[CN2021/RL] Altrimenti perde il volo

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Traccia n. 2

Caro Babbo Natale,
Che lo so che sei tu e sono una bambina fortunata a vivere vicino a Babbo Natale. Ma forse non mi conosci così bene anche se tu sicuramente conosci tutti i bambini.
Io mi impegno sempre a fare la brava e mi lavo i denti tutte le sere anche se non mi va e faccio tutti i compiti e solo qualche volta quando c’è il minestrone allora dico che ho il mal di pancia per non mangiarlo. Ma poi se ci mettono il formaggino lo mangio piano piano.
Però prometto che sono una bambina buona.
Ci sono tante cose che vorrei per Natale, però io sono solo una bambina e sono sicura che tu conosci tantissimi regali che io nemmeno mi immagino. Allora per Natale vorrei una sorpresissimissima di quelle che mi lasciano a bocca aperta. Tanto tu hai i poteri magici di Babbo Natale.
Prometto che poi mi impegnerò a mangiare sempre tutto il minestrone.

 
 
Nevica.
Da tre giorni la letterina, carta bianca, bordo rosso, in basso a sinistra un albero di Natale munito di pacchetti, mi fissa dal tavolo della cucina.
Ripenso a quest’ultimo anno passato dietro allo sportello del Credito Brianzolo. Ripenso a me e ai miei colleghi sbattuti per tutta l’Italia, filiali che chiudono, traslochi e licenziamenti. Penso a quelli che si sono trasferiti in Irlanda, pensando di trovare l’eldorado. Invece lavorano come schiavi, ferie e malattia non pagate, e loro a evadere pratiche quasi a cottimo.
Il tè alla cannella mi scalda l’anima mentre osservo l’imbiancarsi del paesaggio.
A giungo il direttore mi ha comunicato che il prossimo sarei stato io. Mellifluo come sempre, protetto dalla scrivania, ragionava sul mio essere single, sulle nuove opportunità che comunque alla mia età parevano scarse, per quanto fossi laureato in ingegneria informatica. L’alternativa era rimanere fino a chiusura filiale ed essere licenziato oppure partire a mia volta per Dublino, dove mi avrebbe aspettato una promozione: controllo qualità servizi primo livello.
Ho deciso di rimanere, non sarei mai andato a fare la spia sull’operato dei miei colleghi.
 
Vedo arrivare la piccola impicciona dal maso. Ad ogni passo affonda oltre le ginocchia, ogni tanto, senza rallentare, sporge la lingua per catturare un fiocco di neve. Fra pochi attimi sentirò bussare alla porta.
 
Pareva un posto perfetto: maso con baita annessa. La baita, dotata di elettricità, acqua corrente, riscaldamento e anche un camino, non costava molto. E loro, i Mulser erano felici di affittarla in nero per una decina di giorni. A 2.300 m di altitudine i turisti ci venivano solo in estate. L’unico neo di tutta la faccenda era una ficcanaso annoiata di otto anni, relegata in montagna con la scuola a venti minuti di motoslitta: zero amici, zero contatti a portata di mano.
Ma adesso c’ero io, il suo oggetto di studio.
Già durante il sopraluogo per verificare se c’era abbastanza copertura di rete, mi ballonzolava attorno tarlandomi di domande.
“Cosa fai?”
“Da dove vieni?”
“Ma la barba è la tua?”
“Perché sei qui da solo?”
Tutte domande a cui non volevo e non potevo rispondere.
 
Mentre controllo se il mio pancione è al suo posto, sento i primi colpi alla porta. Mi affretto a mettere il portatile nel primo cassetto del comò, con un piede spingo la valigia sotto al letto.
“Buongiorno, Lisa!”
“Ciao Claudio, allora la mia letterina?”
“Si, certo. È scritta molto bene, te lo dico tutte le volte, ma non sono Babbo Natale.”
“La mia mamma dice, che non è educato lasciare le persone sulla soglia quando fa freddo.”
Pestifera bambina.
“Prego, accomodati.”
Entra, si sbarazza in un attimo di galosce e tuta da neve.
In maglioncino e calzamaglia sembra un elfo. È magra e piccola per la sua età.
Si siede al tavolo della cucina proprio davanti alla letterina che mi ha spedito. Con le punte dei piedi tocca appena il pavimento di legno.
“Senti, ma l’hai letta proprio bene la letterina? Ce l’hai già un’idea per la sorpressissima?”
“No, nessuna idea, e poi non sono Babbo Natale.”
“Smettila, che si vede che stai nascondendo qualcosa. Hai la barba, hai la pancia e sono sicura che fra sette giorni gli elfi ti portano la slitta trainata dalle renne, e addio: chi ti vedrà mai più! Ma cambi posto ogni anno, perché qui è la prima volta che ci vieni?”
“Se vedi la slitta rimandala indietro che non è certo mia. Hai già fatto i compiti?”
“Si, fatti e finiti. La maestra è cosí noiosa. Continua a ripetere che non esisti, che sei come una me-ta-fo-ra. Gliel’ho detto che si sbaglia, perché tu abiti da me, ma non mi vuole credere. Hai dei biscotti?”
Non era nel piano che una pettegola in miniatura andasse a raccontare ai quattro venti dove mi trovavo.
Le metto davanti dei cuoricini di pan di zenzero.
“E il tè?”
“Quale tè?”
“Quello che mi hai fatto l’altra volta.”
Verso l’acqua calda nella teiera.
“Ma la maestra cosa dice?”
“Dice un sacco di stupidaggini, tipo che gli gnomi non esistono, che gli animali la notte di Natale non parlano, dice anche che Cenerentola è stata inventata.”
Alza gli occhi al cielo con il tono petulante di chi si crede adulto.
“Intendevo: cosa dice del fatto che secondo te Babbo Natale abita a casa tua?”
“Niente. Che se lo ripeto un’altra volta sarà costretta a parlarne col papà. Però Clara, quella si che ci crede.”
“Clara? La tua migliore amica con il papà carabiniere?”
“Si, proprio lei. Le ho detto che può venire a trovarti, che sei gentile, che hai i biscotti. Ma lei per ora non può.”
“Come mai?”
“Il papà non può portarla, deve stare in paese per via del mercatino di Natale. Ma le ho detto che deve venire prima di Natale, altrimenti tu non ci sarai più. Capisci?”
“Capisco.”, e mi tremano i polsi. In fondo non sono altro che uno sportellista, pure timido e un po’ nerd, come si dice oggi. Che ne so io di queste cose clandestine. Quasi, quasi mi pento del mio progetto.
“Ma non vuoi andare in paese? Il mio papà la motoslitta te la impresta di sicuro!”
Ma nemmeno per sogno, non ci penso nemmeno, respiro anche il meno possibile per non farmi notare.
“No.”
“Peccato.”
Fuori la signora Mulser si sta guardando attorno.
“Tua mamma ti cerca.”
“Va bene vado, ma poi torno eh!”
“Magari domani, che dici?”
 
Appena esce mi metto al lavoro.
Ricontrollo il piano nei minimi dettagli, gli orari del treno, il volo Zurigo – Boston – Augusta. Ho pensato a tutto, proprio a tutto
Sullo schermo i numeri si inseguono, sembra tutto a posto.
Sono un genio, ecco la verità!
 
Bussano di nuovo.
“Che c’è?”
“Buonasera signor Legrenzetti, volevo scusarmi per Lisa. Le ho portato un po’ di gulasch e polenta, per farci perdonare.”
“Ma no, signora Mulser, non era necessario, anche se ammetto che apprezzo moltissimo la sua cucina. Lisa non è di disturbo, anzi.”
“Poi passa mio marito con la legna per il camino, gliela lascia in veranda.”
Sorride nonostante le occhiaie. La vita quassù è dura, soprattutto quando sai che a primavera la tua casa se la mangerà la banca. Il marito l’ho visto due volte di sfuggita. Al mio arrivo e ieri quando tornava dalla caccia. Aveva un capriolo legato alla motoslitta, si era fermato davanti a me. Il collo dell’animale era lungo e delicato come anche le sue zampe, tutto il corpo rilassato. Il Mulser mi aveva chiesto con fare spiritoso se sapevo quand’era la stagione della caccia. Alla mia negazione mi ha risposto ridendo che nemmeno lui lo sapeva, ma era stato aggredito da questo animale e adesso gli toccava fare il ragù. Il messaggio era chiaro: lui era un bracconiere e io sarei stato zitto.  Del resto, era un modo come un altro per rimpolpare le magre finanze della famiglia.
La sera stessa, con lo spirito di un Robin Hood di provincia, ho inserito i Mulser nel mio piano: non avrebbero avuto di che preoccuparsi per il resto dei loro giorni.
 
“Ciao, Claudio”
“Lisa”
La peste si affianca mentre passeggio nel bosco. È così bello, bianco e silenzioso, che questa mitraglietta che continua a parlare mi ammazza.
“So il tuo segreto.”
“Te l’ho già detto, non sono Babbo Natale.”
“Questo si vedrà fra tre giorni. Ma io so l’altro segreto, quello vero.”
Un lieve brivido risale la mia spina dorsale.
“Quale segreto avrei?”
“Io conosco quello piccolo, ma secondo me ne hai uno grande come quelli dei film.”
Con uno sforzo mantengo costante il mio passo.
“Sputa il rospo, che mi faccio una risata.”
“Allora, ti ricordi due giorni fa che sono venuta alla sera e tu mi hai mandato via perché volevi farti la doccia? Beh, sono salita sulla legnaia per vedere se mi dicevi la verità, e allora ho visto che ti sei levato la pancia finta. Però non sono rimasta fino a quando ti sei levato le mutande. A cosa ti serve la pancia finta? Sei stato male e sei dimagrito?”
Un velo di sudore sulla nuca si ghiaccia.
Lisa salta e tira la barba.
“Almeno questa è vera!” e scappa ridendo.
“Raccontami la storia della pancia!”
Inghiotto una cosa densa che potrebbe essere saliva, ma io so che è paura. Che stupido, pensavo che la barba e una pancia finta sarebbero stati sufficienti a camuffarmi; e poi mi faccio beccare da una bambinetta curiosa.
“Va bene. Allora. Le cose stanno così. Avevo il colesterolo alto e il dottore mi ha messo a dieta. Ha detto che dovevo riposare e fare tante passeggiate. Solo che ho perso la pancia, ma tutti sono abituati a vederla, allora ne ho comperata una finta, così nessuno si preoccupa.”
“Allora sei davvero Babbo Natale! Lo sapevo!”
“No, non lo sono. Te l’ho già detto! E non raccontarlo a nessuno!”
“Cosa non devo dire?”
“Proprio non devi parlare di me! Hai capito!”, mi pare che mi scoppi la testa.
“Non urlare che mi fai paura! Non lo dico a nessuno. Nemmeno Clara mi crede più.”
Avevo esagerato, colpa del panico.
Mi accoscio di fianco a lei.
“Senti Lisa, adesso ti dico la verità. Sono Babbo Natale e ti porterò la sorpressissima. Domani è la Vigilia di Natale e come tu sai, io me ne dovrò andare per lavoro. Il tuo regalo però arriverà la mattina del giorno di Natale. Ti prometto che ti passo a salutare prima di partire, ma tu devi mantenere il segreto almeno fino a dopodomani. D’accordo?”
“D’accordo.”
La prendo per mano e mentre torniamo indietro, mi dispiace che non vedrò la sua espressione davanti al cavallo aveglinese che le ho ordinato.
 
Appena rientro in baita inizio a preparare il mio bagaglio a mano. Domani parto.
L’ultima cosa che metterò via sarà il portatile, il cuore del mio piano.
 
Avevo creato una macchina infernale: un piccolo insignificante software installato prima di lasciare il mio posto allo sportello. Così piccolo e cordiale da non disturbare il lavoro della banca, ma che aspettava il la per iniziare a versare sui miei conti 1 euro per ogni transazione effettuata. L’idea me l’aveva data la signora Marisa, che ogni volta che veniva a fare un prelievo, che del bancomat non si fidava, mi raccontava una storia. Era affascinata dai malviventi gentiluomini, ma l’uomo che aveva svuotato le banche prelevando 1 centesimo a transazione per anni, le aveva proprio acceso la fantasia. Secondo lei era un pirla, perché non aveva smesso per tempo ed era stato beccato da un controllo della Banca d’Italia.
Io non volevo essere il pirla, non volevo nemmeno più essere quello che i colleghi prendevano in giro, perché non volevo andare a Dublino. Volevo una vita tutta mia, volevo del denaro che fosse frutto del mio ingegno. Così è nato il piano.
Da impiegato mi sono trasformato in Arsenio Lupin. Per prima cosa ho deciso che doveva essere un colpaccio, doveva durare poco e dovevo sparire. Mai mi sarei immaginato di trovare un falsario alle porte di Monza, che nel suo squallido monolocale creava nuove identità.
“C’hai la faccia da svizzero.”, mi aveva detto. In questo modo sono diventato un cameriere di 55 anni residente a Locarno.
“Visto che hai il barbone bianco, mettiti una pancia finta così ti prendono per babbo Natale! Poi arrivato negli Stati Uniti, via la barba e la pancia per la tua nuova vita. Mandami una cartolina, che appena posso ti raggiungo.”
Quindi sarei partito dalla Svizzera. Quando ho trovato il maso dei Mulser vicino al confine, ho capito che facevo sul serio. Non stavo più scherzando.
La parte più complessa è stato creare una serie di conti fantasma per far perdere le tracce del denaro prima che arrivasse alle Seychelles.
Mi ero dato un tempo: il mio programmino avrebbe scaricato il denaro dal 14 al 24 dicembre nel periodo dedicato allo shopping compulsivo. Fino al 27 non se ne sarebbe accorto nessuno, ma in quel momento sarei già stato ad Augusta nel Maine in attesa di partire per Victoria, dove sarei entrato in banca come un gran signore.
 
Ora il tempo era terminato, era ora di sparire.
Il signor Mulser mi aspetta a cavallo della sua motoslitta. Mi chiudo alle spalle la porta della baita prima di abbracciare Lisa, ringrazio la signora come ogni turista che si rispetti e me ne vado.
Dopo venti minuti di boschi, arriviamo alla strada e alla macchina.
Abbiamo circa mezz’ora prima di raggiungere la stazione, siamo nei tempi, ma sono teso.
“Le dispiace se accendo la radio?”, proprio oggi non avevo ascoltato il notiziario.
La voce del giornalista esplode nell’abitacolo:
“ … il cui risultato è un furto informatico di 22 milioni di euro, sospettato ex dipendente Claudio Legrenzetti. Vigilia di Natale: i menù preferiti degli italiani. Passiamo la linea…”
A dire il vero quasi 23 milioni. Non mi aspettavo di venire scoperto così in fretta, ero convinto di aver fatto le cose bene. Credo di voler piangere.
Il signor Mulser abbassa il volume della radio.
Al posto dello stomaco ho il vuoto assoluto, immobile come una statua di cera fisso la strada mentre passiamo oltre l’incrocio per la stazione e andiamo dritto verso altre montagne.
Superiamo in silenzio la caserma dei carabinieri senza rallentare.
Mi guarda con il sorriso furbo dei montanari.
“Signor Legrenzetti, ho detto a mia moglie che l’accompagnavo a Zurigo all’aeroporto. Al confine è di turno mio cugino, che altrimenti la confondono con quello che ha rubato in banca e perde il volo.”
 
 
 

Re: [CN2021/RL] Altrimenti perde il volo

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Almissima ha scritto: sab gen 08, 2022 9:21 pmA giungo il direttore 
refuso di giugno

Che bello che sei arrivata anche tu, cara @Almissima:)

L'ho già letto d'un fiato. Hai sviluppato la seconda traccia della letterina a Babbo Natale sul filo dell'illegalità. Con sorrisi e colpi di scena che spuntano, come d'abitudine, in ogni tuo racconto. Brava!
Di sabbia e catrame è la vita:
o scorre o si lega alle dita.


Poeta con te - Tre spunti di versi

Re: [CN2021/RL] Altrimenti perde il volo

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Brava @Almissima! L'ho letto tutto d'un fiato fino in fondo. 
Per un momento ho avuto paura che il piano non funzionasse e che lo facessi prendere e ci sarei rimasta proprio male. Una bella scrittura pulita, la voce sicura, non ho trovato sbavature e mi sono goduta i tuoi personaggi e i paesaggi, mi hai fatto desiderare una decina di giorni in un maso del genere, con o senza vicini. E mi hai fatto venire voglia di scrivere la storia di Lisa.
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Linda e la montagna di fuoco

Re: [CN2021/RL] Altrimenti perde il volo

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@Almissima, che delizia!
Li ho visti tutti, uno per uno, i personaggi, i luoghi. E le emozioni, così vive, tenere, mai sdolcinate.
Qualcuno ha detto che i ritratti di un pittore sono sempre autoritratti. Dev'essere vero anche per certi scrittori  :love:
Come sempre un piccolo gioiello che dispiace finisca.
https://ilmiolibro.kataweb.it/libro/gia ... /mens-rea/
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Re: [CN2021/RL] Altrimenti perde il volo

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ciao @Almissima .. un bel racconto Natalizio, non c'è di che... La piccola bimba è deliziosa anche grazie al dialogo convincente che hai messo su.
Forse la parte che riguarda il colpo in banca non è proprio perfetto, come anche l'idea di passare un qualsiasi confine con un documento contraffatto..

Però, a parte questi particolari la storia regge ed è solo il finale che non è verosimile... però vista come una favola a lieto fine ci sta... ciao  :P
Tratti di pioggia sopra Auschwitz. Tra oblio e orgoglio

Re: [CN2021/RL] Altrimenti perde il volo

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Bravissima @Almissima,
a me è piaciuta da morire la bambina, molto simpatica. molto davvero e ... una gran bella favola, complimenti. Bellissimo anche il finale, per un attimo ho temuto che qualcosa andasse storto e invece... brava! Anche nella scelta di dove andare a parare. Evviva i nerd, con la pancia finta, la paura nel cuore e capaci di atti estremi.  <3
Nessun timore, nessun favore, nessun rancore.

Re: [CN2021/RL] Altrimenti perde il volo

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Ciao @Almissima 

Almissima ha scritto: sab gen 08, 2022 9:21 pmAd ogni passo affonda oltre le ginocchia, ogni tanto, senza rallentare, sporge la lingua per catturare un fiocco di neve. 
[font="Open Sans", "Segoe UI", Tahoma, sans-serif]diversi elementi mi fanno apprezzare la tua storia: dettagli tipo questo, e poi l'ambientazione natalizia classica con tanta neve, la caratterizzazione dei personaggi e il lieto fine con l'occhiolino :) [/font]


Buon contest 
Già.

Re: [CN2021/RL] Altrimenti perde il volo

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@Almissima ciao.
Racconto davvero fresco e divertente, soprattutto nella descrizione della bimba mitraglietta :asd: e impicciona e nelle reazioni di lui.
Bello che sia riuscito nel suo intento di rubare ai ladroni infami delle banche. 
Tuttavia sarebbe anche stato divertente se per colpa della bimba l'avessero preso, ma forse sarebbe stato un epilogo troppo scontato, "telefonato".
Molto meglio il finale così come lo hai concepito tu, con due colpi di scena in due righe.
Brava.
Tu non sai le colline
dove si è sparso il sangue.
Tutti quanti fuggimmo
tutti quanti gettammo
l’arma e il nome. Una donna
ci guardava fuggire.
Uno solo di noi
si fermò a pugno chiuso,
vide il cielo vuoto,
chinò il capo e morì
sotto il muro, tacendo.
Ora è un cencio di sangue
il suo nome. Una donna
ci aspetta alle colline.
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