L'amore non é carnivoro

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- Per favore Fulvio, stai fermo che ti devo mettere a posto i capelli.
- Perché papà?
- Perché voglio che ti presenti bene e con i capelli che hai sembri uno che ha messo le dita nella presa elettrica.
- Ma se uno mette le dita nella presa gli vengono i capelli come i miei?
- E’ un modo di dire Fulvio, le prese non le devi mai neanche guardare, hai capito?
Fulvio sembra distratto, ma Giulio per sincerarsi chiede: -Le prese sono buone o cattive?
Fulvio lo guarda serio poi urla: - CATTIVEEEE.
- Fulvio non urlare sempre e ti prego non farlo davanti a Lucia, almeno per una volta cerchiamo di sembrare normali.
Fulvio si zittisce, un’ombra scura gli appare sul viso.
- Papà io non posso essere normale, sono un ”ritardato”.
- Ma cosa dici? Chi si è permesso di dire una cosa simile?
- A scuola Marcello e Luca qualche volta me lo dicono, allora la maestra Silvana si arrabbia. Una volta l’hai detto anche tu papà, ma io non me la sono presa, eri tanto nervoso quando la mamma se ne è andata con quell’uomo cattivo.
Giulio fa finta di non aver sentito l’ultima parte del discorso.
 - Hai fatto bene a dirmelo, ora con i genitori di quei due ci parlo io.
- NO PAPA’- urla Fulvio - se lo fai poi dicono che sono un mammone che si nasconde sotto le gonne.
- Ma io non sono la mamma e non ho nessuna gonna dove ti puoi nascondere.
- Non importa papà, promettimi che non dirai niente.
 Giulio lo guarda: - Promesso. Ora anche tu mi devi fare una promessa: non parlare della mamma come fai sempre quando porto qualche donna  a casa.
Fulvio sbuffa: - Perché non posso mai parlare della mia mamma?
- Perché sono cose private della nostra famiglia che agli altri non interessano, dunque promesso?
Fulvio dice a bassa voce: -Promesso.  
Giulio gli tende la mano, Fulvio gliela stringe  usando  tutta la sua forza .
- Papà questa Lucia è più bella della mamma?
 Giulio sospira:- Non lo so, sono diverse:  la mamma è bionda con gli occhi chiari, Lucia è scura e ha gli occhi  scuri, insomma sono come ti ho detto diverse.
- Allora è più brutta.
- Fulvio non ti ho detto questo e poi una persona non si giudica dal suo aspetto te lo dico sempre.
- Io papà avrò mai una fidanzata?
- Certo e perché non dovresti?
- Alcuni miei compagni sono fidanzati: a me piace Gemma, ma lei è innamorata di Roberto, uno della terza C.
- Fulvio sei piccolo, hai solo undici anni, goditi la bellezza della tua età avrai il tempo per ogni cosa. 
Giulio aggiunge sulla tavola due bottiglie di acqua e una piccola Coca-cola per Fulvio.
Fulvio prende un bicchiere e apre la bottiglia , Giulio girato a rassettare non se ne avvede e quando si accorge è troppo tardi, il ragazzino ha tracannato in un attimo metà bottiglietta.
- Non devi bere ora, ma come te lo devo dire in arabo? Vai in camera tua e stai in silenzio.
- Papà scusa…- prova a dire Fulvio, ma Giulio neanche lo guarda e con la mano gli indica la strada per la sua stanza. Fulvio  è imprevedibile da quando Laura sua moglie se ne andata ha avuto una regressione mentale.  Lo psicologo dice che vede dei segnali di miglioramento, ha undici anni, di colpo si sbloccherà, la verità è che  non si sa mai quello che può combinare, con lui  è una corsa a tempo e più la corsa è lunga più il rischio diventa concreto. L’ultima donna venuta  a casa, seppur  preparata, dopo due cene si era volatilizzata .
Lucia è dolce e ha una buona intelligenza sociale. Giulio fa il pubblicitario e l’ha conosciuta per lavoro: da tre mesi  escono insieme , prima di portarla a casa le ha parlato a lungo di Fulvio e poi cosa importante è una  fumettista,  fa ridere i bambini, chissà che non possa piacere anche al suo. Suona il citofono, Giulio risponde: dall’atro capo una voce sottile dice:- Ciao, sono io.
Giulio ha un piccolo tremito nella voce: - Quarto piano. Fulvio vieni, c’è Lucia.
 L’ascensore arriva al quarto piano, le porte si aprono ed esce Lucia: sul pianerottolo dove a fare gli onori di casa ci sono Fulvio e Giulio.
- Eccoti, ti presento Fulvio.
 Lucia allarga il sorriso e tende la mano.
- Piacere Lucia.
 Fulvio la guarda immobile, i suoi occhi la ispezionano come fosse uno spazio non conosciuto poi intercetta gli occhi di Giulio che si fanno severi  e allora  lento sussurra:- Piacere.
 Per come lo dice a denti stretti Lucia si mette a ridere: ha un modo di ridere contagioso, cosi anche Giulio ride, Fulvio invece continua a ripetere  “piacere, piacere, piacere” cambiando di continuo il tono della voce.  Entrati in casa Lucia si toglie il soprabito, ha una tailleur e scarpe col tacco su gambe lunghe e affusolate che la fanno sembrare un airone.  Sotto la  giacca ha una camicia bianca con in evidenza  una collana dalle perle verdi. Fulvio la guarda e un dubbio lo attraversa: ma questa sarà la mia nuova mamma?
 A tavola si parla di tutto, Lucia sembra a suo agio e quando Fulvio, che parla in continuazione, fa la domanda che nessuno vorrebbe sentirsi fare -Tu ami il mio papà? lei beve un goccio di vino nero poi al gelo rigido dello sguardo di Giulio risponde: - Credo di si tesoro .
- Giovanni ,un mio compagno di scuola, crede di essere un supereroe, ma gli altri lo prendono in giro perché  non è vero.
 Lucia abbozza, Giulio se potesse lo incenerirebbe.  Fulvio sta per dire qualcos’altro, ma Giulio lo taccia.
- Un difetto che ha  Fulvio è che parla troppo  e si dimentica di mangiare e poi lascia tutto nel piatto.
Fulvio lo guarda seccato, abbassa la testa e riprende lento a mangiare. Lucia parla, scherza e Giulio comincia a sciogliersi mentre Fulvio sta in silenzio come se avesse una museruola.  Lucia lo stuzzica.
-Altro che non mangia qui il piatto piange.
Giulio chiede: - Qualcuno vuole ancora un po’ di pesce?
Fulvio lo guarda come si scruta un enigma: - Hai sempre detto che il pesce è inquinato e che non si mangia, perché ora lo mangiamo?
- Non tutto il pesce è inquinato e poi per una volta…
- Io lo so perché mangiamo il pesce, ma non lo posso dire.
- Abbiamo in casa il so tutto io, fai un po’di silenzio che ci guadagni in simpatia.
Lucia da una carezza a Fulvio: - Ma smettila Giulio che è simpaticissimo. 
Fulvio sorride con gli occhi: - Allora posso dirlo?
Lucia fa si con la testa. Giulio ha in bocca un pezzo di pane, lo inghiotte in un attimo, ma i decimi di secondo sui centometristi come Fulvio fanno la differenza.
- A papà non piace  il pesce, è vegano, ma lo fa per far colpo su una persona.
L’inverno è arrivato per Giulio, di colpo si sente come se stesse nudo in mezzo ad una tormenta di neve. Lucia prova a distendere un sorriso  e dice verso Fulvio: - La conosco questa persona?
Fulvio fa solo si con la testa due volte in caso il concetto non fosse stato compreso.
Lucia si gira verso Giulio: - Sei vegano?
- Non proprio direi che sono sulla strada, insomma non sono ancora del tutto convinto.
Poi si alza e va a prendere la frutta in cucina. Lucia lo raggiunge,  lui la guarda, le da un bacio poi dice ad alta voce: - Chi è capace di fare il giocoliere con tre mele?
Fulvio corre in cucina urlando, ma Giulio ha già preso due mele e comincia a farlo poi lo fa con tre.
- Chi vuole scommettere che lo faccio con quattro?
- Io urla Fulvio. Giulio prende le mele e dice: - Se vinco mangi il dolce e vai a letto.
Fulvio perde per un attimo l’entusiasmo, ma che scommessa è mai questa? Gli viene in aiuto Lucia.
- Dai Fulvio scommetti, che se perde ci mangiamo noi la sua parte di dolce.
- Qua la mano. Giulio gliela tende, ma Fulvio pare veder in quella mano sospesa qualcosa di non chiaro.  
- Perché lei non scommette?
- Io faccio da testimone.
Fulvio fa una smorfia strana con la bocca.  
- Io non scommetto. Sergio un mio amico era sicuro di vincere, ma poi  ha perso tutte le figurine e si è messo a piangere;  le femmine lo consolavano, ma i maschi ridevano. Scommettere fa piangere, non mi piace. Bisogna trarre vantaggio dall’esperienza, me lo hai detto tu papà.
Giulio annuisce e maledice tra sé ogni compagno di classe di Fulvio.
- Allora la scommessa la faccio io . Se vinci pago pegno e ti dò un bacio. 
Giulio sorride, prende nelle mani le quattro mele, si concentra, ma sbaglia, una mela cade a terra e Fulvio urla - Abbiamo vinto noi. Giulio guarda Lucia, stasera i baci si contano solo con gli occhi.
Dopo il dolce Giulio dice: - Domani io e Fulvio andiamo fuori al ristorante che lui preferisce.
- Ah, fate i due scapoloni al ristorante…
- Papà non è scapolo, è sposato, la mamma torna, è andata con un uomo cattivo, ma quando se ne accorge torna, vero papà?
Giulio non risponde, guarda solo Lucia con imbarazzo. Lucia sorride, ma pare aver ricevuto una scossa elettrica.
- Non sapevo tornasse, questa si che è una bella novità.
- Ora  è il caso che tu vada a letto.
 - Perché papà? Non sono stanco e poi domani è domenica.
- Non mi interessa, saluta Lucia e lasciaci soli che dobbiamo parlare di lavoro.
Fulvio fa una faccia dubbiosa come se una nuvola gli attraversasse i pensieri.
 - Posso chiedere una cosa papà?
- Nessuna domanda Fulvio, saluta che se no domani non ti svegli  in tempo. 
Nel frattempo suona il cellulare che Giulio si era dimenticato di spegnere e deve risponde. Fulvio guarda Lucia: non è bella come la mamma, ma è vero è carina e poi ha un bel sorriso.
- Allora cosa fai, vai a letto?
- Aspetto papà. Sta parlando con la nonna, tra un po’ litigano, lo fanno sempre. Papà dice che la nonna va ascoltata con un orecchio solo come tutte le donne.
 - Ah, stasera scopro un Giulio inedito.
- La mamma lo ha fatto soffrire tanto, ma non è colpa sua.
- Se non è sua di chi mai è la colpa?
- Di un uomo alto, magro e cattivo, uno brutto che le ha fatto un incantesimo.
 Lucia nell’imbarazzo tenta un mezzo sorriso.
- Ma tanto io mi sono informato, gli incantesimi non durano per sempre, l’ha detto anche la nonna, papà però non ci crede che la mamma possa tornare.
 Lucia gli da una carezza.
- Io la mamma una volta l’ho vista, ero con la nonna al supermercato e ho visto anche l’uomo cattivo. E’ bruttissimo, ha pochi capelli , il naso lungo, e porta pure gli occhiali. Il mio  papà è mille volte più bello.
- Scusami, era mia madre. 
Al solo dirlo si nota un’increspatura di fastidio sulle labbra, ma è cosa impercettibile che dura un istante poi il suo volto riprende la solita compostezza.
-  Beh cosa fai ancora in piedi?
Fulvio è rapido nel rispondere: - L’hai detto tu papà, senza il bacio della buona notte il sonno è meno sereno.
Giulio lo guarda, lo abbraccia e gli da un grosso bacio.
- Posso anch’io?
 Fulvio guarda Lucia sospettoso, poi le avvicina la guancia e lei gli da un bacio caloroso.
 - Posso anch’io?
Lucia ride porgendogli la guancia.
Fulvio la bacia e poi dice: - Uno della terza  ha baciato sulla bocca una mia compagna, ma tanto lei dice che non è rimasta in cinta. Per favore se vi baciate dovete fare una sorellina e non un maschio, ho già pensato al suo nome, Giada.  
Giulio chiede: - Perché Giada ?
Fulvio attende a rispondere poi dice a bassa voce: - E’ il nome della più bella della mia classe. Ho chiesto a Matteo di dirle che mi piace, ma mi ha detto che è già fidanzata.
- Hai capito - sospira Giulio verso Lucia - dovrei prendere lezioni  da lui.  
Fulvio intanto saltella verso camera sua. Giulio e Lucia attendono il silenzio, poi gli occhi dell’uno scompaiono in quelli dell’altro. I loro corpi si cuciono, il vento addomesticato del condizionatore diventa una leggera brezza e la lampada alogena la luce amica della luna. Il filo della notte pare cosi corto quando ci si ama, le parole hanno il suono colorato delle onde del mare. In questa magia che fa sospendere ogni angoscia, un rumore di passi come scossa separa le labbra e li fa alzare di scatto dal divano.
- Papà non riesco a dormire, mi fai un po’ di latte?
Giulio lo guarda come un nemico.
- Il latte, ma cosa ti viene in mente?
- La mamma se non dormivo me lo faceva sempre.
Giulio perde le staffe
- La devi smettere di parlare della mamma, hai capito?
- Ma papà io …
- Fai silenzio, hai rotto le scatole, capito? 
Fulvio balbetta, Lucia chiama alla calma Giulio, poi prende per mano Fulvio e lo porta in cucina a fare il latte. Giulio si sente sconfitto, una nuvola scura gli compare sul viso. Fulvio parla con Lucia.
- Ho visto delle ombre nella stanza, mi fanno paura.
- Sai che anche io da piccola avevo paura delle ombre che entravano nella mia stanza?
 Fulvio le accenna un sorriso e Lucia spenge il latte. Fulvio sta per berlo quando Giulio lo afferra e lo guarda
- Mi vuoi bene?  
Fulvio è sorpreso. - Ma perché me lo chiedi?
- Rispondi alla mia domanda. E intanto che lo dice lo stringe più forte.
- Si papà, ti voglio bene.
 Giulio diminuisce la stretta.
- Allora ricorda, quella donna che tu chiami mamma per noi è MORTA. 
Fulvio beve un goccio di latte poi appoggia la tazza, il silenzio è come un muro di cemento che gli crolla addosso e allora la paura gli stringe il cuore e il tutto esonda in un torrente di lacrime. Giulio si rende conto di essere stato violento, il vederlo disperato lo fa soffocare, lo prende per mano e poi lo chiude a sé come se si fosse dimenticato che qualsiasi musica senza Fulvio sarebbe per lui stonata.
- Facciamo un gioco? Propone Lucia. Giulio annuisce e Fulvio con gli occhi lucidi gonfi di lacrime fa si con la testa.
- Balliamo tutti e tre insieme, il primo che cade ha perso. Pronti? Via! 
Si balla veloce, poi fortissimo, la terra trema, i mobili sembrano fluttuare, tutti urlano, Giulio cade e anche Lucia cade.
- Papà ha perso  e anche Lucia, ho vinto, lo sapevo di battervi. 
Lucia si riveste e da un bacio sulla guancia a Fulvio che l’abbraccia.
- Vado che è tardi.
Tardi per cosa ? pensa Giulio, fino a dieci minuti prima era tutto così senza tempo.
 - Beh ci sentiamo, anzi quando vuoi ci vediamo.
 Lucia accenna un si con la testa, poi guarda Fulvio: -Mi raccomando fai il bravo. 
Fulvio urla- Siiii. Giulio balbetta, vorrebbe dire qualcosa per farla restare, ma quanto sono inutili le parole che gli  escono, cosi corte e senza forza per fermare quei passi cosi decisi. Dalla finestra la vede muoversi  velocemente, pare correre seppur solo cammina. Guardarla e pensare che forse domani Lucia metterà  il suo nome nel cassetto dalla parte di quei nomi da dimenticare è tutt’uno. Prima di aprire la porta della sua macchina Lucia alza la mano, Giulio e Fulvio aprono la finestra e fanno lo stesso. Una volta andata Giulio sente ancora sulle labbra il sapore del miele delle sue labbra. Si accascia sul divano come a cercare qualcosa che ora non c’è più. 
Fulvio si avvicina e chiede: -Scusami papà, sono veramente un bambino cattivo. Ti spiace che Lucia se ne è andata? 
- Magari ritornerà. - sospira Giulio con gli occhi umidi - Facciamo il gioco dell’immaginazione, ti va?
- Quello papà  dove dobbiamo inventare quello che vediamo?
- Esatto. Guarda quella macchina che passa , il fumo di scappamento cosa ti sembra?
Fulvio si morde il labbro poi ha un’illuminazione: - Una strana nuvola.
- Ora tocca a me, guarda quel palazzo, le ombre cosa ti sembrano?
Giulio stringe gli occhi: -  Questa è difficile la tua era più facile.
- Ti arrendi?
- Mai. Ci sono, il profilo del naso di Franco, il nostro portinaio. Fulvio ride e fa no con il ditino.
- Tempo scaduto, a letto. Fulvio corre saltando verso la sua camera. Giulio prima di seguirlo  da una sbirciata alla strada dove era parcheggiata la macchina di Lucia. Il posto è ancora lì vuoto, nessuno lo ha  preso, la vita ha proprio uno strano modo di dimostrarti la sua ironia. Tutte le finestre sono chiuse, ognuno si nasconde dietro gli scuri, restano nel vuoto i propri segreti, mentre nella via  le solite insegne colorate propongono  di comprare o di vendere.  Giulio pensa alla tristezza che spesso lo tormenta: la regalerebbe, ma anche gratis nessuno la vorrebbe. Ognuno versa lacrime segrete per i propri dolori ed è qualcosa che non si può dividere con nessuno, li si porta sulle spalle come uno zaino che non si può far scendere a terra, come un urlo che non esce da un sogno.

Re: L'amore non é carnivoro

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Bentrovato, @Sarano.
Ho letto volentieri il tuo racconto, nel quale ho riscontrato una diffusa sciatteria: si tratta a mio avviso di un difetto che fa a pugni con l'arte della scrittura, ma che allo stesso tempo è più facilmente risolvibile della mancanza di contenuti. 
Siccome questi ultimi non ti difettano e, anzi, scrivi in modo vivace e sei piuttosto divertente, sarebbero sufficienti varie revisioni finalizzate all'eliminazione di quelle imperfezioni che rendono fastidiosa (e faticosa) la lettura. Nel corso del commento cercherò di lasciarti esempi concreti.

Iniziamo dal titolo, biglietto da visita di ogni testo: esso, che necessariamente deve essere immune da refusi, presenta l'accento del verbo sbagliato: "é", a indicare la vocale chiusa, ad esempio in "perchè", anziché l'esatto "è", a indicare la vocale aperta, come in "cioè".
Sarano ha scritto: mar apr 12, 2022 9:10 pm- Per favore Fulvio, stai fermo che ti devo mettere a posto i capelli.
- Perché papà?
Ti  segnalo la prima cosa cui badare nei dialoghi: la lineetta corretta è quella più lunga, tipo questa –, e mai il trait d'union -. È sufficiente, se non la trovi nella tastiera, copiarla da qualunque sito di punteggiatura.
Inoltre, è buona norma inserire una virgola prima dei vocativi: qui, in particolare, prima di "Fulvio" e prima di "papà".
Sarano ha scritto: mar apr 12, 2022 9:10 pm- E’
Le voce del verbo "essere" maiuscola andrebbe scritta così: "È". Vi sono molti modi per ottenerla con la tastiera, ma un metodo veloce è sempre quello di copiarla dai siti.
Sarano ha scritto: mar apr 12, 2022 9:10 pmFulvio non urlare sempre
Virgola dopo "Fulvio", in quanto vocativo.
Sarano ha scritto: mar apr 12, 2022 9:10 pmPapà io non posso
Come sopra, virgola dopo "papà".
Sarano ha scritto: mar apr 12, 2022 9:10 pmdonna  a casa.
Una revisione attenta è volta anche a eliminare gli spazi in eccesso.
Sarano ha scritto: mar apr 12, 2022 9:10 pmFulvio non ti ho detto questo e poi una persona non si giudica dal suo aspetto te lo dico sempre.
Questa frase ha bisogno di qualche segno di punteggiatura. Scriverei: 
"Fulvio, non ti ho detto questo. E, poi, una persona non si giudica dal suo aspetto: te lo ripeto sempre".
Ho anche sostituito col verbo "ripetere" la ripetizione troppo ravvicinata del verbo "dire".
Sarano ha scritto: mar apr 12, 2022 9:10 pmIo papà avrò mai una fidanzata?
- Certo e perché non dovresti?
Il pronome personale si può omettere: "Papà, avrò mai...". Nella frase seguente scriverei: "Certo! E perché non dovresti?".
Sarano ha scritto: mar apr 12, 2022 9:10 pmNon devi bere ora, ma come te lo devo dire in arabo?
O scrivi: "...ma te lo devo dire in arabo?", oppure: "...ma come, te lo devo dire in arabo?". La mancanza di una corretta punteggiatura danneggia la comprensione.
Sarano ha scritto: mar apr 12, 2022 9:10 pmLaura sua moglie se ne andata ha avuto una regressione mentale.
Attenzione all'ortografia: "...se n'è andata".
Sarano ha scritto: mar apr 12, 2022 9:10 pmda tre mesi  escono insieme ,
Attenzione agli spazi in più.
Sarano ha scritto: mar apr 12, 2022 9:10 pmchissà che non possa piacere anche al suo. Suona il citofono, Giulio risponde: dall’atro capo una voce sottile dice:- Ciao, sono io.
A "Suona il citofono" andrei accapo. Refuso "atro/altro". Spazio dopo i due punti.
Tornerò presto per concludere la "revisione" del tuo simpatico racconto, sperando di farti cosa gradita. 
Un saluto e grazie.
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Re: L'amore non é carnivoro

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Ciao, @Sarano, ti ricordo dal WD, così come ricordo che un mese (del 2020 credo) mi sono ritrovato a giudicare i racconti del mese e ce n'era uno tuo tra i nominati. Il punto è che non riesco a riconoscere lo stesso Sarano del WD. Il racconto è davvero molto trascurato, più simile a una prima stesura che a un racconto terminato. Non riprendo il lungo elenco di @Ippolita - che stasera taggo di continuo per un motivo o per un altro (e la saluto di nuovo :D ) - ma vedo dialoghi interrotti, mescolati con frasi, punteggiatura e spaziature spesso a caso, apostrofi invece di accenti, accenti sbagliati (es. nel titolo)... sì, di certo sono errori venali, però conviene davvero rimboccarsi le maniche e rileggere...
... e mi auguro che tu abbia voglia di farlo perché l'idea è interessante e anche alcune caratteristiche lo sono. Mi è capitato di ritrovarmi in situazioni di separazione (per via di morte o divorzi) e questo crea nei preadolescenti situazioni di blocco e momenti in cui si alternano comportamenti infantili ad altri più maturi della propria età. E queste cose sono presenti nel racconto, al di sotto della forma si notano le idee, ma ti consiglio davvero un grande lavoro di sistemazione e chiarezza espositiva.
Sotto questo punto di vista, dunque, trovo buona la caratterizzazione dei personaggi nella loro "naturalezza" e nel quotidiano della propria realtà. Il piccolo Fulvio che subisce la separazione e una realtà che fatica ad accettare e rifiutare, il padre che magari vuole andare avanti e Lucia che diventa un po' il personaggio con cui si ha più empatia. Lucia che è un po' quella figura materna, tranquillizzante, femminile, la luce in quel piccolo momento di buio.
La chiusa, inoltre, non mi ha convinto. Esprimi immagini e riflessioni interessanti, ma è un po' la spiegazione dell'autore a quanto scritto, l'avrei resa più "personale", potrei dire più "pensata" o riferita a uno dei personaggi. Perché no? Magari proprio Fulvio.
Nel complesso sono rimasto perplesso dalla lettura perché credo che ci sia del buono, ma occorre davvero lavorarci molto. Un saluto. :libro:
https://www.facebook.com/curiosamate

Re: L'amore non é carnivoro

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Sarano ha scritto: Fulvio è imprevedibile (due punti) da quando Laura sua moglie se ne è andata (virgola) lui ha avuto una regressione mentale.  Lo psicologo dice che vede dei segnali di miglioramento, ha undici anni, di colpo si sbloccherà, (qui invece della virgola meglio punto e virgola) la verità è che  non si sa mai quello che può combinare, 
Sarano ha scritto: ha parlato a lungo di Fulvio e poi cosa importante è una  fumettista,  fa ridere
"cosa importante" è un inciso da mettere tra due virgole
Sarano ha scritto: dall’atro capo una voce sottile dice:- Ciao, sono io.
altro
Sarano ha scritto: Piacere Lucia.
Se è Lucia a parlare, ci vuole la virgola prima del suo nome.
Sarano ha scritto: Giulio aggiunge sulla tavola due bottiglie di acqua e una piccola Coca-cola per Fulvio.
Fulvio prende un bicchiere e apre la bottiglia , Giulio girato a rassettare non se ne avvede e quando si accorge è troppo tardi, il ragazzino ha tracannato in un attimo metà bottiglietta.
Non capisco la preoccupazione del padre per il figliolo che beve acqua.
Sarano ha scritto: Per come lo dice a denti stretti virgola Lucia si mette a ridere:
Sarano ha scritto: ha una tailleur
un tailleur
Sarano ha scritto: Fulvio la guarda e un dubbio lo attraversa: ma questa sarà la mia nuova mamma?
il pensiero di Fulvio meglio metterlo in corsivo.
Sarano ha scritto: -Tu ami il mio papà? lei beve un goccio di vino nero poi al gelo rigido dello sguardo di Giulio risponde: - Credo di si tesoro .
Manca la chiusura del trattino del primo discorso diretto.
Sarano ha scritto: - Credo di si (manca l'accento) tesoro .
Sarano ha scritto: e poi cosa importante è una  fumettista
"cosa importante" è un inciso da mettere tra due virgole.
Sarano ha scritto: Fulvio sta per dire qualcos’altro, ma Giulio lo taccia.  (lo tacita).
Sarano ha scritto: -Altro che non mangia (due punti) qui il piatto piange.
Sarano ha scritto: Lucia fa si con la testa.
parecchi monosillabi come "sì" e "dà" li ho trovati senza accento.
time=2022-04-12T19:10:43+00:00 ha scritto:time=2022-04-12T19:10:43+00:00time=2022-04-12T19:10:43+00:00
time=2022-04-12T19:10:43+00:00 ha scritto:time=2022-04-12T19:10:43+00:00time=2022-04-12T19:10:43+00:00
Sarano ha scritto: Dopo il dolce Giulio dice: 
Non si dovrebbe dare adito a confusione tra l'aggettivo e il sostantivo, come in questo caso col "dolce":

Dopo il dolce, Giulio dice
Sarano ha scritto: si era dimenticato di spegnere e deve risponde rispondere.
Sarano ha scritto: Lucia gli da una carezza.

Sarano ha scritto: - Io la mamma una volta l’ho vista, ero con la nonna al supermercato e ho visto anche l’uomo cattivo. E’ bruttissimo, ha pochi capelli , il naso lungo, e porta pure gli occhiali. Il mio  papà è mille volte più bello.
- Scusami, era mia madre. 
L'ultima frase è del padre di Fulvio, che era al cellulare com'hai scritto prima, ma, essendo passato un bel po' di racconto in mezzo, ti consiglierei di spiegare di nuovo della telefonata, oppure aggiungere "dice Giulio". 
Sarano ha scritto: in cinta
incinta (uno dei refusi che restano se rileggi affrettatamente il tuo lavoro).
Sarano ha scritto: Ognuno versa lacrime segrete per i propri dolori ed è qualcosa che non si può dividere con nessuno, li si porta sulle spalle come uno zaino che non si può far scendere a terra, come un urlo che non esce da un sogno.
Un bel finale, il concetto dell'urlo che non esce da un sogno mi piace molto.
Un appunto sul titolo: "L'amore non è carnivoro" è corretto, mentre tu hai scritto la é con l'accento acuto.

@Sarano  :) Grazie della lettura, di cui mi è piaciuto il tono pragmatico e delicato insieme nella caratterizzazione dei tre protagonisti.
Di sabbia e catrame è la vita:
o scorre o si lega alle dita.


Poeta con te - Tre spunti di versi

Re: L'amore non é carnivoro

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Sarano ha scritto: E’ un modo di dire Fulvio, le prese non le devi mai neanche guardare, hai capito?
È (la e con apostrofo è un refuso)
Sarano ha scritto: Fulvio non urlare sempre e ti prego non farlo davanti a Lucia, almeno per una volta cerchiamo di sembrare normali.
Fulvio, non urlare sempre ecc. (col vocativo occorre la virgola)
Sarano ha scritto: Fulvio si zittisce
meglio: Fulvio ammutolisce
Sarano ha scritto: Papà io non posso essere normale, sono un ”ritardato”.
Papà, io non posso ecc. (vocativo)
Sarano ha scritto: la mamma è bionda con gli occhi chiari, Lucia è scura e ha gli occhi  scuri
Se dici che la mamma è bionda, per uniformità, dovresti dire che Lucia è mora così eviteresti anche il “bisticcio” tra scura e scuri (gli occhi)
Sarano ha scritto: , il ragazzino ha tracannato in un attimo metà bottiglietta.
Ho riletto questo periodo diverse volte. Mi sono “inceppata” perché non riuscivo a capire per quale motivo il ragazzino doveva aspettare a bere. Che poi erano acqua e coca-cola… dunque perché il padre si arrabbia con lui?
Sarano ha scritto: dopo due cene si era volatilizzata .
qui avrei usato il p. prossimo e non il trapassato
Sarano ha scritto: insieme , prima
C’è uno spazio da togliere prima della virgola 
Sarano ha scritto: L’ascensore arriva al quarto piano, le porte si aprono ed esce Lucia: sul pianerottolo dove a fare gli onori di casa ci sono Fulvio e Giulio.
Questa frase potrebbe essere più scorrevole. Trovo un po’ ridondante ripetere i nomi di Fulvio e Giulio e un po’ faticosa tutta la costruzione del periodo.
(Per es.) Padre e figlio si piazzano sul pianerottolo per accoglierla quando esce dall’ascensore.
Sarano ha scritto: ha una tailleur
indossa un tailleur
Sarano ha scritto: camicia bianca con in evidenza  una collana dalle perle verdi
Costruzione un po’ faticosa. 
(…) camicia bianca su cui spicca una collana dalle perle verdi (es.)
Sarano ha scritto: Giovanni ,un mio compagno di scuola
Giovanni, un mio compagno di scuola, (togliere lo spazio prima della virgola)
Sarano ha scritto: Giulio lo taccia.
Giulio lo tacita. 

Ciao @Sarano

Il testo necessita di una bella revisione e di qualche sforbiciata qua e là. Detto questo, io l’ho letto molto volentieri e mi è piaciuto come hai dipanato la vicenda. I personaggi sono ben caratterizzati e pare di vederli agire.  Anche il tema che hai scelto è affrontato in modo delicato e non mancano momenti profondi e ricchi di poesia. Altro aspetto sul quale rifletterei in fase di revisione, è la scelta del narratore onnisciente.
Se tu riuscissi a mostrare di più senza raccontare troppo, il testo ne guadagnerebbe a mio avviso. 
Un lavoro che ha delle potenzialità ancora da esprimere. 

 
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