[MI178] Una bara mi hai mostrato, mi ci sono coricato

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Traccia nr, 2: L'ultima risorsa (con incipit)

[MI178] Una bara mi hai mostrato, mi ci sono coricato


"Prese un respiro profondo, e guardando le sue mani sporche di sangue capì che sarebbe andato tutto bene".

Sì, pensava Osiride, mi stai smembrando e scagliando le quattordici parti di me nel mondo che ci conosce. Ma la mia testa la salverò e con essa io mi rifarò una vita. Si ricongiungerà con le altri parti e io rinascerò, non come semplice sovrano d'Egitto - quello fallo pure tu - ma come Signore unico e incontrastato dell'Oltretomba.
Sarà il tuo cane Anubi, che ha tanto di me, a imbalsamarmi e prepararmi all'eternità.
Così lui guardava le mani lorde di sangue di Seth, il fratricida, e capiva che sarebbe andato tutto bene:
dalla fine l'inizio!

Non per nulla:

Per cominciare, la loro madre Nut, dea del cielo, così l'aveva messo in guardia sin da piccolo:
"Tuo fratello Seth è rabbioso, feroce e prepotente ed ha una forza immane. Fin da prima della nascita, mi sembrava di crescere una serpe in seno, inesausta nel girare in tondo. Sai com'è nato? Non ha aspettato il termine: impaziente e furibondo per l'attesa, mi ha sfondato la pancia per uscire...
Guardati da lui, non provocarlo mai, stai ai margini della sua visuale. Ignoralo e lui, forse, ti ignorerà."

Osiride, col suo temperamento solare e propositivo, venne scelto dal padre, Geb, il dio della Terra, per comandare l'Egitto. All'epoca, infatti,  non erano i faraoni, ma gli dei, a governare il più ricco e fertile Paese della terra. Da sovrano lungimirante, aveva insegnato al popolo ad avere rispetto del grande fiume sacro e come incanalarlo per rendere fertile e ricco il limo e i raccolti del terreno. Oltre all'agricoltura, era rinomato e venerato soprattutto per avere insegnato la vendemmia e la produzione del vino.

La sposa doveva essere di stirpe reale, giocoforza una sorella: fu Iside la prescelta.
Iside non era solo affascinante e industriosa ma anche creativa e con capacità artistiche. Aveva inventato un nuovo strumento musicale che creava suoni argentini, il sistro, e quando lo suonava lei pareva persino dare una nota gioiosa e positiva al volgere degli eventi.
I due si amavano e si completavano. Sembravano procedere senza toccare terra.
Ma l'ombra della perfezione li precedeva e li seguiva, oscurando la loro luce: è difficile per il resto del mondo amare chi è perfetto.
Seth e Nefti, fratello e sorella della coppia reale, si sentivano una coppia di serie B, come figli di un dio minore, ed erano di fatto attanagliati dalla gelosia.
Si leggeva, negli elenchi della successione dinastica regale, che Nefti, sposa di Seth, era sterile. E, con questo, dicendo non della donna ma della dea, si alludeva al fatto che "la terra troppo compatta e indurita è assolutamente sterile e infeconda". Ed era un pensiero maschilista in quanto lungi dal considerare anche solo l'ipotesi della sterilità di Seth. 
Nefti, da divinità femmina, sapeva però di poter vantare crediti presso il padre.
"Padre, esigo un bonus per cambio aspetto, il tempo di giacere con Osiride nei panni di Iside".
"Giacerai subito dopo con tuo marito Seth, così non avrà tema di non essere il padre del nascituro e non scatenerà la sua funesta ira: mi raccomando" e la figlia acconsentì seria all'ovvio, senza mostrare superbia e fare spallucce.
Così fu preparata la strada al concepimento di  Anubi, il futuro imbalsamatore e preparatore dell'eternità del padre.

Era stata una notte stellata, predisposta al meglio dalla loro madre, la dea del cielo Nut:

Lei:
Che io possa essere tra le tue braccia,
è la preghiera che trapela dai mei occhi!
Il contemplarti li illumina
in quest'ora
che si prolunga in eterno
fintanto che io giaccio con te.


Lui:
Oh Iside nuova ed antica:
riconosco a fatica
le note fattezze e le forme
cui mi credevo avvezzo.
I tuoi occhi
dove opaca leggevo la noia

ora specchiano fulgida luce
dai miei!

Ma un giorno Seth, il vendicativo, perfido e geloso fratello, gli tese un agguato. A una sontuosa festa, si presentò con un magnifico forziere, un baule ornato d'oro e pietre preziose, promettendo di offrirlo a chi vi si sarebbe adattato perfettamente. Molti furono coloro che tentarono la fortuna, con insuccesso. Fu Osiride ad aderirvi perfettamente. Ingannato come un ingenuo fanciullo, venne imprigionato di colpo nella cassa, che fu sigillata e gettata nelle acque impetuose del Nilo. Così sembrò compiersi la triste sorte di Osiride, spazzato via dalle onde, mentre Seth avrebbe avuto campo libero per impadronirsi del trono, inaugurando un'era di caos e desolazione.
Subito però la bella Iside, con il cuore straziato dal dolore, intraprese un pericoloso viaggio e riuscì a trovarlo.
Supplicò il padre di aiutarla:
"Padre mio, invoco il bonus-vita per il mio amato e figlio tuo Osiride. Ridagli la vita per il tempo di giacere un'ultima volta con me."  
Geb  posò brevemente la mano sugli occhi di Osiride e questi si aprirono sul viso della sua dolce sposa.
Aprì la bocca e lei gli alitò dolce lo spirito di vita per poi donarsi, magicamente, uno all'altra.
Così, la dea rimase fecondata del dio Horus, colui che l'avrebbe vendicato.

Il corpo di Osiride fu sfortunatamente ritrovato nello spazio di un mattino da Seth che, furioso, lo fece a pezzi e ne sparse le parti in modo che non potessero più essere ricomposte. Ma la forte dea sposa non si arrese e riuscì a ritrovare la testa. Iside scosse il suo prezioso sistro, e il suo dello strumento, argentino e amplificato, si levò nell'etere.
La testa prese posizione e con naturalezza chiamò a sé le altre parti, col cervello a comandare l'adesione tra membra e monconi, e, con  la supervisione del dio mummificatore Anubi, lui e Iside ricomposero il cadavere e lo mummificarono affinché potesse rinascere. In questo modo, Osiride divenne il re dell’oltretomba.  Avendo assaporato la morte, non poteva più regnare sulla platea dei vivi, ma su quella, incommensurabile, dei defunti come Sovrano e Giudice.

Per quanto riguarda Horus, crebbe sotto la protezione di sua madre. Iside. Quando fu abbastanza grande per combattere, sfidò Seth in una lotta titanica per vendicare suo padre e riportare la pace nel regno. Gli stessi dei furono testimoni di questo confronto epico, che scatenò gli elementi e sconvolse l'ordine costituito. Stremata dalle preoccupazioni per la sorte del figlio, Iside gli suggerì di chiedere un bonus-aspetto al nonno (solo il dio della terra aveva la facoltà di concederlo). Gli suggerì di farsi tramutare nel più imponente degli animali, l'elefante, e la madre lo avrebbe bardato con una portantina assicurata sul dorso, con un forziere scintillante d'oro e di gemme. Seth sarebbe caduto in trappola, schiacciato e spappolato nella sua avida curiosità. Ma Horus non volle bonus: voleva vincere con le sue forze. 

Ma tutto ha un inizio e una fine, e venne il giorno in cui  Horus finalmente trionfò sul perfido Seth, strappandogli gli occhi simboli del suo potere malvagio.
Occhi di colore rosso che, simbolicamente, indicava il caos, la rabbia, la violenza, il sangue, ma allo stesso tempo anche la forza e la vita.

***                                                                                                             ***                                                                                                                       ***

Osiride sapeva da sempre, in cuor suo, che non finiva tutto con la morte, anzi, sarebbe iniziato il suo infinito Regno dei Trapassati.
Traendo un profondo respiro, così si rivolgeva al suo carnefice, il fratello Seth, le cui mani erano sporche del suo sangue:

Io sono Osiride - parlo a Seth

Una bara mi hai mostrato,
mi ci sono coricato.

Sospettavo di un inganno,
perché tu sei un tiranno,
e dacché ti ho conosciuto
non mi sei punto piaciuto.
E, sebbene siam fratelli,
le minacce coi coltelli
me le posso ricordare:
non le hai fatte per scherzare.
E’ per Iside, mi dici,
che siam sempre due nemici,
ma lei sì, mi preferiva,
mentre te, Seth, aborriva.

Una bara mi hai mostrato,
mi ci sono coricato.

Pur la mamma lo diceva,
il papà lo supponeva:
"Seth è torvo, è tempestoso,
fa che non sia mai geloso,
altrimenti tu lo sai
che verranno presto i guai".
Ma non volli darle retta.
Ora sfodera l’accetta
il malvagio fratellino
e io sono l’agnellino,
la tua vittima più ambita
a cui togliere la vita.

Una bara mi hai mostrato,
mi ci sono coricato.

Ma che ingenuo sono stato,
era tutto preparato:
le mie membra, arto o moncone
sparsi in ogni direzione.
Ma la testa ha rimontato
il mio fisico spezzato
e una luce irradierà:
Horus mi vendicherà!













Le mie fonti
Rivisitazione del mito. Incantesimi e magie anche di mia produzione.
P.S.: prima di elaborare la mia personale versione del mito, ho attinto da varie fonti sul Web, a volte in contraddizione tra loro.

Le cito qui:

https://www.storicang.it/a/il-dio-seth- ... male_15360

https://frameblog.unibo.it/index.php/20 ... il%20corpo.

https://unascuola.it/il-mito/il-mito-di-osiride/

https://www.treccani.it/enciclopedia/is ... lia%20Seth.

https://it.wikipedia.org/wiki/Mito_di_Iside_e_Osiride

https://www.treccani.it/enciclopedia/si ... aliana%29/

https://it.wikipedia.org/wiki/Horus

https://it.wikipedia.org/wiki/Osiride

https://it.wikipedia.org/wiki/Anubi

https://luoghidautore.com/2014/01/04/pa ... i-faraoni/
(ispirazione per la strofa di "Lei" nei versi tra gli amanti Nefti e Osiride dal  Papiro Harris 500, Fiori degli amanti)
osiride
Di sabbia e catrame è la vita:
o scorre o si lega alle dita.


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Re: [MI178] Una bara mi hai mostrato, mi ci sono coricato

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Poeta Zaza ha scritto: Per quanto riguarda Horus, crebbe sotto la protezione di sua madre. 
Non mi piace molto l'espressione "Per quanto riguarda". Per inteso, mi lascia un po' perplessa anche la scelta della parola "bonus" . So bene che è una parola latina, ma per via dell'uso indiscriminato in tempi odierni mi ricorda altri tipi di bonus  :facepalm:  
Poeta Zaza ha scritto: indicava
Refuso: indicavano (gli occhi)

 Sebbene il contenuto mi piaccia non apprezzo molto la filastrocca finale, mi pare banalizzi un po' l'amaro sfogo di Osiride.  Molto più belle - come sonorità - queste strofe:
Poeta Zaza ha scritto: Lei:
Che io possa essere tra le tue braccia,
è la preghiera che trapela dai mei occhi!
Il contemplarti li illumina
in quest'ora
che si prolunga in eterno
fintanto che io giaccio con te.


Lui:
Oh Iside nuova ed antica:
riconosco a fatica
le note fattezze e le forme
cui mi credevo avvezzo.
I tuoi occhi
dove opaca leggevo la noia

ora specchiano fulgida luce
dai miei!

Al netto dei miei piccoli e personalissimi appunti, mi è piaciuto molto. La mitologia ha sempre il suo fascino (incesti e vendette a parte). Hai scritto un testo di recupero informazioni interessante in modo scorrevole, centrando in pieno la traccia "L'ultima risorsa". 
Brava. 

Re: [MI178] Una bara mi hai mostrato, mi ci sono coricato

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Grazie, cara @Adel J. Pellitteri  del tuo apprezzato passaggio, che mi dà anche modo di spiegarmi meglio:
Poeta Zaza ha scritto: Occhi di colore rosso che, simbolicamente, indicava il caos, la rabbia, la violenza, il sangue, ma allo stesso tempo anche la forza e la vita,
"indicava" si riferisce al colore rosso.
Adel J. Pellitteri ha scritto:  Molto più belle - come sonorità - queste strofe:
Poeta Zaza ha scritto: Lei:
Che io possa essere tra le tue braccia,
è la preghiera che trapela dai mei occhi!
Il contemplarti li illumina
in quest'ora
che si prolunga in eterno
fintanto che io giaccio con te.


Lui:
Oh Iside nuova ed antica:
riconosco a fatica
le note fattezze e le forme
cui mi credevo avvezzo.
I tuoi occhi
dove opaca leggevo la noia

ora specchiano fulgida luce
dai miei!
Sono lieta di ripetere anche qui quello che ho riportato sotto spoiler:
Per queste strofe, la prima, di Lei, è ispirata (meglio dire copiata) dal Papiro Harris 500, Fiori degli amanti, la strofa di Lui è tutta mia.

https://luoghidautore.com/2014/01/04/pa ... i-faraoni/
Adel J. Pellitteri ha scritto: non apprezzo molto la filastrocca finale, mi pare banalizzi un po' l'amaro sfogo di Osiride.
Pensa che, avendo già scritto anni fa i versi, la prosa l'ho concepita e costruita intorno alla filastrocca, appena ho letto la traccia.  :D
Infine, ti ringrazio per queste parole:
Adel J. Pellitteri ha scritto: gio set 21, 2023 9:51 amAl netto dei miei piccoli e personalissimi appunti, mi è piaciuto molto. La mitologia ha sempre il suo fascino (incesti e vendette a parte). Hai scritto un testo di recupero informazioni interessante in modo scorrevole, centrando in pieno la traccia "L'ultima risorsa". 
Brava. 
@Adel J. Pellitteri  :flower:
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Re: [MI178] Una bara mi hai mostrato, mi ci sono coricato

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Carerrima!
Allora, il racconto è interessante. La mitologia, del resto, è sempre interessante. Al solito ti contesto la commistione di narrativa, poesia e, in questo caso, divulgazione. La poesia alla fina proprio no, perdonami carerrima. Ma che senso ha? In rima baciata... rompe proprio l'incantesimo e la butta in spettacolino, perdonami.

Ti rompo le scatole (o meglio, continuo a rompertele):
Poeta Zaza ha scritto: si sentivano una coppia di serie B,
Aaaarghhh, dall'atmosfera mitologia a quella calcistica! Come fanno Cip e ciop (sì, quelli egiziani intendo, non ricordo il nome) a conoscere la serie B di calcio? Troverei un'altra espressione
Poeta Zaza ha scritto: come figli di un dio minore
Ma non erano fratelli? Troverei un'altra espressione
Poeta Zaza ha scritto: Ed era un pensiero maschilista
Ma tu stai parlando di millenni avanti cristo. Il concetto di maschilismo è un qualcosa di insensato per l'epoca. Troverei un'altra espressione
Poeta Zaza ha scritto: Padre, esigo un bonus per cambio aspetto
Vabbè. hai deciso di sovvertire i tempi le epoche e le parlate. Comunque troverei un'altra espressione
Poeta Zaza ha scritto: "Padre mio, invoco il bonus-vita per il mio amato e figlio tuo Osiride.  
Immagino sia il programma del governo Meloni in sostituzione del reddito di cittadinanza  :asd:
Troverei un'altra espressione  :giù:
Scrittore maledetto due volte

Re: [MI178] Una bara mi hai mostrato, mi ci sono coricato

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Cara @Poeta Zaza,
che piacere scriverti nuovamente in questo luogo. Grazie per avermi pensata in questo lungo periodo di latitanza, mi ha fatto tanto piacere.
Veniamo al tuo racconto, mi ha piacevolmente sorpresa questo stile.
All'inizio ho fatto un po' fatica ad inquadrare personaggi e relazioni, è stata necessaria una rilettura.
Suppongo tu abbia aggirato la boa con la rinascita, sono curiosa di vedere se lo stratagemma letterario funzionerà.
Interessante e divertente allo stesso tempo, brava.
La filastrocca finale mi è piaciuta molto, ma ritengo strida con lo stile precedente.
Nel complesso l'ho trovato un buon lavoro.
A rileggerti 
<3

Re: [MI178] Una bara mi hai mostrato, mi ci sono coricato

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Modea72 ha scritto: Cara @Poeta Zaza,
che piacere scriverti nuovamente in questo luogo. Grazie per avermi pensata in questo lungo periodo di latitanza, mi ha fatto tanto piacere.
Veniamo al tuo racconto, mi ha piacevolmente sorpresa questo stile.
All'inizio ho fatto un po' fatica ad inquadrare personaggi e relazioni, è stata necessaria una rilettura.
Suppongo tu abbia aggirato la boa con la rinascita, sono curiosa di vedere se lo stratagemma letterario funzionerà.
Interessante e divertente allo stesso tempo, brava.
La filastrocca finale mi è piaciuta molto, ma ritengo strida con lo stile precedente.
Nel complesso l'ho trovato un buon lavoro.
A rileggerti 
Grazie di esserci anche tu! :rosa:

E delle tue utili e gradite considerazioni, cara @Modea72.
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o scorre o si lega alle dita.


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Re: [MI178] Una bara mi hai mostrato, mi ci sono coricato

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Ciao @Poeta Zaza ho letto con piacere la tua storia. Conosco poco la mitologia anche se ne sono molto affascinato. Tempo fa mi ero promesso di iniziare a leggerne tutti i grandi classici, avevo iniziato con "Le metamorfosi" ma poi... finisco sempre per abbandonare.
La scelta di inserire riferimenti all'attualità è interessante e rischiosa. L'ironia è una delle cose più difficili da affrontare, a mio parere, se non è graffiante rischia di essere superficiale. Nel tuo caso ho trovato simpatiche le trovate, in linea con la tua sensibilità. Forse a quel punto si poteva anche essere più arditi, ma non è per niente facile.
I versi mi piacciono. In linea di principio non credo che la prosa in rima debba essere associata al mondo dell'infanzia e possa sminuire un racconto profondo. Anzi, può essere ancora più potente. Forse, in questo caso non è in sintonia con l'altra parte non in rima, (a livello stilistico) molto bella.
Ha anche appreso qualcosa di nuovo. Grazie.
A presto.

Re: [MI178] Una bara mi hai mostrato, mi ci sono coricato

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Kasimiro ha scritto: Ciao @Poeta Zaza ho letto con piacere la tua storia. Conosco poco la mitologia anche se ne sono molto affascinato. Tempo fa mi ero promesso di iniziare a leggerne tutti i grandi classici, avevo iniziato con "Le metamorfosi" ma poi... finisco sempre per abbandonare.
La scelta di inserire riferimenti all'attualità è interessante e rischiosa. L'ironia è una delle cose più difficili da affrontare, a mio parere, se non è graffiante rischia di essere superficiale. Nel tuo caso ho trovato simpatiche le trovate, in linea con la tua sensibilità. Forse a quel punto si poteva anche essere più arditi, ma non è per niente facile.
I versi mi piacciono. In linea di principio non credo che la prosa in rima debba essere associata al mondo dell'infanzia e possa sminuire un racconto profondo. Anzi, può essere ancora più potente. Forse, in questo caso non è in sintonia con l'altra parte non in rima, (a livello stilistico) molto bella.
Ha anche appreso qualcosa di nuovo. Grazie.
A presto.
Grazie a te, caro @Kasimiro, per il tuo utile commento e per le tue considerazioni sulla mia ironia. :)
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Re: [MI178] Una bara mi hai mostrato, mi ci sono coricato

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Ciao @Poeta Zaza
Una bella idea quella di inserire nei miti egizi una componente scanzonata e favolistica usando un linguaggio moderno anche piuttosto attuale, te lo hanno già fatto notare, che potrebbe pure starci, io sono un fautore del cambiamento di prospettiva a livello letterario. Però secondo me saresti potuta andare molto oltre. Naturalmente è il mio modo di pensare che ti indico, come la vedo io, non fa certo testo. Tieni presente che io amo una massima di Roland Barthes, che dovrei mettere in spoiler ma mi sembra interessante.
“Perché non verificare il realismo di un’opera interrogando, non il modo più o meno esatto in cui riproduce il reale ma, al contrario, quello in cui il reale potrebbe o non potrebbe effettuare ciò che il romanzo enuncia? Perché il libro non dovrebbe essere programma piuttosto che pittura?”
Io ho sempre considerato uno scritto come un programma che si può interpretare in svariati modi. Per me è più stimolante.
Saresti potuta andare oltre, dicevo, nel senso che alcune spiegazioni del mito vengono date a beneficio del lettore in maniera didascalica. Io non avrei spiegato il tempo dell’Egitto governato dagli dei, da Osiride che insegna al popolo a incanalare il Nilo durante le alluvioni per sfruttare il limo in agricoltura… cercherei di mostrare questo dio nella sua magnificenza, dentro il suo palazzo di marmo e oro con tende svolazzanti negli immensi androni davanti a un tramonto infuocato nei deserti circostanti il Nilo, mentre guarda soddisfatto moltitudini di uomini che lavorano in sterminate pianure di fango lasciate dalle alluvioni, mentre misurano i possedimenti con esattezza, come è stato insegnato loro a fare e sono grati a Osiride perché potranno riempire i loro immensi granai quattro volte all’anno, come i raccolti che faranno in base alle piene del fiume.
Anche il fatto dell’incesto, dello sposare la sorella Iside, avrei colorito di più inserendo lei che suonava il sistro senza spiegare che aveva inventato quello strumento a facendolo capire dallo sguardo di ammirazione dei cortigiani che le stavano intorno, che mai avevano udito suono più dolce.
Poeta Zaza ha scritto: Seth e Nefti, fratello e sorella della coppia reale, si sentivano una coppia di serie B, come figli di un dio minore, ed erano di fatto attanagliati dalla gelosia.
Questo mi stride, troppi modernismi. Beninteso che non è un male, però c’è un contrasto, secondo me. Metterei che Seth e Nefti potevano essere gelosi della coppia, meditavano certo vendetta, dei contro dei, alcun favoriti altri meno, ma sempre alla pari. Volevano il potere sulla Terra.
Il fatto di incolpare Nefti di sterilità dandole la colpa e imputandolo a un tipico pensiero maschilista mi sembra fuori del tempo, in quanto all’epoca, pur dando la colpa alla donna, non lo si faceva per maschilismo ma perché era così che si pensava, non per limitare il potere delle donne che anzi, proprio in Egitto assunsero ad alte cariche come faraoni e sacerdotesse.
Quando Nefti esige un “bonus” dal padre con tutta quella storia di giacere prima con Osiride e poi con Seth per figurare che sarebbe stato lui il padre del nascituro… tutto può tornare, ma leverei il “bonus”. Costruirei un dialogo, una scena pragmatica-divina-crudele nello stile dei passi più cupi della Bibbia o dell’Iliade.
Però mi rendo conto e ammetto che questa è la mia idea della storia, questo il mio pensiero di sviluppo del programma che sarebbe meno favolistico e scanzonato del tuo, ma piuttosto cupo invece, drammatico. Tu hai un altro stile, un’altra visione, in particolare la tua abitudine a inserire versi nella prosa, io non ne sarei capace.
Nei versi di Lei e Lui, di primo acchito, senza ancora leggere i commenti, ho notato subito la diversità di stile e poi, come hai detto in un commento, ciò era dovuto al fatto che il Lei era preso dai versi originali di un papiro se non vado errato, mentre il Lui era composto da te. Il Lei è più asciutto, sintetico. Dice tutto, ma bisogna interpretare, andare oltre. Gli antichi scrivevano così, noi moderni dobbiamo dare troppe spiegazioni, forse perché talvolta chi legge non ha sempre presente la lettura tra le righe.
La poesia di Osiride che parla a Seth, tu sai che io non sono addentro la poesia, la metrica, però, è un mio pensiero, non avrei messo le rime, avrei usato un linguaggio più aspro, sanguinario, tipico di un dio defraudato da un altro dio.
Quel verso ricorrente che poi hai messo nel titolo “Una bara…”
l’avrei preparato in modo diverso, è una rima, come dire,  “disturbante”
qui:
Poeta Zaza ha scritto: Pur la mamma lo diceva,
il papà lo supponeva:
"Seth è torvo, è tempestoso,
fa che non sia mai geloso,
altrimenti tu lo sai
che verranno presto i guai".
 Si esprime in maniera ingenua.
Io avrei messo, con tutti i benefici e aggiustamenti:
Non adombrare Seth
Non renderlo geloso
Egli medita morte
Nel profondo della sua anima.
E anche per lo squartamento con diffusione dei pezzi del corpo ai quattro angoli del mondo, si devono sentire i colpi dell’accetta  che squartano Osiride, il suo grido di dolore invadere la Terra facendo inorridire gli uomini. Dare una colorazione, una interpretazione.
Fare agire i personaggi con toni e linguaggi simili alle loro lontanissime epoche, che certo non possiamo conoscere del tutto ma interpretare secondo le nostre visioni, certamente personali, ma cercando di limitare, trasformare le eccessive digressioni nel moderno che possono dare adito a eccessive dissonanze temporali.
In quanto alla descrizione di orrori purtroppo l’umanità non è molto cambiata, non ci vuole troppa fantasia.
Scusa questo mio commento, come al solito.
Un caro saluto  :)   :rosa:
 
 
 
 
 
Si salveranno solo coloro che resisteranno e disobbediranno a oltranza, il resto perirà.
(Apocalisse di S. Giovanni)

Re: [MI178] Una bara mi hai mostrato, mi ci sono coricato

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Grazie dei tuoi suggerimenti, caro @Alberto Tosciri  :)

Sarebbe venuto fuori un racconto migliore, più scenografico e meno didascalico di certo.

Ma, come hai detto, conoscendomi.
Alberto Tosciri ha scritto: Una bella idea quella di inserire nei miti egizi una componente scanzonata e favolistica usando un linguaggio moderno anche piuttosto attuale, te lo hanno già fatto notare, che potrebbe pure starci, io sono un fautore del cambiamento di prospettiva a livello letterario. Però secondo me saresti potuta andare molto oltre
Alberto Tosciri ha scritto: Però mi rendo conto e ammetto che questa è la mia idea della storia, questo il mio pensiero di sviluppo del programma che sarebbe meno favolistico e scanzonato del tuo, ma piuttosto cupo invece, drammatico. Tu hai un altro stile, un’altra visione, in particolare la tua abitudine a inserire versi nella prosa, io non ne sarei capace.
Infatti, ribadisco il mio intento:
Poeta Zaza ha scritto: Il mio intento è stato di scrivere un testo scanzonato e serio insieme al riguardo di un mito, come si fa con le favole. 
Sai, Alberto, lo zazaismo... :facepalm:
Di sabbia e catrame è la vita:
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Re: [MI178] Una bara mi hai mostrato, mi ci sono coricato

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@Poeta Zaza ciao, passo per un breve commento.

Non ti smentisci mai. Questa volta hai messo su anche una bella trama, anche se non desta particolare attrazione alla diretta azione. Forse mettendo da parte la parte corsiva, l'intrigo della trama poteva essere vincente, considerando il percorso narrativo adottato..  (y)
Tratti di pioggia sopra Auschwitz. Tra oblio e orgoglio

Re: [MI178] Una bara mi hai mostrato, mi ci sono coricato

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bestseller2020 ha scritto: @Poeta Zaza ciao, passo per un breve commento.

Non ti smentisci mai. Questa volta hai messo su anche una bella trama, anche se non desta particolare attrazione alla diretta azione. Forse mettendo da parte la parte corsiva, l'intrigo della trama poteva essere vincente, considerando il percorso narrativo adottato..  (y)
Grazie del passaggio, caro @bestseller2020   :)

Ma la trama della vicenda è nota! Se non la racconto a modo mio non mi diverto! :saltello:
Di sabbia e catrame è la vita:
o scorre o si lega alle dita.


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