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Partecipo da sola.
Traccia n.5
La cometa
MAa1 osserva la coda infuocata della cometa che da qui pare immobile in un punto lontano. Il distaccamento del suo ovulo, una navicella madreperlacea da lei stessa fabbricata dopo il diploma in navigazione interstellare, dal cono madre è avvenuto da pochi istanti. Battiti di ciglia in termini di tempo iconici, ma anni luce in questa galassia per lei nuova. MAa1 percepisce meglio il fascio di luce dal punto in cui si trova adesso. È una scia sinusoidale di minuscole particelle brillanti che le ricorda gli arcobaleni del suo pianeta, Icona. Ma la bellezza del pulviscolo non la inganna, sa bene che al di fuori dell'orbita iconica gli urti tra corpi celesti possono essere fatali per gli esseri che popolano le galassie della Via Lattea. Sa anche bene che la sua missione non consiste solo nel salvare vite nei vari pianeti abitati ma di irradiarne i cieli di luce gialla. Rivolge la sua attenzione allora al pianeta RU271/3 e non può fare a meno di notarne la bellezza. Di tutte le missioni a cui ha preso parte durante le lunghe ere della scuola di navigazione e di tutti i pianeti abitati da lei avvistati, questo piccolo pianeta blu le pare il più bello. Indossando le lenti di vapore crepuscolare riesce a vederne la superficie: un tripudio di colori le rivela un mondo popolato da innumerevoli esseri dalle fogge e dimensioni incredibilmente varie. Esseri minuscoli volanti dotati di corna, creature più grandi dall'aspetto soffice, entità dalla grandezza variegata, da piccole e fragili strisce verdi a imponenti colonne rugose, la cui caratteristica comune è quella di essere saldate al suolo e protese verso la nana gialla che le illumina. Vi sono poi esseri buffi e un poco goffi che vivono in gruppi e fanno dell'interazione tra loro l'occupazione principale, che la cosmonauta riconosce come la forma di vita primitiva dotata di intelligenza e di un potenziale sviluppo tecnologico di cui parlava la missiva dell'astronave matrice. Dalla sua osservazione le pare però di percepire notevoli distorsioni comportamentali e uno squilibrio energetico di potere non solo tra i vari gruppi ma anche tra i singoli membri.MAa1 attiva la comunicazione interstellare con il cono madre. Un fascio di ultrasuoni recapita il suo messaggio alla cosmonauta a capo della macromissione:
"Individuate le coordinate del pianeta bersaglio della cometa. Analizzata la superficie. Nessuna anomalia gravitazionale al presente istante. Rilevate presenze vitali di notevole varietà."
MAa1 si rende subito conto di quanto la sua analisi asettica renda poco l'idea di ciò che le sue lenti crepuscolari le hanno appena mostrato.
"Individuare dunque l'esemplare target dell'intervento."
La cosmonauta capo la esorta a scegliere un individuo tra i numerosi gruppi della specie evoluta presenti nel pianeta blu.
Per la prima volta in vita sua MAa1 sente una sensazione mai provata che non è in grado di nominare. Avverte il suo plesso solare vibrare in maniera anomala e non ha una risposta pronta da dare alla cosmonauta capo.
Dopo alcuni battiti di ciglia, istanti preziosi in termini iconici che si sente suo malgrado costretta a sacrificare, emette il seguente messaggio ultrasonoro:
"Si necessita di ulteriori verifiche sul campo per individuare l'esemplare target."
Il silenzio che segue alla sua comunicazione non prelude a nulla di buono. Per fortuna la rotazione interplanetaria della nana gialla oscura la visione che MAm1 ha dall'ovulo, costringendola a un ciclo di sonno.
L'alba di un nuovo ciclo di veglia non si preannuncia solo con la consueta attività luminosa ad ampio spettro che irradia energia nell'ovulo, ma con un movimento oscillatorio anomalo che sveglia MAa1 di soprassalto. Dall'oblò principale vede un altro ovulo che sta attraccando alla base del suo. MAa1 apre lo sportello comunicante e un'altra cosmonauta giovane come lei entra nella sala comando della sua navicella. La riconosce subito, è GGg1, compagna di corso della sua ultima era di scuola, scelta dalla cosmonauta capo come riserva nel caso di problemi o difficoltà nello svolgimento della missione.
⁃ Luce a te, GGg1. Quale buona corrente ti porta qui? - le chiede.
⁃ Luce anche a te, MAa1. Nessuna buona corrente, purtroppo. Mi manda la cosmonauta capo per rimediare a un ritardo imprevisto nell'intervento.
La risposta non la sorprende.
⁃ Il ritardo è dovuto a una difficoltà di scelta da parte mia. Nel pianeta bersaglio convivono molte forme di vita diverse ma non sono sicura che la specie individuata come target dall'astronave matrice sia la più adatta a ricevere l'intervento - comunica alla compagna.
⁃ Non ti risulta essere una specie intelligente in grado di sviluppare una tecnologia di navigazione interplanetaria nell'arco delle prossime duemila ere?
⁃ In effetti sì. Ma anche da questa distanza ho rilevato notevoli anomalie comportamentali che portano all'uso di aggressività ingiustificate e a squilibri di potere. Anomalie che non ho riscontrato in altre forme di vita molto più interessanti come questi bizzarri esseri verdi e immobili che concentrano la propria esistenza sulla contemplazione della loro nana gialla e che sono indispensabili per mantenere in vita le altre specie grazie alla trasformazione dei gas emanati dagli altri esseri in materia respirabile. Guarda tu stessa con le lenti crepuscolari.
GGg1 inforca le lenti e si mette a scrutare la superficie del pianeta blu.
⁃ Fantastico! - esclama la cosmonauta - questi esseri ricoprono gran parte della superficie emersa e hanno fogge bellissime. Ah, vedo anche la specie target!
⁃ Come ti sembra? - le chiede MAa1.
⁃ Non saprei. Hanno forme di espressione sia visive che sonore di grande pregio ma anche strane anomalie comportamentali.
GGg1 si toglie le lenti e aggiunge: - Cosa proponi di fare, MAa1?
⁃ Atterrare sul pianeta e perlustrarlo per decidere.
⁃ È già previsto l'atterraggio di un gruppo di ricercatori per monitorare il post intervento. E poi temo che non ci sia abbastanza tempo. La collisione della cometa è imminente.
⁃ Possiamo farcela se modifichiamo subito la rotta di navigazione dell'ovulo e stabiliamo un campo base sul satellite del pianeta. Dovremo dividerci: un ovulo resterà sulla luna e l'altro potrà atterrare sul pianeta blu.
⁃ Rischiamo di perdere il contatto con il cono madre.
⁃ Lo so. È un rischio che ti senti di correre?
GGg1 esita per una frazione infinitesimale di battito di ciglia.
Poi annuisce.
L'allunaggio è rapido ma non per questo meno faticoso. Le correnti gravitazionali che permettono i viaggi intergalattici e sulle quali il popolo degli iconici ha basato la propria tecnologia si arrestano non appena le navicelle entrano nelle orbite di pianeti e satelliti e le due cosmonaute devono ricorrere alla guida manuale per sbarcare. Gli ovuli entrano nell'atmosfera lunare con un crepitio di ultrasuoni. L'impatto non è dei migliori e per colpa della gravità ridotta si danneggia l'oblò frontale dell'ovulo di GGg1.
⁃ Accidenti! - esclama lei - Una di noi dovrà restare qui a ripararlo. Altrimenti non abbiamo speranza di ritornare a Icona.
⁃ Chi andrà sul pianeta blu?
⁃ Tu, MAa1. Sei tu la cosmonauta scelta per l'intervento.
⁃ Sì, ma senza di te non sarei qui.
⁃ Non c'è tempo per discutere. Va' e scegli la specie target.
L'esortazione di GGg1 lascia di sasso MAa1: - Mi stai dicendo che sono autorizzata a cambiare specie target se non trovo individui della specie più evoluta che mi convincano?
GGg1 sfiora la membrana esterna di MAa1 con dolcezza e con decisione le dice: - Devi andare laggiù e capire tu stessa cosa sia meglio fare. Siamo state addestrate a navigare ma anche a cercare di comprendere la natura degli esseri alieni con cui entriamo in contatto. Va' ora, non esitare. Ascolta le vibrazioni del tuo plesso solare e non sbaglierai.
L'atterraggio di MAa1 sul pianeta blu è più morbido dell'allunaggio. La maggiore gravità e l'esperienza appena acquisita fanno sì che lo sbarco sia rapido e agevole. MAa1 ha dovuto attendere che la superficie di atterraggio fosse in ombra rispetto alla nana gialla per non destare sospetti nella specie aliena più evoluta. Appena sbarcata nasconde l'ovulo in una cavità del terreno.
Nonostante il buio, MAa1 osserva estasiata la bellezza del pianeta. Si avvicina cauta a un esemplare della specie immobile osservata dalla volta celeste. La creatura non si muove neanche quando inizia a toccarla. La fiducia nella vita e l'accettazione cosmica del destino che questo essere emana la commuove. Si avvicina ad altri esemplari e ognuno di loro le pare rappresentare la forma di vita più pura che abbia mai incontrato. Esseri statici la cui energia vitale è rivolta unicamente alla mera esistenza. La scelta parrebbe obbligata ma MAa1 è consapevole che deve incontrare almeno un esemplare dell'altra specie per decidere. Si avvicina a un insediamento e nota che la maggior parte delle creature è immersa in un ciclo di sonno. Deve attendere la luce della nana gialla per poter osservare meglio la specie.
Se il pianeta le è parso meraviglioso quando era avvolto dal buio, non è nulla a confronto dello spettacolo che la luce ora dispiega alla sua vista. Nemmeno l'arcobaleno più bello di Icona è lontanamente paragonabile allo spettro di colori del pianeta blu, alle infinite sfumature con cui ogni elemento pulsante di vita riflette la luce della nana gialla. Per non parlare dell'incredibile varietà di forme che la miriade di creature mostrano alla visitatrice celeste. Il tutto è poi accompagnato da effluvi e suoni da lei mai sentiti prima. Si rende conto di aver sacrificato battiti di ciglia preziosi a una contemplazione a cui mai si era abbandonata. Decide di agire allora.
Entra di soppiatto in un'abitazione vuota e sottrae un panno che copre un giaciglio in cui le creature evolute passano i cicli di sonno. Se lo avvolge addosso come le vesti che usano i membri femminili della specie, coprendo anche buona parte del capo. Poi si avvicina a un gruppo di creature più piccole delle altre. Alla scuola di navigazione le hanno insegnato che, se presenti, è meglio abbordare i piccoli delle specie aliene. Sono meno paurosi e più curiosi degli individui del tutto sviluppati e di conseguenza più inoffensivi.
MAa1 si mette a osservare un gruppetto di piccole aliene intente a saltellare a turno su una grossolana iscrizione sul suolo che rappresenta una figura geometrica al cui interno vi sono simboli matematici rudimentali.
Quando le aliene si accorgono della cosmonauta si fermano, paralizzate dallo stupore. Nonostante il panno che la avvolge, hanno notato la luminescenza della parte di viso scoperta di MAa1. Dopo qualche battito di ciglia, fuggono via tutte. Tranne una. Una piccola aliena dai profondi occhi neri non si spaventa e non indietreggia. MAa1 non esita e si avvicina a toccarla. Tramite il contatto percepirà la sua essenza e potrà anche comunicare con lei. In una frazione di battito di ciglia MAa1 ha acquisito le conoscenze necessarie per comprendere la specie. Gli ultrasuoni del sistema vocale della cosmonauta articolano la sua prima frase in aramaico, una delle tante lingue del pianeta blu. Una frase dalla tintinnante eco metallica:
⁃ Ciao, piccola. Come ti chiami?
La piccola aliena emette un suono ritmato e ripetuto che comunica a MAa1 una sensazione contagiosa di allegria. E poi risponde:
⁃ Mi chiamo Maria.
MAa1 è seduta al cospetto della cosmonauta capo. Accanto a lei, quasi a darle manforte, c'è GGg1. Il volto luminescente della comandante della macromissione è disteso, come al solito, e a MAa1 non sembra di scorgere in lei alcun segno di biasimo.
"Ho atteso invano la tua relazione sull'individuo target. Avresti dovuto mandarmela dalla tua posizione precedente. Abbiamo perso preziosi battiti di ciglia."
Nemmeno dalla voce cristallina della cosmonauta capo traspare un rimprovero, ma MAa1 sa che deve giustificare il suo comportamento.
⁃ Ha ragione. Ma ho dovuto modificare lo schema standard di intervento. La natura insolita delle specie presenti nel pianeta RU271/3 mi ha costretta a uno sbarco imprevisto.
⁃ Posso confermare - si intromette nel discorso GGg1.
La cosmonauta capo ha un moto del capo che inizia a rivelare la sua impazienza.
⁃ Non indugiare ancora, MAa1, e illustrami la situazione. Potremmo non fare in tempo a deviare la cometa.
⁃ Subito. La specie evoluta presenta anomalie comportamentali intollerabili. I membri dei vari gruppi lottano tra loro con atti sanguinosi. Ma ciò che è peggio è che si rileva uno squilibrio intrinseco tra tutti i membri, in particolare gli individui maschi predominano e sfruttano le femmine.
⁃ Non è possibile! - esclama la cosmonauta capo - Questo squilibrio non compromette la riproduzione sessuata?
⁃ No. È difficile spiegarlo, ma tale squilibrio non è percepito in maniera chiara dai membri e ha creato una sorta di equilibrio sociale. Le forme di idolatria presenti hanno abbandonato in parte il culto del femminile a favore di culti maschili e autoritari. Inizialmente ho pensato che la specie target potesse essere un'altra, denominata laggiù piante. Ma poi ho cambiato idea. Le piante non hanno bisogno del messaggio di luce gialla.
⁃ Mi pare che RU271/3 sia un pianeta molto complesso - la interrompe la cosmonauta capo - Mi voglio fidare di te. Dammi le coordinate dell'individuo target. Si tratta di un membro femmina, suppongo.
⁃ Sì. Ma avrei una richiesta particolare per lei - dice MAa1.
La sorpresa altera i lineamenti sereni della cosmonauta capo.
⁃ Vorrei - dice MAa1 - che non sia lei direttamente la portatrice del messaggio, ma colui che sarà suo figlio.
⁃ Perché mai?
⁃ Per ristabilire un vero equilibrio tra individui maschi e individui femmine. Il messaggio di luce gialla che rischiarerà il cielo del pianeta lo porterà il figlio. Ma senza la madre che lo darà alla luce sarebbe impossibile che questo avvenga.
⁃ Ma saranno in grado di capirlo?
⁃ Credo di sì.
⁃ Va bene. Dammi le coordinate.
⁃ Eccole.
⁃ Pronte al lancio del cono luminoso. Azionate le leve!
Le tre cosmonaute innescano una nucleosintesi stellare. La punta del cono madre si stacca dalla matrice e schizza verso il braccio esterno della spirale barrata della galassia. Quando sfiora la Piccola Nube di Magellano inclina la sua rotta e va a intercettare la cometa.
La collisione è un'esplosione di luce che acceca per un battito di ciglia persino la vista delle tre cosmonaute iconiche, anche se i loro occhi sono avvezzi a guardare le stelle senza bisogno di filtri. Poi, dopo venti ere terrestri, il fascio di luce, un immenso bagliore di pulviscolo infuocato, attraversa la Via Lattea e va a lambire l'orbita del pianeta blu.
La luce, insostenibile per qualunque creatura non iconica, paralizza tutti i membri della specie dell'emisfero rivolto verso la cometa.
Tutti, tranne una. Tranne una giovane donna chiamata Maria.