[Lab 1] Aurelia

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«Oggi a pranzo mi é sembrato di magiare un fienile!» la sedia cigola sotto al disagio di Aurelia.
«Signora, sono cento grammi di rucola tagliata in maniera grossolana. Ci ha aggiunto i cento grammi di salmone affumicato e i sessanta grammi di pasta?» risponde il dottore nascosto a metà dalla scrivania.
«Ovvio dottore, e mi sono mangiata tutto. Per quanto il salmone fosse troppo salato e la rucola troppo piccante.» 
Le dita leggermente gonfie stringono la borsetta che sembra ancora più piccola appoggiata sulle cosce generose. Il dottore non può vedere le cuciture della gonna stressate dalla carne abbondante, ma Aurelia ne è consapevole.
«Signora Masnielli, qual è il problema? È appena il primo giorno di dieta.»
«Non penso di farcela con la colazione di domani. Mio marito non ha ancora finito la colomba, mio figlio si ingozza di biscotti al cioccolato e io mi devo accontentare di una tisana al finocchio e due biscotti integrali.»
Un lieve tremito attraversa le mani composte del dottore, come se la pazienza gli fosse uscita proprio dalla punta delle dita. Ma deve averne una bella scorta, lui; lei no. 
No, perché sembra che scalpiti su quella sedia scomoda. Tutta protesa in avanti,  forse solo per evitare un raggio di sole abbagliante, Aurelia è pronta a sferrare il suo attacco.
«Ma come la mettiamo se sgarro? Si arrabbierà?» dice con gli occhi dolci di una bambina che ha in mente una marachella.
«Allora, signora Masnielli, cerchiamo di tornare in noi. Per prima cosa la dieta è una sua libera scelta, lei mi paga affinché io gliela prescriva; quindi è libera di fare ciò che vuole. È lei che desidera perdere peso, anche se di fatto non soffre di alcuna forma di obesità. È lei che lo desidera, quindi è lei e solo lei che può arrabbiarsi. Dal mio punto di vista non sarebbe nemmeno necessario.»
Le parole dure si infrangono, o forse meglio, rimbalzano sul seno burroso che occhieggia dalla scollatura senza minimamente scalfire l’allure capricciosa di Aurelia. Anzi agita con decisione il ventaglio a sbaragliare non solo i primi caldi di maggio, ma anche l’eccesso di razionalità del dottor Pralessi, Gaultiero Pralessi per la precisione.
Il dottore cerca conforto giocherellando con una penna, lei incalza.
«Non per dire, ma non è nemmeno facile andare avanti, non sapendo quali rinunce mi aspettano la settimana prossima. Lei mi dà solo il menù di una settimana per volta e io vivo nella più assoluta incertezza.»
«Aurelia, mi permetta di chiamarla così, mi ascolti. Sono due anni che lei frequenta il mio studio e credo anche di averle dimostrato tutta la mia comprensione e aver rispettato tutte le sue esigenze. Lei insiste a voler perdere dieci chili, esattamente quei dieci chili che, a suo avviso, sono di troppo attorno ai suoi fianchi.»
«Esatto»
«Vorrei però che lei fosse consapevole del fatto che nessuna dieta al mondo va a colpire in un punto preciso, sarà un dimagrimento diffuso che andrà a colpire e scolpire ogni parte del suo corpo, a partire dal viso, il seno, il ventre fin giù alle cosce e ai polpacci. Certo se esegue la ginnastica mattutina che le ho consigliato, il girovita si assottiglierà in maniera più sensibile. Questo glielo posso assicurare.»
Ad ogni parola Aurelia sposta il peso da una natica all’altra. Non si vede a fare crunch, side plank, mountain climbers e chissà che altro ancora. Nei suoi sogni lei si immagina di essere una Marini, morbida, abbondante ma non troppo e sexy, tanto sexy. Suo marito invece ha in mente quelle silfidi che sembrano disegnate col righello.
«Dottor Gaultiero, se mi permette,» miagola con le labbra a formare un carnoso cuoricino, «cerchi di capire, io quegli esercizi non riesco proprio a farli prima di andare in ufficio.»
«Ma li faccia dopo, signora, sono efficaci comunque!»
«Il problema rimane lo stesso, non posso farli.»
«Insomma, signora, lei li deve fare. Se non riesce a farli bene all’inizio, non ha importanza, vedrà che giorno per giorno migliorerà sempre di più. Si faccia coraggio.»
Il dottore doppia la scrivania. In piedi di fianco a lei riprende in tono pacato.
«Lei sa, vero, che non è necessario che lei dimagrisca? I suoi esami del sangue e delle urine sono perfetti, il suo peso non è tale da influire in maniera sensibile su ossa e giunture. Semplicemente lei è una bellezza latina dalle forme morbide. Ci sono fior di modelle floride, fiere del loro aspetto.»
Il dottor Pralessi guarda dall’alto la sua paziente e gli pare che dei confini si stiano dissolvendo. Non che siano scomparsi del tutto, sono solo più vaghi, più curvilinei come a seguire le forme generose di Aurelia.
La schiena dritta e il capo basso, Aurelia, prima di alzarsi, ribatte coraggiosa.
«Le ho detto che io voglio perdere quei dieci maledetti chili, ma proprio non posso. Fare gli esercizi, intendo.»
In piedi Aurelia è leggermente più bassa del dottore e alle sue spalle sente come lui chiede a voce bassa: «Mi dica cosa glielo impedisce, che non riesco ad immaginarmelo.»
Ormai sono alla porta dello studio, certa della via di fuga, Aurelia sente di poter fare questa imbarazzante confidenza studiando i disegni del parquet.
«Mio marito, dottore, mio marito»
«Come sarebbe, suo marito?»
«Lui ride, ride tantissimo, ride a crepapelle, ride fino ad avere le lacrime agli occhi, ride perché gli sembro una balena spiaggiata e poi se ne va per lasciarmi la mia privacy.»
Il dottore richiude lo spiraglio di porta che aveva appena aperto.
Guarda Aurelia, morbida e invitante come un bignè. Gli torna in mente la melodia scanzonata di Rosalina. Preso da non si quale spiritello, in barba a tutte le regole dell’ordine, le solleva il doppio mento e delicato, come può essere solo un uomo paziente conquistato dalle debolezze, prima di baciarla, le sussurra: «Tu e tuo marito non capite proprio niente di bellezza e sex appeal.»
Aurelia cede al bacio, all’abbraccio e alle carezze lievi, aderisce soffice al camice di Gualtiero.
Il dottore e la paziente sono scomparsi lasciandosi alle spalle un uomo e una donna che forse hanno trovato un che di prezioso e clandestino.
«Tu non hai bisogno di una dieta, tu hai bisogno di amore.»
Fra Gualtiero e Aurelia non c’è spazio per altre parole.
Qualsiasi altra cosa si vogliano dire, la dicono pelle a pelle sul divano dello studio, testimone muto dell’inizio di un'altra storia.
 
Gualtiero rimira l’orecchino, prima di riporlo nella scatola dei trofei di tutte le sue pazienti. Nell’aria c’è ancora il profumo di sesso misto a Chanel N.5, che Aurelia si è lasciata alle spalle.
Ci ripensa. Chiude la scatola nell’armadio e lascia l’orecchino sulla propria scrivania.
Attraverso la cornetta sente il bip della segreteria telefonica: «Buona sera signora Masnielli, sono il dottor Pralessi, le ricordo il nostro appuntamento di domani 19 maggio alle 17.30. Mi avvisi qualora fosse impossibilitata, per cortesia.”
Restituirà l’orecchino domani, Gualtiero lo sa, questa volta non gli basta un souvenir.

Re: [Lab 1] Aurelia

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Ciao @Almissima, il racconto in generale m’è piaciuto.
Lascio qui qualche nota, con la premessa che si tratta di opinioni personalissime e fallibilissime.


RITMO
  ha scritto:«Allora, signora Masnielli, cerchiamo di tornare in noi. Per prima cosa la dieta è una sua libera scelta, lei mi paga affinché io gliela prescriva; quindi è libera di fare ciò che vuole. È lei che desidera perdere peso, anche se di fatto non soffre di alcuna forma di obesità. È lei che lo desidera, quindi è lei e solo lei che può arrabbiarsi. Dal mio punto di vista non sarebbe nemmeno necessario.»
Trovo molto riuscito l’uso della ripetizione; il lei-lei-lei regala il giusto ritmo e trasmette perfettamente il pensiero del medico. Io cavalcherei la cosa usando un corsivo per aumentarne il risalto.
  ha scritto:«Lui ride, ride tantissimo, ride a crepapelle, ride fino ad avere le lacrime agli occhi, ride perché gli sembro una balena spiaggiata e poi se ne va per lasciarmi la mia privacy.»
Qui invece ti suggerirei di esaltare la ripetizione:
«Lui ride» Pausa per alzare la tensione, metterei un gesto «ride tantissimo, ride a crepapelle, ride fino ad avere le lacrime agli occhi, ride perché gli sembro una balena spiaggiata» Seconda pausa «e poi se ne va per lasciarmi la mia privacy.» Risoluzione della tensione.
  ha scritto:«Tu non hai bisogno di una dieta, tu hai bisogno di amore.»
E’ la frase chiave, esce troppo precipitosa. Servirebbe a mio parere o un punto tra le due frasi o un inciso.


VERBI DI ASSEGNAZIONE AL DISCORSO DIRETTO
  ha scritto:«Ma come la mettiamo se sgarro? Si arrabbierà?» dice con gli occhi dolci di una bambina che ha in mente una marachella.
«Dottor Gaultiero, se mi permette,» miagola con le labbra a formare un carnoso cuoricino,
Parere personale: sono spesso ridondanti e tolgono ritmo. Perfetto l’uso in testa (“risponde il dottore nascosto a metà dalla scrivania”) per fare il set-up della scena ma poi io semplicemente li eliminerei:
«Ma come la mettiamo se sgarro? Si arrabbierà?» Ha gli occhi dolci di una bambina che ha in mente una marachella.
«Dottor Gaultiero, se mi permette,» le labbra s’incurvano a formare un carnoso cuoricino,


ASSEGNAZIONE DELLA BATTUTA AL PARLANTE CORRETTO
  ha scritto:Aurelia è pronta a sferrare il suo attacco.
«Ma come la mettiamo se sgarro? Si arrabbierà?»
Io porterei la battuta di Aurelia sulla stessa riga in cui Aurelia è l’ultimo personaggio citato, eliminando l’a-capo. Questo aiuta anche nell’eliminare i verbi di assegnazione.
In alcuni casi poi si sposa pure meglio con la velocità della scena, che così diventa percepita e non solo enunciata. Ad esempio in questo caso:
  ha scritto:lei incalza.
«Non per dire,
 
 
CONSIDERAZIONI NON RELATIVE AI DIALOGHI
  ha scritto:Suo marito invece ha in mente quelle silfidi che sembrano disegnate col righello.
E’ uno spoiler: arriva troppo presto. Lascia che la colpa del marito sbuchi più avanti, dopo aver costruito più tensione (che così invece risulta smorzata: è un peccato).
  ha scritto:le mani composte del dottore
ribatte coraggiosa
Io sono più minimalista, in un mio testo avrei eliminato quegli aggettivi perché a mio parere aggiungono poco e non rappresentano (mi pare) l’interpretazione di uno dei due personaggi.
Se invece vuoi caratterizzare i personaggi attraverso gli aggettivi che usano per interpretare il mondo che hanno davanti, potresti decidere di andarci più netta: non è “coraggiosa”, è “un’amazzone” (per capirci).
  ha scritto:Guarda Aurelia, morbida e invitante come un bignè.
Di nuovo un commento molto personale: ridurre al massimo i “come”, andando dritti sulla seconda parte del paragone. Per capirci:
Guarda Aurelia, morbida e invitante: un bignè.
  ha scritto:Tutta protesa in avanti,  forse solo per evitare un raggio di sole
lasciandosi alle spalle un uomo e una donna che forse hanno trovato un che di prezioso e clandestino
Eccesso di timidezza: okay non essere troppo netti ma puoi limitare i “forse”, a mio parere, perché se non è un “forse” attribuito senza dubbi ad uno dei personaggi allora è un “forse” della voce narrante, e il lettore si sente come un passeggero che si accorge che il guidatore non tiene le mani salde sul volante.

Re: [Lab 1] Aurelia

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Almissima ha scritto: «Oggi a pranzo mi é sembrato di magiare un fienile!» la sedia cigola sotto al disagio di Aurelia.
L’apertura è ottima. Ti proietta subito nella situazione. Mi sono immaginata una “grassona” a dieta. 
Almissima ha scritto: cento grammi di rucola tagliata in maniera grossolana. 
Quel “tagliata in ecc.” sa troppo di ricettario mi suona un po’ innaturale. Mi fermerei a rucola.
Almissima ha scritto: Ma deve averne una bella scorta,
Qui parli della pazienza del dottore.  Fa capolino il narratore onniscente, meglio asciugare. 
Almissima ha scritto: Il dottore cerca conforto giocherellando con una penna, lei incalza.
Anche in questa frase avrei evitato di sottolineare di “cercare il conforto”  perché già azione di giocherellare rende bene l’emozione sottostante.
Almissima ha scritto: Preso da non si quale spiritello,
Anche questa precisazione l’avrei evitata. 
Almissima ha scritto: Gualtiero rimira l’orecchino, prima di riporlo nella scatola dei trofei di tutte le sue pazienti.
Wow, questo sì che è un colpo di scena…

Ciao @Almissima 

ho letto con piacere il tuo racconto, quasi una scena  da operetta. Tutta la situazione è ai confini della realtà. I personaggi sono belli carichi,  e la situazione di per sé è paradossale e divertente.
Dal punto di vista dell’esercitazione, contestualizzando la tipologia di narrato quasi teatrale,  i dialoghi funzionano.  Credo che  potresti asciugare le didascalie che appesantiscono il testo (ti ho fatto alcuni esempi sopra)  Fai compiere molte azioni che fanno ben comprendere a chi legge gli stati emotivi dei personaggi, senza bisogno di doverli spiegare. 
Comunque è un racconto godibile che mi ha divertita e anche spiazzata… vai a fidarti dei dietologi! Anche se la signora a quanto pare apprezza  😀
Complimenti!

Re: [Lab 1] Aurelia

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Ciao @Almissima  
Molto divertente e leggerina la tua Rosalina.
La poverina è assolutamente poco portata per la dieta, cede facilmente alle tentazioni, e non solo a quelle dello stomaco.
Ti dico giusto due cose che ritengo possano esserti utili:
Almissima ha scritto: gio mag 12, 2022 5:30 pm«Oggi a pranzo mi é sembrato di magiare un fienile!» la sedia cigola sotto al disagio di Aurelia.
«Signora, sono cento grammi di rucola tagliata in maniera grossolana. Ci ha aggiunto i cento grammi di salmone affumicato e i sessanta grammi di pasta?» risponde il dottore nascosto a metà dalla scrivania.
Io non credo che il taglio delle verdure facciano parte delle indicazioni della dieta, può anche starci ma quello che non serve alla narrazione va eliminato.
Un piccolo refuso: Risponde con la maiuscola.
Almissima ha scritto: gio mag 12, 2022 5:30 pmIl dottore non può vedere le cuciture della gonna stressate dalla carne abbondante, ma Aurelia ne è consapevole.
Anche in questo caso, se il dottore non può vederle, cosa conta dirlo? I dettagli andrebbero inseriti quando servono alla storia. Il fatto che lui non può vedere le cuciture non serve, come dice un cavapupazzi di nostra conoscenza, Zac via!
Almissima ha scritto: gio mag 12, 2022 5:30 pmNo, perché sembra che scalpiti su quella sedia scomoda. Tutta protesa in avanti,  forse solo per evitare un raggio di sole abbagliante, Aurelia è pronta a sferrare il suo attacco.
Sembra, forse, non danno il senso di chiarezza.  La signora scalpita, protesa in avanti, è pronta a sferrare il suo attacco. Il raggio di sole è bello ma o è protesa per evitare il sole negli occhi o per sferrare il suo attacco.
Almissima ha scritto: gio mag 12, 2022 5:30 pmsul seno burroso
Quante volte l'abbiamo letta o sentita dire? troppo abusato.
Almissima ha scritto: gio mag 12, 2022 5:30 pmma anche l’eccesso di razionalità del dottor Pralessi, Gaultiero Pralessi per la precisione.
Per la precisione di chi? perchè hai sentito il bisogno di precisare, non mi sembra necessario. In più, l'autore dovrebba assentarsi completamente dalla storia, starne fuori e lasciare che la narrazione vada avanti di scena in scena.
Però, credo che tu abbia scelto il punto di vista del narratore onniscente, e quindi, in tutti gli altri casi, dove l'autrice istruisce il lettore, va bene così, tranne in questo caso che a me sembra davvero spezzare la storia per precisare una cosa inutile.
Almissima ha scritto: gio mag 12, 2022 5:30 pmAurelia cede al bacio, all’abbraccio e alle carezze lievi, aderisce soffice al camice di Gualtiero.
Eccola la, e quando li perde dieci chili una così arrendevole, almeno poteva resistere appena un po'.

Va bene, a parte gli scherzi, trovo i dialoghi convincenti per il ritmo e il lessico, per quel che riguarda la dinamica alcune cose sono da aggiustare. Ti dico subito che io sto valutando secondo le mie conoscenze da autodidatta, potrei anche dire castronerie, quindi sentiti libera di dirmi quello che pensi, se non sei d'accordo.
La protagonista è emersa generosamente dalla storia e mi è piaciuta molto, con tutte le sue debolezze.

Questo racconto trova la sua forza nella tua abilità nel fare descrizioni, nell'idea di trama e nel tema, che non è la promessa, bensi la debolezza della carne.
Trovo che sia una buona prova, con qualche piccolezza da limare.

Re: [Lab 1] Aurelia

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Ciao @Almissima 

Delizioso questo racconto, la scrittura è fluida e coinvolgente.
La vicenda raccontata è divertente e piena di ironia.
Il finale è maliziosamente boccaccesco: direi che la lettura stessa, alla luce della fisima per l’inutile dieta dimagrante della protagonista, fa nascere nel lettore la pulsione a un simile finale.

Soprattutto apprendendo, a maggior ragione, nel corso della storia che la paziente insofferente alla dieta, sia in realtà una bella donna dal fisico procace e sicuramente invitante, purtroppo maritata a uno di quegli uomini evidentemente amanti dei fisici androgeni e con ossa pungenti a vista.

La figura del dietologo assume nella conclusione del racconto la luce ambigua di un seduttore seriale che, in barba al codice deontologico vigente nel rapporto tra medico e paziente, lucra le sue conquiste femminili nell’ambito delle donne sicuramente plagiabili per i loro problemi di autostima, dalle brame del subdolo Casanova.

Figura che pur nell’aver ridonato positivamente alla donna la giusta dose di autostima, non ci risulta simpatica in virtù del collezionismo sessuale attuato sulle pazienti, spinta al punto di conservare cimeli personali delle prede conquistate.

Ottima prova di scrittura. Complimenti.
Alla prossima, carissima.  (y)

Re: [Lab 1] Aurelia

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@Almissima ha scritto: @Almissima
Ciao!
Provo a dare un contributo:

Oggi a pranzo mi é sembrato di magiare un fienile!» la sedia cigola sotto al disagio di Aurelia.
«Signora, sono cento grammi di rucola tagliata in maniera grossolana. Ci ha aggiunto i cento grammi di salmone affumicato e i sessanta grammi di pasta?» risponde il dottore nascosto a metà dalla scrivania.
«Ovvio dottore, e mi sono mangiata tutto. Per quanto il salmone fosse troppo salato e la rucola troppo piccante.»
Le dita leggermente gonfie stringono la borsetta che sembra ancora più piccola appoggiata sulle cosce generose. Il dottore non può vedere le cuciture della gonna stressate dalla carne abbondante, ma Aurelia ne è consapevole.
«Signora Masnielli, qual è il problema? È appena il primo giorno di dieta.»
OTTIMO INIZIO, CHE INQUADRA SUBITO IL PERSONAGGIO DI AURELIA. HO TROVATO UN PO’ FORZATA LA PRMA FRASE DEL DOTTTORE, QUASI COME SE FOSSE UNA TUA SPIEGAZIONE E NON DEL PERSONAGGIO: PERCHÉ DOVREBBE SPECIFICAR CHE LA RUCOLA È TAGLIATA IN MANIERA GROSSOLANA? INOLTRE NON MI TORNA CHE SIA IL PRIMO GIORNO VISTO CHE POI SCOPRIAMO CHE SONO DUE ANNI CHE FREQUENTA LO STUDIO. FORSE È IL PRIMO GIORNO DI QUESTA DIETA?

Un lieve tremito attraversa le mani composte del dottore, come se la pazienza gli fosse uscita proprio dalla punta delle dita. Ma deve averne una bella scorta, lui; lei no. QUESTA FRASE NON L’HO CAPITA, FORSE È UN MODO DI DIRE CHE NON CONOSCO
«Ma come la mettiamo se sgarro? Si arrabbierà?» dice con gli occhi dolci di una bambina che ha in mente un
a marachella.
«Allora, signora Masnielli, cerchiamo di tornare in noi. Per prima cosa la dieta è una sua libera scelta, lei mi paga affinché io gliela prescriva; quindi è libera di fare ciò che vuole. È lei che desidera perdere peso, anche se di fatto non soffre di alcuna forma di obesità. È lei che lo desidera, quindi è lei e solo lei che può arrabbiarsi. Dal mio punto di vista non sarebbe nemmeno necessario.» UN MEDICO CHE DÀ UNA DIETA QUANDO NON È NECESSARIA, POCO ETICO, EH? PER IL DIALOGO, SIAMO ANCORA NELLA FASE IN CUI SPIEGA DATI OGGETTIVI.

Le parole dure si infrangono, o forse meglio, rimbalzano sul seno burroso che occhieggia dalla scollatura senza minimamente scalfire l’allure capricciosa di Aurelia. BELLO QUESTO PASSAGGIO
 
«Aurelia, mi permetta di chiamarla così, mi ascolti. Sono due anni che lei frequenta il mio studio e credo anche di averle dimostrato tutta la mia comprensione e aver rispettato tutte le sue esigenze. Lei insiste a voler perdere dieci chili, esattamente quei dieci chili che, a suo avviso, sono di troppo attorno ai suoi fianchi.» TOGLIEREI L’ULTIMA PARTE, FORSE UN PO’ DIDASCALICA.
 
«Vorrei però che lei fosse consapevole del fatto che nessuna dieta al mondo va a colpire in un punto preciso, sarà un dimagrimento diffuso che andrà a colpire e scolpire ogni parte del suo corpo, a partire dal viso, il seno, il ventre fin giù alle cosce e ai polpacci. UHM, QUALCOSA NON MI TORNA: IL FATTO CHE DIA QUESTA SPIEGAZIONE È UN PO’ INVEROSIMILE PER QUANTO È OVVIA.

Ad ogni parola Aurelia sposta il peso da una natica all’altra. Non si vede a fare crunch, side plank, mountain climbers e chissà che altro ancora. Nei suoi sogni lei si immagina di essere una Marini, morbida, abbondante ma non troppo e sexy, tanto sexy. Suo marito invece ha in mente quelle silfidi che sembrano disegnate col righello. QUESTA FRASE FUNZIONA, MA SIN QUI I DIALOGHI NON HANNO AVUTO UN VERO RUOLO ATTIVO: QUESTI STESSI CONCETTI NON POTEVANO ESSERE DETTI (VISTO LO SCOPO DEL RACCONTO) ANZICHÉ LASCIATI ALLA DESCRIZIONE TERZA (CHE È LA FORMA CHE GUIDA E DESCRIVE LA VICENDA)? 
 
«Lei sa, vero, che non è necessario che lei dimagrisca? I suoi esami del sangue e delle urine  TOGLIEREI, APPESANTISCE 

Il dottor Pralessi guarda dall’alto la sua paziente gli pare che dei confini si stiano dissolvendo. Non che siano scomparsi del tutto, sono solo più vaghi, più curvilinei come a seguire le forme generose di Aurelia. BELLO!

LA PIANTO QUI, perché SE NO DIVENTEREI RIPETITIVO.
Posso dire che il racconto mi è piaciuto e mi ha sorpreso. Scritto con delicatezza e stile. L’unica cosa è che mi sembra che i dialoghi non siano l’elemento trainante, che è lasciato alla narrazione esterna.
Come sempre, se trovi qualcosa di utile nelle mie elucubrazioni, fanne uso, altrimenti butta via tutto e vaia innanzi.

Di nuovo complimenti per il bel racconto!

Re: [Lab 1] Aurelia

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Ciao @Almissima  anche a me la tua Aurelia è stata proprio simpatica e questo malizioso gioco tra ingenuità e innocenti capricci ha creato nel testo una crescente e piacevole attenzione...
Fondamentalmente credo anche io, come chi mi ha preceduto, che ci siano stati degli attimi in cui nella narrazione è confluita la presenza del narratore e in qualche frase come questa :
[font="Open Sans", "Segoe UI", Tahoma, sans-serif]Ormai sono alla porta dello studio, certa della via di fuga, Aurelia sente di poter fare questa imbarazzante confidenza studiando i disegni del parquet[/font]
penso che sarebbe stato più fluido utilizzare "arrivati ormai alla porta..." ma sto davvero tirando fuori imbarazzanti quisquilie perciò ti ringrazio per avermi fatto compagnia con questo simpatico e originale racconto e buon proseguimento (y)

Re: [Lab 1] Aurelia

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Ciao @Almissima, il tuo racconto mi è piaciuto molto.
Mi piace l'incipit che ci butta direttamente nella storia senza tanti preamboli. La storia c'è, è divertente e ben congegnata. Tieni alta l'attenzione del lettore fino alla fine e alla fine c'è il colpo di scena inaspettato.

Per quanto riguarda l'esercitazione, trovo che i dialoghi siano efficaci e l'unica cosa che asciugherei sono le didascalie tra un dialogo e l'altro. Per questo sottoscrivo le limature che ti hanno suggerito qui sopra.
Almissima ha scritto: Un lieve tremito attraversa le mani composte del dottore, come se la pazienza gli fosse uscita proprio dalla punta delle dita. Ma deve averne una bella scorta, lui; lei no. 
No, perché sembra che scalpiti su quella sedia scomoda.
Giusto per essere pignola, io non ripeterei "lui; lei no. No, perché" , ma metterei:
Un lieve tremito attraversa le mani composte del dottore, come se la pazienza gli fosse uscita proprio dalla punta delle dita. Ma deve averna una bella scorta, lui. Lei no, perché sembra che scalpiti su quella sedia scomoda.

Simpatica la figura di Aurelia, nelle sue debolezze. E, in fondo, non riesco neppure a percepire come antipatico Gualtiero, che coglie ciò che i mariti di quelle donne non sanno apprezzare.

Re: [Lab 1] Aurelia

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Ciao @Almissima ho letto con molto piacere la tua storia. Provo a fare qualche considerazione.
Almissima ha scritto: «Oggi a pranzo mi é sembrato di magiare un fienile!» la sedia cigola sotto al disagio di Aurelia.
L'apertura introduce splendidamente il tema.
Almissima ha scritto: «Ovvio dottore, e mi sono mangiata tutto. Per quanto il salmone fosse troppo salato e la rucola troppo piccante.» 
Questa risposta presuppone che c'è una certa confidenza con il dottore.
Almissima ha scritto: Un lieve tremito attraversa le mani composte del dottore, come se la pazienza gli fosse uscita proprio dalla punta delle dita. Ma deve averne una bella scorta, lui; lei no. 
Questa considerazione è molto bella, ma immagino che sia abituato a ben di peggio come dietologo. Ma probabilmente, la pazienza deriva dal fatto che conosce bene la signora e ogni volta trova qualcosa di cui lamentarsi.
Almissima ha scritto: «Allora, signora Masnielli, cerchiamo di tornare in noi. Per prima cosa la dieta è una sua libera scelta, lei mi paga affinché io gliela prescriva; quindi è libera di fare ciò che vuole. È lei che desidera perdere peso, anche se di fatto non soffre di alcuna forma di obesità. È lei che lo desidera, quindi è lei e solo lei che può arrabbiarsi. Dal mio punto di vista non sarebbe nemmeno necessario.»
Mi sembra troppo lungo questo passaggio. Io lo asciugherei. Ma è solo un'idea e un parere personale.
Almissima ha scritto: Le parole dure si infrangono, o forse meglio, rimbalzano sul seno burroso che occhieggia dalla scollatura senza minimamente scalfire l’allure capricciosa di Aurelia. Anzi agita con decisione il ventaglio a sbaragliare non solo i primi caldi di maggio, ma anche l’eccesso di razionalità del dottor Pralessi, Gaultiero Pralessi per la precisione.
Qui viene fuori la tua capacità descrittiva, semplice e deliziosa. 
Almissima ha scritto: «Lei sa, vero, che non è necessario che lei dimagrisca?
Per non ripetere lei inizierei "Lo sa, vero, che...
Almissima ha scritto: «Lui ride, ride tantissimo, ride a crepapelle, ride fino ad avere le lacrime agli occhi, ride perché gli sembro una balena spiaggiata e poi se ne va per lasciarmi la mia privacy.»
Non so, mi fa un po' strano quel finale di frase. Ma è un'impressione. A quel punto anche un po' di autoironia non sarebbe guastata: "..se ne va senza neanche chiamare il WWF. Vabbè, scusa.

Mi è piaciuta questo racconto, Si riconosce il tuo stile preciso, semplice, che trasmette con pochi passaggi tutte le sensazioni dei personaggi.
Una piacevole lettura, Come sempre.

Re: [Lab 1] Aurelia

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Almissima ha scritto: Gaultiero Pralessi per la precisione
è superfluo, lo taglierei. O mi dici subito il nome insieme al cognome oppure non lo dici proprio, non cambia nulla.
Almissima ha scritto: Tu non hai bisogno di una dieta, tu hai bisogno di amore.»
Ammazza che sciupafemmine il dottore. A parte gli scherzi, per un gusto personale non gli attribuirei questa battuta (che mi rimanda alle soap tipo Cento Vetrine :D ). In fondo un bacio dice più di mille parole, no?

Ciao Almissima. Innanzitutto ti faccio i complimenti perché il tuo racconto secondo me è tra i migliori per quel che riguarda la gestione del dialogo. Le battute sono precise, credibili, si attribuisce ciascuna al personaggio senza alcun problema. I due protagonisti sono caratterizzati bene, con i gesti, le movenze e i pensieri che accompagnano le battute di dialogo e gli danno buon spessore. Da lettore sono riuscito a visualizzare benissimo la scena e ho provato una leggera simpatia per entrambi. 
Riguardo la sostanza: è un racconto leggero, una storia d'amore (che verrà?) con una lieve virata erotica (ah, il caro buon vecchio Simone Volponi qui avrebbe commentato con gusto...) che forse poteva essere leggermente più spinta (sono peccaminoso?). Insomma, è una lettura piacevole. Solo una domanda, però, riguardante il contest: la promessa quale sarebbe? Su questo punto ho avuto difficoltà a capire, forse la promessa di perdere peso? Un po' deboluccia.
A rileggerti!

Re: [Lab 1] Aurelia

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Caro @Joyopi ,
Sulla questione della promessa hai perfettamente ragione. È tutta la situazione ad essere molto promettente, ma appunto vaga. 
La virata erotica poteva essere più decisa, sono d'accordo con te, perché Aurelia é carnale e il dottore molto esperto, però a metterci i dialoghi mi venivano scene tendenti al grottesco. Allora ho preferito rinunciare.
Andrò a guardare "cento vetrine" per capire quale cliché mi ha catturato e grazie delle gentili osservazioni e dei complimenti. 
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