture delle Messe. Sfogliano, cercando di non rovinare le pagine: cercano un numero ripetuto e lo trovano: nella lettura del Vangelo sul perdono, c’è il numero sette frequente. Per non rovinare il volume, diranno a che pagina cercare, promettono al prete.
Ma la parte più complessa è preparare tanti percorsi diversi, con la sistemazione progressiva di una decina di bigliettini a percorso, in posti indicati enigmaticamente, e andare a collocarli in incognito.

Adesione al gioco:
Sono stati in quattordici ad aderire. Combinando insieme un piccolo e un grande (minimo otto massimo tredici anni) hanno fatto sette squadre con sette sentieri differenti, anche se con alcune tappe in comune, come quella del signor Nunziato.

Svolgimento del gioco:
- La raccolta dell’ortica ha fatto le sue vittime.  Anche se veniva chiesta la carta stagnola per la sua consegna, i partecipanti non hanno pensato di usarla anche per la raccolta.
- Un topo vero (morto) e gli altri fatti con la plastilina che, se non fossero stati presentati come tali potevano sembrare animali ben diversi, o persino cose: comunque giudicati validi dai due giudici.
- Richieste di numeri funzionali (per la loro somma) all’ultima indicazione: il primo ad azzeccare il numero finale è il vincitore.
Numeri funzionali:
- numero corrispondente all’età del morto più vecchio, sepolto nel piccolo cimitero locale;
- numero di scarpe dell’inquilino più scorbutico del condominio;
- soluzione di un problema matematico di quinta.
- numero ripetuto in un brano evangelico.

A proposito del signor Nunziato, alla quinta richiesta si era sentito urlare nella tromba delle scale:
"Quarantadue, ma le scarpe sono due, quindi raddoppiate" e tutti avevano finalmente conosciuto la sua estemporanea, simpatica risata liberatoria.
Nascosto dietro la tendina del confessionale antico, scostando una ragnatela, Baldo si è appostato per vedere come fanno i fratelli Arbosio, i due più bassi dei giocatori, a leggere dal grande Libro dei Vangeli, sull’alto leggio. L’adolescente prende una sedia e, senza scarpe, cerca la pagina 144 (l'indicazione era "il prodotto del numero dodici per se stesso"). Scorre il testo:
… Pietro si avvicinò a Gesù e gli disse: «Signore, se il mio fratello commette colpe contro di me, quante volte dovrò perdonargli? Fino a sette volte?». E Gesù gli rispose: «Non ti dico fino a sette volte, ma fino a settanta volte sette .
"E questo cosa mi va a significare?" domanda serafico il prete che, con passo felpato, li ha raggiunti.
"Che lei di sicuro mi perdona i piedi sporchi su una sedia della chiesa" sorride sornione l’adolescente lì sorpreso, strizzando l’occhio al sacerdote e alzando le sopracciglia a mo’ di dubbio residuo.

Alla fine di una settimana di preparazione e di una giornata della Caccia al tesoro divertente e emozionante per tutti, vengono proclamate le coppie vincitrici.
La prima ha come premio due torce frontali e una torta della signora Marta.
La seconda ha una palla e la terza due portachiavi con ciondolo luminescente.

Arrigo e Baldo si danno il cinque, sorridendosi soddisfatti. Sono cambiati: questo è il loro premio.
Di sabbia e catrame è la vita:
o scorre o si lega alle dita.


Poeta con te - Tre spunti di versi

Re: [Lab3] Caccia al tesoro

2
Ciao @Poeta Zaza. Inizio da te i commenti, nello spirito che guida il Labocontest.
Penso che la storia si possa inquadrare in un genere “di formazione” , una sorta di fiaba a lieto fine. Se l’avesse proposta Edmondo De Amicis sarebbe stata più che adeguata (anche il nome dei protagonisti è “antico”) Quindi, la prima annotazione è sullo stile che appare molto ingessato e poco fresco. Forse il racconto funzionerebbe meglio se contestualizzato in un periodo storico diverso dall’attuale.
Ci sono varie imprecisioni e refusi facilmente sistemabili. 
I dialoghi sono la parte meno riuscita, come pure i pensieri. Ho trovato troppi interventi del narratore. Se si mostra bene, non dovrebbe servire spiegare.
Ti faccio un esempio:
Poeta Zaza ha scritto: Arrigo sta parlando da solo, con la voce della rabbia: Io me lo merito quel corso,
Perché sottolineare con la voce della rabbia (peraltro frase poco scorrevole)
Poeta Zaza ha scritto: Con un ramoscello da terra, frusta l’aria e poi l'acqua di uno stagno sporco. Gli manca solo il fuoco...
Molto bella l’immagine del ragazzino che frusta l’aria 👏
Poeta Zaza ha scritto: “È importante sospendere la noia e volersi sorprendere: raccogliere meraviglia come erba voglio. Sai: preparare una caccia al tesoro diverte chi la organizza; seguire poi chi si scatena a cercare e a interpretare le indicazioni è anch’esso divertente. Se volete, vi offro la mia supervisione, vi aiuto ma non vi suggerisco. Le idee devono essere vostre."
questa frase appare artificiosa. Il dialogo dovrebbe essere più asciutto, chi parlerebbe così nella realtà?

Ho apprezzato molto l’idea dell ricerca dell’erba voglio. 

La struttura del brano con i paragrafi  non mi convince affatto. Tutto diventa robotico, si perde la tensione nella lettura.

Credo che, complessivamente, ci sia un buon lavoro di ricerca sulla gestualità dei personaggi anche se trovo che il tutto abbia in modo eccessivo la veste di esercizio scolastico. Alcuni passaggi sono davvero ben riusciti, altri meno.
Poeta Zaza ha scritto: prendendo a caldi le pietre e le zolle del campo,
Perché dire “a mo di dubbio residuo”? Oltre che bruttina come frase, è un tell pieno. A che ti serve aver mostrato le sopracciglia al ate se poi devi spiegare che cosa vuol dire il gesto?Poeta Zaza ha scritto: Perché dire “a mo di dubbio residuo”? Oltre che bruttina come frase, è un tell pieno. A che ti serve aver mostrato le sopracciglia al ate se poi devi spiegare che cosa vuol dire il gesto?Poeta Zaza
Poeta ZazaBaldo esce mogio e curvo, nelle spalle e nell’arco della bocca tremante, trascinando i piedi.
qui funziona bene, si capiscono la tristezza e la delusione del ragazzino.

Un altro aspetto sul quale riflettere è l’introduzione dei vari personaggi compresa la signora (che sembra proprio una fata) che li aiuta a recuperare l’amicizia.
In totale penso che l’idea di fondo, opportunamente contestualizzata, sia buona ma che la storia sia stata scritta di getto. È un lavoro che trovo ancora “in nuce”, da rileggere, rielaborare e asciugare in modo da portare bene alla luce il valido messaggio che si intravede tra le righe.

Scusa, Mariangela, ma questo racconto non mi ha soddisfatta molto.

Mi scuso ma con questo editor faccio sempre pasticci. Non riesco a selezionare bene le frasi che vorrei evidenziare.
Ultima modifica di @Monica il ven lug 15, 2022 4:21 pm, modificato 1 volta in totale.

Re: [Lab3] Caccia al tesoro

4
@@Monica  :flower:

Ti ringrazio delle tue preziose annotazioni. Condivido tutto!  :si:
Ero convinta di avere mostrato molto più che raccontato, ma le proporzioni mi stanno dando torto. :facepalm: 

Sto facendo un lavoro di ricerca di show e di tell, una "caccia al tesoro" nella "Caccia al tesoro" che poi vi "mostrerò". Ma che so di avere perso in partenza.

:bash:

:arrendo:
Di sabbia e catrame è la vita:
o scorre o si lega alle dita.


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Re: [Lab3] Caccia al tesoro

6
Poeta Zaza ha scritto: Laboratorio: Show, don't tell.
Traccia: Mutamenti
Ho riportato il genere di Laboratorio e il titolo della traccia, perché rimanga  memoria degli argomenti in gioco, anche quando questo sarà un qualsiasi brano nella categoria Racconti. Se no al lettore mancherebbero elementi importanti per capire il testo.

Qui sotto, ho cercato, in base al mio personale giudizio, le parti "mostrate" e le ho scurite, mentre ho lasciato invariate quelle "raccontate".
Con il contatore caratteri, ho scoperto di avere fatto il 58% di "show" e il 42% di "tell".

Per i dialoghi, ho lasciato quelli che mascherano uno "spiegone" nel  "tell".
Avrei dovuto farlo prima questo lavoro: pensavo di essere sul 70% di  mostrato.

Vorrà dire che questo brano potrà servire come esempio per non fare troppo raccontato.
Voi siete d'accordo, di massima, con i risultati della mia caccia allo show?   :)

Poeta Zaza ha scritto: [Lab3] Caccia al tesoro

La scuola è finita. Arrigo e Baldo sono due undicenni vicini di casa, allo stesso piano di un condominio anonimo ma dotato di spazi verdi intorno, perché ai margini del paese.
Dall’interno 14:
Una vocina flebile chiede: “Papà, posso iscrivermi in piscina?”
“Cosa?… Ma che spreco! Quando mai abbiamo avuto dei soldi da buttare via, me lo dici? Se andiamo
al mare, in ferie o in qualche domenica, ti insegno io.dice lui con tono incontrovertibile, come la postura, dritta e ferma. Quindi prosegue con le sue faccende, ignorando la supplica che continua a gravitargli intorno per minuti su minuti, finché scivola via piano piano.
Arrigo esce a testa bassa e scende da basso, raggiungendo il primo spazio verde e solitario, dove permette alle lacrime che fanno a gara a uscire per prime di gareggiare in libertà. Con un ramoscello da terra, frusta l’aria e poi l'acqua di uno stagno sporco. Gli manca solo il fuoco...

Dall’interno 15:
“Allora. mamma, ci vieni allo spettacolo di teatro-scuola? Faccio una parte da sedici battute!” dice Baldo a testa alta e in tono di orgoglio, smorzato dalle labbra contratte, mentre la fronte si corruga.
“Ho provato a cambiare il turno: sai che tocca a me quella domenica. Sarà molto difficile…”
Baldo esce mogio e curvo, nelle spalle e nell’arco della bocca tremante, trascinando i piedi.

Una volta all’esterno, Baldo scorge a distanza due gambe graffiate come le sue, che riconosce senza alzare lo sguardo.
Arrigo sta parlando da solo, con la voce della rabbia: Io me lo merito quel corso, sono bravo a scuola, obbedisco quando mi chiedono qualcosa a casa, porto fuori la spazzatura… e intanto butta il ramoscello e comincia a rovinarsi le scarpe, già scalcagnate, prendendo a caldi le pietre e le zolle del campo, mentre il viso si accalora e si sente sudare anche se la giornata è fresca. Ha le mascelle serrate, che sblocca solo quando si accorge di farsi male. Appena scorge Baldo, non vede un compagno di giochi, dall'alterna bella e brutta compagnia,  ma il padrone di tutte le bracciate… e si mette a roteare le braccia, vorticosamente alternate. Baldo, quello che nuota da tre anni col fratello bagnino… Baldo, che arriva nei pressi del compagno rielaborando brani del dialogo captato dal balcone di casa. “Cos’è, tuo padre ti nega di diventare un crawlista olimpico?” infierisce sul compagno con la voce derisoria e un deliberato falso sorriso.

Arrigo pare punto da una tarantola, e, senza por tempo in mezzo, immemore dei dieci chili di vantaggio dell’avversario, gli salta al collo; sull'abbrivio, entrambi rotolano a terra. Il più grosso schiaccia l’altro sul petto e, con lo stesso movimento, si tira su, mentre dice all'altro, storcendo bocca e naso: “Non c’è gusto a schiacciarti.”
Si stanno ancora guardando in cagnesco e ripulendosi, quand'ecco comparire tra di loro la signora Marta, recente eccentrico acquisto del loro condominio. Single senza età, lascia le persone che incontra meglio di come le ha trovate. Ha un cestino da cui si  affacciano ciuffi verdi. "Mi aiutate, ragazzi?" chiede con grazia. "Cosa raccoglie?" le chiedono. “L’erba voglio” dice lei. I bambini ridono: "Ci prende in giro?" "No, ragazzi. Sapete che tipo di piante, di cespugli cresce qui? Non c’è niente di piantato, di coltivato: è tutto naturale. La vegetazione è spontanea: per questo io la chiamo: erba voglio. E la raccolgo per metterla accanto ai miei vasi sul terrazzo, nel terriccio e nel ghiaietto, per il mio piacere. Così mi piacciono le cose: naturali."
Si sentono in lontananza le grida degli altri ragazzi dal campetto di calcio improvvisato. "Non andate  a giocare voi due?" Loro alzano le spalle, con sufficienza. Baldo dice che deve ripassare le battute dello spettacolo teatrale a scuola e si allontana. "Non vuoi che ti ascoltiamo?" chiede Marta alle sue spalle, che non si girano neppure. Arrigo tace, ma si china a raccogliere l’erba voglio con Marta.
"Tu e Baldo avete i numeri per organizzare una caccia al tesoro coi ragazzi di qui" dice la donna.
Ha un sorriso spontaneo e comunicativo, che mette Arrigo a suo agio. "Perché noi?" chiede, ricambiando il sorriso e dimenticandosi del nuoto.
"Perché avete entrambi uno spirito di intraprendente organizzazione, secondo me. Vi ho visti quando avete aiutato la piccola Viola a fare il funerale al suo gattino. Avete portato alla funzione cinque o sei amici (mici) del morto: come avete fatto non lo so, ma è stato bello vedere la piccola come ha apprezzato."
La donna s'interrompe per verificare l'erba voglio del ragazzo; scarta una piantina velenosa, altre erbe curative e commestibili (oggi cerco quelle che non devono dimostrare niente) e poi continua il suo discorso:
"È importante sospendere la noia e volersi sorprendere: raccogliere meraviglia come erba voglio. Sai: preparare una caccia al tesoro diverte chi la organizza; seguire poi chi si scatena a cercare e a interpretare le indicazioni è anch’esso divertente. Se volete, vi offro la mia supervisione, vi aiuto ma non vi suggerisco. Le idee devono essere vostre." Gli occhi le brillano complici e Arrigo sente che anche i suoi si stanno illuminando: l’idea lo intriga e comincia a fare domande a raffica, seduto sull’erba voglio a gambe incrociate. Dopo un po’, si affaccia da loro Baldo, come se fosse appena tornato sui suoi passi, e si mette a sedere poco discosto. 
Sono assorti e coinvolti quei due giovani visi, gli occhi spalancati dalla sorpresa, la bocca semiaperta. Poi fanno le loro proposte per il gioco. Dapprima con titubanza, poi con entusiasmo: l'attenzione espressa dai volti concentrati degli altri gli dà la carica sufficiente.


Preparazione della caccia al tesoro:
Sono nel piccolo cimitero locale, che si dividono in due porzioni. Arrigo ha la parte ovest in su e in giù,  e Baldo ha la  parte est in su e in giù. Ognuno ha dei fogli dove appuntare date ed età degli ospiti più anziani.
Il giorno dopo, una prova nella prova è doversi confrontare con un condomino tra i più ostici alla socialità.
" Ce lo vedi il signor Nunziato del quinto piano che viene disturbato per dire il suo numero di scarpe, e più volte?" aveva riso sarcastico a crepapelle, a testa indietro, Baldo.
Adesso ha appena suonato all’interno 35 e ha fatto un passo indietro, accanto alla posizione di Arrigo, mentre sfodera il suo migliore sorriso, anche se non è naturale. Davanti all’uomo, che ringhia: "Cosa volete voi due?" i muscoli facciali collassano parzialmente, e il tentativo di schiarirsi la voce risulta infelice, dando fiato a una vocina tremula che chiede aiuto per una caccia al tesoro. Che ha comunque un effetto sorpresa per l’uomo, e, nel balenio dietro alla pupilla scura si direbbe apparire un lampo di divertimento mentre chiede, ancorché brusco ancora: "Spiegatevi meglio."
I due vanno quindi nella chiesa parrocchiale dove, all’ingresso, tra le due file di banchi, c’è una grossa Bibbia con le letture delle Messe. Sfogliano, cercando di non rovinare le pagine: cercano un numero ripetuto e lo trovano: nella lettura del Vangelo sul perdono, c’è il numero sette frequente. Per non rovinare il volume, diranno a che pagina cercare, promettono al prete.
Ma la parte più complessa è preparare tanti percorsi diversi, con la sistemazione progressiva di una decina di bigliettini a percorso, in posti indicati enigmaticamente, e andare a collocarli in incognito.

Adesione al gioco:
Sono stati in quattordici ad aderire. Combinando insieme un piccolo e un grande (minimo otto massimo tredici anni) hanno fatto sette squadre con sette sentieri differenti, anche se con alcune tappe in comune, come quella del signor Nunziato.

Svolgimento del gioco:
- La raccolta dell’ortica ha fatto le sue vittime.  Anche se veniva chiesta la carta stagnola per la sua consegna, i partecipanti non hanno pensato di usarla anche per la raccolta.
- Un topo vero (morto) e gli altri fatti con la plastilina che, se non fossero stati presentati come tali potevano sembrare animali ben diversi, o persino cose: comunque giudicati validi dai due giudici.
- Richieste di numeri funzionali (per la loro somma) all’ultima indicazione: il primo ad azzeccare il numero finale è il vincitore.
Numeri funzionali:
- numero corrispondente all’età del morto più vecchio, sepolto nel piccolo cimitero locale;
- numero di scarpe dell’inquilino più scorbutico del condominio;
- soluzione di un problema matematico di quinta.
- numero ripetuto in un brano evangelico.

A proposito del signor Nunziato, alla quinta richiesta si era sentito urlare nella tromba delle scale:
"Quarantadue, ma le scarpe sono due, quindi raddoppiate" e tutti avevano finalmente conosciuto la sua estemporanea, simpatica risata liberatoria.

Nascosto dietro la tendina del confessionale antico, scostando una ragnatela, Baldo si è appostato per vedere come fanno i fratelli Arbosio, i due più bassi dei giocatori, a leggere dal grande Libro dei Vangeli, sull’alto leggio. L’adolescente prende una sedia e, senza scarpe, cerca la pagina 144 (l'indicazione era "il prodotto del numero dodici per se stesso"). Scorre il testo:
… Pietro si avvicinò a Gesù e gli disse: «Signore, se il mio fratello commette colpe contro di me, quante volte dovrò perdonargli? Fino a sette volte?». E Gesù gli rispose: «Non ti dico fino a sette volte, ma fino a settanta volte sette .
"E questo cosa mi va a significare?" domanda serafico il prete che, con passo felpato, li ha raggiunti.
"Che lei di sicuro mi perdona i piedi sporchi su una sedia della chiesa" sorride sornione l’adolescente lì sorpreso, strizzando l’occhio al sacerdote e alzando le sopracciglia a mo’ di dubbio residuo.


Alla fine di una settimana di preparazione e di una giornata della Caccia al tesoro divertente e emozionante per tutti, vengono proclamate le coppie vincitrici.
La prima ha come premio due torce frontali e una torta della signora Marta.
La seconda ha una palla e la terza due portachiavi con ciondolo luminescente.

Arrigo e Baldo si danno il cinque, sorridendosi soddisfatti. Sono cambiati: questo è il loro premio.
Di sabbia e catrame è la vita:
o scorre o si lega alle dita.


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Re: [Lab3] Caccia al tesoro

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@Monica ha scritto: Cara @Poeta Zaza qui non si perde niente. C’è solo da guadagnare dal confronto onesto tra di noi. Attendo gli esiti della tua “caccia al tesoro”  di show
:love3:
:) Precisazione: Condivido, ma non era della gara che parlavo di avere perso, ma della mia caccia al tesoro dello Show, qui sotto:
Poeta Zaza ha scritto: Ero convinta di avere mostrato molto più che raccontato, ma le proporzioni mi stanno dando torto. :facepalm: 

Sto facendo un lavoro di ricerca di show e di tell, una "caccia al tesoro" nella "Caccia al tesoro" che poi vi "mostrerò". Ma che so di avere perso in partenza.
Di sabbia e catrame è la vita:
o scorre o si lega alle dita.


Poeta con te - Tre spunti di versi

Re: [Lab3] Caccia al tesoro

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@Poeta Zaza ciao carissima.

Il commento fatto a @@Monica calza perfettamente anche al tuo lavoro. Essendo di fretta te lo posto. Scusami.  <3

Ciao @@Monica
[font="Open Sans", "Segoe UI", Tahoma, sans-serif]Non ho potuto partecipare a questo labcontest sul "mostra, non raccontare". Nella discussione generale ho letto le varie opinioni e concordo che bisogna usare un certo equilibrio.  Nel tuo racconto questo quasi c'è. Dico quasi, perché la voce narrante è particolarmente "attiva". Secondo me non hai osato qualcosa di più nel mettere in "prima fila" i protagonisti. Qui si trattava di mettere in evidenza tale tecnica e non mettere in evidenza l'equilibrio che secondo il nostro parere è meglio adottare. [/font]

[font="Open Sans", "Segoe UI", Tahoma, sans-serif]@Poeta Zaza. Anche la stessa struttura che hai usato per realizzare la trama non ti ha aiutato. Troppo elaborata e piena di tagli temporali. Manca di quella omogeneità che un breve racconto, nel contesto del show- don't tell, dovrebbe avere. Questo è solo un mio parere. Magari sbaglio. Non mi sbaglio dicendoti che , come al solito, mostri tanto impegno, anche se, ti lasci dirigere dalle tue convinzioni. Ciao Mariangela. <3[/font]
Tratti di pioggia sopra Auschwitz. Tra oblio e orgoglio

Re: [Lab3] Caccia al tesoro

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Poeta Zaza ha scritto: @bestseller2020   ;)

prima di risponderti, chiedo gentilmente al caro @Poldo , quando potrà, di togliere dal commento del tuo post il commento che hai fatto, dentro il mio, al lavoro di @@Monica  (volevi citare il suo commento al mio lavoro ma hai citato il tuo al suo).

A dopo, caro Raf  :)
@Poeta Zaza@bestseller2020
Non ho capito cosa dovrei fare.
Quello che ho capito è che bestseller ha copiato il suo commento fatto a Monica per ribadire a Poeta Zaza lo stesso concetto. Forse non sarà il modo più elegante, ma comunque rispecchia il suo parere. 
È così?

Re: [Lab3] Caccia al tesoro

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Poldo ha scritto:
@Poeta Zaza@bestseller2020
Non ho capito cosa dovrei fare.
Quello che ho capito è che bestseller ha copiato il suo commento fatto a Monica per ribadire a Poeta Zaza lo stesso concetto. Forse non sarà il modo più elegante, ma comunque rispecchia il suo parere. 
È così?
Io ti avevo chiamato perché avevo capito tutt'altra cosa. Cioè, che Best sottoscriveva un concetto espresso da Monica sul mio racconto, cosa non vera.

Invece è come hai capito tu: la fretta di Best (e sottolineo Best che mi ha fatto perdere un sacco di tempo  :fuck:   ) lo ha indotto ad autocitarsi in un altro racconto per esprimere lo stesso concetto ad entrambe le autrici.

@bestseller2020    :P

Scusami @Poldo   :sss:
Di sabbia e catrame è la vita:
o scorre o si lega alle dita.


Poeta con te - Tre spunti di versi

Re: [Lab3] Caccia al tesoro

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Ciao @Poeta Zaza, l'idea alla base del tuo racconto mi è piaciuta molto, semplice ma molto piacevole.
Bello il clima che crei attorno ai protagonisti, l'ambientazione è resa molto bene, mi piace assai l'atmosfera amarcord.

Venendo agli spunti di miglioramento, ho l'impressione che qui manchi un po' un lavoro di "auto-editing" (probabilmente è un termine che non esiste, ma spero renda l'idea); quindi rileggere il tutto e riscrivere le parti meno scorrevoli; accertarsi non ci siano punti in cui il lettore è costretto a rileggere un periodo non chiarissimo o tornare indietro per chiarirsi un dubbio. Sempre per renderlo più scorrevole, io cercherei di diminuire il numero di tagli narrativi, ci sono parecchi blocchetti separati che ragionandoci su e costruendo diversamente il dipanarsi della trama potrebbero diventare una storia unica (unità di tempo, di luogo e di azione), oppure lasciare solo due tagli narrativi (incipit e dialogo con Marta - organizzazione dell'evento - finale).

L'altra cosa che ho notato è che non ti sei sempre attenuta allo "show, don't tell". Un esempio su tutti:
Poeta Zaza ha scritto:Single senza età, lascia le persone che incontra meglio di come le ha trovate.
Questo è proprio l'esempio del narratore giudicante, l'opposto dello "Show, don't tell". Con questa frase tu imponi un'unica chiave di lettura a quel personaggio, il lettore è impossibilitato ad averne un'impressione diversa, perché tu narratore hai già messo un bollino addosso a Marta. Riesco a spiegarmi?
La mia impressione è che tu sia molto improntata ad un altro stile di scrittura (che si sposa bene con le ambientazioni retrò che prediligi), e quindi la tematica di questo contest non fosse nelle tue corde. Quindi hai deciso di cercare un equilibrio tra il tuo stile e la tematica del contest, anziché sposare al 100% la logica dello "Show don't tell".

Detto questo, a me il racconto è piaciuto. Come detto, secondo me se lo riprendi in mano tra un paio di settimane e lo revisioni un po', potresti renderlo più incisivo.

A presto!

Re: [Lab3] Caccia al tesoro

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Raven ha scritto: Venendo agli spunti di miglioramento, ho l'impressione che qui manchi un po' un lavoro di "auto-editing" (probabilmente è un termine che non esiste, ma spero renda l'idea); quindi rileggere il tutto e riscrivere le parti meno scorrevoli; accertarsi non ci siano punti in cui il lettore è costretto a rileggere un periodo non chiarissimo o tornare indietro per chiarirsi un dubbio. Sempre per renderlo più scorrevole, io cercherei di diminuire il numero di tagli narrativi, ci sono parecchi blocchetti separati che ragionandoci su e costruendo diversamente il dipanarsi della trama potrebbero diventare una storia unica (unità di tempo, di luogo e di azione), oppure lasciare solo due tagli narrativi (incipit e dialogo con Marta - organizzazione dell'evento - finale).
:flower:    Grazie dei tuoi suggerimenti mirati, @Raven  

Raven ha scritto: La mia impressione è che tu sia molto improntata ad un altro stile di scrittura (che si sposa bene con le ambientazioni retrò che prediligi), e quindi la tematica di questo contest non fosse nelle tue corde. Quindi hai deciso di cercare un equilibrio tra il tuo stile e la tematica del contest, anziché sposare al 100% la logica dello "Show don't tell".
Sì, questo volevo fare, ma credevo di avere fatto molto più "show" che "tell" e invece (non so se sei riuscita a leggere il mio post con le percentuali) ho sforato di brutto col raccontato.
Ma va bene, è tutta esperienza che serve e che matura.  ;)
Di sabbia e catrame è la vita:
o scorre o si lega alle dita.


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Re: [Lab3] Caccia al tesoro

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Poeta Zaza ha scritto: La scuola è finita. Arrigo e Baldo sono due undicenni vicini di casa, allo stesso piano di un condominio anonimo ma dotato di spazi verdi intorno, perché ai margini del paese.
Ciao Zaza! Permettimi innanzitutto di dirti che mi sembra che tu faccia spesso queste introduzioni molto raccontate, che sembrano quasi le descrizioni dello scenario e dei personaggi che si mettono all'inizio di una scena di teatro. Ecco, purtroppo non va molto d'accordo con lo show don't tell questo tipo di incipit.
Poeta Zaza ha scritto: Quindi prosegue con le sue faccende, ignorando la supplica che continua a gravitargli intorno
Questo invece credo sia uno dei punti dove sei riuscita a mostrare meglio. Hai reso bene l'idea del bambino che continua a tamponare il padre con la sua richiesta, tipo moscone fastidioso. Bene!
Poeta Zaza ha scritto: Arrigo ha la parte ovest in su e in giù,  e Baldo ha la  parte est in su e in giù
Se togliessi "in su e in giù'", lasciando solo "Arrigo ha la parte ovest, e Baldo la parte est", la frase non suonerebbe meglio? Secondo me sì
Poeta Zaza ha scritto: Avete portato alla funzione cinque o sei amici (mici) del morto:
Questo è un dialogo, nei dialoghi non si possono mettere le parentesi, che io sappia. Se proprio vuoi mettere quell'inciso, usa le virgole.
Poeta Zaza ha scritto: “Cosa?… Ma che spreco!
Qui o usi il punto di domanda o i puntini di sospensione. Entrambi no.

In generale, concordo con chi ha detto che sembra che tu abbia fatto molta fatica con il tema di questo Lab, perché probabilmente il tuo stile di scrittura di adatta poco allo show don't tell.
E mi spiace notare che i personaggi risultano un po' piatti, poco caratterizzati. Sia i due bimbi protagonisti, ma soprattutto Marta, che sembra quasi uno di quegli aiutanti magici delle fiabe. Ma le fiabe sono, appunto, puro tell.
Ci dici molto poco di tutti e tre i personaggi  principali di questo racconto. Peccato perché la trama è interessante e resta la curiosità di sapere chi siano veramente gli abitanti di quel condominio. 
Però ti va dato il merito di aver accettato una sfida che per te non deve essere stata affatto facile.
A rileggerci!

Re: [Lab3] Caccia al tesoro

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ScimmiaRossa ha scritto: In generale, concordo con chi ha detto che sembra che tu abbia fatto molta fatica con il tema di questo Lab, perché probabilmente il tuo stile di scrittura di adatta poco allo show don't tell.
E mi spiace notare che i personaggi risultano un po' piatti, poco caratterizzati. Sia i due bimbi protagonisti, ma soprattutto Marta, che sembra quasi uno di quegli aiutanti magici delle fiabe. Ma le fiabe sono, appunto, puro tell.
Ci dici molto poco di tutti e tre i personaggi  principali di questo racconto. Peccato perché la trama è interessante e resta la curiosità di sapere chi siano veramente gli abitanti di quel condominio. 
Grazie delle tue utili osservazioni, @ScimmiaRossa   :flower:
ScimmiaRossa ha scritto: Però ti va dato il merito di aver accettato una sfida che per te non deve essere stata affatto facile.
Io le faccio tutte le sfide, se posso, perché comunque mi diverto un sacco e imparo sempre qualcosa.   :)
Di sabbia e catrame è la vita:
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Re: [Lab3] Caccia al tesoro

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Cara@Poeta Zaza  a te lo posso confessare senza vergogna: non ho capito molto dello show don't tell. Mi pareva tutto così chiaro a leggere la teoria,  poi a utilizzarlo e a identificarlo nei racconti altrui mi pare una cosa impossibile.
Quindi ti commento a modo mio, come al solito.
Mi è piaciuto questo spaccato di infanzia, nel periodo della vita in cui le cose cambiano alla velocità della luce. Sono quei momenti in cui un dettaglio rovesciano completamente la giornata e tu hai reso benissimo questa sensazione.
Confermo anche da parte mia che il tuo racconto ha il sapore di una favola, ma mi pare che questo rientri nel tuo stile delicato e attento ai piccoli dettagli. Le tue storie hanno sempre il sapor di bontà e innocenza ed è per questo che si leggono con tanto piacere e soddisfazione.
Bella lettura!

Re: [Lab3] Caccia al tesoro

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Almissima ha scritto: Cara@Poeta Zaza  a te lo posso confessare senza vergogna: non ho capito molto dello show don't tell. Mi pareva tutto così chiaro a leggere la teoria,  poi a utilizzarlo e a identificarlo nei racconti altrui mi pare una cosa impossibile.
Quindi ti commento a modo mio, come al solito.
Mi è piaciuto questo spaccato di infanzia, nel periodo della vita in cui le cose cambiano alla velocità della luce. Sono quei momenti in cui un dettaglio rovesciano completamente la giornata e tu hai reso benissimo questa sensazione.
Confermo anche da parte mia che il tuo racconto ha il sapore di una favola, ma mi pare che questo rientri nel tuo stile delicato e attento ai piccoli dettagli. Le tue storie hanno sempre il sapor di bontà e innocenza ed è per questo che si leggono con tanto piacere e soddisfazione.
Bella lettura!
Oggi soprattutto, che mi hanno fatto girare le scatole in famiglia, la tua visita e e tue parole mi tirano su! Ne avevo bisogno, @Almissima. :flower:

Grazie! 
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o scorre o si lega alle dita.


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Re: [Lab3] Caccia al tesoro

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Poeta Zaza ha scritto: La scuola è finita. Arrigo e Baldo sono due undicenni vicini di casa
Il racconto inizia con un'informazione. Salta subito all'occhio. Anche se al di là del contest non mi dispiace come inizio. 
Poeta Zaza ha scritto: Dall’interno 14:
Questa introduzione mi fa pensare a una sceneggiatura o a un testo teatrale. È voluto?
Poeta Zaza ha scritto: Baldo esce mogio e curvo, nelle spalle e nell’arco della bocca tremante, trascinando i piedi.
Anche questa descrizione fa pensare a un'indicazione per una messa in scena teatrale. 
Poeta Zaza ha scritto: Perché noi?" chiede, ricambiando il sorriso e dimenticandosi del nuoto.
Qui si capisce che tutta la parte introduttiva sul nuoto è solo un pretesto per lo svolgimento della seconda parte, dallo scontro tra I due ragazzi all'incontro costruttivo che li porterà a organizzare la caccia al tesoro. Da lettrice ho sentito la tensione narrativa legata al nuoto cadere nel vuoto. È vero che c'è anche la parte sulla recita, ma qualcosa non mi convince nell'insieme del testo.
Poeta Zaza ha scritto: Vi ho visti quando avete aiutato la piccola Viola a fare il funerale al suo gattino. Avete portato alla funzione cinque o sei amici (mici) del morto: come avete fatto non lo so, ma è stato bello vedere la piccola come ha apprezzato."
Spunto delizioso. 
Poeta Zaza ha scritto: Svolgimento del gioco:
- La raccolta dell’ortica ha fatto le sue vittime.  Anche se veniva chiesta la carta stagnola per la sua consegna, i partecipanti non hanno pensato di usarla anche per la raccolta.
- Un topo vero (morto) e gli altri fatti con la plastilina che, se non fossero stati presentati come tali potevano sembrare animali ben diversi, o persino cose: comunque giudicati validi dai due giudici.
- Richieste di numeri funzionali (per la loro somma) all’ultima indicazione: il primo ad azzeccare il numero finale è il vincitore.
Numeri funzionali:
- numero corrispondente all’età del morto più vecchio, sepolto nel piccolo cimitero locale;
- numero di scarpe dell’inquilino più scorbutico del condominio;
- soluzione di un problema matematico di quinta.
- numero ripetuto in un brano evangelico.
Anche qui ci sono un sacco di belle idee.
Poeta Zaza ha scritto: Svolgimento del gioco:
Ci sono diverse parti introduttive di questo genere. L'idea in sé mi piace molto ma nell'insieme del racconto mi pare che non funzionino. Provo a spiegarti perché a mio parere. Il racconto ha una struttura mista, in parte tradizionale in parte simile alle istruzioni di un gioco. In un testo molto breve credo sia meglio scegliere e andare a fondo. Sarebbe bello che tu riscrivessi il tutto sotto forma di istruzioni, di regole, ecc, ma questa forma ibrida "annacqua" le pur belle idee che vi ho trovato. Non solo: ci sono tanti elementi, forse troppi, accennati (come il nuoto, ma non solo, l'erba voglio, la recita) che non vengono approfonditi e che sviano l'attenzione di chi legge dal nucleo fondamentale del racconto, ossia l'organizzazione e lo svolgimento della caccia al tesoro. 
Tu hai uno stile particolare, con idee deliziose, qui ho avuto l'impressione che il volere mostrare e non raccontare ti abbia resa un  po' indecisa nelle scelte narrative e il risultato è un racconto che, pur avendo delle potenzialità, non convince. 
Certamente hai fatto bene a sperimentare. Anche se conoscendo la tua particolare voce autoriale mi verrebbe da dirti di andare più a fondo nel tuo approccio particolare alla scrittura. Forse lo show don't tell non è congeniale alla tua voce.
Ciao!

Re: [Lab3] Caccia al tesoro

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ivalibri ha scritto: Ci sono diverse parti introduttive di questo genere. L'idea in sé mi piace molto ma nell'insieme del racconto mi pare che non funzionino. Provo a spiegarti perché a mio parere. Il racconto ha una struttura mista, in parte tradizionale in parte simile alle istruzioni di un gioco. In un testo molto breve credo sia meglio scegliere e andare a fondo. Sarebbe bello che tu riscrivessi il tutto sotto forma di istruzioni, di regole, ecc, ma questa forma ibrida "annacqua" le pur belle idee che vi ho trovato. Non solo: ci sono tanti elementi, forse troppi, accennati (come il nuoto, ma non solo, l'erba voglio, la recita) che non vengono approfonditi e che sviano l'attenzione di chi legge dal nucleo fondamentale del racconto, ossia l'organizzazione e lo svolgimento della caccia al tesoro. 
Tu hai uno stile particolare, con idee deliziose, qui ho avuto l'impressione che il volere mostrare e non raccontare ti abbia resa un  po' indecisa nelle scelte narrative e il risultato è un racconto che, pur avendo delle potenzialità, non convince. 
Hai ragione, @ivalibri  e ti ringrazio per le tue annotazioni e i consigli. :flower:

Anche sul taglio teatrale che hai notato, hai ragione. All'inizio era un'idea che mi frullava in testa.


ivalibri ha scritto: Certamente hai fatto bene a sperimentare. Anche se conoscendo la tua particolare voce autoriale mi verrebbe da dirti di andare più a fondo nel tuo approccio particolare alla scrittura. Forse lo show don't tell non è congeniale alla tua voce.
:si:  Mi conosci quanto basta, cara Ivana. 
Di sabbia e catrame è la vita:
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Re: [Lab3] Caccia al tesoro

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Ciao mia diletta @Poeta Zaza 

Questi tuoi racconti mi riportano sovente alla mia infanzia: come i tuoi due protagonisti anche io, alla loro età, vivevo in un grande palazzone ai confini della città, circondato da enormi prati alberati, su cui si svolgevano i giochi e sovente gli scontri dei ragazzini del posto.

Realistico il tema delle ristrette risorse finanziarie dei genitori e le rinunce obbligate cose che ragazzi di famiglie più agiate potevano avere.
Come molti dei tuoi racconti, la storia possiede una morale propedeutica che premia le buone intenzioni.
I due ragazzi scoprono che possono superare le loro tensioni attraverso l'impegno comune in un gioco educativo che li porta a collaborare in vista di un risultato.

Il racconto è scritto con la grazia che ti è propria e scorre fluido nella lettura.
Il tema dello «show don't tell»  è ampiamente rispettato.
Mi complimento come sempre per la lettura che mi hai offerto.

Un saluto e un abbraccio.  <3

Re: [Lab3] Caccia al tesoro

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Nightafter ha scritto: Il racconto è scritto con la grazia che ti è propria e scorre fluido nella lettura.
Il tema dello «show don't tell»  è ampiamente rispettato.
Troppo buono, @Nightafter   :)
Nella prima parte ci ho provato molto di più a "mostrare", nella seconda molto meno.
Ma è stato utile partecipare e sono lieta di averci trovato anche te.  :hug:
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Re: [Lab3] Caccia al tesoro

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Mina ha scritto: Refuso I ragni mordono, non pungono

Molto carina questa storia. I dialoghi suonano a volte artificiali, ma questo contribuisce alla generale sensazione straniante del racconto, con tutti che si comportano in una maniera molto bizzarra, che ho apprezzato. 
Grazie delle note e delle tue positive considerazioni, @Mina  :)
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