[CN2021/RL] Stava calando la sera

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Sono solo. Il mio commento: viewtopic.php?p=27187#p27187
Traccia n° 3.
Giorgio, dopo aver firmato la ricevuta al postino lesse il nome del mittente nella raccomandata e l’indirizzo, un albergo di un paese vicino. Cominciò lievemente a barcollare, dovette aggrapparsi al cancello. Il postino se ne era andato senza accorgersi di niente. Silvia, la sua dirimpettaia e coetanea che in quel momento stava ritirando il bidone vuoto dell’umido attraversò preoccupata la strada.
—Stai male Giorgio?
—No, no. Il cuore… balla un po’.
—Ti dico sempre di andare a un controllo…
—No, no. Poi mi mandano in ospedale, poi mi ammazzano.
—Ma piantala!
—Va bene, va bene. Ora è passato. Torno dentro.
—Se ti senti male chiamami che ci penso io.
Giorgio non dubitava che ci avrebbe pensato lei. La vedova allegra avrebbe chiamato l’ambulanza e lui sarebbe sparito per sempre. Umanità da perdere in scala gerarchica: dal primo all’ultimo.
Giorgio entrò in casa, sprofondò nella sua vecchia poltrona, mise gli occhiali e aprì la busta. Mano a mano che leggeva gli occhi si inumidivano. Finì di leggere, posò la lettera.
“Quindi sei ancora vivo Luca. Siamo stessa classe, andiamo a ottanta ormai. E sono passati cinquanta e più… e mi scrivi. Ho sempre saputo che era colpa tua, che qualcosa avevi fatto per tutto quello che è successo… E adesso mi dici che ti dispiace?
Due lacrime scesero sulle guance.
“Me lo dici adesso, dopo che ho vissuto infelice, sono stato disprezzato da tutti, dopo che mi hai rovinato la vita? Nessuno ricorda più ormai, ma tu che diritto avevi… E la tua vita com’è andata? Spero come la mia.
Sentiva un groppo alla gola, il cuore ballava, la lingua aveva assunto un sapore metallico.
“Mi hai ucciso una volta e adesso mi mandi  il colpo di grazia, mi chiedi di perdonarti… Perdonarti…
Giorgio chiuse gli occhi. Quella storia non lo aveva mai abbandonato in tutti quegli anni, nemmeno per un giorno. Ritornò indietro nel tempo con la memoria.
 
Una splendida giornata di sole d’autunno in un piazzale bagnato di pioggia, una grande caserma di soldati ai confini orientali della nazione. Lui e Luca erano due giovani sergenti maggiori molto validi, molto affiatati. Vivevano entrambi in caserma; da sergenti avevano diviso la stessa camera, gli stessi amici, le stesse passioni, le stesse ragazze. Amavano i Pooh, una loro canzone in particolare, molto triste, molto bella, intitolata: Come si fa. Scherzando dicevano che era stata scritta per loro, rispecchiando all’inizio la loro vita. Solo all’inizio. Avanzando di grado si erano dovuti separare di stanza in quanto ognuno da regolamento doveva avere una cameretta per conto suo negli alloggi sottufficiali, diradando poco a poco le loro uscite e incontri in comune che divennero non più quotidiani ma sporadici, in servizio e nel tempo libero.
La svolta cominciò quando Luca fu chiamato a lavorare al comando di battaglione, un posto di privilegio, mentre Giorgio continuò a stare nella compagnia, con la truppa. Fino a quando arrivò Lauro, un sergente appena uscito dall’accademia.
 
In quel momento anche Luca pensava ai tempi della sua giovinezza e della sua vita quasi speculare a quella di Giorgio. Ci aveva sempre pensato da allora fino a oggi. Non era stato facile. Aveva trovato l’indirizzo del suo amico di una volta con l’aiuto di un conoscente che lavorava in polizia, aveva preso il treno, viaggiato per un giorno intero fin quasi al paese di Giorgio, sistemandosi in un alberghetto. Ma aveva paura di rivederlo. Gli aveva scritto una raccomandata, lasciando come recapito l’indirizzo dell’albergo. Non sapeva se desiderava che Giorgio venisse o lasciasse perdere, non sapeva nemmeno lui cosa volere.
 
Sdraiato nel letto della sua cameretta si mise le mani sul petto, chiuse gli occhi e rivide il passato. Campi di erba a perdita d’occhio dall’odore inebriante intorno alla caserma, i servizi, le adunate, le sofferenze, le gioie, le privazioni, le speranze incomprensibili per chi non era in uniforme.
La musica dei Pooh che scandiva le loro giornate. Come si fa. Come facevamo, com’era possibile, come ho fatto? Cosa ho fatto?
 
—Hai la patente per le ruspe e i camion ma non potrai guidarli fuori dalla caserma finché non avrai 18 anni…
—Lo so. Aspetterò.
Giorgio ricordava il suo primo incontro con Lauro. Glielo avevano condotto in officina dove lavorava, direttamente dal comando ancora con le valigie in mano. In pratica glielo avevano scaricato.
—Bisognerà trovarti un alloggio. Le stanze sono tutte piene…
—Pazienza. Dormirò con la truppa.
—Nemmeno per sogno. Tu sei un sottufficiale adesso.
—Non sono ancora abituato ai gradi.
Gira e rigira non si era trovato un posto per davvero, Giorgio si era impietosito di quel ragazzino sudato che gli veniva dietro con le valigie e alla fine lo aveva fatto entrare nella sua stanza.
—Farò portare un altro letto e un armadietto. Io ne ho due ma sono strapieni, come vedi. Per adesso starai qui, poi si vedrà.
—Per me va bene sergente maggiore, se va bene per lei.
—Non darmi del lei.  Anche se ho dieci anni più di te non penso di essere  così vecchio.
 
Passarono alcuni mesi. Forse erano pochi, ma talvolta possono sembrare una vita. Nel frattempo qualche posto si era liberato nelle stanze dei sergenti, ma Lauro continuava a rimanere in camera con Giorgio.
Un sera che Luca stava giocando a biliardo al circolo vide Giorgio e lo invitò al tavolo ma Giorgio declinò, dicendo che andava a dormire. In effetti da un po’ di tempo le sue apparizioni al circolo si erano diradate, e anche le uscite con gli amici. Luca pensava fosse una cosa naturale, dovuta anche al fatto che per cause di servizio si vedevano di rado durante il giorno.
—Ehh! Come si cambia!— disse Tonino che era comandante della guardia e prima di cena amava fare due tiri al biliardo.
—Ma chi l’avrebbe mai detto, eh?— disse un altro di cui gli sfuggiva il nome.
—Eh che sarà mai?— fece ancora tranquillo Luca mentre passava il gesso alla punta della stecca, accendendosi una sigaretta. Tonino si accese anche lui una sigaretta
—Il fatto è… che è così, a quanto pare.
—Ma che cosa?— fece Luca.
Tonino rise mentre seguiva la stoccata che aveva dato per disfare il triangolo delle palle.          
 Si avvicinò a Luca —Eravate amici una volta. Perché non gli parli?
—Siamo ancora amici.
—E uscite ancora come ai bei tempi?
—Un po’ meno…
—Andavate di brutto in disco…
—Beh, poi si cambia…
—Eh, si cambia giro. Si cambia musica.
—Abitudini…— disse l’altro con tono misterioso.
—Ma insomma di che cavolo state parlando?— aveva sbottato Luca. E gli altri a ridere.
—E sei l’unico che non sa niente allora!
—Cosa dovrei sapere?
—Basta che guardi. Tu guarda. Guarda bene.
 
Luca era rimasto un po’ a rimuginare. Si era accorto anche lui che Giorgio era cambiato, ma non ci aveva fatto caso più di tanto. Succedeva, doveva essere successo qualcosa. Ma cosa? Quella notte decise di andare a parlare con il suo amico. Alloggiavano in due ali diverse del piano superiore del circolo sottufficiali, adibite ad alloggi.  Bussò alla sua porta, da dove veniva un flebile suono di musica. La porta non si apriva.
—Giorgio sono io! Volevo dirti una cosa…
La porta si aprì appena, a fatica. Giorgio era in mutande e maglietta; nonostante si fosse in pieno inverno i termosifoni erano accesi al massimo e dentro si sudava.
—Che vuoi?
—Parlarti.
—Di cosa?
—Ma insomma, che ti prende? Fammi entrare, non…
Luca aveva spinto la porta ed era entrato. La stanza era avvolta di fumo che profumava d’incenso. Due brandine disfatte in un angolo, unite, e su una c’era Lauro, in mutande e a petto nudo intento a fumare una sigaretta rollata a mano su una cartina. Sollevò appena lo sguardo assente verso Luca ridendo debolmente, riprendendo a fumare.
Luca si era sentito la gola seccare, fino alla bocca dello stomaco..
—Da quando?— aveva chiesto perentorio.
—Fumano tutti— aveva risposto Giorgio alzando le spalle.
—Io no ad esempio. Ma non m’importa del fumo. Da quando…— indicò Lauro.
—Oh! Anche lui! Sai…
—Perché sta in camera con te?
—Non c’era posto…
—Non è vero. Un posto si trova sempre nei sergenti. Qui non può stare! Lo sai bene!
—E chi lo dice che non può stare: tu che lavori al comando? Mi vuoi dare ordini? E dammeli! Provaci!
Luca avrebbe voluto urlare, ma lo distrasse la risatina di Lauro che si accasciava di traverso sul letto con gli occhi stralunati e beati guardando la soffitta. Messo di traverso occupava  entrambe le brandine, il suo corpo bianco ed esile sembrava quello di una lucertola al sole.
Luca ricordava di essere uscito senza proferire parola e di non aver dormito per niente quella notte. E neanche le successive. Ora tutto gli era chiaro e si malediceva per non essersene accorto prima.
Cosa fare. Cosa fare. Cosa fare. Perché poi.
Per alcuni lunghi giorni osservò tutti i movimenti di Giorgio e di Lauro. Erano come in simbiosi, dove andava uno seguiva l’altro. Si accompagnavano ovunque, si cercavano con lo sguardo, si sorridevano incuranti degli sguardi degli altri che fingevano di non vederli. Se qualcuno faceva un piacere a Lauro, ad esempio al servizio mensa o al bar quello che ringraziava era Giorgio, come  se il piacere fosse stato fatto a lui.
Un pensiero ossessionava Luca. Non riusciva a non pensarci. Un giorno incontrò Lauro da solo al circolo e gli disse che voleva parlargli, invitandolo a venire in camera sua. Lauro lo seguì senza battere ciglio, silenzioso, a testa china. Durante il tragitto Luca fu contento di non incontrare nessun altro. Perché? Se lo chiedeva ancora oggi. Così. Fece sedere Lauro sulla sua branda, mentre lui si appoggiava a uno sgabello. Dopo tanti anni Luca non ricordava  più tutte le parole che gli aveva detto, rivedeva solo l’aria umile e dimessa di quel ragazzino, la testa abbassata, gli occhi che lo evitavano, umidi di lacrime, di vergogna. Ma una cosa di se stesso Luca la ricordava, dannazione. Qualcosa di latente in lui cominciava a prendere il sopravvento. Odiava e amava questo qualcosa. Lo temeva anche. Si diceva: Allora doveva succedere così. Ma perché Giorgio può averlo… perché è suo, è suo, è suo… Non mio… Non sarà mai… Perché lui si e io no? Io vado in giro, faccio quello che voglio ma non sono mai stato felice, so che non lo sarò mai, e nemmeno quando si usciva con Giorgio… Loro sono felici. Lo vedo, lo sento, lo respiro. Loro sono felici e io no. Perché io non devo essere felice? Perché?
Forse i suoi pensieri erano trapelati mentre parlava con Lauro. Luca non ricordava o non osava ammetterlo. Forse aveva detto al ragazzo: —Perché vuoi bene a Giorgio e non vuoi bene a me? Perché io no?—
Doveva essere successo qualcosa, perché a un certo punto Lauro si era alzato di scatto ed era corso via piangendo.
 
Da quel giorno il percorso era stato in discesa. Per tutti. Ogni volta che Giorgio e Luca si incontravano fingevano di non vedersi,  Luca lo odiava ma era odio o era invidia? Tutti sapevano, anche i superiori e nessuno interveniva, nessuno. Questa cosa faceva impazzire Luca. Non dormiva più, non mangiava più, sul lavoro si distraeva,  stava al comando e faceva disastri in ufficio, era stato ripreso, gli avevano abbassato le note caratteristiche… Non gli importava più nulla.
Un giorno, era d’estate, ricordava che al circolo si doveva dare una piccola festicciola per il diciottesimo compleanno di Lauro. Aveva organizzato tutto Giorgio, naturalmente. Luca se ne stava in disparte. Aveva visto Lauro salire agli alloggi per prendere qualcosa. Uno di quei rari momenti in cui poteva essere solo. Lo aveva seguito fino in camera, irrompendo dentro all’improvviso. Luca ricordava ancora e piangeva. Si era sentito esplodere dentro, era saltato addosso al ragazzo che si divincolava senza urlare e lo aveva baciato violentemente sulla bocca. Aveva sentito il suo gusto amaro, l’odore della paura. Poi, esausto, esaurito, affranto Luca era uscito e si era trascinato nella sua camera.
 
 
Un paio di settimane dopo il sergente Lauro era comandante della guardia. La mattina doveva effettuare l’alzabandiera nel piazzale della caserma, con il picchetto e le compagnie del battaglione schierate per il saluto.
Una di quelle giornate meravigliose.
Alzata la bandiera sul pennone i reparti venivano inquadrati per tornare davanti alle compagnie. Fu in quel momento che si sentì lo sparo. I soldati del picchetto armato corsero verso un punto, dove giaceva  a terra un’uniforme verde. Il sergente Lauro si era sparato alla testa con la sua pistola che poteva avere, come tutti, solo quando era di servizio.
 
A seguire ci fu un’inchiesta. Nessuno sapeva niente, nessuno voleva sapere niente e sapevano tutti. A quel punto Luca si mise a rapporto e parlò. Per arcani motivi non successe nulla, non trapelò nulla di ufficiale.  Tutti quelli che incontrava sembrano non vederlo. Era diventato invisibile.
Subito dopo Giorgio chiese di congedarsi dall’esercito. Gli fu concesso immediatamente, la domanda era già stata battuta a macchina. Al contempo Luca fu trasferito in un altro reparto lontano. Questa storia fu ben presto dimenticata. Ignorata. Mai esistita. Come tante.
 
Dopo cinquant’anni Luca, ormai ottantenne, voleva dire a Giorgio che era stato lui a denunciarlo, ma forse lo sapeva già. Più che altro voleva dirgli che era geloso della sua amicizia con Lauro, voleva dirgli che aveva baciato il ragazzo con disperazione, voleva dirgli…  voleva sapere se Lauro non aveva retto e si era ucciso per colpa sua o per colpa di entrambi. Doveva saperlo. Voleva dirgli che si era reso conto del male che aveva causato,  voleva dirgli che aveva capito… Troppo tardi. Voleva chiedere perdono.
 
La signora Silvia parlava con il maresciallo dei carabinieri.
—Povero Giorgio! Si era già sentito male altre volte e anche questa mattina, dopo aver ricevuto la lettera…
—Perché non ha chiamato un dottore?
—Lui non voleva i dottori.
—Mi ripeta come lo ha trovato.
—Sentivo i suoi gatti che lo chiamavano alla porta e lui usciva sempre per dargli da mangiare. Ma non usciva. Sono andata a vedere, l’ho chiamato, sono entrata… Poverino era sdraiato sul divano… Poverino!
Dalla lettera si risalì al mittente. Le parole erano particolari, quindi non era male parlare con il mittente, cioè Luca.
I carabinieri andarono al suo albergo, bussarono alla sua porta ma non rispondeva. L’albergatore aprì.
Trovarono Luca nel suo letto, completamente vestito, con le mani incrociate sul petto.
—Due vecchi che si conoscevano morti a poca distanza uno dall’altro. Da quello che ha scritto questo Luca di sicuro si conoscevano. Chissà cosa aveva da farsi perdonare— disse il maresciallo.
—Hanno mandato una email dalla Legione, maresciallo. I nominativi dei deceduti risultano che erano stati entrambi militari di carriera nella stessa sede…
—Entrambi militari… Tempo di pace o tempo di guerra c’è sempre qualcosa da farsi perdonare con quel tipo di vita. Chissà cosa può essere successo, chissà che storia hanno avuto.
—E non ce l’avevano una famiglia?— disse un altro carabiniere.
—Il signor Giorgio no, questo Luca non so ma… Sono convinto nemmeno lui. Non erano uomini da famiglia. La loro famiglia era… Credevano in altro.
—E in cosa?
Il maresciallo diede ancora uno sguardo al corpo di Luca e uscì all’aria aperta. Si accese una sigaretta.
—Chiedeva al suo ex collega di essere perdonato per una vecchia storia. A quei tempi non era come oggi. Forse c’entra la fratellanza…
—Quale fratellanza maresciallo?
—Fratellanza… Ma cosa ne sai tu? Due vecchi morti per causa naturale, ha detto così il dottore no?
—Si.
—E così rimane. Non ci sono indagini da fare.
Mentre il maresciallo risaliva in macchina diede uno sguardo all’albergo dove era morto Luca.
“Si potrebbero anche fare indagini, sarebbero lunghe, molto lunghe andando indietro. A che servirebbero? A loro no. Si saranno parlati, ora. Meglio non sapere. Molto difficile vivere. Molto difficile”.
Stava calando la sera.
 
p.s.
La canzone cui faccio riferimento, "Come si fa" è dei Pooh.  Bellissima.
Si salveranno solo coloro che resisteranno e disobbediranno a oltranza, il resto perirà.
(Apocalisse di S. Giovanni)

Re: [CN2021/RL] Stava calando la sera

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Alberto Tosciri ha scritto: ven dic 31, 2021 9:39 pmGiorgio, dopo aver firmato la ricevuta al postino lesse il nome del mittente nella raccomandata e l’indirizzo
Non hai messo la seconda virgola a chiudere l'inciso.
Alberto Tosciri ha scritto: ven dic 31, 2021 9:39 pm
Silvia, la sua dirimpettaia e coetanea che in quel momento stava ritirando il bidone vuoto dell’umido attraversò preoccupata la strada.
Anche qui.
Alberto Tosciri ha scritto: ven dic 31, 2021 9:39 pmNemmeno per sogno. Tu sei un sottufficiale adesso.
Come può essere  un sottoufficiale se non ha ancora diciott'anni?

Scusami se ho cominciato con le note, @Alberto Tosciri, ma l'editor mi vieta adesso di posporle. 
La traccia che hai scelto ti ha suggerito un altro dei tuoi racconti di vita militare, dove i rapporti di condivisione che si instaurano possono assumere,
in luogo di schietti e duraturi rapporti di amicizia, anche legami morbosi. Questo è il caso, con la nebbia della droga che aleggia nelle stanze della caserma come la confusione nella psiche dei protagonisti. Un racconto notevole. 

Complimenti e tanti cari auguri per il 2022, Alberto!  :)

 
Di sabbia e catrame è la vita:
o scorre o si lega alle dita.


Poeta con te - Tre spunti di versi

Re: [CN2021/RL] Stava calando la sera

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Ciao @Poeta Zaza  e grazie per il commento.
Grazie per i due incisi, la virgola ci voleva dove hai detto tu.
Poeta Zaza ha scritto: sab gen 01, 2022 1:41 pm
Come può essere  un sottoufficiale se non ha ancora diciott'anni?
Quando mi sono arruolato io, nel preistorico 1980... alla Scuola Sottufficiali Esercito si poteva entrare a 16 anni appena compiuti (a qualcuno mancava ancora un mese...) (previo permesso scritto dei genitori o tutore)  fino all'età di 26 anni e dopo un anno di corso molto duro e selettivo, dopo esami severi per caporale e caporal maggiore ti davano i gradi di sergente e ti mandavano ad altre scuole, ad altri mesi di specializzazione come patenti varie e altro oppure al reparto di destinazione. Capitava che arrivassero sergenti di 17 anni e mezzo con patenti per mezzi vari che erano valide in ambito esercito, ma non valide in ambito civile, su strada intendo, perciò prima di essere impiegati all'esterno si aspettavano i pochi mesi necessari al compimento del diciottesimo anno, per rispettare le leggi.
Il mio primo superiore  che conobbi alla Scuola Sottufficiali di Viterbo era un caporal maggiore di 16 anni e mezzo, quello che ci insegnava a marciare, a presentarci eccetera e ti assicuro che era severissimo, guai a sgarrare di un millimetro. Rimarresti allibita (ma credo tutti a parte un paio di utenti che quei tempi li hanno vissuti di leva, come @Cheguevara che era Ufficiale e @Marcello), se ti spiegassi la sottile e assurda arte per fare dietro front da fermo e in marcia. Da fermo mi spiegavano come alzare il tacco e la suola di piede destro e piede sinistro, giustapposti in opposizione... rotazione 45 gradi e semigiro a destra o sinistra... completamento rotazione... Il dietrofront in marcia era una teoria di passi cadenzati e scanditi a voce alta come un orologio ultrasvizzero, per fare dietrofront contemporaneamente un intero plotone mentre era in marcia... Insomma qualcosa di fantasmagorico, direi anche di poetico se non mi venisse da mettermi  soprappensiero... 

La storia che ho scritto è parzialmente inventata e molto romanzata... Non si scriverà mai abbastanza di drammi vari accaduti in determinate circostanze, in un altra epoca, altra morale, altri riferimenti, altro tutto...
Grazie ancora e auguri anche a te di buon anno 2022 @Poeta Zaza 
Si salveranno solo coloro che resisteranno e disobbediranno a oltranza, il resto perirà.
(Apocalisse di S. Giovanni)

Re: [CN2021/RL] Stava calando la sera

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Alberto Tosciri ha scritto: sab gen 01, 2022 5:03 pm@Marcello),
confermo, non che ce ne fosse bisogno ovviamente: il mio Maresciallo si era arruolato a sedici anni, palermitano trapiantato a Bassano del Grappa (persona stupenda tra l'altro che ho rivisto tante volte in seguito e con cui sono ancora in contatto). Appena finii la naja lui decise di fare l'esame da Ufficiale, che superò brillantemente e si è congedato quattro o cinque anni fa con il grado di colonnello. Curiosità: comandante di caserma all'epoca era l'allora Tenente Farina   https://it.wikipedia.org/wiki/Salvatore ... (generale)
che diventò poi Generale di Corpo d'Armata ed è stato Capo di Stato Maggiore dell'Esercito fino a pochi mesi fa.
https://www.facebook.com/nucciarelli.ma ... scrittore/
https://www.instagram.com/marcellonucciarelli/
https://www.linkedin.com/in/marcello-nu ... -bbb4805b/

Re: [CN2021/RL] Stava calando la sera

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ciao @Alberto Tosciri  
Tutto l'album Parsifal è veramente bello, una delle canzoni che mi piace di più è lettera da Mariembad, peccato che sul vinile non c'è e quando lo metto su, non posso ascoltarla. Era sulle cassette stereo8, te le ricordi?
Ma veniamo alla tua storia, mi ricordo un altro tuo racconto molto simile, forse faceva perte di un MI del WD
Alberto Tosciri ha scritto: ven dic 31, 2021 9:39 pm
Si era sentito esplodere dentro, era saltato addosso al ragazzo che si divincolava senza urlare e lo aveva baciato violentemente sulla bocca. Aveva sentito il suo gusto amaro, l’odore della paura. Poi, esausto, esaurito, affranto Luca era uscito e si era trascinato nella sua camera.
 
Bello questo risvolto,  L'amicizia tra luca e Giorgio non aveva trovato sfogo ma con Lauro è stato più facile, sicuramente la giovane età del ragazzo ha sciolto i nodi dei pregiudizi e la paura in entrambi.
Mi ha ricordato American Beauty.  Anche in quel bel film un soldato non riuscì a sopraffare del tutto se stesso, la sua vera natura.
Come sempre  ti faccio i complimenti, scrivi sempre ottimi racconti.
 

Re: [CN2021/RL] Stava calando la sera

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Grazie @Alba359 
I Pooh sono stati la colonna sonora della mia vita da ragazzo. Altro che se mi ricordo le cassette stereo, ne ho uno scatolone pieno, tutte originali, dei Pooh praticamente tutte... Ne ho trasferite alcune in MP3 e poi su chiavetta le ascolto in macchina.
Hai ragione circa un racconto del WD che parlava di una storia simile a quella che ho scritto adesso, ho fatto una variazione sul tema,  come uno spartito musicale: cambi alcune note e suoni musica diversa, pur con la stessa ambientazione. Le variazioni sui tempi possono dar luogo a molteplici interpretazioni.
Avevo presente il film che hai citato.
Ti ringrazio per i complimenti.
Ciao e buon anno 2022.
Si salveranno solo coloro che resisteranno e disobbediranno a oltranza, il resto perirà.
(Apocalisse di S. Giovanni)

Re: [CN2021/RL] Stava calando la sera

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Una buona interpretazione della traccia. Una storia intensa su emozioni difficili, come il conflitto tra quel che ci si aspetta da noi, specie in un contesto irreggimentato come la vita militare, e la propria identità, o le sfumature del rimorso, che fa sentire divisi tra l'impulso di scusarsi e quello di nascondersi e dimenticare. Niente da dire quindi sulla storia in sé, che mi è piaciuta molto.
Le uniche cose che aggiusterei sono di tipo meramente formale: le virgole negli incisi (ne mancano diverse), e alcuni altri dettagli:
Alberto Tosciri ha scritto: ven dic 31, 2021 9:39 pmn quel momento anche Luca pensava ai tempi della sua giovinezza e della sua vita quasi speculare a quella di Giorgio
Nonostante lo stacco di paragrafo, mi ci è voluto un momento per accorgermi che si è tornati al presente. A gusto mio, specificherei meglio, in modo che sia subito chiaro: "Nel momento in cui Giorgio finiva di leggere la lettera, anche Luca stava pensando, ecc."
Alberto Tosciri ha scritto: ven dic 31, 2021 9:39 pmintento a fumare una sigaretta rollata a mano su una cartina
Mi pare di capire che non si fumasse tabacco, ma nonostante si intuisca non è ovvio. Luca potrebbe notarlo in modo più esplicito: "La stanza era invasa da un fumo denso e dolciastro, che non sembrava tabacco" o qualcosa del genere. In più, aggiungerebbe anche una sensazione olfattiva alla scena
Alberto Tosciri ha scritto: ven dic 31, 2021 9:39 pmI soldati del picchetto armato corsero verso un punto, dove giaceva  a terra un’uniforme verde.
Mi suona un po' generica. Sarebbe meglio mettere un luogo preciso, anziché "un punto". Ad esempio "I soldati del picchetto armato corsero verso il retro del cortile, dove in un angolo/accanto a un albero/all'ombra di una torretta, ecc. giaceva..." (deve essere un punto nascosto, se si è sentito ma non visto). Non cambia il fatto, ma gli conferisce più concretezza
Alberto Tosciri ha scritto: ven dic 31, 2021 9:39 pmSentivo i suoi gatti che lo chiamavano alla porta e lui usciva sempre per dargli da mangiare. Ma non usciva. Sono andata a vedere,
"Sentivo i suoi gatti che lo chiamavano alla porta, e lui di solito usciva a dargli da mangiare. Ma oggi i gatti non la smettevano di miagolare. Così sono andata a vedere" Così è più chiaro il nesso causale, secondo me

Sono piccolezze, comunque, in un racconto ben scritto ed emozionante. Complimenti
Ci capita di non avere davvero la consapevolezza di quanto potere abbiamo, di quanto possiamo essere forti (A. Navalny)
Qualunque sia il tuo nome (HarperCollins)
La salvatrice di libri orfani (Alcheringa)
Il lato sbagliato del cielo (Arkadia)
Il tredicesimo segno (Words)

Re: [CN2021/RL] Stava calando la sera

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Ciao Alberto,
personalmente trovo solo un piccolo difetto di narrazione.
La prima parte è focalizzata su Giorgio e si conclude con:
Alberto Tosciri ha scritto: ven dic 31, 2021 9:39 pmRitornò indietro nel tempo con la memoria.
Ok, e la prima parte del flashback mostra i fatti del tempo con una narrazione a focalizzazione esterna. Che, però, poi scivola sulle focalizzazioni dei singoli personaggi. Ecco: questo non mi convince: mi porti indietro nel passato assieme a Giorgio, e poi mi mostri, in ampi sprazi, anche i pensieri del giovane Luca.
Questi salti di punto di vista, necessari alla storia, non sono coerenti con la forma che hai dato all'incipit e che fortemente predispone il lettore nei confronti della storia che si appresta a leggere.
Forse il problema si risolverebbe eliminando semplicemente la frase che ho citato.

Io, però, avrei agito in modo differente, costruendo diversamente l'intreccio:
Sarei partito con tutta la storia dei due giovani sergenti, concludendo con qualcosa del genereche raccordi le due parti (riporto la fine del flashback) :

(...) voleva dirgli che aveva capito… Troppo tardi. Voleva chiedere perdono.
La sua lettera era giunta a Giorgio alimentando i suoi sentimenti, mai sopiti...
(e riportando buona parte del tuo incipit, adattata a questo tipo di struttura, per mostrare il presente di Giorgio, per far sentire tutto il suo rancore).
Concludendo, infine, con la tua ultima parte.
A quel punto, una narrazione a focalizzazione zero, che richiude in modo molto stretto sul punto di vista di Giorgio nei suoi ultimi istanti di vita, a me parrebbe meno innaturale.

Certo, questo è un parere molto personale, invasivo nei confronti del tuo stile. Devi prenderlo, ovviamente, con "doppie pinze".
Mi potrai, inoltre, obiettare che obbligo del contest è che i fatti narrati si svolgano a partire dalla lettera. Vero, e forse qui viene comunque meno la (presunta) bontà del mio ragionamento. Che però, tecnicamente, io credo resti valido e mi fa chiudere con il consiglio di fare sempre molta attenzione ai punti di vista ballerini. Almeno nei racconti brevi.

A rileggerti.

Re: [CN2021/RL] Stava calando la sera

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@Alberto Tosciri
Per fortuna le pulci tecniche te le ha già fatte chi ne ha più competenza di me, ché io non sarei stato in grado.
Tutto sommato, comunque,  questo racconto non mi è dispiaciuto, ho trovato la storia dei tre, fatta di amori gelosie e amicizia, molto intetessante e umana e per molti aspetti profonda.
Anche il finale tragico non mi è dispiaciuto.
Forse forse, avrei solo cambiato l'ordine degli eventi, facendo combaciare tra loro le vicende post-lettera, da una parte, e dall'altra i momenti passati vissuti in caserma (di cui nelle tue righe se ne può percepire bene l'odore ) e l'intreccio "fatale".
A rileggerti
Tu non sai le colline
dove si è sparso il sangue.
Tutti quanti fuggimmo
tutti quanti gettammo
l’arma e il nome. Una donna
ci guardava fuggire.
Uno solo di noi
si fermò a pugno chiuso,
vide il cielo vuoto,
chinò il capo e morì
sotto il muro, tacendo.
Ora è un cencio di sangue
il suo nome. Una donna
ci aspetta alle colline.

Re: [CN2021/RL] Stava calando la sera

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ciao @Alberto Tosciri  come va? soffia il vento dell'indinpedentzia sarda dalle tue parti?  :D

Quello che apprezzo di questo racconto è che descrivi con estrema verità l'ambiente militare, quello che spesso partecipa a costringerti a cambiare visione e atteggiamento a riguardo dei rapporti umani. Anche noi uomini messi così a contatto stretto, isolati da famiglia e parenti, ci possiamo ritrovare in queste situazioni. L'ambiente militare è una sorta di grande famiglia contenitrice di diverse esperienze, irrealizzabili altrove.
Osservo che a tutti gli effetti, Luca e Giorgio, si siano portati appresso una sorta di codice d'onore per tutta la vita, e abbiano fatto quel tentativo di liberazione della propria coscienza. Onore e dignità, due parole scomparse anche in certi ambienti militari. Oggi ci sono le caserme dove qualsiasi militare che lo richiede può ottenere un alloggio con la propria famiglia e quindi, tale stretto contatto come allora si è  fatto meno invasivo della sfera personale sentimentale... Un bel racconto, triste e tutto al maschile...  Viva! Viva! le forze armate!!!!!!!!!!!!!! ;) ciao carissimo
Tratti di pioggia sopra Auschwitz. Tra oblio e orgoglio

Re: [CN2021/RL] Stava calando la sera

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Ciao @Silverwillow 
Sono contento che la storia ti sia piaciuta.
—Condivido il primo appunto: in effetti nonostante lo stacco di paragrafo a indicare un cambio di azione/personaggio non è molto chiaro.
—Il secondo appunto è giusto come dici tu, sarebbe più comprensibile. Ho dato per scontato che bastava dire che la sigaretta era rollata a mano, cosa insolita per ragazzi che fumano sigarette normali, perché si capisse che era necessario disfare una sigaretta, aggiungere al tabacco il “fumo” (gergo per hashis…)  e richiudere il tutto in una cartina, il “cannone”…
—Giusto il terzo appunto. Io avevo davanti la scena, ma non ho spiegato che Lauro aveva rivolto l’arma contro di se nello stesso piazzale dove aveva issato la bandiera, mentre il picchetto (circa sei/sette soldati) stava camminando a passo di marcia davanti a lui per tornare al corpo di guardia. Lauro stava dietro di loro.
—Va bene anche il quarto appunto.
Consigli che mi sono molto utili, grazie ancora.
 
@queffe 
Grazie per il commento.
Si hai ragione, in un racconto breve è difficile focalizzare e visualizzare diversi punti di vista, si può procedere in diversi modi che però ognuno dei quali avrebbe bisogno delle sue ulteriori inquadrature affinché il tutto risulti più chiaro.
Poi dipende anche dai gusti, ad esempio io ho la tendenza a dare per scontate cose che poi mi rendo conto che possono esserlo solo per me, ma che necessiterebbero di ulteriori spiegazioni.
 
@Louca c. 
Grazie per il commento e l’apprezzamento. Avevo anche pensato, come dici tu, a cambiare l’ordine degli eventi, il testo ne avrebbe sicuramente giovato pur correndo il rischio di allungarlo ulteriormente.
 
Ciao @bestseller2020 
bestseller2020 ha scritto: gio gen 06, 2022 10:28 amcome va? soffia il vento dell'indinpedentzia sarda dalle tue parti?  :D
Purtroppo no. E Giovanni Maria Angioy che ci aveva provato un po' di tempo fa non ci riuscì, per quanto io non lo avrei aiutato, pur apprezzandolo. Gli piaceva Napoleone e fece di tutto per portarlo da noi, senza convincere né i Francesi né i Sardi. Almeno morì a Parigi, visto che da noi non si trovava…
In quanto allo spaccato tragico di vita militare (ma poteva essere anche un altro ambiente) che ho rappresentato, tieni conto che l’ho ambientato anni Settanta-Ottanta del secolo scorso, esasperando e romanzando situazioni che possono accadere ovunque e in ogni tempo, credo.
In quanto agli alloggi militari... Sono un esperto di alloggi, mi sono occupato anche di quello un tempo; ve ne sono di vari tipi: di servizio per scapoli, dentro la caserma, di servizio per ufficiali e sottufficiali ammogliati, di solito palazzine o villette adiacenti o nei pressi delle caserme, alloggi che in alcuni casi spettano di diritto ai comandanti e altri militari con particolari funzioni ben codificate, in base al loro incarico...
Ah si. Viva le FF.AA.
Si salveranno solo coloro che resisteranno e disobbediranno a oltranza, il resto perirà.
(Apocalisse di S. Giovanni)

Re: [CN2021/RL] Stava calando la sera

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Ciao @Alberto Tosciri 

  ha scritto:Alberto Tosciri
  ha scritto: Una splendida giornata di sole d’autunno in un piazzale bagnato di pioggia, una grande caserma di soldati ai confini orientali della nazione. 
Trovo che sia perfetta, mi trasporta proprio lì, dove si succedono i fatti.
 Alberto Tosciri ha scritto: In quel momento anche Luca pensava ai tempi della sua giovinezza e della sua vita quasi speculare a quella di Giorgio. 
Metterei "In quello stesso momento anche Luca..." per far capire meglio lo stacco di scena tra Giorgio e Luca.


Una storia bella e triste, non si fa fatica a immaginare che le esperienze vissute dai personaggi possano riemergere con tanta potenza dopo cinquant'anni. 
È sempre un piacere leggerti 

Buon contest :) 
Già.

Re: [CN2021/RL] Stava calando la sera

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Alberto Tosciri ha scritto: ven dic 31, 2021 9:39 pm
@Alberto Tosciri ciao!
Commento con piacere il tuo bel racconto.
Non voglio ripetere cose già dette e l'unico elemento che mi preme evidenziare è che, per me, l'inciso che va da In quel momento anche Luca pensava fino a Cosa ho fatto?, non è messo nel punto giusto. Mi sembra che blocchi il flusso di Giorgio. Forse, con i debiti aggiustamenti, potrebbe precedere la parte del suicidio di Luca. Avrebbe senso?

Ancora bravo e a rileggerti!

Re: [CN2021/RL] Stava calando la sera

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Grazie @Ilaris 
Mi fa davvero piacere che ti sia piaciuta la frase che mi hai evidenziato, quella del piazzale.
Ogni tanto riesco a mettere qualcosa come vorrei, cioè come mi piacerebbe fosse "vista" anche visivamente dagli altri e tu l'hai vista e apprezzata   :) (non è stato facile creare quella frase, ci ho lavorato un po'... :) )
Ti do ragione sull'appunto della seconda notazione, molto meglio come hai completato tu, ti ringrazio. :)

Grazie @L'illusoillusore
L ha scritto: dom gen 09, 2022 3:47 pmNon voglio ripetere cose già dette e l'unico elemento che mi preme evidenziare è che, per me, l'inciso che va da In quel momento anche Luca pensava fino a Cosa ho fatto?, non è messo nel punto giusto. Mi sembra che blocchi il flusso di Giorgio. Forse, con i debiti aggiustamenti, potrebbe precedere la parte del suicidio di Luca. Avrebbe senso?
Si avrebbe senso, certo. Dovrei cambiare un po' anche il resto dell'impalcatura di quella parte del racconto, in modo da rendere i fatti conseguenziali, ma certo avrebbe senso, il tutto suonerebbe anche meglio. Ti ringrazio  :)
Si salveranno solo coloro che resisteranno e disobbediranno a oltranza, il resto perirà.
(Apocalisse di S. Giovanni)

Re: [CN2021/RL] Stava calando la sera

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Alberto Tosciri ha scritto: dom gen 09, 2022 4:36 pmOgni tanto riesco a mettere qualcosa come vorrei, cioè come mi piacerebbe fosse "vista" anche visivamente dagli altri e tu l'hai vista e apprezzata   :) (non è stato facile creare quella frase, ci ho lavorato un po'
 @Alberto Tosciri  Le frasi semplici e perfette sono sempre frutto di faticoso labor limae... e comunque non direi che ti capita solo "ogni tanto", ho letto altri tuoi racconti  :) 
Già.

Re: [CN2021/RL] Stava calando la sera

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Caro @Alberto Tosciri,
intanto grazie per la canzone. Ed è già incanto. Quel disco ce l'ho anch'io e mi piace tanto tanto. Io sono più legata a Io e te per altri giorni però questa ci sta indubbiamente meglio con il tuo testo.  :D 
Ormai ti hanno già commentato in molti e detto tutto. Io non ho la capacità di dire taglia, sopra, sotto... quello che posso dirti è che il racconto l'ho letto alcuni giorni fa e i personaggi che tu hai creato mi sono rimasti nella testa. Ho fatto cose, visitato una mostra, lavorato, mangiato, dormito, chiacchierato, ... eppure i tuoi Luca e Giorgio e Lauro sono rimasti con me, questo significa saper costruire personaggi potenti. Storie forti che ti accompagneranno per lungo tempo per cui: bravo, bravissimo.
Grazie come sempre per aver condiviso con noi un po' della tua sensibilità.  <3
Nessun timore, nessun favore, nessun rancore.

Re: [CN2021/RL] Stava calando la sera

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Ciao @Alberto Tosciri rimango sempre affascinato da chi riesce a spiegare e narrare situazioni che ha vissuto pienamente e le trasmette con passione. Rimango e rimarrò un lettore sempre molto interessato.
Entri a descrivere un mondo che molti possono solo immaginare, e lo dimostri con questo racconto tragico e ricco di sentimenti forti. L'unico dispiacere è che una storia di tale pregnanza scivoli via troppo in fretta. Ci sono tutte le basi per trarne un volume denso dove la tua capacità descrittiva verrebbe risaltata a dovere. E me la posso anche immaginare.
Piaciuto. A rileggerti

Re: [CN2021/RL] Stava calando la sera

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Grazie @paolasenzalai 
Le tue parole di apprezzamento sono davvero molto belle, mi hanno fatto piacere, ti ringrazio.
Quella canzone come anche altre, ma quelle dei Pooh in particolare, erano molto adatte a scandire la loro epoca e un determinato ambiente e atmosfera come quello che ho descritto. Lo hanno fatto.

Grazie  @Kasimiro 
sono lusingato delle tue parole.
Certamente alcuni racconti, che possiamo considerare come bozze, potrebbero svilupparsi in volume.
Le cose da dire sarebbero infinite cercando nei punti più inaspettati degli ambienti, nell'animo nascosto delle persone e, non ultimo, nei punti più reconditi della nostra anima.
Si salveranno solo coloro che resisteranno e disobbediranno a oltranza, il resto perirà.
(Apocalisse di S. Giovanni)

Re: [CN2021/RL] Stava calando la sera

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Ti lascio appena un paio di righe stringate perché purtroppo in questi giorni ho ancora meno tempo a disposizione del solito.
Una storia delle "tue", che si intuisce fin da subito non potrà che concludersi tragicamente (d'altronde già la traccia portava in quella direzione...).
Forse meno preciso di altri tuoi racconti nei salti temporali, ma coinvolgente ed emozionante come i migliori.
L'ho letto con piacere e partecipazione, ma direi che questa non è proprio una novità...  ;)
Un caro saluto.
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Re: [CN2021/RL] Stava calando la sera

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Grazie caro @Marcello   :) :) :)
Due righe scritte da te per un mio scritto valgono oro... Qualunque sia il giudizio ma sono contento che hai apprezzato.
Poi, certo che ti do ragione: nei salti temporali sono stato precipitoso. Nonostante si trattasse di un racconto lungo sentivo che lo spazio non mi sarebbe bastato e sono andato di fretta... 
Un carissimo saluto
Si salveranno solo coloro che resisteranno e disobbediranno a oltranza, il resto perirà.
(Apocalisse di S. Giovanni)

Re: [CN2021/RL] Stava calando la sera

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Dunque: interessante questo racconto e questo rapporto più o meno formale tra Luca e Silvia. Mi sarei aspettato, però, un po' più di pepe nel continuo, nel senso che magari tra Luca e la nostra Silvia poteva nascere qualcosa di più, magari, che so, un'amicizia importante, o addirittura l'amore; potrebbero magari scoprire di avere un interesse in comune o/e un modo di fare che li avvicina ancora di più facendoli diventare il più possibile intimi, perchè magari, che so, a entrambi piace, ad es. farsi svolazzare i capelli, o magari a entrambi sono molto fisici e magari, nella privacy delle loro case piace far scivolare le proprie mani nelle tasche dell'indumento del proprio lui e della propria lei, o magari, lui sa che Silvia ha, nel suo armadio un indumento che gli piace davvero tanto e, tutte le volte che la vede, avrebbe piacere di vederla vestita in quel modo,...... Ovviamente i miei sono soltanto esempi, ma era per farti capire che prima di far accadere l'irreparabile, mi sarei concentrato anche su questioni più intime, magari dimostrando più che descrivendo, ma le avrei affrontate, perchè penso sia essenziale dare una visione del personaggio a trecentosessanta gradi. Devo dire che questo racconto si legge volentieri, nonostante non sia un genere che mi faccia impazzire. Avrei poi inserito anche altri personaggi, magari non proprio buoni, giusto per poter dare un po' più di profondità al racconto, un po' come si fa in musica! Ti cito, ad esempio, la Sonata in Si minore di Franz Liszt, un brano davvero importante nella letteratura pianistica del periodo romantico: invece di esserci solo due (o tre) spunti motivici all'interno della Sonata, ce ne sono come minimo dieci, tutti contrastanti l'uno dall'altro (uno dei temi lo si ascolta una volta sola); ma la cosa interessante della Sonata in Si minore è che i diversi spunti motivici vengono ripresi continuamente in maniera sempre diversa. 

Re: [CN2021/RL] Stava calando la sera

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Luca Canetti ha scritto: Dunque: interessante questo racconto e questo rapporto più o meno formale tra Luca e Silvia.
Certamente volevi dire fra Giorgio e Silvia, è Giorgio che  abita davanti a Silvia, Luca è l'atro vecchio, quello che riceve la lettera. Però è facile confondersi con i personaggi.
Ho messo questa dirimpettaia impicciona e un po' interessata a Giorgio come figura secondaria, utile a spiegare alcuni movimenti di scena del personaggio. Farne una storia d'amore sarebbe stato complicato, per quanto non impossibile ma io molto difficilmente scrivo di storie d'amore, quando l'ho fatto era qualcosa di estremamente tormentato, che era meglio non nascesse fra i personaggi, portando a risvolti drammatici.
Luca Canetti ha scritto: facendoli diventare il più possibile intimi, perchè magari, che so, a entrambi piace, ad es. farsi svolazzare i capelli, o magari a entrambi sono molto fisici e magari, nella privacy delle loro case piace far scivolare le proprie mani nelle tasche dell'indumento del proprio lui e della propria lei, o magari, lui sa che Silvia ha, nel suo armadio un indumento che gli piace davvero tanto e, tutte le volte che la vede, avrebbe piacere di vederla vestita in quel modo
estremamente interessante, ma per me  risulterebbe difficile raccontare di una simile tranquilla, ordinaria, plausibile intimità, anche nella sua gestualità. Volendo dare una spiegazione del perché, visto la gentilezza nel commentarmi, si tratta di un'avversione a questo tipo di intimità, avversione non nella sua ordinaria e naturale fattibilità, ma nel doverla descrivere. Fin da bambino ad esempio, al cinema, quando c'erano film d'avventura, di guerra, western, storici... a un certo punto gli americani ci mettevano e ci mettono sempre la scena d'amore tra il protagonista e la bellezza di turno, con scene di baci, abbracci e quant'altro a volte fino al dolce talamo... per me era una perdita di tempo spezzare il ritmo della storia, fare fatica a ricucire, non vedere l'ora che finisse l'intermezzo mieloso e noioso e per me fuori luogo per continuare a vedere lo svolgersi della storia.
Non dico che scene d'amore siano sbagliate, a me non piacciono e se qualcosa ci fosse sarebbe funzionale a un dramma imminente. Un uomo è sempre solo, qualunque cosa si sia detto nella letteratura d'amore nei millenni. Ettore non rinunciò al combattimento in nome di un ideale nemmeno davanti alle tenere, dolcissime e commoventi parole della sua Andromaca alle quali sembrava umanamente impossibile resistere. Evidentemente, anche se ancora non era subentrato il cristianesimo, in uomini superiori come Ettore inabitava lo Spirito che gli indicava la sua vera strada, il suo destino, a qualunque costo. La voce interiore è più potente dell'amore terreno. È un "altro" amore, molto superiore.
Ma qui sto divagando in ulteriori concezioni che per quanto sempre presenti nella mia mente non ho palesemente messo nei personaggi, lo ammetto. Però hanno agito basandosi anche su questa impalcatura.
Luca Canetti ha scritto: Avrei poi inserito anche altri personaggi, magari non proprio buoni, giusto per poter dare un po' più di profondità al racconto, un po' come si fa in musica! 
Una musica adatta a questa storia, che naturalmente andrebbe trasformata teatralmente, una sorta di sceneggiatura, io la vedo nel Bolero di Ravel. Inizia piano, in sordina, aumenta lentamente, impercettibilmente, senza cambiare tono aumenta il ritmo. Sempre lo stesso tono, è una fissazione, non ci sono, non possono esserci cambiamenti. La verità è una sola, per quanto non la si voglia accettare nel proprio animo, la sua voce cresce in continuazione; ciò che prima non volevamo sapere, sentire, alla fine aumenta la sua invadenza in noi, ci sovrasta, ci annienta, ci travolge. Vogliamo assolutamente esserne travolti. Bellezza, dramma, tragicità della vita, del peccato, della redenzione, della felicità.

Grazie @Luca Canetti    mi hai dato ulteriori spunti di riflessione, ulteriori motivi per ripensare a qualcosa di scritto frettolosamente per un MI.
Si salveranno solo coloro che resisteranno e disobbediranno a oltranza, il resto perirà.
(Apocalisse di S. Giovanni)
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