Abitudini

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Quando a scuola ci davano da leggere i libri per le vacanze, io, pargolo non amante della lettura, me ne facevo una ragione.
Appena avevo il libro fra le mani, mi accingevo a pesarne lunghezza e spessore dei caratteri. Iniziato un capitolo, mi preoccupavo di sapere di quante pagine fosse composto e, lettone un po', chiudevo il libro sapendo quante ne mancavano per superare quello scoglio..
Ora, uomo divoratore di libri, continuo in quella pratica di soppesare la struttura fisica di un libro, ma senza patemi. Anzi, quasi a dolere poi del fatto che  ne rimarranno poche da leggere.
Abitudini? O retaggio di quei traumi infantili?
L. COME APOCALISSE - G. Domenico Lupo

CANTITU APPURATE - G. Domenico Lupo

I MIEI ANIMALI - G. Domenico Lupo

Re: Abitudini

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JD WOLF ha scritto: Soltanto Pavese o Verga a quindici anni mi hanno allontanato dal piacere della lettura.
Pavese non l'ho letto, ma su Verga concordo e aggiungo Zola. Li ho tenuti anch'io questi libri, perché i libri non si buttano, ma ancora non mi è venuta voglia di rileggerli, benché comprenda l'importanza che hanno avuto e cosa hanno rappresentato.
Esistono molti mondi: reali, immaginari. Non importa la loro natura: da ognuno di essi si può apprendere qualcosa.
https://www.lestradedeimondi.com/

Re: Abitudini

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Con Pavese mi ha aiutato conoscere i luoghi da lui descritti, ritrovandoli con le tinte di un passato che è stato dei miei genitori. Non conosco quelli di Verga, ma ho conosciuto un siciliano che li ha menzionati in suoi discorsi dove ho partecipato.  Pavese e Verga restano comunque non fra i miei autori preferiti, ma mi hanno lo stesso regalato qualcosa, come ogni autore è solito fare.
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