Esercito Italiano

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L’ambito militare, anche ristretto all’Italia, è molto vasto. Per uno sguardo d’insieme (su organizzazione, gradi, unità, ecc.), si può vedere wikipedia:
https://it.wikipedia.org/wiki/Esercito_Italiano
e il sito ufficiale: http://www.esercito.difesa.it/organizzazione

Riporto dall’omonima discussione su WD due interventi molto interessanti di @Alberto Tosciri (WD, 20/12/2013), perché l’esercito lo conosce bene, avendone fatto parte:

In modo succinto posso dirti che in Italia vi sono Le Regioni Militari, che non corrispondono alle regioni geografiche ma sono divise in aree (Nord, Est, Ovest, Sud e Isole) comandate da Generali di Corpo d'Armata, sotto le quali vi sono le Brigate, a loro volta suddivise in Reggimenti, Battaglioni, Compagnie e Plotoni, dislocate in vari punti.
Le gerarchie sono complesse e molto particolareggiate.
Le Brigate sono comandate da Generali di Brigata, che hanno un loro Stato Maggiore per impartire ordini ai Reggimenti, che a loro volta li diramano ai Battaglioni e così via.
Gli Ufficiali provengono, di massima, dall'Accademia di Modena e il loro iter addestrativo è lungo e complesso, prevede corsi di specializzazione sia prettamente militari, svolti sia in Italia che all'estero, che di argomento diciamo "civile", ma che sono di utilità per le Forze Armate.
Vi sono parecchie specializzazioni e Armi: Arma di Cavalleria, Fanteria, Genio, Trasmissioni, Logistica e Sussistenza, Amministrazione, oltre a reparti speciali come gli NBC (nucleari, biologici, chimici).
Non oso specificare, perché dovrei scrivere centinaia di pagine per ogni arma, che si suddivide in sottobranche con ulteriori specializzazioni.
Io faccio parte del Genio Pionieri, un'Arma preposta alla costruzione e distruzione di ponti, alla posa di campi minati, ma assieme al Genio Guastatori ha tutto quello che serve per allestire nel giro di quarantotto ore una piccola città in un luogo deserto, con tende gonfiabili e container, nonché ruspe, betoniere, gruppi elettrogeni, cucine da campo e quant'altro.
Abbiamo anche carri armati che al posto dei cannoni sono in grado di gettare dei ponti retrattili per attraversamento di piccoli corsi d'acqua, oltre al necessario per costruire ponti di barche per attraversamento di lunghi corsi d'acqua.
Poi ci sono I Sottufficiali, dei quali mi onoro di far parte, che vengono formati e laureati nelle Accademie, come gli Ufficiali, ma comandano un numero inferiore di uomini, fino a livello compagnia e anche questi durante la loro vita frequentano diversi corsi, nel mio caso oltre ai corsi basilari di Forza Armata, armi, balistica, topografia, trasmissioni, anche aerocooperazione, NBC con ruolo di istruttore, lingue straniere (arabo e inglese).
Poi c'è il ruolo Sergenti e il ruolo Graduati, che comandano unità inferiori.
Nel caso di missioni all'estero si sposta un battaglione di Brigata al completo, rinforzato anche da elementi di altri reparti per coprire eventuali carenze organiche presenti in patria.
Il Generale di Brigata parte con i suoi uomini e vanno a dare il cambio a un'altra Brigata che ha terminato il suo turno.
Della Brigata fanno anche parte un nucleo carabinieri come Polizia Militare, ma i Carabinieri vanno anche con loro reparti appositamente addestrati.
All'estero hanno tutto quello che può servire, dai mezzi corazzati, ai relativi conduttori, officine e meccanici, situati in basi ben protette, a volte a contatto con militari alleati.
Naturalmente vi sono mense, cucine, ospedali da campo, sale ritrovo, palestre, punti internet, tutto costruito dal nulla quando non si sfruttano costruzioni già esistenti, ma che è meglio evitare, in quanto si trovano all'interno di agglomerati urbani, difficili da gestire in caso di conflitto.

Ti consiglierei di leggere un ottimo libro di Oriana Fallaci: "Insciallah" ambientato nell'Esercito italiano alle sue prime missioni in Libano, dove descrive militari e situazioni avendole vissute dal vivo, in quanto era inviata di un giornale mi pare, e visse a lungo in quei luoghi con le truppe italiane.
Un altro scrittore è Mario Rigoni Stern, insuperabile il suo "Il sergente nella neve", ambientato durante la campagna di Russia, che visse in prima persona con il grado di sergente degli Alpini.
Poi "Un anno sull'altipiano" di Emilio Lussu, ambientato nella Grande Guerra, dove si evocano gesta della Brigata "Sassari", della quale ho fatto parte per svariati anni e dal quale è stato tratto un film "Uomini contro" con Gian Maria Volontè.
Hemingway scrisse molto di guerra, avendo militato in entrambe le due guerre mondiali e anche nella guerra civile spagnola come corrispondente. Ti consiglio di leggere anche lui, ha scritto vari libri sull'argomento, frutto di vita vissuta.


Più in dettaglio sulle varie unità operative (24/01/2014):

Le squadre sono variabili a seconda delle esigenze e delle specialità, possono essere fisse, da manuale o formate sul momento a seconda delle esigenze.
Più squadre formano un plotone, anche questo variabile, da 15-20 unità fino a 30-40 unità.
Diversi plotoni, tre o quattro plotoni, formano una compagnia.
Diverse compagnie, tre o quattro, formano un battaglione.
Nell'Arma del Genio un battaglione può essere formato ad esempio da una Compagnia Comando e Parco, costituita da soldati specializzati nella guida di svariati mezzi, dalle auto, Defender, camion, bus, mezzi cingolati, ruspe eccetera, oltre che specialisti vari, elettricisti, caldaisti, meccanici mezzi ruotati e cingolati, trasmettitori, armieri, topografi e disegnatori (impiegati nei comandi), e almeno due compagnie pionieri o guastatori, con più incarichi operativi inerenti la specialità oltre agli autisti necessari e a eventuali patentati natanti a motore per pattugliamenti e sabotaggi in acque fluviali interne. Senza contare gli esperti nel gittamento ponti.
La fanteria ha anch'essa la sua compagnia di autisti e specialisti, specifici per i propri mezzi, anche se molti incarichi sono uguali nelle varie armi. Ha poi le compagnie di fucilieri.
Più battaglioni, a seconda dell'ordinamento, formano un reggimento, diversi reggimenti una brigata.
Ogni arma dell'esercito ha le sue modalità ed esigenze, che possono variare per numero di unità, esigenze e armamenti.


Riporto anche la bella citazione di un capo indiano, che Alberto ha riportato più sotto:
“Per noi i guerrieri non sono quello che voi intendete. Il guerriero non è chi combatte, perché nessuno ha il diritto di prendersi la vita di un altro. Il guerriero per noi è chi sacrifica se stesso per il bene degli altri. È suo compito occuparsi degli anziani, degli indifesi, di chi non può provvedere a se stesso e soprattutto dei bambini, il futuro dell’umanità”.

Chiunque abbia dubbi specifici o aggiunte utili su quest’argomento può metterle nei commenti.
Ci capita di non avere davvero la consapevolezza di quanto potere abbiamo, di quanto possiamo essere forti (A. Navalny)
Qualunque sia il tuo nome (HarperCollins)
La salvatrice di libri orfani (Alcheringa)
Il lato sbagliato del cielo (Arkadia)
Il tredicesimo segno (Words)

Re: Esercito Italiano

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Ti ringrazio @Silverwillow per aver citato queste mie scarse parole di parecchi anni fa.
Naturalmente l'argomento è molto più vasto, particolareggiato e tecnico, come tutti gli argomenti che riguardano la socialità umana seppure, per quanto riguarda l'Esercito, ci sono sempre state persone che hanno cercato, oltre che di disarmarlo, di eliminarlo, proponendo alternative poco credibili a mio parere.
È una vecchia storia. A cosa serve l'Esercito? Possiamo dire allora a cosa servono i Pompieri? Se si incendia la nostra casa lo spegniamo da soli l'incendio e ci pensiamo noi a salvare i nostri familiari, senza nessun aiuto? E ci pensiamo noi a organizzare soccorsi, messa in sicurezza, assistenza, accompagnamenti in luoghi di cura lontani... facciamo tutto da soli?
Avrei molto da dire, ma penso che intaserei il forum e so già che non tutti sarebbero entusiasti... Dico solo un episodio, fra innumerevoli, che mi rimase impresso. Da sergente frequentavo un corso NBC a Roma, assieme a molti romani, fra i quali un giovane medico appena arruolato come Sottotenente medico che entrando nella città militare della Cecchignola e vivendo dentro le caserme rimase quasi sconvolto dicendo: "Io conosco quasi tutta Roma ma qui non immaginavo che ci fosse un altro immenso mondo, a pochi passi da casa mia. Un altro mondo pieno di uomini e di lavoro e di aule e di palazzi, uffici, piazzali immensi e alberati, camerate, cucine, appartamenti, biblioteche, depositi, mense, sale convegno, cucine... un altro mondo che non basta tutta una vita per capirci... Non immaginavo... scriverò un libro, ma uno solo non basta..."
Poi non so se abbia scritto quel libro. E di libri ne sono stati scritti, alcuni anche belli oltre che giusti come credibilità ambientativa e psicologica dei personaggi. Cito solo fra i tantissimi: Il deserto dei Tartari di Dino Buzzati, il Sergente nella neve di Mario Rigoni Stern e Da quì all'eternità di James Ramon Jones.
Si salveranno solo coloro che resisteranno e disobbediranno a oltranza, il resto perirà.
(Apocalisse di S. Giovanni)

Re: Esercito Italiano

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Ciao @Alberto Tosciri, ben ritrovato qui a CdM.
Spesso abbiamo avuto opinioni divergenti, così forse ti stupirai nel trovarmi d'accordo sull'utilità e preparazione dell'Esercito Italiano. Dirò di più: ho fortemente disapprovato l'abolizione del servizio militare di leva, che ritenevo utilissimo per diversi motivi:
1) il distacco dalla famiglia, con la necessità di provvedere autonomamente a se stessi, incluso rifarsi il letto, lavare, stirare, rammendare e mille altre cose cui pensava mammà;
2) la vita in comunità e i conseguenti obblighi, che se non fai a dovere ciò che ti tocca deve pensarci qualcun altro, che non ne sarà felice e provvederà a rendertene edotto e partecipe;
3) la mescolanza di culture, il soldato di Canicattì vive ed opera assieme a quelli di Roma, Cuneo e Gonnosfanadiga, e tutti ne escono arricchiti;
4) la disciplina, auspicabile anche nella vita civile: per potere e saper comandare è necessario aver prima saputo obbedire;
5) gli ordini sbagliati non vanno eseguiti.
6) un esercito il cui nerbo principale è costituito da militari di leva è meno manovrabile in caso di colpi di stato, perché difficilmente eseguirà l'ordine di sparare sui civili.
Una scuola di vita quindi, che i nostri politici hanno deciso di abolire in favore di forze armate composte esclusivamente da professionisti di carriera.
Sono stato ufficiale di complemento, avevo vent'anni e so di cosa parlo.
Un saluto.
Mario Izzi
2025 - Sopravvissuti
(in)giustizia & dintorni
Dea
[/De gustibus non est sputazzellam (Antonio de Curtis, in arte Totò)]

Re: Esercito Italiano

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Ciao @Cheguevara ben ritrovato anche a te.
Sì abbiamo talvolta avuto opinioni divergenti ma sempre molto civili e interessanti come scambio di idee. A dire il vero forse io talvolta ho esagerato nell'esternare le mie opinioni, sia con te che con altri, ma riguarda un tempo dove ero più intransigente, dovuto sia al mio carattere impossibile che alla disciplina e vicende varie che ho vissuto anche nell'Esercito, ci ho passato tutta la vita, come se non bastassero le vicende di famiglia...
Ora sono in pensione da cinque anni, ho avuto tempo per guardarmi intorno; su molte cose, molte, sono diventato tollerante, comprensivo, interessato, non più polemico. Non serve a niente arrabbiarsi se il mondo va in un certo modo anziché in un altro.
Per quanto riguarda l'Esercito hai ragione. Nella mia carriera ho avuto a che fare con migliaia di ragazzi di leva, dall'incorporazione al congedo e ho visto davvero tutto. Concordo sul fatto che per molti ragazzi fu una buona scuola, per i motivi che hai detto tu e che conosci molto bene, avendo fatto l'Ufficiale di complemento. (Io per un periodo ho fatto anche l'istruttore di AUC a Roma, Cecchignola. Ho conosciuto tanti bravi ragazzi).
L'ordine, la disciplina, il rispetto delle regole, la pazienza, i sacrifici, il lavoro di squadra... dovrei citare una moltitudine di aggettivi per illustrare la Forza Armata, senza dimenticare naturalmente il servizio principale, quello alla Nazione.
Purtroppo, abolendo la leva in nome di idee che non ho mai capito (e non credo che capirò mai, pazienza. Sono testone) si è contribuito, non dico in toto ma in buona parte allo sfacelo e dispersione dei valori morali nei giovani. Un ex militare, a meno che non fosse un ribelle di natura, e ce n'erano, anche da civile sapeva ponderare le sue azioni nella vita civile, comprendendo che in tutti i casi sarebbero seguite delle conseguenze. Riconosceva che era normale esserci un'autorità anche nella vita civile, un ordine, una disciplina, c'era abituato, ne aveva vissuto gli effetti.
Vedo su Facebook molti gruppi di ex militari di leva che oggi hanno la mia età e anche più anziani e che postano foto, alcuni erano militari con me e li ho riconosciuti. Molti, tutti rimpiangono quei tempi di apparente sofferenza, un anno, quindici, diciotto mesi erano e sono un tempo infinito per dei giovani, ma tutti concordano che se ci fosse stato ancora il servizio di leva la gioventù ne avrebbe avuto molto da guadagnare.
Uno di questi ex militari postò una bella frase, alla fine di un lungo ragionamento ricordando i compagni della gioventù, le marce, i campi, sveglie e adunate, le punizioni, i superiori, la voglia di tornare alla vita borghese. Disse "... ma alla fine, a quell'età, e ricordando anche i superiori che sembravano dei "duri" ma non lo erano, e tanta nostalgia di loro, eravamo felici e non lo sapevamo".
Mi sembrano belle parole di qualcuno che ha capito appieno. Parole che si potrebbero estendere, ci sarebbe tanto da dire.

Un saluto.
Si salveranno solo coloro che resisteranno e disobbediranno a oltranza, il resto perirà.
(Apocalisse di S. Giovanni)
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