Inauguro la discussione sul retelling anche se non è un vero e proprio genere ma più che altro una scelta narrativa che può riguardare qualsiasi genere di narrativa - sia perchè il retelling può riguardare una storia di qualsiasi genere, sia perchè il prodotto può essere di un genere completamente diverso dalla storia originale di cui si vuole fare il retelling - ma è una scelta che mi intriga molto e mi piacerebbe discuterne un po'.
Per chi non ne avesse mai sentito parlare, il retelling è un'operazione molto particolare che di solito si basa su romanzi più o meno famosi che un autore decide di provare a rivedere a modo suo. Si può scegliere di raccontare la storia di un personaggio secondario - o magari dal punto di vista di questo personaggio - mantenendo intatti gli avvenimenti ma cambiandoli di prospettiva e/o inserendo un background a uno o più personaggi che cambia la visione generale. Oppure si può scegliere di provare a immaginare come sarebbe la storia se si svolgesse altrove, in un altro tempo o addirittura in un mondo diverso - per esempio esistono romanzi sci-fi retelling di fiabe, per non parlare di "Orgoglio, pregiudizio e zombie" - o più semplicemente con personaggi diversi - come per esempio un recente retelling delle Piccole Donne ambientato sempre negli USA e più o meno nello stesso periodo ma in cui le sorelle March sono nere e vivono nell'unica colonia di neri liberi presente sul suolo americano in quel periodo - in modo da giocare su come la storia potrebbe cambiare vissuta da quei personaggi.
Mi pare di aver detto quel che c'è da dire su questo "genere", ora lascio spazio ai commenti, opinioni e magari esperienze di chi avesse letto retelling di qualunque tipo.
Re: Retelling
2Sono al momento impegnato in un progetto esattamente di questo tipo (ma sono scaramantico quindi no, non dirò cosa sto riscrivendo) e devo dire che rappresenta una sfida molto intrigante. Il vero punto d'attenzione a mio parere sta nella notorietà della narrazione che si rielabora, visto che tutto il senso dell'attività consta nello scarto tra la storia originale e quella rielaborata: rileggere i classici dell'epica o delle fiabe (come ha fatto recentemente Marilù Oliva) permette di poggiare su un substrato di conoscenza mediamente buono, anche se quasi mai ottimo - il che può essere un punto a favore - mentre in altri casi ci si limita a parlare a chi ha già letto l'originale (Piccole Donne è un grande classico in USA ma qui da noi ormai è ben poco letto, credo).
Re: Retelling
3Gualduccig ha scritto: Sono al momento impegnato in un progetto esattamente di questo tipo (ma sono scaramantico quindi no, non dirò cosa sto riscrivendo) e devo dire che rappresenta una sfida molto intrigante. Il vero punto d'attenzione a mio parere sta nella notorietà della narrazione che si rielabora, visto che tutto il senso dell'attività consta nello scarto tra la storia originale e quella rielaborata: rileggere i classici dell'epica o delle fiabe (come ha fatto recentemente Marilù Oliva) permette di poggiare su un substrato di conoscenza mediamente buono, anche se quasi mai ottimo - il che può essere un punto a favore - mentre in altri casi ci si limita a parlare a chi ha già letto l'originale (Piccole Donne è un grande classico in USA ma qui da noi ormai è ben poco letto, credo).Per la questione del sostrato necessario sono d'accordo, infatti non a caso i retelling più recenti di "Picocle donne" sono tutti di autori statunitensi - anzi in realtà potrei dire solo di autrici, ancora non ne ho visti scritti da uomini, a proposito del sostrato di conoscenza... - , l'unica autrice extra USA di cui so e ho letto un retelling di questo romanzo - non è italiana, è sudamericana e non saprei dire quanto nei paesi sudamericani a oggi sia letto il romanzo originale - comunque non è certo una ragazzina e il retelling non è una delle sue pubblicazioni più recenti.
Non ho idea di che tipo di retelling si tratti il lavoro a cui ti stai dedicando - e, se per scaramanzia non vuoi dire nemmeno quello, lo rispetto - ma trovi che sia più complicato da gestire un retelling con cambio di punto di vista e/o dedicato a personaggi secondari o un retelling che, più o meno fedele che sia alla storia originale, sposta completamente l'ambientazione a livello di luogo, tempo o contesto?
Re: Retelling
4Liesel Storyteller ha scritto: Per chi non ne avesse mai sentito parlare, il retelling è un'operazione molto particolare che di solito si basa su romanzi più o meno famosi che un autore decide di provare a rivedere a modo suo. Si può scegliere di raccontare la storia di un personaggio secondario
Io ho fatto questo con un mio romanzo. Qualche mese dopo, ho scritto una sorta di biografia di un personaggio del romanzo importante per alcune vicende, ma a cui avevo forse dedicato poco spazio. Anche questo è "retelling"? Te le chiedo perché a me hanno detto che la parola migliore, nel mio caso, è "spin-off". In altre parole, "spin-off" e "retelling" sono sinonimi? Ed eventualmente che differenza c'è?
Il Sommo Misantropo
Re: Retelling
5Liesel Storyteller ha scritto: trovi che sia più complicato da gestire un retelling con cambio di punto di vista e/o dedicato a personaggi secondari o un retelling che, più o meno fedele che sia alla storia originale, sposta completamente l'ambientazione a livello di luogo, tempo o contesto?Non so cosa sia più complicato, direi che le due opzioni rappresentano obiettivi diversi:
- Marilù Oliva ha riscritto l'Eneide dal punto di vista di Didone per dare risalto ad una "donna forte" dell'epica [cambio di POV]
- Baz Luhrmann ha girato il suo Romeo + Juliet per evidenziare come quella storia sia ancora attualissima [cambio di ambientazione e tempo]
Re: Retelling
6dyskolos ha scritto:In teoria è più corretto spin-off per due motivi:Io ho fatto questo con un mio romanzo. Qualche mese dopo, ho scritto una sorta di biografia di un personaggio del romanzo importante per alcune vicende, ma a cui avevo forse dedicato poco spazio. Anche questo è "retelling"? Te le chiedo perché a me hanno detto che la parola migliore, nel mio caso, è "spin-off". In altre parole, "spin-off" e "retelling" sono sinonimi? Ed eventualmente che differenza c'è?
- non credo abbia molto senso dire che fai retelling alla tua stessa opera, il retelling si fa rispetto al lavoro di altri a cui tu cerchi di dare una nuova impronta
- la storia da un punto di vista diverso non è per forza retelling, se il punto di vista diverso si intreccia con una nuova visione degli eventi già noti è retelling (per esempio da ragazzina avevo letto un retelling di Jane Eyre dal punto di vista della tata della bambina a cui Jane insegna, la storia trattava tutta la vita del personaggio, si poteva considerare retelling solo nelle sezioni dedicate alla sua effettiva permanenza a Thornfield Hall) mentre se semplicemente, come mi pare di capire che stai facendo tu, racconti il "dietro le quinte" di un personaggio per dire chi è ma senza troppo rivedere la storia non è retelling, perchè non stai per l'appunto ri-raccontando la "storia vecchia" ma stai raccontando da zero la storia di chi prima appariva appena senza che questo influisca particolarmente sulla visione delle storia da cui questo personaggio è stato estrapolato (per fare l'esempio sempre di una cosa che ho letto, se invece di provare a mettere le Piccole Donne in un contesto diverso, la'utrice decide di esploraere la vita del loro padre durante la Guerra di secessione fermandosi al suo ritorno per cui le protagonista originali nemmeno si incontrano, non è propriamente un retelling perchè non racconta in modo diverso la storia che già conosciamo ma ne racconta tutta un'altra, solo quella del padre appunto)
Re: Retelling
7Gualduccig ha scritto: Non so cosa sia più complicato, direi che le due opzioni rappresentano obiettivi diversi:Indubbiamente gli obiettivi sono diversi, ma più che gli obiettivi la mia curiosità era sulle difficoltà specifiche legate alla scelta che si fa. Per esempio, personalmente io ritengo più ardue da affrontare le diffcioltà specifiche del retelling stile "Romeo e Giulietta" perchè, anche se si può reinventare parecchio, bisogna comunque trovare la quadra tra l'imitazione pedissequa per essere certi di non "tradire" l'originale col rischio di copiare piuttosto che riscrivere e la libertà di riscrittura che però implica un'attenzione particolare per non passare dal retelling al "tradimento" dell'originale per l'appunto (non tanto per quanto riguarda le vicende, quanto per i personaggi, per cui il cambiamento di ambientazione non giustifica totali cambiamenti di caratterizzazione a cui bisogna prestare una grandissima attenzione)Io personalmente sto cercando di sfruttare un cambiamento di ambientazione e tempo per sottolineare come certe posizioni culturali di un certo periodo storico siano ancora presenti oggi e debbano invece venir riconsiderate. La sfida è rendere interessante una storia in cui i protagonisti e/o lo sviluppo sono già pienamente noti ai lettori.
- Marilù Oliva ha riscritto l'Eneide dal punto di vista di Didone per dare risalto ad una "donna forte" dell'epica [cambio di POV]
- Baz Luhrmann ha girato il suo Romeo + Juliet per evidenziare come quella storia sia ancora attualissima [cambio di ambientazione e tempo]
Re: Retelling
8Liesel Storyteller ha scritto: Indubbiamente gli obiettivi sono diversi, ma più che gli obiettivi la mia curiosità era sulle difficoltà specifiche legate alla scelta che si fa. Per esempio, personalmente io ritengo più ardue da affrontare le diffcioltà specifiche del retelling stile "Romeo e Giulietta" perchè, anche se si può reinventare parecchio, bisogna comunque trovare la quadra tra l'imitazione pedissequa per essere certi di non "tradire" l'originale col rischio di copiare piuttosto che riscrivere e la libertà di riscrittura che però implica un'attenzione particolare per non passare dal retelling al "tradimento" dell'originale per l'appunto (non tanto per quanto riguarda le vicende, quanto per i personaggi, per cui il cambiamento di ambientazione non giustifica totali cambiamenti di caratterizzazione a cui bisogna prestare una grandissima attenzione)Oddio, credo che il retelling di "tempo e spazio" imponga (almeno in un romanzo, diverso può essere il caso del cinema) necessariamente anche variazioni sui personaggi, che devono adeguarsi senza tradire il loro nucleo fondante ma differenziandosene un minimo (ed è la differenza che crea l'interesse). Un Romeo + Juliet in forma di romanzo risulterebbe noiosissimo, temo.
Re: Retelling
9Liesel Storyteller ha scritto: se semplicemente, come mi pare di capire che stai facendo tu, racconti il "dietro le quinte" di un personaggio per dire chi è ma senza troppo rivedere la storia non è retellingTi pare bene. Grazie per la risposta. Allora il mio è uno spin-off perché in effetti racconto la vita di un personaggio del romanzo originale e così ne spiego il carattere, ma la sua vita non ha niente a che vedere con le vicende del romanzo.
Il Sommo Misantropo
Re: Retelling
10Gualduccig ha scritto: Oddio, credo che il retelling di "tempo e spazio" imponga (almeno in un romanzo, diverso può essere il caso del cinema) necessariamente anche variazioni sui personaggi, che devono adeguarsi senza tradire il loro nucleo fondante ma differenziandosene un minimo (ed è la differenza che crea l'interesse). Un Romeo + Juliet in forma di romanzo risulterebbe noiosissimo, temo.Sicuramente, mi sono espressa male, non intendevo che i personaggi debbano essere uguali, perchè l'ambientazione influisce anche su di loro. Però il punto del retelling è cercare di capire come sarebbe la storia se fosse in un altro contesto, quindi i personaggi si adattano ma non diventano altro. Per restare alle piccole donne, non mi aspetto una Jo moderna che per aiutare la famiglia debba vendere i capelli per fare le parrucche, ma in un contesto in cui questa scelta sia ancora realistica, mi aspetto comunque che lo faccia lei o al massimo Meg, non di certo Amy per cui significherebbe praticamente farsi dissanguare, non so se mi spiego...
Re: Retelling
11Pensavo a una cosa, @Liesel!
C'è una forma di letteratura moderna che spesso, a torto, viene giudicata con la puzzetta sotto il naso: la canzone. Sì, quella cosa lì dove c'è uno che canta e gli altri ascoltano. Bene, ce n'è una che è stata squalificata in un concorso del 2009. La canzone è molto bella e faccio fatica a comprendere perché l'hanno squalificata. Vero che ci sono alcune limitate imperfezioni, ma poi ascolto un pezzo di Jovanotti ("ragazzo fortunato") che a un certo punto fa: "non c'è niente che ho bisogno". Insomma, qualche canzone la riscriverei (anche per esercitazione). Posso usare l'anglismo "retelling" rispetto alle canzoni?
C'è una forma di letteratura moderna che spesso, a torto, viene giudicata con la puzzetta sotto il naso: la canzone. Sì, quella cosa lì dove c'è uno che canta e gli altri ascoltano. Bene, ce n'è una che è stata squalificata in un concorso del 2009. La canzone è molto bella e faccio fatica a comprendere perché l'hanno squalificata. Vero che ci sono alcune limitate imperfezioni, ma poi ascolto un pezzo di Jovanotti ("ragazzo fortunato") che a un certo punto fa: "non c'è niente che ho bisogno". Insomma, qualche canzone la riscriverei (anche per esercitazione). Posso usare l'anglismo "retelling" rispetto alle canzoni?
Il Sommo Misantropo
Re: Retelling
12Liesel Storyteller ha scritto: Sicuramente, mi sono espressa male, non intendevo che i personaggi debbano essere uguali, perchè l'ambientazione influisce anche su di loro. Però il punto del retelling è cercare di capire come sarebbe la storia se fosse in un altro contesto, quindi i personaggi si adattano ma non diventano altro. Per restare alle piccole donne, non mi aspetto una Jo moderna che per aiutare la famiglia debba vendere i capelli per fare le parrucche, ma in un contesto in cui questa scelta sia ancora realistica, mi aspetto comunque che lo faccia lei o al massimo Meg, non di certo Amy per cui significherebbe praticamente farsi dissanguare, non so se mi spiego...No, figurati, credo di avere equivocato io.
Il mio appunto si concentrava su quanto "non diventino altro" i personaggi, in un retelling scritto in cui cambiano tempo e contesto.
Provo a restare nel tuo esempio, anche se Piccole Donne l'ho letto 35 anni fa: in un'ambientazione contemporanea avrem(m)o Jo che davanti ad un grave problema economico rinuncia agli studi universitari e si butta nel mondo del lavoro, accettando magari un ruolo che mercifica il suo corpo (anche se va contro i suoi principi) rifiutando però con nettezza proposte che la porterebbero al meretricio vero e proprio. Lo farà lei per permettere alle sorelle di avere la vita che meritano, etc etc. Fino a qui siamo sostanzialmente allineati con la storia originale.
Ora, se il tema di questo retelling vuole essere quello di mettere in luce la difficoltà di liberarsi da un sessismo ancora imperante e/o il crollo della middle class, la scelta di usare Piccole Donne come cornice narrativa ha molto senso e in un romanzo può/deve essere spinto oltre - anche con azioni e sviluppi lontani dalla trama originaria - per portare ancor più in risalto la vera (nuova, per quanto già esistente nel romanzo originale) tematica.
Re: Retelling
13Gualduccig ha scritto: No, figurati, credo di avere equivocato io.L'esempio che fai tu è molto calzante e mi fa pensare a un ragionamento che stavo portando avanti per conto mio su un ipotetico retelling moderno - che è un'idea che mi intriga - e nel retelling moderno, pensando non al romanzo più noto, ma ai suoi seguiti, per esempio Jo potrfebbe non essere resa come un'insegnante, ma la scelta di vita che fa più che all'insegnamento è volta al servizio per gli altri, per cui potrebbe avere più senso pensare che apra una casa-famiglia (e in effetti in termini moderni Plumfield è più quello che non una scuola). Perchè in fondo il retelling è basato su una reinterpretazione della storia, non sulla copiatura e per reinterpretare bisogna prima aver interpretato, cioè letto tra le righe. Cosa che non fa chi dice per esempio che nell'ultimo film che hanno fatto è stato giusto inventarsi che Jo non si sposa - cambiando di fatto la trama, visto che il film non era nemmeno un retelling in teoria - perchè quando rifiuta Laurie dice di aver paura del matrimonio quindi è palese che il fatto che poi sposi il professore sia una forzatura. Mentre leggendo tra le righe si intuisce che la persona che lei sceglie di sposare non è certo la scelta più semplice - ben più vecchio di lei, vedovo e straniero, con due nipoti a carico che di fatto di Jo più che figli potrebbero essere fratelli minori, incontrato in una pensione dell'altra parte del Paese, chissà la buona società di Boston cosa ne avrà pensato... - dunque non certo una scelta di ripiego che farebbe una che odia il matrimonio e la famiglia ma lo fa per rispettare delle aspettative o, come dicono alcuni, una scelta di ripiego dell'autrice perchè gli editori volevano a tutit i costi che Jo si sposasse... Per cui fare un retelling moderno solo per avere la buona occasione perchè Jo non si sposi significherebbe tradire l'originale, sempre per restare all'esempio...
Il mio appunto si concentrava su quanto "non diventino altro" i personaggi, in un retelling scritto in cui cambiano tempo e contesto.
Provo a restare nel tuo esempio, anche se Piccole Donne l'ho letto 35 anni fa: in un'ambientazione contemporanea avrem(m)o Jo che davanti ad un grave problema economico rinuncia agli studi universitari e si butta nel mondo del lavoro, accettando magari un ruolo che mercifica il suo corpo (anche se va contro i suoi principi) rifiutando però con nettezza proposte che la porterebbero al meretricio vero e proprio. Lo farà lei per permettere alle sorelle di avere la vita che meritano, etc etc. Fino a qui siamo sostanzialmente allineati con la storia originale.
Ora, se il tema di questo retelling vuole essere quello di mettere in luce la difficoltà di liberarsi da un sessismo ancora imperante e/o il crollo della middle class, la scelta di usare Piccole Donne come cornice narrativa ha molto senso e in un romanzo può/deve essere spinto oltre - anche con azioni e sviluppi lontani dalla trama originaria - per portare ancor più in risalto la vera (nuova, per quanto già esistente nel romanzo originale) tematica.
Re: Retelling
14Occhio però che i retelling cinematografici hanno a mio paere meno bisogno di una motivazione forte per esistere, potrebbe bastare anche solo la curiosità di vedere come sta in piedi una storia X in un'ambientazione Y: in fondo si tratta di investire "solo" un paio d'ore davanti allo schermo, mentre un lettore deve impegnarsi decisamente più a lungo (e quindi vuole maggiori ritorni in termini di stupore o di svolte impreviste).
Re: Retelling
15Gualduccig ha scritto: Occhio però che i retelling cinematografici hanno a mio paere meno bisogno di una motivazione forte per esistere, potrebbe bastare anche solo la curiosità di vedere come sta in piedi una storia X in un'ambientazione Y: in fondo si tratta di investire "solo" un paio d'ore davanti allo schermo, mentre un lettore deve impegnarsi decisamente più a lungo (e quindi vuole maggiori ritorni in termini di stupore o di svolte impreviste).Su questo sono d'accordo - in parte ma sono d'accordo - però il punto è che qui si parla di base di un adattamento del romanzo a cui sono stati cambiati parti salineti di trama, ma non il titolo nè i nomi delle protagoniste e nemmeno l'ambientazione, quindi chiamarlo retelling è improprio ma è comodo per la regista per non doversi giusitificare per i cambiamenti - per cui si è comunque giustificata tirando in ballo il fatto di aver rispettato la vera volontà dell'autrice che a far sposare Jo è stata obbligata dagli editori, evidentemente deve aver evocato la cara signora Louisa May con la tavoletta Ouja per esserne così certa, ma dettagli... - per cui un retelling vero e proprio, su carta o su pellicola non si dovrebbe giustificare, non essendo un adattamento, ma del resto i retelling non portano per definizione lo stesso titolo dell'originale e con un titolo diverso attiri comunque meno pubblico, però qui vado off-topic quindi mi fermo